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Pannella annuncia che il Satyagraha ha raggiunto gli obiettivi e ha chiarito che la battaglia per il rispetto dei diritti umani in Laos e nei paesi dittatoriali è l'unica vera arma non-violenta contro fondamentalismi, per garantire una pace duraturaRoma, 7 ottobre 2001 - Marco Pannella è intervenuto all'incontro "Vox Populi", organizzato da "l'Opinione", moderato da Arturo Diaconale, sui cinque radicali detenuti in Laos e sulla guerra in Afghanistan.
Nell'occasione il leader radicale ha dichiarato che il Satyagraha ha raggiunto gli obiettivi che si era prefissato, nonostante il silenzio … della stampa italiana e delle istituzioni europee.Il dibattito, che vedeva la presenza tra gli altri di Enrica Bonaccorti, del giornalista Carlo Panella e dell'esponente di Rifondazione Comunista, Ramon Mantovano, ha affrontato le principali questioni internazionali sul tappeto, dalla guerra in Afghanistan all'azione nonviolenta dei radicali in Laos.Su questi argomenti Marco Pannella ha ribadito le proprie accuse al "pacifismo", definito come "un movimento politico storicamente e sempre alleato delle peggiori dittature contro le democrazie", ma ha anche rivendicato l'antimilitarismo radicale, ribadendo la propria convizione che le guerre combattute con armi militari sono sempre più inutili.
Per il leader radicale, infatti, la vittoria contro i terrorismi e i fondamentalismi può essere assicurata con la l'arma dell'informazione contro le dittature che negano la conoscenza ai propri popoli ed in tal senso, con la lotta per il rispetto dei diritti umani nel mondo.
Fin a quando - ha accusato Pannella - si continuerà a portare avanti una linea di politica internazionale fondata sulla real politik, consentendo a paesi come la Cina, il Laos e gli altri regimi totalitari di stipulare accordi di cooperazione economica con il mondo occidentale, senza preoccuparsi di fatto del rispetto dei trattati internazionali per il rispetto dei diritti fondamentali, non si potrà sperare in una sicurezza e in una pace duratura.
Così come Emma Bonino è stata arrestata nel '97 in Afghanistan per denunciare le condizioni disumane della popolazione sotto il regime Taleban, oggi i radicali proseguono l'azione non violenta, in Vietnam, in Laos, in Cecenia e nei paesi in cui vige un regime illiberale e totalitario.
Proprio in momenti come questo è fondamentale occuparsi della democrazia e della libertà nel mondo, ha ammonito Pannella, a partire dall'Italia o dal Laos.
Ribadendo la necessità, oggi, dell'intervento militare in Afghanistan, il leader radicale ha però riconfermato l'importanza della non violenza e quindi la necessità di proseguire il cammino per rendere operativi gli strumenti di legislazione transnazionale che, come il Tribunale Penale internazionale, possano esercitare un controllo effettivo per il rispetto dei diritti umani.
"Mi auguro - ha dichiarato Pannella - che la battaglia per il Laos immediatamente si estenda ad un territorio che copre oltre 2 miliardi di persone.
Stiamo facendo in concreto una battaglia per la vita, che non è in contraddizione sicuramente con la guerra in Afghanistan, ma che va ad inserirsi nel terreno più specifico nostro, gandhiano, per le relazioni non violente.
Le armi militari sono ormai sempre più inadeguate ad ottenere fini che pretendono di ottenere" per questo "noi passeremo ad altre armi", quelle del "bombardamento di informazioni".
Nell'occasione il leader radicale ha dichiarato che il Satyagraha ha raggiunto gli obiettivi che si era prefissato, nonostante il silenzio … della stampa italiana e delle istituzioni europee.Il dibattito, che vedeva la presenza tra gli altri di Enrica Bonaccorti, del giornalista Carlo Panella e dell'esponente di Rifondazione Comunista, Ramon Mantovano, ha affrontato le principali questioni internazionali sul tappeto, dalla guerra in Afghanistan all'azione nonviolenta dei radicali in Laos.Su questi argomenti Marco Pannella ha ribadito le proprie accuse al "pacifismo", definito come "un movimento politico storicamente e sempre alleato delle peggiori dittature contro le democrazie", ma ha anche rivendicato l'antimilitarismo radicale, ribadendo la propria convizione che le guerre combattute con armi militari sono sempre più inutili.
Per il leader radicale, infatti, la vittoria contro i terrorismi e i fondamentalismi può essere assicurata con la l'arma dell'informazione contro le dittature che negano la conoscenza ai propri popoli ed in tal senso, con la lotta per il rispetto dei diritti umani nel mondo.
Fin a quando - ha accusato Pannella - si continuerà a portare avanti una linea di politica internazionale fondata sulla real politik, consentendo a paesi come la Cina, il Laos e gli altri regimi totalitari di stipulare accordi di cooperazione economica con il mondo occidentale, senza preoccuparsi di fatto del rispetto dei trattati internazionali per il rispetto dei diritti fondamentali, non si potrà sperare in una sicurezza e in una pace duratura.
Così come Emma Bonino è stata arrestata nel '97 in Afghanistan per denunciare le condizioni disumane della popolazione sotto il regime Taleban, oggi i radicali proseguono l'azione non violenta, in Vietnam, in Laos, in Cecenia e nei paesi in cui vige un regime illiberale e totalitario.
Proprio in momenti come questo è fondamentale occuparsi della democrazia e della libertà nel mondo, ha ammonito Pannella, a partire dall'Italia o dal Laos.
Ribadendo la necessità, oggi, dell'intervento militare in Afghanistan, il leader radicale ha però riconfermato l'importanza della non violenza e quindi la necessità di proseguire il cammino per rendere operativi gli strumenti di legislazione transnazionale che, come il Tribunale Penale internazionale, possano esercitare un controllo effettivo per il rispetto dei diritti umani.
"Mi auguro - ha dichiarato Pannella - che la battaglia per il Laos immediatamente si estenda ad un territorio che copre oltre 2 miliardi di persone.
Stiamo facendo in concreto una battaglia per la vita, che non è in contraddizione sicuramente con la guerra in Afghanistan, ma che va ad inserirsi nel terreno più specifico nostro, gandhiano, per le relazioni non violente.
Le armi militari sono ormai sempre più inadeguate ad ottenere fini che pretendono di ottenere" per questo "noi passeremo ad altre armi", quelle del "bombardamento di informazioni".
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