Dallamerica - Notizie dagli Usa

Nel corso delle ultime settimane si è parlato molto del rinnovato impegno delle azioni cioè nelle operazioni di peacekeeping
Tuttavia mentre l'attenzione della comunità internazionale si concentrava sulla crisi libanese no no affrontata anche la crisi che è in corso da tempo in Darfur e che negli ultimi tre anni e mezzo ha provocato la morte di oltre duecento mila persone
Credo che il trasferimento forzato in campi rifugiati di altri tre milioni di civili
Lo scorso trentuno agosto infatti consiglio di sicurezza dell'ONU ha approvato una risoluzione numero mille settecentosei che sancisce l'impegno all'istituzione di una forza multinazionale peacekeeper scomposta da oltre venti mila unità e che è destinata a sostituire quella dell'Unione africana che finora non è riuscita a porre fine agli attacchi perpetrati contro popolazione civile dalle milizie arabe sostenuti dal governo sudanese
L'azione del governo di Khartoum all'approvazione della risoluzione non si è fatta attendere considerato anche che ha potuto contare sull'astensione c'è stata al momento del voto del Consiglio di sicurezza da parte di Cina e Russia
In questo modo questi due Paesi hanno fatto chiaramente intendere di non essere disposti a sostenere un'azione coordinata dell'ONU contro le azioni del governo sudanese
Costante questo stia palesemente ripetutamente violando gli accordi di pace per il cessate il fuoco che sono stati firmati nei mesi scorsi nonostante il fatto che il Consiglio di sicurezza abbia dato mandato alla Corte penale internazionale e comprenda acini su massacri che sono stati compiuti intanto e presidente sudanese Omar Al Bashir ha infatti dichiarato dopo che in realtà già alcune settimane fa aveva detto che il Darfur sarebbe stato la tomba di fischi Proust dell'ONU e tra l'altro va detto che quella dichiarazione fu resa proprio nelle stesse ore in cui la sottosegretaria sentinelle stava incontrando a Roma il ministro degli esteri del Sudan che auspicava una maggiore collaborazione bilaterale tra i due Paesi anche sulla questione del Darfur
Ma dicevo Al Bashir ha in primo luogo descritto la risoluzione approvata come un tentativo di invasione neocoloniale da parte delle potenze occidentali ed è passata alle vie di fatto minacciando di espulsione le forse dell'Unione africana dal fuori entro il prossimo trenta settembre a meno che l'Unione africana non rifiuti il passaggio di consegne tra forze dell'ONU e non accetti di prolungare la propria permanenza in Darfur solo sulla base di finanziamenti provenienti dalla lega araba una minaccia che se fosse messa in pratica metterebbe a rischio la vita di tre milioni di civili in questo contesto non si può non notare come nel dibattito in corso al nostro Paese sulla crisi mediorientale ma si è invece mancato
Un costante richiamo alle difficili condizioni umanitaria in cui si trovano ad esempio centinaia di migliaia di rifugiati palestinesi in Libano una con il lavoro
Spenga come non è mancato un costante richiamo all'impegno prioritarie da parte della politica italiana per la soluzione della crisi palestinesi
E ciò avvenuto va detto senza che ad esempio ci si interrogasse seriamente sulla proposta lanciata dal Partito radicale transnazionale però Satyagraha mondiale per la pace in Medioriente che abbiamo come strumento il processo di adesione all'Unione europea di Israele e dei paesi del sud del Mediterraneo
A fronte però dell'impegno politico umanitario che sembra ribadito dalla politica italiana sul Medioriente stona nettamente il silenzio che si continua a dire sul dramma in corso in Darfur la mancanza di una forte presa di posizione contro il comportamento criminale di governo sudanese della Lega araba lo sostiene rischia davvero di assecondare una catastrofe umanitaria che fra tre settimane potrebbe mettere a rischio la vita di altri milioni di persone
Dopo che già alcune centinaia di migliaia e sono stati già vittima però c'è tutto ci sentiamo sabato alle sette e ventisette Matteo Mecacci io