21 NOV 2001

Pena di Morte e Islam: Nessuno Tocchi Caino davanti all'ambasciata Nigeriana, Speranze per Safiya Hussaini

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Manifestazione davanti all'ambasciata nigeriana in Italia contro la lapidazione di un'adultera secondo la terribile legge coranica.

L'Ambasciatore nigeriano riceve una delegazione di manifestanti ed assicura che il governo nigeriano eviterà la condanna a morte di Safiya Hussaini.

Resta comunque alta la vigilanza sul paese africano che rischia di diventare una nuova roccaforte di integralismo islamico.Roma, 11 settembre 2001 - Nel nord della Nigeria, Safiya Hussaini una donna di 30 anni è stata condannata, sulla base della Sharia coranica alla lapidazione per aver avuto rapporti sessuali
prematrimoniali: per questo oggi Nessuno tocchi Caino, l'associazione Radicale che si batte contro la pena di morte ha convocato una manifestazione davanti all'ambasciata nigeriana in Italia: due gli obiettivi, anzitutto la salvezza della giovane donna nigeriana, ma soprattutto alimentare l'attenzione della comunità internazionale sulle violazioni dei diritti umani in Nigeria.

La reazione positiva dell'ambasciatoreLa sentenza contro la donna è stata pronunciata da una corte islamica dello stato di Sokoto, uno dei dodici stati della federazione nigeriana che l'anno scorso hanno introdotto la Sharia.

La preoccupazione più grande è dunque, che anche in Nigeria possa prendere piede un movimento fondamentalista, ma su questo le dichiarazioni dell'ambasciatore hanno teso a rassicurare.

"Il Governo federale non consentirà che Safiya venga giustiziata" ha affermato dichiarato l'Ambasciatore Etim Okpoyo durante l'incontro con la delegazione di Nessuno tocchi Caino, composta dal Segretario Sergio D'Elia ed Elisabetta Zamparutti del Consiglio Direttivo di Nessuno tocchi Caino, Natale D'Amico, vice presidente del gruppo della Margherita al Senato e dalla presidente dei Verdi Grazia Francescato.

"Il Governo è molto preoccupato e si sta prendendo cura del caso," ha aggiuntoDurante l'incontro l'Ambasciatore ha spiegato che il caso di Safiya è attualmente all'esame di una corte d'appello islamica.

Dopo questo grado di giudizio Safiya, però, può ricorrere alla Corte d'Appello federale e poi ancora alla Corte Suprema della Nigeria.

Sarà dunque a livello federale che il destino di Safiya potrà cambiare.

Infatti, a livello federale, Safiya Hussaini uscirà dalla giurisdizione islamica e dunque non potrà essere condannata a morte per adulterio.

È la prima volta che un'autorità nigeriana precisa la competenza federale sul caso e l'impegno del governo a che non ci sia l'esecuzione.La soddisfazione di D'EliaApprezzamento per le parole dell'ambasciatore è stato espresso da Sergio D'Elia, che ha ricordato la natura abolizionista in tema di pena capitale da parte del presidente nigeriano, a sua volta "condannato e detenuto nel braccio della morte dei carceri nigeriani".

"Nel '99 - ha raccontato D'Elia - ne è stato liberato e ha visto passare, da detenuto, numerosi condannati all'impiccagione.

È divenuto presidente della Nigeria e da presidente ha liberato migliaia di detenuti, non solo politici, ma anche condannati a morte".

"L'ambasciatore -ha proseguito D'Elia - ha manifestato preoccupazione per quanto sta accadendo negli stati del Nord a maggioranza musulmana dove si applica la Sharia: sul caso di Safiya Hussaini la teoria di ricorsi possibili, due dei quali nelle corte federali, possono dare la sicurezza che non sarà lapidata, come dalla condanna inflittale un mese fa"In ogni caso - ha chiarito il presidente di Nessuno Tocchi Caino - "non ci deve far velo il timore di guerre di religioni o scontri tra civiltà"."A fronte di crocifissioni, fustigazioni, taglio delle mani, bisogna dire con molta fermezza che si tratta di pratiche disumane e incivili".

Ora il rischio è - ha sottolineato D'Elia - che "dal tribunale della sharia si passi ad uno stato islamico.

Nutriamo la speranza che il presidente nigeriano sappia far fronte ad una minaccia che si estende non solo nel suo Paese ma anche in tutta l'area".Nessuno tocchi Caino ha anche preannunciato una missione nel paese per sostenere il Presidente nigeriano Olusegun Obasanjo nella difesa dei diritti umani e nel processo abolizionista del paese.

Dal 1999, anno in cui Olusegun Obasanjo ha assunto la presidenza, non vi sono state esecuzioni in NigeriaFrancescato e Pecoraro con Nessuno Tocchi CainoAlla manifestazione erano inoltre presenti i verdi Alfonso Pecoraro Scanio e Maria Grazia Francescato, che hanno denunciato i rischi di un mancato intervento della comunità internazionale a sostegno del presidente nigeriano per contrastare l'avanzata dei fondalisti islamici.

In particolare Pecoraro Scanio ha chiesto che l'Italia dia il buon esempio.Questo caso è ancora più allarmante, secondo il parlamentare verde, se si pensa alla degenerazione della situazione afghana: "Proprio in un momento - ha evidenziato l'ex ministro per le Politiche agricole - in cui vediamo quali sono le conseguenze del non essere intervenuti rispetto alla tragica dittatura dei talebani, dobbiamo aspettare che anche il nord della Nigeria diventi un nuovo Afghanistan per poi intervenire con le bombe o si può intervenire subito con un'azione forte della politica, delle Nazioni Unite e degli stati del pianeta?".Anche Grazia Francescato.

ha sottolineato che il mondo non può più permettersi di avere un nuovo caso Afghanistan: "È un problema di diritti umani e civili che va affrontato prima che degeneri, prima che il fondamentalismo islamico dia anche in molte aree africane i frutti avvelenati che ha dato in Afghanistan".

In conclusione Francescato ha ribadito: "Dobbiamo muoverci adesso per evitare le tragedie di domani".

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