01 DIC 2001

Radicali: «Ernesto Rossi. Economista, federalista, radicale» (conclusioni di Marco Pannella)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 46 min
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Nelle carceri fasciste degli anni '30, Ernesto Rossi e Antonio Gramsci meditarono sui grandi problemi della storia e della politica italiana, sulle cause del fascismo e sul modo di combatterlo.

I "Quaderni del carcere" di Gramsci sono stati per messo secolo la bibbia dell'antifascismo democratico, solo oggi le lettere di Rossi vengono pubblicate nella loro interezza.

In Gramsci manca ogni riferimento a quella cultura liberale e liberista su cui si incardina invece la riflessione di Rossi.

In queste mai smentite radici liberali e liberiste è la coerenza "radicale", e "alternativa" di Rossi
rispetto all'"antifascismo" progressista e al suo consociativismo con il mondo clericale.

Il silenzio su Rossi è dunque non casuale, ma conseguenza di un voluto ostracismo di "regime".

(A.

Bandinelli)Marco Pannella ha concluso l'incontro per la presentazione del libro su Ernesto Rossi, curato da Lorenzo Strik Lievers Verbania, 1° dicembre 2001 - Marco Pannella ha concluso l'incontro in occasione della presentazione del libro, curato da Lorenzo Strik Lievers, edito da Marsilio, "Ernesto Rossi.

Economista, federalista, radicale", che raccoglie gli atti del convegno svoltosi nel 1998 sulla figura di Ernesto Rossi, con il patrocinio della Presidenza della Repubblica.

"Sono 30 anni che vado ripetendo il nome di Ernesto Rossi e di alcuni altri, per strapparlo alla sepoltura incivile a cui è sottoposta la storia della libertà del nostro paese".Così Marco Pannella ha esordito nel suo intervento conclusivo dell'incontro in memoria dell'intellettuale liberale che ha dato vita, insieme al gruppo che si è aggregato intorno a 'Il Mondo' di Mario Pannunzio, al Partito Radicale.

Ernesto Rossi e il cerino acceso della nostra ragioneNato a Caserta nel 1897, Ernesto Rossi partecipa come volontario alla prima guerra mondiale e nel 1919 conosce a Firenze l'uomo decisivo per il suo futuro: Gaetano Salvemini.

Oppositore irriducibile del fascismo, è tra gli animatori di "Giustizia e Libertà".

Nel 1925 fonda insieme allo stesso Salvemini e ai fratelli Rosselli il giornale antifascista "Non Mollare".

Nel 1930 viene arrestato a Bergamo per la sua attività clandestina e condannato a vent'anni di carcere.

Successivamente relegato al confino di Ventotene scrive nel '41, con Altiero Spinelli, il Manifesto di Ventotene da cui trae impulso l'idea federalista di un'Europa libera e unita.

Due anni dopo è a Milano, dove fonda il MFE (Movimento Federalista Europeo).

Sottosegretario nel governo Parri, è tra i fondatori del Partito d'Azione e del Partito Radicale .

Le sue inchieste sul settimanale 'Il Mondo' erano basate sempre sul "cerino acceso della nostra ragione" "La ragionevolezza mi suggerisce - ha affermato Marco Pannella - che noi abbiamo saputo in qualche modo coltivare la storia nutrita da Ernesto e da tutti gli altri, quantomeno esserne attraversati e non lasciarla andare via troppo lontano", anche se sarebbe necessario un maggiore impegno, anche in ambito accademico, per non far sparire la figura di Rossi dalla storia scritta dagli storici di regime'Il Mondo' e il limite intellettuale di Ernesto Rossi Il leader radicale ha ricordato l'esperienza teorico-letteraria di Ernesto Rossi con il settimanale "Il Mondo", diretto da Mario Pannunzio, uno dei fondatori del Partito Radicale nel 1955, e pubblicato dall'"editore vero Mazzocchi".

Si tratta di un caso letterario di estremo rilievo, in cui "l'editore che faceva i soldi con Quattroruote", e che voleva avere il fiore all'occhiello della pubblicazione intellettualmente 'alta', "permetteva al mondo liberale di pubblicare e di uscire".Pannella individua però proprio "nell'accontentarsi di quei 30.000" lettori del settimanale, il "limite storico anche di Ernesto Rossi" "Il limite storico - ha spiegato - è che non hanno mai dato valore al fatto che una forza culturale, intellettuale, letteraria quale quella aggregatasi ne 'Il Mondo' era clandestina, tranne per 30.000 persone".Sul settimanale pannunziano, "Ernesto Rossi, grande giornalista, laicizza la grande inchiesta di carattere macro-economico e invece l'inchiesta puntuale precisa, e lui se non ci fosse Pannunzio, 'Il Mondo', non sarebbe ospitato in nessun mondo".

Questa la denuncia di Pannella, ogni eretico radicale in quanto tale deve scomparire, dalla storia, dalla politica.

"Gli articoli di Ernesto Rossi armavano di sapere generazioni intere", ha evidenziato il leader radicale, che ha spiegato che, proprio per questo "veniva fatto tacere", dalla "sinistra ufficiale", ma anche dagli "amici del Corriere della Sera" Così come Pier Paolo Pasolini, che poteva essere pubblicato solo da Garzanti, ma non da Einaudi o da Mondadori.

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