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Il ministro della Giustizia Roberto Castelli e l'onorevole Massimo D'Alema sono intervenuti all'inaugurazione dell'Anno Giudiziario della Corte d'Appello di Roma.
Prosegue la polemica.Roma, 12 gennaio 2002 - Castelli e D'Alema all'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte d'Appello di Roma non si stringono nemmeno la mano.
Castelli parla di una pesante eredità dei precedenti governi, un debito pubblico giudiziario per cui all'Italia è attribuita la maglia nera della giustizia in Europa e D'Alema ritiene che il governo continui ad attaccare la magistraturaCastelli, il debito pubblico … giudiziarioIl ministro della Giustizia ha affermato che l'Italia non è gravata solo da un debito pubblico finanziario ma anche da un ''debito pubblico giudiziario, che deve essere riportato entro confini fisiologici''.Quello della giustizia italiana è, per il Guardasigilli, "un quadro sconfortante": la durata media dei processi civili è di 1.009 giorni solo per il primo grado di giudizio; l'arretrato dei procedimenti civili evidenzia, al 30 giugno 2001, un totale di oltre 3 milioni e mezzo di pendenze; i cittadini italiani ''si dichiarano insoddisfatti dello stato della giustizia nel nostro Paese''.
''I Governi che ci hanno preceduto - ha affermato il ministro- hanno tentato di affrontare il problema dando una risposta che mi pare di poter definire sostanzialmente quantitativa''.
A tal proposito Castelli ha ricordato che da un bilancio della giustizia di 5.700 miliardi di lire nel 1996, si è passati ad oltre 12.000 miliardi di lire (oltre 6 miliardi di euro) nel 2001; che sono aumentati i giudici di pace e sono stati indetti concorsi per l'ingresso in ruolo di 700 nuovi magistrati; sono stati varati nella precedente legislatura ''ben 71 provvedimenti di legge che in alcuni casi hanno causato seri problemi di recepimento da parte dell'ordinamento giudiziario''.Per passare ''dalla quantità alla qualità e all'efficienza'', è necessario procedere attraverso le riforme e un'attenta valutazione del funzionamento della macchina della giustizia.
''Il debito pubblico giudiziario italiano e i ripetuti richiami della Corte di Strasburgo - ha concluso Castelli - impongono all'Italia di imboccare una decisa strada di miglioramento del servizio reso al cittadino''.D'Alema, basta con gli attacchi alla magistraturaMassimo D'Alema ha chiesto che cessino gli attacchi contro i magistrati; che si rinunci ad ogni pretesa di separazione delle carriere; che si proceda immediatamente alla ratifica delle convenzioni europee in materia di collaborazione giudiziaria, cancellando così le norme sulle rogatorie; che si lavori insieme ad un riordino del processo penale per evitare un'idea delle garanzie come difesa dal processo e non nel processo.
Prosegue la polemica.Roma, 12 gennaio 2002 - Castelli e D'Alema all'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte d'Appello di Roma non si stringono nemmeno la mano.
Castelli parla di una pesante eredità dei precedenti governi, un debito pubblico giudiziario per cui all'Italia è attribuita la maglia nera della giustizia in Europa e D'Alema ritiene che il governo continui ad attaccare la magistraturaCastelli, il debito pubblico … giudiziarioIl ministro della Giustizia ha affermato che l'Italia non è gravata solo da un debito pubblico finanziario ma anche da un ''debito pubblico giudiziario, che deve essere riportato entro confini fisiologici''.Quello della giustizia italiana è, per il Guardasigilli, "un quadro sconfortante": la durata media dei processi civili è di 1.009 giorni solo per il primo grado di giudizio; l'arretrato dei procedimenti civili evidenzia, al 30 giugno 2001, un totale di oltre 3 milioni e mezzo di pendenze; i cittadini italiani ''si dichiarano insoddisfatti dello stato della giustizia nel nostro Paese''.
''I Governi che ci hanno preceduto - ha affermato il ministro- hanno tentato di affrontare il problema dando una risposta che mi pare di poter definire sostanzialmente quantitativa''.
A tal proposito Castelli ha ricordato che da un bilancio della giustizia di 5.700 miliardi di lire nel 1996, si è passati ad oltre 12.000 miliardi di lire (oltre 6 miliardi di euro) nel 2001; che sono aumentati i giudici di pace e sono stati indetti concorsi per l'ingresso in ruolo di 700 nuovi magistrati; sono stati varati nella precedente legislatura ''ben 71 provvedimenti di legge che in alcuni casi hanno causato seri problemi di recepimento da parte dell'ordinamento giudiziario''.Per passare ''dalla quantità alla qualità e all'efficienza'', è necessario procedere attraverso le riforme e un'attenta valutazione del funzionamento della macchina della giustizia.
''Il debito pubblico giudiziario italiano e i ripetuti richiami della Corte di Strasburgo - ha concluso Castelli - impongono all'Italia di imboccare una decisa strada di miglioramento del servizio reso al cittadino''.D'Alema, basta con gli attacchi alla magistraturaMassimo D'Alema ha chiesto che cessino gli attacchi contro i magistrati; che si rinunci ad ogni pretesa di separazione delle carriere; che si proceda immediatamente alla ratifica delle convenzioni europee in materia di collaborazione giudiziaria, cancellando così le norme sulle rogatorie; che si lavori insieme ad un riordino del processo penale per evitare un'idea delle garanzie come difesa dal processo e non nel processo.
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