29 OTT 2001

Laos: Farnesina, tempi lunghi per i radicali desaparecidos

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 17 min 46 sec
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Registrazione audio di "Laos: Farnesina, tempi lunghi per i radicali desaparecidos", registrato lunedì 29 ottobre 2001 alle 00:00.

L'evento è stato organizzato da Area radicale.

La registrazione audio ha una durata di 17 minuti.
  • Collegamento da Bangkok con Martin Schultes

    <strong>Il capo dell'unità di crisi della Farnesina ha affermato che i tempi per la liberazione dei 5 radicali arrestati a Vientiane non saranno brevi e la soluzione del caso non sarà facile. Aumenta la preoccupazione tra i radicali. </strong><p><em>Ultimo aggiornamento: 18.30 (CET) del 29 ottobre 2001</em><p>Sono quasi 80 ore che non si hanno notizie dalle autorità laotiane del segretario del Pr, Olivier Dupuis e di altri quattro esponenti radicali, Silvja Manzi, Bruno Mellano, Massimo Lenzi, Nikolai Khramov che sono stati nella capitale del Laos, dove avevano manifestato per richiamare l'attenzione del mondo sulla sorte di cinque studenti 'desaparecidos' dal 1999<p><strong>La diplomazia non ottiene notizie</strong><p>L'incaricato di Affari italiano a Bangkok Riccardo Manara è giunto a Vientiane, ma non ha ancora potuto vedere i cinque radicali arrestati, pur se ha preso contatti con le autorità diplomatiche. L'Unione Europea - secondo quanto rifertito dal corrispondente di Radio Radicale a Bruxelles, David Carretta - sta lasciando che le ambasciate portino avanti l'iniziativa, assumendo un atteggiamento di 'stand-by', anche per non compromettere le trattative possibili. <p>Il sottosegretario agli Esteri, Margherita Boniver ha reso noto che la Farnesina ha chiesto alle autorità laotiane di poter incontrare subito i radicali arrestati venerdì scorso nonché il loro immediato rilascio. Boniver ha dichiarato inoltre di essere pronta a recarsi a Vientiane, ''in qualsiasi momento'', se sarà necessario. ''Purtroppo - ha aggiunto - fino a questo momento non si hanno notizie precise né sulla località dove sono trattenuti gli esponenti radicali ne' sulle accuse che gli sono state contestate''<p><strong>La Farnesina pessimista</strong><p>Anhe Giuseppe Deodato il capo dell'unità di crisi della Farnesina, intervistato da Alessio Falconio, non ha saputo aggiungere ulteriori notizie, e pur confermando che primi contatti sono state stabilite con le autorità laotiane, ha ammesso che gli sforzi diplomatici finora "non hanno consentito per ora di risolvere il problema". <p>"Per quanto è dato sapere - ha aggiunto Giuseppe Deodato - i 5 radicali arrestati sono in buone condizioni, ma il nostro incaricato ha chiesto esplicitamente di incontrarli per parlare e rendersi conto di persona delle condizioni in cui si trovano e come vengono trattati". <p><strong>Una soluzione non facile</strong><p><br>Deodato, chiede tempo: "Bisogna lasciare il temo ai canali diplomatici di agire e decidere poi un eventuale intervento se fosse necessario". Il Laos è una dittatura militare comunista, e quindi per la soluzione del caso - ha evidenziato il capo dell'unità di crisi - "bisogna tenere conto del paese: le condizioni non sono analoghe ad altre in differenti nazioni". <br>Deodato ha ricordato, a tal proposito, l'iniziativa di Dupuis in Vietnam di qualche mese fa, occasione in cui il segretario del PR fu immediatamente rilasciato. Questa volta, però, Deodato ammette che la situazione è molto più complicata. "Ci auguriamo che avvenga la stessa cosa anche in Laos, ma tutto fa pensare che i tempi saranno meno brevi e la soluzione non così facile da trovare".<p><strong>Europa in stand-by</strong><p>Ieri è partita una lettera dalla presidente del Parlamento Europeo, in cui si chiedono informazioni alle autorità laotiane sulle condizioni di salute dei 5 radicali, ne chiede la liberazione e soprattutto si ricorda che il rispetto dei diritti dell'uomo è una condizione fondamentale nei rapporti con gli altri paesi, incluso il Laos che ha un rapporto di cooperazione con l'UE. La Repubblica popolare democratica del Laos ha infatti ricevuto, dal 1986 ad oggi, più di 126 milioni di euro di aiuti dall'UE.<p>Un portavoce di Xavier Solana ha dichiarato che l'Alto rappresentante per Politica estera e di sicurezza dell'Unione utilizzerà tutto il suo peso per il rilascio dei radicali arrestati. Gli eurodeputati della Lista Bonino hanno preparato un appello per la liberazione dei 5 radicali e degli studenti desaparecidos dal 1999. La Commissione non ha preso iniziative. <p>La politica europea sembra dunque in stand-by, un atteggiamento che potrebbe consentire al regime di Vientiane una via d'uscita diplomatica.<p><strong>In Italia...</strong><p>Il vicepresidente della Camera, Alfredo Biondi ed il presidente del gruppo Misto, Marco Boato hanno oggi preannunciato la presentazione di una interpellanza sulla vicenda, denunciando che il comportamento delle autorità di Vientiane contrasta gravemente con il ruolo di coordinamento che il Laos svolgerà, fino al 2002, nelle relazioni tra l'Unione europea e l'ASEAN. <br>Biondi e Boato richiedono l'immediata liberazione dei militanti radicali arrestati lo scorso 26 ottobre e di tutti i prigionieri politici e di coscienza laotiani incarcerati senza processo o in contrasto con le regole del diritto internazionale e invitano il governo ad operare in sede europea ed internazionale affinché le relazioni economiche, politiche e diplomatiche con la Repubblica del Laos siano condizionate all'impegno, da parte delle autorità laotiane, per l'effettivo rispetto dei diritti umani e l'evoluzione democratica del sistema politico e istituzionale.<p>Analoga iniziativa a Palazzo Madama è stata preannunciata dal Senatore Natale D'Amico, vice presidente del gruppo della Margherita al Senato.<p><strong>La reazione di Pannella </strong><p>Un'agenzia tedesca ha riferito che un funzionario dell'ambasciata del Laos a Bangkok ha dichiarato che le autorità laotiane di procedere a giudicare "secondo il diritto penale Laotiano, all'espulsione e all'inserimento dei cinque in una lista nera". La notizia è stata poi smentita dalle ambasciate belga e italiana, confermando quindi il dato che il regime di Vientiane non ha ancora fornito comunicazioni ufficiali sulla sorte dei radicali arrestati.<p> Pannella alla notizia della messa in stato d'accusa di Dupuis e dei cinque radicali aveva colto l'occasione per sottolineare la metodologia nonviolenta radicale che si differenzia "delle caricature pacifiste e noglobal". <br>"I radicali nonviolenti - aveva dichiarato Pannella - con le loro disobbedienze civili che rifiutano di obbedire a leggi ed ordini ingiusti volevano e vogliono provocare era, ed è, proprio questo: l'applicazione di leggi e procedure di norma previste" perché l'opinione pubblica possa giudicarle e condannarle. <p>Il leader radicale chiedeva dunque che la diplomazia italiana ed europea si mobilitasse per consentire ai radicali in arresto di poter nominare degli avvocati e che la data e le modalità del processo fossero rese note.<p>Pannella non dimenticava però, i motivi che avevano indotto i radicali all'iniziativa a Vientiane, e chiedeva dunque "che le stesse o analoghe procedure vengano ora adottate dalle autorità laotiane nei confronti dei cinque militanti democratici laotiani che due anni fa compirono l'azione fedelmente, nuovamente rappresentate dai radicali, se non li hanno, come in molti temono, assassinati, fatti scomparire".<p>
    0:00 Durata: 7 min 2 sec
  • Collegamento da Bruxelles con David Carretta

    0:07 Durata: 6 min 31 sec
  • Intervista a Giuseppe Deodato responsabile dell’Unità di crisi del Ministero degli Esteri di Alessio Falconio

    <br><strong>Giorno per giorno 29 ottobre: Preoccupazione ed allarme per la sorte dei radicali 'desaparecidos' 27 ottobre: Resi noti nomi e volti 26 ottobre: La manifestazione e l'arresto<strong>Links</strong>: Informazioni ed aggiornamenti su RadicalParty.org
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