30 LUG 2001

Filodiretto con Marco Pannella

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 20 min
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Roma, 30 luglio 2001 h00.30 - Al termine della consueta conversazione settimanale, Marco Pannella si è trattenuto negli studi di Radio Radicale per uno spazio di confronto con gli ascoltatori sui temi dell'attualità politica e sulle iniziative radicali.Ribadendo la sua assoluta sfiducia nel Parlamento italiano "fino a prova del contrario", Marco Pannella ha messo in luce che l'Italia ha avuto uno sviluppo tale dello Stato di diritto per cui è possibile che "tutti i riflettori siano puntati sulla Polizia" e che i giornalisti erano all'interno della polizia e non nel corteo.

Le violenze, che
se ci sono state "devono essere provate", sono all'ordine del giorno in altri Paesi le cui capitali "dovrebbero essere bombardate" di informazioni e conoscenza per minare dall'interno la credibilità e la stabilità delle dittature.

Destabilizzando i regimi totalitari in cui "le mattanze sono all'ordine del giorno", in cui "non c'è violazione se cittadini vengono ammazzati dalla polizia", e riuscendo a garantire a "3 mld di persone che non sanno nemmeno di cosa si tratti i diritti del cittadino e della persona", si potrà pensare di portare avanti la lotta contro la fame nel mondo.

Pannella ha quindi contestato nel merito la protesta del Genoa Social Forum contro il G8, l'incontro degli "affamatori del mondo", e ha ricordato, dopo aver portato avanti per 20 anni la battaglia contro la fame nel mondo, che il problema non è nello sviluppo economico e del potere dei Paesi democratici e industrializzati, quanto nella lotta ai regimi antidemocratici in quanto è difficile che possa esservi uno sviluppo economico e quindi una vera lotta alla povertà senza una battaglia globale per i diritti umani.

Il leader radicale ha anche contestato nel metodo la protesta anti-global premettendo che è necessario verificare in primo luogo se è vero che non sono stati rispettati da parte delle tute bianche gli accordi precedentemente stipulati con la polizia, e asserendo che la vera lotta non violenta è quella che ha portato Gandhi a "fare la marcia del sale e non una concentrazione dei miserabili in qualche città indiana"."300.000 persone possono manifestare solamente concentrandosi insieme? Organizzati da chi? Con quali garanzie di democraticità, di autogoverno, di controllo?", si chiede Pannella ribadendo le responsabilità politiche di Agnoletto, Casarini e Bertinotti"A me - ha sottolineato il leader radicale - interessa sapere se è vero che Polizia e Agnoletto avevano concordato cortei luoghi ore e che poi questi accordi non sono stati rispettati, questo non è indifferente, altro è una polizia che non governa bene un corteo che si svolge secondo modalità prestabilite e un'altra è una polizia che si trova davanti a continui imprevisti".

Secondo Pannella "il Governo e la maggioranza hanno avuto la responsabilità grande di non avere sul piano politico assolutamente compreso la realtà, quello che si stava preparando e soprattutto per molti magari l'hanno compreso ma non hanno avuto il rigore, la coerenza, la coscienza di agire in modo idoneo ai compiti di un Governo".D'altro canto però la gestione, non delle tute nere, "un aspetto prevedibilissimo e scontato", ma delle tute bianche e della manifestazione da parte di Agnoletto "è stata antidemocratica e niente affatto pacifista e non violenta" perché "la non violenza è un percorso che si costruisceMarco Pannella si è dichiarato "convinto che Genova sia stata concepita da alcuni - autorevoli - come occasione per provocare anche comportamenti da parte dello Stato fascista, cileno e via dicendo e che ci siano riusciti".

In tal senso, facendo riferimento alle scene di violenza nella scuola e nella caserma riportati dalla stampa, ha evidenziato che "gli assassinii nelle questure, ovunque, sono sempre dei suicidi, nelle carceri ci si impicca per suicidio, c'è il sangue, è lo stesso ferito che si è ferito per poter insanguinare".

Pannella ritiene che presumere "in modo assoluto" che vi siano dei comportamenti 'cileni' da parte della Polizia sia "un errore" ma "se è possibile deve essere provato""Sono contro le commissioni d'inchiesta della Repubblica delle Banane" ha dichiarato il leader radicale, perché è necessario che se ne portino avanti "almeno altre cinque o sei" in modo che si possano avere dei punti di vista diversi, dei risultati differenti, a volte contraddittori e che quindi possa emergere una verità molteplice, per questo più credibile e verificabile.Per quanto riguarda "la sfiducia individuale al Presidente del Consiglio e al ministro dell'Interno", Pannella ha evidenziato "il vergognoso baratto" tra Governo e Opposizione sulla commissione d'inchiesta per accertare i fatti di Genova.Marco Pannella ha affrontato inoltre il tema del proibizionismo sulle droghe, sulla prostituzione, sull'immigrazione, su tutto, e ha affermato di non essere interessato a dei liberisti proibizionisti come coloro che compongono la maggioranza.

"La coalizione di centrodestra non ha un programma con caratteristiche né liberali, né liberiste e ne ha alcune nettamente anti-libertarie, non cerchiamo la perfezione, nel modo più assoluto non riteniamo di poter sperare e neanche auspicare che questo Governo abbia delle caratteristiche a noi affini".

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  • La polemica sul G8

    <strong>Indice</strong>
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  • G8: Le violenze da parte della Polizia

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  • Sistema elettorale del Csm e importanza dell'iscrizione a Radicali Italiani

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  • Maggioranza, Opposizione, Liberismo e Antiproibizionismo

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  • «Non ho nessuna fiducia nel Parlamento italiano fino a prova del contrario e quindi non voglio subito un'inchiesta ufficiale del Palazzo»

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  • L'assenza dei Radicali dal Parlamento e l'importanza di iscriversi a Radicali Italiani e al Partito Radicale Transnazionale

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  • «Io sono per il bombardamento di tutte le capitali dell'anti-democrazia: per bombardare verità, informazione, conoscenza»

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  • Prostituzione: «Il problema è smettere di proibire»

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  • «Non è un caso se Ghandi faceva la marcia del sale e non la concentrazione dei miserabili in qualche città e non è un caso che negli anni '60 abbiamo fatto le manifestazioni rispettando il verde e il rosso ai semafori per mandare all'aria una parte non secondaria delle norme di ps fasciste»

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  • «Siamo in un Paese in cui abbiamo conquistato il diritto di avere tutti i riflettori puntati sulla Polizia. Esistono Paesi al mondo in cui non si viola nemmeno il diritto se la polizia ammazza e fa scomparire normalmente i propri cittadini»

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