Cooperazione e sindacato: impresa e lavoro da sempre per la crescita del Paese

Buongiorno
Buongiorno a tutti stiamo per iniziare vi chiediamo ancora qualche attimo di pazienza
Stanno
Per arrivare ormai i nostri protagonisti della odierna giornata
Pazienti amo ancora
Un po'
Ecco vera arrivati ai nostri due protagonisti entrano in sala Guglielmo Epifani e Giuliano Poletti
Che chiamo immediatamente alla presidenza Guglielmo Epifani e Giuliano Poletti
E insieme il giornalista Bruno Manfellotto
Direttore de il Tirreno
Il segretario della CGIL regionale Luciano Silvestri
Il professor Alceo rio osa docente di Storia contemporanea all'Università degli Studi di Milano
Prego
Di accomodarsi alla presidenza
Per iniziare poi i nostri lavori
Bene
Sistemata la presidenza un ringraziamento di nuovo a tutti ad iniziare dai nostri ospiti un saluto particolare
Alle tante personalità che hanno voluto partecipare questo nostro evento in particolare onorevoli senatori presenti davvero in cara numero e naturalmente tutti tutti i nostri presenti
La mattinata si svolge con alcuni brevissimi saluti per passare poi la parola per una prolusione al professor iosa
Subito dopo i saluti del sindaco di Firenze
E del presidente della regione Toscana che ci raggiungeranno e che fin d'ora ringraziamo
La consegna dei due pergamene ai nostri protagonisti
E naturalmente poi presieduta e coordinata dal moderatore di turno il direttore del Tirreno Manfellotto la tavola rotonda ovviamente il momento importante anzi centrale della nostra mattinata
Io passerei subito con la parola all'Luciano Silvestri per un saluto di introduzione diciamo ai temi di questa nostra giornata Luciano
Saluto volentieri
Tutti coloro che hanno accolto l'invito a partecipare
A questa iniziativa che ritengo
Peraltro molto significativa
Noi sostanzialmente con quella di stamani
Mettiamo in evidenza due storie importanti
Che hanno attraversato
Per tutto il Novecento
La storia del movimento operaio del movimento sindacale e devo dire anche dell'intero Paese
Storie
Che si sono intrecciate peraltro in tanti episodi
Cooperatori che hanno fatto i sindacalisti sindacalisti della CGIL che hanno fatto i cooperatori
Insomma un intreccio
Che
è testimoniato anche dalle vite delle persone che hanno rappresentato queste due organizzazioni storie diverse e tanti valori comuni
La solidarietà in primo luogo penso alla mia città piombino dove credo una delle prime cooperative
Che è nata
Si chiamava per l'appunto la proletaria
E nacque come come figlia di una vicenda talvolta dolorosa
Le crisi di allora del mio dell'industria siderurgica
E nacque come
Come in organizzazione innanzitutto operaia
Per sostenere le famiglie di al dell'epoca e e da quel germe poi è nata un'esperienza altrettanto importante
Penso alle tante cooperative
Che sono nate in Toscana
In un'esperienza inedita quella che ha utilizzato più di ogni altra esperienza l'allora legge Marcora e che si è fatta carico negli anni novanta
Di intervenire laddove i processi talvolta pesanti di ristrutturazione di crisi aziendale
Mettevano in ginocchio intere famiglie e da e dal e da quelle rapporto straordinario fra CGIL e cooperazione abbiamo saputo utilizzando appunto strumenti che di cui disponevamo
Risolvere anche per questa via crisi che all'epoca si sono presentate crisi profonde importanti
Quindi nel bene e nel male anche da questa tratto storico della nostra regione emerge come queste due storie si sono via via andate intrecciato valori comuni
Che non hanno impedito talvolta anche confronti sindacali
Come naturale che sia laddove comunque i due interlocutori si confrontano ma in ogni caso anche nei momenti più aspri di questo confronto
Sì fra CGIL legarsi anche litigato
Ma nonostante questo si sono fatti accordi si fanno accordissimi collabora assieme sui tanti campi come ad esempio quello che riguarda i valori che hanno attraversato l'esperienza di questi due organizzazioni penso alla cooperazione internazionale penso
Alle tante iniziative che assieme su questo versante della solidarietà CGIL coppe hanno saputo mettere in campo
Oggi naturalmente ci sono nuove sfide da affrontare penso a quella di grande attualità che riguarda il bisogno da tutti noi sentito di riprogettare questo Paese
Ci sono nuove sfide
E insieme ancora una volta abbiamo cercato dai nostri punti di vista di osservazione diversi dalle nostre esperienze tuttavia di affrontarle tenendo ben fermo tre questioni che io ritengo assolutamente importanti risanamento equità e sviluppo
E proprio rispetto a questi tre
Cardini delle al così rappresentativi di come le vicende talvolta drammatiche di questo Paese sta il punto di vista del lavoro si presentano io credo che possiamo continuare a fare
Ancora un bel pezzo di tratto di strada assieme
Sì insieme possiamo fare molto due organizzazioni di massa contanti scritti con tanti soci quindi fortemente rappresentative della realtà
Concreta del Paese
Con questa augurio che
Guarda soprattutto al futuro io ho voluto appunto così introdurre questi i nostri lavori e salutare i presenti e naturalmente
Un augurio a tutti noi di buon lavoro in una occasione che riteniamo importante e che la Toscana naturalmente si sente in qualche modo orgogliosa di ospitare grazie
Grazie Luciano primati portare anch'io un saluto a nome dei Legacoop toscana riprendo a salutare alcune presenze
In particolare sono qui presenti consiglieri regionali consiglieri dell'amministrazione comunale di Firenze assessori che ringrazio tutti e anche naturalmente rappresentante dei partiti politici in particolare consentitemi di mandare un saluto caloroso e augurale al neo eletto segretario dei DS regionale Andrea Manchu lì nemmeno da quarantotto ore
Nuovo segretario regala oppure fraterni
Cordiale
Adesso davvero
Sinteticamente poche parole per ripercorrere L'albero delle poche ma interessantissime considerazioni condivise considerazioni che ha fatto poco fa Luciano
Contiguità e autonomia definiamola così con due sinteticissimo i concetti contiguità di storie di storie umane ma anche di ruoli
E di soggettività politiche che nel secolo scorso queste due organizzazioni hanno immesso nel Paese
Autonomia come segno distintivo
Di ruoli di apporti
Di modalità con le quali intorno ai temi del lavoro si è misurata una grande storia
Umana e politica
Oggi naturalmente celebriamo ma insieme dobbiamo riflettere vogliamo riflettere
Dobbiamo riflettere sul passato su come nel Novecento queste due grandi organizzazioni
Tra le altre ma in particolare queste due
Siano riuscite ad interpreta ad interpretare e a leggere i bisogni sociali a partire da quello del lavoro
Specie in alcuni passaggi decisivi quando dalla piccola comunità
Ci si misurava con la nascita e poi l'affermazione della società industriale
E del suo prevalente modello fordista
La difesa del lavoro la difesa dei lavoratori
La dignità del lavoro anche come elemento non solo e non tanto della qualità della vita ma della cifra dello sviluppo
La promozione cooperativa
Un esempio di come collettivamente il lavoro vuoti darsi la fisionomia di impresa conforme forti di autodeterminazione di autoimprenditorialità
Ma tutto ha ruotato intorno al tema del lavoro
Della sua difesa della centralità del lavoratore come protagonista
Prima e economico sociale
Lei era globale ci pone ovviamente nuove sfide e tuttavia il tema di come migliorare il lavoro e insieme di migliorare il mercato
Continuano ad essere l'asse intorno al quale queste due grandi organizzazioni sono chiamate al servizio del Paese oltre che dei soggetti organizzati ad assumere le sfide e a restituirle in termini di capacità di rispondere
Serve una nuova piattaforma
Servono nuove alleanze
Certamente bisogna andare oltre i diritti non perché siano ovunque sempre affermati anzi
Ma occorre qualche guardare oltre così come occorre guardare oltre la sola impresa
La sicurezza la non precarietà e insieme però la flessibilità nuove regole per un capitalismo meno iniquo
Nuove culture competitive che non inseguono astrattamente la compressione dei costi
La riduzione di tante a simmetria anche intorno al mercato dei capitali
Ma in fondo insomma rimane un grande tema che penso sia anche uno dei temi di oggi qual è il ruolo del lavoratore
E dei lavoratori nei processi aziendali
Oltre i processi produttivi
E qui la cooperazione ci consegna un grande esperimento storico
Nel quale si è potuto dimostrare il successo
Passa naturalmente per il rispetto dei diritti
La definitiva affermazione ora che possiamo parlare davvero con grande tranquillità con un approdo molto moderno
Compro agonismo
Con socialità e insieme con obiettivi di redditività aziendale che naturalmente con questi ingredienti risulta davvero essere il più agevolmente perseguibile buon lavoro
Allora a questo punto io
Darei la parola al professore al liceo Righi osa docente di Storia contemporanea all'Università degli Studi di Milano il tema della sua prolusione il titolo della sua prolusione CGIL Legacoop una storia di valori per lo sviluppo del Paese professore
Buongiorno
Dunque Jewel
Lega nazionale delle cooperative lo del premier una storia unitaria con due trascorse
Una storia unica del lavoro ma mode Diversity affermare i diritti del lavoro
Naturalmente esaminarlo
Questi due processi di non parlare della mente ma nel loro reciproco intreccio
Che se non è stato sempre idilliaco a contribuito
Fortemente al ruolo protagonisti ricorda i lavoratori
Nello sviluppo del Paese
Va da sé che nei limiti imposto mi imposti mi dal tempo
Di limiterò ad esaminare i momenti più salienti
Più significativi
Che mi auguro siano utili alla discussione
I percorsi sono Diversi anche dal punto di vista cronologico
La lega nazionale delle cooperative nasce nel ventennio un ventennio prima della CGIL
Rispettivamente nel mille ottocentottantasette la CGIL nel mille novecento sei
La prima al
La cooperazione e il punto d'arrivo di una rete di istituti cooperativi che ha la propria base soprattutto tra il nord e centro nord e si articola in cooperazione di consumo con lo scopo di rivendere ai propri soci le merci a prezzo di costo
Di produzione
Che riguarda diversi mestieri artigiani come la lega vessare tutti e dei compositori tipografi in Piemonte
E in particolare quelle che raggruppano numerose categorie artigiane nelle campagne nella Romagna
La base di forza delle cooperative di produzione destinata tuttavia svilupparsi nel settore agricolo della Lombardia e dell'Emilia
A causa dell'esistenza di un alto tasso di disoccupazione di carattere cronico
E dove la possibilità di sopravvivenza dei lavoratori dipende spesso specialmente nei mesi invernali
Dalla concessione dei lavori pubblici come la bonifica azione e l'arginatura dei fiumi non si sente
Opere meglio così opere che meglio possono essere realizzate mediante questa forma di aggregazione
La nascita della lega nazionale delle cooperative è il coronamento istituzionale di questo promettente lo sviluppo
Allo scopo di coordinarlo senza che si disperde io una particolarismo privo di respiro
Non si tratta di un processo semplice e lineare giacché intorno al principio stesso della cooperazione non mancano le difficoltà le diffidenze le Riserve da parte della stessa sinistra italiana
La lotta di classe organo del Partito Socialista che era appena nato nel mille ottocentonovantadue
Ed era organo del Partito socialista prima che venisse fondato l'Avanti
Parlando del nuovo soggetto cooperativo scriveva resterà quello che una sterile morta organizzazione
Riserve solo più sfumate
Vengono ripeto ribadite negli anni successive dagli stessi maggiorenti del socialismo
Come lo stesso Turati
Che vedeva nella cooperazione un mezzo per realizzare l'obiettivo pratico ed un po'prosaico più offrire risorse finanziarie finanziarie al partito al sindacato null'altro
Gli è che l'anarchia che la lega nazionale delle cooperative sconta le proprie origini le influenze da un lato del mazzinianesimo che ha tenuto a battesimo le prime esperienze cooperative sulla base della teoria asse dell'associazionismo operaio interclassista
Ciò che naturalmente non può essere gradito al movimento socialista
E naturale che su questo tronco simili si inserisca la borghesia la borghesia illuminata e paternalista
Del tempo che assume una serie di iniziative pratiche
Per assicurare la propria egemonia sulla cooperazione al fine di contrastare L'Unità del movimento operaio e contadino
Nonostante comunque le tante riserva del Partito socialista che teme una qualche sorta di deriva dei lavoratori verso posizioni opportunista
Sarebbe difficile spiegare il massiccio sviluppo del cooperativismo agricolo in Emilia senza il contemporaneo affermarsi del messaggio socialista
Che alla fine dell'ottocento i cosiddetti apostoli del socialismo diffondono nelle campagne
Non fosse che per la fiducia ottimistica che essi infondono nel futuro
E nelle capacità organizzative ad un ceto umile che fino a poco prima era preda di vip del di un prevalente sentimento di rassegnazione
E di passiva accettazione del proprio stato per effetto di un indottrinamento religioso dovuto ad un clero a alleato ai notabili locali
Sta di fatto che proprio nell'anno di nascita della CGIL mille novecento sei la lega nazionale delle cooperative può contare su quattro mila cento settantatré sezioni
Destinati a divenire nel giro di tre anni tre anni cinque mila seicento cinquantuno scusate la precisione le retate
Frattanto nel mille novecentoquattro era nata la banca delle cooperative grazie al contributo delle mutue e delle cooperative e Reggiana
Ma non è solamente il dato quantitativo che colpisce
Fiorisce nel frattempo intorno al destino per la cooperazione che ha la sua culla soprattutto a Reggio Emilia e grazie al suo propugnatore il socialista Camillo Prampolini l'utopia della cooperazione come via privilegiata il socialismo destinata a derogare progressivamente e pacificamente l'economia capitalistica fino al trionfo finale
La visione certamente semplicistica dal punto di vista concettuale mostra tuttavia ben presto una grande attrazione dal punto di vista dei sogni ad occhi aperti
Capace com'era di infondere forza e speranza tale utopia affascinava però non soltanto il giro dei cooperatori ma anche molti sindacalisti
Arturo Labriola e alcuni riformisti parecchi riformisti vedevano
Immaginavano la futura società socialista la rappresaglia ne rappresentava ma lo scenario nelle quale una fitta fitta rete cooperativa
Regge l'intero organismo Autogestito dai lavoratori in prima persona
Senza tele che ed elementi estranei e principalmente estranei Allo stato
Una società cooperativa
Diciamo bianco a comunque
Una società cooperativa
In cui la concorrenza reciproca sì con il blocco sì di assenze ente ora Sironi o di con il massimo di libertà e di protagonismo delle forze lavorative
Per il sindacato infatti non si tratta solamente di migliorare le condizioni materiali del lavoro per il sindacato che ma rientra nella tradizione italiana
Uno dei suoi obiettivi principali anche prepararlo a sviluppare le sue capacità di homo Faber
Unificare in luglio capacità manovali ed intellettuali prepararle insomma ad acquisire con le competenze tecniche per abitarlo a funzioni dirigenti
Proprio in questo senso la cooperazione può avere un ruolo estremamente importante cioè nel formare una una un mondo del lavoro capace di autonomia e capace di
Costituire è vera propria classe
Dirigente in senso produttivo e tecnico
Sono questi i principi e di valori che sopravviveranno al fascismo e si ripresenteranno nell'Italia nel secondo dopoguerra
Sia la lega nazionale cooperative sia il sindacato avevano dubbi dovuto supplire fieri colpi dal fascismo se la CGIL non era stata formalmente sciolta
La sua esistenza in Italia era divenuta di tutti del tutto Ford di luogo dopo che gli accordi di palazzo Vigoni del mille novecentoventiquattro
Conclusi con la Confindustria avevano circoscritto la validità dei contratti alla sottoscrizione esclusiva dei sindacati fascisti benché fossero in netta minoranza
Una parte delle istituzioni cooperative erano poi avevano potuto sopravvivere
Ma con tutta una serie di stravolgimenti legislativi Ken avevano alterato lo spirito originario e l'avevano o ridotte ad organismi meramente burocratici
Ciò tuttavia non impedì che la cooperazione riprendesse rapidamente le proprie posizioni non appena l'Italia attorno a libertà
Nonostante va detto subito non poche fossero ancora una volta le diffidenze da parte di alcune forze politiche della sinistra
Le nutriva soprattutto il Partito Comunista a causa del pregiudizio secondo il quale dal punto di vista marxista la cooperazione tendeva a creare dei gruppi privilegiate di lavoratori
E per la loro autonomia lavorativa
Potevano diventare avulsi la l'arresto del movimento e propensi quindi a svalutare il ruolo del partito del sindacato nella marcia verso il socialismo
Ma è anche vero che in queste circostanze il Partito comunista era privo di una cultura cooperativa in grado di competere con quella dei socialisti
I quali non a caso qui assunsero rapidamente l'agilità dirigenza delle istituzioni cooperative rinate nel nord e in Emilia
Non è un caso infatti e nel settembre del mille novecentoquarantacinque al congresso costitutivo della lega nazionale delle cooperative
In rappresentanza di quattro mila settecento e ventidue cooperative e mezzo milioni di soci
Fosse eletto alla presidenza dell'ente il socialista Emilio Canevari
Eppure un fenomeno nuovo particolarmente significativo diverso dal passato si stava verificando in altre parti dall'Italia finora vergini all'esperienza cooperativa
Ma che avrebbe meritato una particolare attenzione da parte delle forze della sinistra anche di quella socialista
E però per la sua antiche assenza dalla realtà meridionale fu Presa alla sprovvista
Mi riferisco a tutto ciò che segue all'origine del decreto Gullo del mille novecentoquarantaquattro
E incoraggiata la concessione contadini di terre incolte mal coltivate
Aggiungendo che esse potevano essere ottenute
Dalle associazioni dei contadini regolarmente costituite in cooperative o da altri enti e questo valeva per il mondo meridionale in particolare
Ne seguì un'imponente motto di inizio di iniziative spontanee in questa direzione
I cui limiti furono però dovuti all'assenza di un personale dirigente locale sia socialista
Che è comunista
In grado di orientarne lo sviluppo
E se conservarlo per ciò una dimensione prevalentemente spontanei Istica
E soprattutto caratterizzata da un certa andamento frenetico per la necessità di realizzare entro il breve tempo di quattro anni previsti per la concessione tutta una serie di misure tra cui il ricorso alle credito tutti fattori che avrebbero richiesto una maggiore capacità di programmazione
D'altronde il limite massimo di quell'esperienza fu costituito dall'assenza tre contadini meridionali di una radicata cultura cooperativa
Fatta di competenze tecniche che andasse oltre la dimensione individualistica del mondo contadino meridionale
Nella mente dei lavoratori associati prevaleva infatti chiede l'idea di ottenere il prima possibile improprietà privata
Le terre momentaneamente riunite cooperativistica mente e gestite in maniera associativa
In queste condizioni l'utilizzo e di queste esperienze fu fatto fu di potente aggregazione e mobilitazione di masse
Come già è stato storica storia graficamente osservata affini però prevalentemente elettorali e non perché per creare nuove istituzioni radicate
Dei lavoratori radicate nel mondo meridionale
Nel nord e in Emilia le cose andarono diversamente anche perché la cooperazione oltre che che era oltre che grazie ad una maggiore tradizione poteva fare riferimento all'appoggio delle numerose municipalità affidate alla sinistra
Ma era soprattutto la fiducia e cooperatori riponevano nelle proprie istituzioni a creare il vantaggio molti di essi ad esempio accettavano di essere pagati con acconti attendendo i saldi anche per alcuni anni
Fino a quando cioè lo Stato non saldava il suo debito per le opere pubbliche
Questa situazione di difficoltà finanziaria peggiora oltre realmente dal mille novecentoquarantasette in poi
Quando prevalse la linea deflazione mistica di Einaudi che
Attraverso il forte aumento dei tassi di interesse ridusse le possibilità del credito bancario
Ma anche quando questo potrebbe essere reperito interveniva al blocco quindi spendibili indiscriminato della spesa pubblica e la sospensione di fatto della legge Basevi
Che era stato uno dei grandi dirigenti della cooperazione che riguardante questa legge che riguardava l'aiuto dello Stato alla cooperazione questa provvedimenti in queste circostanze furono fortemente frenate
Le cose andarono attualmente meglio per la Confederazione cooperativa italiana di matrice cattolica
E la democrazia cristiana aveva voluto è costituito nel maggio mille novecentoquarantacinque
Grazie ad una propria tradizione cooperativa
Meno e lassista e prevalentemente orientata prima che i braccianti al mondo dei mezzadri e dei piccoli proprietari fino alla piccola borghesia impiegatizia
La pole cooperazione cattolica poteva far leva su propri istituti di credito e sua abbondanti sovvenzioni da parte governativa ma ritornando alla lega nazionale delle cooperative
E al suo percorso storico
Anche se non rientra pienamente nel nostro arrivo mento non si può non fare cenno al passaggio della cooperazione
Della cooperazione di sinistra dall'egemonia socialista a quella del Partito Comunista Italiano
La scissione di Palazzo Barberini nel mille novecento quarantasette che ruppe l'unità del partito socialista vide defluire
Buona parte dei cooperatori socialisti verso il partito di issare grazie
Mentre i socialisti rimasti nel possibili non riuscirono a gettare una testa di ponte verso gli altri partiti democratici
Contraddizioni cooperative o favorevoli al tradizione alla cooperazione
Voi perché il Partito d'Azione favorevole alla cooperazione era ormai in fase di scioglimento
Vuoi perché il partito più repubblicano che poteva vantare solide base cooperative nella Romagna
Era nettamente contrario all'alleanza elettorale intervenuta tra Partito Socialista e Partito Comunista nel Fronte popolare
Sta di fatto che era il movimento cooperativo messo complessa rischiare un grave isolamento dalla situazione generale
Proprio perché l'egemonia comunista al suo interno rischiava di privarlo del necessari risorse e di quei collegamenti istituzionali culturali e politici che non fossero solamente l'amministrazione sociali comuniste
Ciò che peraltro comportava il rischio che esso rimanesse circoscritta fenomeno marginale solamente di alcune zone del Paese
E da me era risorse al rifinanziamento del partito e del sindacato se ciò non Ravenna va riconosciuto che fu in buona misura e che ora di parlare del sindacato
E vero e in sede di assemblea costituente erano stati soprattutto i socialisti a battersi in favore della cooperazione oltre a Nenni anche Morandi secondo il quale nel suo progetto di pianificazione economica la cooperazione avrebbe dovuto avere un ruolo di tutto rispetto
Scriveva il dice il segretario socialista infatti
E allora ministro dell'industria contro il parassitismo dei feudatari dei grandi proprietari terrieri noi esigiamo l'espropriazione immediata dei latifondi
E deve dare la terra chi dà lavoro a chiediamo l'istituzione di cooperative di lavoratori e debbono assumere i grandi lavori di ricostruzione del paese
Ma o rilevante aiuto era pure venuto dal vice segretario della Confederazione generale del lavoro Aladino di botti
Vibo lotti Pardo il quale auspico e la funzione sociale della cooperativa consistesse nella promozione di un tipo di proprietà che ha vi il lavoratore all'autopropaganda
In realtà si trattava di una concessione fatta agli amici democristiani e insistevano sulla un sulla gestione privata della la delle loro forme cooperative ma serviva intanto ai robusti IReR il fronte in appoggio a Canevari da parte del sindacato
E per il riconoscimento dell'articolo quarantacinque della Costituzione
Che prevedeva la Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità essendo senza più la speculazione privata la legge ne promuove e favorisce l'interramento con i mezzi più idonei la difficoltà sarebbe poi
Realizzare il dettato costituzionale in leggi applicative tra cui la legge Basevi ma che fu soltanto un
Una risultato parziale rispetto al dettato complessivo dalla Costituzione
Non era certamente poco l'appoggio dato la lega nazionale delle cooperative da parte del sindacato
E dalla parte soprattutto di un sindacato per il fatto di inquadrare entro una visione di classe attenta agli interessi generali
Le battaglie dei lavoratori collegava il movimento cooperativo ad un più ampio quadro unitario del mondo del lavoro
Mentre al tempo stesso come intuiva di Vittorio la cooperazione appariva un importante parola d'ordine per collegare il mondo dei disoccupati a quello degli occupati proprio a questa esigenza si richiamava principalmente il Piano del lavoro alla fine degli anni Quaranta e l'inizio degli anni Cinquanta
Piano nel quale il settore dei lavori pubblici avrebbe dovuto essere riservato alle cooperative vie produzione lavoro
Certo l'alleanza
Ci sono luci ed ombre come in tutti rapporti matrimoniali
Sarà messo a te rapporto all'altra lega nazionale siano sta sia stata è un'unione civile esatto certa l'alleanza tra lega nazionale CGIL
Nemmeno allora fu del tutto idilliaco Ca'
E ciò si rivelò con l'opposizione costante
Del sindacato all'ipotesi di negoziare i contratti di lavoro per i vari settori cooperativi svincolati da quelli nazionali per le industrie private
Era chiaro che in questo rientrava la visione classista
E non doveva creare discriminazione tra settori e settori della classe lavoratrice che era una convinzione profonda di Di Vittorio
A sua volta però la lega manco in quegli anni e va detto ad alcuni importanti appuntamenti e in primo luogo a quello di farsi coinvolgere nella riforma agraria
Dei primi anni Cinquanta
Una iniziativa intrapresa dalla Democrazia cristiana per limitare la forte conflittualità nelle campagne meridionali
Ma che nasceva anche da una disponibilità pare di recepire anche contributi dalla sinistra
Che però non ci furono
è certo che la riforma agraria attuata per piccoli lotti familiari
Come fu attuata non favoriva di per sé lo sviluppo Stella cooperazione ma è anche vero che
La lega nazionale della cautelative non fece nessuna pressione perché questo modello fosse modificato
Ciò nonostante comunque questa alleanza sarebbe stata alquanto feconda in futuro l'esperienza della repressione Shelby Anna
Tradotta si ruppe Melrose episodi di gestione commissariale delle cooperative e minacce di scioglimento
Che faceva il paio con la violenta
Non politica repressiva dei governi centristi nei confronti dei militanti della CGIL dimostrò quanto fosse velleitario
Il con il basso profilo politico che pubblicamente la lega nazionale aveva in passato mantenuto
In quelle circostanze però quando la lega dovette subire anche essa la politica repressiva
Essa dette visto in vita dona ma mando una vasta mobilitazione considerata forse la pagina più bella è stato detto della sua storia ed è significativo che in questa circostanza
Trovasse la collaborazione e la piena solidarietà del sindacato
Un sindacato la CGIL che non si era mai limitata svolge una politica meramente rivendicativa
Ma che aveva assunto sempre sul visse la rappresentanza di tutta la classe lavoratrice
E che perciò non poteva non vedere con favore anche i lavoratori associati nel cooperative se fuori da ogni egoismo particolari Castellitto
Ma c'era anche qualcosa di più da prendere dal sindacato di classe in quegli anni
Era negli anni Sessanta il processo di lungo contrastato quanto si vuole ma inarrestabile processo di liberazione dalla tutela politica tutela partitica
Per esprimere una propria autonomia politica che vedesse un ruolo diretto è un diretto coinvolgimento dei lavoratori nelle scelte politiche di classe
Ciò che per analogia significava per i lavoratori soci di cooperativa una più decisa con ferma dello crollo protagonisti ITO
Del loro ruolo pronto agonistico anche in termini decisionali nel processo di produzione contro lei è sempre presenti
Tendenze
Burocratiche
Una caratteristica che si inseriva perfettamente nel vasto dibattito di allora e sui problemi dell'autogestione operaia
Che vide il sindacato impegnato in prima persona credette di trovare un importante modello di riferimento proprio nel sistema cooperativo italiano
Da questo processo come si vede si sono avvantaggiate ambedue le istituzioni
Anche quando le rispettivo autonomia possono aver genere Erato com'era inevitabile punti di vista diverse anche di frizione
Ma questo il prezzo del pluralismo che rispetto agli anni del secondo dopoguerra
In cui ogni contraddizione veniva risolta centralistica mente
Si rivela appunto il vuole il pluralismo il lievito più fecondo di un dialogo costruttivo e di una collaborazione proficua grazie
Ringraziamo
Davvero il professore osa perché la ricostruzione storica davvero ci riconsegna
Stimoli importantissimi richiami non mancheranno di essere commentati e motivo di riflessione dai nostri interlocutore della tavola rotonda
Saluto il presidente della Regione Claudio Martini che ci ha appena raggiunto in grazie
Continua anche con qualche altra comunicazione presente per lance Toscana la assessore scenderà otto in rappresentanza del presidente Fontanelli
Hanno inviato giustificazioni per la loro assenza dati altri impegni
Franco Ceccuzzi parlamentare l'onorevole Franco Ceccuzzi e l'onorevole Fluvi
E a questo punto
Arriva la parte della celebrazione
Che passa naturalmente per la Consegna di due opere sono due litografie
Del
Maestro permetto di chiamarlo così Antonio Nocera
Uno scultore un pittore che ovviamente non sta a me qui rappresentare decantare ma corre l'obbligo di sottolinearle
Il valore artistico ma anche l'impegno etico morale mi permetterei di dire
Autore di importantissime opere che hanno accompagnato
Sempre
La vita la storia delle grandi organizzazioni del mondo del lavoro e dei lavoratori
Questo è un fatto davvero importante
Che peraltro può essere sintetizzato richiamando alla memoria di tutti noi il recentissimo redento
Per l'opera bronzea che lui via scolpito in ricordo della tragedia di marsina del recentissimamente vi ricorderete appunto oggetto della inaugurazione che vide peraltro anche l'alto patrocinio del Presidente della Repubblica italiana
Grazie davvero per queste due opere io prego il maestro Nocera di avvicinarsi al tavolo e reciprocamente Silvestri ed io consegnamo
Ai non rispettivi presidenti queste due litografie
Mentre invece
Grazie Londra
Grazie creare sarà
Per momento artistico che segna comunque un'attenzione dei nostri movimenti e più in generale della nostra organizzazione
A questi aspetti davvero decisivi anche se per la qualità della vita e per i successe l'affermazione dei diritti
A questo punto appena arrivato ma davvero gradito ospite la parola al presidente della Regione Claudio Martini
Che segue
è un saluto gradito
Grazie buongiorno
Saluto volentieri tutti presenti e in particolare Epifani Poletti tutti coloro che ci hanno qui raggiunti
A Firenze
Mi dispiace essere arrivato un po'un po'dopo l'inizio della della vostra del di questa manifestazione
Però diciamo un po'purtroppo è un po'per fortuna in questo momento qui a Firenze in questo stesso palazzo si svolgono molti incontri molte occasioni di riflessione di dialogo e al terzo piano in questo stesso palazzo in questo stesso momento
C'è un convegno del Consorzio nazionale interuniversitario che parla di ai siti di investimenti sulle nuove tecnologie di rapporto fra Regioni prese un e Centro Universitario e insomma mi pareva utile non mancare neanche a quello quindi si è dovuto un po'intrecciare le presenze
No io vorrei soltanto davvero fare un saluto poco più che che un saluto
E al tempo stesso un augurio
Allega copre alla CGIL che raggiungono questo questi importantissimi anniversari
Ora magari tra poco questa necessari non saranno neanche qualcosa di particolarmente sorprendente perché con l'allungamento della vita si dice che più o meno a cento centoventi Anna Rita arriveremo tutti insomma io non so se proprio tutti tutti penso
E quindi ci sta che queste anniversari che oggi appaiono così strabilianti
Tra un po'saranno diciamo quasi la norma
Però diciamo intanto per ora ancora non siamo a questo
E qui e poiché il vero problema è che mentre si può immaginare che a un certo ben tu punto se arriverà anche a cento centoventi ma poi ci si ferma perché sulla credo sarà davvero difficile
Invece per lega coppette CGIL la cosa non si ferma nemmeno qui e quindi anzi sicuramente
Dopo dopo centoventi ci saranno tutti i dati e quindi noi ci candidiamo già di partecipare ai centocinquanta dire la coppa ai centotré e Pierre via insomma forse anche ai centocinquanta del del della CGIL qualcosa
Senza voler pretendere troppo ma insomma
Io penso che
Movimenti che hanno le associazioni che hanno questa card questa longevità
Sono lo sono anche perché sono espressione di una grande cultura di sono Interpreti di valori e sentimenti profondi della popolazione non si arriva a questa età
Per caso
Ci serviva perché si rappresenta una storia ma perché si è stati capaci di essere sempre nei momenti decisivi interpreti di una domanda di protagonismo
Perché se no prima o poi si si si scende si passa la mano a qualcun altro
Ci si riorganizza
Ecco io penso che nei valori del del lavoro dei diritti e della cooperazione nel ecco ci sono sono rappresentati poi i fondamenti
Di un'esperienza storica che nel nostro Paese ha un valore straordinario e consentitemi di dirlo in Toscana qualcosa di più ancora
La Toscana sicuramente tra le Regioni
Più sindacalizzata eh malgrado la piccola piccolissima dimensione delle imprese
Ed è sicuramente una delle capitali nazionali della cooperazione
Una dei sua sul podio ci siamo di sicuro sommerso poi tra noi e l'Emilia c'è la discussione da tempo Comazzo lasciamo stare non non entriamo in questi dettagli
Questi dettagli
E quindi in questa regione i valori del lavoro dei dei diritti della tutela del del della dignità del lavoro
E anche i valori del del mutualismo della cooperazione di stare insieme hanno delle radici profonde e si traducono fa fase per fase in elementi sempre nuove
C'è qui una singolarità
Perché c'è una singolare da un elemento che che va colto perché nel questi valori sono al tempo stesso in molto individuali e molto collettivi
Perché la di si parte dalla difesa della persona anche della singola persona anche del singolo lavoratore
E il bisogno di di di far sì che le sue aspirazioni siano al centro della vicenda sociale e si arriva alla tutela del del gruppo sociale della classe sociale o della comunità cooperativa
E quindi diciamo mettendo insieme lega coppe CGIL si si copre un arco di ditemi che va dalla singola persona fino alla alla socialità
Ed è questo forse una delle chiavi del successo insomma perché non io penso che nelle varie epoche c'è stato il barometro cioè diciamo il pendolo ha spesso oscillato fra è il momento dell'individuo o il momento del collettivo
E ci sono stati si potrebbe quasi andare a decenni gli anni Settanta stessa settanta sono stati gli anni del collettivo gli ottanta del riflusso nel nel nel nell'individuo poi di nuovo ecco c'è c'è questo bento
Ma quando con un'associazione con un'idea con un programma riesci a parlare all'individuo ma anche a tutta la collettività difficile che tu passa di moda ecco che poche rimani fuori
Dai processi fondamentali
Ecco io questo questo avverto è e mi sembra che qui stiano forse le i segreti il segreto fondamentali del del successo della longevità ma anche per certi aspetti dell'attualità per la modernità ecco io vorrei concludere giusto con questa cena perché quando si celebrano compleanni così lunghi
Si guarda molto indietro ovviamente perché cento venti o cent'anni sono Ampezzo di storia straordinaria
Poi ogni tanto si vedono delle mostre fotografiche iconografiche che hanno poi la straordinaria bellezza delle fotografie in bianco e nero che ormai s'è un po'persa insomma le cose belle a volte si si smarrisco ma poi si ritrova però non è io penso non sia soltanto occasione di guardare indietro
Ma anche di guardare avanti alle nuove sfide
Il sindacato credo stia raccogliendo la per esempio la sfida straordinaria dei cambiamenti del mercato del lavoro
Dove entrano in campo i temi dell'immigrazione i temi della flessibilità i temi della della capacità di stare dentro un processo concertativo sono questioni davvero impegnative importanti
Che rafforzano una funzione nazionale e la cooperazione a sua volta si misura da un lato col tema del del fare impresa ma al tempo stesso di essere comunque soggetto
Mutualistico in cui i valori della base
Cooperativa di chi realizza le cooperative sono il motore e non un elemento residuale in un tempo in cui invece tutto spingerebbe
In direzione della pura gratificazioni individuali immediata ed individuale
Dei benefici di ogni attività economica
Io non credo che questo sia remare controcorrente stia sia però cercare una fiaba originale
In un tempo in cui comunque le soluzioni intelligenti hanno sempre il loro spazio ecco io da questo punto di vista credo che possiamo essere abbastanza tranquilla
Ecco io volevo limitarmi solo a questo davvero fare i miei migliori auguri
Auguri di ovviamente altri cento e centoventi più e più
E soprattutto confermare la nostra volontà come istituzioni toscane di sapere sempre trovare le occasioni del dialogo del confronto e e del reciproco stimolo
Questa è anche terra in cui c'è una forte sintonia c'è sempre stato una forte sintonia di base
Fra le istituzioni e la Regione e la stragrande maggioranza degli enti locali il sindacato soprattutto le scintille e la e le cooperative
Però questo non ha quasi mai portato nella storia
Diciamo anche nella cronaca dei di questi giorni non ha mai portato a un reciproco appiattimento o alla mancanza della comprensione che un dialogo vivace aiuta poi tutti a migliorarsi
E credo che questo sia la la fatica ma anche la bellezza di ogni processo di concertazione di dialogo e di crescita comune
Per questo io vi auguro di crescere davvero tanto in quantità e in qualità anche perché ogni vostra crescita sarà anche la nostra crescita se saremo in grado di continuare il dialogo e il lavoro comune grazie e buon lavoro
Grazie Claudio Martini presidente della regione Toscana
E adesso la parola al sindaco di Firenze Leonardo Domenici invece ha raggiunto volentieri la
Sappiamo adesso ai innumerevoli impegni pressanti questo lo ringraziamo per averci o sono io che ringrazio voi beve l'invito e sono io che ringrazio voi per tenere a Firenze questa questo momento di celebrazione anche se il termine celebrazione mi pare un po'imbalsamato quindi forse è più giusto parlare di un ricostruzione della nostra memoria collettiva anche locale attraverso l'esperienza dell'impresa cooperativa
E del lavoro
E al tempo stesso saper guardare avanti insieme verso le sfide i problemi non pochi che ci attendono
Non è che questo richiamo alle sfide dei problemi e di spessore consistenti che abbiamo di fronte voglia sia
Su questo su questa assemblea su questo incontro
Gettare un po'un velo di preoccupazione o addirittura di pessimismo io penso anzi che se si è consapevoli della difficoltà del impresa che ci aspetta ecco allora abbiamo già compiuto il primo passo nella giusta direzione
Io credo infatti che oggi nel nostro Paese
Dobbiamo decidere se si tratta di compiere delle scelte di prendere delle decisioni anzitutto sul piano delle politiche economiche e finanziarie
Solo per rimettere a posto una situazione che indubbiamente è molto difficile e preoccupante anche per l'eredità che è stata lasciata precedente Governo
O se invece dobbiamo pensare che oggi l'obiettivo principale è quello di aprire una fase nuova e un ciclo nuovo nella vita di questo Paese nella sua dimensione europea
Certamente molto importanti anche rimettere in sesto le cose questo sì
Però io credo che faremmo un errore se non cercassimo insieme di trovare delle risposte che guardano al futuro e che danno una prospettiva che riescono a ridare fiducia al Paese partendo da quella che la realtà primaria del lavoro su cui la nostra Costituzione continua essere fondata
Per questo motivo io penso che sia giusto e necessario anche riflettere e portare dialetticamente direi ciascuno il nostro contributo a partire dal lavoro dalla funzione che svolge anche su passaggi importanti e delicati come la legge finanziaria attualmente in discussione
Le prese di posizioni che per esempio l'Associazione nazionale dei comuni che presiede i sindaci nelle scorse settimane hanno manifestato L'Espresso
Non andavano nella direzione di mettere in discussione scelte strategiche di fondo importanti che sono contenute questa legge finanziaria penso per esempio a una scelta di tipo redistributivo che è fondamentale in un paese in cui le diseguaglianze sono ed è enormemente cresciute nel corso degli ultimi anni degli anni precedenti credo però che noi dobbiamo tenere più presente
Il quadro complessivo del governo del paese nazionale e locale
E al direi una ridistribuzione equilibrata anche dei pesi che questa manovra ci impone altrimenti scelte di carattere generale che sono giuste possono poi riflettersi in modo contraddittorio a livello locale penso per esempio al punto decisivo la questione acuta della fiscalità e della necessità comunque di armonizzare scelte di carattere generale nazionale con le questioni della fiscalità locale altrimenti non partirà mai nessun tipo di federalismo fiscale
Credo cioè che sia necessario che le scelte che si fanno a livello locale
Pur tenendo conto delle compatibilità che sono molto forti la necessità di mantenere il livello dei servizi anzi bisognerebbe possibilmente ampliarlo
La necessità di riuscire a rispettare quelli che sono gli indirizzi strategici e programmatici di governo ma è assolutamente decisivo che queste scelte non vengano a pensare negativamente su quella che è la scelta redistributiva che viene fatta a livello nazionale
Questo è un punto molto serio molto delicato su cui ritengo che anche nelle sedi locali sia necessario che la concertazione che per esempio noi a Firenze apriremo domani
Si ponga degli obiettivi molto chiari e precisi
E dobbiamo trovare dei punti di equilibrio su cui ciascuno riesca a dare il proprio contributo positivo e fattiva
Ma credo anche che non ci si possa limitare a questo
Se penso per esempio alle nostre città
Non penso soltanto ai problemi già enormi delle compatibilità di bilancio penso al fatto che le nostre città vivono un momento di sofferenza
E allora o noi riusciamo a individuare degli obiettivi strategici di sviluppo anche delle nostre città che sono evidentemente fondamentali per rapide un ciclo nuovo nel Paese
Oppure rischiamo di rimanere indietro rispetto agli obiettivi che ci diamo ci sono delle emergenze sociali che vanno affrontati
Una si chiama casa ci sono delle emergenze ambientali che vanno affrontati deve partire finalmente un serio vero piano di risanamento per la lotta all'inquinamento
Abbiamo bisogno di continuare a promuovere attività servizi e iniziative che si pongano come obiettivo primario quello della coesione sociale e della integrazione perché solo così
Riusciremo a fronteggiare una tendenza che vede insieme l'aumento della popolazione anziana e dell'età media le nuove esigenze i nuovi bisogni dei giovani e la presenza di popolazione di lavoratori immigrati
Questi sono i punti su cui dobbiamo riflette non soltanto quindi i bilanci che sono fondamentali ma anche le stesse prospettive strategiche
Se si parte dall'esperienza storica del sindacato della cooperazione vuol dire che si parte dal tema fondamentale dei diritti
Ma oggi dobbiamo anche essere consapevoli che questi diritti nella mente delle persone degli individui nella nostra società e soprattutto nelle generazioni più giovani si declinano in modo nuovo e particolare rispetto al passato
Con questo non possiamo non fare i conti non possiamo non fare i conti che la possibilità sul fatto che sulla possibilità di unire insieme
Libertà ed eguaglianza oggi deve confrontarsi con problematiche nuove rispetto al passato
Non c'è dubbio che proprio pensando al nostro passato noi possiamo trovare la forza la spinta all'Energia necessaria per guardare a questo futuro a questo futuro in cui già vivi e credo che in questo senso quindi come dicevo prima non di celebrazione pure e semplici si debba parlare
Ma della capacità nostra di ripensare questa memoria storica che si fonda sul principio fondamentale della affermazione dei diritti delle persone
Oggi con la capacità di fare i conti con le problematiche le tematiche le esigenze i bisogni nuovi che vengono espressi nella società in cui Lidia questo lo dobbiamo fare
Anche tenendo conto del fatto che molto ci unisce ci sono dei legami fortissimi profondi fratino
Ma al tempo stesso noi dobbiamo svolgeva il nostro rispettivo lavoro sulla base di un altro principio fondamentale che il principio della nostra autonomia
Soltanto sulla base di questo principio noi riusciremo a far sì che la nozione che sta alle nostre spalle non è soltanto quella di una statica difesa di un blocco sociale
Ma è quella di essere capaci ciascuno per la sua parte di interpretare le problematiche di sogni nuovi e quindi poi ritrovandoci insieme trovare le risposte più giuste e ragionevoli ed equilibrati
è partire da qui quindi che io termino questo mio saluto ringraziandovi per essere qui a Firenze salutando tutti gli amici
E compagni che sono alla presidenza facendosi gli auguri a voi per il futuro che già stiamo vivendo perché so che facendoli a voi li faccio anche a me
Grazie davvero
Sindaco di Firenze anche a nome di Silvestri intendo ringraziare tutti coloro che in CGIL Legacoop hanno lavorato alla realizzazione di questo evento dicendo volentieri alla
Bruno Manfellotto direttore de il Tirreno
La parola il ruolo di moderatore coordinatore e anche il posto perché è giusto che sia
Scienza
Buongiorno buongiorno a tutti
Sono Bruno Manfellotto sono il direttore del Tirreno l'incarico di coordinare di fare qualche domanda ai nostri due ospiti di oggi che ringrazio naturalmente per per l'invito l'occasione è stato ricordate quello di un doppio
Compleanno cento anni dalla CGIL centoventi della lega delle cooperative
Però è anche una occasione che io mi sento di sottolineare perché un'occasione importante secondo me
Quello che è successo nel mesi scorsi negli anni scorsi era un po'così faceva capolino negli interventi che ci sono state di Silvestri ridotto le nella ricostruzione storica che ha fatto il professore osa però ci sono questioni appunto sulle quali si è cominciato a riflettere se nel mondo sindacale che in quello cooperativo
E contemporaneamente ci sono anche altre ragioni più di attualità che vedono su due fronti con due ruoli diversi il sindacato e la cooperazione e mi riferisco naturalmente alla alla finanziaria
è opportuno forse ricordare qualche domanda che fu fatta qualche mese fai che è ritornata nel dibattito che poi si è aperto
Sia nella lega che nel nel sindacato sul ruolo dell'impresa del sindacato sul ruolo del lavoro dell'impresa
Si arrivò qualche mese fa la la la cito per tutte a una domanda che si pose Bruno Trentin che disse rendere più efficiente le cooperative per cosa
Per la ricerca di un arricchimento finanziario per mantenere saldi certi principi di solidarietà sociale cioè in fondo sì ci si chiedeva appunto quale dovesse essere la strada che la cooperazione aveva imboccato ci si chiedeva come mai dopo la riforma della cooperazione nel novantadue non era già stato avviato questa questa discussione mentre dal da cooperativa la cooperazione chiedeva invece al sindacato anche uno sforzo a comprendere quello che erano le non solo in ragione della cooperazione ma anche la le modifiche che c'erano stati nel modo di fare impresa
La cooperazione e queste sono un po'le le domande che che torneranno insomma la possibilità di crescere senza smarrire la propria identità e la capacità del sindacato di seguire questo processo senza le tensioni e senza le discussioni a aspre che ci sono state ma favorendo questo dialogo su due fronti dicevo si trovano per ovvie ragioni schierati anche su alcuni aspetti della finanziaria che abbiamo da una parte come imprenditore una vittima tra virgolette della questione del TFR da quest'altra abbiamo il sindacalista che ed è stato indicato dai giornali addirittura come il suggeritore di questa innovazione sul che fare allora
Io se permettete come Cereda questo intanto chiedendo Guglielmo Epifani
La verità su questo suggerimento presunto suggerimento e poi soprattutto che mi sembra più interessante la ratio di questo provvedimento il significato di questo trasferimento che è stato chiamato pare sito forzoso
Si è intanto saluto tutte le compagne e compagni gli amici qui presenti ringrazio
Presidente della Regione Claudio Martini il sindaco Dominici di Firenze per le parole
Che hanno che hanno portato aggiungo che abbiamo pensato a questa iniziativa per il concomitante assi di due date pur piuttosto importante per noi e per la cooperazione e perché in questo modo possiamo assieme fare un punto su sui valori di fondo che hanno segnato la storia comune e anche su come autonomamente oggi dobbiamo affrontare le sfide i problemi che abbiamo di fronte a noi
Però in questo rapporto tra tra valori comuni e nuovo che avanza è un rapporto che credo che dobbiamo tenere
Senso che non poi a vere grandi storie di istituzioni sociali così lunghe se non hai dei valori forti che ne danno un senso ne danno un segno in caso contrario naturalmente no o non avresti queste storie oppure queste storie finirebbero per avere un futuro
Il tema della Finanziaria preferred partire da questo perché e questa mi pare la questione che abbiamo di fronte a noi sui giornali nella nell'attenzione di tutti un ente locale un comune alla regione governo ma direi soprattutto i cittadini lavoratori anziani
Alle prese con questo che annualmente diventa una specie di di grande tormentone mediatico e non solo
Questa è una legge finanziaria il cui giudizio non può prescindere da quello che ha alle spalle perché è un po'difficile poterla giudicare inserisse non dentro quello che è il percorso
Del paese dei conti pubblici di questi anni
E quindi bisogna per forza partire lo faccio rapidamente e poi non lo ripeto più però bisogna dirlo perché se no corriamo il rischio di di cambiare le cause con gli affetti
Che purtroppo l'eredità che pesa sul Paese degli anni passati che il sindacato e la CGIL aveva sempre denunciato e purtroppo molto pesante
Ed è pesante ragiona un po'diversa da come il governo all'inizio l'aveva pensata
Nel senso che è assolutamente vero che i cinque anni di governo precedente hanno fatto alzare il debito hanno ridotto l'avanzo primario
E quindi hanno determinato condizione di finanza molto stretta
Ma inizialmente il governo era convinto che il problema fosse né i saldi di bilancio del due mila e sei
E si è accorto solo successivamente che la vera insidia eredità negativo maligna del governo di prima non era tanto nei saldi del due mila e sei
Quanto nel fatto che erano stati prosciugati tutti i finanziamenti agli investimenti dal due mila e sette in poi
Cioè non c'era un problema di intervenire sull'oggi c'era il problema di finanziare quello che da domani bisogna finanziare per il Paese
Questo non è stato diciamo soltanto un piccolo errore così secondo me è stato un errore che ha finito per non dare una comunicazione giusta la legge finanziaria
Perché se tu spieghi al Paese che quello che stai facendo serve per far crescere gli investimenti nei settori fondamentali della vita del Paese trasmetti un rapporto tra quello che fai quello che c'è bisogno e il futuro del Paese di un segno positivo
Se tu dici soltanto che questo serve perché quest'anno i conti non vanno bene dai un segno limitato al presente
Dai un segno cioè all'emergenza che una volta risolta risolvi tutto il problema
E invece purtroppo non è così
Quindi la finanziaria che è costretto a muoversi in questo e lo deve fare tenendo presente due due azioni concomitanti che non è facile fare perché da un lato è vero che bisogna abbassare il debito e dall'altro è altrettanto e più vero
Che bisogna finanziare lo sviluppo gli investimenti
E fare assieme le due le due cose non è semplice
Perché le risorse sono quelle che sono e quando tu devi finanziare gli investimenti devi immaginare dove prendere le risorse e non ci sono dieci mila se non fai una finanza creativa la Tremonti occasioni per trovare queste risorse
O le fai attraverso il fisco ivi compresa la lotta all'evasione a partire dalla lotta all'evasione o lo fai riducendo razionalizzando le spese
Quindi la Finanziaria affronta in questo percorso stretto questo problema
A mio modo di vedere lo fa con un equilibrio abbastanza soddisfacente nel rapporto tra equità
E sviluppo
Lo fa con una parte di di proposte che probabilmente debbono essere migliorate meglio nella nella discussione parlamentare
Anch'io da subito pensato che i tagli agli enti locali fossero un problema così come lo erano stati nel passato
Perché se tu trasferisci sugli enti locali il risanamento né i suoi costi finisci per caricare sugli enti locali la duplice scelta o a mentire tasse o riduce i servizi
E per un cittadino di Firenze come per un cittadino di Roma o di Milano il fatto che le tasse Telethon al governo centrale o te lo ponga il governo locale sostanzialmente non gli cambia la sua condizione talvolta con un'aggravante
Che poi trovare in una tassazione locale meno progressività e quindi meno giustizia sociale di quella che trovi a livello centrale sia ricostruisce i una curva progressiva delle aliquote delle imposte
E quindi da questo punto di vista questo è una delle cose che va corretta parzialmente è stata corretta così come non c'è dubbio che per la politica della casa si sta facendo troppo poco
Per il fondo dei gli anziani non autosufficienti non bastano cinquanta milioni di euro anzi
Io non riesco a capire come si possono trovare risorse per tante cose un po'più futile non si riesce a mettere in questo fondo qualcosa più di un valore solo simbolico perché parla di un grande problema sociale che riguarda che riguarda che riguarda il Paese
Poi una finanziaria che sostiene molto gli investimenti di questo di questo non se ne parla e mi pare un errore di miglior prospettiva molto forte perché si riduce a un po'la spesa corrente aumenta la spesa per investimenti si fa l'operazione giusta
Berlusconi aveva fatto esattamente l'operazione contraria
Aveva fatto crescere la spesa corrente e aveva azzerato la spesa per investimenti ma quello che segna il futuro di un Paese anche dal punto di vista della responsabilità dell'investimento pubblico se sposti risorse dalla spesa corrente alla spesa per investimenti quella per capirci che ti serve per per le strade è quella che ti serve per la sanità
Quella che ti serve per la scuola quella che ti serve per gli anziani quella che ti serve per l'impresa quella che ti serve per la cooperazione per la politica industriale questa il cuore dell'operazione che bisognava
E parzialmente questa finanziaria è stata fatta
E perché tutto questo per arrivare al Tfr e perché c'entra questo rapporto se no non si riesce a capire perché il governo pensa usare una parte del TFR per che cosa per finanziare investimenti
Nella destinazione del TFR c'è scritto Ferrovie dello Stato se non dalle Ferrovie due miliardi le ferrovie vanno al fallimento
C'è scritto strade perché il governo precedente ammesso all'Anas e gli altri enti in condizione di non avere un Euro neanche per riparare una buca e quindi se non investe non fai nulla
E quindi il governo si è trovato di fronte in quella coperta stretta a tante esigenze da finanziare sulle quali non aveva risorse
Il governo ha pensato di utilizzare una quota del Tfr
E qui sta il problema
Perché il TFR deve servire assieme come diciamo noi a dirottare lo verso i fondi
Contrattuali quelli che devono assicurare il secondo pilastro della previdenza ed è bene che così rimanga
Perché i fondi legati al Tfr sono stati sempre usati dall'impresa per autofinanziarsi e questo naturalmente rappresenta un problema perché contemporaneamente
Questo questo questo meccanismo apre una novità sulla quale occorre lavorare attraverso un progetto non solo attraverso un'esigenza
Se ne può uscire da questo problema secondo me sì
Se ne può uscire mettendo intorno a un tavolo governo sistema delle imprese non solo Confindustria ma a partire da Confindustria e sindacati per vedere come tenere assieme l'esigenza nostra che quella di dirottare più di F. R. possibile verso i fondi pensioni
E come far sì che le imprese che perdono il TFR soprattutto le piccole e piccolissime abbiano quella giusta compensazione
Garantendo un meccanismo di finanziamento attraverso le garanzie necessarie a quegli investimenti senza dei quali il Paese secondo me fa fatica a riprendersi e svilupparsi
Quindi così come è stato fatto come è stato organizzato non mi piace molto ci vuole un Progetto ci vuole bisogna passare in sostanza dico tutta
Se c'è un problema Breve allora si fa un una tantum si chiede all'impresa e per un anno due anni rinuncia questi soldi perché dobbiamo finanziare delle cose
Se voi costruirci un progetto serio che può essere l'altra strada io la preferisco ci si siede intorno a un tavolo e facciamo un progetto serio che però tenga salva la libertà dei lavoratori di decidere che cosa non mi convince di Confindustria è una cosa semplice
Che Confindustria
Nasconde con la sua posizione quella stragrande parte delle piccole e medie imprese che in realtà il TFR non lo vogliono dar via perché per loro è un fondo di finanziamento
E quando dicono decida il lavoratore non lo dicono perché pensano che il lavoratore lo spingono il lavoratore a fargli scegliere i fondi previdenziali no ma perché pensano di tenerlo in azienda allora bisogna decidere
Si decide fermo restando la libertà del lavoratore che il TFR è più utile sui fondi pensione
E per la quota che non va li finanzi grande Investimenti grandi progetti nazionali allora si costruisce attorno a questo un progetto
Che non danneggia la piccola e media impresa ma va direttamente i i miei lavoratori ovviamente ma va direttamente in questa direzione questo è il cuore vero della discussione io sono a favore del fatto che il Tfr vada in grandissima parte dei fondi pensioni e quello che non va lì possano andare a finanziare opere di carattere nazionale per me
Addirittura prima delle strade delle ferrovie preferirei un piano che investe in formazione e ricerca
Investimenti cioè in quella parte immateriale che segna il futuro del Paese questa è la questione
Tutti strillano tutti si lamentano gridano all'esproprio coloro che non dovrebbero gridare
Perché l'esproprio se mai come dire riguarderebbe chi e proprietario e titolare di quei fondi che non è l'impresa l'impresa il depositario e dove stanno
Tutti poi si rendono conto di un'altra ferita
Che il Tfr rende all'anno il tre per cento
E che con i tassi di interesse che crescono qualsiasi altro impiego renderebbe di più o un fondo pensione o un'altra gestione finanziaria di quelle risorse quindi onestamente questa è la questione e questa è la difficoltà vero che con queste risorse si doveva trovare anche sotto il il rinnovo del contratto del pubblico impiego questa è una delle grandi sciocchezze che è stata messa in giro perché attorno a questa finanziaria si è creata una cortina fumogena
Per cui uno immagina che la Finanziaria sia una cosa e poi in realtà se ne trova un'altra abbiamo letto che la Finanziaria darebbe tanti soldi per i rinnovi dei contratti pubblici non è così
Per il due mila e sette non dà praticamente nulla
Abbiamo trasferito tutte le risorse al due mila e otto questa è una delle colossali sciolto rispedirlo perché ma no bisogna non solo dirlo ma bisogna che i giornali pubblicano anche la verità e non soltanto quella che pensa essere la loro verità
Alla fine è sempre colpa dei giornali no
No dei giornali ma degli interessi che stanno dietro i giornali che quando si organizzano fanno passare la loro realtà
Va be'io però mi auguro anche che di fronte a una cosa del genere poi chi deve comunicare comunichi quello che sta dicendo lei cioè che questi fondi riprese da una setta non e questo dovrebbe ripensarci soprattutto il governo D'Alema
Bene veniamo a Poletti sentito naturalmente quello che ha detto Epifani approfitti FR volevo sapere se la sua se se condivide i dubbi di della Confindustria o i dubbi di Epifani
Ma io comincerei ringraziando tutti salutando tutti per la partecipazione a questo incontro che appunto parte da una felice concomitanza
Di celebrazioni ma poi come abbiamo già visto arriva rapidamente alla al duro delle questioni quotidiane quindi alle vicende che dobbiamo affrontare tutti i giorni e peraltro la storia del rapporto ma il sindacato e la cooperazione è esattamente questo esattamente la storia della relazione tra due grandi protagonisti della vita di questo Paese che nella propria indipendenza
Svolgendo il proprio ruolo avendo un dovere di lealtà che è molto preciso per noi per lega Coop il dovere di lealtà nei confronti delle cooperative aderente dei loro soci e quindi la dialettica il confronto è pane quotidiano
Ma questo non toglie che si possa convenire o dissentire
A partire però da radici comuni io ricordo sempre un dato che ogni tanto per diamo perché la società è cambiata è la nostra percezione cambiata
I quadri
Della cooperazione se li andiamo a vedere nove volte su dieci erano contemporaneamente
Il sindaco progressista o di sinistra o socialista secondo delle epoche del loro comune erano i fondatori delle cooperative di quel luogo
Erano i sindacalisti di quella comunità erano i fondatori di quel partito allora non c'era tra virgolette il problema del conflitto di interessi perché c'è un problema un po'diverso i lavoratori non erano rappresentati
E tutti gli strumenti che potevano essere attivati per tirar fuori i lavoratori da una condizione di sudditanza erano i benvenuti
C'era prima tra virgolette l'ideale e poi c'erano gli strumenti e gli strumenti si chiamavano partito sindacato cooperativa comune democratico era tutto ciò la la base da cui siamo nati
Poi lungo la strada ognuno tra virgolette si è specializzato ognuno ha assunto una sua funzione tipica ma la forza sta ancora lì sta ancora al fatto di essere consapevoli che la nostra ragione d'origine quella il Dante causa principale è comunque il cittadino il cittadino lavoratore cittadino consumatore
L'individuo e la comunità che trovavano nell'istrumento organizzati la risposta e quindi oggi è importante che ragioniamo così proprio perché Cento anni accento vent'anni solo fondamenta molto solide per immaginare il futuro
Per misurarsi con i problemi che abbiamo di fronte a cominciare da quelli quotidiani
Che però hanno bisogno di un grande respiro
Cioè noi possiamo ragionare della finanziaria possiamo ragionare del TFR possiamo ragionare tutte queste questioni ed è indispensabile ma o abbiamo un'idea del dove stiamo andando oppure il rischio è di andare a zig zag
è di inseguire quotidianamente il contingente inseguire quotidianamente il contingente fa fare tanta fatica molto sudore molta posso dire forse va bene anche alla salute non certo punto di vista ma non fa fare lunghi tratti e noi abbiamo bisogno allora invece di costruire questo orizzonte per cui nella riflessione di oggi credo che dovrà tenere insieme appunto a partire dalla nostra radici questo orizzonte con il quotidiano venendo al quotidiano il nostro giudizio
Come lega delle Cooperative sulla Finanziaria ma abbiamo espresso in maniera puntuale non è molto lontano da quello che Guglielmo Epifani
Rappresentava qui in questo momento ci sono alcune solleciti
Sottolineature diverse ma è come posso dire figlio del fatto che rappresentiamo situazioni interessi Soggetti diverse
Certamente io credo che si possa dire che questa è una finanziarie che ha la sua ragione ovviamente nelle condizioni nelle quali si è venuta a realizzare e forse ci siamo già dimenticati che a giugno ceduto metter mano a una vicenda per la quale l'Anas
Chiudeva i cantieri le Ferrovie dello Stato non aveva noi io ricordo di aver parlato col presidente dell'ANAS cinque o sei mesi prima delle elezioni ragionando del futuro delle cose da fare perché ne abbiamo tante cooperative che lavorano
Lei gli appalti pulci nelle strade nelle ferrovie questo ma guardate m'ha detto presidente e cosa vuole che le dica io
C'ho i soldi per pagare gli stipendi fino a giugno a luglio non so cosa succederà quindi lei mi viene a chiedere cosa faremo con le opere ma il problema e gialli squadernato cioè
Quindi è vero
Si è praticamente prosciugata la fonte
Si è scelto di tirare una riga ad un certo punto e questa è un grande problema e quindi la finanziaria di oggi deve fare i conti no col fatto di mettere a posto i conti per quest'anno che è un grande problema è che è un grande obiettivo
E che va sottolineato come un dato positivo perché noi dobbiamo sempre dimenticati che non dimenticarsi che il problema non è solo l'Europa
Noi abbiamo a che fare col mercato mondiale
E abbiamo a che fare con gli osservatori non abbiamo un grande debito pubblico collocato in giro per il mondo presso soggetti che se gli viene il dubbio che lo Stato italiano ha qualche problemino restituirli la mattina dopo abbiamo un problema grande grande e la storia non è di tantissimi anni fa per cui abbiamo dovuto vero sì una tirata di cinghia fuori di misura
Perché è altrimenti il rischio vero era di arrivare all'insolvenza al nord rimborsare imbottiti CTA veri problemi che qui non è che ha parliamo di fantasie parliamo di dati molto corposi quindi la finanziaria fa un atto importante
Rimette in fila i numeri da questo punto di vista e si misura coi problemi dalla prospettiva quindi noi diciamo da questo punto di vista ci sono cose che ci convincono le condividiamo capiamo ci sono altri punti che ci lasciano più perplessi e che non condividiamo questo dato del TFR a qualche vizio d'origine
Il primo vizio d'origine è che è stato messo lì si parla molto di concertazione ci siamo viste in trentadue occasioni e l'impariamo il giorno dopo che è stato pubblicato allora forse valeva la pena trovare un'occasione nella quale il Governo rappresentasse alle forze sociali ed economiche questa come una delle questioni rilevanti sul quale si metteva mano c'è un secondo dato sul quale io vorrei
Sotto tirare una uno una linea per sottolineare la situazione guardate che c'è un problema per cui oggi si ragiona molto del Tfr per le piccole imprese
è vero che è un problema ma il problema vero ce l'hanno le impresa che hanno tanto lavoro un'impresa può essere piccola può avere dieci lavoratori e fare un grande volume di attività
Guardate che noi diamo dei competitori a fare le costruzioni pubbliche che hanno cinquanta dipendenti trentacinque dei quali avvocati
Non hanno molti ingegneri e quasi neanche un muratore ma loro Campolo di contenziosi quelli ci hanno pochi problemi ma voi che abbiamo delle imprese che hanno mille due mila tre mila cinque mila dieci mila lavoratori perché fa delle pulizie o farà dei pasti ci vogliono delle braccia e delle mani alla fine quelle imprese lì su cento lire di fatturato hanno ottanta lire di manodopera di lavoro di costo del lavoro quelle hanno il problema del Tfr
Quelle altre se hanno cento di fatturato e cinque di costo del lavoro il problema c'erano un po'più piccolino quindi Milano e cominciare a traguardare il problema guardandolo da questo punto di vista chi organizza tanto lavoro chi organizza poco lavoro perché questo è un primo problema
Un secondo problema dal punto di vista nostro è che purtroppo molte delle nostre imprese lavorano con le pubbliche amministrazioni in particolare il settore sanitario che è in grave ritardo con i pagamenti noi facciamo di mestiere la banca per molti soggetti pubblici alla fine ci troviamo in questa sgradevole condizione che ritarda i pagamenti ci propone il problema di andare in banca a prendere i soldi per finanziare l'attività e domani inevitabilmente ci dovremmo andare anche per il TFR qua perché è una questione non banale questa perché propone un problema di cui nessuno e questo Paese discute guardate che c'è una sul per fare un esempio paga due anni dopo ed è cosa normale sapete cosa succede
Che il fornitore quando fa la gara intanto nel prato ci mette già il fatto che sa che per due anni non verrà pagato
Ma poi se fa un cattivo servizio
Se voi siete in ritardo di due anni a pagare ci andate da quello che aveva per i soldi degli o guarda che non è fatto per il tuo lavoro quello ti guarda quei giovamento pagamenti e poi dopo discutiamo se lavoro bene su lavoro male questa roba qui
Inquilina terribilmente il modo d'essere della presenza pubblica e del modo di fare gli appalti delle i servizi che si erogano allora
A lato del ragionamento del pia fare c'è un tema che è quello di come si gestisce la legalità da tutti i punti di vista come si affrontano queste questioni da tutti i punti di vista cominciare dalle grandi questioni nazionali della diciamo così illegalità organizzate a questo punto io vorrei
Chiedere a tutti noi di ricordare il fatto che la scorsa settimana il presidente della cooperativa e di FLI che predice la Sicilia di Bagheria
A denunciato e fatto arrestare un estorsore un capo mafioso e voi capite che fare una scelta di questo genere in Sicilia a Bagheria
Una scelta di grande coraggio questo vuol dire che allora la legalità per noi
Il primo degli obiettivi è la prima questione
Perché si comincia di lì ma si finisce al lavoro nero si finisce alle piccole illegalità o alle grandi illegalità
E quindi noi dobbiamo sapere che questa finanziaria da questo punto di vista ad esempio un problemino ce la probabilmente ma ha bisogno di destinare più risorse
A garantire la legalità quindi ci sono tante questioni piccole o grandi ma se lo spirito è lo spirito di chi pensa al futuro di questo Paese io credo che si trovano le risposte giuste
Classe
Prima di andare avanti è una domanda alla quale vorrei però magari una risposta breve così poi passiamo agli altri agli altri temi
Ho letto che anche il il prestito sociale ricadrà sotto la mannaia dell'aumento dell'imposta cioè al dodici e cinque al venti per cento al venti per cento invitato le chiedo se è vero sono poi vengo accusato di non conoscere bene ma mese e cosa ne pensa
Ma è probabile anche se ad ora nessun provvedimento che dica in maniera esplicita che questo sarà cioè nel senso che c'è un disegno di legge collegato alla Finanziaria che delega il governo ha riordinare le rendite il trattamento fiscale delle rendite
E quindi non è escluso che anche il presto sociale sia coinvolto in questa operazione il nostro giudizio è ovvio che non possiamo essere contenti perché e men che meno possono essere contenti i soci delle cooperative perché sono loro che prestai quindi si vedranno appesantiti l'onere fiscale però è chiaro due vale il ragionamento che facevamo prima
Se stiamo ragionando di un intervento generale che sistemo un problema che riguarda molte questioni allora uno può essere poco contento ma sa che è dentro un progetto generale che paga insieme agli altri fa un sacrificio
Ma ha una finalità se invece l'intervento fosse questo sì quello no questo va bene quello non va bene il bottino presto si le obbligazioni no e quell'altro se non potranno che essere ferocemente contrari perché queste allo strumento importante per lo sviluppo d'impresa cooperativa che può reggere questo sforzo appostare dentro ad un coro dentro Dompaire generale che riguarda tutto il Paese non potrebbe certamente essere accettato come tra virgolette una vessazione specifica di un soggetto che certamente non ha meno problemi di altri da questo punto di vista
Bene domanda brevissima che Epifani possiamo agli altri temi sulle due cose che diceva Poletti il legalità e illegalità diciamo e tener conto di questa differenza di quantità di lavoro ora ecco sono due argomenti che possono andare sul tavolo delle delle trattative che ci saranno sui eventuali modifiche alla Finanziaria
Ma se se si riapre un confronto con con le parti allora è evidente che anche problemi specifici
Hanno tutta la possibilità di essere discussi e poi di decidere per il meglio rispetto a tutti i problemi che ci sono per questo dico bisogna però sbrigarsi ad aprire il tavolo del confronto perché in Parlamento ormai fra un poco la andranno gli emendamenti
Quindi prima parte questo tavolo più tempo abbiamo per vedere tutti questi problemi e gli altri che ci che ci sarà
La cosa che non mi convince verso l'impresa
E che presentano questa finanziaria come se fosse una finanziaria contro l'impresa io devo dire la verità
Ho esattamente l'opinione opposta
Perché il taglio di tre punti del cuneo fiscale
è una cosa che da da anni immemorabili non avveniva son tutti i soldi che vanno all'impresa
Quest'anno il valore di questo cuneo un po'più basso perché parte la metà anno due mila sette dal due mila otto sarà pieno corrisponde quasi alla riduzione di quasi tre punti sui loro costi è una riduzione grande corrispondono a svalutazione per quelle aziende di tre punti cioè un margine
Molto grosso tant'è vero che quando si è fatto l'esempio quando ci perde col TFR e quanto ci guadagni con Cuneo il risultato è semplice per lavoratore guadagna oltre seicento
Euro all'anno col cuneo fiscale e che costa forse quindici venti il costo del differenza bancaria sul t f un saldo netto di di cinquecentottanta euro per dipendente per impresa
Cioè siamo in presenza di una cosa importante non solo
Ma nell'impresa che va nel Mezzogiorno
Ci sono risorse ancora superiori a quelle del cuneo che riguarda il resto del Paese e quasi il doppio il vantaggio per l'impresa
Del Mezzogiorno compresi i nuovi investimenti e compresi gli sgravi sui nuovi assunti a seguito i nuovi investimenti quindi comunque la vediamo anche dal punto di vista dell'impresa questa è una finanziaria che da e io sono contento che sia così
Perché c'è un problema di sostenere le imprese che innovano che competono il problema semmai riguarderà la responsabilità delle imprese di far sì che questi vantaggi vantaggi fiscali i vantaggi di soldi
Vadano nella direzione giusta cioè in politiche di investimento
Non vadano a favorire operazioni di rendita o di speculazione finanziaria perché
Se no le nostre imprese non comprendono la lezione del passato quando han fatto così le loro aziende sono andate in crisi quando hanno ripreso a investire penso sempre la FIAT come esempio perché è la verità quando è ripresa investire sul prodotto hai avuto coraggio c'è il ricreduto l'impresa anche in mercati difficili considerati Sato l'impresa rinasce e si sviluppo
Noi abbiamo bisogno che questa operazione che dà fiducia all'impresa italiana s'venga usata dall'impresa italiana per crescere in qualità e in politiche di di investimento quindi da questo punto di vista questo giudizio onesto
Onesto sulla finanziaria e quindi non mi ritrovo in queste caricature che una parte dell'impresa fa della nostra finanziaria e poi non mi convince perché dietro queste realtà si finisce per proteggere tutto
Per proteggere l'evasione fiscale per proteggere riduzione fiscale per proteggere cioè tutti quei comportamenti che non possono essere tollerati non per spirito di vendetta che questa è una colossale sciocchezza
Non per odio di classe sciocchezza ancora più grande
Ma perché qualsiasi Paese europeo non può funzionare senza una giustizia in base alla quale che il reddito che tu produci venga tassato equamente in modo tale che a tutti si può riservare un futuro di tassazione più bassa e noi siamo interessati più degli altri
Perché come tutte le statistiche confermano c'è una parte del Paese che le tasse le paga praticamente fino all'ultimo euro e c'è una parte del Paese che questo non lo fa
E quindi questo problema in un Paese che ha bisogno di risorse e ha bisogno di riconoscimenti
Di cittadinanza reciproca non può più essere tollerato
Grazie
Allora
Poletti il mondo politico e sindacale dice in sostanza le cooperative crescete ma non snaturato il giudice non venite meno a quella che è la vostra missione
Le imprese cooperative rispondono ma noi non siamo dei biechi capitalisti siamo imprenditori allora noi qua abbiamo l'obbligo dogma il dovere anche per il tipo di pubblico che c'è di uscire da queste definizioni andare dalla concretezza allora io chiedo a Poletti di spiegare
Che cosa significa e come possibile crescere senza venir meno a questi valori se si può conciliare la logica del capitalismo con quella del no profit come si può come si può andare avanti su questa strada naturalmente
Dobbiamo farlo se possibile spiegando anche se lei ha in mente nuove forme societarie diversi modi di organizzazioni diverse governance quello che sia perché credo che sia un pubblico che si aspetta questo
Paga solo perché io diremo invece cosa il sindacato chiede un'altra cooperazione se io credo che questo domande del tutto legittima
Perché
Perché alla cooperazione un patrimonio collettivo sostanzialmente
Perché a un trattamento specifico
E perché ha delle radici che sono quelle di cui parlavamo prima e quindi non ci deve essere la parte i cooperatori nessuna remora nessuna resistenza e nessuna difficoltà a discutere pienamente apertamente
Di ciò che stanno facendo del come l'hanno fatto
Accettare le critiche e confrontarsi con delle posizioni eventualmente diverse perché altrimenti se uno potesse rispondere
Che cosa cavolo volete sono fatti miei non sarà un cooperatore
Perché col cooperatore che dice così ha già negato alla radice l'essenza del suo essere
Perché essere cooperatore non significa sono fatti miei significa ho ereditato avuto la fortuna di ereditare ciò che le generazioni precedenti alla vi hanno costruito
E so di doverlo passare alle generazioni future migliore di quanto io non l'abbia ricevuto
Se ragioni così allora non puoi resi per reagire dicendo cosa vogliono costoro devi sapere che costoro hanno titolo ce lo fanno in maniera leale e onesta e non in maniera strumentale per tra virgolette provocare difficoltà o mostrare limiti che non ci sono
Allora possibile riflettere su questa questione
Qual è oggi il tema il tema che abbiamo di fronte esattamente quello del come si può fare impresa nel mercato moderno nel mercato coperto globalizzato competitivo
Tra soggetti che hanno una missione diversa pre questa è la prima primo problema
Può essere che nel mercato capitalistico
Ci siano impresa che hanno visioni diverse
Perché veniamo da una storia nella quale ci hanno spiegato che cascato il muro di Berlino
Era finito il bisogno di pensare
Perché tanto c'era il mercato capitalistico c'era un'impresa capitalistica che erano la risposta integrale ad ogni problema lasciate fare al mercato e sarete contenti
Se si lascia fare al mercato vengo fuori disarticolato di misura come largamente dimostrato dei fatti
Quindi il mercato è almeno io la dico così un ambiente civili disabile dove debbono e possono essere presenti soggetti diversi che hanno missioni diverse
Le cooperative hanno una missione diversa dall'impresa capitalistica classica l'impresa capitalistica deve remunerare al meglio il capitale messo l'impresa mutualistica deve rendere al meglio il servizio il miglior servizio possibile al socio
Che sia un lavoro c'è un una cooperativa di lavoro che sia un prodotto sia una cooperativa di utente che si è un servizio se è una cooperativa di servizi bene è possibile farlo
Io rispondo così
La storia ci dice di sì
Se oggi la cooperazione in Italia negli ultimi dieci anni ha raddoppiato il numero degli addetti dieci anni fa la cooperazione da cinquecento mila occupati oggi ne ha più di un milione
Le cooperative aderenti alla lega negano duecento mila oggi siamo a più di quattrocentoventi mila e non mettiamo nel conto
Tutti gli artigiani camionisti gli agricoltori tutti quelli che hanno una veste tra virgolette di impresa artigiana o di libera professione
Vorrà pur dire che si può fare
Sei dieci anni è successo questo che non mi pare che in Italia in dieci anni ci sia raddoppiato il numero della persone occupate
Ah ti conosco un po'd'impresa che in dieci anni tutti gli anni hanno ridotto di qualche uno per cento il numero degli occupati e quindi intanto c'è questa strana cosa in questo Paese
Tra virgolette si dà la caccia
A chi ha raddoppiato il numero degli occupati mentre passa sotto silenzio e viene cantato come il meglio del capitalismo familiare un familiare italiano chi l'ha ridotto al cinquanta per cento anche questo è uno dei paradossi che qualcuno mi dovrebbe spiegare però lo metto tra parentesi perché evidentemente il fatto che si lavori non si lavori in questo Paese
Non è più un elemento di qualche rilevanza
Mentre io penso che per ogni cittadino sia un elemento decisivo per la propria esistenza
E qui c'è un primo problema
Ma allora se siamo arrivati lì cioè se la cooperazione in questi anni ha prodotto questo risultato
Abbiamo risolto tutto
Abbiamo già spiegato che abbiamo le nostre buonissime ragioni no io voglio citare un problema in maniera brutale perché alla discussione da cui vengono fuori queste domande a un po'questa natura
Sostanzialmente il problema non è le piccole e le medie cooperative
Le cooperative sociali a cui tutti gli voglio bene perché è come dire voler veda la mamma figuriamoci c'erano vuol bene o la cooperativa che fa lavorare gli handicappati che porta la spesa a casa a chi non si sa muovere ma alla bestemmia è un'impresa con dieci mila lavoratori che diventa la prima impresa italiana perché è grande e allora siccome grande non può essere cooperativa
Assioma se sei spicole sfigato sei socialmente distintivo sì sì in grande non puoi esserlo
Se accettiamo questa tesi possiamo andare a casa
Se accettiamo questa tesi abbiamo accettato la tesi secondo cui c'è un mercato solo quello capitalistico speciali per la sola quella capitalistica
La nostra risposta è no non è così quei dieci mila lire dimostrano che non è così dimostrano che si può fare in un'altra maniera allora dobbiamo discutere e dobbiamo discutere se quel sistema di valori quei meccanismi che le modalità di fare impresa possono essere gestiti in questa nuova fase con questa nuova sfida
I cooperatori bordate la dico in modo molto franco i cooperatori non ce l'hanno la ricetta perché se la cooperazione un patrimonio collettivo
I cooperatori da soli la ricetta del come si risolve questo problema non ce l'hanno hanno bisogno del confronto con tutti gli altri
Dal sindacato al mondo della cultura alla politica a tutti quelli che si interrogano sul come sarà la società domani non c'è un pezzo di quella società noi possiamo metterci la nostra opinione ma abbiamo bisogno di questo grande confronto
E qual è il problema ne cito uno e poi credo che possiamo continuare riflette al guardate che lo scambio mutualistico nella cooperativa di consumo qual è
La pena la migliore al pranzo minore
Perché io sono un socio consumatore sono a posto ma guardate che la pera migliora il prezzo minore non è detto che glielo dia la cooperativa
Glielo può dare un'altra impresa di capitali molto brava che usa il bastone rompo la schiena alla gente ma alla fine riesce a darti la pera migliore al prezzo minore dove sta la differenza quella cosa che gli altri non potranno mai copiare e che solo i consumatori a decidere Q alle pay era a quale prezzo come volere essere padroni liberi di decidere su se stessi quindi la democrazia la partecipazione la responsabilità è la quintessenza costitutivo dello scambio mutualistico la mutualità non è solo la per è come si è prodotta perché si è prodotta come sia distribuita quindi il tema non è solo come si distribuisce la ricchezza è decidere quale richiesta voi produrre
Decidere come la vuoi produrre e decidere come la vuole distribuire e decidono in forma democratica questa è la scommessa che sta sulla cooperazione oggi e sulla quale noi siamo convinti di poter mostrare la bontà delle nostre tesi e dobbiamo essere aperti a confrontarci con tutti coloro i quali con noi hanno voglia di sperimentarsi in questa riflessione
Per Epifani mi pare quello che ci ha dato le due questioni di fondo la prima s'espresse in modo molto simpatico e colori del re meglio piccoli sfigati
La seconda era quella che mi sembrava risuona sei l'intervento di D'Odorico stamattina cioè al lavoratore la possibilità lavoratori andare oltre i processi produttivi così semplice
Ti sei prima di risponde volevo riprendere un attimo la parte finale dell'intervento di prima
Sul sulla legalità
Perché perché qui c'è non solo un in tema di lavoro comune ma c'è
Un'emergenza di paese che non che non si ferma
In questi anni è andata avanti soprattutto in molte aree del paese
Una forma di criminalità che che controlla sempre più persone beni cose condiziona sempre più la vita di quelle comunità tu adesso ricordati il cooperatore di Bagheria
Io potrei aggiungere la cava lavoro di Cerignola bruciata un anno fa
Oppure queste condizioni di schiavismo che soprattutto in edilizia in agricoltura si stanno allargando in una maniera impressionante
Vedo che sui giornali finalmente comizi comincia a parlare di questo fenomeno di nuova schiavitù di nuovi schiavisti di nuovi schiavi
Cioè qui siamo al di là della precarietà non è neanche più la precarietà del rapporto di lavoro
Che ti condanna per troppi anni all'instabilità l'incertezza qui siamo alla privazione di ogni dignità che che va riconosciuta all'essere umano
Quindi abbiamo un terreno non solo Comune di di lavoro ma credo che dobbiamo davvero impegnarci perché qui sta sta il cuore delle nostre radici dei nostri valori noi contra diremmo proprio tutto Dinoi se non facessimo di questa una delle grandi battaglie ideali pratiche politiche civili delle nostre due organizzazioni così come non c'è dubbio che bisogna che il governo il nuovo governo su questo si impegna con grande forza accanto alla lotta all'evasione e all'elusione bisogna avvierei mezzi intelligenza politiche adatte per contrastare questi fenomeni
Per questi fenomeni si contrastano in tanti modi si contrastano anche cambiando la Bossi Fini che è una legge costruita esattamente per mantenere gli immigrati nell'illegalità nella legalità e appunto su questo poi si creano questi questi interessi
Tra i mercanti di schiavi e mercanti di persone che va assolutamente debellate
E ho voluto dire questo perché noi il ventuno saremo a Foggia con una grande manifestazione unitaria di CGIL CISL UIL appunto per richiamare l'attenzione su su questo fenomeno
Che sta in molte parti del Paese assumendo davvero il volto di qualcosa che pensavamo nell'Italia di oggi non avesse più cittadinanza perché ci riporta A pagina in cui la schiavitù lo schiavismo erano tollerati praticate e quindi davvero un ritorno all'indietro che non che non possiamo permetterci
Invece per per arrivare al tema della dell'impresa cooperativa Dio anch'io penso che non ci può essere solo un modello di impresa
Io devo dire che già soffrono idea della centralità dell'impresa del mercato per per sopportare ancora meno l'idea che in questa centralità tutta l'impresa si riduca a uno
E trovo sempre questa simmetria nei confronti del lavoro sempre più insopportabile il lavoro può diventare plurale al più non posso per cui
Non c'è più il lavoro non ci son più diritti collettivi tutto individualizzato ognuno portatore di una sua idea una sua condizione di lavoro tutto accettabile
Addirittura il lavoro viene messo in competizione con altro lavoro si fa del lavoro un mercato tutto questo
In questa ideologia dominante si sta diffondendo poi quando si parla dell'impresa imprese una l'impresa con la i maiuscola in cui tutto si deve essere uguale a se stesso e no e no anche l'impresa e al plurale
Nelle modalità nelle finalità nella pratica delle delle situazioni ma addirittura poi bisognerebbe andare a fare per l'impresa quello che viene fatto correttamente per il lavoro
Io sono ad esempio tra tra coloro che da tempo ha ragionato sul rapporto tra lavoratore e produttore
Tra lavoratore produttore lavoratore consumatore un grande e moderno dilemma sul quale dobbiamo ragionare
Ho sempre pensato che se tu assumi come obiettivo solo il consumatore e mai anche il produttore un lavoratore poi generare dei problemi perché poi coloro che lavorano per i consumatori sono persone carne osso se io penso sempre e soltanto al bene primario dei consumatori in qualche modo
Sacrifico molto i produttori poi vedo mercati in cui questo avviene il manifatturiero
E vedo mercati come l'agricoltura in cui avviene esattamente il contrario più che il consumatore si privilegia il produttore penso a tutta la politica agricola comunitarie ne abbiamo l'Europa un po'strabica un po'strana
Che in alcuni settori favorisce solo consumo in altri settori solo produttore
Io sono per trovare una sintesi onesta difendiamo un po'più il produttore nell'industria manifatturiera e difendiamo un po'più il consumatore ad esempio in agricoltura ma questo vale anche per l'azienda
Nessuno oggi riflette che abbiamo sempre più casi in cui l'interesse dell'azionista non corrisponde all'interesse degli altri azionisti che sono i più e non corrisponde all'interesse dell'impresa
Noi abbiamo casi moderni caso di Telecom è emblematico qui siamo in presenza di un interesse di un azionista che al diciotto per cento in realtà controlla il dodici
Che decide
Contro gli interessi degli altri azionisti e contro l'interesse dell'impresa sono queste le questioni che attengono alla cultura moderna del mercato dell'impresa
Quando sentiamo parlare di responsabilità sociale dell'impresa di governance dell'impresa perché si deve parlare e si dovrà parlare di governance dell'impresa cooperativa e della sua riforma ma non si può limitare solo all'impresa cooperativa
Un ragionamento sulla governance perché dieci mila fatti ci dicono che c'è sempre più un problema della governance dell'impresa
Dell'impresa capitalistica moderna dove troppe cose
Non funzionano e dove spesso si gioca contro il futuro dell'impresa in nome dell'interesse di una parte dei proprietari di quell'impresa questo è una modalità onesta di confronto
Per questo
Penso anche da questo punto di vista il coraggio che può avere il mondo della cooperazione per capire come nel mondo di oggi può mantenere la sua fisionomia c'è un aggancio forte i suoi valori al principio dell'autodeterminazione e sposarlo
Con un'idea di autoriforma della propria governance che faccia trasparenza che dia più potere al management perché sono tutte questioni che attengono alle dimensioni moderna il mercato sarebbe secondo me una spinta straordinaria se posso usare la metafora
Per non essere relegati
Volutamente sul banco degli accusati e per provare a dire noi le cose le abbiamo modificate ma amici cari colleghi cari sappiate che c'è un problema grande come una casa che si chiama la riforma della governance dell'impresa capitalistica moderna io credo che questo sia uno dei tratti che noi che noi dobbiamo dobbiamo assolutamente assume perché vedo troppo te doppie verità
Una che vale per gli altri e una che vale per sé vedo stoppie doppie morali una che ti spiega che come si fa e poi quando riguarda te non se ne parla o si fa finta di nulla
Vedo troppe cose che non hanno senso compresa la dimensione della cooperativa come se una cooperativa o un'impresa di cinque dipendenti non posso sapere
Una una forza superiore a quella che era a dieci mila in ragione di quello che fa
Noi abbiamo aziende nel passato che con cinquanta dipendenti hanno venduto l'azienda per valori di miliardi perché aveva scoperto un brevetto una tecnologia quindi un valore incommensurabile
E oggi il numero dei degli addetti non vuol dire praticamente nulla soprattutto perché ci si scorda una cosa vera
Che oggi se tu lavori per altre persone
Non puoi che contare sulla forza e sul numero delle persone che lavorano verso altre persone
Se lavori in altri settori in altri processi tecnologici bastano due persone a crearti un'impresa che ha un valore di miliardi di euro questo è il mondo di oggi è questa la verità di oggi non possiamo continuare a ragionare quando le uniche quantità erano quelle fisiche perché quello che produceva i erano soltanto beni fisici
Ma scorrendo poi gli articoli che sono usciti sulla sul sito della Fondazione Di Vittorio dopo le polemiche alle quali facciamo riceve riferimento prima
Anche la in effetti questo problema della Governance come si dice oggi insomma diciamo del rapporto tra manager soci
E mercato era quello che emergeva di più mi pare che tutto era anche la parte che riguardava le cosiddette agevolazioni fiscali legate all'obbligo di loro investito eccetera eccetera
Io l'ho messa in secondo piano mentre questo era l'argomento principale che mi pare sottolineasse anche Epifani accompagnato anche da un'altra cosa però cioè la domanda polemica nei vostri confronti
Questa questione si è posta già dal novantadue con la riforma insomma diritto societario della dell'assetto le cooperative perché dal novantadue a oggi questo problema della governance non è stato affrontato prima domanda è seconda
Alla sfida di Epifani che mi dice siate protagoniste fate la questa nuova governance lei come risponde
No io credo che come sempre
Pongo per rappresentare la realtà si tende a in qualche modo a a distorcere la
Ma io credo che il problema dalla governasse il mondo cooperativo se l'è posto in tanti casi l'ha risolto positivamente brillantemente abbiamo tantissime imprese cooperative che ormai storicamente hanno la divisione dei poteri tra la rappresentata la proprietà e il management c'è come dire grandi bibliografia da questo punto se si vuole poi abbiamo altre situazioni dove questa strada non è stata percorsa per ragioni diverse
Ma io credo che noi oggi dobbiamo guardare a un dato questo elemento di cambiamento profondo che si è verificato in questi dieci anni
Costringe anche noi a riflettere in termini diversi cioè i cambiamenti anche quelli positivi come quelli che il mondo cooperativo ha prodotto in questi anni ci hanno messo di fronte a problematiche diverse
Avere come cooperazione di consumo cinquecento mila seicento mila un milione di soci e cambia mica solo la quantità cambia la qualità delle problematiche che sono presenti in quella situazione e quindi misurarsi con queste questioni
Significa anche a vere tra virgolette la forza la fantasia di superare i limiti che queste situazioni hanno evidenziato quindi la cooperazione al proprio interno sicuramente tante realtà alcune di queste hanno già dato una risposta altre non l'hanno data o sono in ritardo anche in ragione di questo cambiamento profondo che se ha realizzato bene che cosa dobbiamo fare noi che cosa farebbe cosa stiamo facendo
Legacoop Paolo marzo prossimo fra il suo congresso
Uno degli elementi uno degli elementi alla sua riflessione
La democrazia la partecipazione la responsabilità la governance cooperativa
Lavoriamo per la costruzione di un codice del buon governo cooperativo lavoriamo perché si adottino meccanismi di autoregolamentazione
Cioè la comunità cooperativa discuta al proprio interno valuti quali sono le esperienze positive e quelle negative quelle che hanno limiti
Produca ero produrrà
Un codice del buon governo cooperativo e poi noi dobbiamo sapere che mondo cooperativo già questa simpatica connotazione
Se noi sosteniamo giustamente che i soci della cooperativa debbono essere primi responsabili non è che possiamo fare un decreto non è che lì possiamo spiegare come è bene che governino loro cooperativa i soci di quella cooperativa
Il gruppo dirigente di quella cooperativa deve assumersi la responsabilità di discutere questi processi questi problemi e prendere le decisioni relative allora che cosa pensiamo di fare noi pensiamo di procedere a definire criteri elementi la base concettuale e culturale per una nuova governance di chiedere nostre cooperative di utilizzare quella base e qualora decidano Tino
Ottemperare cioè di non adattare la propria governance a quei modelli di spiegare il perché cioè di motivare come mai
Di fronte al fatto che c'è una idea che quel modo d'essere sia il modo migliore per l'impresa cooperativa
Una determinata impresa cooperativa decide di non procedere su quella strada noi pensiamo che attraverso una logica di questo genere si possa attivare un meccanismo virtuoso positivo che non mette le Praga al mondo che non impone per legge o per decreto perché non è possibile assolutamente ma che salvaguardando la responsabilità e la libertà di auto decisi a re però spinge nella direzione di ammodernare la governance di renderla più chiara più trasparente sulla base della logica che dicevamo prima
Potendo in questo modo certamente partecipare al processo che Epifani in qualche modo evocava perché è del tutto evidente che citava tele come io non voglio neanche parlarne ma se penso che molti di quelli che oggi ieri c'hanno spiegato come doveva essere e come era opaca la governance cooperativa beh oggi sinceramente ci sarebbe non dico ad aspettare qualcuno faccia delle autocritiche però quanto meno se stanno detti fanno il minimo che posso fare
Ci avviamo verso una conclusione andrà anche data data l'ora volevo chiedere però una cosa intanto a a Poletti c'è qualcosa che lei si sentirebbe di rimproverare al sindacato ma la sua attività di imprenditore un argomento un settore un ramo dove secondo lei
Il sindacato dovrebbe fare una riflessione un passo avanti gliene suggerisco io uno come possibile volo della flessibilità per esempio
Rimproverare una parola grossa oggi siamo in il giallo che ora conta dove si dice quando quando mai no io credo che ci siano terreni sui quali è opportuno aprire un confronto e e e misurarsi io credo che ad esempio questo tema del lavoro e della responsabilità del lavoratore nell'impresa sia un tema complicato importante interessante svolto banalmente in giro per l'Europa in maniera diversa io dico che il modello tedesco piuttosto che quello inglese piuttosto che quello spagnolo che quello italiano io non hanno per nulla i modelli mi interrogo penso che né alla nuova situazione nel nuovo modo d'essere del lavoro
Che parte comunque da un individuo che parte comunque dalla cultura di un soggetto che non è esattamente identica a quella di dieci diventi di trent'anni fa e quindi abbiamo tutti insieme e il sindacato insieme con noi
La necessità di riflettere sul fatto che il lavoratore in quell'impresa non è solo lavoratore
E quindi abbiamo bisogno di immaginare delle modalità diverse delle forme diverse io non dico che deve discende Arne una conseguenza immediata sui contratti io però c'è un tema da questo punto di vista e c'è un tema invece che credo condividiamo tutti quanti
Ed è
Come diavolo riflettiamo sulla rappresentanza sociale in questo Paese perché noi parliamo di riforma della Costituzione
Riforma della politica riforma dei partiti maggioritarie non maggioritario il territorio il centro avanti e indietro però
Però Secondo la doppia verità che dicevo Guglielmo Epifani
Questo vale per i partiti vale per le istituzioni vale per tutto ma non vale per la Confindustria per la CGIL per la lega delle cooperative
Per un pezzo della società che è altrettanto importante pesante di quanto lo siano l'organizzazione dalla politica l'organico delle istituzioni
C'è bisogno di interrogarsi su come cambia complessivamente la società e quindi come cambia anche la rappresentanza questo io credo sia una scommessa che dovremmo giocare insieme
Bene
Chiederei a a Epifani e di di di concludere se siete d'accordo
Intanto sono due i due argomenti sui quali ha appena parlato Poletti forme di rappresentanza e questione della flessibilità e di nuovi nuove forme anche lì di dialogo su questo argomento poiché eterei Epifani per chiudere due cose la prima anche Luisa qualcosa da chiedere alla cooperazione un passo da che dalla cooperazione poi direi siccome abbiamo comma fatto festeggiato diciamo così un compleanno un doppio compleanno un augurio vorrei che facesse per per il futuro
Vorrei no io vorrei chiede la cooperazione una cosa la dico esattamente come la penso
Mi permetto stante la celebrazione
La cooperazione è molto cresciuta in questi anni
Ad onta dei suoi critici dei suoi avversari la cooperazione italiana è una cosa molto molto molto importanti
Qui davvero le radici contano perché di tutti i dati che il professor iosa raccontava
Mi ha colpita che nel quarantacinque esistevano già quel numero di di cooperative rosse cioè l'Italia neanche era uscita anzi si può dire la pena stata liberata che
E per le ragioni fatte è chiaro che poi la cooperazione è stata soprattutto al Centro Nord qui e quarantacinque si libera metà anno no com'è ovvio quindi già c'era quello la stessa cosa del Camel lavoro
Rinascono appena il paese viene liberato cioè questo vuol dire che c'è da dentro dalle viscere
Da quei valori profondi che che che non puoi raccontare così da fuori c'è questa spinta forte che fa della cooperazione una cosa molto importante allora
Siccome io penso che il Paese abbia bisogno di una cooperazione sempre più forte
Allora bisogna
Bisogna approvare io lo so che è complicato poi per lui
Ancora di più ma insomma bisognerebbe provare a dare di questo mondo multiforme della cooperazione che ha tanti attività tanti interessi quelli fondamentali storici nuovi tanti settori
Provare a vedere se attorno a qualche grande missione fondamentale anche per il Paese la cooperazione Possa indirizzarsi con una capacità di programmazione
Cioè scegliere quali settori per il futuro su quali settori per il futuro spendere allargarsi non contro gli altri ma in qualche misura uso una parola brutta specializzarsi
Questo è un tema che io avverto e e lì bisogna fra fare una scelta
Se è specializzarsi in quelle attività che riguardano servizi alla persona
Oppure contemporaneamente fare Scelta per specializzarsi in quei settori in cui la presenza nazionale all'interesse nazionale oggi e molto compresso e molto in difficoltà
Capisco che è una scelta difficile
Perché uno vuol dire concentrarsi ad esempio sulla grande distribuzione sulla logistica l'altro vuol dire in tutti i settori che riguardano la condizione delle persone ma questo mi mi parrebbe un bel dibattito
Per una cooperazione che guarda al futuro poi so che è difficile orientare
Perché i soci sono sono liberi di scegliere le cooperative sono libere di scegliere però penso che la centrale Possa visto anche che va al suo congresso provare a delineare nel suo progetto del futuro dell'Italia e del ruolo che la cooperazione di aver vere in questo progetto una discussione una discussione di questo tipo
Invece per quanto riguarda il tema della flessibilità voglio fare solo una un ragionamento che che prescinde anche qui dalle cose a breve perché però il tema importante io
Girando molto per l'Italia soprattutto in queste assemblee degli industriali
Sento sempre richiamarsi a noi dicendo ma perché parlate sempre di diritti e non parlate mai di doveri del lavoratore c'è il tema del dovere
In fondo voi dovreste occuparvi di più dei doveri che i lavoratori hanno nei confronti dell'impresa dei consumatori e io rifletto che il tema esiste
Dopodiché
Però
Propongo un ragionamento sui doveri e su quello che il sindacato può fare
Perché in fondo se tu attacchi i diritti dei lavoratori
Come è avvenuto negli anni scorso cioè se tu provi a ridurre i lavoratori sempre più merce meno persone
Se tu esalti la centralità dell'impresa e il lavoratore soltanto un collaboratore dell'impresa così come non gli riconosce i diritti non gli poi neanche pretendere o chiedere dei doveri
Se cambia la stagione la stagione politica la stagione culturale la stagione sociale in base alla quale si riparta con un ragionamento
Più inclusivo di una politica dei diritti e allora che è evidente
Che in una stagione in cui diritti ritrovano ritornano centrali non perché li Declan lì
Ma perché li fai vivere allora non c'è dubbio
Che c'è per il sindacato un problema forte di come orientare lavorare perché accanto al riconoscimento di diritti valga e si espanda una cultura dei doveri ma questo sarebbe il segno di un cambiamento forte
Di un cambiamento culturale un cambiamento sul quale io mi sentirei di investire ma del quale bisogna che la premessa fondamentale
E di smetterla di considerare i lavoratori dei collaboratori dell'impresa
Consideriamo le per quelli che sono lavoratori
Che sono mezzi di produzione ma sono anche persone e come tale hanno dignità e autonomia e attorno a questo tema di una nuova centralità del lavoro e dei loro diritti facciamo allora sì crescere
Una cultura più forte più sentita che è fatta di scelte culturali di politiche rivendica attive e anche di temi sui quali gradatamente si parla una cultura dei doveri perché le due cose stanno assieme
Non c'è dovere se tu non hai diritti e quindi da questo punto di vista mi piacerebbe una stagione in cui ritornano centrale i doveri perché il tema dei diritti l'abbiamo già risolto
Grazie date
Usare no io volevo finire qua però in realtà poi Epifani alzato un assist che non posso far finta di non vedere quindi devo chiedere a Poletti se accetta questa sfida poi doppia in realtà una riguarda appunto
La missione diciamo così e l'altra diritti doveri centralità del lavoro
Direi che è un invito a nostra nel senso che è il nostro pane quotidiano i nostri soci non se lasciano mica raccontare che sono solo mezzi di produzione ci staccano le mani se ci si scappa di dirglielo e quindi noi quotidianamente facciamo i conti con questa vicenda
E se questa vicenda riuscissimo a discutere la e a trovarli
Il posto giusto il modo giusto io credo che cosa dire faremmo una cosa sicuramente interessante e anche utile
Grazie a tutti auguri per i nostri compleanni