Il futuro della Rosa nel Pugno, alla luce del progetto politico del Partito Democratico

Radio radicale abbiamo ora qui con noi Giorgio Tonini vicepresidente della commissione se Palazzo Madama ma qui non vogliamo parlare di politica internazionale ma di Rosa nel pugno di partito democratico lei che cosa ne pensa delle vicende del della Rosa nel pugno degli ultimi mesi
Ma lo dico con molto rispetto naturalmente anche con molta
Attenzione nei confronti dell'esperienza Rosa nel Pugno un sono vicende che hanno elementi di tristezza che rattrista no perché sì perché c'è il rischio di vedere appassire un un fiore che avrebbe invece potuto arricchire di sé la la botanica politica e non solo la botanica ma insomma la la vita politica e democratica del nostro Paese
Tuttavia da uscendo dalla dalla tristezza dobbiamo provare a fare usare il cervello e quindi a far funzionare la ragione credo che la riflessione che si impone che
Non è più il tempo di piccole operazioni politiche di piccole forze politiche è tempo ormai di grandi contenitori politici queste il vero bisogno che c'è nella politica italiana non abbiamo bisogno di un grande partito democratico
Riformista nel nostro Paese cosa vuol dire scusi che nella Rosa nel Pugno dovrebbe contabile nel processo del partito democratico assolutamente sì io anche processi epatomegalia insomma abbastanza claudicante
è un processo difficile faticoso come tutti i partiti ma siccome pare che nel mare più piccolo la tempesta è ancora più più forte probabilmente nel mare più grande un mare più pacifico un oceano più pacifico
E naturalmente pretendere più grave che si sviluppano nutrizionale e non è detto insomma a volte i mari più piccoli sport quello in cui sono più tempestiva queste mi pare la situazione attuale io penso che
Un apporto invece della aveva cultura che di cui sono portatori per un verso i socialisti per altro verso i radicali
Non possa che essere un apporto prezioso per il partito democratico vorrei dire che il partito democratico ha bisogno di socialisti e radicali così come socialisti radicali non possono vedere quella del loro futuro se non all'interno di un percorso del genere naturalmente bisogna rispettare le tappe che sono necessarie credo che sia inimmaginabile che questo avvenga domani mattina
E tuttavia io penso che
Una prospettiva di questo genere è una prospettiva che deve essere coltivata deve essere sostenuta senta ieri lei è intervenuto nel dibattito con Senato riguardante la mozione la mozione sull'intervento in Libano nella missione internazionale per il Libano c'è stata una larga maggioranza una larga convergenza su questa visione però mi pare di capire che insomma gli approcci di larga parte del centrista e larga parte della CDL su questa missione si è un pochino diverso per usare una formula
Beh certo c'è una diversità di accenti in modo accenti di approccio forse di approccio e almeno per una parte dalla casa della libertà
Perché ecco questo è un punto che che forse andrebbe messo maggiormente in evidenza
Si dice sempre con qualche fondamento che nel centrosinistra convivono due politiche estere per così dire una quella dell'Ulivo prevalente nell'Ulivo
E l'altra quella della sinistra radicale
Che poi hanno trovato per esempio nella missione in Libano una un elemento di un momento di convergenza e questo è sicuramente vero
Tuttavia c'è un'altra verità e cioè che anche nella Casa delle Libertà convivono due politiche estere
Una è quella diciamo così più ortodossa con la tradizione degasperiana per così dire della della della politica estera italiana che fa capo naturalmente certamente all'UDC
Ma anche a Alleanza Nazionale particolare sulla base dell'esperienza di Fini ministro degli esteri di Fini membro della commissione della Convenzione europea insieme a Giuliano Amato
E dall'altra parte c'è invece l'asse del Nord Forza Italia lega nord che ha immaginato nei cinque anni scorsi una una diversione un cambiamento di rotta per usare un'espressione che uso in un libro l'allora ministro degli Esteri Frattini rispetto appunto a questa politica estera una una conversione che metteva tra parentesi
E ha ridimensionato in modo drastico la la dimensione europea Istica
Della politica estera italiana in favore nettamente di una visione filo atlantica
E ecco rispetto a questa a questo approccio del quale figlio certamente l'intervento in Iraq che e meglio ancora all'enfasi che fu posta all'enfasi politica che fu posta su quell'intervento
è chiaro che la missione in Libano ha una caratura politica totalmente diversa perché è una caratura multilaterale non a caso è una missione di caschi blu
Ha una caratura europeista una caratura appunto che concepisce l'amicizia degli Stati Uniti in un quadro europeiste multilaterale è questo naturalmente non può non essere evidenziato dal centro sinistra e non può non produrre
Come dire una forma di imbarazzo da parte del centrodestra a sostenerlo
Certo che essa non può non sostenere questo questa missione perché
Gli stessi Stati Uniti e Israele
Ne sono convinti sostenitori e tuttavia si rende conto che sostenendo la deve in qualche modo correggere le impostazione dominante
Che Berlusconi aveva dato alla politica estera del centrodestra nei cinque anni passati da qui deriva appunto questa convergenza discorde che si è registrata in Senato il ieri
Quindi siamo telefonini il vicepresidente del Consiglio dei ministri a Palazzo Madama per l'ascolto come sempre da radio radicale