27 MAG 2002

TPI: Il super-teste 'K5', contro Milosevic una deposizione che desta perplessità

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 38 min

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Il testimone K5, è un ex collaboratore dell'esercito serbo ora sotto regime di protezione: racconti sulle liste di proscrizione e le faide nell'Uck, ma anche palesi contraddizioni.L'Aja, 27 maggio 2002 - Il Testimone K5 è un ex informatore della polizia serba.

È stato in prigione varie volte per reati comuni, vanta un passato da criminale comune che ad un certo punto della sua vita ha iniziato ad indicare alle milizie serbe i kosovari di etnia albanese i cui nomi erano presenti nelle «liste di Mitic».

I kosovari venivano "liquidati" e a lui spettava un compenso "in sigarette", ma - ha
assicurato - non si è "mai macchiato le mani con il sangue di nessuno".

Attualmente sta accusando la polizia serba nel processo a carico dell'ex presidente yugoslavo in cambio "di un posto per dormire - ha spiegato lui stesso - di cibo, dei soldi per le sigarette e di sicurezza".

Dovrebbe essere un 'testimone-chiave' ma la sua deposizione, soprattutto dopo quella di Ratomir Tanic la scorsa settimana, solleva non poche perplessità su come la Procura del Tribunale Onu sta cercando di dimostrare le responsabilità individuali di Slobodan Milosevic.Le «liste di Mitic»Nell'udienza precedente il teste ha parlato delle «liste di Mitic» e oggi ha descritto cosa accadeva alle persone da lui stesso identificate.

Tali liste riguardavano tutti i kosovari sospettati di avere avuto contatti con l'Esercito di Liberazione del Kosovo.

Le persone che venivano catturate in base alle indicazioni del teste e di altri 'collaboratori' venivano poi portate in prigioni improvvisate in cui le milizie serbe abusavano dei prigionieri, picchiandoli e torturandoli anche fino alla morte."Lei è stato fornito di una maschera ed è andato nella cantina in cui erano i prigionieri per riconoscere i membri dell'Uck?", ha chiesto l'accusa.  "Non solo i membri dell'Uck ma anche qualunque appartenente alle famiglie dei miliziani dell'Uck", ha risposto il teste aggiungendo: "Non so che fine abbiano fatto quelle persone.

Ho solo sentito le urla delle donne e dei bambini"."Molti - ha proseguito il teste K5 - sono stati torturati anche con l'elettricità, o venivano picchiati con mazze da baseball, o con qualunque arma".Riappare la 'Mano Nera'Il testimone dell'accusa ha inoltre fatto riferimento alla 'Mano Nera', l'organizzazione paramilitare di cui si è parlato nell'udienza del 25 aprile 2002.

"La Crna Ruka - aveva spiegato Edison Zatriqi - era formata da membri della polizia che durante il giorno svolgevano il loro lavoro regolare e durante la notte commettevano i più efferati omicidi nei confronti di albanesi".

L'organizzazione paramilitare Crna Ruka ('Mano Nera') ha ricoperto un ruolo molto importante nella storia della ex-Yugoslavia ed era ben 'tollerata' dal regime di Slobodan Milosevic.

Oggi il Testimone K5 ne ha confermato l'esistenza e ha chiarito che era un gruppo molto temuto sia dall'Uck che dai collaboratori della polizia serba, come lui.

Le faide Stando a quanto emerge dalla deposizione dell'ex collaboratore delle milizie serbe, l'esercito e gli alti comandi delle forze militari di Belgrado hanno innescato una serie di 'faide' con l'Esercito di Liberazione del Kosovo.

Così come nelle faide tra famiglie della criminalità organizzata, infatti, le milizie serbe "liquidavano" non solo i miliziani dell'Uck, ma anche tutti i membri delle loro famiglie 'allargate', bruciando abitazioni, imprigionando senza motivo, torturando e uccidendo civili, la cui unica colpa era quella di avere legami di sangue con dei membri dell'Uck.

Tra le persone da colpire come 'esempio' vi erano ovviamente anche anziani e bambini.

Il teste cade in contraddizioneDurante il controinterrogatorio della difesa e l'esame dell'amicus curiae il Testimone K5 è caduto più volte in contraddizione, smentendo, in alcuni casi in modo clamoroso, le dichiarazioni rese in precedenza agli investigatori della Procura Onu.Oggi il teste ha negato di essere stato matrattato e rapito per tre mesi dall'Esercito di Liberazione del Kosovo: "Avevano uniformi dell'Uck, ma - ha chiarito - erano solo una banda di criminali ed erano interessati solo a questioni che riguardavano la famiglia di mia moglie".

"Perché - ha chiesto il giudice Richard May - non ha fatto presente prima che le persone erano solo vestite con abiti dell'Uck?""Nessuno me lo ha chiesto", è stata la risposta del Testimone K5"Dopo quei tre mesi le sono rimasti segni di sigarette sul corpo?", ha chiesto ripetutamente l'amicus curiae."No, ho solo riportato delle ferite alla testa e dei problemi ad una gamba, per questo sono riconosciuto anche invalido civile"."Ma nelle sue precendenti dichiarazioni - ha fatto notare l'amicus - lei ha affermato di avere ancora le cicatrici su tutto il corpo delle bruciature di sigarette""Non so - ha affermato il teste dell'accusa - ora non ricordo".Probabilmente la Procura presenterà prove che dimostreranno l'attendibilità delle dichiarazioni rese da questi 'super testimoni', ma per ora saltano all'occhio soprattutto le patenti contraddizioni in cui i testimoni protetti 'K3' (Ratomir Tanic) e 'K5' sono caduti.

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riduci

  • Testimone K5, interrogatorio dell'accusa (*)

    <br>Indice
    0:00 Durata: 1 ora 1 min
  • Testimone K5, interrogatorio della difesa

    1:01 Durata: 58 min 58 sec
  • Testimone K5, interrogatorio dell'amicus curiae

    2:00 Durata: 18 min 44 sec
  • Testimone K5, riesame dell'accusa

    <br>* <strong>NB</strong> Per motivi di sicurezza la Corte ha ritenuto opportuno rendere pubblica solo una parte dell'udienza. Il segnale audiovideo è infatti diffuso in differita di 30' per consentire alla Corte di decidere di non trasmettere alcuni minuti dell'udienza, anche se il pubblico in aula ha potuto assistere per quasi tutta la durata della sessione odierna. Per tale ragione il video è frammentato e le immagini in cui è presente il <em>testimone K5</em> sono distorte<br>
    2:19 Durata: 19 min 37 sec