"L'informazione contro il fascismo"

A me non possiamo far aspettare oltre meno Austria ospiti
Da questa parte del tavolo né i nostri ospiti dall'altra parte del tavolo
Proporrei di cominciare comunque nel frattempo cerchiamo di mettere a punto questo collegamento contestati Recco cinque spettante
Pronto
Ma pronto sembra una trasmissione televisiva dalla Carrà pronto o
Sì ci sentite
è un attimo adesso mi venti sì sì e poi riprendiamo anche carta
Edito da Guerini a Milano da cordialmente allora diamo inizio a questa manifestazione in occasione della ricorrenza del venticinque aprile
Abbiamo scelto quest'anno di presentare insieme alla Fondazione Di Vittorio un libriccino che poi sarà disponibile per chi lo vorrà acquistare nei prossimi giorni
Che si chiama all'informazione contro il fascismo abbiano in servizio direttore Giambattista
Ecco da regista Pierluigi Battista miscuglio scusatemi che farà da moderatore ha un illustre carreggiata carrellata di ospiti che sono Carlo Ghezzi presidente della fondazione Di Vittorio Antonio Carioti giornalista del Corriere vera
Il segretario generale della CGIL Guglielmo Epifani
Il segretario cittadino dell'accisa Fulvio Giacomassi che molti di voi ricorderanno per essere stata anche il segretario
Della CISNAL di categoria e il segretario generale giusto un segretario regionale della UIL
Nigro non mi ricordo il nome Claudio Nigro
Allora do allora la parola e applicano i nostri lavori vi ricordo che alla fine per chi vorrà chi è un piccolo rinfresco in consiglio di fabbrica grazie
Bene ringrazio io Luisa Donzelli che
Si è molto Spesal per la per la riuscita di questa manifestazione che ha visto prima appunto un già una manifestazione per per ricordare i caduti del Corriere della Sera delle di questo gruppo editoriale nei campi di concentramento nella e nella resistenza io
Veramente mi atterrò scrupolosamente al ruolo che mi è stato assegnato sono lusingato di ricoprire questo ruolo di moderatore mi ogni volta che mi capita di fare il moderatore negli alimenti una battuta di Alberto Ronchey che è una figura detto storica del Corriere della Sera che diceva io non capisco c'è il moderatore per gli adulti e c'è ci sono gli animatori per i bambini ma non dovrebbe essere il contrario perché effettivamente però insomma cercherò di moderare di moderare di moderare al meglio questa manifestazione le persone che vi parleranno sono già state presentate da da Luisa e
Del libro appunto curato e collo alla Fondazione Di Vittorio l'informazione contro il fascismo insomma non c'è bisogno di chiarire e specificare perché lo facciamo proprio qui e che significato ha proprio in un'azienda editoriale
Come questa ma punto di delineare un pochino le caratteristiche di questo libro il suo significato
Parlerà adesso Carlo Ghezzi che appunto il presidente della Fondazione Di Vittorio
Il libro che abbiamo l'opportunità di presentare del quale ringraziamo vivamente
Contiene testimonianze e riflessioni che sono stati raccolti in occasione del sessantesimo della Liberazione lo scorso anno
In particolare sul contributo dei lavoratori dell'informazione citato nella mobilitazione contro il fascismo
Il fascismo che in Italia
Si era fermato aveva soppresso libertà democrazia su Crotone ha trascinato il Paese in una scelta sciagurata la guerra a fianco dei nazisti
Alla fine il quarantadue il popolo italiano e la sua grande maggioranza capisce che la guerra sostanzialmente persa
E tanti ceti sociali si interrogano come Four uscirne
Si interroga corona la Chiesa agli imprenditori agli intellettuali l'esercito
Si interrogano non si muove
L'unica realtà che si muove concretamente sulle forze lavoro
Dapprima con gli scioperi il quaranta tre e poi via via con un crescendo di iniziative che culmineranno le grandi scioperi al quarantaquattro
Nel frattempo fascismo con e su con colpito pesantemente via lo sbarco degli americani Sicilia
Vi è la formazione dalla Repubblica di Salò
Il lavoro
Ha innescato in modo importanti processi che porteranno la resistenza fino alle allo sciopero generale insurrezionale il venticinque aprile
Sono scioperi gli unici TIM così grandi dimensioni in Paesi occupati ai nazisti impressionò la grande stampa internazionale ma soprattutto di Sveva una crisi del fascismo nel suo profondo
Nasce il sindacato unitario con il Patto di Roma che interlocutore gli alleati nel Mezzogiorno che via via risalgono la penisola e che un riferimento importante unitario nel Nord che sta resistendo
Lavoro inesistenza permetteranno l'Italia
Di chiudere in modo positivo che la fase traumatica e soprattutto per metà erano De Gasperi di sedersi al tavolo la pace nel quarantasette a Parigi con quei le forze alleate in quei Paesi alleati che ha liberato l'Italia
Mentre nel nostro Paese l'assemblea costituente eletta al due giugno del quarantasei
Realizza quel patto costituzionale che al suo primo punto l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro
Che è un riconoscimento del ruolo svolto dal lavoro
E che a questa Costituzione delle radici sociali ben visibili
La Germania il Giappone parimenti sconfitti non sono assolutamente date le stesse opportunità
L'abbiamo voluto svolgere e qui ha raccolto una riflessione sul contributo delle forze del lavoro nota
E in particolare su forze del lavoro che non sono sempre ricordate durante questi grandi avvenimenti
Anche la grande vulgata delle realtà resistenziali sono ricordati con le grandi fabbriche meccaniche chimiche la figliola fa anche le prede la Pirelli
Beh sono invece tantissime le forze lavoro che danno un contributo importanti alla resistenza
Lo suoi tipografico sono i ferrovieri portuali tranvieri bancare i lavoratori del settore elettrico gli edili
Sono iniziative del lavoro imponenti e diffuse
Che arricchiscono e rafforzano la resistenza
The fatta certo i partigiani mai fatta dai tanti militari che rifiutano di servire la Repubblica di Salò seicentocinquanta mila internati dalla parte delle sette che si schiera con gli alleati da tante famiglie che hanno i loro parenti loro carico a fronte di una guerra persa
Da coloro che sono fra i bombardamenti delle città da colorando il processo
In particolare abbiamo avuto riflettere qui vi sono le testimonianze ricordi in questo libricino del contributo l'orto dell'informazione
Non solo la partecipazione del Corriere la sera agli scioperi di quelle stagioni
Boh
Voglio ricordare anche il proprio lavoro da Angelo Afeltra giornalista che obbligato passa alla prevista per non essere arrestato sacchetti Panigada Gatti ma anche lo stesso senatore creste che viene messo agli arresti domiciliari una solida di Cernobbio
Vive a Roma nella falliti insurrezioni Roma Rocha bruciare il Messaggero viene catturato caricato su vagoni blindati presso deportato nei campi di sterminio per fortuna si salvano perché credo che le bombardate riescono scappare mentre stavo traversando l'Italia
Dice alle tante iniziative Didi gruppi dei comitati di liberazione azione diverse aziende al Poligrafico dello Stato ad altre aziende gli è un diffuso tessuto di tipografie
Che stampano i volantini che stampano i giornali e i partiti clandestini L'Avanti L'Unità il popolo
E lo fanno a rischio la vita perché coloro piccoli imprenditori tipografi
Attivisti che affiancano la la la la resistenza
Rischia la vita e quando sono colpiti sono colpiti in modo impietoso
C'è una riflessioni
Qual è il grande contributo che viene dato a una resistenza che c'era di inimmaginabile se non avesse strumenti di comunicazione quali giornali clandestini quali volantini
E una attenta lettura
Di quanto succede al Corriere ivi comprese le incursioni per comizi volanti fatte dai dai dai dai partigiani la città di Milano che si prepara i sorgere
In una delle realtà più significative che rendono anche molto evidente con la mancata uscita del giornale la riuscita dello sciopero generale
Voglio ricordare solo due cose poi finisco
Sia una discussione volte a aspra nel riflettere su quegli anni che ci dice che il ruolo del lavoro onesto inneggia alla resistenza in generale non è stato un ruolo significativo
Che ci dice che tensioni fisiologiche mentre c'è la guerra mentre c'è gli ingenui per questa che scarseggiano sono frequenti
In tutte le guerre
Ci paio letture distorte
Perché in Italia vi sono scioperi imponenti di massa
A Londra bombardata tutte le scelte ai tedeschi qua Stalingrado accerchiata dotarono la fame
I lavoratori non scioperano
I lavoratori non chiedono fino alla guerra
Ma si stringono attorno la causa era l'Inghilterra si stringono intorno al Governo junior sovietica
Con un con l'obiettivo di di portare la guerra la conclusione con la sconfitta del mostro nazista
E in Italia lavoro e alla testa è alla testa e finisco con un contributo straordinariamente pesante
Sono quaranta mila i deportati italiani nei campi di sterminio
Ottomila soli componenti alla comunità ebraica
Dodici mila sono i lavoratori
Di costoro quasi nessuno tornerà
è un contributo incancellabile per la riconquista di libertà della democrazia
è un contributo incancellabile che viene dato da un settore nevralgico un settore decisivo
Da un settore come quello dei tipografi del mondo dell'informazione
Che è protagonista con radici antiche nel mondo del lavoro italiano dalla Fondazione delle prime cane il lavoro la Fondazione i primi sindacati categoria e via via interseca la propria vita la propria storia con la storia di questo Paese
Diventando in un protagoniste un protagonista importante
Do la parola un Antonio Carioti un collega del Corriere della Sera che ha scritto tra l'altro numerosi libri di storia italiana del Novecento molto appassionato
Appassionato di storie anche di storia del sindacato
Grazie
Ma io per parlare di questo libro della Fondazione Di Vittorio vorrei proporvi una riflessione
Che ne inverte in qualche modo il titolo cioè il titolo è l'informazione contro il fascismo io vorrei proporvi di riflettere su come e perché il fascismo ha combattuto la libertà di informazione
E questo sin dal suo inizio cioè noi per parlare di questo dobbiamo fare un grosso passo indietro rispetto agli eventi che vengono ricordati nel libro che cominciano appunto come ricordava Ghezzi nel mille novecentoquarantatré con la crisi del regime fascista perché secondo me non è un caso che la prima importante azione squadristi Ka in Italia è l'assalto alla devastazione della sede dell'Avanti il quindici aprile del mille novecentodiciannove
Cioè
Meno di un mese dopo la fondazione dei fasci di combattimento che era avvenuta il ventitré marzo dello stesso anno del mille novecentodiciannove ora si potrebbe pensare che si trattasse semplicemente uno sconto di uno scontro tra avverse fazioni cioè i rappresentanti di un movimento politico attaccano il giornale di un movimento politico che gli si oppone frontalmente
In realtà il fascismo e nemico della libertà di informazione non solo quando questa informazione viene dai propri avversari politici ma anche dell'informazione indipendente
E non è un caso ancora una volta che a sanzionare quasi l'avvenuta instaurazione della dittatura nel mille novecentoventicinque c'è l'opera inesausta di Mussolini alla fine coronata da successo per cacciare Luigi Albertini estromettere Luís e il fratello dalla direzione dalla proprietà del Corriere della Sera gli Albertini che per venticinque anni erano stati l'anima del Corriere della Sera l'avevano portato ad essere il primo quotidiano nazionale
In realtà Mussolini aveva una consapevolezza estrema dell'importanza dell'informazione nella Società novecentesca moderna
Peraltro lui come formazione come vocazione era un giornalista era stato direttore de L'Avanti per due anni e da direttore de L'Avanti era stato di fatto il personaggio più importante del socialismo italiano dal mille novecentododici al mille novecentoquattordici
E poi aveva fondato il suo nuovo movimento a partire dall'altro giornale che aveva creato il Popolo d'Italia
Il segretario il primo segretario dei fasci di combattimento era un tale Luigi pagella di cui non rimane nessun ricordo il vero fulcro del movimento era il giornale diretto da Mussolini e questo continua sotto il regime c'è un controllo sistematico sulla stampa c'è il sistema cosiddetto delle veline cioè di queste direttive a volte molto particolareggiate fino a risultare in certi casi addirittura comiche che il regime poi il ministero della cultura popolare inviavano i giornali per fare in modo che il panorama intero della stampa italiana avesse un unico direttore d'orchestra che ne decideva nei particolari i modi in cui gli italiani dovevano essere
Informati
Ecco questo controllo sistematico Mussolini poi chi lo esercita anche sul cinema cioè si rende conto dell'importanza del mezzo audiovisivo fonda Cinecittà ed è noto il suo slogan il cinema è l'arma più forte
Era un uomo che aveva la consapevolezza di quello che serve per tenere una nazione in pugno questa cappa di piombo che lui aveva costruito comincia a incrinarsi comincia a rompersi proprio con gli eventi
Che sono ricordati ieri percorsi nel libro che stiamo presentando
C'è
Il sgretolarsi della del regime piano piano cominciano gli scioperi
Cade il venticinque luglio il fascismo che va e viene sostituito da Badoglio c'è un primo spiraglio per la libertà di informazione che però verrà ben presto rinchiusa nelle zone occupate dai tedeschi dopo l'armistizio con la fondazione della Repubblica sociale italiana
Io non sto a ripercorrere tutti i fatti che ha ricordato molto bene Ghezzi nel suo intervento prima di me
Devo dire con lui credo ci debba dare molta importanza al ruolo che hanno avuto i tipografi giornalisti militanti antifascisti nella creare un flusso di stampa clandestina di volantini di pubblicazioni
I manifestini che percorreva tutta l'Italia sotto l'occupazione tedesca
Indubbiamente che era un qualche cosa che dava fastidio che impediva all'occupante di sentirsi al sicuro ed è il segno che esisteva un'Italia che non si rassegnava alla sorte che in quel momento stava stava subendo
Poi c'è naturalmente il ritorno alla libertà il ritorno alla libertà di stampa libertà d'informazione
Ma c'è comunque ecco io vorrei chiudere questo mio rapido intervento con questa riflessione il problema di una minaccia costante contro la libertà di informazione se noi vediamo oggi che cosa succede nel mondo non è difficile constatare che i giornali e i giornalisti sono sotto tiro
Del resto è qualcosa che abbiamo vissuto anche noi negli anni del terrorismo
Abbiamo ricordato
Durante la cerimonia che si è svolta poco fa la figura di Walter Tobagi assassinato dei terroristi
E abbiamo ricordato in una situazione che è diversa dalla nostra un'altra figura il giornalista del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli che ha perso la sua vita in Afghanistan
Più in generale nel mondo la libertà di informazione continua a dare fastidio a tutti i potenti tant'è vero che io vi cito solamente alcuni dati riportati dall'organizzazione Reporters senza frontiere
Nel due mila sei e sono passati per il momento soltanto poco più di quattro mesi
Ad oggi sono ventinove i giornalisti assassinati nel mondo tra giornalisti veri e propri collaboratori di varie testate e sono oltre centoventi i giornalisti arrestati
Insomma se il fascismo è morto i nemici della libertà di stampa sono ancora molto forti in giro per il mondo e si pone ancora la necessità di difenderla grazie
Ringrazio Antonio
Antonio Carioti prima di andare avanti con gli interventi intanto volevo ringraziare mi ero dimenticato l'aveva fatto Luisa ma chi ci sta ascoltando spero ancora dallo stabilimento di Pessano ringraziare anche il tutti le persone che sono qui anche Aldo Bisio il presidente Marchetti vedo anche Paolo Cagna che presenza storica
Qui al Corriere della Sera
Se vuole dire qualche
Ma sì
Così facciamo una una cosa
L'microfono pressione
Ma mentre venivo qua in bicicletta
Pensavo a questa manifestazione pensavo soprattutto a ruolo al ruolo dalla memoria cioè pensavo che in fondo passando le generazioni le storie evaporano per nono un po'di intensità no
E forse poi certi messaggi si rischia di di smarrire lì
E invece penso che iniziativa come questa in un da un segno esattamente opposto però io pensavo a me quando sono entrato in questa azienda han a metà degli anni Sessanta
Io ero era uno studente sono venuto qua facevo il correttore di bozze l'ho incontrato una realtà sorprendente una realtà che era veramente intrisa della storia recente ma racconto del va be se le cose fisiche che si vedevano immediatamente i giornali esposti L'Unità l'Avanti esposti nei corridoi per andare in mensa no
Le tradizionali visite organo organizzate dall'azienda con i partiti presenti fisicamente in azienda oltre al sindacato che vi per visitare i campi di concentramento no
Un modo di mantenere viva un'esperienza ma poi mi ricordavo soprattutto le storie le storie minute raccontate da chi
Era ancora vivo fino agli anni settanta ottanta e che ci veniva a trovare in consiglio di fabbrica e ci raccontava anche degli episodi divertenti per esempio più mal mesi uno dei fondatori della cellula comunista dico bene no c'è Frigerio che mi guarda con severità e sta molto attento che io non commetta errori no
Giusto
Questo vecchio spedito ore ci veniva a trovare regolarmente tutti i giorni e ci raccontava
Come dire da un punto di vista anche diverso cioè delle degli episodi anche divertenti Loiero ha detto a ad accompagnare Vittorini no
E aveva una pistola anche perché erano momenti un po'turbolenti ed è riuscito a spararsi su un piede teneva la pistola in tasca
Ma questo naturalmente non è la storia eroica ma è la storia come dire vissuta quotidianamente
A proposito di pistole poi c'era anche un certo tipo di rapporto con la direzione del personale in quegli anni magari c'era qualcuno Kanda fare una trattativa e per caso tirava fuori un pezzo di ferro e l'ho appoggiata sul tavolo cioè questo questo modo però di vedere questa storia
Era aveva questa caratteristica di umanità raccontata da queste persone però soprattutto ha avuto un grande ruolo perché attraverso quella storia noi abbiamo saputo grazie a quella storia
Abbiamo saputo affrontare momenti che non sono stati esattamente facilissimi per questa azienda
No nel settantaquattro cioè fu uno al momento molto complicato l'ingresso di Rizzoli fu una vicenda dura
Unitariamente il consiglio di fabbrica il comitato di redazione
Sono andati in tribunale ottenendo dal una come si chiama un po'epic Fiengo che queste cose le sa molto meglio di me
Un verbale di conciliazione nel quale si affermava come dire il ruolo istituzionale del giornale del giornale non dell'azienda ma del giornale
Riguardo a
Per esempio la difesa dei principi democratici e la difesa di un ruolo antifascista di questa di questa testata
Pochi anni dopo c'è stato un'altra vicenda certo molto più tragica come la morte di l'assassinio di Tobagi
Che ha colpito questa azienda
Non soltanto il corpo redazionale ma tutta l'azienda e grazie a questa storia questa vicenda che era così pesante che attraversava tutto il corpo di queste dei lavoratori di questa azienda è stata superata
Prima però ce n'è stata un'altra di vicenda che è stata quella della P due
Noi abbiamo occupato questa frase fabbrica per una settimana i lavoratori di questa fabbrica hanno dormito qua abbiamo ha messo le bandiere rosse sui tetti di questa azienda
Fu uno scandalo terribile perché il Corriere della Sera con sulle bandiere rosse non era proprio
Il
Una cosa così prevedibile
Però quelle bandiere rosse e quell'occupazione hanno salvato questa azienda cioè io ricordo questi tre episodi perché ritornando la mia riflessione quando venendo qua mi domandavo
Se questa storia di cui oggi ricordiamo le vicende ha lasciato un segno io sono convinto che questo segno l'ha lasciato era lasciato profondamente
Adesso questa azienda è cambiata
Io ho sognato via nel novantasette e faccio fatica fisicamente quasi a ritrovarmi in questa azienda
Però io penso che questa storia queste vicende aiuteranno questa testate questa azienda a mantenere quel ruolo che gli ha fatto che l'ha aiutata a superare le crisi che vi ho raccontato adesso vi ringrazio
Ringrazio cagna per la sua testimonianza
Anche per il brivido ha percorso la sala sulla storia della del pezzo di ferro spesso sul tavolo devo anche dei dalla parola Fulvio Giacomassi che il segretario della CISL di Milano
Scusami torneremo
Ma
Io ringrazio per l'invito anche per l'opportunità che mi ha data
Riportare piccolo contributo
Io considero questa
Iniziativa molto importante non solo perché ricorda quanto prezioso sia stato il contributo dei lavoratori lavoratrici
Dell'informazione in particolare dei quotidiani dei grafici
Durante il periodo del regime fascista
Ma anche quanto erano preminenti connaturati i valori di democrazia e di libertà nell'azione di questi lavoratori
E come questi valori venivano prima di tutto e di ispiravano l'azione la lotta dei lavoratori indipendentemente dalla loro appartenenza politica e sindacale
E tutto questo io credo che sia importante ricordarlo nella sede del maggior quotidiano d'Italia
Non solo per il ruolo che il sindacato che i lavoratori hanno avuto in quel periodo
Ma anche per fare in modo che la comunicazione e l'informazione che nel mondo moderno sappiamo tutti a un ruolo ormai decisivo
Nella cultura ed identità di un Paese delle proprie comunità possa continuare
A testimoniare a rappresentare la memoria di quell'importante periodo storico perpetuando i valori nei confronti delle nuove generazioni
Questo anche considerando io credo la fase che stiamo vivendo il nostro paese l'attuale fase postelettorale di spaccatura di divisione
Che richiede da bisogno di riconoscersi attorno a dei valori fondanti condivisi cioè dall'antifascismo della libertà della democrazia della giustizia della dignità della persona
E fare in modo io credo che questo sarà lo sforzo che diventino valori di tutti non di una parte dell'intero Paese per cui valori universali
Per evitare una sorta di ritorno in forme nuove al Novecento
Perché solo così io credo si possano determinare relazioni rapporti di reciproco riconoscimento Rispetto legittimazione per ritornare invece alla memoria il ricordo di quei periodi seguendo gli interventi che Ghezzi ha fatto Carnia ha ricordato ed avendo letto il libro
Io devo confessare che venendo dalla categoria ed avendo ricoperto incarichi sindacali a Milano a livello nazionale
Da Vendola che richiede come dire frequentato fisicamente i luoghi le persone che ci trasmettevano nelle trattative anche tutte questi questi avvenimenti
Per cui aver anche qui come dire esserci un post cambiati per decidersi Proci modi di vedere devo dire che per tutto questo mi provoca sempre anche una una profonda emozione
Infatti ricordare i luoghi gli avvenimenti al Corriere la sera al Poligrafico dello Stato al Messaggero
Il ruolo svolto dei poligrafici a Milano in rapporto al movimento operaio la saldatura con i giornalisti
Insomma fa emergere quanto forte era l'idea io credo di libertà di democrazia di partecipazione che vi era nella gente che il regime ha che il regime fascista nonostante avesse due all'inizio
Provato a fare delle concessioni ai poligrafici
E comunque è utilizzando anche la repressione il potere che aveva a distribuzione non è riuscito a a dominare idea reprimere totalmente e devo dire che questi valori io credo insomma hanno sempre rappresentato il quadro di riferimento la bussola d'azione
Del sindacato dei don Street tre sindacati sia nella storia più recente ma credo anche in quella passata
Il sindacalismo dei dei poligrafici a forti grande tradizione che provengono da lontano già dei primi
Ottocento già al primo dei primi del dell'Ottocento forse erano facilitati dal fatto che dovevano saper leggere e scrivere nell'esercizio della loro professione
Anche Epifani nel libero dice ma è corporativismo Weston no io credo che il sindacalismo dei poligrafici abbia sempre avuto invece una soggettività soci attivi collettiva culturale professionale insieme con radici forti nel sindacalismo confederale
Infatti non a caso nasce la mutualità nel mille ottocentoquarantanove il i poligrafici fanno la cassa mutua già nel mille ottocentoquarantanove nel cinquantasei si fa al Fondo Casella
Per cui era previdenza complementare immaginiamo che nel sindacalismo confederale ci siamo azzuffati
Attorno agli anni Ottanta se va bene o male fare la previdenza complementare poligrafici sono unitariamente insieme fatta Ste cosa nel cinquantasei perché ha saputo da nel quarantanove
Come vediamo anche dagli avvenimenti io credo l'altra bussola abbia accompagnato è sempre stato anche il l'attaccamento al prodotto e all'impresa che c'è sempre stato nel nella nostra azione sindacale il rispetto anche dalla pluralità editoriale
Con insieme anche una consapevolezza che del rapporto di forza che si disponeva e si poteva mettere in campo nei confronti dell'azienda e dei dei giornalisti questo c'è sempre stato
Però rifuggendo io credo in tutto questo periodo anche di modernizzazione del nostro Leo prodotto delle aziende
Da una logica luddista che ha accompagnato invece tragicamente il sindacato inglese che poi l'ha fatto scomparire
E in queste o arrivo alla fine come non ricordare nella storia più recente insieme a quello che ricordava cagna
Anche il periodo dell'amministrazione controllata dell'ottantuno molti giovani mari oggi lavorano corriera sera non se lo ricordano
Dove i nostri tre sindacati con quello dei giornalisti c'è stata una nazione comune molto importante all'ho svolto un ruolo veramente protagonista per salvare l'azienda il gruppo e l'occupazione e c'era allora
I fatti i nostri delegati erano diventati organizzatori dalla produzione
Cui non hanno mai non si son mai tirati indietro perché il prodotto le l'azienda di impresa era un riferimento importante tutto questo e arrivo alla conclusione nel ricordare il passato ma per dire che sempre in queste ricorrenze siamo impegnati nel tenere insieme deve poter dare voler dare un contributo tenere insieme passato presente e futuro
Soprattutto dove io credo vi è bisogno di unitarietà anche nel nostro Paese per questo io credo che i valori di libertà di democrazia di giustizia aggiungerei per quanto riguarda la forza lavoro
In questo millennio c'è bisogno appunto che anche il lavoro alla coesione sociale debbano e possano diventare dei valori unificanti
Per il nostro Paese noi le possiamo rappresentare in autonomia con soggettività in modo importante e questo credo che era il senso
E perché la politica in questa fase fa fatica esercitare questo il sindacato può dare un contributo a questo era il senso
Che noi abbiamo voluto come tre sindacati milanesi nel festeggiare il primo maggio lanciare alla città
E a vere come punto di riferimento il valore del lavoro e della coesione sociale soprattutto in un territorio dove i cambiamenti economici e produttivi e sociali sono notevoli e sono profondi dove il lavoro rischia di essere marginalizzato quando invece può diventare un fattore di innovazione sociale
Dove la coesione sociale può diventare un fattore anche di competitività
E credo che questi siano i valori che dobbiamo provare a immettere in questo questa nuova fase immettendo lì sapendo che dobbiamo sul Weston sviluppare la nostra azione
La nostra Energia e credo per tentare almeno di coniugare che queste trasformazioni non siano solo trasformazioni all'insegna dall'economicismo ma che siano trasformazioni
Che umanizza hanno anche l'economia grazie
Prendo la parola solo per porgerle a Claudio Negro che della segreteria regionale della UIL
Io vi ringrazio e mi scuso prima ancora di cominciare io qua dentro su un unico sindacalista che non viene dei grafici
E pertanto e pertanto non farò riferimenti diretti come a fare un fatto Fulvio che come sicuramente farà dopo di me Guglielmo
Alla alla ippica
Di questa di questa categoria e cerco di fare un ragionamento che rappresenti un una possibile riflessione sul ruolo del sindacato
Nella lotta contro il fascismo
Da un punto di vista come dire specifico cioè voglio dire il sindacato italiano ha una un suo ruolo nella lotta contro il fascismo
Al pari di altre organizzazioni di massa al pari di altri gruppi al pari di altri ceti sociali che sono rappresentati si faceva a rappresentare da istituzioni ed organizzazioni diverse
E tuttavia nella funzione che ha avuto il sindacato nella lotto contro il fascismo esisti a mio avviso un portato un prodotto che è originale e vari prese sottolineato perché nessun altro che il sindacato poteva produrlo tento di spiegarmi
Il fatto che il sindacato i lavoratori organizzati nel sindacato partecipino nelle varie fasi alla sollevazione alla lotta contro il fascismo
Non è una cosa così scontata come può sembrare annui perlomeno a me che a quei tempi non esisteva ancora e che leggiamo la storia normalmente vulgata di documentata
Certo l'insurrezione contro il fascismo rappresenta la presa d'atto da parte del popolo italiano che per dirla in parole povere non se ne può più
Per un mare di problemi l'ingiusta guerra che richiamava prima Ghezzi il fallimento palese che il regime in tutù e Siri di politiche economiche sociali attenti però
Il fatto che il sindacato fosse contro i lavoratori organizzativo che aspiravano organizzarsi nel sindacato fossero conto non era una cosa scontata il fascismo non mancava di una sua politica sindacale
E la politica sindacale del fascismo
Salvo forse anzi salvo senz'altro negli ultimi tempi non era un'affinità politica sindacali intesa semplicemente a mettere le briglie ai lavoratori è usare ora il bastone che ora la carota per determinare comunque in un certo modo di poteri i rapporti di potere all'interno dei luoghi di lavoro
Quando il sindacalismo fascismo fascista nasce negli anni venti ventuno ventidue fino ancora i primi tempi dalla marcia su Roma il sindacato fascista raccoglie adesioni
Il sindacato fascista per citare un esempio non abbiamo qui tempo di approfondire la questione che sarebbe pure interessante nel ventuno gestisce essendo maggioranza degli scritti
Un durissimo sciopero alle acciaierie Dalmine di Bergamo
Dove Mussolini un giorno sì e un giorno no andava fuori dei cancelli ad arringare gli operai in sciopero
Sciopero che durato diversi giorni si concluse poi con un accordo con la direzione aziendale evidentemente evidentemente positivo
Nel sindacalismo fascista di quegli anni confluivano radici i filoni storici che noi oggi facciamo fatica a riconoscere come parte della galassia fascista ma per esempio una figura storica ingiustamente dimenticati del movimento operaio italiano Alceste De Ambris
All'Arco sindacalista prima della guerra poi interventista
E che alla fine combatterà dirigendo la Resistenza antifascista degli operai di Parma le quattro le cinque giornate di Parma non mi ricordo più quante negli anni Venti è tra i fondatori del sindacalismo fascista
Nel sindacalismo fascista confluiscono filoni culturali che non sono meno antagonisti di quanto non siano i filoni culturali che si richiamano al marxismo e anche quei tempi si esprimono essenzialmente nel partito comunista nel partito socialista di serrati
E nella CGIL
Ma che vedo uno il rapporto tra le classi collocato all'interno di una società che viene immaginata come organicità
Questa visione ripeto produce non è un atteggiamento meno conflittuale
Ma produce un atteggiamento che e inteso a determinare mutamenti nei rapporti di forza tra il proletariato e il lavoro attraverso una prassi che solo conflittuale non è il corporativismo
Il corporativismo nella sua idea di fondo è quella per cui in tra il proiettare tra il lavoro e il capitale debbano esistere delle sedi all'interno delle quali vengono concordate sulla base dell'individuazione di interessi comuni tutto una serie di di soluzione di ipotesi di accordo
Non funziona
Come sappiamo benissimo il fallimento del corporativismo è una delle ragioni per cui il sindacalismo fascista perde la faccia perdere la credibilità nei confronti dei lavoratori perché non funziona
Perché la visione organici istiga di una società presume che esistono sì le due parti che tra loro discutono ma che esiste una parte terza superiore la quale addita e determina qual è il bene comune e pertanto sistema corporativo non è un sistema di libera concertazione
Nel quale le parti tenta di individuare tra di loro un accordo un è un sistema nel quale un terzo Monte ti dice qual è l'obiettivo da raggiungere
E le parti si devono adeguare questo è il fallimento del corporativismo ma badate che prima che il corporativismo fallisca in modo eclatante è palese
In molti ci credono dalla corona che è segretario generale della CGIL quella di allora senza l'hai nei primi anni Venti
Aderisce nei tardi anni Venti al sindacato fascista
Pensando che il corporativismo avrebbe potuto rappresentare e portare avanti gli interessi dei lavoratori dipendenti all'interno di quel contesto qual è allora il merito del movimento sindacale
Non sta soltanto nell'essersi mobilitato e nell'essersi metto commesso a combattere contro un sistema che al di là di quelle che potevano essere state delle promesse aveva prodotto con ogni evidenza iniquità ingiustizia guerra fame peggioramento delle condizioni di vita
Ma sta nell'aver individuato un passaggio essenziale
Che è diventato prezioso per la cultura di questo Paese e che fa parte della nostra costituzione reale e anche di quella materiale
Non esiste un sistema di relazioni industriali libero se non esiste la libertà e la democrazia politica
Badate che anche questo che oggi ci sembra banale non era tanto banale per esempio negli anni quaranta e cinquanta
Quando pur essendosi messi alle spalle l'esperienza del sindacalismo fascista c'era ancora l'illusione da qualche parte che un sindacalismo potesse lo stesso essere vivaci vitale all'interno di organizzazioni statali al quale non vive il non vigesse la democrazia politica il sindacalismo dei Paesi dell'Europa orientale per lungo tempo e parso ancora potere essere potere su un punto di riferimento
La conquista del sindacato italiano la conquista del sindacato unificato del Patto di Roma e di tutto ciò che dopo è successo consiste esattamente in questo nella veri intuito dimostrate ho affermato che soltanto in una democrazia liberale
E in un sistema di mercato è possibile fare il sindacato se non c'è un sistema se non c'è la libertà se non c'è la democrazia politica se non c'è il mercato non esiste il sindacato o il sindacato è finito ed è uno strumento di manipolazione e di oppressione
Questa è l'eredità che
I resistenti sindacalisti il ruolo del movimento sindacale dalla lotta al fascismo ha consegnato ancora oggi a noi e credo che questa sì un'eredità da tenersi ben stretta anche quando ogni tanto sembra che di fronte alle urgenze del momento di fronte a fatti che accadono
Il richiamo alla democrazia politica al mercato e quindi alla rispetto e al sostegno delle istituzioni che le garantiscono posso posso venire meno vi ringrazio
Ringrazio Claudio Negro per il suo intervento do la parola a segretario della CGIL Guglielmo Epifani
Presidente
Io
Ringrazio per per questa iniziativa che dopo
Che come ogni anno
Impegna lavoratori della Corriere della Sera
A discutere a celebrare l'anniversario del venticinque aprile a ricordando
Ogni
Il contributo dato dai lavoratori tipografi della Corriere della Sera
Alla lotta della per la liberazione per la resistenza
Ha già detto Carlo Ghezzi l'importanza che ha nella nostra storia qui questo dopoguerra
Il movimento che lavoratori e le lavoratrici fecero tra il quarantadue fino a quarantacinque
E credo che dobbiamo insistere sul fatto che siamo stati l'unico paese occupato in guerra in Europa in cui questo è avvenuto
Da nessun'altra parte
Cioè Paesi che avessero le nostre caratteristiche del tempo hanno avuto questa l'uso dello sciopero della mobilitazione da parte del mondo del lavoro
Per chiedere innanzitutto pane condizione di lavoro accettabili e poi via via Libertà Democrazia e la richiesta della fine della guerra e della fine delle ostilità
Non è stato un contributo marginale anche se come sappiamo ha riguardato solo una parte del Paese ma una parte del Paese un po'più ampia di quella che si pensa
Perché riguarda le grandi fabbriche del Nord ma arriva fino a lambire l'Umbria pezzi importanti in Toscana nelle Marche
Nella Romagna cioè lavoratori sparsi in tutta l'Italia che ancora era sotto il giogo nazifascista o sotto la Repubblica Sociale di distrarlo
E come è stato detto era un movimento che riguardava tutte le categorie
Ovviamente faceva notizia lo sciopero delle grandi fabbriche in modo particolare quelle di Torino di Genova e di Milano dove ce l'avevi decine di migliaia di lavoratori che è sceso Nash opero e fu la notizia che colpì poi l'opinione pubblica mondiale
Ma noi abbiamo un movimenti lotte che riguardano praticamente tutte le categorie e non solo gli uomini
In modo particolare ad esempio nel settore tessile dell'abbigliamento tantissime donne parteciparono a questi scioperi
E dei dodici mila deportati vi fu una quota consistente di donne
Una parte delle quale avviata i campi di concentramento è una parte delle quali avviate ai campi di lavoro forzato negli altri Paesi abbiamo delle testimonianze
Di lavoratrici tessili che sono tornate ancora in vita ancora in vita da quell'esperienza che ci raccontano esattamente in modo davvero struggente questa loro
Vicenda
Mi ricordo lo voglio dire per perché mi colpì molto che una di queste lavoratrici tessili di Como insieme con una sua compagna di lavoro fu avviata forzatamente in un campo di lavoro in Germania in Baviera
E tra di loro le due le due ragazze del tempo si dicevano ci portano a lavorare andiamo a vedere un altro Paese
Si muovevano cioè tra quella curiosità tipica di chi non aveva mai magari passato il proprio Paese o la propria Valle senza cogliere per appieno anche la drammaticità e l'epica di quella di quel momento
Di questa storia e tipografi sono stati una storia importante
Non abbiamo come ogni anno ricordato la memoria tipografia del Corriere della Sera
Io voglio ricordare che quando con il quattro di giugno
Ricordiamo non solo la liberazione di Roma ma anche il fatto che alla Storta
Furono trucidati dei tedeschi in fuga tredici persone prelevate dal carcere di via Tasso tra queste persone accanto a Bruno Buozzi c'è un grande esponente del sindacalismo pre fascista c'è anche un tipografo
E ne possiamo leggere il nome il cognome e la sua qualifica
Questo cosa vuol dire
Vuol dire secondo me è una cosa
Che deve molto colpire
Chi guarda le vicende sindacali con con affetto che che bisogna portare la storia del mondo del lavoro che cioè una categoria in parte giustamente considerata non solo tra le più antiche
Ma anche tra quelle a più forte vocazione corporativa anche una categoria come quella dei tipografi non ha mai smarrito nella propria vita ultra centenaria
L'idea che accanto alla difesa delle proprie condizioni vi fossero dei valori più importanti ancora da affermare ed perseguire solo così si spiega perché si batterono per la libertà contro i propri interessi personali solo così puoi spiegare perché molti sacrificarono la vita
Nel nome del valore della libertà dell'informazione o della libertà del comunicare solo così puoi rileggere in tutta la storia di questa secondo dopoguerra il fatto che il sindacato dei poligrafici insieme con quello dei giornalisti comitati di redazione insieme consigli di fabbrica in tantissime vertenze hanno difeso non solo uno o soltanto la propria condizione di lavoro ma la propria dignità di lavoro la propria libertà del lavoro nel lavoro e la libertà e l'indipendenza dei troppi giornali
Occorre una sera da questo punto di vista merita probabilmente una storia a sé
Considerato a ragione o a torto un istituzione democratica perché tale è stata considerata dei tipografi dei giornalisti in tutta la storia recente
Da difendere
Da proteggere
Anche talvolta da proteggere troppo
Però sempre sempre tese al mantenimento di questo obiettivo
Io credo che questo via in fondo la lettura precisa di quello che è
Il movimento confederale italiano e della differenza che lo segna rispetto ad altre esperienze sindacali di altri paesi
Quando noi quest'anno
Celebriamo del procederemo in forma solenne qui a Milano il primo ottobre il centenario della nascita della Confederazione generale del lavoro noi non intendiamo celebrare il centenario della nascita del sindacato
Perché il sindacato anche in Italia nasce prima è molto prima nascono prima tante lei che tante federazioni di categoria addirittura qualcuna a poco più della metà dell'Ottocento
Ma nasce nel mille novecento sei quella forma peculiare che mette assieme
Le leggi le mutui sindacati di tutti i settori sindacati di tutti i mestieri ISI i lavoratori del Nord elaborato nel Sud nasce cioè
Esattamente quella identità del sindacato confederale il cui valore fondamentale quello di tener conto che accanto alla difesa dei propri interessi ai anche da occuparsi degli altri
Che idea del sindacato solidale
E perché è importante perché se io mi guardo intorno oggi
Io vedo che in tutta l'esperienza del sindacalismo mondiale quella che regge bene e a una prospettiva e quella fondata su questa identità mentre tutti i sindacati di matrice corporativo di chiusura
Categoriale o territoriale o unionista tutti quei sindacati sono ovviamente entrati in crisi con le trasformazioni produttive tecnologiche che hanno segnato le vicende degli ultimi cinquanta
E questo cioè che fa la differenza questo segno distintivo quello che ci fa essere tanti rappresentanti di tante condizioni ma insieme solidalmente attorno a questo valore
E per questo allora si lega anche a quello
Che tiene il rapporto tra il venticinque aprile la lotta dei lavoratori la libertà la nostra Costituzione perché se no si finirebbe anche per smarrire il senso interno del collegamento della tensione che tiene questa esperienza questa identità con le battaglie le le le le prese di posizioni le mobilitazione che noi
Facciamo quotidianamente
Ovviamente poi la giornata di oggi ci consegna tante altre riflessioni
A me viene da dire ad esempio che ce n'è una molto complessa molto delicata molto sfumata che però voglio avanzare anche qui parlando tra di noi io ero qui il venticinque aprile
Ho sfilato con decine di migliaia di milanesi
Ho parlato con altri in piazza
Se io dovessi dare conto di quello che è stato il mio venticinque aprile qui a Milano è stata una straordinaria festa
Di gente che condivideva viveva l'intensità di quel momento
Io
Di quella giornata non ho visto altro
E nella mia esperienza personale così come di quella di almeno cento mila persone quella è stata la festa del venticinque aprile
Non sapevo
Perché non l'avevo vissuto il fatto che qualcuno avesse fischiato la ministra e fatto ancora più grave
Che qualche scalmanato
Avesse bruciato due bandiere israeliane al passaggio dei corpi di resistenza che avevano dato il loro sangue per la liberazione del Paese
Il giorno dopo sui giornali
La notizia
Era ovviamente questa
E così che mi son chiesto per me
Come funziona
Una informazione che correttamente dà notizia prevalentemente del fatto che colpisce
E che fa notizia
E in qualche misura finisce per annegare quello che era stato per decine di migliaia di persone un altro quinti cinque aprile e la domanda che viene dopo
E come può essere che quel venticinque aprile per cento mila persone non corrisponde al venticinque aprile che milioni direttore il giorno dopo si son trovati sul giornale sui giornali
Io so bene che questo è un paradosso che spesso nella per noi ma vale la stessa cosa per i direttori vicedirettori giornalisti si pongono ogni giorno come aver misura perché il fatto che giustamente va messo in prima pagina
Non nasconde non cancella quello che è stata la realtà per molte per molte persone come si può fare e contemporaneamente
Come si deve fare per evitare c'è una mela marcia lasciata a sé stante finisca per far marcire una festa così bella così straordinaria e così appassionata voluto chiudere su questo tema
Perché la riflessione sul passato come se e anche una riflessione sul presente
Perché come
Perché come diceva
Un grande semiologo
Noi possiamo
Dire della memoria quello che lui diceva della fotografia
Diceva Roland Barthes che la fotografia non rappresenta quello che non c'è più ma solo quello che è stato e aggiungeva
La differenza tra le due cose e di grande sostanza
Anche per noi la memoria non è memoria di quello che non c'è più
E memoria di quello che è stato
Ti ringrazio Guglielmo Epifani dato avevo detto che mi sarei attenuto scrupolosamente al mio ruolo di moderatore
Mi piacerebbe risponde li avendo diciamo così lavora quel giorno il venticinque di aprile
Certo notizie no no no no non la e
La notizia è sempre quella del del del del dell'onorevole nella camera per cui insomma ok
Posso dire l'unica cosa diciamo così proprio perché senza veramente davvero senza polemiche però è vero che era nelle prime pagine giornali però da nessuna parte è stato cancellato il fatto che ci fossero cento mila persone diciamo quindi l'informazione non è stata no no ma insomma
Non è stata
Però io scusi distacco alterna no però io questo l'Epifani cioè la causa diciamo tanto voglio dire stiamo parlando di storia no non stiamo parlando di di cronaca
Però devo anche dire questo io per caso ho assistito alla diciamo alla manifestarla fischiata diciamo così agli insulti dico per caso perché appunto passavo di lì quindi Office
Il i due episodi non sono identici quelli diciamo gli episodi quegli episodi incresciosi allora uno quello delle bandiere era palesemente un gesto di
Pochi scalmanati antisemiti che sono stati giustamente messe in margine che come dire
Non hanno minimamente intaccato diciamo così
Ho questa impressione che una bandiera con la stella di Davide venga bruciata comunque una u un simulacro di bandiera perché non era nel senso un altro io devo dire la verità
Se posso dire la verità io non ho visto dieci scalmanati che fischiavano la morale no io ho visto l'intero percorso di corso Vittorio Emanuele in cui dai lati della strada era un insulto un fisco continua a letizia Moratti cioè i due episodi vanno no non voglio valutarli diciamo così
Però descrive l'in modo diverso e quindi da questo diciamo visto che mi sono sentito diciamo chiamati in causa penale no no no ma è giusto ma è giusto ma assoluta è sacrosanto io
Spero davvero che il valore del venticinque aprile il valore di quella manifestazione non credo che siano state diciamo messi in discussione dalle cronache che tutti i giornali e diciamo da da sinistra del re che solo il Corriere della Sera
Hanno hanno fatto però diciamo questo fatto io onestamente penso che sia un
Una un particolare su cui volevo che che che che tu che lei prestasse Poggi di
Di attenzione insomma diciamo non è una giustificazione ma non era mia intenzione o no no certe vie le difficoltà però ecco diciamo quella quella percezione lì e e comunque insomma il fatto che sì ci sia stato una dissociazione
Palese esplicitata durante di chi ha organizzato quella manifestazione diciamo così rende giustizia comunque di ogni venti ogni dettaglio però mi mi piace mi è piaciuta forse non sa questa coda
Grazie grazie devi fare no veramente grazie a voi per il per la grande attenzione con cui avete sei
Vito questa manifestazione e grazie relatori che hanno dimostrato che adesso do la parola ragazze relatori che hanno dimostrato che
La brevità nella brevità e nella concisione si possono dire tante cose anche interessanti sazio sta lì a parlare per ore e ore grazie ancora ci vedremo la manifestazione del prossimo anno
Conviene inviare essere invitate per se posso rubare a questa occasione pubblica
Due minuti vorrei oltre che ringraziare prima di tutto invitare in consiglio di fabbrica bere qualcosa insieme a Noemi ma secondariamente mi permetto di fare una un piccolo fuori programma
I poligrafici non hanno avuto occasione se non in maniera un po'così di
Salutare Raffaele Fiengo
E so che lui a lui non piace però a me piace
In questa occasione che è un'occasione pubblica che cade arido adesso
Per la fuga diciamo così uscita in pensione poter dire anche in occasione di questo che stiamo facendo
Che Raffaele ci mancherà
Che
Come abbiamo condiviso molte cose e che se possiamo fare manifestazioni come questa dobbiamo sicuramente a quanti poligrafici hanno fatto ma lo dobbiamo anche a quanti giornalisti hanno fatto e lo dobbiamo anche Raffaele Fiengo grazie Raffaele