17 SET 2006
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - RADIO - 20:32 Durata: 1 ora 58 min
A cura di Guido Mesiti e Iva Radicev
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 17 settembre 2006 , condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Marco Pannella.

Tra gli argomenti discussi: Anticlericalismo, Benedetto Xvi, Bush, Cattolicesimo, Chiesa, Cina, Decessi, Destra, Economia, Esteri, Fallaci, Fini, Francia, Giornalisti, Governo, Informazione, Integralismo, Islam, Israele, Italia, L'unione, La Rosa Nel Pugno, Laicita', Lavoro, Libano, Medio Oriente, Montanelli, Nonviolenza, Pace, Parlamento, Partito Democratico, Partito Radicale, Pena Di Morte, Pensioni, Politica, Previdenza, Prodi, Radio
Radicale, Riforme, Ruggiero, Sarkozy, Unione Europea, Usa, Vaticano, Vespa, Vigilanza, Zanone.

La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 1 ora e 58 minuti.

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  • Sommario degli argomenti

    Marco Pannella

    (LA ROSA NEL PUGNO)

    20:32 Durata: 1 min 37 sec
  • Le pensioni

    Le pensioni. «Il problema che pongo, dopo 25 anni che lo pongo, non viene colto nemmeno dalla nostra area», osserva Marco Pannella. «Eppure riguarda il 25-30% della popolazione italiana». L'informazione. «La democrazia è un problema di tecnica di convivenza, finisce per essere una tecnologia. Se di un'idea si parla, si permette di detestarla, contestarla o appoggiarla, ecco che abbiamo una struttura che unisce attorno, contro o per delle idee, il pensiero e la vita della gente». Il lavoro oltre i sessantacinque anni. Le osservazioni di Daniele Capezzone, d'altra parte, l'impasse del Governo. «La sinistra liberale rappresenta la vocazione riformatrice che riformismi e massimalismi hanno mancato di realizzare in modo puntuale nella società contemporanea». L'informazione alla Bruno Vespa. «Ostile alle idee». Le sette-otto righe che Romano Prodi firmò nel dicembre del 1994 insieme ad altri economisti contro Silvio Berlusconi che non aveva inserito nella Finanziaria la riforma delle pensioni (e altro). L'impudicizia avuta allora da Romano Prodi.
    20:33 Durata: 13 min 16 sec
  • La situazione in Medio Oriente e i due volani della proposta di Marco Pannella

    L'assenza di pudore del centrodestra. Gli attacchi del centrodestra al Governo senza proporre un'alternativa, come invece fanno i Radicali. Questo vale per la fiscalità, ma anche per la pace. «Sulla pace un conto è proporre strutture di pace, un altro è ripetere 'pace, pace, pace', ovvero il Miserere con cui si accompagna il destino alla guerra e alla violenza». Il Grande satyagraha mondiale e la proposta per Israele nell'Unione Europea ripresa da Furio Colombo, da Adriano Sofri e da Renzo Foa (una penna di destra). L'impegno in questo senso di Renato Brunetta al Parlamento europeo. E tuttavia, spiega Marco Pannella: «Oggi, l'entrata di Israele nell'Unione Europea, ha valore strumentale rispetto alla nostra iniziativa». L'iniziativa del Partito radicale transnazionale. La dizione di Prossimo Oriente, piuttosto che di Medio Oriente. L'apporto del Manifesto di Ventotene (che anche Barbara Spinelli legge poco). Nell'Europa unita sotto il Nazismo, mentre l'altra Europa è unita sotto il Comunismo, gli autori del Manifesto in tre anni capiscono che l'unica cosa che devono fare è l'Europa. «In dodici anni, eravamo nel 1994, nasce l'Europa», racconta Pannella. «In dodici anni nasce il miracolo europeo, che oggi ha finito di nascere, perché l'Europa sta diventando l'Europa delle Patrie...». E continua: «... l'Europa gollista amministrata delorsianamente dal cattolico-socialista Delors, nient'affatto liberale e nient'affatto federalista come concezione, che batté Altiero e che batté noi, batté il Parlamento europeo con l'Atto unico del Lussemburgo, in un momento in cui il governo Craxi-Andreotti ci aveva seguito. Fu un semestre straordinario la presidenza italiana, sia per il grande contributo che il ministro Andreotti diede all'inserimento di Portogallo e Spagna (fu una cosa davvero maieutica, poderosa!), sia perché Craxi e Andreotti vollero imporre o proporre la riforma spinelliana del Parlamento Europeo contro quello che invece poi è successo». Dunque, osserva Pannella: «Dopo avere detto e ripetuto questo, è possibile che non riesco - anche qui, da lustri - perché forse sono arteriosclerotico oggi, ed ero eccessivo ieri, è possibile che non riesco, come sulle pensioni, a fare circolare un'altra idea?». L'idea è la seguente: «Abbiamo una struttura di guerra che produce guerra, mutiamola in una struttura di pace». Pannella si rivolge in particolare a Renzo Foa e a [Roberto?] Arditti. «La semplice proposta di Israele nell'Unione Europea, per la pochezza strategica e anche ideale della classe dirigente di Gerusalemme, e non parliamo di quella di Bruxelles, è bloccata». Ci sono, dunque, due cose da fare: «Uno. Bisogna farla finita con questa pochezza nobile e tragica di uno Stato che occupa lo 0,2% di un territorio, quello del Prossimo Oriente, la cui popolazione, vista con tutte le sue componenti, è l'1,3%, proprio questo Stato mantiene la proria sovranità nazionale assoluta, mentre abbiamo 25 Stati moderni - ma stanno per diventare 29-30 - che rinunciano alla sovranità nazionale assoluta e non ce l'hanno, e la mettono in discussione attraverso un procedimento che oggi a nostro parere appare smarrito, e diventa dunque la somma delle sottrazioni dei poteri delle burocrazie nazionali, e ha perso il suo slancio». Parentesi: i sondaggi tra gli italiani sull'Unione Europea: «Anche su questo un dibattito bisognerebbe aprirlo». Le posizioni della destra a riguardo. Le posizioni di Nicholas Sarkozy in Francia. Osserva Pannella: «Sarkozy usa la bandiera gollista contro Chirac, che, notoriamente, è a sua volta un gollista». De Goulle e Delors. Il fascino di Sarkozy su Giulio Tremonti e su Francesco Rutelli, che però è ancora molto legato ai democristiani francesi. La figura di François Bayrou. «Siamo in una situazione - afferma poi Pannella tornando all'attualità del Medio Oriente (o Prossimo Oriente, come preferisce dire Pannella) - in cui la guerra è probabile che scoppi». Osserva: «Il povero Papa ha buttato un cerino e sembra che abbia detto chissà che. Alla lettera Benedetto XVI ha anche ragione. 'Ho citato Paleologo, ho citato una cosa dell'Altro Oriente', ha detto». Pannella chiarisce quel che ha appena detto: «Attenzione, non ho detto che Benedetto XVI aveva ragione. Ho detto che nel momento in cui c'era nel Medioevo il dibattito sulle religioni, rispetto a Maometto c'era Paleologo che diceva queste cose. Quello che io dico è che, anche una cosa che alla lettera si può [comprendere], è un cerino buttato sulla cosa». A questo punto Pannella ritorna sui due volani della sua proposta: «Uno. Bisogna che l'opinione pubblica democratica tolga a Israele questa maledizione della sovranità assoluta. Poi, a questo punto bisognerà capire se tutti coloro che dicono che il guaio è Israele, ci daranno torto o meno. Due. Il secondo volano riguarda molto tutta la nostra sinistra, e anche il centro. E' questa storia di 'Due popoli, due Stati', perché 'il popolo ha diritto allo Stato'. Tutta la produzione da quarant'anni, la Dichiarazione dei diritti dell'uomo, quella europea, parlano sì di cose molto importanti, dei nuovi diritti naturali, storicamente acquisiti dall'umanità, dalle donne e dagli uomini, e della libertà e della democrazia. La rivendicazione dello Stato, invece, è una rivendicazione degli Anni Venti, degli Anni Trenta, Tardo Quaranta, perché omogenea a quella dell'imperialismo sovietico. Ma non è vero, non c'è questo diritto. C'è un diritto sì, quello proclamato. Il diritto della donna e l'uomo alla libertà, alla responsabilità, alla dignità, e quindi a una amministrazione pubblica che garantisce queste cose. Ma guai a dire che hanno diritto a uno Stato quale che sia, magari totalitario, perché è vietato dalla legalità che deve essere fatta vivere». L'assenza di dibattiti in merito. L'eccezione, peraltro parziale, di Renzo Foa (a destra). Di queste proposte, aggiunge poi Pannella, non si è dibattuto alle feste della sinistra. Pannella non ha ricevuto nemmeno l'ombra di un invito a uno dei dibattiti estivi.
    20:47 Durata: 20 min 27 sec
  • Benedetto XVI a Monaco e a Ratisbona

    La citazione di Manuele II Paleologo fatta a Ratisbona da Papa Benedetto XVI, durante la visita in Germania e prima della visita in Turchia. Il «No Taliban, No Vatican» dei Radicali. Il feticismo, l'idolatria per l'embrione di Joseph Ratzinger. La distanza tra il discorso di Monaco e quello di Ratisbona. «Quando un religioso perde l'essenza della religiosità diventa un po' disperato», spiega Marco Pannella. E aggiunge: «Questi sono tremendi perché stanno dando i colpi di coda, stanno morendo e se ne rendono conto e allora preferiscono morire assassinando tutti i nemici». «Abbiamo una situazione - continua Pannella riferendosi alle proteste in Medio Oriente - nella quale, se butti un fiammifero perché ti sei acceso una sigaretta, rischi di vedere esplodere tutto». Il colabrodo [lo scolapasta] sulla testa di Marcello Pera. Le riconversioni di Giuliano Ferrara senza mai una conversione. "Il dramma dell'umanesimo ateo" di Henry De Lubac.
    21:07 Durata: 7 min 11 sec
  • Fassino, il progetto del Partito Democratico e il ruolo della Rosa nel Pugno

    21:14 Durata: 9 min 51 sec
  • La missione del Governo italiano in Cina

    21:24 Durata: 4 min 52 sec
  • La nomina dell'ambasciatore Ruggiero a consulente del Presidente del Consiglio per la Costituzione europea

    21:29 Durata: 6 min 17 sec
  • La crisi e gli interrogativi intorno alla Rosa nel Pugno

    21:35 Durata: 24 min 2 sec
  • La presidenza Bush e la politica estera americana

    21:59 Durata: 12 min 52 sec
  • Il Grande Satyagraha per la pace promosso dal PRT

    22:12 Durata: 3 min 38 sec
  • La Commissione Parlamentare di vigilanza dei servizi radiotelevisivi e il servizio pubblico di Radio Radicale

    22:16 Durata: 4 min 14 sec
  • La scomparsa di Oriana Fallaci

    22:20 Durata: 4 min 54 sec
  • Gli appuntamenti politici della prossima settimana

    22:25 Durata: 4 min 55 sec