24 DIC 2006
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - RADIO - 16:40 Durata: 1 ora 57 min
A cura di Michele Lembo, Guido Mesiti e Pantheon
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 24 dicembre 2006 , condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Marco Pannella.

Tra gli argomenti discussi: Accanimento Terapeutico, Antiproibizionisti, Associazioni, Autodeterminazione, Bioetica, Cattolicesimo, Chiesa, Coscioni, Decessi, Eutanasia, La Rosa Nel Pugno, Polemiche, Politica, Radicali Italiani, Religione, Welby.

La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 1 ora e 57 minuti.
  • Marco Pannella

    16:40 Durata: 1 min 48 sec
  • I funerali di Piergiorgio Welby

    La nobiltà della politica: le presenze discrete e anche impreviste e imprevedibili dei politici a Piazza Don Bosco. Lo striscione alla partita della Roma su Welby. 3 o 4mila le persone presenti in piazza. La presenza della moderatrice della Tavola Valdese, dei Battisti, della Chiesa ortodossa e molti amici della comunità ebraica. In generale una bella presenza popolare, allegra, gioiosa e abbastanza incazzata. Incazzati erano quelli che vengono definiti credenti. La partizione non pare, sempre di più, essere accettabile: anche in termini di linguaggio religiosità e laicità sono connotati comuni all'essere credenti e laici. Una manifestazione bella, reattiva. Con applausi spontanei e numerosi. I toni incavolati con la chiesa con le porte chiuse. Si deplora il fatto che abbiamo sentito il bisogno di ghettizzarsi e chiudersi dentro loro. Non ghettizzavano la piazza. Male informato il Papa su Welby: ha ribadito una affermazione che è di Welby, cioè occorre dare seguito alla fine naturale della vita. Giovanni Paolo II e la sua richiesta di non tornare in ospedale per la terza volta per cure inutili.
    16:42 Durata: 7 min 21 sec
  • La strumentalizzazione di Welby

    Con queste accusa si muovono con paura. A strumentalizzare è il demonio. C'è in questo modo di leggere le cose la visione del complotto “dietro”. Gli articoli di Pillitteri e G.B. Guerri. La personalità di Piergiorgio: toglie valore il dirlo oggetto di strumentalizzazione, sia farne l'eroe, l'eroico malato. Due cose speculari e false.
    16:49 Durata: 2 min 6 sec
  • Cronaca degli ultimi cento giorni

    La crescita del 3d “Eutanasia” su Radicali.it. La crescita del dialogo su questo. Dietro gli eventi di quest'estate centrati già su Piergiorgio Welby, c'era già lo sfocio di un dialogo aperto da molto. Un punto di partenza lungo e aperto. Il punto di partenza della lettera al Presidente della Repubblica. Il peggioramento fisico di Piergiorgio, il suo essere paralizzato. Non ne ha potuto più quando non ha avuto più disponibile nessuna parte del corpo per dialogare. Quando le dita si sono rifiutate di andare sul mouse, da lì è cominciata la affermazione della inumanità, della barbarie del sequestro di stato, etico, del suo corpo. Il partito ha funzionato in questa vicenda da “intellettuale collettivo”, non organico, gramsciano. La vignetta su Le Monde. La copertura del caso Welpy di Cnn, che ha impedito di rappresentare i connotati veri di una persona vera, con i suoi connotati politici. La copertura dei giornali di molte parti del mondo. È stato un fatto globale. L'articolo di Paolo Pillitteri, molto bello, in cui sottolineava l'aspetto singolare e quasi solitario della volontà di Welby. Ma non è così. Sono stati 90 giorni in cui Marco Cappato si è rivelato un leader, una guida politica, ha fatto il militante. È stato il segretario della Associazione Luca Coscioni che è stato però quotidianamente accanto, insieme, per preparare, tradurre in progettualità le esigenze che ci venivano grazie a Welby. Welby che aveva scritto: voglio l'eutanasia. Lì è iniziata la discussione. Lui già 8 giorni dopo questo diceva: fate presto. Welby era quello che con maggiore concretezza diceva: ci vuole l'eutanasia, significava che Mina e Marco Cappato e altri sarebbero entrati in una condizione da avere 15-17 anni di prigione. Si pone qui il problema di opportunità. Contributo di Piergiorgio allora è stato: voglio la “morte opportuna”, che viene da porto, da approdo della ragionevolezza. Lui insisteva, dopo 30 giorni si è cominciato a dire pubblicamente che il processo in corso vedeva spostare i Radicali tra i torturatori. Ha mostrato la sua volontà, di avere il tempo di rendere esplicito, comunicato tutto questo, perché l'opinione pubblica potesse comprendere. È appartenuto a noi tutti questo. Marco ha discusso molto con lui su come realizzare il progetto, e Welby si è dimostrato un pozzo di scienza su questo, con la conoscenza di tutti i prodotti ultimi farmacologici. Doveva essere sottratto alla tortura e ai torturatori all'etica, reso al diritto del paese. Dappertutto si è sentito e letto in questi anni che dove non c'è eutanasia, c'è eutanasia clandestina di massa. Senza speranza, con l'impossibilità del medico di offrire una speranza di interruzione consistente del processo già agonico. Ovunque si dice: dottore se non c'è niente da fare non facciamolo soffrire. Il dibattito andava avanti. Si poneva il tema della sedazione prima o dopo. Un dibattito con grandi contributi: Marino, Veronesi, gli accenni di alcuni cardinali, un dibattito che ha permesso di elaborare una convinzione. D'Agostino, da Ferrara, ha detto che cosa legittima e doverosa è togliere il respiratore, un minuto prima o dopo, e ciò non era eutanasia ma interrompere o un accanimento terapeutico o garantire il diritto, come ha ripetuto Marino, il diritto di rifiutare una cura, dinanzi a una situazione di volontà del paziente, con il conseguente assoluto dovere del medico di inchinarsi a questa volontà di esercizio di un diritto non discusso da nessuno. Oggi tutto questo si può dire con chiarezza e semplicità. Non era stato sviscerato in questo modo prima di questa lotta. Nella lettera Piergiorgio diceva che voleva essere in una condizione come in Olanda o Belgio. Ci si è dunque informati in Belgio, dove le statistiche poi proprio lì, per la chiarezza e la dinamica del dibattito, le statistiche sul ricorso all'eutanasia sono molto basse. Sono stati presi contatti in Belgio, e si è trovato un antico compagno belga che si è iscritto a poter seguire i protocolli belgi per una eventuale eutanasia in Belgio. In Italia intanto Riccio ha detto: è qualcosa che facciamo continuamente, rispettiamo la volontà del malato e del paziente, interrompendo l'eventuale accanimento, per riprendere il processo naturale di vita e di morte. E facendo in modo che il processo di morte avvenga con minore sofferenza, tutti i protocolli lo prevedono. Il corrispondere a Piero che diceva: mi rivolgo a Pannella e ai Radicali per questo, Pannella quindi ha voluto essere presente al 100% sul piano della conoscenza di quello che accadeva. Mentre si cercava un medico in Italia come un giudice a Berlino, la stragrande maggioranza dei medici dicevano che nella situazione iniziale il medico rischiava anni ed anni di condanna, con i familiari, e il rischio dei provvedimenti del famoso “ordine”. L'elemento nonviolento di richiedere al potere di essere d'accordo con la propria legalità, ma anche in assenza di essa di farla vivere. Le uscite della Binetti. Il contributo del medico e del credente Ignazio Marino che tiene molto presenti queste due specificità. La funzione di Piergiorgio, nel senso dell'intellettuale collettivo, è stata una funzione di guida e di fermezza assunta e affermata da lui, il leader di questa battaglia. Gli articoli de Il Tempo. Lo sviluppo dell'ipotesi belga. A questo punto, molti erano i medici che dicevano lo si fa quotidianamente: se voi non aveste tolto la privatezza e clandestinità si sarebbe già risolto il caso. Lui lo faceva per il dopo, come anche ripeteva Luca Coscioni in merito alla sua lotta. Nell'ultima settimana ci sono stati prima dei falsi allarmi, con un paio di esibizionisti che hanno detto di voler procedere. Poi è venuto fuori Mario Riccio, medico ospedaliero occupato e impegnato nella ricerca bioetica. Ha mandato una mail. Mentre si discuteva del fare prima o dopo la sedazione rispetto al rimuovere il respiratore. Poi è arrivata la posizione della Procura, da nonviolenti si è contribuito a questa sorpresa. La decisione del giudice: una sentenza di una persona tecnicamente attrezzata, ma con aspetti di sentenza suicida. Gli interventi su questo di Rodotà. Si è aperta così la possibilità di una azione non eutanasica, che non richiedeva il problema della cessazione di accanimento, ma relativo al diritto di rifiutare una cura da parte del paziente. A questo punto in tre giorni si è aperta la possibilità. Il problema era: si poteva fare questa scelta, ma c'era un ma. Le vene di Piergiorgio erano non rintracciabili. È andata bene poi sul piano della femorale. Il saluto prima della sedazione. Da Radicali si è obbedito al leader della baracca che diceva: voglio che sia finita. Ha acquisito la convinzione che il problema non era solo il volerlo ma anche prepararlo tecnicamente. Si è sereni sull'autopsia, anche in termini di dosaggio c'è massima tranquillità. L'autopsia e interrogare due persone sui fatti, è il minino che doveva fare la Procura.
    16:51 Durata: 56 min 8 sec
  • La politica italiana di fronte alla vicenda Welby

    Le prospettiva per una legge sull'eutanasia. L'esempio della legge sul divorzio: anche lì si disse legalizzare e non liberalizzare. La legge di Loris Fortuna fu la più severa al mondo con i 5 anni, le spese per gli avvocati e altro. Oggi è bestialità impedire tempi più brevi e saggi per il divorzio. Il comportamento del Vaticano: la Chiesa non è la gerarchia, ma è anche essa ma è altro. Il “Sensus fidelium”, è componente necessaria della Chiesa, come ricorda Pohier, già direttore di Concilium, poi uscito dalla Chiesa. Il confronto con la lotta per l'aborto con i Radicali che non avevano votato quella legge. Su questo occorre fidare della capacità legislativa Radicale. Le presenze di leader politici ai funerali di Welby. La posizione di Fassino sulla Binetti e le dichiarazioni di quest'ultima che chiede di espellere Emma Bonino dal governo. Le dichirazioni di Rutelli, unito a Fini su questo contesto. Rutelli nel 2001 unito con Berlusconi nell'espellere questi temi come cose che riguardano la coscienza. Si trova oggi in compagnia di Fini e non di Berlusconi che parla di libertà di coscienza. Il confronto con la situazione attuale per i Ds e il precedente di Belringuer dopo la vittoria del referendum del 1974 e la sua decisione di schierarsi per l'aborto. La situazione nel centrodestra e la concorrenza interna. Il riflesso adi Berlusconi che vuole fare il degasperiano e fa invece il fanfaniano. Occorre sperare che maturi la forza della opinione popolare in primo luogo di quella di sinistra, di eredità diretta Pci, sinistra indipendente e altro.
    17:47 Durata: 15 min 59 sec
  • La vicenda Radicale

    Oggi c'è la dimostrazione che i Radicali hanno saputo inserire non solo il corpo dei malati, con Luca Coscioni innanzitutto, e con Piergiorgio adesso, nel cuore della politica, ma anche dare corpo alla forza umana delle idee, che funziona molto anche al livello del funzionamento dei nostri corpi. Ma non si può andare avanti così. I soggetti radicali devono crescere. Non è un caso che la Cnn e le agenzie internazionali stanno seguendo quotidianamente queste vicende ultime, con un riflesso da via della Mercede, come i colpi al cuore per Rossi e Spinelli sui pezzi dei giornalisti antifascisti stranieri sul fascismo. Si è cancellato l'aspetto politico per mettere al centro delle notizie il carattere eroico di un paio di malati. Però sull'Internazionale pare si dica che i Radicali, fanno perfino il nome di Pannella, per le grandi battaglie storiche di questo paese si salva solo questo lui. La necessaria crescita di Caino, della Coscioni, di Non c'è Pace, dell'Esperanto, le proposte di politica estera, che sono una risposta che supera tutte le posizioni precedenti, anche la nostra. Bertinotti che però su questo ha avuto una risposta ideologica e meccanica, ma sicura. Per i Radicali si continua in una situazione in cui si parla di 2mila iscritti o 5mila... così non si può illudersi che può venire l' alternativa. Con il sentimento popolare del nostro paese, con Villone, Salvi, Mussi e anche Martino che dicono quello che dicono, A questo punto il problema dei 5mila iscritti a febbraio corrisponde a quando si fece il “ma perché”, e ci si rivolse agli imprenditori e agli abbienti. Perché proprio gli italiani agiati dinanzi al fatto che l'iscritto è libero, che questo è un transpartito, non danno l'euro al giorno? Se fossero 7mila iscritti continua una vita stenta, ma dobbiamo riuscire ad intervenire sulla pace, che va a farsi fottere. L'incontro Olmert e Abu Mazen, un cosa ottima ma c'è disperazione, con la riproposizione dei due stati assoluti. Trovare una alternativa nel mondo. Ci si è andati vicini con la Comunità delle Democrazie, che sembrava la scelta ultima parte di Clinton, che è andata a farsi fottere con Bush. Le risposte alla campagna “ma perché?”. I radicali o li scegli o li sciogli. C'è il dovere di ribadire questo attraverso un progetto politico più esplicito, che pare accennato in alcune dichiarazioni interne di Rita per il comitato straordinario di RI. Si tratta di potere salvare questo paese incredibile, cui anche questa volta i Radicali hanno dato parola, al loro sentimento che è diffuso. Pannella è favorevole ad andare a presentare i bilanci in tribunale perché sono puliti, se non cambiano le situazioni. Occorre avere la forza intellettuale e morale e dire non possiamo illudere e illuderci. La speranza è virtù umana importante con la prudenza. Essere speranza. Parlare chiaro e avere iniziative ambiziose. Valorizzare anche gli aspetti economico sociali che Capezzone ha proposto. L'impegno ventennale sulle pensioni.
    18:03 Durata: 16 min 46 sec
  • Conclusioni

    Alla Rosa nel Pugno si deve la manifesta fedeltà e la manifesta capacità di dar corpo alle ragioni costitutive di Fiuggi. I Radicali stanno facendo questo. Questo continuiano a fare. Non una sola energia che viene spesa che non sia interna ai motivi per i quali la RnP ha affascinato. C'è la dimostrazione del popolo. L'assenza dei dirigenti socialisti ai funerali di Welby. Sapevamo forse che i Radicali lì eravano davvero RnP. La presenza di Turci. La campagna iscrizioni. Senza il soggetto politico non si esiste, men che mai oggi, per le sue caratteristiche intellettuale collettivo, di corsari, di partigiani, briganti. Dare ai compagni sul territorio quello che hanno sempre fatto. Si torni ai 20 o 30mila che lo sono stati un anno. Necessaria una riflessione pubblica su un personaggio che si chiama Zanda. Il Foglio sulla questione Welby. Gli articoli di Marcenaro. L'impegno di tutta la redazione del Foglio sulla raccolta delle firme sui referendum, o sui poteri del presidente della Repubblica, con una giornata di guadagni versata ai Radicali.
    18:20 Durata: 17 min 18 sec