Storia del voto alle donne in Italia

Elicotteri
Discesa richieste delle procure
Ora
Buongiorno iniziamo
Con l'incontro di legge che prevede la presentazione di un libero
Sulla storia del voto delle donne in Italia ma che è anche l'occasione grazie alla gentilezza e la disponibilità del Presidente della Camera
Presidente Bertinotti di commemorare qui insieme sia l'anniversario dei sessant'anni di vita il voto alle donne in Italia che si è celebrato l'anno scorso diciamo così senza troppa
Troppa diciamo celebrazione e sia anche l'anniversario il quattro dicembre della morte di Nilde Iotti che è stata forse una delle più importanti figure della vita politica italiana delle mogli sicuramente nel più importanti donne della vita politica italiana che ha saputo coniugare oltre ai mi alla capacità politica
Anche indubbiamente diciamo il mantenimento di una sua femminilità che tutti ricordiamo i suoi deliziosi vestiti acqua e la sua grazia la ricordiamo tutti con grande Nostalgia
Ecco noi ci troviamo a parlare a celebrare questi sessanta anni del voto alle donne con un libro che racconta quanto le donne hanno lottato per avere il volto in Italia quanto si sono impegnate nella vita politica
E poi anche però la parte positiva cioè quanto sono state importanti nella vita politica italiana fin dal primo momento in cui hanno partecipato cioè fin dalla Costituente io penso che sia molto importante che noi ricordiamo questo momento
In positivo cioè non solo diciamo così lamentandosi perché abbiamo avuto il voto tardi io che abbiamo avuto pare ci sono poche donne in politica ma ricordando quello che è stato fatto
Dobbiamo questo libro a una giovane autrice Giulia Galeotti una giovane storica
Ed è importante che sia una storica di una nuova generazione perché ci permette di guardare alla storia un capitolo così importante della storia delle donne da un punto di vista un po'diverso da quello in cui la guardato la generazioni mia che è stata quella delle prime storiche della donna
Che è stato una generazione un po'portata au a raccontare l'arrivo al voto come un processo al Trionfale
E senza già senza ombre senza dubbi oppure a lamentosamente sempre recriminare quanto non era stato dato alle donne invece l'ottica di di Giulia Galeotti sotto un'ottica più distaccate più equilibrata è stata anche un'ottica quindi che le ha permesso di individuare nella storia italiana
Gli elementi specifici che rendono oggi un po'più difficile alle donne italiane l'accesso alla politica quindi una nuova interpretazione basata sui fatti storici di questa che è una caratteristica italiana
Cominciamo il nostro incontro dando la parola al professor Sabbatucci che ha lo storico che come primo relatore parlerà del libro
Grazie
Ma io sono stato invitato a parlare come storico e come storico forse devo fare
Per cominciare un'autocritica
A nome delle storici delle storici di sesso maschile in particolare
Perché fino a non molto tempo fa
E ancora adesso non hanno affrontato secondo me in modo adeguato il tema che è un grande tema appunto della voto alle donne otto femminile
Mentre per quanto riguarda la storia del suffragio in Italia della sua progressiva estensione
I
Testi i manuali lavori di sintesi ci danno
Parecchio dettaglio ci dicono che l'esempio
Che
C'è stato prima nell'Italia unita il suffragio ristretto o ristrettissimo poi c'è stato il suffragio allargato poi c'è stato il suffragio quasi universale nel mille novecentododici
In realtà quasi tutti saltano e anche questo libro che pure molto apprezzabile per tanti motivi
Lo salta un altro passaggio che è quello del passaggio al suffragio quasi universale al suffragio veramente universale nel dicembre del mille novecentodiciotto cosa che nessuno in genere ricorda
All'indomani della prima guerra mondiale ma dicevo che a parte appunto qualche qualche lacuna in genere nei testi anche dei testi scolastici
Si trova la spiegazione di questo percorso che si trova anche il dibattito che accompagnò questo percorso col suffragio
Una serie di motivi
E prima molto molto limitato e poi appunto Attraverso lotte di Battisti atti legislativi diventa sempre più ampio fino a diventare compiutamente universale per quanto riguarda il problema specifico del suffragio femminile se non andiamo a guardare invece troviamo molto semplicemente che prima le donne non votavano
Punto
E nel quarantasei improvvisamente votano il che è vero ecco e quello che in effetti accade però ecco tutto questo non avviene senza che vi sia anche prima dell'introduzione del voto femminile un dibattito anche forte anche importante anche interessante
E credo che le modalità concrete di dell'introduzione del del voto alle donne il dibattito per la con accompagnato meritino di essere ricostruiti più di quanto non lo siano stati abitualmente faccio un esempio esiste un atto legislativo che segna la introduzione del voto femminile il decreto Bonomi il cosiddetto decreto Bonomi decreto numero ventitré del trentuno gennaio mille novecentoquarantacinque
Di questo decreto
Sì visibili nel decreto Bonomi però non è non fa proprio Bonomi abolirlo forse furono De Gasperi e Togliatti ci dice anche Giulia Galeotti soprattutto però Bonomi lo firmo questo poi rientra in un altro discorso che qui non farò cioè del fatto che il povero Bonomi
è stato secondo me per molti stecco per molti versi così un po'sottovalutato o trascurato quando il suo ruolo in quella fase fu invece nel bene e nel male molto ma molto importante ma anche questo decreto è un decreto che porta la firma di quel governo ed è un decreto di importanza è inutile sottolinearlo capitale
E a ben pensarci il completamento del famoso quello sì famoso decreto venticinque giugno mille novecentoquarantaquattro numero centocinquantuno ovvero la cosiddetta prima costituzione provvisoria quella che indicava quello che sarebbe stato quel cammino istituzionale la Costituente eccetera eccetera ecco
E e questo è una parte di quel di cui quel percorso che pure eppure nei nei manuali di storia aggiungo compreso quello che ho scritto io
Il decreto Bonomi non viene in genere mai menzionato
Ecco naturalmente negli ultimi anni questa
Questa diffusa trascurando sei un prestata larga parte corrette le lacune sono state anche molto colmate ci sono stati dei libri importanti quello di Anna Rossi Doria di dieci anni fa nel novantasei gli sembra
Ci sono stati altri altri libri che Giulia Galeotti in questo nel nel nel suo puntualmente ricorda richiamo
Lasciatemi però notare che questi libri hanno tutti tutti nessuno escluso
Delle firme femminili sono state le donne a occuparsi della storia delle donne in parte questo è naturale in parte no
In parte secondo me richiama un tipico un tipico vezzo forse a un malvezzo italiano per cui ricorderete che voi
L'in Italia la storia dei cattolici e la scrivevano De Rosa e Scoppola alla storia dei comunisti descriveva Spriano la storia si deve essere scriveva secche ognuno scriveva la propria storia
Il che ripeto è in parte naturale in parte non dovrebbe esserlo aspetto che anche qualche maschio scriva visto che delle donne viceversa già accade
Non dico viceversa
Bene
Veniamo al libro perché è di questo che io devo parlare ma in parte è già stato detto qualcosa da Chinea introdotto voglio sottolineare che il il la qualità principale
Secondo me anche la novità di questo libro che è un libro molto vivace molto ben scritto che si legge nello io ho letto ho letto con molta così molto scorrevole mente
Dicevo la novità principale sta nel raccontarci non solo
Il fatto
Il fatto della contrastata conquista del suffragio da parte delle donne italiane
E nel richiamare naturalmente il contesto internazionale nel raccontare i precedenti nel raccontare il dibattito pubblico sull'argomento che è un dibattito di notevole interesse
Non solo quindi nel ricostruire tutto questo percorso che è politico e giuridico fino per esempio anche pochi soldi e poco conosciuti come la concessione che vi fu anche se non ebbe seguito del voto amministrativo le donne nel mille novecentoventicinque governo fascista
Concessione che ripeto rimase però sulla carta ecco non solo di questo si parla si parla nel libero ma
Attraverso un uso molto ampio molto intelligente molto originale delle fonti anzi attraverso un allargamento del campo delle fonti rispetto alla letteratura prevalente sull'argomento
Le ricostruire le motivazioni gli argomenti che venivano usati in però e contro
Non soltanto dalle persone deputate a ciò ma da la gente comune nella misura in cui questo riscontrabile appunto nei libri nei romanzi nei diari nelle memorie negli articoli dei giornali eccetera eccetera ecco questo secondo me è la
Qualità forse migliore di questo libro
Perché perché rinvia appunto non solo a un dibattito pubblico ma anche a a delle storie private anche all'Ischia alimentarli al modo di ragionare e questo secondo me molto importante
Perché quando noi ci troviamo a dovere dar conto
Di un
Comportamento di un'istituzione che oggi ci sembra per la nostra sensibilità
Assolutamente ingiustificabile incomprensibile come il fatto che metà del genere umano debba essere escluso
Dalla piena capacità giuridica dai diritti politici eccetera eccetera quando si deve parlare di una cosa di questo genere bisogna assolutamente andare a vedere come si pensava allora
Bisogna cercare di capire perché non basta
Deplorare dire ma come è possibile era possibile stato possibile per secoli e quindi noi dobbiamo sforzarci di capire in base
A quali schemi a quali ragionamenti veniva normalmente pacificamente direi negato il voto alle donne e per questo il tipo di fonti appunto che sono fonti
Non solo appunto atti parlamentari articoli di giornali mancati Ari memorie romanzi eccetera ecco importante e illuminante per questa ricostruzione
Che cosa ne esce fuori molto in breve
Ne escono fuori tante cose che ovviamente non posso non posso raccontare
Intanto perché
L'opposizione al voto femminile ma questo in parte lo si sapeva è un'opposizione assolutamente trasversale
Trasversale che attraversa gli schieramenti politici
Da destra come da sinistra
Fra le voci che sono qua riportate delli oppositori suffragio femminile forse la più
La più attonito volante è quella di un signore che sino a Eduardo cimbali un professore di Catania
Che era tra l'altro un personaggio interessante per altri motivi era un suo diritto internazionale o non era contro la guerra è ed era un uomo di sinistra non era di destra beh le cose più pesanti le dice questo signore fra tutti fra tutti sorride perché è un conterraneo aziende forse perché era siciliano partite
Non lo so comunque
Con i cittadini
Anche le glorie cittadine hanno i loro punti punti deboli
Dicevo l'opposizione trasversale ed è ed è
Nutrita di motivi diversi di questioni di principio quelle che negano in radice la capacità delle donne di essere titolari
Di piena capacità giuridica e quindi e qui questo quindi non è del tutto vero certo ma insomma anche di diritti politici i ripieni
E poi ci sono invece le considerazione di opportunità c'è una citazione interessante di Crispi che dice no io per me trovo che avrebbero tutto il diritto però non non conviene non è opportuno la donna altre
Altre vocazioni eccetera eccetera e poi ci sono anche le colleghe considerazione opportunità politica di convenienza politica perché non dimentichiamolo che nell'opposizione di tanta parte della sinistra un nel nitidezza quantomeno di tanta parte della sinistra rispetto al tema del voto
Alle donne entra moltissimo la paura di come può e le donne votano questo è una cosa una cosa che
Si può applicare anche alli altri temi relativi all'allargamento del suffragio sì né bene allargare il suffragio ma attenzione che cosa succederà dopo voteranno
Le donne voteranno i contadini ecco e questo tipo di i contadini che votano per il prete per il padrone e le donne lo stesso ecco almeno questo è il tipo di
Considerazioni che spesso nella sinistra italiana e non solo nella sinistra se sono se sono fatte
Se l'opposizione al suffragio femminile trasversale
Altrettanto trasversale è invece forse un po'meno trasversale ma ugualmente lo è è la rivendicazione del voto femminile anche qui abbiamo dei picchi diciamo di attenzione alla questione
In alcuni settori della sinistra solo in alcuni e nel mondo cattolico va detto nel mondo cattolico e forse
Senza fare adesso processi alle intenzioni perché comunque è quello che più compattamente
Si muove da un certo punto il Po insomma Sturzo in poi in favore del voto femminile
Interessanti sono anche gli argomenti di cui si vale la rivendicazione del suffragata e la cosa curiosa e che spesso si fa riferimento non a un diritto
Inalienabile e innato in qualche modo
Ma a una conquista da ottenere per meriti
Che possono essere meriti relativi alla maternità
Al ruolo svolto durante una guerra all'aver combattuto durante la Resistenza questo nel dal quarantacinque in poi questo è un tema che
Ritorna molto spesso o prima ancora per nell'avere svolto tanti compiti nel corso della prima guerra mondiale quando gli omini erano impegnati al fronte ovvero
Ce lo siamo meritati ecco
Anche qui c'è un dunque c'è una sorta di contiguità con quello che era stato il dibattito per quanto riguarda l'estensione del suffragio maschile
Anche qui si era spesso argomentato per sostenere l'ampliamento del suffragio in base a considerazioni di merito la prima legge elettorale italiana quella del Regno Sardo quella del quarantotto
E era una legge che sceglieva gli elettori in base al censo ma anche in base al merito in base alla capacità al fatto di professore universitario votavano anche se erano poverissimi non lo era ingente
Eccetera eccetera
Quello che si farà dopo è un allargare a dismisura questa categoria del merito includendovi prima nell'ottantadue tutti quelle che avevano fatto la scuola elementare che sapevano leggere e scrivere
E far di contro a far di conto forse no
E poi successivamente dal mille novecentododici addirittura sempre tenendo ferma quella categoria del merito quelle che erano capifamiglia che hanno fatto il servizio militare eccetera eccetera
E infatti avvengono queste sanzionarli all'indomani di una guerra guerra di Libia nel mille novecentododici alla prima guerra mondiale nel diciotto
Per quanto riguarda la questione del voto alle donne c'è un atteggiamento in parte simile che oggi devo dire hanno i sembrerebbe forse poco poco giustificabile ma che allora sembrava sembrava naturale cioè si vota perché sia qualche cosa da dimostrare qualcosa da rivendicare
Sia un merito non si vota perché si è nati che si è titolare di diritti in quanto in quanto si è
Appartiene al genere umano ecco
Questo questa approccio nel caso del suffragio maschile arrivo alla conclusione
Ha un risvolto che è una svolta forse non negativo e cioè il fatto che al suffragio universale gli uomini maschi arrivano gradualmente e dopo una serie di battaglie e di dibattito
Quello
Che l'autrice di questo libro sostiene secondo me considerazione non banale
E che nel caso delle donne questa gradualità non c'è
Il voto arriva tutto insieme il diritto a al voto arriva tutto insieme
è calato dall'alto per la verità anche lì allargamento del suffragio maschile spesso erano arrivati in quel mondo ha comunque
Arriva arriva tutto insieme e questa mancanza di gradualità
Non aiuta la causa nel senso non aiuta la causa del superamento dei pregiudizi perché poi li nodo ovvero del problema non tanto nell'il negli articolati di legge quanto in ciò che sta dietro cioè nel fatto che c'è una diffusa
Ostilità o insensibilità alla questione ecco il fatto che vi si arrivi e vi si arrivi quasi obbligatoriamente all'indomani della guerra all'indomani delle resistenze
E attraverso un semplice atto di un governo che tra l'altro è un governo che non è neanche Espresso o riconosciuto da un parlamento sapete si era nel periodo della transizione ecco tutto questo forse forse non giova alla causa del emancipazione soprattutto alla causa non tanto dell'emancipazione giuridiche che in qualche modo si realizza ma alla sostanzialmente di questa emancipazione in una serie di comportamenti
Che in qualche modo siano conseguenti dove un bella strilla ancora bassa percentuale non vi fate ingannare da questo tavolo
Di donne che sono attivamente impegnate in politica e il mantenimento appunto di un una serie di pregiudizio non se non proprio di discriminazione di fatto che ancora ostacolano quella che dovrebbe essere in un paese civile secondo me almeno una più ampia partecipazione fare
Alla politica ecco
Se si accetta questa impostazione però e se sì cioè si conviene sul fatto che le conquiste sono veramente tali quando si conquistano più che quando vengono non son più con queste se vengono elargite
E allora niente
Ne vengono delle conclusioni anche per quanto riguarda l'oggi che vengono forse appena accennate nella conclusione di questo di questo libro cioè le quote
In questo quadro le quote servono o invece o invece sono piuttosto un qualche cosa che come dire ostacola un processo di maturazione che deve avvenire dentro la testa delle persone dentro i partiti prima ancora che nelle leggi e nelle istituzioni
Punto interrogativo qui entriamo in un in un altro su di un altro terreno che non è il mio e quindi qua mi fermo grazie
Grazie al professor Sabbatucci che ci ha portati alla questione presente cervo alla delle donne oggi nella in politica e ci può
San passare a un bilancio di quello che la situazione attuale invece delle donne in politica abbiamo la fortuna di avere con noi tre importanti esponenti del mondo politico italiano
E e cominciamo in ordine rigoroso ordine alfabetico col Presidente Anna Finocchiaro
Ringrazio dico subito che la lettura di questo libro
La devo dire proprio sin dalle sino all'introduzione
Ho capito che era un libro scritto da una ragazza
Perché la mia generazione che si è formata sui testi del storiche famose come questa tavola professoressa Scaraffia ma delle tante altre di Anna Rossi Doria di Paola degli atti De Biase della Tironi Bartolotti di sera Gabibbo di Isabella Rauti e delle altre meno note che pure hanno in questi anni
Soprattutto nelle zone dove fu attiva alla Resistenza Stanton scritto delle storie delle donne che hanno fatto libero questo Paese
Questa lunga militanza diciamo con la storiografia delle donne delle storiche italiane
Mi ha permesso di intuire subito che questo libro che ha scritto da una giovane donna perché Heinze quella salutare distanza
Dalla questione che viene dall'appartenere a una generazione che se non nella politica ma nella vita nelle conquiste sociali professionali nella competizione come si riesce
Cominciano registrare più la differenza e la discriminazione
è che non è stata così coinvolta anche emotivamente nelle nelle storie dei decenni passati e questo le dà una lucidità e una freddezza per leggere le cose che che ho riconosciuto subito e che devo dire mi ha fatto
Molto piacere ritrovare anche perché mi ha costretto a misurarmi con molti stereotipi dei o a Rocchetta Pio
Simbologie come vogliamo chiamarle che sulle quali ciascuna di noi della mia generazione anche prima appoggiato
Il proprio convincimento in ordine al valore della presenza femminile nella storia del Paese nella politica italiana
Due cose mi hanno particolarmente incuriosito la prima è quella cui accennava poc'anzi il professore la questione cioè che secondo l'autrice è stata la troppo repentina immissione delle donne nella vita politica del Paese per il tramite del diritto di voto
Che e quindi come dire l'essere ancora acerba
La capacità delle donne di stare sulla scena pubblica sia pure intanto esercitando il voto ma poi stanno insieme lettorato attivo e passivo avere cagionato questo rallentamento della piena partecipazione
Io vi dico come la penso questo chiave di lettura che va assolutamente inedita non si rintraccia almeno per le scarse letture che io ho fatto nelle analisi che sono state fatte delle altre storiche dello stesso Periodo ma rimanda secondo me
Alla ragione per le quali le donne furono ammesse
Al voto
Secondo me le donne in Italia non sono state ammesse al porto nella consapevolezza da parte delle classi dirigenti maschili della necessità democratica della partecipazione delle donne italiane alla vita del Paese
Ma sulla scorta di una valutazione di decenza democratica
Cioè quello che è venuta a mancare estate alla Triennale completa consapevolezza di quello che le donne italiane rappresentavano per la democrazia italiana e sul fatto appunto
Che ci fosse una vera e propria necessità democratica
Della loro partecipazione e questo lo dico anche se ci furono tre grandi protagonisti ma furono tre grandi protagonisti della storia Pio dodicesimo Alcide De Gasperi e Togliatti che compreso l'importanza politica del voto alle donne la compressa ero
Molto più limpidamente di quanto non l'avesse ovviamente comprese in precedenza Turati che come voi ricordate era originariamente contrario alla riconoscimento del voto alle donne fu la Kuliscioff che lo convinse
Dicendo di una cosa bellissima
Medica rottura il suffragio o è universale o non è
E allora con se al punto che Turati fece propria la battaglia per il riconoscimento e il voto alle donne però guardate
E sono andato a trovare
Un brano che secondo me è particolarmente interessante l'intervento in aula di Turati che dieci e ci sono in Italia più di sei milioni di donne
Che la necessità economica spinge degli impieghi nella scuola nel commercio negli uffici nelle fabbriche e una folle ancora maggiore nelle campagne come contadine
Tutte queste donne sono sfruttate come gli uomini assai peggio degli uomini hanno gli stessi doveri gli stessi interessi ed fanno lotte comune con gli uomini due insomma sarò uomini
Guardate che e il rivelatore e questo ultimo passaggio questa affermazione dello straordinario fraintendimento di cui si parla nel libro
Dello straordinario fraintendimento che ancora continua ad assistere la presenza delle donne italiane nella politica l'ha cominciato ad assistere il momento in cui hanno cominciato a partecipare alle assemblee elettive nella politica italiana e anche dopo
Il fraintendimento cioè
Del neutralità nella migliore delle ipotesi del genere
In politica
Siccome la neutralità non esiste in un Paese come il nostro che storicamente è stato organizzato ora sempre M Eno vivamente io non per carità
Sulla base di una neutralità che era invece il maschile pensate allo stato sociale che era organizzato secondo me è un troverà maschile del lavoratore capofamiglia maschio
E via dicendo
Questa finta neutralità in realtà cosa faceva teme che spazio lasciava che il margine lasciava e Giulia Galeotti lo dice lasciarle il margine della parzialità
Della specificità alle quali le donne derivano molto spesso per cui le donne si occupavano di che cosa di affari sociali salute cioè delle questioni più strettamente intimamente legate all'esperienza tradizionale di vita femminile
Si occupavano di famiglia di bambini e via dicendo
Senza che si cogliesse come tratto politico unificante delle classi dirigenti politiche italiane e della società italiana
Che il problema non è quello della parzialità ma è quello che le femministe ormai in genere sì definisce la differenza
Cioè le donne non sono predestinate ad avere una competenza specifica nel senso di parziale
Bensì una competenza globale e guardata da un altro punto di vista appunto differenti
E questa la questione
Ed è questa la questione più interessante sulla quale ancora rischiamo di veder come dire scivolare
La discussione perché da quella parzialità di ruolo nasce un altro concetto che il concetto della rappresentanza persi a le donne rappresentano le donne
Che è un enorme sciocchezza perché altrimenti ad essa dovrebbe simmetricamente corrispondere che gli uomini rappresentano solo gli uomini quindi rappresentano il cinquanta per cento il Paese
Perché hanno anch'essi una competenza parziale siccome ciascuno di noi capisce che queste è una sciocchezza che fa ridere
E mi chiedo perché non sia così naturale così
Ovvio
Che la rappresentanza femminile non sia una rappresentanza parziale è ovvio che da questa idea che però cammina ancora cammina è una talpa che non si stacca
Cosa consegue che le aspettative nei confronti delle donne che fanno politica sono normalmente di un certo tipo
Che i ruoli che vengono pensati per le donne sono abilmente predestinati
E che di fronte alla scarsa partecipazione delle donne alle assemblee elettive perché in poche vengono candidate delle te c'è subito l'obiezione di rimando perché non vi fate leggere delle donne anche come dire Carina no INCE
E per c'è una maggiore tolleranza per un sistema di quote che ne ammende inserite in un progetto espansivo della rappresentanza ma al contrario fotografi la parzialità
Ed è questa la cosa sulla quale poi torno brevemente infine perché il professore mi ha dire
Mi apporto la
Mi ha alzato la palla
E c'è ovviamente una rimozione rimozione della questione democratica
E della necessità che il governo della società
Risultasse compiuto sotto la rappresentanza
Sotto il profilo della rappresentanza
E insomma c'è questa idea che la rappresentanza femminile non è rappresentante sa
Generale
Ora
Io credo che
Rompere questo circolo è certamente un fatto culturale non c'è dubbio
E penso personalmente che le ragazze come Giulia Galeotti che camminano per il mondo
Con la loro capacità la loro professionalità la loro capacità di competere di vincere la competizione le molte donne italiane che ogni giorno fanno e disfano si caricò una parte così importante del del lavoro che porta avanti il Paese
Così tanto sono capaci di produrre culture riprodurre competenze e via via via dicendo faranno da sole un gran lavoro credo che ci sarà sia però un lavoro specifico da fare
Come con la cura che si dedica a un malato difficile per quanto riguarda la politica maschile
Le classi dirigenti politiche sono quasi esclusivamente classi dirigenti maschile
I segretari dei partiti sono normalmente degli uomini ovviamente fare un quadro specie su un quadro senza distinzioni sarei una stupida e non cogliere invece la differenza grande di posizioni
Che si è trovato
Il presente la Camera ora il Presidente della Camera ma del segretario di Rifondazione comunista fu un grande segretario per la rappresentanza femminile in questo Paese e devo dire che gli altri segretari del suo partito hanno rispettato questo vincolo intendendo
La necessità democratica della partecipazione donne non per fare una cortesia le iscritte
E lo stesso si può riscontrare in altri partiti dello schieramento politico ma complessivamente un'idea continua
Ad albergare quella cioè che è meglio riprodurre guardate c'è anche un'altra ragione che una ragione secondo me tutta stretta intorno alla storia degli ultimi decenni di questo paese questo Paese un Paese che conserva le sue classi di gente che non ha il coraggio di normarle
Negli imprenditori professionisti
Mi perdoni professori docenti universitari
C'è questo è un Paese che rischia di essere molto vecchio chiacchieravamo prima poc'anzi mi fanno ridere quando dicono che io sono dei volti nuovi della politica italiano cinquantadue anni faccio politica da vent'anni voglio dire se sono io il volto nuovo immagino che quello così così ne avrà settantacinque
Allora se abbiamo la necessità di lavorare su questo punto insieme io penso che sia appunto
Uno del una delle questioni sulle quali devono lavorare insieme e gli uomini e le donne che si appassionano alla vita civile e politica del Paese a mio avviso le quote come strumento effimero cioè temporaneo temporaneo che aiuti
L'accesso delle donne alla scena pubblica temporaneamente e quindi non il rappresentazione di una parzialità
Ma come strumento per manifestare per squadernare la capacità di rappresentanza generale le donne io trovo che le quote latte così sia una cosa civile laica e laicamente le difendo quindi non ho nessuna passione ideologica per la questione perché ne capisco la trappola quella cioè di riprodurre l'idea che la rappresentanza femminile rappresentanza parziale
Però se la guardo laicamente la do però come strumento per rompere
Un quadro che non non si disarticolare io penso che possa essere grandemente utile in ogni caso
A quanti leggeranno questo libro leggeranno compassione
Perché un bel libro
Chiedo di considerare che
E questo è un Paese nel che per la sua storia per la sua grande tradizione per il modo in cui è avvenuto costruendo sì
Ha visto giocare sul destino delle donne molte cose ha visto giocare un'esclusione della scena pubblica che era che è iscritta nella storia italiana
Tranne qualche eccezione e tranne l'Achille Grandi pagine della
Della Resistenza italiana anche se forse distinguere tra scena pubblica in scena privata
E in qualche misura subito illusorio nel senso che la storia non viene fatta soltanto sui campi di battaglia nelle Aule parlamentari non ha soltanto il metro epico e spesso è il metro invece dei cortili delle Ajah delle famiglie delle relazioni individuali
E via dicendo ma certo dalla scena pubblica un interdetto per le donne c'è stato non Expedite e anche nel nel libro
Sono donne che hanno dovuto scontare anche è una consuetudine tradizione per cui ancora oggi discutendo in commissione giustizia io ho finito del doppio cognome della possibilità di imporre anche il cognome della madre e figli
Si stupiscono i colleghi che non sono giuristi del fatto che non esiste una norma nel Codice civile che dice che al figlio legittimo si impone il cognome del padre perché non c'è mai stato bisogno di scriverlo perché così dei tempi del diritto romano la mano su del pater familias estendeva su minati fossero vitello fossero figli al morirono ricondotte comunque
E ha giocato un'organizzazione sociale ancora giova che non favorisce l'esperienza di vita femminile quando insieme si lavora si studia si produce e la formazione delle classi dirigenti non le ha mai interesse
Volontariamente le donne hanno forzato e sono entrate non sono passati moltissimi anni da quando le donne non potevano insegnare Filosofia o fare il prefetto gli ambasciatori o i magistrati fra il mille novecento
Sessantatré
E io lo capisco
Che tutto questo il rompere
Distrugge un ordine capovolge un ordine
Ma io penso anche che al di là di ogni cosa questo Paese ne abbia uno straordinario bisogno uno straordinario Visone
E penso quindi che tutte quelle che leggeranno questo bel libro si appassioneranno a questa storia e io mi auguro che riescano a leggerlo non dico con animo lieve ma con quella giusta distanza che Giulia Galeotti
è riuscita a dare nel racconto della storia del voto alle donne in Italia
La presidente Finocchiaro c'è aiutati entrare nella problematica attuale del rapporto donne politica collegandola molto giustamente con rinnovo non solo delle donne rispetto agli uomini ma anche con rinnovo generazionale che mi sembra sia un problema
Che l'Italia ha fortissima basti pensare che oggi tutti si sono così stupiti che l'autrice del libro presentato qui fosse così giovane che non siamo abituati in luoghi così di prestigio come istituzione della Camera vedere presentato il libro di una giovane ragazza e questa è una cosa di cui la possiamo essere molto contenti oggi ringraziare ancora una volta il Presidente adesso pare darò la parola
Alla signora Rosa Jervolino Russo sindaco di Napoli che è anche figlia di una femminista e donna che si è impegnata in politica e dalla seconda generazione di donne politiche
Grazie no anch'io vorrei dirti grazie presidente in modo molto semplice ma molto sentito
Vedi questo argomento la storia delle donne e considerato chiedo scusa ai cattedratici a volte un pochino storia minore secondo me è una delle epopee di libertà
Di difesa dei diritti e della dignità umana più bella che esista
E il fatto che le donne in Italia siano riusciti a portarla avanti per tanti anni direi in modo fermo tenace ma non violento e direi anche ma ormai voi a Roma non siete più abituati a Napoli sono abituati alla mia pessima voce ma piano piano si scalda
Ma de va a portarlo avanti anche in momenti di forte conflitto con una sostanziale unità nei momenti chiave fra forze politiche fra ideologie diverse è una cosa molto bella
Io sono stato un pochino meno brava di Anna mi aspettavo leggendo si vede che è una giovane
Perché c'ha un grande entusiasmo nella ricerca perché va a pescare appunto fonti che per noi non sono consuete
Perché attualissima nella ricerca delle fonti prima è stata ricordato con rispetto ed affetto Nilde Iotti
Io la ringrazio anche per aver ricordato Nadia gallico Spano che è scomparsa da un anno attraverso appunto il libro il saggio di Miriam Mafai edito dalla Camera dei deputati
Però non me la immaginavo neanche io così giovane e che devo dire che sono contenta che sia così giovane non perché appunto purtroppo è l'eccezione che conferma la regola ma ne vogliamo che diventi sempre più regole meno ricezione
Ma anche per un'altra cosa che probabilmente Anna Adriana capiranno
Per chi vedi appartiene alla generazione mia alla generazione nostra cioè a quella generazione che è entrata nella vita professionale intorno agli anni sessanta settanta quando appunto appena appena nel sessantatré era stato abolito il divieto di licenziamento a causa di matrimonio
Appena appena era stata abolita la legge del diciannove che vietava l'ingresso in magistratura nella carriera diplomatica eccetera prefettizia e tutte le appunto le qualifiche che ricordava prima non
E anche più facile
Capire e comprendere la situazione di oggi non giustificare perché che dopo cinquant'anni si sia ancora combattere perché una parità programmata diventi una parità realizzata è cosa gravissima
Però lo si riesce a capire
Per la generazione di Giulia occorre un particolare coraggio perché perché loro sono nate quando a livello teorico e quanti e probabilmente in buona fede affermavano non esserci alcuna discriminazione per le donne affermavano esserci piena apertura di tutte le possibilità politiche istituzionali professionali
E allora per loro è più difficile il capire il perché rispetto al dato proclamato il dato reale sia così diverso
E non studiare da che montuosi viene da che tipo di mentalità Silvia me
Dal forse coraggio perché da insieme il senso del cammino compiuto bene o male nel sessantatré le donne non erano in magistratura
Adesso sono già in Corte di Cassazione e sono alla Corte costituzionale ed ha contemporaneamente la voglia di andare avanti la spinta di andare avanti e questo siccome
In questo tipo di appunto studi credo che non sia possibile a una differenziazione fra il livello dello studio il livello di impegno di vita
Il mio perché la passione tale sei ti prende ti coinvolge il mio augurio per Giulia è che vada avanti non soltanto studiare ma che vada avanti a impegnarsi su questo tema
Devo dirvi che appunto il libro abbia riportato lo diceva prima la professoressa Scaraffia ha un clima che era davvero molto familiare perché
Perché Giulia a un certo punto nel suo volume ricorda che all'Assemblea Costituente cosa che non si è mai più ripetuta nella storia delle legislature erano presenti cinque coppie di coniugi
Poi però non li elenca le coppie di coniugi erano Togliatti Pola Montagnana Longo con Ritanna OSCE Nadia Spano compie con Teresa Noce Nadia corner Velio Spano
L'Angelina Cingolani Guidi Angelo Raffaele Jervolino e Maria Jervolino di un territorio per cioè io avevo la fortuna
Di avere non soltanto un padre una madre all'Assemblea costituente ma anche un padre all'Assemblea Costituente
Oltretutto nell'ambiente di Napoli il padre ferocemente monarchico la madre refero scissi malamente repubblicana quindi vi immaginate il clima e l'infuocato nel quale appunto io ho trascorso i miei non proprio primi anni di verità avevo già sette otto anni
Questo naturalmente non viabilità da nessun punto di vista a fare la parte della storica di quel periodo però certe sensazioni certe convinzioni certe atmosfere ti rimangono dentro
Temete anche conto che i costituenti indipendentemente dall'essere o non essere coppie erano fra di loro senza distinzione di partiti molto amici
Perché avevano fatto insieme inventarmi dell'antifascismo
Perché avevano fatto insieme l'esperienza del CLN
Perché molto spesso reciprocamente si erano nascoste o aiutati a sopravvivere protetti o aiutati a sopravvivere ai miei genitori mamma e papà sospesi tutte e due dalle
Dalle appunto loro professioni erano vissuti attraverso questo aiuto trasversale
Ed allora i momenti di discussione erano spiega erano belli viva ACSM avvenivano spessissimo io ricordo per esempio un dato treno che partiva alle sei del pomeriggio da Roma per Napoli
Voi immaginate un terreno sul quale viaggiava De Nicola che prendeva sempre il treno viaggiava Porzio viaggiava Croce viaggiava Mendola viaggiava appunto anche
Sei porzioni insomma papa Leone era una specie di fucina di discussioni
Ebbene io vorrei dire a Giulia che appunto pur senza assolutamente a volere la sua competenza storica della quale io mi congratulo con lei
Per quello che risulta a me per quello che queste ventuno donne sentivano
Io voto non lo hanno ma io rivendicato in nome della differenza di genere
Ma lo hanno sempre figurano libri implicato in nome dell'uguaglianza di diritti e di doveri rispetto all'uomo c'era una linea culturale
Che del resto passa attraverso la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo che poi alla fine del quarantotto
Attraverso tutte le Costituzioni dell'epoca e perfino attraverso una rilettura corretta
Di guerra ridicoli Simo
Articolo ventiquattro dello Statuto Albertino
Ma il quale diceva che tutti i regnicoli sono uguali vibrava davanti alla legge e presidente questo ed era la primavera del mille ottocentoquarantotto
Nell'autunno del mille ottocentoquarantotto viene fuori la legge elettorale che specifica che non l'hanno elettorato attivo o passivo
L'Inter detti i detenuti i reclusi in espiazione e pena e le donne in barba a tutti i regnicoli che erano uguali di fronte alla legge e quindi c'era questa volontà forte
Devi dire siamo cittadini italiani abbiamo uguaglianza di diritti e di doveri e quindi è scontato il riconoscimento del diritto di volto
Giori ha ragione
Ci sono delle voci discordanti però almeno all'interno dell'Assemblea costituente una posizione che molto correttamente Giulia sottolinea che quella della Mozzoni Crespi nel mille ottocentosettantasette se non sbaglio
E quella proprio che poi prevale nella cultura delle costituenti
Editoria fa un altro riferimento molto interessante poi spero che vada ricercarsi nell'ordine qui nelle Biblioteca della Camera dove l'ho trovato anch'io
Alla petizione del mille ottocento del mille novecento sei firmato a oltre che dalla Mozzoni Crespi firmata dalla prima donna laureata in legge e in Italia
Da appunto la come si chiama la
Teresa Labriola e firmata dalla prima donna laureata in medicina a Maria Montessori
Presidente per una strana la circostanza che non c'è il tempo di raccontare qui
Io ho sentito in aula di Montecitorio una interpretazione autentica di quella petizione fatta da una voce viva della Montessori
Era ammonta History con molta furbizia un po'di sarcasmo ricordava anche nella petizione c'era un accenno alla maternità
Ma lo diceva da due punti di vista diceva tutto sommato questo riuscire debba più dolci e meno aggressive spaventava almeno gli uomini e in fondo è più semplice dire a un uomo
Più che dirlo io gli i tuoi stessi diritti piuttosto che derivi proprio sono uguale a te comunque secondo me il discorso bello chiaro era quello che le costituenti avevano la percezione iella
Della loro o del loro diritto in quanto cittadini
Voto femminile lo diceva anche Anna è giunto repentino
Beh certo non c'è dubbio se noi vediamo la distrazione a me ha sempre spaventato da morire anche quello Sonata vedermelo sui verbali del Consiglio dei ministri
Il decreto Bonomi il riconoscimento dell'elettorato
Dell'elettorato passivo per le donne ultimo argomento che il Consiglio dei ministri sfiorato marginalmente era un qualcosa che rovesciava la storia della Repubblica
Da quel punto
Subentrò dopo le varie ma subito prima delle varie da quel punto di vista non c'è dubbio che giunge improvviso però io mi ricordo quando pronto proprio in questa biblioteca studiando l'Amia tesi di laurea che riguardava lo stesso i diritti delle donne ma non nell'accezione che li vede
Giulia cioè non nel rapporto fra donne istituzioni ma i diritti delle donne lavoratrici io ho fatto una tesi sull'applicazione dell'articolo trentasette quando appunto la il Consiglio di Stato si era inventato la categoria ballate le norme delle norme programmatiche quindi il trentasette
Non era una norma precettiva e per questo immediatamente applicabile azionabile in giudizio ma una norma programmatica
Beh anche lì c'era la consapevolezza delle sindacalista e che combattevano di quelle che poi nell'ultimo periodo han fatto ricorso alla magistratura
Di vere anche era parità salariale ma il nome di una uguale dignità non soltanto di un uguale rendimento e per il resto se vediamo un momentino la storia dei rapporti fra la donna e il lavoro
Ci sono stati due momenti
Durante la prima guerra mondiale le donne solo dovute uscire dal mondo del lavoro perché gli uomini erano in guerra e le donne hanno preso tutti i posti delle fabbriche hanno portato avanti le mansioni più difficile più dure
Alla fine della guerra sono state ricacciati ma più o meno la stessa cosa è successa con la seconda guerra mondiale
E allora io credo appunto Oro accennava prima Anna che
Dopo la prima guerra mondiale dopo la seconda guerra mondiale dopo la partecipazione delle donne alla resistenza
Un'Italia che non avesse riconosciuto la pienezza di cittadinanza non sarebbe stata più credibile
Di fronte alle democrazie occidentali sarebbe stata quindi forse il discorso non è arrivato tanto di corsa
Ma allora dice perché se non è stata la fretta
Che lo ha generato perché c'è tanta difficoltà a realizzarlo
Io mi ricordo una volta Giulia eravamo stati appena elette
Abbiamo in cui dopo all'alba ardeva camerata zero prendendo il caffè dopo la mensa
La Iotti fa un pochino tirato insieme delle appunto io sono arrivata alla Camera dove dopo il Senato quindi non ero proprio di primo pelo ma ero di primo appello rispetto a questo
Ramo del Parlamento e abbiamo discusso di quelle che noi ritenevamo le tre fasi
Cioè noi ritenevamo la prima fase la fase della Costituzione ormai completa non ci venivano in mente le interpretazioni secondo me
Non non corrette dell'articolo cinquantuno che poi hanno reso necessario una modifica con buona pace per la corte costituzionale nella quale la nostra amica non c'era allora
L'articolo cinquantuno era già chiarissimo quindi la fase costituente è finita
Noi siamo nella seconda ed ultima fase cioè la frase nell'attuazione e nell'altro credevamo di essere nella seconda ed ultima fase la fase di nell'attuazione
Nella legislazione ordinaria dei principi costituzionali
E la Iotti c'ha detto no ragazze le fasi non sono due le fasi sono stretti
è la terza è la più dura
E quella del cambiamento della cultura e del costume e lei ci ha tenuto a dire a livello di talk show e a livello di inconscio
Della popolazione della popolazione maschile in modo che recepisca questi diritti
Ed è benissimo quanti di noi
Anche nei partiti si sentono dire piena parità di diritti a livello teorico sono tutti d'accordo prova a scendere a livello pratico dice togliamo un uomo dalla lista mettiamo una donna in lista succede l'ira di Dio
Un'ultimissima cosa
Io credo anche qui che non si possa dire è che anche adesso penso proprio di no
Cioè si veda come le rappresentanti delle donne beh io sono in cui è stata in Parlamento ventitré anni
Mi sono mai sentita rappresentante delle donne e meno che meno come sindaco Veredice Adriana fino in fondo lei molto gentilmente ricorda tre eccezioni rispetto a questo diciamo impegno normalmente su temi femminili
Quell'altissima della Iotti e non si discute quella appunto dell'Agnelli e la mia al ministero degli Interni
Però ce ne sono tante altre Giulia un pochino più di coraggio li andiamo a pescare
Le due signore che sono qui fare il presidente del gruppo parlamentare di centocinquantotto quanti scenari sono centootto tu c'è una cosa da Beck ecco è una cosa molto facile
Ed è Adriana per esempio quando facevi il ministero dell'agricoltura
E a Valerio un ministero tecnico con rilievi comunitari ed è anche quella era un'operazione maschile e le nostre dicembre maschile politica in senso pieno
E le nostre vicepresidenti Maria eletta Martini geriatri ed esco io ho imparato a presiedere una commissione erano mai presieduto un'aura ma quando ero nei guai sia in Commissione affari costituzionali
E che in commissione di vigilanza Rai pensava cosa avrebbe fatto oggi indiano tranquilla e pacifica andavo detta normalmente quando facevo così non sbagliavo e la Tullia Carrè Toni cioè c'è tutto un bel gruppo
Di donne che comincia Tina Anselmi presidente ed era P due santa pazienza flat lei partiti politici pensate soltanto alla storia vedi S. alla storia miglia
De I può dei democristiani i popolari che poi si spaccano quando c'è una grande scelta politica è una grande gara Anna
Non Fini esce sulle spalle delle donne e allora io credo che noi dobbiamo forse rilevare un'altra cosa della quale personalmente sono fiera vero credo che siano fiere le colleghe di tutti i partiti politici
Certamente noi ci siamo occupati anche di tante leggi cosiddette femminili quando io sono arrivata in Senato
Giglia Tedesco ma subito coinvolto nella legge sull'adozione abbiamo ci siamo occupati di part-time ci siamo occupati di tutela delle lavoratrici madri ma guai solo di questo e con l'ora eccezione
Facendolo diventare quello che malamente era inteso come problema femminile è un problema della società
Perché perché immediatamente nel settantasei per esempio è stato una donna ad estendere all'uomo la tutela della lavora della lavoratrice madre facendogli scoprire la necessità oltre che la bellezza di un ruolo di paternità cioè secondo me il discorso è questo lo stesso part-time ha rovesciato in termini di centralità del lavoratore non dello sfruttamento
No del lavoratore un apporto fra lavoratore e datore di lavoro
Per concludere le quote io sono esattamente del pari rea appunto di Anna che è anche il parere di Giuliano dice molto bene se si tratta di proteggere una minoranza grazie non ci interessa
Non vogliamo essere una minoranza protetta preferiamo essere una minoranza combattiva abbiamo già dimostrato di saper combattere
Però se uno strumento per incentivare un cambiamento culturale oltreché legislativo allora
E aggiungerei anch'io per un periodo sì comunque brava Giulia grazie vai avanti
Allora grazie a Rosa io sto Russo Jervolino che no Rosa Iervolino Russo che esclusi che chiama condotti all'interno di questo problema che è uno dei problemi centrali della
Presenza politica femminile del rapporto fra uguaglianze differenza se le donne sono diverse si devono occupare di cose diverse o se le donne in politica si possono compare di qualsiasi tema politico
Che è stata declinata in modo diverso nella storia del nostro Paese
Ma che costituisce tuttora diciamo una delle dei problemi che le donne in politica devono affrontare diamo adesso la parola ad Adriana Poli Bortone sindaco attualmente sindaco di Lecce anche lei una presenza importante nella vita politica della Repubblica italiana per un periodo abbastanza lungo
Sì grazie io non sono così giovane come Anna Finocchiaro che celebra i suoi vent'anni io nel
Quest'anno a novembre di quest'anno celebrano i miei quarant'anni nella vita politica avendo sessantatré anni
Che dichiaro con grande sincerità perché mi fa piacere dichiararli per averli vissuti intensamente anche avere vissuto quarant'anni della mia vita
Spendendoli io credo fin dei conti utilmente anche nella vita politica considerando la politica nella sua complessità e quindi in una attività che mi ha consentito anche di di seguire da vicino ai tanti mutamenti della società che sono decisamente un fatto importante ed è importante anche cercare di governarli per per i limiti dei quali si riesce a governarli con l'ottica femminile che certamente non guasta
Se è vero come è vero che su qualche cosa siamo siamo state anche sufficientemente d'accordo nel tempo
Nella diversità della donna doveva essere sempre sottolineata appunto in questo suo il desiderio di essere complementari in qualche modo il mai conflittuale
Ma nel desiderio di potersi esprimere in tutta quanta la sua sincera sensibilità rispetto a problematiche che abbiamo sempre considerato il su questo credo che non ci siano mai state
Dimissioni di carattere ideologico in questo senso problematiche che abbiamo considerato problematiche sociali nel loro complesso e mai problematiche squisitamente di parte
Anch'io molto apprezzato il il volume quindi Giulia Galeotti che gli atti mi ha consentito innanzitutto di apprezzare questa questa giovane ricercatrice che io mi auguro professore Sabbatucci che possa trovare veramente
Tutti quanti i suoi spazi di presenza attiva nell'università
Viene io glielo dico perché poi
No io non guardo lei io parlo alle per parlare un po'a tutti coloro che spesso anche qui come per le donne diventa un fatto retorico parlare delle donne tante volte per il merito
Diventa un fatto retorico parlare del merito perché voi nell'impatto
Con la realtà con la quotidianità potremmo dire poi tante volte il merito non sempre e valutato
E io credo che forse se questo parametro del merito fosse valutato in tantino di più penso che al di là delle quote le donne troverebbero maggiori spazi qui in questo senso io mi auguro che
Giulia possano trovare il suo spazio nel mondo della ricerca nel mondo dell'università
Anche perché avendo anch'io ho avuto mio piccolo spazio per un certo periodo nell'università e esso quante appassionante il il tema della ricerca
è provvisto anche da questa bibliografia veramente così così nutrita così di spessore
Quanto la Galeotti abbia inteso studiare affondo questo fenomeno del del progressivo della progressiva conquista da parte delle donne di un diritto che oggi debbo dire sembra fatto normale che ci sia ma normale indubbiamente nel tempo non è stato anch'io come Anna Finocchiaro avevo sottolineato un aspetto che mi sembra non mi sembra un momento molto interessante di questo volume quello del nel confronto fra la la società inglese soprattutto e quindi le trasformazioni all'interno del società anglosassone
E la società italiana mentre nella società inglese l'autrice individua un tratto forte di gradualità nella conquista del voto da parte delle donne
Nella società italiana lei dice improvvisamente le donne votano ecco io con estrema sincerità dal mio punto di vista dico anche a mio avviso non è che votano improvvisamente perché poi non il volto è indubbiamente unno un momento d'arrivo ma e credo che il fatto positivo sia stato che il femminismo non vada datato esclusivamente agli anni Settanta come l'autrice stessa d'altra parte rileva con molta efficacia ma il femminismo risale alla fine dell'Ottocento alla seconda metà dell'Ottocento con nota tutto quanto anche il primo Novecento in qualche modo se vogliamo
Anche nel
Mille novecentoventicinque quando Mussolini fa quella legge effettivo fa strumentalmente perché sa perfettamente che tanto dopo qualche mese toglierà il voto a tutti e quindi di fatto risolverà il problema
All'origine avendo eliminato il voto per tutti quanti e dunque
Di conseguenza anche a quelle donne che pure attraverso i fasci aveva cercato quindi di portare avanti se non altro come fatto di di propaganda politica che in quel momento
Poteva indubbiamente servire ma sapendo bene che dopo qualche mese ripeto
Sarebbe approdato ad altri sistemi che avrebbero escluso assolutamente il voto e dunque da un lato c'era la propaganda nei riguardi delle donne dall'altra c'era la impossibilità
Di votare quindi di fatto la negazione del voto anche alle donne così aveva raggiunto la par condicio
Eliminando ripeto il problema esattamente all'origine ma né c'era
Questo femminismo così così importante con con tutte quelle grandi figure femminili che sono state ricordate ma
Ahimè il tema delle donne ancora oggi purtroppo io credo che venga trattato quasi esclusivamente dalle donne e se trova una sua giustificazione storica nel periodo del dopoguerra ma anche nell'immediato dopoguerra oggi io credo che ormai non se ne può più
Di questo a parlarci addossò per lamentarci opere al come avete ricordato
Sottolineare dei momenti di trionfalismo
Ma oggi l'assurdo e che si parli ancora di questo problema cioè del problema della presenza femminile soprattutto nel mondo della politica piuttosto che in altri mondi o in altri settori
Della nostra società dunque io non ritengo che le donne votino improvvisamente io ritengo che sia stato un grossissimo atto politico quella di dare il voto alle donne nel quarantasei
Non soltanto perché è stato ricordato anche nella Costituente c'erano anche delle donne e anche questo fu un fatto di grossissimo rilievo politico
Ma perché Togliatti e De Gasperi che avevano fatto l'articolo sette della Costituzione ed erano riusciti a mettere insieme il diavolo e l'acqua santa se mi si passa l'espressione nitide decisamente banale
Indubbiamente dovevano dare un segnale fortemente positivo
Che era il segnale del totale cambiamento rispetto al non voto a tutti si doveva dare il botto a tutti e dunque anche alle donne quindi io questo lo leggo come un fatto strategico anche in termini politici
Ma di grandissima democrazia di grandissimo segnale di democrazia con tutti i rischi naturalmente che poteva comportare questo perché è stato ricordato anche questo dal professor Sabbatucci mi pare che lei dicesse
C'era anche una certa timidezza da parte della sinistra anche se poi il femminismo in fin dei conti il primo e il secondo femminismo è stato caratterizzato da una forte attività delle donne cattoliche ma da una fortissima attività delle donne di sinistra che erano certamente in prima linea nel rivendicare i diritti delle donne questo l'hanno sempre fatto nel nel tempo
Ma la timidezza della sinistra era come lei diceva nella paura forse del come voteranno e siamo nel periodo del dopoguerra né nel quarantotto la Democrazia Cristiana il massimo dei dei volti
E dunque probabilmente in quel periodo erano più le donne cattoliche che forse tenevano al volto delle donne perché poteva essere probabilmente un voto più conservatore
Che indubbiamente avrebbe
Non dico alterato gli equilibri ma stabilito anche una un certo assetto politico che i cattolici ritenevano che fosse utile si stabilisse nel dopoguerra
Anche perché
La partecipazione delle donne sino al voto soprattutto non tanto ai fermenti interessanti che ci sono sempre stati nel tempo
Ma la partecipazione delle donne al voto e di conseguenza anche di più poi in tutti quanti i settori della nostra società sono state ricordate le conquiste fatte nel sessantatré ma anche vorrei dire il diritto di famiglia nel mille novecentosettantacinque che indubbiamente me sconvolge i rapporti anche all'interno
Della famiglia e dare e sostanza alla partecipazione al voto delle donne significa anche creare una sorta di ordine Nuovo nella società
Cioè significa sconvolgere l'economia significa sconvolgere la famiglia significa sconvolgere la società e questo e si accentua ancora di più a mio avviso nel nel secondo femminismo quando nel sessantotto i giovani con la loro rivoluzione
Intendono affermare nuovi ideali nuovi valori dunque anche nuovi
Percorsi di democrazia e di partecipazione e le donne dal canto loro negli anni settanta si fanno sentire con loro neo femminismo fortissimo
Che però se me lo fate dire con sincerità
Era un po'qualche volta anche antipatico perché era connotato da un eccessivo rivendicazionismo che in quel periodo
Non era certamente accattivante neanche nei riguardi del legislatore perché legislatore doveva avere anche un grande coraggio nel nel fare determinate legge determinate norme che attestassero in termini positivi la partecipazione femminile ed è chiaro che il legislatore lo può fare
Soltanto S avverte un consenso e il consenso in quel momento non poteva esserci
Perché quello era il momento che era connotato fortemente da una grande conflittualità c'era la conflittualità nelle fabbriche
C'era la rivolta dell'operaio nei riguardi del padrone perché era anche questo ovviamente terminologie negli anni Settanta c'era
La rivolta dei figli nei riguardi dei genitori e di tutto ciò che fosse un ordine precostituito negli anni settanta c'era la rivolta delle donne
Contro quegli schemi già prefigurati e prestabiliti
Che erano gli schemi in virtù dei quali si concedeva comunque alle donne qualche spazio di presenza o di partecipazione ma ancora secondo me non si affermavano
Appieno dei diritti
Oggi di passi avanti credo che ne abbiamo fatti moltissimi
Ecco perché io credo concludo credo che nei il discorso delle quote onestamente non mi ha mai appassionato più di tanto quando in Parlamento forse dei colleghi e se lo ricorderanno
Quando in Parlamento voi voi di sinistra ma anche le le donne cattolici
E piene di Anna io ho fatto un percorso invece che e del quale sono stata sempre convinta le ricordo che votammo contro le quote la Bonino ed io proprio due soggetti completamente estremi
Però io non me la sentivo di votare per le quote perché ho sempre avuto la presunzione
Di essere una sorta di di femminista di destra c'erano tante mie amiche di sinistra che mi dicevano ma è chiaro che tu non avvertì il femminismo perché tu hai voluto fare docente universitario l'hai fatto
Hai voluto fare politica l'hai fatto ma deciso di sposarti lei fatto hai deciso di farti poi leggere deputato l'hai fatto tranquillamente quindi e chiaro io lo capisco di essere stata anche una donna una delle donne fortunate indubbiamente ci sono poi delle situazioni oggettive che consentono anche di essere fortunate non posso pensare che tutte quante le altre abbiano avuto
La mia stessa fortuna casuale
Ma non psicologicamente non riuscivo ad afferrare il senso di questa conflittualità qualche volta fastidiosa che non consentiva poi ad avere egli di avere il consenso
Più generale di coloro che avrebbero dovuto acquisire secondo me una una normalità
Ecco una normalità di comportamento nei riguardi dell'affermazione dei diritti delle donne
E in d'altra parte ecco io non sono assolutamente convinta del discorso delle quote perché questa è
Secondo me la la sconfitta totale dei partiti sommare le donne hanno fatto veramente tante battaglie il voto è stato certamente una conquista fortissima di democrazia
La società e decisamente mutata
Nelle battaglie che io le abbia condiviso o meno ma le riconosco comunque nelle battaglie sul divorzio nelle battaglie sull'aborto nelle battaglie sul diritto
Di famiglia le donne hanno avuto un ruolo preponderante che deve essere riconosciuto dai partiti al di là delle quote che mi son trovata a fare la segretaria nazionale femminile
Con un certo disagio quando all'interno anche del mio partito che per essere un partito di destra peraltro allora escluso dal dall'arco costituzionale e quindi mi trovavo ancora in una situazione ancora più difficile rispetto alle altre donne e io mi ritrovai discutere del discorso delle percentuali
E le donne di sinistra sono presenti in percentuale il dieci per cento del venti non me lo ricordo più perché per me non era neanche un fatto interessante questo vi devo dire la verità
Nel comitato centrale del partito va be io dissi all'epoca del mirante per favore
Eliminiamo questa percentuale perché se vuoi all'interno del partito tipo Enschede tutte quante quelle donne che hanno qualche cosa da dire
Perché anche lì la storia delle quote
Nelle liste sì riproponeva con la storia delle percentuali all'interno del partito per poter partecipare agli organismi direttivi del partito e questo non mi sembrava
Assolutamente giusto come non mi sembrava e non mi sembra giusto
E le polemiche di questi giorni vanno affrontate con estremo coraggio
Non mi sembra giusto che ancora si vada a discutere di
Commissione per le pari opportunità di dipartimenti delle pari opportunità di segreteria nei partiti delle pari opportunità perché le pari opportunità ce la siamo conquistata nel tempo
E se i partiti non sono riusciti a crescere io credo che la sfida più grande sia quella di dire ai nostri partiti che noi invece le quote
Neanche pro tempore le vogliamo noi vogliamo che i partiti di Lignano un'attestazione reale della loro crescita loro sanno che noi siamo una forza noi sappiamo che dobbiamo combattere al pari degli altri non credo che abbiamo voluto privilegi quando abbiamo fatto le nostre battaglie politiche
Le abbiamo fatte sapendo che dovevamo competere sapendo che doveva mandare in giro a far comizi nelle piazze le riunioni le associazioni via dicendo dovevamo farci conoscere per affermarci per quello che potevamo contare e e in conclusione io voglio concludere con quello che dissi alla Camera quando Bottai contro le quote io non credo che Nilde Iotti abbia fatto il presidente della Camera in quota l'ha fatto perché era una donna che contava che aveva contato nella storia e che al di là delle appartenenze di parte certamente era l'espressione migliore all'epoca delle donne italiane
Adriana Poli Bortone ci ha dato un altro punto di vista molto interessante rispetto al tema della presente le quote delle donne nella vita politica e la collegato molto fortemente al tema più grande del cambiamento di mentalità che quello che tutti ci auguriamo che avvenga e che forse non ci sia neanche bisogno di quote dopo e finire la parola all'autrice Giulia Galeotti per un brevissime
Io volevo solo fare qualche breve ringraziamento
Innanzitutto vorrei ringraziare le relatrici e il relatore di questo pomeriggio
Non solo per aver accettato di intervenire sul mio lavoro ma per aver fornito degli importanti ulteriori spunti di riflessione rispetto a un tema che decisamente centrale nella vita di uno stato democratico che il problema della effettiva partecipazioni dei i cittadini delle cittadine in questo caso alla vita la cosa pubblica
Prepari ingraziare la direttrice del Dipartimento di Storia moderna e contemporanea della sapienza ringraziare l'editrice che ha creduto in questo progetto ovviamente Palin grazie a tutti voi di essere intervenuti così così numerosi vedo alcune donne veramente importanti nella nella storia del nostro Paese e di questo mi fa sono assolutamente onorata anche se forse molti di voi e vi capisco sono stati indotti a venire dallo spessore dal valore delle persone che sarebbero intervenuti più che dal forse dal volume
E infine vorrei graziare il presidente della Camera Fausto Bertinotti per aver reso possibile questa iniziativa in una sede in una sala così prestigiosa grazie
Quando vuole il via libera