13 AGO 2001

Bioetica: Filo diretto con Luca Coscioni

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 32 min 10 sec
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Roma, 13 agosto 2001 - Luca Coscioni, presidente di Radicali Italiani affetto da sclerosi laterale amiotrofica, ha risposto alle domande degli ascoltatori in un filo diretto in differita.

Coscioni parla soltanto attraverso un sintetizzatore vocale e per comporre una parola impiega alcuni minuti, per cui le domande sono state registrate precedentemente.Il presidente di Radicali italiani ha affrontato la questione della libertà di ricerca scientifica con particolare riferimento alle dichiarazioni del presidente americano George Bush e alle posizioni della Chiesa cattolica.Luca Coscioni ha
spiegato che "gli Stati Uniti hanno un sistema sanitario fondato principalmente sull'assicurazione sanitaria primaria affiancato però da un settore pubblico che ha il compito di fornire delle prestazioni minime alle classi meno abbienti.

Gli Usa - ha aggiunto - non sono il paradiso in terra ma perlomeno lì la ricerca non è completamente vietata come lo è di fatto nel nostro Paese".Per quanto riguarda la decisione di George W.

Bush, Coscioni ha chiarito che "il presidente ha bloccato i finanziamenti pubblici per la ricerca cellule cellule staminali embrionali che non rientrino sulle 60 linee cellulari già esistenti, ma la ricerca continua con fondi privati".

"Le nuove terapie cellulari, quando saranno disponibili, lo saranno ad alto costo - ha affermato il presidente di Radicali Italiani - soprattutto grazie alle aziende e agli enti di ricerca privati.

La demonizzazione del sistema capitalistico è un esercizio ideologico e quindi del tutto inutile""Il Vaticano - ha sostenuto Coscioni - non è un mostro da combattere, è solo un avversario politico e come tale va trattato".

Se Giovanni Paolo II "esprime le sue convinzioni non può pretendere che i governi adeguino i propri ordinamenti" ai precetti della Chiesa cattolica perché se così fosse "sarebbe estremamente pericoloso", in quanto si negherebbe il principio dello stato laico.

Per quanto riguarda la globalizzazione, un fenomeno "da governare", Coscioni ha evidenziato che "se la ricerca in altri Paesi è ad uno stadio più avanzato questo non deve impedire lo sviluppo della ricerca anche in Italia in quanto la competizione globale è la migliore garanzia che le biotecnologie siano diffuse anche ai Pesi meno industrializzati".

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