A dieci anni dalla scomparsa, Luciano Lama, un moderno riformista - Savino Pezzotta, Giorgio Benvenuto, Antonio Pizzinato. A seguire presentazione dei libri di Maurizio Ridolfi "Luciano Lama: Sindacato, Italia del lavoro e democrazia repubblicana nel secondo dopoguerra" (Editore Ediesse) e di Walter Verini "Sinistra con Vista" (Editore Edimondo)

Bene buona sera buonasera a tutti
Credo che la festa dell'unità nazionale
Abbia fatto bene
A dedicare un momento di ricordo di riflessione
A Luciano lama tra l'altro in questo spazio a lui intitolato nel decennale della scomparsa
Lo fa questa sera attraverso il ricordo la testimonianza attraverso gli interventi di alcuni tra il più autorevoli protagonisti
Della vita sindacale e in qualche modo anche politico istituzionale
Che il nostro Paese ha conosciuto
Lo fa voglio innanzitutto subito presentarli lo fa
Con la presenza di Savino Pezzotta alla mia destra
No a qualche mese fa autorevole stimato
Leader della Cisl
Lo fa con me Giorgio Benvenuto
Dirigente sindacale della UIL protagonista con Luciano lama nella stagione di Luciano Lama e poi successivamente di un impegno sindacale
Di assoluto primario rilievo e oggi impegnato nella vita parlamentare come presidente della commissione finanze del Senato lo fa con colui che dopo che Luciano lama
Lascio la guida della CGIL raccolse l'eredità quella guida con Antonio Pizzinato
E infine con Maurizio Ridolfi uno storico uno studioso che ha dato alle stampe un libero di grande interesse Luciano lama sindacato Italia del lavoro e democrazia
Repubblicana nel secondo dopoguerra che questo che questo libro
Io ringrazio l'affaire io mi chiamo Walter Verini ho avuto viene la fortuna poco prima che Luciano lama morisse
Di intervistarlo e da questa da queste diverse ore di intervista
è nato un libro sinistra con vista intendendo una sinistra che guarda lontano perché così a me appariva Luciano lama io ringrazio la festa di questo opportunità che mi ha dato di poter coordinare
Questo questo nostro confronto
Dico soltanto amò di di introduzione per dare subito la parola ai protagonisti che secondo me e non lo dico formalmente credo che sia un dato abbastanza riconosciuto
L'azione il pensiero di Luciano Lama sono davvero di straordinarie strettissima attualità
E questo decennale della scomparsa che coincide tra l'altro con il centenario della CGIL hanno un forte valore non solo simbolico ma direi anche
Politico
E naturalmente spetterà a coloro che sono qui attorno a questo tavolo parlare più approfonditamente del di Luís delle il suo ruolo nel sindacato nella vita politica italiana del secondo dopoguerra però lama a riassunte in sei alcune caratteristiche che meritano di essere succintamente ricordato ne cito soltanto alcune
La ma ispirava se stesso fin da quando si battè contro il nazifascismo nella sua vicina Romagna ispirava nel se stesso la sua azione a valori e principi molto forti ma questa radicalità
E questa nobiltà di valori e di principi il Luís sapeva coniugarla con una cultura di governo ecco un moderno riformista questo il titolo che è stato dato a questo confronto e moderno riformista a mio modo di vedere significa proprio
Non essere soltanto animati da valori privi di cultura di governo e perché altrimenti si rischia di essere acchiappa nuvole
Oppure se si è animati solo da un pragmatismo non nutrito da principi e valori
Allora sì va verso una riformismo sterile no lama rappresentava per me la sintesi di principi e valori e radicali e di cultura di governo
Molto coraggiosa
Al tempo stesso Luciano lama era legatissimo alla sua gente al suo sindacato al suo popolo ma cercava di tenere insieme questi profondi legami questi profonde radici con
L'ha una visione più generale
Che poteva essere in uno stadio chiamarsi unità sindacale rispetto autentico e profondo delle ragioni
E delle proposte delle altre confederazioni sindacali e lui si è molto battuto per l'unità organica delle tre confederazioni e gli interessi generali del Paese
Anche questa è una caratteristica fondamentale che una un centrosinistra moderno un centro sinistra senza trattino probabilmente farebbe bene a non dimenticare Luciano lama ebbe poi una caratteristica quella di avere un coraggio anche anticipatore interviste iniziative e testimonianze portarono la ma a volte anche a essere non dico isolato ma spesso non compresso anche per esempio dal suo partito
Verso il quale ebbe comunque anche nutrie una grandissima lealtà penso alla vicenda del referendum sulla scala mobile del decreto di San Valentino ciononostante lama non rinuncio mai tenendo insieme la lealtà
Alla coraggio delle proprie delle proprie opinioni
E poi ci sarebbero tante altre cose ma non spetta a me ricordarle sta di fatto che io penso che per queste
Caratteristiche ma ce ne sono molte altre naturalmente
L'attualità di un leader sindacale come lama sia assolutamente rilevante e sia assolutamente da prendere ancora oggi sulla quale riflettere ancora oggi per tutto il centro sinistra non solo per il movimento sindacale ma anche per le forze politiche
E perché tutti coloro che hanno a cuore l'interesse e il futuro di questo Paese
Chiederei subito a colui che ha vissuto forse più da vicino la stagione di Luciano Lama il leader della CGIL almeno per alcuni anni cioè Giorgio Benvenuto una sua testimonianza Luciano lama era davvero un moderno riformista benvenuto
Diciamo che senz'altro riformista mai troppo limitata questa definizione perché lama era il sindacalista per antonomasia io ricordo che negli anni settanta
Alla fine degli anni settanta c'era i giornali che quando parlava del sindacato il sindacato era unitario c'era la Federazione CGIL CISL UIL non diceva la Federazione CGIL CISL UIL
Diceva LaMMa ha detto
Io Eternity ci irritava ho detto di fronte a questa indicazione però soffrivano di questa questione però lama a impersonato in una fase decisiva un un sindacalista per antonomasia è un Luís e di Vittorio solo i sindacalisti che hanno avuto nel dopoguerra
La più grande notorietà e la più grande popolarità
Che aveva delle motivazioni io i due libri uno molto rigoroso dal punto di vista storico fatto non sfuggendo al tentativo alla tentazione che cioè di fare una sorta di esaltazione
L'altra l'ultima intervista da vista
Va letta con attenzione perché io c'ho ritrovato Luciano perché parla diciamo libero da quelli vincoli da quei problemi da quel rispetto da quella lealtà di cui prima si ricordava
E Barletta perché lui parla anche di argomenti complicati difficili parla della vicenda della scala mobile parla di come si affrontò il dopo Berlinguer nel partito comunista di come fu la successione alla CGIL
Su come erano i rapporti con il sindacato quindi lama una figura
Diciamo del sindacalista per antonomasia se noi dobbiamo dare una del sindacalista di Vittorio rappresentava il sindacalismo che si ricostituiva insieme
Agli altri si indichi sanità Calisti io allora Manama rappresentava già una figura di sindacalista che aveva le radici nel passato ma guardava con grande attenzione al futuro
Io dico delle dei ricordi cioè il dei ricordi diciamo così importanti
Ho avuto la possibilità di conoscerlo e di lavorare con lui come segretario generale della UIL
Quando ero segretario generale della SLM non abbiamo avuto io rapporti facili con Luciano lama perché la SLM voleva a tutti i costi L'Unità mentre
Lama aveva insieme si faceva carico dei problemi della CISL UIL e della UIL e anche dei problemi che erano nella CGIL
Era per la Federazione quindi ricordo quella fase complicata difficile dei rapporti dopo l'autunno caldo
Lo ricordo anche perché ho avuto la fortuna diciamo così di conoscerlo quando io ero un essere semplice diciamo comporta facevo la gavetta all'interno nella UIL
Ricordo fu quindi delle immagini che voglio ricordare una prima un comizio a Cerignola con di Vittorio
Io ero un giovane non era io non avevo ancora una militanza forte sindacale mi ricordo questo comizio e mi ricordo quella immagine di quella piazza
I contadini con i loro mantelli neri con il loro cappello molti scalzi e le bandiere rosse le bandiere rosse tante e ho questa immagine di quella Italia di allora e della passione ed è il modo con cui parlavano Di Vittorio e come Di Vittorio
Sentiva era vicino a un lama giovanissimo quindi un'immagine uno spaccato di una Italia dimenticata e di un'Italia quando l'Ama faceva il sindacato chi aveva come parole d'ordine due parole
Pamela e lavoro quindi perché lo ricordo per il cammino che poi il sindacato ha fatto e il paese ha fatto con le lotte dei lavoratori con le divisioni e poi con l'unità del sindacato quindi quella è un'immagine di partenza
La seconda l'uomo il sindacalista il dirigente politico attento
Perché lui si poneva il problema di convincere lui non è che dava degli ordini delle indicazioni dei lui il problema era che bisognava convincere questa grande scuola che bisognava negoziare e che era fondamentale il il problema di avvincere
Di fare in modo che
Il mondo del lavoro non fosse solo convinto ma ci fosse
Un'idea di fondo un traguardo da portare avanti cioè un una forte tensione diciamo così ideale che doveva accompagnare che doveva essere il cemento e gli anni naturalmente dell'unità
Anni anche qui difficili ricordo Pastore che diceva
Marciare
Divisi e colpire uniti che una frase bellissima di quegli anni
I tentativi per riaprire l'unità sondati sindacale
Questo rapporto
Ricordo ancora le spinte che facevamo noi nei metalmeccanici prima ancora che esistesse ancora la F LM mi ricordo le riunioni fatte a Firenze per realizzare l'unità sindacale
E ho questo ricordo di come due protagonisti
Storti
Lama ricordassero i motivi della divisione eccome
Volessero realizzare veramente l'unità quindi ricordo questa grande e tensione e per fare l'unità c'erano degli avanzati c'erano gli arretrati
C'erano le spinte c'erano le resistenze
Il lavoro paziente che venne fatto con la Federazione CGIL
CISL UIL e le iniziative di quegli anni di un sindacato certo profondamente riformista ma questo è nella natura del sindacato
Italiano nelle sue origini anche se era un origini che vedevano la CGIL da una parte e lacci il dall'altra prima del fascismo ma un sindacato capace di proporre un sindacato capace di fare anche un discorso di cultura di formazione
Di valorizzazione del mondo del lavoro di quegli anni io ricordo
Gli accordi importanti che si facevano con il sindacato all'inizio degli anni Settanta dopo l'autunno caldo a Palazzo Chigi
La riforma sanitaria la riforma che c'era stata delle pensioni il sindacato che era un protagonista fondamentale e sarebbe importante perché sono conservati ai al fine degli storici
Ricco irrecuperabile
Gli anni della Federazione unitaria CGIL CISL UIL
Perché esiste lo stenografico e tutti i documenti di quegli anni sono anni fondamentali perché sono anni di proposta e poi sono gli anni della lotta al terrorismo ci sono molte cose da dire io le voglio ricordare sul per dire del carattere di Luciano sul terrorismo io ricordo una Assemblea fatta alla FIAT un'assemblea fatta con Carniti c'ero anch'io c'era lama
è una situazione di grande difficoltà la FIAT aveva licenziato dei lavoratori al con l'accusa che tutti fossero dei terroristi noi intervenimmo
E Luciano a un certo punto pose il problema
Della solidarietà che doveva essere dato a chi era colpito anche se era un mercato anche se era un quadro anche se era un impiegato anche se era una dirigente politico di un altro partito lo disse con grande autorevolezza
Ci fu come dire
Un malumore che veniva dalla platea cioè ci fu c'erano delle contestazioni c'è ancora questo filmato dirama che per tre volte ripete
Dice bisogna che noi diamo la solidarietà i campi sono dei lavoratori come gli altri lavoratori
Noi non dobbiamo svolgere non dobbiamo non dargli la solidarietà perché indeboliamo il movimento sindacale che ha bisogno di alleanze
E lo disse con forza per tre volte fino a quando conquistò la gente ed ebbe un applauso voluto ricordare seconda questione i problemi di politica internazionale
Complicati perché la politica internazionale ha sempre diviso il sindacato ha diviso la sinistra ha diviso i partiti
Lama specie una scelta coraggiosa con Storti e con Vanni all'inizio degli anni Settanta anche le categorie spinsero perché e perché allora il sindacato era aderiva a Tremonti c'era la CISL internazionale dove andavano la gran parte dei sindacati
Socialisti socialdemocratici e dove erano la UIL è la CISL c'erano i sindacati cristiani c'era e il sindacato della FSN
Bisognava si faceva l'Europa bisognava fare un sindacato internazionale un sindacato europeo
La CISL Internazionale propose facciamo una filiazione della CISL Internazionale in Italia perché la CGIL ancora nella FSN si doveva fare la censura l'Ama disse ma perché non facciamo qualcosa di nuovo perché non costruiamo una cosa diversa perché non diamo all'Europa un sindacato forte unitario
è nonostante la divisione mondiale in Europa noi facemmo la Confederazione europea dei sindacati di cui la CGIL la UIL e la CISL sono a pari titolo le fondatrici
Ultima questione e poi ce ne sono ottanta tante altre poi la vicenda della scala mobile
Vicenda della scala mobile la voglio ricordare perché è stata una vicenda che abbiamo vissuto tutti con grande angoscia perché è stato un momento nero
Nel quale il sindacato a differenza degli anni precedenti si è trovato in difficoltà si è divisa e finita la federazione CGIL CISL UIL cui ci fu fino all'ultimo tentammo in ogni modo tutsi in perfetta buona fede di trovare una soluzione
Morì se rendiamo leggere i libri degli storici questi stanno venendo fuori diari all'interno del Partito socialista della Democrazia Cristiana i diari all'interno del partito comunista questo è un lavoro da storici
Io ricordo
Trauma la divisione e ricordo questo fatto che è importante
Ci fu una grande protesta della diciamo così dalla sinistra del PC di una della parte maggioritaria della CGIL ma anche di una parte importante del paese ci furono le iniziative degli autoconvocati si fece e lama si batte perché non ci fosse uno sciopero generale
E si fece il sabato a Roma quella grandissima manifestazione
Tutti ricordiamolo abbiamo presente l'arma la sera prima fece a vere a Carniti a me quello che avrebbe detto nella manifestazione del giorno dopo Franco presente questo ricordo
E lui fu coerente perché lui in quella piazza che era difficile che era facile incendiare con una parola come dire che aggravasse la divisione fece un discorso difficile disse che non si doveva fare lo sciopero generale che era un momento di divisione e che bisognava lavorare alla unità
Lo ricordo perché lui specie in questo discorso come ricordo che dopo il referendum sulla scala
Nobile che ebbe l'esito lo ricorda Antonio
Quale era a rischio che da una parte ci fossero quelli che avevano vinto e dall'altra parte quelli che avevano perso
Noi ci sentimmo telefonicamente con Luciano compiere
Ci ponemmo questo problema sì c'era stato questo referendum ma c'era una drammatica divisione che si era realizzata nel Paese c'era un quarantasei per cento che aveva detto di sì rispetto cinquantaquattro che aveva detto di no
E ricreando subito le condizioni anche perché poi la Confindustria distretto l'accordo sulla scala mobile un minuto prima che ci fosse l'apertura delle urne
è ricominciamo con pazienza a tessere la strada dell'unità del rapporto unitario
Quando si parla di Luciano ci sono molti ricordi e con lui ricordi anche di tanti altri dirigenti perché la storia di un'organizzazione entrambe le organizzazioni è fatta di tanti dirigenti di tanti militanti noti e meno noti e quindi anche Luciano diciamo non era come dire una figura presidenziale rappresentava quel grande movimento straordinario
Profondamente democratico che ha va rafforzato fortemente il sindacato e che ha consentito in quegli anni anche delle conquiste
Quindi o di Luciano questo ricordo tanti altri ricordi
Dico una questione ve la dovete consentire me la dovete permettere e finisco si parlò e lama in questa questione lo esclude che lama
Sarebbe potuto essere il segretario del partito comunista
Non so che cosa sarebbe avvenuto
So quello che è avvenuto dopo ecco io sono convinto me lo dovete lasciare che lama questa veste politica avrebbe rappresentato un momento di straordinaria importanza nella storia del nostro Paese
Grazie
Grazie a Giorgio Benvenuto che sta importante significativa testimonianza adesso vorrei chiedere a Savino Pezzotta l'idea che diciamo del sindacalismo cattolico
Qual è il suo Luciano lama
Avevano seria grazie
Per l'invito
Ma io no no le esperienze dirette che ha
Giorgio Benvenuto perché nel periodo in cui Giorgio si riferiva
Io ero ancora dentro la mia realtà bergamasca vuol però titola
L'immagine di allora era
Quella che si vedeva di una partecipazione diciamo indiretta ma sicuramente
Ed io direi che quando facciamo
Iniziative di questo genere
Il rischio è quello di pensare con un po'di nostalgia sì o no
Un po'per letta
La pensano sempre che quando eravamo giovani eravamo meglio
Forse non si sapeva
L'altro è di fare un po'dell'Apologia della retorica cioè di santificare così ce li togliamo di mezzo perché uno dei modi svuotare le persone e santificare le farle diventare un'icona e quando diventano Nicola non dicono più nulla
Io invece ho mi piacerebbe riuscire a utilizzare quello che è un pensatore a me molto caro proprio per la mia era una cultura per la via collocazione come Romano Guardini
Dice nel ricordare i ragazzi della Rosa Bianca dizione attenzione che per capire alcune cose qui soprattutto per capire alcune cose delle persone
Bisogna andare alla verità della loro vita
Perché la verità della loro vita che ti spiega
E chi aiuta a ricordare cioè a riportare come dice etimologicamente del termine a riportare al cuore ciò che loro erano ciò che loro hanno voluto ciò che loro hanno rappresentato allora per me qual è la verità
Della vita di Luciano Lanna
Che è una verità che noi dovremmo cercare sempre di riportare dentro i discorsi che facciamo in questi termini
La prima verità e Luciano lavano la Resistenza
Questa cosa noi cerchiamo di non dire la più
Perché dire che è un uomo della Resistenza sembra una stranezza no
Dire che è uno che era un uomo della Resistenza significa che era uno di quelli persone che a un certo punto
Pur essendo stati educati e formate dentro un regime hanno capito che si poteva andare oltre
Io vedo sempre la Resistenza come una tensione verso una possibilità
E che pertanto gli uomini della Resistenza sono quelli che hanno introdotto nel dibattito politico italiano
Con la possibilità cioè è possibile uscire e possibile pensare il futuro cosa che oggi è fatta dopo oggi noi pensiamo il futuro come un prolungamento del presente ma provate a pensare se noi adottassimo questo metodo lo avessimo adottato allora il futuro come prolungamento del presente che disastro sarebbe stato
Il futuro per essere tale deve avere dentro di sé
Un'alternatività una possibilità ed Enrico allora per me Luciano lama come gli altri che fece la Resistenza e quelli che hanno introdotto dentro il dibattito e confronto politico pure nella
Temperie di uno scontro ideologico durissimo che era possibile andare oltre
E questo è servito a tutti perché tutti lentamente e progressivamente si è andati oltre ciò che si era e lo detesta ricordare questo elemento
E significativo perché significa riandare al tema della Costituzione
Di ciò che han fatto i costituenti
E di capire che la Costituzione italiana non è una Costituzione ferma ma è una Costituzione che pensa la possibilità pensa come andare oltre badate che se non ritorniamo qui la Repubblica impoverisce si mise a rischio
Come di fatto in alcuni casi è avvenuto
Seconda questione
Lesse sindacalisti
E sindacalisti sono una categoria stranissima
Perché non sono né politici ne sono diciamo azionisti sociale in senso stretto
è una categoria che stanno età tra l'azione sociale pura
E la politica pur
E pertanto hanno la capacità di portare dentro di sé le contraddizioni e le positività di ambo i due le
Le dimensioni
Va be'questa è una cosa che è un po'li frega
Perché normalmente non fanno grandi carriere politiche no
Teresa ricordarsi qua e là ma è finita a fare il sindaco di Amelia cosa bellissima però dal punto di vista della carriera politica e sindacalisti ne fanno sempre poca no adesso al di là di Pizzinato e di di Giorgio però ecco se ma probabilmente per
E attacca
Ma posso dire la verità o no se no se volete io dico anche musica ecco non mi piace dire Busia perché poi per le pulizie bisogna avere memoria sto diventando vecchio non ho più memoria meglio che dica quello che penso
Va be'questa Stille essere sindacalista è diciamo una dimensione almeno in Italia particolare
Che che li fa diventare costantemente in ogni momento uomini di confine
Nel senso che stanno su un crinale
Che il finale che è stata tra la tensione il bisogno sociale li bisogni dalla gente che irrompono e la capacità della politica di ordinare di orientare
E stare sul confine ogni tanto ci si lascia le penne state bisogna avere anche la la certezza di questo elemento ma i sindacalisti sono aveva ecco Luciano Lama è un uomo di confine
E lo dico così come può comunista essere riformista
Non dico la storia no ma da un punto di vista concettuale
Luciano lama riesce a essere l'uomo di confine sia un riformista
Perché è un riformista perché ho sindacalista è naturalmente un riformista
Un sindacalista
E poi noi abbiamo disquisito per lunghi anni riformisti e riformatori ma che alleva per distinguersi un po'non era per per la differenza era per dire usiamo un lessico diverso per per distinguersi no
Ma no sindacale un sindacalista è necessariamente un riformista
Perché essa
Che molto di quello che fa e pagato subito
Sia in positivo che in negativo
Cioè se io faccio un buon accordo
O il riscontro subito se l'ho fatto cattivo lo subito
E siccome so benissimo che rappresento
Delle persone che hanno dentro il contesto più generale una debolezza il mio muoversi deve essere talmente attento a quello che faccio
Che alle volte l'estetica del dire del gridare non è conveniente all'estetica descritti del proteggere consolidare
E pertanto e sempre questa tensione no tra la voglia di dire adesso puntiamo all'aria tutto e la fine di dire sto qui tutta nota che domani mattina un accordo qualsiasi lo porto a casa
E questo è tocca e Luciano lama non l'abbiamo visto cioè io del di Lama l'immagine più
Più vigorosa
E che è una che sulla quale oggi si riflette poco agli alberi tornarci perché secondo me è un punto di svolta per l'insieme del sindacalismo italiano che era svolto RV
Cioè non ne parliamo più
Però pensiamo come siamo arrivati tutti all'Eur
E qualità rischio opera istituti a in modo trasversale
No tutto era così
Arriviamo alle ore che cosa ci viene detto all'Euro io dico io ero un giovane dirigente sindacale
E confesso di essere stato un po'scioccato alle rocce dicono guardate che i problemi non dell'Italia perché la riflessione dell'euro è una riflessione sul mondo e sui cambiamenti del mondo
Ed è l'inizio di quella che oggi chiamiamo la globalizzazione sino a guardate che qui sta cambiando il mondo
E se cambia il mondo cambia il nostro Paese e se noi vogliamo come sindacati essere protagonisti della storia di questo Paese dobbiamo assumersi delle responsabilità questo era il messaggio dell'EUR non era facile adesso è facile ci siamo allenati ti siamo abituati no
Ma allora bisognava tornare indietro da alcune spinte un po'diciamo forti io sarei di rompo integraliste da un po'di vista sindacale per tornare a quella che è una moderazione che il senso e significato dalla politica e cioè di un sindacato che gli si dà un rivendicazionismo da un'opera Isma'spinto per porsi come soggetto politico
Perché avviene con l'euro questa determinazione del sindacalismo italiano di porsi come un soggetto politico che interviene sulle scelte decisive fondamentali di questo Paese
E credo che una grande il ruolo in questa dimensione abbia giocato Luciano lama
Perché aveva il carisma sia non dico che Benvenuto e Carniti non l'avessero ma era un altro carissimo
Cioè meno movimentista più pacato più programmatorio più capaci di vedere tessili integravano viene le figure ma il dato vero è che lui rappresentava diciamo un punto di coagulo dei condensa amento delle cose che c'erano da fare
Credo che questa sia
Diciamo un altro dei delle cose che dico vado alla verità della sua vita no avere questa capacità di vedere i processi per quelli che avvengano e incominciare a pensare come in quei processi si sta
Oserei dire
Che è una novità anche dal punto di vista il pensiero dalla sinistra
Perché la sinistra me lo consentite non ne abbiate a male
Normalmente vissuta con l'idea di fare la storia
E invece noi sappiamo che non facciamo la storia stiamo nella storia
Ecco l'Amati insegna a stare nella storia a viverne le contraddizioni a vivere nelle cose per possibilità non c'è l'uomo nuovo da costruire
Se è un modo di stare nella storia delle sue contraddizioni sociali economiche per determinare una condizione di libertà per le persone
Perché poi al fondo
Non è tanto solo il diciamo il benessere economico che stava al centro della dimensione dell'iniziativa sindacale ma la libertà delle persone anche qui noi ritorniamo all'origine alla resistenza
Cioè che cosa vale per me come sindacalista avere tanti soldi essere piegato
O camminare in piedi e conquistarmi le cose quelle che sono due modalità diverse perché forse i soldi li posso avere
La libertà non sempre
E anche qui iniziamo il tratto diffondono di questa dimensione dell'essere e del fare sindacato da questo punto di vista io credo sia un moderno riformista
Cioè questa capacità che un po'si è persa
Questa capacità di mediare tra i valori
E la realtà
I valori che restano punto di orientamento l'uguaglianza la giustizia la libertà
La capacità di mediare lì nella realtà concreta dentro la reincarnazione dentro la dimensione dalla storia che devo vivere perché alla fine la libertà ne esca fuori
La in questo senso sia riformisti il riformismo non è una sorta di buonismo politico come ogni tanto si viene rappresentato
Il riformismo e la capacità di mediare tra i valori che possono anche essere radicali
Nella realtà la contingenza dalla storia del momento della realtà io credo che questo sia un insegnamento di metodo ma di prospettiva che noi dobbiamo recuperare
Cioè mantenere inalterate diciamo le tensioni che ognuno di noi per la sua parte politica per la sua parte culturale mantiene ma questa capacità profonda di vedere come questi valori non rimangano elementi astratti che giustificano l'ho fatto ho gridato tanto ma poi alla fine non ho risolto nulla ma è meglio una mediazione che mi consente di smuovere di modificare il riformismo e questa cosa non è la rinuncia alla dimensione ideale valoriale
Ma è la capacità di mantenere alto il livello ideale valoriale con una proposta medi attiva rispetto alle contingenze della storia i rapporti di forza e a tutte quelle cose che voi conoscete conoscete conoscete meglio di me
Credo che questo sia quello che io vedo la verità
Della ditta di Luciano lama
E soprattutto il ricordo
C'è un dibattito in questi tempi al nostro Paese come se il rigore fosse sacrificio
Noi dobbiamo separare la categoria del rigore da quel sacrificio
Perché il rigore e la capacità di avere degli obiettivi chiari
Di praticarli con coerenza di tener conto della situazione
Senza perdersi
Che non è il sacrificio ma è la coerenza tra gli obiettivi che Avolio
E i comportamenti che metto in campo
Se nel termine rigore un elemento politico immorale che noi non possiamo svalutare io vedo che questa parola in questi giorni e svalutate ed è un errore
Ed è un errore soprattutto per una parte della politica
Perché questa parte della politica che dice di voler difendere i lavoratori più deboli ha bisogno più di altri di ricordo noi non andiamo in Sardegna a celebrare la ricchezza ma se non celebriamo la richiesta abbiamo bisogno di comportamenti rigorosi anche rispetto alla situazione che abbiamo di fronte
Se oggi noi abbiamo una situazione che è quello del debito pubblico che è quella di quanti investimenti fare in sé e per fare questo servono politiche rigore compito nostro e questo perché noi dobbiamo cambiare questo Paese non lo cambiano piede che hanno già
E credo che questo sia un elemento che arrivava a costo a volte di essere impopolari
Cioè nessun sindacalista ma l'impopolarità però guardate che il crinale tra l'essere rigoroso l'essere populista
Che è un crinale stretto
Ma il populismo
Anche in quanto soddisfa gli appetiti delle persone qui si parla non risolve mai le questioni le aggrava
E normalmente una dimensione populista che ogni tanto passo dentro anche il sindacato o neo corporativa alla fine fa male coloro che devo che dobbiamo rappresentare perché si pone anche per noi oggi un rigore su quale ci dobbiamo interrogare
Quello che stiamo facendo è possibile che questo Paese rimanga dove
O ha bisogno di un'alternativa ha bisogno di un futuro cioè siamo in grado noi oggi pensare a un futuro diverso per i nostri figli ma io non ho il problema di che cosa porto a casa oggi
Più arduo la realtà italiana più mi domando
Se non è oggi Emily fatto personaggi del sindacalismo perché è da lì che abbiamo imparato mi domando se il principio di responsabilità deve valere solo per l'ambiente
E pertanto non deve incrinare eccetera o se il principio di responsabilità deve valere anche per le questioni economiche
E per quello che succederà a mio figlio i miei nipoti io non ho una responsabilità solo verso me stesso e verso quelli che stanno qui ora oggi ma quale da un punto di vista ideale da un punto di vista della tensione morale la mia responsabilità rispetto alle nuove generazioni posso io imponente mente stando da una parte politica dire
I debiti i miei mi trasferisco a loro
O devo ricominciare un altro cammino
Capito che non era simpatica
E però bisogna affrontarla
E siccome non l'affronto per me malato devono questo principio di responsabilità io credo che noi lo dobbiamo assumere come dimensione che era può dentro diciamo le cose che stavano in quella svolta dalle ore e poi venendo avanti in tutte le altre cose anche poi gli scontri tremendi violenti
Che ci sono stati dentro il sindacato ma questa pensione diciamo ha una responsabilità che va oltre l'immediato che va oltre il presente che si proiettano dentro una dimensione di futuro
E qui il principio di responsabilità che deve tornare a valere soprattutto per coloro che devono difendere o che si propongono come difensori promotori delle classi più deboli dei ceti più deboli di questo Paese perché hanno più responsabilità degli altri
Perché questa necessità
L'unità e poi chiudo pensava
Ne abbiamo anche che è vissuto l'unità è un po'così un po'esteticamente
L'abbiamo vissuta sulla spinta di una emotività
Cioè io sono arrivato al punto che nella mia provincia abbiamo addirittura sciolto la così facendo i congressi scioglimento
Però guardate che se l'unità è stato un momento importante
Se in quegli anni hanno segnato anche loro una svolta dentro sindacalismo perché ha hanno aiuto anzi hanno fatto comunque avvicinate
Conoscere
E anche litigare tante volte un modo per stare vicini
Però io non ho mai avuto paura della dialettica fra organizzazione mi turba quando non sente
Perché vuol dire che qualcosa non funziona
Ma quando c'è un modo per avvicinarsi magari anche dietro le brutte
Però capisco la Regione dall'altro
Le diplomarsi siamo tutti unitari vogliamoci bene non hanno mai portato L'Unità
E difatti abbiamo avuto il risultato però io credo che noi gli abbiamo imparato tante cose le ha imparate cose che possono valere anche per l'oggi
Che possono valere per l'oggi quando si parla di unità
Io non credo
Che l'unità sia la somma
E tutte le volte che si è tentato di fare una somma si è perso si è fatto meno
Provate a pensare potremmo fare degli esempi da sindacato alla politica
Tutte le volte che si è fatto facciamo l'unità subito domani mattina facciamo il ponte avevamo detto poi mancato avuti marcata però Napata pump perché strilli idea che stava sotto era se ci mettiamo insieme siamo più forti non è sempre detto
Ma costruire percorsi unitari
In una situazione complessa e plurale come quella italiana e penso anche alla politica e così capita che cosa mi riferisco non avendo io grandi competenze in politica avendo anche qualche turbamento
No
Anche qui o l'unità è plurale
O non si fa
Ma costruire un'unità plurale
E complicate
Perché richiede in primo luogo mettere in campo la tensione l'ascolto il cogliere più le esigenze degli altri che letture
Ecco perché allora ragionare oggi di processi unitari di Partito Democratico così diciamo la parola
Non basta dire se ci mettiamo insieme siamo più tanti
Bisogna capire quali sono i percorse
Che si fanno
E soprattutto capire
Se le forme
E qui parlo della forma partito se le forme che abbiamo ereditato dal Novecento sono forme capace di fare unità io ho qualche dubbio
Mai come in questi tempi lo dico anche per il sindacato perché così fu allora
Il contenitore vale più del contenuto
Perché il contenuto perché il contenitore segna la modalità del contenuto
Io vedo un po'di superficialità in questo dibattito
Molta superficialità
E bisogna fare invece un percorso più faticoso cioè la pazienza di lama
La pazienza normalmente considerata una brutta cosa no perché noi siamo ma la pazienza è una fatica
La pazienza è una virtù
Perché questa capacità di continuare a mantenere alto l'ideale che si vuole perseguire facendo i passi adeguati per non perdere nessuno per strada
E la pazienza è la virtù della politica che io sto Merelli alla virtù dell'ascolto mi sembra
Grazie grazie anche a Savino Pezzotta ecco fin qui sono state due testimonianze
Io ritengo molto significative in qualche modo dall'esterno della di quella CGIL che Luciano lama vissuto per tutta la sua vita ecco Antonio Pizzinato forse a questo tavolo e la persona che ha più conosciuto da vicino dall'interno lama neanche editato come si diceva all'inizio la guida del sindacato ecco Pizzinato ti riconosci nelle opinioni nel ritratto nelle considerazioni fatte fin qui da benvenute Pezzotta e soprattutto Luciano lampi Luciano lama
Ormai padre nobile della CGIL punto di riferimento
Non solo per il tuo sindacato ha tra l'altro posso dire ci diceva prima Pizzinato che fra qualche tempo festeggia i sessanta anni di militanza sindacale e questo credo che sia una cosa
A te la parola insomma ecco
Mi sono
Gli a spetti che hanno sottolineato prima Giorgio Benvenuto poi Savino Pezzotta
Cui quali per tanta parte mi riconosco
Vorrei
Sottolineare
Però alcuni aspetti partendo da un dato
Io quando devo con la richiama
Ho sempre dei momenti di difficoltà
Perché abbiamo vissuto tanta parte anche se con responsabilità diverse anche in fabbriche Luís segretario nazionale aggiunto dei meccanici
Sino ha qualche giorno prima
Che lui ci lasciasse quando
Gli telefonai che andavo aggiornare alla presidenza del Consiglio perché nominato nel governo propri e c'erano dati appuntamento successivamente
E invece
Non feci in tempo a dargli l'ultimo saluto
Come avrei voluto di persone quindi potete immaginare qual è ambiente un po'il mio stato d'animo
Io però vorrei se mi è permesso cerco di farlo sinteticamente
Prima sottolineare alcuni aspetti e poi affrontarne due-tre approfondendo le
Parlare di dama
Vuol dire
Parlare
Di un sindacalista
Che ha nella storia del sindacato del movimento sindacale italiano ma anche europeo nessun altro precedente
Lui ha ventisei anni
Anzi ha ventitré anni
E segretario della Camera del lavoro
I Fori
Dopo quarant'anni è segretario generale della CGIL sono quarant'anni ai massimi livelli di responsabilità perché lui nel quarantasette già vice segretario nazionale CGIL
Quindi quarant'anni ai massimi livelli di responsabilità
E all'interno di questi quarant'anni dieci anni poi riprendo
Segretario generale dei chimici segretario generale dei metalmeccanici in fasi decisive
Si può parlare della storia del nostro paese di questi anni questi cinquant'anni la seconda metà del secolo scorso senza vedere come protagonista di ogni passaggio corresponsabilità Luciano lama
E in questo senso
Ricorre
Sulla base dei valori lo richiama e lo ripeteva anche nelle riunioni ristrette
I valori
E ricercare in avanti le soluzioni
L'UI
è stato protagonista con responsabilità
Dando contributi assoluzione
Dalla lotta deliberazione alla ricostruzione del sindacato alla ricostruzione del Paese alla conquista della Repubblica e via via alla costruzione dei contratti di lavoro
Allora ricostruzione della contrattazione
Alla costruzione dello Stato sociale
Dell'unità sindacale
E così via potrei continuare
Sino all'ultima fase
Quando come vicepresidente del Senato
Anche in quella sede ha avuto un ruolo decisivo ad affrontare i problemi del lavoro
In tutti questi passaggi
Vi è un elemento che veniva sottolineato in particolare da Giorgio
Che ha a livello nazionale i più operato con lui
Un problema di rigore di determinazione ma di grande umanità
Sia nei confronti
Politici sindacali e anche sul piano personale
Non si danno non si arrendeva mai
Ma mai con con arroganza
Ma con un'opera continua
Secondo
In ogni momento
Voleva che si affrontasse la realtà ma contemporaneamente che guardarsi fumanti non ci fermassimo come diceva
Alla punta del naso ma dovremo guardare molto avanti e contemporaneamente
Chi ha più potere ha più possibilità deve fermarsi non ha questo va adeguata resti più bisogno
è un altro degli elementi che ha caratterizzato
Avendo sempre presente
I rigori dell'antifascismo
E dei valori dell'antifascismo
Della democrazia dell'equità e della giustizia sociale
Se mi permettete ad integrazione
Vorrei
Avendo dato questa caratteristica di fondo
Quando dicevo
Che affrontare e darà una valutazione sulla ma nessun sindacalista mai avuto nel nostro Paese un livello di responsabilità per un lungo periodo con quello che ha avuto la
Secondo
Condotto mai from arroganza e autosufficienza ma rimettendosi sempre in discussione
Io vorrei
Per meglio capire perché può esserci utile anche oggi era la parte finale dell'intervento
Di Savino di Rino
Un dato
Che spesso si ricorda ma non si dà tutto la valutazione
In fondo il processo di unità di ricostruzione dell'unità
Il processo di ricostruzione del potere nel sindacato nei luoghi di lavoro
Negli anni cinquanta aveva degli indizi il primo
No alla contrattazione aziendale da parte dell'Asia
Perché la contrattazione aziendale e contrattazione articolata
Può favorire chi è più forte e quindi indebolire corporativismo
Quando si parla del mutamento si fa sempre rifornì ferimento nutum caldo io credo che invece sia necessario riflettere perché è utile più che mai oggi questo
A un certo momento dopo le sconfitte degli anni Cinquanta
Il direttivo della CGIL dice che alcuni segretari confederali devono andare a rileggere le categorie
Lama prima va messo va inviato ai cinesi
Novella ai meccanici
Successivamente dopo la morte di Vittorio quando novella diventa segretario lama diventa segretario generale della FIOM
Vogliamo riflettere e al segretario generale della FIOM fra il cinquantotto e sessantadue
Alle spalle c'è la sconfitta della Fia
Se volete prima della Fia la sconfitta dove lavoravo io
Perché la CGIL aveva preso un terzo di voti in meno di quelli che erano iscritti Borletti
E vi era chi intendeva
Ha diretto i motivi erano
Certo quello dei ricatti per rappresaglia che eran tutti veri
Ma c'era un punto che il sindacato non era più espressione di quella che è la realtà
Con lama
Si compie una svolta nel sessanta
Cinquantanove sessanta
Per superare
Lo scontro che c'è anche l'interno per la CGIL
Che quella della contrattazione aziendale si dice contrattazione di settore
Io vorrei ricordare che nel mille novecentosessanta
Dandosi l'obiettivo più corto l'orario più alto il salario
Si apre la contraffazione che praticamente era bloccato dal mille novecentoquarantasei
Si fa l'accordo dei siderurgici per le quarantasei ore
E quindi
Quarantasei ore
Immediatamente contrariamente alle discussioni di oggi sia con la discussione di come rendere operativa in in siderurgia
Perché gli impianti devono funzionare
Si fa la scelta delle quattro squadre più le Riserve e quindi quando si dice di rigidità del sindacato parlo del mille novecentosessantuno dentro l'accordo dovrà fare prevede che si lavora
Trecentosessantatré giorni all'anno ventiquattro ore su ventiquattro escluso Natale e Capodanno ma i lavoratori non fanno più di vent'di di quarantasei ore alla settimana e godono finalmente delle ferie
Secondo
Gli elettromeccanici
Una battaglia d'avanguardia
Si inizia per la prima volta gli scioperi articolati parlo del mille novecentosessanta
Gli scioperi articolati di due quattro ore
Articolati per reparto
Non si molla fino a quando non si porta a casa siccome non è un accordo di settore la letterine riduzione dell'orario di lavoro l'aumento dei salari la contrattazione dell'organizzazione del lavoro dei ritmi del lavoro eravamo alle prime fasi
Si realizza questo con il primo accordo nella storia
Sindacati dei metalmeccanici con l'Inter si inventa
E con le aziende con questi obiettivi
Scusate perché ho ricordato a questi dettagli
L'autunno caldo che arriva dieci anni dopo
Non mi è la realizzazione a livello generale di questa esperienza
Allora si sperimenta la cosa che ricordava Giorgio
Marciare divisi per colpire uniti
Ricordo due episodi di quella lotta degli elettromeccanici Natale in piazza del Duomo
Scontro con tutti ma siete matti
Cardinal Montini che dopo aver fatto la messa in piazza del duo in Duomo a Milano esce sulla piazza rivolge il saluto
Agli
Circa trenta mila elettromeccanici che sono in lotta che siamo in una piazza
Via la svolta la saldatura
L'autunno caldo non è che questo concretizzarsi quindici un primo aspetto
L'hanno già fatto compiere in quella fase una svolta che culturale e politica
è vero che riguarda solo poco più di cento mila siderurgici e centocinquanta mila elettromeccanici ma è la dimostrazione pratica che questo non porta alla degenerazione sindacato confederale
Consente
Un secondo aspetto
Di avviare il dialogo
Con la Sisley following perché è uno degli aspetti che
Faceva da barriere in quegli anni è no non ci siamo la contrattazione aziendale
O mi sbaglio
Sono anni di confronto
Quindi l'autunno caldo nasce dieci anni prima
Viene sperimentato
Certo in quel momento Luciano
è segretario confederale nume più segretario della FIOM
Ma è chiaro che le sperimentazioni di quegli anni sono di questo tipo
Un riformista nomi e questa è la dimostrazione pratica e concreta di che cos'è il riformismo per un sindacalista
Non voglio entrare nel dettaglio di quella piattaforma
Devo dire
Siccome sono troppi decenni forse che sono iscritto al sindacato scusate i troppi e e
Ma quando leggo le piattaforme oggi mi viene freddo pensando all'esperienza di quelle piattaforme di come ci insegnò lama
Quindi cit consentiti quella esperienza
Fatta dopo che aveva fatto più di dieci anni segretario confederale tornando in categorie o meglio andando per la prima volta in categoria tre o le condizioni
Per avviare un processo nuovo
Per quanto concerne
Sia i rapporti con CISL UIL perché si è realizzato prima dicevo marciare divisi per colpire uniti ricordavo prima Natale in piazza del Duomo mi ricordo il comizio di chiusura c'eran tre comizi distinti a Milano a un certo momento si decise tutti di sospendere andare a quello che la FIT-CISL indetto
Presso l'Arena di Milano che diventò
Anche fisicamente il momento unitario
Non so se
Ho cercato di semplificare ma un processo che assegnati vent'anni successivi
Secondo
Processo di unità
Che si collega immediatamente questo
Giorgio prima ricordava
La spinta
Che ad esempio nei metalmeccanici di Hera
Verso la realizzazione de L'Unità
Savino ricordava che a Bergamo si era già fatto il congresso di scioglimento
Io allora ero segretario della FIOM di Sesto San Giovanni
Anni prima che a livello nazionale si facesse la SLM avevamo inventato un su il sindacato unitario dei metalmeccanici che aveva
L'espressione unitaria dei metalmeccanici con una sede unitaria con organismi dirigenti unitari eletti direttamente dai mille delegati eletti su scheda bianca dei lavoratori
Però
Se dopo Firenze uno Firenze due Firenze tre
A fronte di quel passaggio ci fossimo fermati se volete per quanto riguarda il sottoscritto al sumo oppure alla FNM avremmo realizzato quell'unità che è stata determinante
Dal mille novecentosettantadue mille novecentottantaquattro con la Federazione CGIL CISL UIL
Certo e sarebbe stato possibile un'altra cosa che ricordava Pezzotta
Lei è un
Senza quel passaggio
Certo con confronti anche aspri
Con discussioni
Però con pazienza ci si muoveva
In questa direzione
E anche in un momento
Veniva anche questo ricordato prima
La Savino
Facevamo questo il momento in cui c'era la crisi economica ricordata crisi petrolifera
Vi era il terrorismo
Io ricordo
Un episodio perché
Nel momento in cui assumemmo le decisioni
Stando
Dove ero responsabile a Sesto San Giovanni mise in contatto con lama
Eravamo la fase del terrorismo armato
Il commissario di polizia di Sesto San Giovanni
Andò in uno dei quartieri popolari
Di Sesto San Giovanni a perquisire
In una famiglia perché si riteneva che fosse
Un giovane terrorista
Tutto accadeva a neanche trecento metri da dove abitava
Era il mille novecentosettantasei
Mi anche il papà e la mamma due militanti della CGIL
Sapevano
Che il figlio sotto il materasso aveva le armi come si accorse che c'era il commissario di polizia sparo
E rimase
Ucciso
Poi Santoro a Fiesta abitava al primo piano la polizia che era assieme al commissario sparo
E Walter Alasia
Ricorderete che poi si fece la brigata Walter Alasia
Rimase
Ucciso assieme
Nel conflitto rimase uccisi altri poliziotti
Un atto accaduto in un quartiere popolare
Casina casa popolare
Figlio
Di un padre e una madre un operaio nella fabbrica metalmeccanica un la Pirelli
Tutti i due delegati sindacali della CGIL
Il commissario di polizia ucciso era un ex partigiano
Dovevamo decidere cosa fare era il primo fatto
Noi non avremmo dubbi
Il Suma
Si riunì e decise di proclamare lo sciopero generale contro il terrorismo
A sostegno delle forze dell'ordine
Mi ricordo che quando chiamai Luciano vivissima
Se è sicuro che ce la facciamo
Demolita la prima al primo sciopero generale
E manifestazione contro il terrorismo
Anticipo le cose che venivano prima ricordate sia
Di molti anni
Perché il problema era immediatamente schierare
Il mondo del lavoro a difesa della democrazia
Anche quando apriva contraddizione drammatica come quella che prima ho ricordato anche sul piano personale umano familiare
Se non ci fosse stata la federazione si chiede si fida avremo retto
In quella fase abbiam commesso
Lama la ripetuto più volte un errore che stiamo pagando tutto mi si permetta di
Io credo
Che sia necessario analizzarlo autocriticamente anche se ormai son passati il trentina d'anni per correggerlo perché diversamente
Il sindacato non assolve aggiunge fu uno dei suoi ruoli fondamentali che è quello di essere il negoziatore della retribuzione dei lavoratori
Noi in quel momento
Al fine di non determinare una rottura
Benché vi fosse una resistenza molto forte in CGIL si firmò l'accordo per il punto unico di contingenza
Il punto unico di contingenza come più volte poi ha sottolineato
Se suo diciamo in modo autocritico determino
Innanzitutto un appiattimento
Delle retribuzioni
E non più governo delle retribuzioni in particolare dei livelli medio-alti dei lavoratori
E quindi diventano volo insieme
Volutamente
Oppure incoscientemente mi si passi l'espressione il sindacato che negoziano solo per una fascia che era quello più basso
Questo portò dopo qualche anno a non essere in grado di compiere il salto che era necessario a fronte di quei livelli di inflazione
Nel negoziato sulla scala mobile con la rottura che si determinò
Il quattordici febbraio con l'aggiunta del decreto ma qual è il dato oggi
A ventidue anni di distanza
Io vorrei che riflettessimo
Noi oggi abbiamo che il sindacato non contratta più insieme delle retribuzioni del mondo del lavoro non solo
Perché vi è stato un appiattimento
I livelli alti negoziano individualmente
Con forte discriminazione e comuni risultato
Sulla base dei dati mi riferisco ai dati di Banca d'Italia nello studio di Banca d'Italia settimana l'altra
Noi abbiamo che in questi anni
La distribuzione
Della ricchezza del valore aggiunto prodotto è passato da un settanta virgola uno per cento che era nel settantaquattro vado rapidamente a concludere
Al quarantotto per cento attuale
Era il cinquantatré per cento nel novantasei
Oltretutto quell'errore
Io non ho bisogno vi di riprendere il dibattito l'ora ad esempio
Dove operavo io facemmo il referendum e la maggioranza dei lavoratori era contro il punto unico di scala mobile oggi abbiamo questo risulta se noi noi pensiamo
La politica salariale di questi trent'anni non ritorneremo adesso è il sindacato che governa
I salari e quindi la distribuzione del reddito
Vorrei rapidamente
Perché sta diventando troppo lungo
Avviarmi ancora
A un paio di esempi lo lo citava
Anche questo Giorgio Benvenuto
Noi oggi abbiamo l'accesso
Non è ancora riuscito a compiere per la resistenza in particolare di una parte dei Paesi in particolare quelli dell'Est
Il salto per diventare una confederazione con potere negoziale a livello europeo
Ma lama fu determinante
Come segretario generale della FIOM nel mutare gli orientamenti della CGIL
L'Europa è uno dei valori fondamentali
Sul piano politico sul piano economico lo deve essere sul piano sociale
Ma senza che vi fosse stato quella battaglia che Luciano condusse
Nella CGIL
Nella federazione sindacale mondiale
Noi non avremmo
Compiuto quel passaggio che ci portò a costituire la Confederazione europea dei sindacati
Oggi sono in molti che siccome siamo a cinquant'anni
Dalla dall'intervento sovietico in Ungheria dicono che si è errato
Ma lama assieme
Ha diritto Rio
Non atteso ci si mosse in molte realtà si fece lo sciopero nella fabbrica dove lavoravo si fece lo sciopero contro l'intervento
Sovietico in Ungheria e senza la battaglia anche del sessantotto della CGIL contro l'intervento a Praga non si sarebbero create in quelle condizioni della costruzione di un processo di unità a livello europeo
Anche qui una visione
Di carattere internazionale
Ma avendo ben presente quali sono i presupposti e le condizioni per costruire questo processo
Vorrei finire
Ricordando un'ultima esperienza
Di Luciano lama
Quando
Al Senato
A fronte
L'incidente sul lavoro che provo quali tredici morti
Alla nei finali di Ravenna
Andammo unitariamente come CGIL CISL UIL a chiedere di avviare
Un'inchiesta parlamentare
Sulle condizioni di lavoro e sugli infortuni
Era la prima
Nel documento conclusivo nella relazione conclusiva Luciano dice
In Italia
Si va al lavoro come in guerra
Tant'è che il numero degli invalidi al lavoro
Nel mille novecento
Ottantotto anta nove quando concluso l'indagine
Sono di più di quelli chi erano gli invalidi di guerra in Italia dopo la seconda guerra mondiale
Quella conclusione Tasso trasferì sul piano politico istituzionale e parlamentare l'esperienza del sindacato
Non si limitò all'indagine
Non si limitò
A indicare gli obiettivi
Ma è lavorò assieme ai componenti della commissione presento all'unanimità otto progetti di legge anche qui guardando molto in avanti
Venti e una parte del sindacato non fosse d'accordo compresa una parte dalla CGIL
Che la soluzione doveva essere quella
Di avere in rappresentanza dei lavoratori della sicurezza con potere anche di bloccare la il lavoro a fronte della non sicurezza
Purtroppo solo nel mille novecentonovantaquattro con il recepimento della direttiva europea diventò legge
Ma che dice come in ogni passaggio
Ho incominciato dagli anni Cinquanta sono arrivato agli anni Novanta Luciano guardasse sempre molto avanti i suoi obiettivi e quindi
Valore
Radicali già nell'equità
Guardare sempre ai più deboli a chi e più a disagio e nel contempo operare
Affinché si realizzi la coesione e l'unità dell'insieme del mondo del lavoro
Ecco io credo
Che l'insegnamento che ci viene e chi è più che mai attuale denunciano
E quello di saper innovare
Non dimenticando mai
I più deboli
Massenet a questo va fatto perché vi sia sviluppo equità la coesione
La coesione ha come presupposto e come condizione
L'unità
E quindi anche la costruzione di un sindacato unitario pluralista
Democratico soggetto negoziale e politico ma autonomo indipendente dai partiti dai governi
Devo dire
E concludo veramente che vi sono due aspetti che indicano che questi insegnamenti spesso sono dimenticati
Ho fatto prima di nell'ultima legislatura il vice Presidenza della Commissione di indagine sugli infortuni
Nessuno ha saputo rispondere alla Commissione in quante aziende esistono i rappresentanti dei lavoratori della sicurezza a dodici anni di distanza dalla conquista della legge
Poi tutti quanti quando si richiamo al Presidente della Repubblica ci agitiamo ma nel contempo non si opera con coerenza
Secondo
Seguo con attenzione il dibattito ma vedo un'insufficiente confronto
Nel pro per avviare un nuovo processo di costruzione dell'unità sindacale
Che è uno degli insegnamenti
Deve la verità denunciano la
E Grazia Antonio Pizzinato e adesso per l'intervento direi quasi per la cucitura tra storia e attualità complessiva la parola l'intervento conclusivo la parola Maurizio Ridolfi
Ma io non so se sono in grado di fare questo
Però qualche riflessione ovviamente cerco di farla velocemente per quello che è possibile
Stanno scappando quindi cerchiamo di trattenerle per altri dieci minuti beh intanto noi storici abbiamo sempre da imparare quanto ci confrontiamo coi protagonisti come voi che avete
Come dire convissuto spesso compartecipato rispetto alle scelte che furono anche di Luciano Lama non soltanto di Cuccia non hanno e quindi questa è un'occasione che io e Lorenzo Berti uccelli che uno degli autori di questo volume che prima è stato ricordato che siamo siamo scoramento
L'altro l'altra considerazione che vorrei fare
E queste io sono d'accordo con Pezzotta occorre in questa come in altre occasioni consimili evitare il rischio incombente sempre presente dell'autoreferenzialità e dell'altro celebrazione
Credo e spero che questo volume sia andato oltre proprio perché eravamo consapevole io e i più giovani ricercatori che hanno fatto parte di questo gruppo
Di ricerca di lavoro e di studio che in fondo la figura di lama quando esce dalla segreteria della CGIL e siccome persona sconfitta
O in larga parte sconfitta rispetto a quelle aspettative che
Negli anni settanta erano maturate
E allora una delle domande che
Percorre i diversi saggi che hanno affrontato i diversi periodi li ha ricordato Pizzinato della vicenda
Molto lunga di Luciano Lama classe mille novecentoventuno e quindi resistenza lotte degli anni Cinquanta responsabilità dirigenziale a livello delle principali organizzazioni nazionali
Di categoria segretario per quindici anni parlamentare un uomo importante del suo partito non dimentichiamolo quando era deputato dal cinquantotto sessantotto e dopo Lollo l'ottantasei quando ritorno in
In Parlamento consapevole che Diversi delle sfide a cui la Roma cercò Luís e il gruppo dirigente della CGIL nel corso di anni Settanta di dare una risposta non è per una risposta e anzi probabilmente il trend il processo della storia d'Italia dalla dagli inizi degli anni ottanta ha preso un'altra un'altra direzione ecco allora davvero niente autocelebrazione
Ma il lavoro diciamo
Degli storici che vanno a vedere le carte devo dire la CGIL ha messo a disposizione senza né alcun problema tutto quanto era disponibile
Andando oltre l'ufficialità
E quindi oltre gli Atti dei congressi guardando i carteggi guardando le testimonianze cominciando a fare un vero una vera opera di contestualizzazione di questo personaggio negli anni della storia della Repubblica
E qui ha ragione e chi si in atto
Lama volente o nolente con alcuni altri personaggi non vorrei fare un elenco perché poi qualcuno mi rimane indietro ma insomma da da Danielli via a a Morro a a la Malfa e e altri ha fatto la storia dell'Italia repubblicana
Savino Pezzotta forse ricorderà proprio perché appartiene al suo mondo il l'articolo con cui
Luciano lama saluto Moro dopo la sua uccisione su rinascita
Presentando la tutti comunisti del tempo come uno dei padri della patria indiscutibilmente e anche coraggiosamente
C'era questa sensibilità la percezione delle scintille della storia e quali erano le spire della storia per l'Italia del secondo dopoguerra
Per intanto un'Italia contadina quella di Di Vittorio che era diventata unità industriale o addirittura tra la fine anni settanta la e gli anni Ottanta postindustriale con la crisi della
Cosiddetto fordismo insomma la centralità della grande industria nell'attività economiche anche
Italiana
E dall'altra parte la sfida europea lo ha ricordato dalla testa Pizzinato ma anche anche benvenuto dalla testa della FIOM prima poi dalla CGIL lama compio lucidità di altri diciamo la verità
Coglie nell'orizzonte europeo una delle sfide immancabili per la nuova identità del mondo sindacale il mercato non è più nazionale
è internazionale è in primo luogo europeo e quindi la sfida è a quel livello e a quel livello che l'organizzazione del mondo dell'avevo del lavoro devono tutelare interessi farsi anche parte
Parte politica
Ha ragione ancora Savino Pezzotta la storia dei leader dei grandi leader dei grandi uomini è in primo istanze in primo luogo la storia di come la loro umanità sia esso pesa anche dei Circuiti della politica della comunicazione
E allora è vero per la prima volta nella storia d'Italia l'arma era il sindacato vera rappresentava l'immagine del sindacato ovviamente
Insieme a Benvenuto insieme a Carniti insieme a tutti gli altri
Ma voi ricorderete chi ha qualche anno come me insomma quaranta cinquanta o anche di più nel corso degli anni settanta in televisione la grande stampa inseguiva Luciano lama per richiedere che cosa accadeva nel mondo del lavoro
Inseguiva Luciano lama inseguiva Giovanni Agnelli e spesso li metteva magari insieme per
Per un confronto per quelle Italia che sembrava cambiare in un certo modo e che poi non cambia o come abbiamo visto in quel modo che anche l'Ama
Auspicava e allora ecco l'importanza dei fondamenti dei valori
L'importanza del momento di formazione e tutti noi siamo operiamo in ragione della nostra formazione dei valori sui quali grazie ai quali ci siamo
Formati e allora i valori della Resistenza i valori della costituzione tornano continuamente non solo nella retorica pubblica di Luciano lama ma il suo modo di operare io non ho trovato prima degli anni Settanta se non forse con il il vecchio Terracini prima e poi Amendola dopo nelle fila comunista un'attenzione come Luciano lama l verso il tema all'importanza della Repubblica nel senso del dei principi della Repubblica da tutelare da difendere
Anche senza che il partito comunista fosse al governo
E rispetta i valori della costituzione come impatto sociale che prefigurava Ponto è vero non solo le regole del gioco a Costituzione in prima istanza
La somma dei diritti e dei doveri di una comunità ma dall'altra parte prefigura il possibile futuro e un futuro si spera che sia migliore rispetto a quel che non è altrimenti che futuro che futuro sarebbe ecco allora da questo punto di vista l'uomo l'uomo che si rese popolare io credo in nelle ma anche come nelle mia nella mia Romagna là dove veniva spesso era popolarissimo
Davvero c'erano le piazze ma al di là delle piazze le feste dell'Unità alle le campagne elettorali
Ed era io credo di poter dire una simpatia che andava oltre la sua militanza politica e sindacale
Proprio perché era l'uomo che acchiappava l'attenzione insomma io per quello che mi è capitato di conoscere questa impressione mantengo in
E conserva
Ecco allora che una delle sfide principali e davvero vista l'orario Andreia a chiudere la mia il mio intervento alle sfide principali
Che l'arma
Pose a se stesso il suo sindacato ingenerare sindacato italiano fu quello di trasformare diciamo così quello che una volta anche noi storici chiamavamo una sorta di massimalismo di corporativismo proprio di almeno una parte del sindacato nella consapevolezza che il lavoratore non è il solo da tutelare da difendere rispetto al contratto alle esigenze della vita diciamo che va migliorata
Ma è un cittadino e come tale va aiutato vai Ducato va portato ad assumere responsabilità civili e poi anche sociali
E poi anche politiche
Da questo punto di vista e davvero lama e il gruppo dirigente diciamo che si formò tra gli anni con la figlia di quaranta gli anni cinquanta e quindi trentine quindi altri non voglio qui ovviamente dimenticare dimenticare qualcuno be'questa lezione del sindacato come istituzione sociale capace di educare che era una delle caratteristiche di Giuseppe Di Vittorio ben rimasta è rimasta in Luciano Lama è rimasta nel gruppo dirigente della CGIL
Lo si è visto in tante occasioni per dirne una una nelle occasioni dei centenari delle camere del lavoro anche voi credo abbiate
Avuto manifestazioni ricerche occasioni ed incontro pubblico così come in tante città tante realtà è e accaduto questa idea per cui il sindacato anche deve anche assumersi la responsabilità di far sì che il lavoratore si sente partecipe come cittadino è frutto della storia del secondo dopoguerra
Non solo della CGIL badate bene
Andiamo oltre come cercavo di dire all'inizio l'autoreferenzialità perché la storia del sindacato sempre di più non può non essere la storia del movimento sindacale nella sua interezza
E qui devo dire la verità a volte i centenari ci hanno un po'ricondotto dentro la storia del della CGIL più di quanto non fosse necessario uscirne per mettere insieme la storia
Di tutto il mondo il mondo sindacale mamma altrove invece questo è anche è anche accaduto e la figura di lama si presta per questa operazione che culturale che politica sicuramente ne siamo ne siamo consapevoli dopodiché diversi delle sfide
Che l'Ama pose a se stesso al suo sindacato e complessivamente al mondo sindacale sono ancora lì sono ancora le intanto il problema dei gruppi dirigenti ricordava Pezzotta
Chi è stato leader CGIL della CISL e la UIL secondo dopoguerra per i primi venti trent'anni ieri in qualche modo figlio della Resistenza
Dagli anni Settanta in amante i gruppi dirigenti sono in re in sostanza molto spesso il riflesso delle lotte nel sessantotto e sessantanove
Oggi i gruppi dirigenti delle delle dei sindacati che cosa sono sono il riflesso di qualcosa del passato anche prefigurano nuovi gruppi dirigenti per le sfide del del nuovo secolo questa è sicuramente una delle domande forti credo che chi lavora nel modus del sindacato ovviamente si starà già già ponendo da questo punto di vista l'ultima riflessione noi storici diciamo modestamente lavorando sulle carte sulle fonti speriamo di contribuire ad allargare l'orizzonte delle domande
E magari anche a prefigurare qualche risposta in più
Nella consapevolezza di questo credo Lorenzo Bertoncelli con me insomma sia sia partecipe
Che la storia del sindacato sempre di più non può non essere anche la storia di una parte importante della Repubblica
Dobbiamo smettere di pensare di fare le storie singole dell'uno o dell'altro sindacato la storia del sindacato che vuol dire la storia del mondo del lavoro
Che vuol dire oggi la storia di dieci milioni di iscritti e negli anni scorsi forse erano di più o comunque erano sempre tanti è una storia che deve entrare
Pienamente e compiutamente nella storia della repubblica perché lo dico perché penso così non è stato perché spesso la storia del sindacato rimasta in margine Moroni è stato qualcosa di troppo autoreferenziale
La figura di lama credo permette di superare in modo spero definitivo questi ultimi steccati diciamo del passato
E di ricollocare compiutamente la storia del mondo del lavoro al centro della nostra riflessione della storia di tutta di tutto la Repubblica vi ringrazio
Bene io voglio davvero ringraziare di cuore Savino Pezzotta Giorgio Benvenuto Antonio Pizzinato e Maurizio Ridolfi
Credo che si possano davvero chiudere così il
Paese ha bisogno di un sindacato unito forte moderno e coraggioso e io credo che il sindacato e il Paese
Avrebbero ancora bisogno di quel coraggio della tempra sindacale e politica e morale di un uomo come Luciano lama grazie