18 OTT 2002

TPI: Il racconto di un sopravvissuto al massacro di Bacin

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 59 min 48 sec

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Conclusa a porte chiuse la deposizione del giornalista di Politika Express Jovan Dulovic.

Il testimone C-1141 racconta il massacro di BacinL'Aja, 18 ottobre 2002 - Nell'udienza odierna del processo a carico di Slobodan Milosevic si è conclusa la deposizione del giornalista di Politika Express che nelle due udienze precedenti ha rivelato molti elementi per la definizione della fitta ed intricata rete di collegamenti e di potere su cui si reggeva il regime Milosevic.La deposizione si è svolta a porte chiuse in seguito alle minacce ai familiari di Jovan Dulovic dopo che il teste dell'accusa
aveva rinunciato alle misure di protezione previste dal Tribunale Penale Internazionale per la ex YugoslaviaIniziata la deposizione del testimone sotto regime di protezione C-1141, sopravvissuto al massacro di Bacin.Il teste ha raccontato l'intervento della Polizia di Martic e le violenze subite per motivi politici.Ancora a porte chiuse la deposizione di DulovicJovan Dulovic, corrispondente di guerra indipendente per il giornale 'di regime' Politika Express, ha concluso oggi una lunga deposizione, svoltasi per lo più a porte chiuse.Il teste dell'accusa aveva infatti rinunciato alle misure di protezione previste dal Tribunale Onu e, in seguito al 'mutare delle circostanze' ha deciso di concludere la deposizione a porte chiuse.

Il presidente della Terza Corte, giudice Richard May, ha accennato ieri a "circostanze", senza lasciare spazio ad ulteriori interpretazioni.

Corrono voci insistenti su minacce che sarebbero state ricevute dai familiari più stretti di Jovan Dulovic in seguito alla deposizione del teste dell'accusa che, tra l'altro, ha fornito molti elementi per delineare la figura dell'ultranazionalista Vojislav Seselij, secondo il teste 'un uomo di Milosevic'.

La deposizione di C-1141Il teste dell'accusa sotto regime di protezione C-1141 ha raccontato come è sopravvissuto al massacro di Bacin e ha fornito ulteriori elementi per la definizione del ruolo della 'polizia di Martic', la 'Militia' della SAO (Serbian Autonomous Region - regione autonoma serba) Krajina.Il 20 ottobre del 1991 agenti della 'polizia di Martic' hanno costretto più di 50 civili prevalentemente di etnia croata a recarsi in una caserma dei vigili del fuoco nella municipalità di Hrvatska Dubica.Le persone i cui nomi erano indicati su una lista di proscrizione sono state radunate dagli agenti dopo un rastrellamento e sono state imprigionate arbitrariamente nella caserma dei vigili del fuoco.

Nel tardo pomeriggio il teste ha avuto un diverbio con un sorvegliante e ha chiesto di poter tornare a casa.

Il permesso, inizialmente negato dall'agente di guardia, è stato accordato da un uomo il cui nome è stato pronunciato a porte chiuse.

Il Testimone C-1141 è stato riaccompagnato nella sua abitazione dall'uomo in questione che gli ha fornito alcune indicazioni.

Il teste ha quindi deciso di scappare attraverso i boschi verso un paese su una collina nelle vicinanze, è stato poi arrestato dalla polizia locale che lo ha tenuto in caserma per due giorni e due notti per interrogarlo.

Il rastrellamento"Il 20 ottobre - ha raccontato C-1141 - sono andato dalla vicina per chiedere del latte, c'erano due donne, la vicina che mi stava dando il latte e una donna più giovane.

La donna più giovane è entrata in casa e mi ha avvertito della presenza di un camion davanti al portone della mia casa"."Sul camion - ha proseguito - c'era scritto Militia SAO Krajina, pioveva e la persona che aspettava davanti al portone della mia casa indossava un impermeabile.

Mi ha detto di prepararmi alla svelta per andare ad una riunione nella caserma dei vigili del fuoco" "Mi hanno detto di andare in un incontro ma non c'è mai stata nessuna riunione", ha ricordato il testimone dell'accusa.Il massacro di BacinSecondo la ricostruzione della Procura Onu, il 20 ottobre di undici anni fa milizie serbe e soprattutto agenti della 'polizia di Martic' hanno effettuato un rastrellamento a Hrvatska Dubica.

Circa 60 civili non serbi sono stati portati nella caserma dei vigili del fuoco della cittadina croata, durante la notte "circa dieci serbi o collegati a serbi - si legge nell'atto d'accusa - sono stati rilasciati".

Gli altri sono stati portati nella località Bacin, vicino al fiume Una e lì sono stati uccisi."Ero presente durante le operazioni di esumazione a Bacin - ha ricordato il teste dell'accusa - e c'erano delle persone che erano con me nella caserma dei pompieri.

Ho fatto una lista dei nomi insieme alla polizia".

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  • Testimone C-1141, interrogatorio dell'accusa

    <br>Indice
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  • Questioni procedurali

    <p><p><strong>Link:</strong><p> Le trascrizioni delle udienze<p> Non c'è Pace Senza Giustizia [NPWJ] <p> 24 maggio 1999 - Formalizzati i capi d'accusa nei confronti di Milosevic<p> Tribunale Penale Internazionale per la ex -Yugoslavia [ICTY - TPIY] <p> North Atlantic Treaty Organization [NATO]<p> Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa [OSCE]<p> Human Rights Watch<p> La battaglia radicale per l'istituzione del Tribunale ad hoc per i crimini nella ex-Yugoslavia (1993) <p> La campagna del Prt per l'incriminazione di Milosevic<p> Dossier Milosevic<p> Balcani: una cronologia<p><strong>Dall'archivio multimediale</strong><p> <strong>Capodanno 1992</strong> - Pannella in trincea ad Osijek con le "brigate della nonviolenza" <p> <strong>Antonio Russo</strong> - Le corrispondenze dal Kosovo<p> I radicali, Milosevic e la politica estera italiana<p><p><strong>Servizi correlati</strong><p> 27 settembre 2002 - Emma Bonino smentisce Milosevic<p> 26 settembre 2002 - Milosevic tira in ballo anche Emma Bonino
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