Il ruolo dell'Italia in Medio Oriente

Buongiorno a tutti
Intanto mi scuso per questo cambio di sala in qualche modo anche di programma perché abbiamo dovuto anticipare questo incontro per motivi di forza maggiore
Un incontro peraltro dedicato a un tema che mi sembra cruciale centrale nel dibatto nel dibattito politico cioè il ruolo dell'Italia in Medioriente un ruolo che con tutte le vicende che voi conoscete la guerra tra Israele e Libano l'invio dei nostri soldati eccetera ha visto l'Italia protagonista di questa nuova fase mediorientale dopo questa guerra esplosa nel pieno cuore dell'estate
Degli ospiti che sono con me immagino li conosciate tutti abbiamo il Presidente della commissione esteri Lamberto Dini già Ministro degli esteri
Nonché primo ministro ma in questo ruolo nonché ex primo ministro ma in questo ruolo abbiamo ricordare diciamo così le sue precedenti esperienze di politica internazionale abbiamo Ugo Intini che vice ministro degli affari esteri con delega sul Medioriente
Gianni Vernetti che pure sottosegretario agli Esteri con altri ed è lì che che riguardano altre aree calde del molto come l'Afghanistan tanto per citare
E Italo Tanoni che è responsabile difesa della Margherita dovrebbe
Dovrebbe raggiungerci a Breve Khaled Fouad Allam
Che annunciato in arrivo quindi lo aspettiamo a minuti e con lui anche Sergio Mattarella parlamentare dell'Ulivo e parlamentare solo che sono entrambi parlamentari dell'Ulivo
Ed ex ministro della difesa io darei la parola per una breve introduzione a Italo Tanoni che ci illustra il programma della Margherita
Sul tema sul sul Medioriente
Desidero innanzitutto ringraziare a nome della Margherita
Gli illustri ospiti che hanno accettato di intervenire a questo nostro incontro che affronta un delicato e attualissimo problema
Il ruolo dell'Italia in Medioriente
Il Mediterraneo come è noto attraversato storicamente la focolai di guerra e tensioni persistenti che ovviamente per la nostra posizione strategica hanno in diverso modo influenzato la nostra politica estera
Sappiamo anche purtroppo che dal dodici luglio
La già incandescente crisi mediorientale
è stata sfociato in uno scontro militare ai confini tra vanno e il tra riportando l'intera area ai momenti più bui della sua storia
In un quadro internazionale così difficile grazie ha deciso decise l'intervento dell'ONU si è riusciti a stabilire una tregua tra le parti
La risoluzione mille settecentouno adottata all'undici agosto dal Consiglio di sicurezza dell'ONU ha infatti stabilito
Che la forza internazionale UNIFIL
Dovrà assistere il governo libanese nel fare rispettare il cessate il fuoco in atto
Nelle riguadagnare la piena sovranità su tutto il proprio territorio
E nel permettere un valido aiuto alle popolazioni civili del sud del Libano
Duramente colpite da oltre un mese di guerra
L'Italia in ossequio alla risoluzione ONU ha deciso di impegnarsi attivamente per mantenere la pace in Medio Oriente
Stabilendo l'invio di un consistente contingente militare
E assumendo direttamente assieme alla Francia la responsabilità di comando della forza internazionale UNIFIL
Che già dal prossimo marzo sarà guidata dal nostro Paese
Ritengo che la risoluzione mille settecentouno abbia segnato la fine della cessione unilaterale della politica internazionale
Che nel corso di questi anni ha mostrato tutti i suoi limiti
Culminati nel fallimentare intervento in Iraq che ha visto purtroppo anche la partecipazione del nostro Paese
L'Europa anche grazie all'impulso italiano sta facendo sentire nuovamente la propria voce
Il nostro Paese è tornato ad essere protagonista nella politica internazionale dopo un quinquennio opaco che ha visto l'Italia schiacciata supposizioni ben determinate
Il ruolo dell'Italia così come puntualmente riconosciuto dal vicesegretario dall'ONU Mallock Brown e dal vice premier israeliano Shimon Peres è stato fin dall'inizio decisivo e fondamentale
Ai fini dell'applicazione della risoluzione mille settecentouno soprattutto in quelle ore in cui gli altri partner europei vacillava hanno frenati da pur legittime e comprensibili esitazioni
Abbiamo evitato così una situazione di stallo che avrebbe compromesso ritrae i fragili equilibri fino a quel punto faticosamente raggiunti
Pur sapendo che la missione di pace in Libano è impegnativa ed altamente rischiosa
Così come lo sono tutti gli interventi militari
Il rischio di una nuova escalation di violenze che avrebbe portato ad un drammatico allargamento del conflitto ha sollecitato un intervento rapido ed efficace dell'Europa e la comunità internazionale
L'Italia ha risposto alle richieste dell'ONU con coraggio ed alto senso di responsabilità
Consapevole come dice giustamente il ministro Parisi che la missione sarà lunga difficile e costosa
Anche in quest'ottica il nostro governo così come il nostro alleato francese hanno richiesto regole d'ingaggio chiare che da un lato specifica sarò la natura dell'intervento la forza armata in Libano
E dall'altro garantissero per quanto più possibile la sicurezza dei nostri soldati impegnati sul campo
Bene ha fatto il presidente Prodi ad esigere a regole di ingaggio precise robuste ed è inequivocabili
L'auspicio è che la missione in Libano che vede finalmente l'Europa forte e coesa sulla politica internazionale e l'ONU
Finalmente protagonista sullo scenario mondiale
Potrà inoltre ridare speranza al difficile processo di pace tra Israele e Palestina
Questioni risolta da decenni che pesa sulla coscienza di ognuno e dalla cui risoluzione dipende gran parte della stabilità futura di quell'area
Sappiamo anche che il buon esito della missione UNIFIL due aprirebbe scenari fino a poco tempo fa difficilmente ipotizzabili per la soluzione della questione mediorientale
Ritengo pertanto che la missione di pace nella quale siamo oggi impegnati rappresenti solo il primo passo verso una politica internazionale di largo respiro
In grado di rilanciare le relazioni diplomatiche e la collaborazione tra gli Stati del Mediterraneo orientale
Con questo obiettivo la politica e la diplomazia dovranno continuare il loro incessante lavoro
Concordo con chi crede che le truppe possono servire a preservare
Quello che solo la politica ha precedentemente realizzato questo significa ridare voce alla politica
Vuol dire percorrere ogni via di sviluppo
Per il dialogo senza rinunciare a nulla ascoltare comporre le divergenze anche le più aspre
Consapevoli della vanità di ogni sforzo militare senza una strategia politica tesa a comprendere le realtà in campo
L'Italia si è posta come interlocutore credibile ed autorevole nei confronti di quei paesi dell'aria mediorientale
Che primi fra tutti i Libano e Israele
Hanno in più occasioni Espresso la loro fiducia nei confronti del nostro Paese
Non dimentichiamoci che la nostra azione politica
Che stanno dando avanti senza soste in queste ore
Potrà essere espressa con ancora più forza e vigore da gennaio
Quando infatti l'Italia avrà l'onore e la responsabilità
Di occupare un seggio al Consiglio di Sicurezza dello
Siamo dunque impegnati nel processo di pacificazione dell'intera area
Senza forzature in virtù di una volontà chiara
E condivisa così come è emerso dal pressoché unanime voto favorevole nelle competenti commissioni esteri e difesa
Questo
Il contributo che a mio avviso l'Italia ha il dovere di dare per il rafforzamento ed il potenziamento della giovane fragile democrazia libanese e per salvaguardare la più volte minacciata integrità territoriale di Israele
La Margherita
Loda l'impegno con cui il nostro governo e le competenti commissioni parlamentari
Autorevolmente guidate dal presidente Dini e dall'onorevole Ranieri stanno affrontando la difficile situazione mediorientale
Assumendone il peso politico unitamente al senso di responsabilità
Con cui anche l'opposizione sta sostenendo tale nostra difficile ma doverosa decisione grazie
Grazie all'onorevole Tanoni io avendo non molto tempo a disposizione procederà iper domande con delle risposte brevi ma non telegrafiche
Nel senso che non abbiamo tempi televisivi comunque grazie a Dio e quindi il tempo che serve ovviamente per articolare un ragionamento compiuto
Entrerei subito con il presidente Dini nel cuore
Di questo dibattito che si chiama non a caso il ruolo dell'Italia nel Medioriente con una domanda precisa
C'è un leader dell'opposizione Pier Ferdinando Casini che a più riprese negli ultimi giorni ha sostenuto che c'è una sostanziale continuità nella politica estera italiana verso il Medioriente una una continuità che io francamente non vedo ma questa comunque è la posizione del centrodestra di sostenere che anche quello che Successo in questo mese con l'iniziativa diplomatica italiana che ha portato alla risoluzione mille settecentouno segna una sostanziale continuità altri osservatori sostengono che la nostra politica estera con il governo Prodi e con il ministro degli esteri D'Alema annoda le fila con le radici storiche della nostra politica estera di vicinanza
Con il mondo arabo presidente lei è stato ministro degli esteri ed è stato premier forse la persona indicata per trattarci questo excursus per dirci se c'è continuità o discontinuità e dov'è la discontinuità nel caso
Sequestro sì
Ma noi abbiamo molto rispetto per l'onorevole Casini che in fondo rappresenta un partito che non è lontano specialmente da noi da noi della Margherita
Ma credo che sia una rivendicazione non giusta non dico falsa quel di parlare di continuità perché
Il governo Berlusconi ha inviato le truppe italiane
A seguito di un'azione unilaterale del governo americano in Iraq
Ho
Esattamente prima che ci fosse un mandato ONU
Oggi la situazione è diversa noi riconoscendo
L'importanza centrale per la nostra stessa sicurezza
Della pace e della stabilità nel Medio Oriente
Rispondiamo
A un vantato delle Nazioni Unite e siamo passati quindi da unite al realismo appoggiato dal governo Berlusconi
E quindi anche dal partito del no nove Casini a una ripresa di un'azione multilaterale internazionali
Noi crediamo a questo multilateralismo e siamo presenti come protagonisti oggi sulla scena libanese con i nostri soldati a quale ai quali va tutto il nostro sostegno
E nostro apporto la nostra ammirazione per loro sul tavolo che devono fare pericoloso una missione pericolosa
Ma come dico perché l'Italia non può non essere protagonista che nella zona mediorientale dove si fondono veramente i nostri interessi e abbiamo un interesse un grande interesse a che prevalga
Pace e stabilità in quell'area per la nostra stessa sicurezza quindi la discontinuità nasce dal fatto che un sostegno a unilaterale a una politica Ambra sono una politica delle pacche sulle spalle del Presidente Berlusconi a una politica invece in cui agiamo in un contesto multilaterale non a caso il governo italiano ha chiesto una riunione dell'unione europea
Prima di decidere quindi anche per non incoraggiare l'Unione europea a un dare un contributo visto che l'Inghilterra e gli Stati Uniti sono nel pantano il iracheno di dare un contributo europeo a riportare stabilità in particolare nel Libano in questo momento dove c'era veramente il rischio di un dell'espandersi di un conflitto dalle dimensioni conseguenze imprevedibili quindi l'Italia si porta di nuovo protagonista ma nell'ambito di un'azione multilaterale
Su mandato ONU i nostri soldati avranno il berretto blu delle forze delle Nazioni Unite quindi c'è discontinuità
E c'è anche credo un forte impulso che non abbiamo visto
Negli anni precedenti sia perché questo il governo Berlusconi era molto euroscettico
Sembra che non Avesa masse molto l'Europa quindi se non l'amicizia con il presidente Bush Ovo oppure l'amicizia con
Il primo ministro il primo ministro britannico
Ma a parte questo
Credo che siamo di fronte una nuova politica verso una nuova fase come ha detto anche Tanoni
Della politica estera italiana colite l'Italia ferma fortemente impegnata nell'area dove ha maggiori responsabilità ed Erietti interessi perché prevalga la pace e la stabilità
Grazie presidente
Salutiamo nel frattempo l'onorevole Mattarella che c'era raggiunto al tavolo
E a Ugo Intini invece vorrei chiedere appunto
L'altra parte della domanda che avevo fatto al presidente Dini e cioè lei vede una soluzione di continuità con questa politica ma soprattutto vede io li hanno darsi di una politica che il presidente con Berlusconi passo presidente Craxi era in qualche modo accusato di fare cioè di maggiore vicinanza al mondo arabo in fondo la posizione di D'Alema è stata fortemente criticata soprattutto a destra per lo squilibrio che avrebbe in questo momento la posizione nostra nei confronti e di a favore del mondo arabo lei condivide questa analisi oppure no
Io vedo una continuità
Della politica del governo attuale nome con la politica del governo Craxi ma con decenni di politica estera italiana perché per decenni la politica estera italiana guidata dai socialisti e dai democristiani
Ha sempre seguito
La stessa traccia e ha sempre seguito l'interesse nazionale
Concentrandosi su due punti
Primo punto
Noi abbiamo sempre visto per decenni due pilastri della politica estera italiana che si tengono tra di loro
L'Alleanza atlantica con gli Stati Uniti e l'unità politica dell'Europa
Si tengono tra di voi due pilastri perché è un'alleanza paritaria con gli Stati Uniti e quindi utile e possibile solo da parte di un una Europa unità ciascun singolo Paese europeo da solo non pesa quanto basta per avere un'alleanza paritaria con gli Stati Uniti
Questo è il primo pilastro
Beh
Il primo punto il governo Berlusconi è venuto meno a questo punto perché come osservava priva Dini è stato piuttosto portato un rapporto preferenziale con gli Stati Uniti a piuttosto dimenticato l'unità politica dell'Europa
Non si tratta di essere per un'Europa unita allo scopo di metterla contro gli Stati Uniti no allo scopo di fame un alleato utile per gli Stati Uniti un alleato paritario
In Iraq per la prima volta nella nostra storia noi siamo stati fuori da questo contesto in modo anche simbolico in Iraq a noi stavamo senza il cuore dell'Europa senza i padri fondatori dell'Europa cioè senza la Francia la Germania e questo non si era mai visto da parte dell'Italia
D'altronde
Che la Gran Bretagna avesse abbia una posizione diversa sta nella storia stai un fattore genetico Churchill diceva che la sull'antico e più stretto dalla manica per alcuni versi in parte è ancora così questo il primo punto
Il secondo punto
Su cui c'è stato una continuità per decenni della politica estera italiana democristiana e socialista e il rapporto di amicizia e di lealtà sia nei confronti di Israele che nei confronti del mondo arabo
Noi abbiamo sempre pensato che la sicurezza di Israele e uno Stato palestinese
Guidato responsabilmente non siano due
Elementi in contrasto tra di loro no siano due facce della stessa medaglia causa ed effetto l'uno dell'altro non c'è sicurezza di Israele senza uno Stato palestinese non c'è uno Stato palestinese senza sicurezza di Israele
E il governo Berlusconi
Spinto a appoggiare sempre al cento per cento le posizioni dall'Amministrazione americana è sembrato a tratti essere più attratto dare ragione d'Israele che era quello il mondo arabo mentre invece noi abbiamo sempre soppesato bene le ragioni degli uni la Regione degli altri quindi in un certo senso ne siamo tornati alla tradizionale politica estera italiana che non per niente è stato tradizionale perché è stato ha sempre nell'interesse nazionale dell'Italia
Grazie infine
La domanda per Vernetti invece questa
Una delle cose che D'Alema ha lasciato intendere anche se volete con la tanto discussa e tanto criticata passeggiata nei quartieri di Beirut sud a braccetto con un deputato di Hezbollah
è che con rappresentanti democraticamente eletti del popolo ci possono non piacere ma dobbiamo comunque dialogare
Lo ha detto per Hezbollah che è un che è un partito dalla doppia faccia da una parte rappresenta una forza politica che che sta nel Parlamento e persino nel governo di Fuat signora e dall'altra lo diceva anche per Hamas che a gennaio e ha vinto le elezioni palestinesi
E quindi quando si vincono le elezioni anche se si ha un programma politico come quello di Hamas che prevede nello Statuto la distruzione dello Stato d'Israele
è giusto dialogare con queste forze oppure no
Si sente ma e io ti ringrazio per questa domanda molto netta molto molto chiara
Io penso che l'undici settembre del due mila uno e di cui celebriamo tra pochissime tra quarantotto ore il quinto anniversario
Abbia veramente cambiato il mondo cioè non si è trattato di un evento terribile luttuoso di un attentato gravissimo di un grave episodio di terrorismo
Ma si è trattato di un momento di fortissime esasperazione violenta di un tentativo di portarci uno scontro di civiltà che noi stiamo cercando fortemente diventare ma e quell'attentato puri settembre due mila uno fa parte di un disegno che è un disegno che persegue un settore per fortuna ma qua Khaled Fouad Allam ci potrà raccontare
Ancora fortemente minoritario nell'Islam mondiale fortemente minoritario nell'esagono interruzione citato Khaled Fouad Allam e mi sono dimenticato di salutare
Comparso pure dove e a questo punto la formazione altra completo scusa sono interrotte e un disegno che oggi è io ritengo ancora fortemente minoritario nell'Islam non mondiali di scontro di conflitto
Allora io ritengo che organizzazioni come Hamas ed Hezbollah sonorizzazioni terroristica organizzazioni che perseguono un disegno criminale nello statuto di Hamas
Previsto tra gli scopi dell'associazione la distruzione dello Stato d'Israele
Hezbollah e un partito che ha impedito al libero di diventare un Paese sovrano
Perché è pur vero che ha partecipato alla competizione elettorale ottenendo anche risultati significativi
Ma è anche un'organizzazione terroristica criminale che ha occupato militarmente il venti per cento del territorio libanese che ha accomunato quattordici mila missili terra-aria di provenienza siriani iraniani e quindi ha rappresentato un elemento di fortissima instabilità
Allora io credo che quando la comunità internazionale dice lidi dice noi dialoghi eremo con Hamas e anzi io vi dico qualcosa di più io spererei un giorno non lontano
Chiamasse si decidesse a riconosce lo stato di Serena rinunciarono al terrorismo come strumento di lotta politica fare un governo di unità nazionale insieme ad Abu Mazen questo è l'obiettivo che noi dobbiamo perseguire con la pressione internazionale con la politica è certo anche evitando errori grossolani del passato ne citava qualcuno Dini gli errori dell'amministrazione Bush che in alcuni casi hanno esasperato atteggiamenti e modalità e quindi io ritengo che con Hamas ed Hezbollah la comunità internazionale non deve mostrarsi divisa deve dimostrarsi ferme
E mi pare che anche il successo dell'Italia e di queste settimane e anche col nuovo coinvolgimento delle Nazioni Unite sia passato per una capacità di essere da un lato termine gli obiettivi fermi negli obiettivi perché la risoluzione mille settecentouno a me pare chiarissima nei suoi interni mente che ha l'obiettivo di disarmare Hezbollah difendere le frontiere di un di uno stato legittimo e democratico cioè lo Stato di Israele
Restituire la sovranità Libano restituire la sovranità una democrazia che una giovane democrazia in gran in grande difficoltà pone e chiede la fine dei chiede l'embargo e la fine del trasferimento di armi dalla Siria
Dalla Siria verso il il partito l'organizzazione terroristica Bertola quindi la mia risposta è questa oggi
Io ritengo che non si possa dialogare con organizzazioni terroristiche che hanno scelto che ritengono lo strumento del terrorismo come lo strumento principale della loro azione politica
E questo nulla vuol dire che però noi non dobbiamo creare le condizioni per una una svolta oggettiva nulla vuol dire questo qui quindi quindi era questo punto di vista penso che ciò che l'Italia sta facendo in questa fase c'è tentando come dire il portare nei consessi del multilateralismo l'azione politica e quindi un nuovo ruolo delle Nazioni Unite
Il protagonismo della NATO in Afghanistan poi potremmo anche tornare e questa è la strada positiva questa è la novità
E tra l'altro scusate una battuta serve anche all'America perché l'America si è resa conto che da solo non può aggiustare il mondo ce n'è bisogno
Io condivido con Ugo noi siamo europeisti e atlantista non siamo solo l'una o l'altra cosa perché riteniamo che queste due modalità del nostro agire politico internazionale siano la chiave del nostro successo quindi la mia risposta è questa noi non possiamo dialogare direttamente con questa organizzazione finché queste non scelga la strada del dialogo lastra della democrazia la strada del confronto io ritengo per esempio
Che noi dovremmo affiancare e qui concludo all'ormai famosa formula due popoli e due Stati perché noi siamo profondamente convinti che i palestinesi hanno diritto a un proprio Stato un proprio luogo
Riconosciuto dalla comunità internazionale o potere vivere e svilupparsi civilmente ma io dico anche due popoli due Stati e due democrazie e la democrazia
è fatta di regole e fatte restato di diritto è un'organizzazione terroristica non può partecipare a una a una competizione democratica e quindi io ritengo che in questa prospettiva dobbiamo lavorare e fare in modo quindi e quindi come dire lavorare con quelle forme da un atto di pressione forte e di risolutezza ma dall'altro anche di di creare condizioni favorevoli per il diario io penso che interessa nel popolo palestinese che Hamas diventa un'organizzazione democratica e intere e nel loro interesse innanzi tutto
E quindi io penso che noi dovremo continuare con tenacia lavorare in questa direzione
E del resto se vogliamo i tentativi di questo governo di coalizione nazionale tra fatta e da Massa pur nelle mille difficoltà che stanno in sorgendo in questi giorni sono una delle possibile la reali che Abu Mazen ha messo sul terreno per integrare l'intervento di Vernetti fosse molti di voi avranno probabilmente visto i telegiornali dell'una che davano conto
Di come il Presidente del Consiglio Romano Prodi ha annunciato oggi che la Siria accettato di osservatori al confine quindi anche questo è un fattore positivo che induce a ben sperare per l'esito di questa missione io volevo coinvolge l'onorevole Mattarella che è stato anche ministro della difesa
Perché via disse in tutta questa questione libanese noi forse non abbiamo fatto tutti un po'finta noi come comunità internazionale noi anche come Governo italiano abbiamo fatto finta che ci fosse un governo pienamente democratico che fosse sovrano sul suo territorio abbiamo fatto finta che il tentativo di Fouad Siniora fosse è un tentativo che aveva lei ha raggiunto il suo corso Coppo abbiamo fatto finta di aver di vedere la Rivoluzione dei Cedri come una rivoluzione compiuta quando poi in realtà abbiamo forse taciuto il fatto che subito dopo che sono scesi in piazza gli studenti che chiedevano la democrazia sono andati in piazza e con il numero doppio di persone di Hezbollah che invece temevano
Il Paese nella condizione che abbiamo visto cioè con una grande fetta del territorio che sfuggiva a questa sovranità nazionale
Non è forse spesso questo fare finta che ci porta poi a delle situazioni di fatto come la guerra che abbiamo visto e forse da qui al futuro sarebbe meglio fare meno finta
Passi diciamo più crudamente che la comunità internazionale ha abbandonato il libero per molto tempo
E dopo la rivoluzione dei centri
Ha fatto finta voleva come la cometa internazionale che libero fosse tornato ad essere quello che era una volta
Io chi vuole integrare quanto già Vernetti non glielo con Obiettivo due democrazie abbia ultimo tre democrazia ridicola del Libano e un'antica democrazia che da anni non funziona più
E ha indotto un paese che era un esempio di convivenza di culture e religioni una democrazia consolidata ad essere quello che poi è diventato uno Stato socialmente non sarà lei assistente
Ora la missione in Libano a esattamente questo obiettivo
E la mille settecentouno alla risoluzione del azioniste a questo obiettivo ripristinare una condizione senza isolare però il libero dal contesto
Che vuole dire
Noi non possiamo considerare che la missione che blocca la le ostilità tra Israele e libanesi sia risolutiva se non c'è contemporaneamente un'azione vigorosa per quanto riguarda i palestinesi
E vorrei permetterebbe di esortare tutti quanti come sarebbe necessario per la verità sempre
A
Non ha vere atteggiamenti a tifoseria
Noi siamo parimenti amici di tutti
Come nell'attrezzo del lunga che ha ricordato Intini poc'anzi della politica estera italiana perché non abbiamo mai fatto il tifo per nessuno in particolare sapendo anche distinguere torti e ragioni ciascuno
Ora sappiamo bene che bolla in una spunta
Così boicotta con il rapimento dei due militari israeliani al confine con il Libano a boicottato il il sente il percorso che il libro sta portando un dialogo con plessi opera un organo con Israele tutti di Varese insieme
E Piovene che c'è chi tra i palestinesi
Vuole ostacolare il cattivo e Abu Mazen e dello stesso Omar stipati consentiti Hamas di una governo unitario di nuovo accordo palestinese fondello con Israele
Ma sappiamo bene che anche di Salemi sono rigidità la recente dei sono di Olmert di fare altri segreti George in Cisgiordania in questo momento e e come dire sale sulle ferite
E una una decisione che contrasta Uto quello che sta cercando di fare in questo momento ora il problema nostro e capire su tutti in tutte le parti per la fronte delicato chi è che lavora per il dialogo chi è che lavora per lo scontro e avere contatto rendere interlocutori è ascoltare aiutare quelli che lavoro per il dialogo sapendo che dovunque
Vi sono persone ambienti e movimenti e lavoro per il dialogo e dovunque sono quelli che lavoro per lo scontro
In questo si colloca la nostra missione
Nello troppo opportunamente ricordato adesso che Prodi annunziato che la Siria e devo anche questo un fu insuccesso risultato quella contributo il colore italiano con la sua politica poi quell'effettivo di tre settimane
E ieri mese le si israeliano a storna ripetuto quanto qui a Roma ha detto il vice premier Peres senza il Governo italiano la risoluzione dell'ONU sarebbe rimasta lettera morta
Senza il dinamismo l'attività all'impegno la determinazione dove italiano non vi sarebbe stata remissione in libertà
Ora io concludo volendo integrare se mi consente nella considerazione sulla continuità o discontinuità a questo riguardo
Che sottoscrivo quanto detto Intini queste scelte di oggi sono in continuità con la tradizionale politica estera italiana
Ma in questi giorni se ne è parlato dopo che Fini ha chiesto in parla alla Camera di riconoscere che in fondo al viso nera del Libano e come quelle in Iraq e quindi è una ragione loro bene non va ricordato che tra le tante differenze ce n'è una fondamentale tra la missione in Libano è quella irachena
I Paesi che vanno in Libano partecipando a UNIFIL Italia e tutti gli altri sono tutti paesi terzi che sono stati estranee al conflitto che si è voluto bloccare
L'Italia va in Libano perché invitata all'ONU ma anche perché sollecitata direttamente dal due parti in conflitto israeliani e palestinesi
Pisani e libanesi
In Iraq siamo andati dopo la guerra ma siamo andati accanto agli eserciti che avevano fatto la guerra al fianco di una delle parti in conflitto e una differenza radicale di fondo che rende assolutamente in assimilabile questa missione a quelli da Chiesa
Qui andiamo come terzi parti terze
Chiamate da entrambe le parti in conflitto estranee alle parti in conflitto Iraq siamo andati al fianco di quelli che hanno fatto la guerra era occupato l'Iraq e c'è una bella differenza quindi è inverosimile dire che noi pensare che noi oggi possiamo rivedere il nostro giudizio sulla missione irachena che tra l'altro ha contribuito fortemente a questo riesplodere intenzione del Medioriente complessiva
Grazie
Peraltro opportunamente mi ricordava il presidente Dini che mentre interveniva Mattarella che noi siamo andati in Iraq e non è vero come si sente a qualche telegiornale a me è capitato ancora di sentirlo l'altra sera in seguito un mandato dell'ONU ma in realtà il pronunciamento del Parlamento italiano e dell'aprile del due mila e tre e la risoluzione dell'Onu che autorizza la missione in Iraq e dell'ottobre del due mila e tre quindi non siamo andati nella famosa coalizione dei volenterosi
Accanto a coloro che avevano fatto la guerra cercando disperatamente una legittimazione dell'ONU che poi sarebbe arrivata a posteriori
Questo per l'esattezza della cronaca mi stupisce che spesso ancora anche negli ultimi giorni te le vari telegiornali si sente dire che in fondo in Iraq siamo andati sulla bastone sul serio caso che è una palese Bugia che è smentita proprio dalla cronologia dei fatti
Io volevo coinvolgeva adesso Khaled Fouad Allam su una questione si è parlato tanto in Italia del della della risoluzione mille settecentouno ma soprattutto del fatto se preveda o meno di disarmare Hezbollah se fatta dell'esegesi sulle parole eccetera ma io al di là della del dell'esegesi sulle parole volevo chiederti
è possibile disarmarlo e qual è oggi la popolarità di Hezbollah non solo all'interno del Libano ma nel mondo arabo più in generale
Ma se avesse la soluzione del problema non sarei certamente i cui però se Perrone così in realtà sono sono complesse sono veramente complesse sia per la struttura di France molla
Che il Partito di Dio ha scelto in arabo vuol dire partito all'addio partito di Dio sia anche perché in realtà ci sono stati dei dissensi all'interno James Pohl di tutti a piede perché Pina Futbola bisogna capire che così lo sciismo e lo sciismo politico
Residente in realtà nel funzionamento di questo partito primizia movimento
Non so come chiamarlo ci sono due livelli di funzionamento delle autorità tra più punto bisogna dire che una strana non è assolutamente un'autorità religiosa ma sarà un'attualità politica c'è oggi domani forse non ci sarà più ci sarà un altro
Però il livello propriamente di autorità più complicata e più funzionale alla struttura di alla sbarra
E il fatto che nell'alta
Esiste nel non è che voglio fare un corso di di di storie lo scisma nel funzionamento dell'autorità anche politica dello sciismo
Esiste l'abrogazione comunità scelta e autorità religiosa
Però nello sciismo l'autorità religiosa vale a dire che una comunità deve sempre seguire il magistero di un Ayatollah ma non è detto che questo magistero tra gli otto razzia nel territorio in cui c'è questa comunità il problema esche
Il magister il magistero che seguono esporla non è libanese ed è per questo che alcuni anni fa ci fu un enorme dissenso all'interno di folla perché loro Ayatollah farla la che era all'autorità si chiama la marcia a marcia vuol dire l'autorità con il quale cioè che esiste il PC Poggi imiti deve imitabili tracce la comunità dove imitare dove seguire le direttive ecologica svolazzi e la marcia di bolla
E non si trova in Libano
Sito a indicare e l'autorità e l'Ayatollah Khamenei questo il problema RAI e complicata per negoziare credo che si sia ricollega al negoziato sottotono italiani potranno arrivare a questo
Predire che negoziare sarà una cosa molto lunga molto complessa molto faticosa magico non impossibile significa lavora e su un doppio binario sia sul vino libanese e se ovviamente sul livello iraniano
Cioè nella complessità della situazione mediorientale paradossalmente lassù lezioni era che una e in Iran che gli americani lo sanno benissimo e la soluzione libanese si trova anche in Iran
Tutte e complicato perché accusa stiamo assistendo
Oggi all'emergere per la somma una volta che la storia del mondo musulmano di una nuova potenza regionale questa potenza regionale e tirando sì sì Salieri leggiamo i testi
Siamo se questo tentativo di creare una specie di pacifismo
Ecco che farà una specie di di cintura ecco che circonderà il Medioriente le cancellerie arabe sono sarete preoccupati queste perché Siro scesi nel maggioritario in Iraq in Iran
Tenta di essere ma nel maggioritario anche Libano correggerà giri qualcosa che l'ultimo censimento
Della popolazione libanese risale al mille novecentotrentasette non si è più fatto un censimento un po'più perché c'è la paura di fare emergere attraverso il gioco dei numeri delle della statistica e statistiche
Ecco le fatture comunitari e gli esperti sanno benissimo da anni e anni trasparente mentre si teme che gli Sciti siano molti di più di quelli che sono denunciati che quindi la possibile democrazia libanese si esce questo
Ma parti pende poggia è ovvio che comunque le cifre non sono Tito per lo sappiamo benissimo che l'esercito libanese ecco e si assiste a una specie di citazione non tanto per ideologia ma soprattutto perché strutturalmente sociologicamente parlando
Lo sciismo libanesi si sente spesso Espresso e ha sempre definito e con le popolazioni meno agiati le popolazioni più povere allora andare nell'esercito come nel strutture impiegatizio e lo Stato per loro era un mezzo da loro Sassa Saxa salvezza ci sono questi dati e gli iraniani sanno benissimo ecco che le cifre giocano per loro e la situazione è complicata internazionale gioca per gioca per loro per l'attenzione volano le molotov monolitico lo ricordo
Hezbollah non è monolitico ecco lo ricordo ci fu un enorme di Sensi quando un certo momento lo decide di abbandonare la marcia libanese per la la marcia iraniana che ha cambiato totalmente le le trote allora bisogna giocare ovviamente esatte gite a mente eccetera su queste fratture risolve conoscere molto bene dall'interno e lavorare o ovviamente sul piano il ragno poi c'è tutta la la citazione a mente del Medioriente Jones la mia visione questa perché un negoziato futuro non può essere che non potrà rese esserci soltanto che quando saremo capaci di convocare una conferenza internazionale sul disarmo de tutti e di tutte le milizie del Medioriente compreso Hamas questa è la condizione una provocazione compreso Israele
No ho detto le milizie altre no nel senso che non Genova Matteo no no no no è una domanda siccome ho letto che ora gelosissimo articoli Adriano Sofri su su la Repubblica che lanciava questa provocazione si diceva perché Israele non rinuncia alla bomba atomica in modo tale che non ci rinunci che che affinché diano l'esempio ma non è così delle relazioni internazionali ci relazioni internazionali non sono neppure strutture voti sono gli uomini
In momenti gliele e chi ha appassionata di negoziati Ugo Intini lo sa voglio di me anche l'ex presidente del Senato lo stesso ci sono le cose tra antirazionale tackle che subentrano in quello inique quel quell'ambito
E io credo che ovviamente si si si va verso una conferenza permanente per disarmo delle milizie del Medioriente è ovvio che Israele dove concede qualcosa sì fatta gradualità le cose non nascono così
Così attraverso una la decisione di un trattato che poi non sarà rispettato dopo due visiva via cioè in ad alta e su questo l'Italia secondo me a un a un ruolo importante data da fare in questo senso conferme dai francesi che hanno una in un certo senso un impatto molto più dirigistico ecco
Mette l'Italia a una un impatto molto più negoziabili ecco perché i terreni su un anarchico nel Medioriente ecco sull'Iran credo che su questo ecco mi sembra mi mi sembra che noi confortato potevamo spendere il nostro Capital simbolico
Ma posto potremo dare veramente un contributo
Posso Utility costruttivo a una situazione ti rimane comunque molto ma molto pericolosa però il tempo di riconoscendo abbastanza bene il terreno non non impossibile c'è il mondo arabo a dice ad esempio di tutti sarà ascoltato
Ascolta
Gli unici che momento sono ascoltate ascoltarlo in Europa e sono gli italiani
Coi tedeschi grazie galleria
No fai usate fresco da credo ma il tempo è volato diranno no io volevo e I am e ai completamente evaso inevasa una domanda che è stato fatto cioè Hezbollah oggi è più popolare o meno che allora logico dimenticato
Ma in in realtà e
Direi psicologicamente molto popolare perché nelle situazioni di catastrofe fax volare rappresenta comunque questa specie di orrore eroe negativo e dico sul quale tutti repulsione di del riscatto della storia sono evidenziato anche dei cristiani arabi hanno applaudito vorrà ecco sudorazione psicologiche psicologiche normale poi a livello di suturazione politica concreto
A livello di strutturazione di Gianni dinamica politica non credo ma nel momento in cui le bombe cadono questo solo è ovvio
Comunque che ci sono questi tipi di di di di questa reazione patriottica come l'ha definita i nostri firmatario compiute patria direi emotiva psicologica quali tutto questo ha da fare comunque una
Come si chiama dime spendono inverso spese ha parlato della della della democrazia cioè onorevole Mattarella onorevole Mattarella che comunque la questione fondamentale ecco di tutto il mondo islamico arabo cioè il ventunesimo secolo
Si apre con la grande questione della democrazia purtroppo gli americani danno a petto orrendo io
Tendo a spezzare in un certo senso positive vento il fatto che loro hanno posto la questione Manara non risolto malissimo perché non si potesse la democrazia non c'hanno delle bombe e questo mi sembra mi sembra ovvio però come nel novecento la grande questione per il mondo islamico è stato la costruzione dello Stato oggi da questo democrazia
E noi ne avremo per almeno la prima metà di questo secolo e l'addebito fare qualcosa anche nel minimo faremo ad esempio fra popoli associazione ecco di amicizia Italo afgana per il lo sviluppo del della perderemo case per aiutare siano stati periferici nell'estate per per quasi trentenni quarantenni perché non lo facciamo per il mondo arabo e per il mondo islamico abbiamo bisogno di aiuto dal più piccolo al più grande c'è la democrazia unico di una
Una una posizione ideologica ma si dove il corale all'interno di un terreno si deve strutturare nel tempo
Di questo abbiamo bisogno grazie ad azzeccare
Io vorrei che qualcuno gli organizzatori mi facesse un segno su quanto tempo ancora abbiamo disposizione visto che oggi è stato abbiamo cambiato un po'i nostri programmi abbiamo circa venti minuti non so se ce la facciamo a fare un giro completo ci troviamo ripartire dal presidente Dini
L'avete visto scuotere la testa nel momento in cui Mattarella ricordava la che il governo Olmert ha autorizzato la costruzione di nuove colonie in Cisgiordania siccome molti osservatori hanno ricordato anche in in in questa fase che il nodo cruciale è la questione palestinese soprattutto con uno di questi insediamenti e cioè male ad un il completamento di mare Adumim la grande colonia che sta nei dintorni di Gerusalemme sarà praticamente impossibile quando si arriverà a un tavolo negoziale dividere Gerusalemme in due che è uno degli obiettivi di tutti i piani di pace che sono stati formulati da Oslo in poi
E gli altri due nodi cruciali sono il ritorno dei profughi ai confini del sessantasette ecco ministro se questa questione centrale se dal novantatré si continuano a fare dei piani di pace che poi vengono disattesi
Qual è cosa può fare l'Italia per dare un impulso un piano di pace credibile e che finalmente sia applicato sul terreno
Io scuoteva la testa perché
L'iniziativa del primo ministro israeliano
Di aprire nuovi insediamenti sul territorio palestinese va assolutamente contro l'idea di stabilire un dialogo di riaprire una discussione sul futuro
Di Israele e della Palestina muovere verso la costituzione di due Stati esattamente è questo e gettare benzina sul fuoco poi come ci si può aspettare il cambiamento che vogliamo che Hamas Hamas c'è poco da fare
Hamas è una forza che ha utilizzato lo strumento democratico delle elezioni per essere legittimata e ora naturalmente come diceva Vernetti noi ci dobbiamo aspettare da una forza diciamo rivoluzionaria che poi terrorista o no
Che effettivamente i ci faccia questo passaggio un riconoscimento
Dell'esistenza di Israele e non della distruzione di Israele
Un accordo con Abu Hamas e quindi di creare insieme un governo che possa dialogare con Israele
Ma se Israele prende iniziative di questo genere io le considero il risultato di debolezza di questo governo non di forza di questo governo
è non dimentichiamo tuttavia che il Israele è diviso quanto l'Italia in due parti politicamente
Che ci siamo metà della popolazione che fuori Grande Israele la conquista completa della Palestina queste la metà degli israeliani quello che penso l'altra metà
Invece con Simonetta Heresh ed altri penso invece che dobbiamo trovare una soluzione verso due stati riconosciuti internazionalmente come si diceva
L'Italia lavorerà su questa seconda soluzione
O che il conflitto is nel Libano
Come sia sta sappiamo che sono gli Hezbollah che l'hanno provocato
Quindi passando la linea blu attaccando una pattuglia
Israeliana uccidendo alcuni soldati israeliani e prendano altre e quindi ma causato una reazione effettivamente sproporzionata rispetto al caso allora
Qui per fare la pace indurre la pace c'è bisogno che le parti
O per il no in quella direzione in questo momento certamente questo nome è stato fatto aprire nuove colonie ci allontaniamo
Io mi auguro che dalla missione europea nato in in Libano possa dare al di là del cessate il fuoco che possa indurrà l'apertura di un dialogo
E nel corso del tempo non subito pensare di aprire una grande conferenza internazionale per la risoluzione di tutti i conflitti quello deve essere l'obiettivo che non è però immediato noi dobbiamo lavorare in questo senso l'Italia da sola non può fare tutto ma come è stato detto anche dall'onorevole ma
Mattarella l'Italia è ben vista in Medio Oriente dall'una e dall'altra parte
I versetti la nostra missione
Se non è stata sollecitata ma certamente è stata accolta
La nostra presenza in Libano sia da parte di Israele come da parte da parte del Libano continueremo a lavorare in questo senso
Intini la la prima vittima della guerra in Libano è stato il piano di ritiro dalla Cisgiordania no che era che Olmert che era faceva parte della piattaforma elettorale su cui Olmert è stato eletto e su cui Kadima il partito fondato da Sharon a ha vinto le elezioni abbiamo dei segnali ambivalenti che ci arrivano dallo Stato di Israele mi sembra da una parte quelli che ricordava il presidente Dini che vanno nella direzione della chiusura dell'unilateralismo eccetera dall'altra per la prima volta però lo Stato d'Israele ha accettato che ci fossero dei caschi blu
Sul suo territorio al al ai suoi confini e che quindi la questione israeliana non fosse più solo degli israeliani ma una questione internazionale seconda cosa ed è l'altra parte de la domanda che volevo farle
Persino per piazza la proposta del nostro ministro degli esteri di D'Alema di mandare dei caschi blu anche a Gaza non è stata rifiutata a priori anche se ancora non è stata accettata c'è un grande dibattito
Israele circa l'eventualità di potere usare lo strumento dei caschi blu e quindi del coinvolgimento
Internazionale anche a a Gaza lei come legge queste questi due segnali che vanno in in un modo completamente opposto
La signora Livni ministro degli Esteri israeliano ci ha detto e la prima volta ricorda se è vero che l'opinione pubblica israeliana accetta una forza internazionale non delude tra la non dell'uretra
E ci ha anche detto che non lo si rendono conto perfettamente che la questione palestinese Wafa affrontata il più presto possibile perché lì sta il nodo però io vorrei fare brevemente una riflessione più generale su un argomento che affiora ormai dal nostro dibattito guardate
Ci vuole buonsenso vedere le cose
Con semplicità noi per decenni abbiamo combattuto contro il pericolo rosso e la rivoluzione rosso contro Mosca
Mettiamoci il cuore in pace per decenni dovremo combattere contro la rivoluzione verterà sotto la bandiera dell'Islam
E allora forse potremmo prendere l'esperienza della lotta contro la rivoluzione rossa compunto di riferimento per vedere come ci dobbiamo comportare
Primo
La crisi palestinese è sempre stata la madre di tutte le crisi con la scusa di tutti i risentimenti contro l'Occidente quando la rivoluzione rossa era di moda ha favorito l'ascesa al potere di dittatori vicini alla rivoluzione rossa e a Mosca Nasser Assad Saddam stesso beh
Lo stesso accade oggi alimenta questa questo bubbone palestinese della rivoluzione verde in tutto il mondo arabo questo lo dobbiamo saper
La vicenda libanese alimentato la rivoluzione verde oltre ogni limite con i bombardamenti e quant'altro
Noi abbiamo combattuto per decenni contro Mosca ma abbiamo sempre dialogato con Mosca perché abbiamo sempre avuto l'impressione saggia che i rapporti culturali ed economici dividono le classi dirigenti gliela dittatore
Fanno emergere la parte più moderata e non la peggiore quando parliamo di Run ricordiamoci di questi
Abbiamo contrastato
Per decenni Mosca ma mai abbiamo per Sasso a una guerra preventiva
Ci aveva pensato generale ma cartoon contro la Cina perché vedeva che la Cina si stava rubando cola cola tocca ma Truman ha cacciato ecco arrivato ai sennò perché non girare pubblicava come MacArthur ma la pensava diversamente
Abbiamo combattuto i terroristi rossi anche in Italia che si ricevono marxisti leninista in e però mai abbiamo pensato che tutti i marxisti leninista i fossero terroristi abbiamo saputo distinguere
E dobbiamo quindi vedere che Iraq non c'entra niente con l'altezza adesso che l'Iran non c'entra niente con Marchetti ad esempio
Non sapendo
Di Jesi e l'altro in ma io sto parlando dei grandi in questo momento ma come non non è così chiaro Bush a quanto pare dall'ultimo sul discorso abbiamo combattuto i terroristi rossi ma sempre abbiamo rispettato i principi della legalità e dello stato di diritto pregavano sempre saputo che se lo Stato si è imbarbarito scelse la democrazia si imbarbarito scene il terrorismo non si combatte meglio si combatte peggio gli Stati Uniti hanno sempre guidato la lotta contro il pericolo rosso ma l'hanno guidata cercando sempre soluzioni multilaterali il consenso degli alleati
Kissing temeva l'effetto domino
E quindi ha combattuto in Vietnam
C'era una logica in questo ma la logica nel combattere mirato non c'era perché qui l'effetto domino non c'entrava sarda Mussi vi era il nemico del fondamentalismo islamico e di fatti distrutto l'Iraq di Saddam Hussein
Il peso dell'Iran si è gonfiato a dismisura ed è per questo che l'Iran è diventato la potenza regionale come diceva che le
Infine e concludo su questo
L'Europa e gli Stati Uniti hanno combattuto insieme il pericolo rosso
Però hanno sempre saputo che la partita non si vinceva sul piano militare noi abbiamo vinto la guerra pluridecennale contro Mosca non perché abbiamo ha spiegato più mistico più carri armati ma perché avremmo creato più ricchezza e l'abbiamo distribuito meglio
Ecco
è difficile parlare del Medioriente senza immaginare che in realtà il Medioriente un territorio anche per l'impegno per della nostra politica più vasto di quello che non sia in realtà
L'Afghanistan geograficamente non si trova in Medioriente ma l'ha pure ci sono i nostri soldati e non è un caso se tutta la discussione sull'andare in Libano è stata legata alla possibilità o meno che noi permane si Mocci ritirassi mo'pure
Allargassimo addirittura come qualcuno voleva la nostra presenza in Afghanistan ieri c'è stato un attentato contro i nostri soldati in Afghanistan
Il sottosegretario Vernetti alla delega tra le altre cose anche per l'Afghanistan cosa dobbiamo fare in Afghanistan
Onorevole dobbiamo rimanere dobbiamo mandare delle truppe scelte dobbiamo allargare il nostro impegno anche nelle regioni più calde del sud dell'Afghanistan cosa ci chiede la comunità internazionale e cosa vogliamo fare noi
Io tanto sulle truppe scelte io credo che oggi la presenza militare in Afghanistan tra che Sergio Mattarella fatto ministro per della difesa può confermarla Jones una presenza militare di alta qualità
L'incursore della Marina che sono stati per l'appunto coinvolti in questo attentato che per fortuna non ha avuto vittime soltanto qualche ferito
E e neanche grave sono le cosiddette nostre forze speciali sono sono sono truppe d'élite corpi d'élite che rappresento se vogliamo le i gruppi più professionalizzati delle nostre esercito quindi a persone stiamo svolgendo un lavoro importantissimo
Io penso che noi non possiamo lasciare l'Afghanistan
L'Afghanistan e un un teatro di nel quale viene un conflitto ancora non risolto e dove quindi la forza multinazionale a guida NATO
E ancora impegnate in attività che potremmo definire di Pisa in forcing cioè di rafforzamento della pace quindi non non è soltanto di mantenimento non è una condizione ancora in spiaggia pacificata ma è un luogo nel quale si tenta di raggiungere la stabilizzazione e la pacificazione quindi con altri alcuni interi alcuni come dire modalità le regole d'ingaggio della missione di a ISAF della NATO son delle regole d'ingaggio ciò molto attive molto robuste molto molto con un'iniziativa diretti prevenzione e di repressione del fenomeno terroristico talebana
Dall'altro lato siamo lì con trentasei Paesi europei siamo lì in seguito ad una e più anzi o meglio più risoluzione delle Nazioni Unite
Siamo lì con la NATO
E quando si atterra l'aeroporto di Kabul si viene accolti da trentasei bandiere che son tutte le bandiere dell'Unione europea dei Paesi europei membri della NATO nonché anche dei nuovi paesi europei che hanno deciso di inviare di dare un significa significativo contributo
L'Italia ed impegnati in alcuni programmi di ricostruzioni fondamentale in
Corriamo il progetto giustizia abbiamo ingenti investimenti nel campo della ricostruzione Matra del Paese forniamo
Interventi importanti nel settore della sanità quindi io non credo che oggi ne possiamo permetterci il lusso di lasciare l'Afghanistan non può essere abbandonato
Perché lì è una missione militare e civile realizzate nel pieno contesto multilaterale certa c'è una presenza dei nostri alleati della NATO quindi americani britannici e canadesi somma è un po'tra i due opposti che che tu disegnati dirà capiamo l'atto è libero dall'altro un po'una via di mezzo ma una via di mezzo nel perché come dire
Sta pienamente dentro criteri di legalità internazionale quindi una forte mischia siamo lì dopo l'undici settembre con un mandato forti sono insolite eccetera io penso che oggi il nostro impegno in Afghanistan abbiamo valutato che questa è la la la quantità e le modalità di coinvolgimento queste solo che non vi sono oggi le condizioni per aumentarlo e quindi noi confermeremo l'impegno anche se ho visto che già soltanto ieri abbiamo qualche segnale di preoccupazione da parte della sinistra radicale di alcuni nostri alleati che come abbiamo già fatto in passato cominceremo abbiamo ospitato anzi Lamberto Dini ha ospitato come presidente della Commissione affari esteri del Senato
Il capo della missione delle Nazioni Unite a Kabul tocca x un tedesco
Che mi pare ha usato parole chiarissime e oggi siamo in Afghanistan con i principali per i contributori di truppe in Afghanistan sono Germania Francia Italia Spagna
E Germania Francia e Spagna sono paesi che hanno scelto di non impegnarsi in Iraq come avremmo fatto né se fossimo stati al governo quindi io credo che il nostro impegno dovrà ancora continuare per parecchio tempo
Pochi minuti per gli ultimi due interventi di Mattarella e tifa dalla mamma tre la vorrei chiedere
Ci si chiede spesso noi abbiamo molti soldati oggi sparsi nelle varie missioni internazionali ancora mi chiude avremo quando il contingente in Libano si sarà compiutamente completamente formato ma se io non voglia cominciassero a tornare delle bare con la bandiera tricolore sopra
Quanto incide questo sulla stabilità dei governi in Occidente e quanto come uomini politici vi ponete il problema
Del consenso rispetto a queste cose a queste missioni così difficili
Ma purtroppo Parenzo Socrate molte già in passato dall'Iraq sono tornate oltre trenta se non ricordo male quindi
Ci auguriamo che non avvenga più da nessuna parte naturalmente propenderei questo come elemento di decisione
Il piuttosto sottolineerei che noi siamo svolgendo un'azione decisiva
In in alcune aree tu delle quali sono di nostro principale interesse specifico il Medioriente e i Balcani
I Balcani perché sono alle porte di casa nostra
Con il nostro impegno massiccio dal Kosovo alla Bosnia dall'Albania e la Macedonia abbiamo bloccato quelle sarebbe stanco e sta per diventare una guerra con l'accoppiata genocidi illimitata e irrefrenabile
Si è bloccata sa lentamente ma chiaramente migliorando in Bosnia in macedone stabilizzata è un successo che evitato che alle porte di casa nostra
Si formassero sacche di profughi disperati preda del turismo fonda internazionale facilmente
Quest'nato a vantaggio anzitutto devo poter interessate cosa che il motivo principale ma anche a vantaggio nostro sicurezza
Lo stesso vale per il Medioriente coach aventi nell'aria nel conflitto che ha creato negli ultimi sessanta settanta anni di me le maggiori tensioni per tutto il mondo
E da lì è nato il terrorismo islamico non è interista islamico
Da lì nascono tutte le tre principali se non riusciamo a contribuire in quell'aria così così così drammaticamente intenzione una avvio dissolta difficile lenta faticosa mai indispensabile
Facciamo una cosa che sembra quei popoli cosa anzitutto alla più importante ma serve anche la sicurezza l'Europa del nostro Paese
E il fatto di essere stati se sentire respirare scorse
Che sia signora premier libanese che Olmert premier israeliano che rievoca l'Italia guidasse comanda sarà messa in trazione Libano vuol dire che il nostro Paese all'euro a svolgere per con credibilità e queste due aree sono quelle fondamentali lo sente
Grazie onorevole Mattarella io
Le avevo fatto questa domanda perché ho avuto o il contratto quando durante la guerra in Libano in Israele un generale israeliano che si chiama Shlomo Brom
Il quale mi diceva noi potremmo arrivare a Beirut nel giro di pochissimi giorni dovremmo lasciare sul terreno cinquecento morti siccome siamo diventati una democrazia come le vostre i morti non possiamo permetterci la però nutro domanda posso fare una considerazione
Io credo che Israele ed è un atto responsabile abbia accettato per la prima volta la presenza internazionale sui confini affidandosi anche alla Corte internazionale
Perché ha misurato che non c'è più quella grande preponderante schiacciante superiorità militare che aveva una volta assessori se l'hanno fatto gli americani in Iraq e il dialogo diventa indispensabile agli occhi di tutti da ma questo anch'io sono
Il problema vero è che le guerre non si combattono più rumoroso tradizionale ma con un nemico mutevole sfuggente e soprattutto nascosto dentro la popoli tarda la popolazione civile le cose la natura della guerra cambia
Completamente ma mi interessava ma non abbiamo più tempo approfondire il rapporto tra democrazia e numero di soldati che si possono sacrificare tra virgolette per una causa
A Khaled Fouad Allam chiedevo invece di trarre una conclusione su un tema Lula sfiorato nel suo intervento precedente quando ha ricordato il ruolo dei Paesi arabi moderati che noi chiamiamo moderati e di quanto anche loro siano preoccupati per questi fenomeni e e per queste milizie per questi organizzazione terroristica che minano loro stessi al loro interno come possiamo aiutare i Paesi arabi moderati cade
Ma
Cioè la democrazia e qualcosa così su di uno spazio democratico qualcosa diversamente complicato cioè in alta sono in gioco tutti quanti tutte le sfere della società
Noi le chiamiamo a rana pesi arabi moderati ma spesso sono Paesi che soffrono e normalmente di un deficit democratico vorrei ricordare che tre o quattro li fa non mi ricordo più c'è stato il rapporto del dipartimento sullo sviluppo umano le Nazioni Unite che metteva in evidenza che i Paesi arabi gli erano bloccati proprio a cosa del loro deficit democratico
E questo studioso che un un socio economista egiziano che si chiama
Capitani metteva in evidenza ad esempio che attualmente ad esempio nel mondo arabo si traduce nel né insieme il mondo arabo si traduce esattamente come la Corea del Nord
Come totalità di volume mentre Silvio quattro cosa faceva l'Egitto negli anni trenta quaranta
Era il fiore all'occhiello ecco della
Della libertà della creazione di tutto questo c'è uno spazio democratico e ho anche ovviamente uno spazio politico vale a dire che la democrazia non è poi che le erano gli americani è stato questore di concedere consigliere democrazia
Come con una visione un approccio un po'ideologico nell'alta la democrazia si incorra all'interno di tradizione di strutture di immaginaria eccetera e noi bisogna coniugare questo questo aspetto procedurale della democrazia con l'approccio dei contenuti
E sulla foce dei contenuti probabilmente l'Europa ha spesso chiuso l'euro e chi a chi nel mondo arabo ossidi si batteva per la libertà
Quanti sono gli scrittori che sono solo concesso i giornalisti ammazzati
Le donne immaginati qua ci sono le le lotte politiche all'interno i Paesi arabi e su quali sui nostri quotidiani Elio
Scrivo solo Repubblica lo sai sull'Espresso ecco poche righe appaiono qua paiono così come qua qualcosa di totalmente marginale visione tutto noi compiliamo il nostro approccio la nostra visione
E a queste a questi mondi perché non è vero che sono dei monti statici iconici immobili Alovisio già ascolto e di aiuto le democrazie questo
Esattamente come si realizza tre in Europa in Occidente fra cinquecento e seicento quanto tempo si è messo il mondo europeo occidentali del Cinquecento
Fino all'anno uno delle libertà che qualcuno chiama o ha chiamato
Mille settecentottantanove c'è anche questo cioè le culture le velocità delle culture se non è che abbiamo un po'Ramella sottolineato Ugo
Oggi invece il problema del radicalismo islamico come matrice ideologica ma questo è un problema posto e soprattutto un problema nostro
Noi abbiamo un enorme problema all'interno di ciò che io non esito a chiamare una crisi dell'islam contemporaneo il mondo musulmano di idee diviso fra chi pensa che la salvezza passata verso l'instaurazione di un governo della sharia
E chi nello stesso mondo musulmano su Nismo uscivo pensa che invece è possibile costruire uno spazio autonomo per la politica uno spazio autonomo per la Regione sono le battaglie politiche
Culturale sociale economiche
Sono i fatti e le batterie sono un po'quello che direi l'avventura umana delle libertà che oggi si sposta nel Medio Oriente cerchiamo di aiutare allora Carretta
Coloro che la pensano nel secondo
Carlo questa seconda visione che tu hai enunciato vorrei chiudere solo con una frase nel ringraziare tutte le persone che sono intervenuti e voi che siete stati così pazienti da starci ad ascoltare sempre di più quando parliamo di politica estera parliamo di problemi nostri interni finalmente