Rassegna stampa estera del 29 settembre

Buongiorno agli ascoltatori di radio radicale venerdì ventinove settembre a questo l'appuntamento con la rassegna dei quotidiani internazionali a cura di David Carretta in apertura questo ci occuperemo
Di univa che del famoso apporto dell'intelligenza americana secondo cui cerca guerra in Iraq a provocato un monumento del terrorismo si tratta di una nuova occasione soprattutto per i giornali
Liberal di chiedere il ritiro americano alcuni esempi
Che riproporremo l'International Herald Tribune un editoriale dal titolo quel che dice il rapporto non è un segreto signor Presidente del Guardian che parla di osservazioni
Intelligenti Libération che titola Bilancio spaventoso di tutt'altro tono invece il Washington post in un suo editoriale
Ieri che va oltre la singola frase sulla omento del reclutamento degli jihadisti elegge più approfonditamente tutto il rapporto si tratta di una buona valutazione secondo il posto ci occuperemo poi di ognuno delle grandi manovre per la successione di Kofi Annan il candidato favorito il sud coreano Ban Ki Moon noi riproporremo un pezzo dalle monde Point alcuni con menti che riguardano anche l'efficacia nella prima de la principale istituzione internazionale le Nazioni Unite appunto ci soffermeremo sul Washington post
Sul New York Times e poi un un bell'articolo di di Thomas Friedman dall'International Herald Tribune
Che sottolinea creazioni te sono piene di dittatori che la malattia più infettiva oggi nel Petro l'autoritarismo l'autoritarismo del petrolio
Parleremo anche di unione europea ieri vedevano tutto conto dell'intervista al Financial Times stia Moon Bonino sulla questione dei dazi anti dumping sulle scarpe cinesi e vietnamite
Il ministro per il commercio internazionale rifiuta di essere bollata come protezionista
Mi fa una certa insomma un aggiornamento in un articolo in cui racconta anche alcuni retroscena ve lo proporremo in chiusura poi parleremo di Francia nel mezzo sta l'ex primo ministro socialista che ha già corso due volte per le presidenziali ha rinunciato corre per una terza volta ne parla le mondi oggi nel suo editoriale dal titolo la Scelta di sono sparse ma partiamo
Dall'Iraq dagli Stati Uniti dalla polemica relativa al rapporto prima segreto e poi in parte reso pubblico dall'Intelligence americana secondo cui la guerra in Iraq avrebbe aumentato il rischio di terrorismo meglio il reclutamento di jihadisti è una nuova occasione per i quotidiani liberal richiedere il ritiro americano dal paese
Alcuni esempi l'International Herald Tribune con il suo editoriale di ieri dal titolo quel che dice il rapporto non è un segreto signor Presidente
Secondo il Tribune più gli Stati Uniti combatteranno in Iraq più la guerra continuerà questa l'unica conclusione logica del rapporto dell'Intelligence che Bush ha finalmente declassificato
Dopo che il New York Times lo aveva svelato il Guardian titolo del suo principale editoriale di ieri osservazioni intelligenti intelligenti perché perché
I servizi di Intelligence si sono rifatti una verginità con questo rapporto dopo essersi sbagliati sulle armi di distruzione di massa questa volta hanno ragione hanno ragione perché hanno contraddetto clamorosamente la versione di Bush sullo stato dell'arte in Iraq affermando che il paese è diventato una causa Celebre per lui jihadisti
E questo rapporto dimostra che il Presidente americano il primo ministro britannico Tony Blair avevano torto pretendendo che l'Iraq ha contribuito a difendere le democrazie dagli attacchi
Terroristici
Toni analoghi ritroviamo su Libération ieri il un editoriale dal titolo Bilancio spaventoso un diplomatico europeo a Baghdad recentemente riassumeva così la situazione in Iraq gli americani partono in disastro se restano la situazione si aggraverà
Questa scelta tra due cattive
Soluzioni secondo riveda la misura della trappola in cui Bush si è gettato da solo e di cui non riuscendo a uscirne fa finta di controllare l'evoluzione con aplomb il presidente americano continua a proclamare la vittoria della guerra contro il terrorismo
Ma in realtà i suoi stessi servizi di Intelligence affermano il contrario con le elezioni di midterm di metà mandato tra sei settimane Bush riesce ancora ad addormentare una parte della sua opinione pubblica
Ma il numero delle vittime americane in Iraq appena superato quota due mila settecento la guerra civile che la si voglia chiamare così o no è in corso tra le comunità in seno ciascuna comunità irachena se ci si limitasse alla sulla situazione Terna all'Iraq il bilancio sarebbe già di per sé spaventoso scrive ancora Di Biasio diventa ancora peggiore quando si analizzano le conseguenze regionali o internazionali del fiasco iracheno un regalo fatto si tratta di un regalo fatto all'Iran nel suo tentativo di diventare una potenza e si tratta di un set di aiuto per il movimento jihadista nel mondo Bush e il suo inamovibile complice Donald Rumsfeld hanno senza dubbio commesso un profondo errore storico
Un errore che il popolo iracheno che si è coraggiosamente creduto liberato da un sinistro dittatore paga oggi a caro prezzo e di cui il mondo non finisce di subire l'impatto negativo così Di Venanzio
Di tutt'altro tono il Washington posto che va oltre una frase su sulla Jiangsu jihadisti
Elegge più approfonditamente famoso rapporto nel suo primo editoriale di ieri una buona valutazione la pubblicazione
Del rapporto dell'Intelligence sul terrorismo con globale destinata a illuminare il dibattito in campagna elettorale secondo il quotidiano di Washington che scrive anche se scredita almeno un po'la retorico presidenziale Bush ha fatto bene a declassificare pubblicare il la più recente rapporto tra comunità di Intelligence sul rischio
Di terrorismo globale el sommario di tre pagine di giudizi chiave originariamente consegnato alla Casa Bianca in aprile fornisce un resoconto chiaro ragionato il sobrio sullo stato della minaccia dell'estremismo islamico cinque anni dopo l'undici settembre
E la sua pubblicazione destinata ad approfondire più che ai fan a infiammare il dibattito Washington perché perché c'è una cattiva notizia nel rapporto cioè che le agenzie di intelligence americane ritengono che il numero degli jihadisti islamici stia crescendo e che la minaccia si stia diffondendo in molti Paesi in particolare in Europa
Il conflitto iracheno è diventato una causa Celebre per questi militanti dice il rapporto e la Jihad in Iraq sta allevando una nuova generazione di leader terroristici di cellule operative
Sì attualità in continueranno il rapporto predice un momento degli attentati in tutto il mondo questo va sì nella direzione opposta rispetto le conclusioni del Presidente Bush sul fatto che gli Stati Uniti sono più sicuri oggi di quanto lo fossero cinque anni fa e che l'Iraq ha contribuito a combattere il terrorismo
E grandi fatti il presidente non sembra voler accettare la conclusione degli esperti mentre i democratici usano questo rapporto come prova che dirà che è stato una catastrofe
Ma c'è un problema soprattutto per cui leader democratici che dicono che la soluzione in Iraq e il ritiro dei soldati americani il rapporto sul sostiene da questo punto di vista quel che dice Bush e cioè che l'Iraq e oggi il fronte centrale nella guerra contro il terrorismo un successo degli jihadisti anche se solo percepito avrebbe come conseguenza di ispirare altri combattenti nel continuare altrove la lotta dicono
Gli esperti di Intelligence
La valutazione del rapporto tuttavia vanno meno al di là dell'Iraq e della cacofonia della campagna elettorale
Per le elezioni di midterm la più potente arma nella guerra contro il terrore dice non è il successo militare in Iraq con la cattura dei leader di Al Qaeda ma la corre la la da principale corrente dell'Islam la maggioranza dei musulmani rigettano le soluzioni politiche estreme di Al Qaeda e dei suoi alleati
E lo farebbero con maggior forza se fosse risolto finalmente il problema delle riforme democratiche nei paesi a maggioranza musulmana
La missione americana in Iraq dopo il rovesciamento di Saddam Hussein si è data proprio questo obiettivo riforme democratiche in uno dei più importanti Paesi musulmani al mondo
E può essere anche vero che ritirarsi dal Medioriente significherebbe ridurre il numero di estremisti islamici reclutati ma chi ha letto attentamente il rapporto dell'Intelligence sa che la guerra contro il terrorismo non può essere vinta ritirandosi così
Il Washington post di ieri ci spostiamo vogliamo parlare di onde le grandi manovre per la successione di Kofi Annan
Prevista per il trentun dicembre che aprono anche nuove riflessioni sull'efficacia delle nazioni unite le monde ieri pubblicava un'intervista Ban Ki Moon
Sostenuto da Washington e favorito per succedere a Kofi Annan a questo il titolo al ministro degli Esteri sudcoreano emerso come favorito alla vigilia di un'elezione informale ma potenzialmente decisiva Ban Ki Moon
Ha beneficiato dell'appoggio discreto degli Stati Uniti non sembra suscitare l'opposizione dei quattro altri membri permanenti del Consiglio di sicurezza
Perché sostegno di Washington perché Brembana fa campagna sul tema caro agli Stati Uniti per la riforma dell'ONU ed è a favore di un cambiamento di cultura tale da risollevare
La professionalità e l'integrità dell'organizzazione soprattutto vuole ridurre dice alle monde le incomprensioni tra l'ONU e negli Stati Uniti a proposito di questa candidatura
Il Washington post ieri pubblichiamo un commento di Jim Homeland desideri rischiosi alle Nazioni Unite
Attenti a quello che dite di volere questo l'avvertimento del columnist
In particolare agli Stati Uniti perché il rischio è che Lu otteniamo attrice gli endo di sostenere Ban Ki Moon Bush potrebbe favorire l'arrivo di un altro bastone attore
Dopo Coffey Annan invece che di uno scudo difensivo per gli interessi e la politica
Negli Stati Uniti più in generale sull'uomo il mio al Times ieri pubblicava un intervento di un ex ministro degli esteri afgano Ashraf acefala Ashraf Gani
Clima di sfiducia questo è quanto si respira aria irrespirabile alle Nazioni Unite i problemi interni all'ONU hanno screditato l'autorità morale l'efficacia dell'organizzazione
Organizzazione che deve godere di fiducia per raggiungere il consenso di agire nelle sfide più importanti questa perdita di fiducia è percepita innanzitutto nei Paesi poveri
In particolare perché non c'è più quello spirito di riforma che doveva caratterizzare l'ultimo anno della segretario generale Coffey Annan
Perché anche il clima di sfiducia al perché forse lo scopriamo sull'International Herald Tribune di ieri che pubblicava un intervento di Thomas Friedman è piena di dittatori per la malattia più effettiva di oggi è il Petro l'autoritarismo l'autoritarismo
Del petrolio l'articolo comincia con tre esempi per l'appunto un usi anni quello del dittatore venezuelano Hugo Chávez il cui Paese è ricco di petrolio e che si è rivolto alla all'Assemblea generale
Per l'ONU facendo ridere i delegati dicendo che Bush era passato il diavolo era passato di lì
Qualche ora prima c'era ancora puzza di zolfo poi c'è Ahmadinejad il dittatore iraniano anche lui molto ricco in termini petroliferi che nonostante la negazione dell'Olocausto è stato ricevuto da tutti alle Nazioni Unite anche al Council
For International relationship e poi la Cina che blocca l'invio di una missione di peacekeeping
Nel Darfur per fermare il genocidio per i suoi interessi petroliferi in Sudan il petrolio è a sessanta settanta dollari el Petro l'autoritarismo si diffonde in tutto il mondo scrive
Friedman
Vogliamo parlare anche brevemente Jim Unione europea ieri ne abbiamo dato conto dell'intervista dell'altro giorno al Financial Times Emma Bonino sulla questione dei dazi anti dumping sulle scarpe cinesi e vietnamite
Bonino
Si rifiuta di essere bollata come protezionista ci sono delle novità riportate dallo stesso quotidiano della City
Con la data di ieri l'Unione Europea rinvia il voto sui dazi per le scarpe asiatiche
Ma che mi mercanteggiamento i tre governi europei sui dazi anti dumping ci sono intensificati mentre gli Stati membri hanno rinviato il voto di un'altra settimana
Le pressioni su Cipro da parte dei suoi partner mediterranei però sembrano pagare il Paese potrebbe appoggiare i dazi su bloccando quindi la situazione a favore tra l'altro di Emma Bonino dell'italianità nel Portogallo dicono che queste misure sono vitali per proteggere le loro industrie la questione è diventata un simbolo di divisione tra gli Stati liberali del nord in membri del sud che vogliono più protezione per le loro imprese locali
Vediamo i retroscena perché dice il Regno Unito che dovrebbe essere liberale offerto comunque sostegno all'Italia in cambio dell'appoggio di Roma
Su una versione più liberale della direttiva sull'orario di lavoro ma l'offerta non ha avuto successo
Tagli invece in realtà dobbiamo precisare abbastanza liberale in questa battaglia perché le regole di mercato vanno rispettate soprattutto quando ci dumping ad ogni modo l'altro giorno l'Italia è stata accusata di sacrificare i diritti umani in Bielorussia per ottenere il sostegno di altri paesi sui dazi
La sua astensione in un voto martedì ha portato la bocciatura della proposta di instaurare sanzioni commerciali contro l'autoritario regime un bielorusso
I paesi della Bielorussia vicini alla Bielorussia come Polonia e Lituania piano ampi interessi commerciali hanno votato contro le sanzioni europee
E l'astensione dei tagli è stata cruciale ma un diplomatico Lituania a negato un legame tra le due questioni
Così il Financial Times che lancia questo Schopp sospetto sull'Italia
Sempre a proposito di Europa altre due segnalazioni la prima riguarda l'Europa diciamo che la giustizia dalle mondi oggi un'analisi di Thomas ferendo ci dov'è finito lo spirito di Tampere si chiede il quotidiano francese
Tampere come altre città il simbolo di di di una politica comunitaria quella nel settore della giustizia degli affari interni include asilo immigrazione cooperazione giudiziaria e poliziesca ricorda le monde a Tampere che nel novantanove i paesi europei si erano andati un programma ambizioso di coordinamento armonizzazione delle loro politiche in materia
La volontà c'era così come la consapevolezza che i progressi sarebbero stati difficili ma oggi questo movimento sì esaurito tanto che la scorsa settimana in una riunione a tanti racconta le Monde
Le cose sono andate piuttosto male la Finlandia che è presidente di turno dell'unione si attendeva da altri Paesi membri un segnale chiaro di buona volontà comunitaria
Per esempio dicendosi pronta dai pronti ad aiutare Spagna Italia e Malta far fronte alle ondate di immigrati o ancora chattando che in materia di cooperazione giudiziaria e poliziesca le decisioni fossero prese la maggioranza qualificata e non più all'unanimità cosa che paralizza l'azione comunitaria
Ma le attese sono andate deluse
Inattesa di un eventuale rilancio dei negoziati sul Trattato costituzionale la maggior parte degli stati membri Poli conservare il diritto di veto su questioni che ritengono di loro sovranità insomma conclude le Monde come sottolinea giustamente Daniel Cohn Bendit nell'Europa allargata alla rinazionalizzazione del pensiero e delle pratiche guadagna terreno
L'ultima segnalazione sull'Europa e più in generale gli equilibri Jo strategici dalle figlie o un'analisi di Alex sono ad le che come spesso gli capita traccia uno scenario alquanto improbabile che però coincide con i suoi sogni in cosa parla Laird la nuova Alleanza dei tre imperatori chi sono i tre imperatori Francia Germania Russia
L'alleanza dei tre imperatori con la storica Germania Russia Austria Ungheria era agli occhi di Bismarck la formula magica che avrebbe assicurato
L'organizzazione dell'Europa continentale equilibrato i rapporti della vecchia Europa derivasse regime con un mondo anglosassone padroni dei mari infondato sull'avvicinamento delle due sponde dell'Atlantico
Nell'incontro di questa settimana tre tra Francia Germania e Russia questa volta con la nuova cancelliera Angela Merkel si è avuto il sentimento che una formula del del genere sia nell'aria di questo inizio di ventunesimo secolo così
All'ex ante le su finiamo di ieri chiudiamo con la Francia le elezioni presidenziali giostraio nello spararle ex primo ministro che ha già corso due volte due volte sconfitto nel due mila e due
Al primo turno pensate un po'da insomma dei l'ottenne che finalmente annunciato di rinunciare a una terza candidatura ne parla le monde nel suo editoriale in cui si elogia la scelta per l'appunto di lo sparo questo il titolo risaltano sarà per la terza volta candidato alla Presidenza della Repubblica
La rinuncia dell'ex primo ministro gli è costata molto tanto sembrava deciso ricco tornare con l'obiettivo di sbarrare la strada la favorita dei sondaggi cioè Ségolène Royale
Ma contribuendo a non dividere il Partito Socialista ruspante ha effettuato un'uscita dalla politica attiva ricca di dignità elevando l'ipoteca della sua candidatura l'ex primo ministro si mette in posizione di tornare ad essere ascoltabile nel dibattito di pesare nella riflessione nel partito socialista così le mondo noi abbiamo concluso
The David Carretta una buona giornata l'ascolto di radio radicale