Sono stati discussi i seguenti argomenti: Leopardi, Letteratura, Libro, Politica, Psicologia.
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Rubrica
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psicoterapeuta
Rolando Damiani propone N in Meridiani un ampio e spigliato commento alle lettere di Giacomo leopardi che soprattutto nei reperti più recente consentono una rilettura più serene oggettiva del pensiero leopardiano
Un pensiero che come scrive Damiani tutta la critica italiana ed europea aveva per cinquant'anni preteso di imbellettare di ideali progressisti
Arruolando lo d'autorità nelle battaglie della retorica politica del suo del nostro tempo
Damiani contesta radicalmente con la manipolazione sulla scorta di un'analisi accurata delle lettere
In realtà come spero di dimostrare il pensiero di leopardi non può essere ricondotto alle formulette convenzionali del conservatorismo e del progressismo politico
Esso espressione di una realtà umane umanistica che trascende con le formulette stereotipate
Per capirlo almeno nelle sue linee generali dobbiamo seguirlo dalle sue origini adolescenziali fino alle conclusioni della maturità che fanno di leopardi con l'autentico esistenzialista di stampo umanistico come io stesso mi sento gabinetto era partito da dove lo aveva condotto l'educazione della sua famiglia rigidamente conservatrice credo una incondizionata adesione alla religione cristiana e cattolica
E le sue prime composizioni Milano tutti a dimostrare che l'umana tragedia discende dall'antica e continuata violazione della legge divina poi attraverso il contatto con l'Illuminismo leopardi si convinse gradualmente che l'interpretazione cristiana e religiose in genere dell'infelicità umana cozzava contro ogni acquisizione scientifica
E aderì alla visione naturalista di Russo e cioè che l'uomo nasce libero e felice ma vive dovunque disperato incatenato
Perché ha violato le propri Deschamps le leggi della natura un'era di progresso e felicità si sarebbe chiusa però c'è una società rinnovata fosse riuscita a tornare al rispetto delle leggi naturali
Ma e qui sta il primo commovente è parso di leopardi oltre i facili ottimismi del suo e del nostro tempo già nel mille ottocentoventiquattro anche quella nuova illusione naturalistica
Gli apparve in tutta la sua inconsistenza e al mito della madre provvida accettato per siano da Schopenhauer sempre opporre il suo concetto amaro di natura matrigna
Di una natura cioè governata dalla legge crudele del Mors tua vita mea dal dominio del più forte
Dall'indifferenza per i tormenti dei più deboli e soccombenti dallo sterminio per fame come regolatore dell'equilibrio tra popolazione risorse
Le ho partiti non si nascose di certo l'isolamento crudele quello portato a questa sua ricerca di verità ma sempre a raccontarlo intrepida mente
So che malato osano scrive nel mille ottocentoventisette
Al pesto al vigliaccheria degli uomini io ho il coraggio di mirare il deserto della vita
Qui non dissimulare Minesso una parte dell'infelicità umana e di accettare tutte le conseguenze di una filosofia dolorosa ma vera
Ma questo è il punto proprio per questo coraggio della verità proprio perché provava una profonda insofferenza per le promesse demagogiche dei conservatori dei progressisti
Leopardi poteva approdare a un senso autentico di fratellanza umana e scrivere nello Zibaldone il due gennaio mille ottocentoventinove
La mia filosofia non solo non conduce alla misantropia come molti l'accusano
Ma dice la natura tende a sanare quel malumore quell'odio quella misantropia profonda che tanti e tanti portano cordialmente i loro simili
La mia filosofia marea di ogni cosa la natura e discolpa andò totalmente gli uomini rivolge l'odio o se non altro il lamento all'origine vera dei mali dei viventi
Non a caso nella sua poesia forse più famoso della maturità la Ginestra troviamo espresso da un lato il sarcasmo più feroce per la demagogia progressista del suo tempo
Dipinte in queste rive scrive il poeta son dell'umana gente le magnifiche sorti e progressive
Ma dall'altro anche l'appello alla solidarietà umana nella lotta al comune contro le leggi crudeli della sofferenza e della morte
Tutti Marassi confederati eskimo gli uomini negli alterni Perilli e nelle angosce della guerra al Comune insomma leopardi non fu un è un conservatore né un reazionario congegno sfortunato che seppe guardare
La realtà drammatica della condizione umana
Rifiutare le facili ricette di Salvetti felicità dei demagoghi della politica e della religione ma anche credere con tutta l'anima nella necessità di una lotta al Comune del genere umano in una sorta di rivoluzione cospicua
è un'intuizione che mi sembra di avere sviluppato anche in un mio recente scritto che sostengo che col pensiero umano nasce dal caos del sistema biologico di lotta universale
Una forma di vita l'antico evoluta che conosciamo per quale grida la sua ribellione contro le leggi della sofferenza della morte del conflitto e dell'indifferenza
Sì i sogni dell'uomo sogni d'amore di armonia di bellezza di compassione di giustizia e di libertà di felicità di immortalità sono forse anche i sogni della vita nella sua evoluzione
I sogni di una rivoluzione cose mica di cui l'uomo e forse la prima espressione grazie cari amici questo articolo poter trovare sul mio blog www Luigi De Marchi punto it ci sentiamo venerdì mattina
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