La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 18 minuti.
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Rubrica
Manifestazione
15:30
10:00, Roma
12:00
15:00 - Camera dei Deputati
10:00 - Roma
12:00 - Roma
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14:00 - Milano
15:00 - Milano
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Buongiorno agli ascoltatori di radio radicale mercoledì venti dicembre questo l'appuntamento con la rassegna dalla stampa internazionale a cura di David Carretta spedizione di oggi sarà integralmente dedicata al Medioriente parleremo innanzitutto di Iran delle elezioni che ci sono state venerdì scorso e che hanno visto una netta sconfitta per il presidente Mahmoud Ahmadinejād
Leggeremo editoriale dell'Independent quotidiano britannico secondo cui un vento di cambiamento soffia da tra eran e poi il commento del Financial Times editoriale dal titolo
La democrazia teocratica imprevedibili elettori iraniani Rivera no il tallone d'Achille di Ahmadinejad che sarebbe secondo il quotidiano La siti
La sua retorica populista gioco primo poi dei territori palestinesi che sono sull'orlo della guerra civile i rischi che ho qua pubblicava un editoriale secondo cui e Hamas organizzazione islamista volere questa guerra civile intanto continua il dibattito proposito dell'Iraq e di un possibile ritiro
Americano leggeremo su questo due commenti un editoriale dal Times quotidiano conservatore
Britannico dal titolo molto chiaro yankee restate perché perché l'isolazionismo americano sarebbe molto peggio del presunto unilateralismo di Washington
E poi da Washington post un'analisi di Han Applebaum
La vecchia Europa può anche godere delle disgrazie americane ma poi poi praticamente nulla secondo la columnist del Washington post Mark cominciamo dall'Iran e dall'ente elezioni che si sono tenute venerdì scorso che secondo i primi risultati
Sembrano segnare una sconfitta del campo estremista quello del Presidente ma Monte Ahmadinejad vogliamo innanzitutto proporvi
L'editoriale di ieri il primo dell'Independent quotidiano britannico di area liberaldemocratica un vento di cambiamento soffia da Teheran in titolo
I risultati preliminari delle elezioni amministrative in Iran segnano una sconfitta se non una disfatta degli alleati del presidente ma monta Ahmadinejād
Mentre il conteggio prosegue i principali vincitori sembrano essere i conservatori moderati seguiti dei riformisti e con gli estremisti quelli della linea dura molto molto indietro in una vittoria altamente simbolica all'ex presidente Akbar prassi fan Giani se sicura tra maggioranza dell'Assemblea degli esperti la potente istituzione religiosa che detta
Le linee guida della politica e legge il leader supremo
Certo formalmente il presidente Ahmadinejad e il suo governo non saranno condizionati da queste elezioni perché sono elezioni municipali o al massimo per l'Assemblea degli esperti la base elettorale del presidente poi nelle campagne e risultati che arriveranno nelle prossime ore potrebbero limitare la dimensione della sua sconfitta inoltre i veri beneficiari veri vincitori di questo Scurti mio sono i conservatori moderati non i riformatori troppo occidentali
Ma nonostante tutto secondo l'Independent il vento politico in Iran sembra soffiare in una nuova direzione la vittoria di Raffarin Giani dopo la sua umiliazione alle elezioni presidenziali del due mila e cinque segnato il suo ritorno sulla scena politica
La qualità della democrazia iraniana può lasciare molto a desiderare ma risultati e la partecipazione al voto sessanta per cento circa suggeriscono che c'è un tasso di impegno politico relativamente alto in Iran oggi
E soprattutto che gli elettori sono pronti a votare contro lo status quo
Queste elezioni perciò indipendente erano considerate come un primo test per la controversa presidenza di Ahmadinejad
E se gli attuali trend né risultati saranno confermati il verdetto è una decisa espressione di disapprovazione da parte del popolo iraniano
La questione vorrei sapere quale effetto avrà questo verdetto negativo sul governo e sulla politica era ignara probabilmente il presidente i suoi sostenitori cercheranno di bollare questi risultati come irrilevanti
Ma come Dine Giada già superato da tempo la sua luna di miele con gli iraniani
In patria non è riuscito a migliorare le condizioni di vita dei più poveri come aveva promesso in campagna elettorale la sua folle condotto in politica estera serie ripercussioni
Per l'Iran per l'appunto all'estero
Un brutto risultato elettorale insomma potrebbe mettere in crisi la sua autorità e provocare
Altre pressioni affinché cambi Dini politica finora scrive l'Independent Ahmadinejad ha mandato segnali ambigui su come intende relazionarsi con il mondo esterno nessun punto di vista può dirsi fortunato perché le difficoltà americane
In Iraq il ritorno della violenza in Medioriente hanno lasciato lì Rania ruolo di potenza regionale dominante per Anna ha usato la sua posizione di forza poi per rigettare qualsiasi concessione sul suo programma nucleare
Ma la sconfitta degli estremisti suggerisce che gli iraniani preferirebbero dal loro governo una politica meno ideologica nei confronti dell'Occidente
Il meglio ci si può attendere miglior scenario possibile da queste elezioni che risultato incoraggi Ahmadinejad accettare un compromesso sulla questione nucleare ma c'è anche il peggiore scenario possibile e cioè che la presidente si metta sulla difensiva e conduco una politica ancora più cocciuta così
L'indipendente di ieri anche fra i Sun-Times commentava in un editoriale i risultati elettorali iraniani la democrazia teocratica all'improvviso DbT elettori iraniani rivela non tallone d'Achille di Ahmadinejad questo
Il titolo scrive il quotidiano della City
Cioè la democrazia può essere meravigliosamente imprevedibile perfino in una teocrazia basta chiederà ma monta manina Giada che dopo soli diciotto mesi di presidenza non è stato in grado di conquistare alcune città importante del Paese
L'uomo la cui retorica incendiaria incendiaria terrorizzato il mondo intero potrebbe essere cacciato dal suo stesso popolo battuto dai conservatori pragmaticità e riformisti in tutte le principali città iraniane Ahmadinejad ha anche perso la corsa per l'Assemblea degli esperti l'istituzione del clero che sceglie sorveglia il leader supremo attualmente l'Ayatollah Khamenei
L'ex presidente Rastan Giani che Ahmadinejad aveva sconfitto a sorpresa lo scorso anno Oro posare questo importante
Istituzione come base per il suo ritorno politico secondo il Financial Times comunque questi risultati segnano i limiti del populismo di Ahmadinejad
Eletto per la sua campagna contro la corruzione del presidente non è stato in grado di creare posti di lavoro e ricchezza mentre gli alti i prezzi del petrolio sono serviti solo a mantenere invita un regime ampiamente corrotto e poi c'è la questione della nucleare il campo di Rastan Giani riformisti dicono che lo scontro con l'Occidente rafforzare rafforzato Ahmadinejad e forse hanno ragione scrive e faccio il Times
Ma se giocheranno bene nel loro carte ora hanno la possibilità di indebolirlo e forse di aprire la strada a un dialogo molto più costruttivo così il primo editoriale di ieri del Financial Times intanto i territori palestinesi sono nel caos sull'orlo di una guerra civile mi figliolo
Il ricava il suo editoriale dal titolo Hamas vuole la guerra civile minacciando must imporre lenzuoli anticipate scrive il quotidiano conservatore francese
Il presidente palestinese ma comunque Abbas conosciuto in Italia come Abu Mazen dimostra la dimensione della sua impotenza di fronte la guerra civile che si installa poco poco a casa da quando gli islamisti hanno ampiamente vinto le elezioni legislative dello scorso gennaio
La situazione non cessa di peggiorare nel corso di me dei mesi di scontri tra i gruppi palestinesi affari affiliati o Hamas qual fatta sono diventati cronici hanno preso il sopravvento sulla speranza di vedere un giorno
Emergere uno Stato palestinese per rovesciare la tendenza ci vorrebbe molto di più che l'annuncio di elezioni impossibili da organizzare senza così il consenso di un Consiglio legislativo del parlamento dominato da masse soprattutto elezioni di cui nessuno POR prevedere i risultati lo scorso maggio prosegue la figlia o ma che mondo abbassa il presidente dell'autorità palestinese aveva già tentato di forzare la mano dei suoi interlocutori islamisti minacciando un referendum per farlo accettare la formazione di un governo di unità nazionale in grado di rompere il blocco economico politico imposto dalla comunità internazionale
All'epoca videro di organizzare una consultazione sul processo di pace poi con l'opinione pubblica a casa in Cisgiordania era maggioritariamente favorevole negoziati con Israele abbassa sperava di superare in questo modo con il referendum il rifiuto di Hamas e di conoscere lo stato ebraico ma il presidente palestinese poco sostenuto all'estero si è mostrato
Esitante
E si è lasciato manovrare da Max che continua a rifiutare l'istituzione di un governo di unità nazionale che riempia le condizioni minime che permetterebbe di rompere isolamento internazionale da parte degli islamisti poi scrive le figlie o sarebbe nei fu un altro comportamento
Sostenuti apertamente dall'Iran come dimostrano i migliori milioni di dollari riportati data eran dal primo ministro Ismail Haniyeh Hamas non ha niente da perdere dalla logica dello scontro
Anzi Hamas per le figlie o non si lascerà spossessato e del potere conquistato meno di un anno fa grazie delle sanità spaventi
Anche perché sì tutto questo si inserisce in una strategia regionale in cui l'Iran spinge le sue pedine
Non solo in Palestina ma anche in Libano e in Iraq in realtà aggiunge il quotidiano conservatore francese
Sono anni che la Palestina sull'orlo di una guerra civile la guerra civile cominciata con la seconda intifada del settembre due mila dallo rarefatta e a rimorchio degli integralisti alla fine del processo di Oslo e l'offensiva israeliana contro autorità palestinese
Hanno fatto perdere alla fatta credibilità lo hanno condotto sulla via per l'escalation la violenza
La morte di Yasser Arafat ha rivelato la disorganizzazione la corruzione l'assenza di una prospettiva per il movimento laico
Dopo il ritiro israeliano da casa elezioni del gennaio due mila e sei il processo si è accelerato incoraggiato dalle sanzioni contro l'Autorità palestinese che hanno privato i servizi di sicurezza legati al Fatah
Dei suoi salari
Un po'come in Iraq o la dissoluzione dell'esercito di Saddam Hussein l'attitudine occidentale favorisce una guerra civile che fa comodo soprattutto agli islamisti alleati dell'Iran così le figlie o nel suo editoriale di ieri allora che deve fare l'Occidente
Continua il dibattito sulla posta possibilità di un ritiro americano all'Iraq dopo la pubblicazione del rapporto Becker e Milton c'è da dire però che il presidente Bush non sembra intenzionato a seguire questa strada anzi vorrebbe almeno per ora un militare numero di soldati americani critica ovviamente arrivano dall'Europa lo dimostra un po'la conclusione dell'editoriale che vi abbiamo appena letto
Da le Figaro a proposito della situazione nei territori palestinesi
Un editoriale in controtendenza l'abbiamo trovato sul Times quotidiano conservatore britannico dal titolo yankee restate perché l'isolazionismo americano sarebbe molto peggio del presunto unilateralismo e si parte proprio dalla crisi palestinese mentre Tony Blair era in Israele e nei territori
Si è detto che i suoi sforzi di pace sono stati compromessi da quanto stava accadendo Washington fonti ben informate hanno detto che il presidente Bush sul punto di respingere le raccomandazioni del gruppo di studio sull'Iraq
Sul punto di aumentare il numero di soldati americani in Iraq e di declinare l'invito di rifare del processo di pace israelo palestinese la questione centrale della sua strategia in medio oriente
Ma le Blair Noodles Mert la sua controparte israeliano ne il presidente dello turrita palestinese Mahmoud Abbas sono sembrati particolarmente turbati da queste notizie
E forse secondo il Times perché sono più preoccupati dal fatto che l'America
Su possa abbandonare la Regione che dai dettagli della politica Stato intense nei confronti dirà
Oppure del conflitto israelo palestinese latitudine di buona parte del mondo esterno nei confronti dell'i sentimenti che si può riassumere in cinque parole secondo il Times fate qualcosa ma non questo
Dalla sulla superpotenza ci si attende che abbia una politica per ogni centimetro quadrato della terra ma al contempo la superpotenza viene condannata come fonte di tutti i mali per qualsiasi cosa non vada bene la Casa Bianca dovrebbe cominciare l'Iran e la Corea del del Nord a non proseguire il loro programma di armamento nucleare
Ma lo dovrebbe fare senza alcuna minaccia concreta contro questi due Stati
Gli Stati Uniti dovrebbero eliminare la minaccia di Al Qaeda ma solo con la argomenti di carattere intellettuale uscito né condannato per aver messo disordine Medioriente ma allo stesso tempo viene attaccata per non aver fatto seguire il suo approccio definito disastroso da un intenso impegno diplomatico nella stessa Regione e tempo per il Times che gli Stati Uniti al resto del mondo si rendono conto di due questioni cruciali la prima è che il mondo ha bisogno degli Stati Uniti
E che gli Stati Uniti siano pienamente impegnati negli affari internazionali da questo punto di vista un certo grado di realismo essenziale ma chiedere agli Stati Uniti di essere non solo il poliziotto mondiale ma anche lo psicologo mondiale cosa inconsistente e francamente inaccettabile
La seconda questione cruciale riguarda Medioriente così come ora aumentare il numero dei soldati americani e matta d'non esclude l'opzione di un ritiro dall'Iraq nel due mila otto anzi questo potrebbe essere l'unico modo per arrivare al risultato e secondo il Times voce anche ragione essere scettico sulla possibilità che la pace in tutto il Medio Oriente passi attraverso un accordo israelo palestinese
Questo accordo sarebbe benvenuto avrebbe poco impatto sullo scontro tra sciiti e sunniti a Baghdad o sui piani nucleari dell'Iran
E dice sto non obbligherebbe Al Qaeda ad abbandonare il terrorismo così l'editoriale di ieri del Times e sullo stesso argomento va anche segnalato un'analisi pubblicata dal Washington post firmata da anni Applebaum la vecchia Europa può anche godere delle distrazioni meriti delle disgrazie americane ma poiché si chiede la columnist del Washington post
Scrive Anne Applebaum nel giorno alla pubblicazione del rapporto Baker sull'Iraq la vecchia Europa cominciato godere delle disgrazie altrui l'America i fronte al disastri perché non è stato il titolo di un quotidiano tedesco Der Spiegel contorni professorali
Nel mondo ha diagnosticato lo stato febbrile che ha colpito Washington sull'onda Becker la Sueddeutsche Zeitung ha scritto che rapporto ha privato Bush della sua autorità e poi poi niente silenzio per due settimane perché perché con alcune eccezioni la dura realtà e che la maggioranza dei governi europei anche se erano contro la guerra si oppongono ufficialmente o ufficiosamente un ritiro immediato americano dall'Iraq
Perché il seguito sarebbe il caos e le cause più vicino all'Europa che l'America
Inoltre la maggior parte dei governi europei
Teme che il prossimo presidente americano si ritiri dalla politica mondiale scriventi isolazionista e nessuno in Europa crede che l'Europa possa sostituire che Stati Uniti nel Medioriente né altro in questa realtà
En Appio mangia una piccola speranza
Forse ora gli europei comprenderanno che non c'è alternativa alla partnership transatlantica che non c'è alcuna organizzazione militare internazionale migliore della NATO e che non c'è alcun ruolo ovvero per noi fuori dall'alleanza occidentale
Forse la vecchia Europa troverà ispirazione per sostenere contribuire maggiormente all'alleanza transatlantica dal punto di vista diplomatico ideologico e militare perché la fine scrive
Andrea Piol ma un suo finto un posto
L'unico modo per l'Occidente di affrontare nuove minacce di unire disintegrazione di unire al potenza regionale e di un Medioriente sull'orlo da quella civile e attraverso una politica unificata una strategia comune
Abbiamo concluso da David Carretta una buona giornata l'ascolto radio radicale
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