Nelle sue considerazioni finali, Draghi ha dichiarato che quest'anno il tasso di incremento del prodotto interno lordo potrebbe avvicinarsi all'1,5%, grazie a un recupero delle esportazioni e degli investimenti.
Per raggiungere l'obiettivo di ridurre il deficit nel 2007 al 2,8%, secondo Bankitalia, occorre tuttavia una correzione dell'ordine di due punti percentuali del Pil.
Il risanamento è «divenuto imperativo», ha spiegato il governatore.
L'obiettivo richiede «consenso sul … disegno del futuro, concordia sull'azione nel presente».
Si tratta di agire immediatamente sulla riduzione delle spese della pubblica amministrazione, innalzando l'età media effettiva di pensionamento e responsabilizzando pienamente Regioni ed enti locali nel controllo della spesa.
Bisogna poi accelerare sui fondi pensione (per i quali è necessaria una «piena concorrenza» tra tutte le istituzioni finanziarie), sbloccare l'utilizzo del Tfr a scopi previdenziali, rafforzare la diffusione dei Fondi comuni d'investimento per i quali la Banca d'Italia si appresta a semplificare le normative di vigilanza.
Contemporaneamente, secondo Draghi, occorre stimolare la crescita attraverso liberalizzazioni, ad esempio nel settore dei servizi e del commercio, rendendo più efficiente il lavoro anche attraverso minori rigidità.
Questo, però, non basta, «perché la produttività torni a crescere - ha affermato Draghi - occorrono innovazione e investimenti in ricerca e tecnologia».
Il governatore ha sottolineato inoltre le lungaggini del sistema giuridico ed amministrativo che «influenza significativamente i costi e la competitività delle imprese», penalizzandole nel confronto internazionale.
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