11 APR 2002

TPI: Per la KVM (Osce) c'era un piano serbo per far salire la tensione (Udienza del'11.4.2002)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 4 ore 28 min

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La missione KVM al centro dell'udienza odierna.

Il testimone dell'accusa ha confermato la presenza di un piano serbo per provocare la reazione dell'Uck e far salire la tensione.

Crimini anche dal fronte UCKL'Aja, 11 aprile 2002Nell'udienza odierna Karol Drewienkiwicz ha fornito un quadro della Commissione di Controllo per il Kosovo dell'Osce (KVM - Kosovo Verification Mission) nel 1998-1999, confermando inoltre le testimonianze precedenti sulle azioni provocatorie messe in atto dalle milizie serbe e sulla presenza di forze paramilitari.

Abusi e forze paramilitariIl teste dell'accusa ha
raccontato di abusi da parte delle forze militari serbe, soprattutto in alcune zone, tra cui Maleshevo, Pristina, Pech."A Maleshevo - ha dichiarato - c'era una enorme presenza della polizia, ho cercato di ridurre la presenza delle forze di polizia, che in quella zona erano oltretutto particolarmente aggressive, ci è stato risposto dal capo della polizia che non aveva intenzione di ridurre le unità sul territorio".A Pech "la presenza della polizia era notevole, in ogni caso decisamente più numerosa di quanto ci aspettassimo".

Per quanto riguarda le forze paramilitari, il teste dell'accusa ha descritto varie uniformi, tra cui tuta mimetica e passamontagna e un'uniforme blu per "corpi speciali antiterrorismo"Le azioni provocatorie delle milizie serbeIl teste ha quindi confermato la tesi già esposta dal leader del partito liberal-democratico britannico, della presenza di una sorta di piano, di disegno per provocare l'Uck e per "far alzare il livello della violenza" con azioni delle forze di polizia, militari e parmilitari."Abbiamo avuto - ha ricordato -un incontro con i capi militari e abbiamo cercato di spiegare che allestire dei campi di addestramento militare nelle immediate vicinanze di villaggi abitati pressoché solo da kosovari di etnia albanese era un'aperta provocazione.

Ci è stato risposto che non c'era alcuna provocazione, erano solo azioni di difesa".

Lord Ashdown aveva in precedenza accusato direttamente Slobodan Milosevic di non aver mai ascoltato le raccomandazioni degli osservatori, delle forze diplomatiche e degli altri governi per cercare di calmare anziché fomentare la situazione.Il teste ha inoltre affermato di aver riscontrato la presenza di campi di addestramento militare 'informali', per le forze paralimitari.

"In un incontro con dei portavoce dell'Uck uno dei punti principali è stato quello di capire dove fossero i campi di addestramento 'informali'.

Spesso erano situati nelle vicinanze di centri abitati in cui si supponeva la presenza dell'Uck fosse maggiore.

Questi campi di addestramento informali avevano, tra l'altro, la funzione di intimidire la popolazione".Difficoltà di comunicazione con la polizia serba Drewienkiwicz ha raccontato di riunioni con i rappresentanti delle forze serbe, ma - ha chiarito - "generamente le riunioni erano costituite dalla lettura di dispacci militari su quanto era acaduto nelle ultime 24 ore, riguardanti in particolar modo le azioni dell'Uck, senza un vero e proprio scambio di informazioni.

Non c'era possibilità di interazione con la polizia serba, almeno per quanto riguarda le informazioni" - ha aggiunto.Villaggi distrutti e profughiLa deposizione di Karol Drewienkiwicz ha confermato le dichiarazioni dei testimoni diretti delle violenze in Kosovo, per quanto riguarda la distruzione dei villaggi da parte delle milizie serbe e e per quanto riguarda le impossibili condizioni di vita dei molti kosovari di etnia albanese che si sono rifugiati nelle montagne circostanti i villaggi, nonostante il rigido inverno yugoslavo.

"Abbiamo visto, lungo la strada tra Pech e Prizren - ha ricordato - case distrutte e persone che vivevano in condizioni disumane".

Il teste ha specificato che "in concomitanza con azioni delle milizie serbe era la norma che i civili si spostassero dai loro villaggi verso villaggi vicini o verso le montagne".

Molti civili, inoltre preferivano "vivere nelle montagne" piuttosto che avere contatti con la polizia serba.

Drewienkiwicz ha confermato inoltre che "a Pristina gli uomini erano stati segregati dalle donne e dai bambini"Le intimidazioni da parte dell'UckIl testimone ha inoltre evidenziato che l'Uck ha commesso un numero considerevole di crimini, tra cui si sospetta anche l'uccisione di alcuni membri della Commissione di Controllo per il Kosovo (KVM - Kosovo Verification Mission).

Il teste ha inoltre evidenziato che l'Uck aveva minacciato i civili kosovari di etnia albanese.

"Una delle ragioni per cui non si riusciva a raggiungere un accordo con i kosovari di etnia albanese era che chiunque avesse ostacolato l'attività dell'Uck sarebbe stato ucciso, per questo non si riusciva a raggiungere alcun accordo" - ha ricordato.La deposizione proseguirà domani.

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