14 SET 2001

USA: Radicali Italiani in silenzio davanti all'Ambasciata

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Roma, 14 settembre 2001 h.11.56 - In omaggio alle vittime degli attacchi negli Stati Uniti, dirigenti e militanti di Radicali Italiani si sono riuniti davanti all'ambasciata statunitense di Roma per osservare i tre minuti di silenzio europeo con le tre bandiere: USA, Israele e PrtMarco Cappato ha spiegato che l'iniziativa "innanzitutto è l'espressione di solidarietà umana e in secondo luogo è l'affermazione politica del modello della democrazia e dello stato di diritto che i terroristi hanno cercato di colpire".

"Questo è il momento della sincerità e della verità, - ha affermato Daniele
Capezzone - vorrei che dopo questi tre minuti di silenzio molti trovassero il coraggio di dire qualche parola.

Per esempio Pino Arlacchi ci dica qualcosa rispetto ai quattrini che ha versato nelle casse dei Talebani in Afghanistan, prenda la parola Bertinotti, non solo Porta a Porta sulle realtà cubana, cinese.

Non bisogna - ha aggiunto il segretario di Radicali Italiani - essere uniti: bisogna essere divisi, ciascuno deve rispondere delle sue lotte, delle sue bandiere, delle sue ragioni.

Noi siamo qui a fare questo.

Credo che si possa chiedere agli altri di fare altrettanto, ad Arlacchi, a don Vitaliano, agli anti-sionisti, ai comunisti: alzino le loro bandiere, dicano quello che devono dire" Marco Pannella ha evidenziato che l'ambasciatore ha invitato personalmente Emma Bonino ad entrare nell'Ambasciata Usa ma "tranne il presidente del Senato, non c'era un cane del Governo italiano, senza parlare dell'opposizione.

Eravamo - ha aggiunto il leader radicale - soli, felici, non della solitudine ma di esserci"."Le bandiere sono tre", quella degli Usa, quella di Israele e quella gandiana del Partito Radicale Internazionale, perché i radicali non hanno "mai ammainato dal 1946 la bandiera della libertà, né quella di Israele.

Se c'è, e probabilmente c'è - ha messo in luce Pannella - una comunità ebraica, israeliana in Italia, si può riconoscere che lo siamo noi e sicuramente non saremo disposti a farci abbattere con le nostre bandiere della non violenza gandiana, che è una bandiera profetica.

Emma non era con noi a mezzogiorno perché personalmente l'ambasciatore l'ha presa e l'ha invitata all'interno dell'Ambasciata e si è accorta che, tranne il presidente del Senato, non c'era un cane del Governo italiano, senza parlare dell'opposizione.

Eravamo soli, felici, non della solitudine ma di esserci.

L'alternativa al mondo in mano a coloro che sono alleati al mondo degli anti-G8 degli anti-global che si sta preparando alla marcia Perugia-Assisi, dove saranno di nuovo commisti tonache - e qualche volta le tonache raccorciate diventano camicie nere, rossi, pacifisti, come dicono loro.

Il fatto è: l'ambasciatore è uscito dall'Ambasciata degli Stati uniti, è venuto tra di noi per invitare Emma che ha trovato, oltre al presidente del Senato, l'assenza assoluta del governo.

Come sempre i cosiddetti democratici e i cosiddetti italiani vengono per insultare la libertà e chi la rappresenta nella storia"I radicali, ha ricordato Rita Bernardini, si sono "sempre schierati al fianco degli Stati Uniti, tant'è che ci chiamavano agenti della Cia.

Siamo profondamente feriti - ha aggiunto - ma ancora di più lo sono quei popoli della Terra che non hanno democrazia.

Non dobbiamo dimenticare i miliardi di persone che non hanno libertà e che non possono manifestare il loro pensiero, cui è negata la conoscenza.

Dobbiamo lottare per loro così come hanno fatto fino ad ora gli Usa il popolo americano" "I fanatismi religiosi non tollerano la tolleranza, non tollerano l'autodeterminazione".

Questa la voce che "oggi si deve alzare il più forte possibile", secondo Benedetto Della Vedova.

Infatti, ha evidenziato, "se dovessimo arrivare alla conclusione che l'Europa non viene percepita come un nemico al dilagare, speriamo velleitario, del fanatismo religioso, ci dovrebbe far riflettere"Gianfranco Dell'Alba ha evidenziato che "la grande decisione dell'Europa è stata questi tre minuti, un po' poco per un'Europa che intenda contribuire a garantire la sicurezza mondiale".Sergio D'Elia ha riaffermato la vicinanza del movimento radicale nei confronti degli Stati Uniti e del modello democratico che li contraddistingue: "Abbiamo sempre ricordato che la grande democrazia americana sulla pena di morte ci consentiva di sapere tutto, c'erano migliaia di condannati a morte negli altri paesi dittatoriali, integralisti, totalitari, dalla Cina a Cuba, dall'Anp all'Irak, all'Afghanistan, dove migliaia di condannati venivano ingiustiziati nel silenzio generale".Per Sergio Augusto Stanzani Ghedini "il fatto è di un'immensità tale" da non riuscire "a trovare parole" ma la "democrazia troverà in sé la forza e la capacità di superare i rischi di quello che è successo per continuare e migliorare il percorso della libertà, della democrazia e del diritto"In conclusione Emma Bonino, all'uscita dall'ambasciata ha rilasciato questa dichiarazione: "È stupefacente che siamo l'unica forza politica qui davanti, è stupefacente che non vi sia nessuno della comunità ebraica.

Esistono momenti nella storia in cui ci si deve schierare senza ambiguità.

Noi radicali siamo schierati con la democrazia, con gli Stati Uniti, con Israele, con tutti i popoli democratici, non esistono distinguo in questi momenti.

L'assenza dell'Europa è tradizionale.

È un'Europa che ancora non ci vuole dare una politica estera e di difesa comune, se non embrioni incerti.

L'assenza dell'Europa è la realtà, in qualche modo un simulacro di presenza sarebbe stato peggiore.

L'Europa non c'è perché appunto non c'è.

Non so cosa succederà, certo sono scontate reazioni militari.

Fino a che non ci renderemo conto che, come il Comunismo del secolo scorso, tutti i fondamentalismi sono il nemico della democrazia e quindi non ci sforzeremo per l'organizzazione mondiale della democrazia oltreché l'organizzazione mondiale del commercio e continuiamo a pensare che questi siano atti di schegge impazzite, sbaglieremo sia l'analisi che la proposta politica conseguente.L'unica proposta politica è spingere e offrire democrazia a questi popoli.

Quasi in modo razzista si da per scontato che gli arabi, i popoli siriani, ecc.

non hanno diritto alla democrazia.

La religione deve tornare ad essere un fatto privato e non un fatto politico e quindi finché laicismo e democrazia non diverranno parole d'ordine avremo una visione distorta di quello che sta succedendo".

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