Intervista a Attila Tanzi sulla richiesta di Marco Pannella al Governo di avere un incarco speciale per salvare dalla pena di morte l'ex dittatore iracheno Saddam Hussein

Siamo collegati telefonicamente con il professor Ratti la Tanzi professore di diritto internazionale alla facoltà di giurisprudenza all'Università di Verona è consulente esterno per il ministero
Degli esteri e con lui vogliamo parlare dell'iniziativa di Marco Pannella che ha chiesto un immediato e straordinario incarico di governo con l'obiettivo di salvare dall'esecuzione Saddam Hussein e i suoi eventuali giustizieri professor Tanzi innanzitutto il Pubblico ministero incaricato del della della pubblica accusa al processo in corso di Saddam ha chiesto la pena di morte per l'ex dittatore iracheno in particolare per la strage di centoquarantotto sciiti avvenuta nelle mille novecentottantadue nel villaggio di Dujail nord di Baghdad
A suo avviso dal punto di vista giuridico è opportuna questa richiesta di condanna a morte
Buongiorno ma che sia rimasta questo e che questo avrebbe potuto creare dei problemi dal punto di vista della diciamo politica legislativa internazionale i giudiziale
In materia di diritto penale internazionale lo si sapeva quando si è approvato lo statuto di questo Tribunale proprio sulla questione la pena di morte
L'elaborazione lo statuto di questo tribunale che poi ha una configurazione meramente chi Tribunale interno vira Queneau
Era stata arrivata conclusione con il contributo di diversi giuristi di diversi Paesi su questo punto i turisti britannici cercarono fino all'ultimo di escludere l'ammissibilità della pena di morte
Perdendo la loro battaglia
Legislativa
Quindi da lì tanta polemica da parte di osservatori i politici diplomatici quindi era inevitabile arrivarci arrivasse a questo
Tanto più che in controtendenza con la giustizia penale internazionale
Al livello di corte penale internazionale corte penale internazionale appunto nel suo statuto l'articolo settantasette
Prevede che le pene possono arrivare a Massimo di detenzione di trent'anni con l'eccezione dell'ergastolo per i crimini più gravi
Il governo italiano si è battuto danni in Assemblea generale una risoluzione che vietasse
La pena di morte a livello generale purtroppo non si può dire che nonostante dopo alcune battaglie perse siamo arrivati in assemblea generale ciclicamente all'adozione di questa risoluzione
Che l'Orta limitati a vietare la pena di morte nel proprio ordinamenti non si può dire che sebbene vi sia una tendenze in tal senso missionario regola consuetudinarie internazionale che obblighi fiscali e quindi le istituzioni internazionali
A vietare la pena
Di morte abbiamo la Corte penale che non può comminare la pena di morte per del tribunale per l'Iraq si
Io vorrei venne ha chiesto di opportunità la politica giudiziale e nelle mani dei giudici e interessante rilevare una possibilità che lo statuto perché una del tribunale
Per i crimini commessi
Durante la dittatura orrenda vista da molto tempo
Prevedessero la pena di morte
Cioè le pene che sono quelle del diritto iracheno e che contengono anche la pena di morte
Devono essere eseguite entro trenta giorni ed era assente
Tuttavia per quanto riguarda l'esecuzione della condanna pena di morte e necessaria l'autorizzazione dell'organo politico esecutivo
Ecco quindi che nell'esercizio la propria giurisdizione sulla base dello statuto il tribunale potrebbe accoglie
La richiesta di pena di morte ma vi potrebbe essere anche l'intervento
Sospensivo addirittura politicamente abrogativo da parte del causa questa è una possibilità sulla base dello studio fatto dello statuto può essere esperita dagli organi giudiziario
Esecutivi politici dire che sposi possono svolgere delle considerazioni più ampie
Di politica internazionale sul fatto che la comunità internazionale pure in presenza di una Corte penale internazionale
Non abbia previsto la sua giurisdizione mi pare che di questo abbiamo già parlato radio radicale in passato più volte e e c'è una discontinuità una incoerenza visto che abbiamo avuto il tribunale nel novantatré per i crimini nell'ex Jugoslavia
Nel novantaquattro per i crimini nel Ruanda dove ambedue i tribunali rispettivamente l'articolo venticinque l'articolo ventiquattro
Contrari
Non ammettono la pena di morte
Tuttavia in Ruanda abbiamo la competenza di corti interne che è stata esercitata dove applicando il diritto interno hanno applicato la terapia
Quindi c'è una sorta di conflittualità tra i diritti interni diritto internazionale in questo caso
Be sì sicuramente nel caso del Ruanda
Vi sono queste disposizioni che prevedono che con riferimento alle pene si applicano le pene dello Statuto
E cumulativamente le pene degli ordinamenti interni si pone un problema quando c'è una disposizione questo tipo come nello Statuto del sequestrate Ruanda dove però prevale il limite
Previsto lo statuto che non ammette la pena di morte fedele a ciò non avvenga precisamente un'opinione comune dei turisti poi della prassi giudiziarie questi tribunali che la pena di morte non venga comminata
Tutte queste problematiche erano va bene conoscenza dei decisori politici internazionali quando si è deciso di fare giudicare Adamo sei
Da al tribunale speciale ma interno iracheno e certamente c'è una incongruenza rispetto all'evoluzione del diritto penale internazionale contemporaneo né questo inevitabile
Ecco per tornare appunto a Q a questo se ho capito bene da da quanto ci ha spiegato precedentemente
C'è la possibilità per la comunità internazionale per altri governi di fare pressioni sul governo di Baghdad affinché non accetti o meglio non non dia il via libera all'esecuzione di un eventuale condanna capitale così
Diciamo che l'appiglio giuridico per un'azione politica cioè poiché si tratta a mio avviso questo esula dalle valutazioni squisitamente giuridiche ma attengono alla sfera della dell'opportunità politica ma anche della persuasione nei riguardi della comunità internazionale che non è solo degli Stati ma anche della società civile che con un'azione del genere non si intende
Scusare
O indirettamente non dico approvare ma quantomeno chiudere un occhio nei riguardi degli orrendi crimini di cui Saddam Hussein responsabile si tratta di dare coerenza nell'azione di politica estera a una
Formazione della nostra civiltà giuridica che non ammette
La pena di morte ma sicuramente ammette pene severe e la Corte penale internazionale del suo Statuto che anche così configurato grazie all'azione del governo italiano oltre che di numerose
Organizzazioni non governative prima tra queste
Notissimi la Loggia dette all'articolo settantasette esclude la pena di morte prevede la reclusione a un massimo di trent'anni con l'eccezione per i crimini particolarmente gravi e odiosi all'articolo ottanta questa clausola di salvaguardia sì perché dell'ordine
L'ergastolo
E direi che c'è una piena coerente sta di politica giudiziaria internazionale c'è questo spazio ma sicuramente non è con questo che si intende perdonare i crimini orrendi commessi dal regime di Saddam Hussein stata mosse
Certo lei però ha parlato di nostra civiltà giuridica nel mondo arabo-musulmano sembra prevalere un civiltà quasi della vendetta che poco si addice alla alla democrazia le democrazie
Liberali quanto meno nell'ambito di un processo di riconciliazione a suo avviso una
Condanna a morte l'esecuzione capitale di Saddam non sei in quali quali rischi comporta
Ma
Sicuramente
Ieri si conclude con questo atteggiamento
Così assolutamente
Vendicativo
Una possibilità di riconciliazione mi domando quali possano essere i margini di riconciliazione ma nostrane fare questa valutazione sono è una situazione difficile i margini sono molto discreti ma con questa azione
Si chiuderebbe sicuramente la porta
Pare due cose vorrei dire a questo proposito di carattere generale effettivamente si parla di una impostazione della cultura giuridica nostra
Che si può realizzare attraverso un'azione
Sicuramente non impositiva
Di pressione rispettosa dei valori giuridici e sociali diversi dai nostri tenendo peraltro conto che in assemblea generale con difficoltà organo che rappresenta la comunità internazionale nel suo insieme e le diverse culture
Giuridiche che compongono la stessa comunità
è emersa una tendenza
A maggioranza contro la pena di morte quindi questo diciamo è una una indicazione di rispetto e di sicura democrazia internazionale
C'è poi un altro discorso che la compatibilità tra l'esercizio della giurisdizione penale per questo tipo di crimini così gravi e i processi politici di riconciliazione nazionale
Se noi guardiamo a soluzione assolutamente incoraggiante per noi quando si pensava dopo la passaggio
Dal regime dei appartente in Sudafrica che ci sarebbe stato un bagno di sangue
Si è invece verificato una ricostruzione istituzionale verso il nuovo attraverso questo meccanismo cosiddetto di verità e e riconciliazione
Che in larga misura a compresso il funzionamento della giurisdizione penale in quel Paese
Tra i nemici della Corte penale internazionale viene fatto valere l'argomento della incompatibilità tra l'esercizio della giurisdizione penale secondo questo nuovo Statuto e i processi di riconciliazione
Richiamo l'attenzione su un recentissimo lavoro un bel libro scritto dal nostro ambasciatore a Teheran ambasciatore Roberto Toscano la violenza le regole
Nel quale discute di questa compatibilità in termini sicuramente incoraggianti per l'esercito e la giustizia penale ora se i detrattori della Corte penale internazionale
Avvalorano l'importanza di giungere la riconciliazione nazionale comprimendo la l'esercizio della giurisdizione
Penale teniamo conto che nel caso iracheno se si dovesse applicare la giurisdizione internazionale penale si arriverebbe a una soluzione in qualche misura quasi dire conciliativa perché si escluderebbe un atteggiamento giudiziale vendicativo come esercizio no
Bene noi la ringraziamo grazie al professor Attila Tanzi risentirci su Radio Radicale