Le generazioni italiane dall'Unità alla Repubblica - Presentazione del libro di Giuseppe Carlo Marino (Edizioni Bompiani)

Messaggi di saluto o di esponenti istituzionali e anche di partecipanti
Al dibattito alla tavola rotonda che non sono oggi presenti a causa della crisi di governo il presidente della Commissione cultura e la Camera dei deputati il professore Tranfaglia manda un particolare
Saluto è una particolare attestazioni di affetto nei confronti di tutti avrebbe voluto partecipare
Ma il momento istituzionale non glielo ha consentito la stessa cosa per il professor Paolo Corsini il sindaco di Brescia
Che anche Luís è rimasto bloccato per un impegno o istituzionale io personalmente
Porto il saluto a tutti da parte del Presidente emerito della Repubblica
Francesco Cossiga che ha mandato una lunga lettera di adesione al nostro dibattito a cui doveva essere presente per le conclusioni
E non ha potuto a causa o delle sue condizioni di salute naturalmente rivolgiamo un augurio a fare affinché il Presidente Cossiga
Che una grande e vera risorsa per la Repubblica
Si rimetta presto
Ancora un saluto da parte del Magnifico Rettore della nostra facoltà della nostro Ateneo che ringraziamo per averci messo a disposizione questa splendida a Hula a densa di storia di cultura il professore
Silvestri che anche lui è impegnato all'estero per rappresentare l'Università di Palermo
E la stessa cosa per il preside della nostra ha facoltà Carlo Argirò uffici
Che all'ultimo momento ha dovuto cedere a un impegno istituzionale perché a era aveva già ha preso con noi l'impegno di porgere il saluto della facoltà di Scienze politiche che assieme al circo le libertà organizza questo confronto dibattito poi o mio dovere a nome di tutti voi salutare
Coloro che adesso daranno oh vita a questo importante confronto dibattito sul libro di Giuseppe Carlo Marino le generazioni italiane dall'Unità alla Repubblica
Saluto o per primo Marcello Veneziani che tutti noi conosciamo
E che e che è legato o da particolari ragioni e motivi di affetto nei confronti della nostra città della nostra università
E anche di una nostra importante istituzione culturale di cui Marcello Veneziani
Partecipe nel consiglio d'amministrazione che il Teatro Biondo Marcello Veneziani è uno dei maggiori scrittori politici italiani editorialista dei maggiori quotidiani italiani lo ringraziamo particolarmente per avere aderito a un invito coloro che riguarda un dibattito o di tipo culturale su una opera storica di cui adesso
Sentiremo parlare dai protagonisti
Del confronto dibattito e poi o un ringraziamento è un saluto innanzitutto a Radio Radicale
Che in diretta sta trasmettendo questo nostro confronto dibattito e al suo direttore Massimo Bordin che ha voluto accettare il il nostro invito
Proprio per rappresentare quell'area culturale
Quel filone politico che nel libro a più punti di protagonismo
Ancora pro nel parterre e protagonista a il nostro Guido Lo Porto come non soltanto componente della giunta di governo o del della Sicilia ma anche come esponente di quella cultura e di quella cultura politica che in tutti gli anni del dopoguerra
Ha dato un segno di grande vitalità avvalori e a riferimenti culturali che altrimenti sarebbero stati Negretti e di cui nel libro si parla credo che è utile iniziare immediatamente il dibattito sarà interessantissimo perché il libro di Giuseppe Carlo Marino che naturalmente potrete trovare grazie alla collaborazione della libreria Feltrinelli che ce lo ha messo a disposizione davanti il la nostra hula questo libro che e scritto da uno storico accademico da uno storico professionista si legge invece come un romanzo perché un affresco è una narrazione di generazioni che sono viste dall'interno o Carlo Marino ha utilizzato la singolare e fortunata figura di un suo Virgilio che lo accompagna
Nella narrazione gli fa vedere dall'interno i sentimenti le passioni le motivazioni di questi italiani di queste generazioni di italiane che dall'Unità
A fino alla secondo voi dopoguerra hanno vissuto quel novecento tragico per le due guerre civili scoppiate fra gli europei per gli scontri ideologici per i lutti e perde tutto quello che abbiamo o la nostra generazione anche la generazione più anziana e anche i giovani attraverso i libri di storia ha vissuto ecco il Giuseppe Rossi che accompagna Marino dall'interno pone questa narrazione
A metà fra il rigore
Scientifico dello storico accademico che analizza con estrema obiettività e imparzialità il susseguirsi dei fatti e poi l'approccio sociologico l'approccio antropologico
L'ho antropologico per capire perché in Italia a prescindere da quella esperienza politica della sinistra storica andata al potere nel mille ottocentosettantasei con Depretis che inventò la formula politica del trasformismo
Perché in Italia questo Giuseppe Rossi
è stato o fin dall'inizio o prima
Interventista poi combattente poi fascista e camerata poi antifascista perché alla camicia rossa si è sostituita facilmente la camicia nera e poi ancora
La camicia rossa in un affresco sociologico antropologa e antropologico che vede Giuseppe Rossi che l'italiano medio che l'italiano
Diciamo all'Alberto Sordi che si adatta a tutte le situazioni avendo un culto particolare per il privato esternando o dei valori condivisi dalla società di quel momento non mai controparte convinzione ecco Carlo Marino o a è riuscito a tratteggiare
In questo in questo importante studio unno affresco storico che per la prima volta vede la luce
Nelle nostre librerie anche nelle nostre università gliene siamo grati e per questo abbiamo organizzato questo dibattito questo confronto dibattito e diamo la parola per primo a Marcello Veneziani
Ma quando ci siamo incontrati prima con il professor Giuseppe Carlo Marino ci siamo ricordati che precedente occasione di incontro che abbiamo avuto risale esattamente a vent'anni fa quando uscì un mio libro la rivoluzione conservatrice in Italia il professor Marino ne fece una recinzione sorprendente su Rinascita Chiara quotidiane che era settimanale vicino come voi sapete alla Partito Comunista Italiano
Era un tentativo all'epoca quel libro di
Era dicevo un tentativo quel libro di ripercorrere questa Italia fragile che e poi il soggetto l'argomento il protagonista di questo libero di Giuseppe Carlo Marino
Un libro importante non solo per la densità per l'ampiezza di nelle sue pagine ma anche per il taglio che è stato giustamente prima
Evidenziato da Enzo Fragalà e cioè la capacità di compenetrare lo sguardo dello storico con quello dell'Osservatore comune
Il Giuseppe Rossi che attraversa le varie stagioni d'Italia mi ha ricordato più che l'Alberto Sordi il Totò di Uomini e caporali
Il personaggio che in qualche modo attraverso il trasformismo nazionale ecco ora credo che si senta meglio infatti attraverso il trasformismo nazionale riusciva in qualche modo a costituire una specie di filo conduttore nella storia del nostro Paese
Ecco io credo che questo libro abbia una importanza particolare perché tre quattro fili conduttori si possono in qualche modo intrecciare il primo riguarda proprio quello della dell'osservazione della storia del nostro Paese attraverso il conflitto tra le generazioni
Ecco già il titolo evoca l'incontro e lo scontro delle generazioni
Diciamo che la storia d Italia del nostro paese la storia dell'Unità d'Italia
E la storia che coincide con un evento politico sociologico antropologico fondamentale e cioè la giovinezza che diventa categoria dalla politica
E credo che questo sia un po'uno dei fili conduttori più tenaci del libro di depresso Marino
E c'è la convinzione che da quando la giovinezza è diventato il fattore dirompente
Per la rivoluzione politica per il mito del mondo nuovo dell'Ordine Nuovo dell'uomo nuovo e da quando poi con il Novecento questa idea giovanilistica è diventata pervasiva
Beh e il tratto fondamentale della storia d'Italia è proprio quella del conflitto tra le generazioni
Ora il mito politico della gioventù nasce come ben evidenzia il professor Marino con il romanticismo politico
La convenzione cioè che sia proprio come dire il segno del nuovo a incarnare attraverso i giovani la figura portante di ogni cambiamento
E questo mi sembra il primo elemento fondamentale ma prima di arrivare a quel culto della gioventù che ha caratterizzato la storia del Novecento non solo italiano
E dobbiamo ricordare che nel nostro Paese ce lo ricordano proprio le pagine del professor Marino già c'era stata un'abbondante diciamo elevazione della gioventù da fatto anagrafico ha fatto politico
Ricorderete la Giovine Italia di Mazzini ricorderete quanta gioventù si spense sì speso intorno al mito risorgimentale Curtatone e Montanara
Garibaldi e poi la gioventù carducciano alla gioventù dannunziana tutte gioventù che vengono incontrate in questa sorta di viaggio tra le risate che della nostra storia che appunto si incontrano nel libro del professor Marino
E il mito della gioventù poi esplode nel Novecento la giovinezza diventa il fattore prorompente sia perché la nazionalizzazione delle masse
Porta i giovani ad essere il volano del cambiamento sia perché due guerre soprattutto la prima consacrano i giovani come il fattore dinamico di cambiamento anche traumatico
Nell'ambito della storia del nostro Paese e poi il fascismo che si fonda sul mito della gioventù della giovinezza quindi il il tentativo di leggere la storia d'Italia attraverso il conflitto tra generazioni credo che sia una chiave di lettura assai penetrante molto veritiera
è una chiave di lettura che ci porta fino al nostro dopoguerra fino al sessantotto che in fondo e l'ultima rivoluzione italiana e occidentale al tempo stesso in cui nel nome dell'anagrafe si fronteggiano due diverse generazioni
Quindi la chiave della generazione e sicuramente una delle chiavi storiche più indicate per comprendere il viaggio nella storia del nostro Paese nella sua modernizzazione
Un'altra chiave che mi sembra altrettanto significativa e che ho riscontrato in tutte le pagine del libro di Marino e quella a cui io prima accennavo cioè l'identità fragile del nostro Paese
Che deriva innanzitutto da un processo unitario fragile
In fondo l'Italia è nata attraverso un processo politico e militare in cui tre mondi essenziali sono rimasti esclusi
Il mondo contadino il mondo cattolico che il mondo meridionale
Quindi potete immaginare per un cattolico contadina meridionale del Sud
Di che cosa si trattava quando si parlava di unità d'Italia di una triplice esclusione un'esclusione che è stata anche un'autoesclusione ma che di fatto ha dato alla ritratti dello Stato unitario italiano quei caratteri di fragilità che si è portato appresso anche negli anni più recenti
Un'identità fragile quella italiana un'identità che è stata in qualche modo messa a repentaglio nel corso della sua storia
Fino ad esplodere in quella in quel trauma dell'otto settembre in cui secondo alcuni storici ma vedo che il professor Marino non è della stessa idea in cui alcuni storici appunto celebrano in qualche modo la morte della patria
Ricorderete Renzo De Felice ricorderete anche un saggio di Galli della Loggia
Dedicato proprio a questo alla morte dalla patria cioè la convinzione che con l'otto settembre si sia definitivamente oscurata nel nostro Paese identità italiana come appartenenza ad una TAC ecco riguardo a questo processo che io ho cercato sommariamente di tracciare cioè di un'Italia fragile con una identità in qualche modo piuttosto precarie
Dovrei dire che se è vero che da una parte c'è questa sorta di fragile nesso tra cittadini e istituzioni tra senso civico e appartenenza al nostro Paese
è altrettanto vero però che l'identità italiana cioè la cultura italiana il carattere nazionale sono molto più tenaci di quanto la storia politica ci racconti
E allora il quella che noi abbiamo indicato nella storiografia più recente come la morte della patria probabilmente non è la morte della patria ma è la morte del nesso tra patria e senso dello Stato tra italiani e istituzioni tra politica e senso dell'identità nazionale e cosa voglio dire voglio dire che l'identità italiana sì rifugiata
Nel trauma del l'otto settembre ma anche prima in caratteri che non sono politici ma che sono civili sono di costume sono culturali attengono alle mode che attengono al nostro modo di mangiare attengono al nostro modo di essere attengono anche al nostro linguaggio quindi un'identità italiana emerge anche nelle pagine del professor Marino in modo abbastanza tenace abbastanza chiare però emerge in questo rapporto molto controverso con la sua realizzazione politica con la sua maturazione in senso dello Stato e quello che manca agli italiani il senso dello Stato non il senso d'appartenenza l'italianità italianità esistenti preesiste allo Stato e non a caso un grande storico come Gioacchino Volpe
In qualche modo pre datava il senso dell'italianità al Medioevo ovviamente figlio della romanità e riteneva che lo Stato italiano ha soltanto certificato un processo di appartenenza che era già nei secoli
Mentre viceversa un altro tipo di interpretazione che grosso modo è quella che risale al pensiero di Benedetto Croce fa sì che nel nell'unità d'Italia nel processo cioè l'unificazione nazionale si debba in qualche modo riconoscere la datazione originarie del nostro Paese e con questa controversia credo che Contini c'è chi crede che esista una nazione prima dello stato e chi viceversa ritiene che lo Stato sia stato il generatore della nazione italiana
Ecco questo dissenso riaffiora nelle tracce della professor Marino nelle sue pagine egli affronti ora soprattutto in quel momento diciamo di particolare galvanizza Ezio Mori dell'identità italiana che fu il fascismo
A proposito del fascismo ho trovato analisi penetranti nel libro del professor Marino
Sia per quanto concerne il l'importanza che ha avuto l'estetica nel fascismo
Io parlavo nel mio libro di una estetizzazione della politica come fatto saliente del fascismo sia nel rimarcare il consenso che il fascismo ha avuto e il professor Marino lo fa richiamando anche la lezione anzi le lezioni di Palmiro Togliatti
Che contrariamente a quanti sostenevano che il fascismo fosse una sorta di calata degli X degli extraterrestri che la nostra terra al contrario rimarcava quanto consenso chi fosse attorno a quello che Togliatti definiva regime reazionario di massa
E quindi evidentemente c'era un forte consenso il prossimo ma Marino lo sottolinea ma è importante anche un'altra sottolineatura che ho trovato nel libro del professor Marino e cioè l'idea che che il fascismo
Più totalitario che era il fascismo più di sinistra
Era il fascismo che diventò poi attraverso un operazione una trasformazione alle volte trasformismo alle volte trasformazione reale diventò poi anche comunismo socialismo massimalismo
Ed è il fascismo di sinistra il fascismo rivoluzionario radicale di sinistra il vero e proprio diciamo portatore del fascismo lo stato puro del fascismo al quadrato il fascismo di destra nota
Giuseppe Carlo Marino
Era uno fascismo più temperato rispetto al fascismo di sinistra
E faceva di sinistra quello che voleva portare la rivoluzione fino in fondo che cercava una rivoluzione ulteriore che voleva far nascere l'italiano nuovo e nel mito degli italiano nuovo si riconosce anche quella infatti d'azione della stirpe italiana su cui forse non sono del tutto d'accordo con le pagine
Se scritte dal professor Marino perché credo che il razzismo in Italia
Abbia avuto innanzitutto una valenza posticcia e del tutto occasionale rispetto alla storia e l'evoluzione della cultura politica del nostro Paese anche dello stesso fascismo in secondo luogo penso che l'enfatizzazione della stirpe italiana
Sia servita più a far nascere come dire una sorta di promozione intorno alla figura dell'italiano nuovo piuttosto che a stabilire un rifiuto su di tipo biologico
Verso altre razze verso gli ebrei o verso altri il nostro non era un razzismo quanto una promozione retorica in fatica velleitaria
Di un italiano nuovo che poi si perse nei meandri della guerra nelle velleità di una rivoluzione che non ebbe più in seguito però ecco sicuramente fu diverso dei razzismi che abbiamo conosciuto nel nord Europa e non solo in Germania
E quindi la storia del nostro Paese in qualche modo emerge attraverso questo filo conduttore del generazioni e mi sembra che emerga anche nel passaggio travagliato nel dopoguerra
Marino sottolinea che la Resistenza fu nel nostro Paese portatrice di un'idea di patria e in qualche modo riammesse l'idea di patria che era stata a lungo sequestrata dal fascismo
Ecco mi consenta quindi di sentire su questa idea cioè nel senso che l'eredità della della Resistenza non mi pare che sia stata preminente in ordine alla difesa dei valori della patria ho l'impressione che la l'eclissi del senso della patria sia stato anche in qualche modo accelerato da quelle componenti che erano peraltro maggioritari nella Resistenza
Che volevano una rivoluzione alto ulteriore che sognavano una dittatura del proletariato e che volevano in qualche modo affrancare l'Italia
Dall'appartenenza la sua storia la sua tradizione per legarla invece alle grandi rivoluzioni socialiste dell'Est sovietico
Quindi ho l'impressione che il tratto nazional popolare che pure vi fu nella Resistenza fu minoritario rispetto ad altri tratti che legavano in qualche modo il nostro Paese
Ad una sorta di appartenenza ideologica e non di orgoglio nazionale
E quindi mi sembra che questo elemento si debba anche sottolineare come un un un elemento importante
E la storia del nostro Paese non può essere ovviamente separata come bene ricorda Marino dalla storia del trasformismo del nostro Paese di cui anche l'ultime ore stanno offrendo episodi abbastanza vistosi
E credo che il trasformismo nazionale sia uno dei tratti endemici della storia del nostro Paese persino precedente al trasformismo di Depretis
C'è chi ricorda il connubio di Cavour come il primo atto il primo tentativo di compenetrare culture diverse
E qui bisogna distinguere tra una tendenza che io definivo nel mio libro dell'ideologia italiana a con sociale un certo radicalismo di sinistra con un certo radicalismo di destra
Dalla tendenza al contrario a al compromesso storico alla consociazione o al passaggio addirittura di fronte da uno schieramento all'altro attraverso quella malattia che appunto il trasformismo che ha avuto negli ultimi giorni negli ultimi mesi nel nostro Paese una ricca letteratura
Alcuni ricorderanno soprattutto a destra alcuni libri di Nino Tripodi su in tale italiani sotto due bandiere
L'Italia fascista in piedi in cui si ricordava un po'il trasformismo del nostro Paese di recente altri libri come quello di Mirella Serri I redenti o cancellare le tracce di Battista più recente
E che hanno al ulteriormente rafforzato questa idea di un passaggio dal fascismo all'antifascismo che era peraltro un po'nel DNA del nostro Paese che stato trasformista nel nei secoli
E che quindi in quanto tale ha avuto una tendenza sempre al passaggio opportunistico camaleontico da uno schieramento all'altro e credo che questo fatto vada evidenziato bisogna anche cogliere credo che il professor Marino lo colga bene
E nel in questo passaggio anche un tentativo di legittimazione politica in fondo Palmiro Togliatti fu un grande ostetrico di molti di questi passaggi perché lì favori
Cercò in qualche modo una transizione indolore
Dalla cultura fascista o dal sindacato fascista all'antifascismo militante
Ed ebbe un ruolo politicamente molto avveduto in questo passaggio perché consentì a molte di queste energie rivoluzionari del fascismo di sfociare poi nel nel comunismo nel Partito comunista e nell'esperienza diciamo così gramsciana militante
In fondo l'organizzazione della cultura che Gramsci aveva tracciato
Nei suoi quaderni era già diventata fatto nella storia politica e civile d'Italia Grazia Gentile Grazio Bottari e quindi in qualche modo questi intellettuali convertiti dal fascismo al comunismo
Non facevano che riprendere la lezione di Bottai e di Gentile di riportarla in chiave gramsciano e togliattiano
Atta alla ricerca di quell'egemonia appunto che poi diventò uno dei tratti abbastanza dominanti del nostro Paese
Arrivo alla conclusione mi scuso di questa sommaria imposto combinata diciamo analisi su vari piani e sicuramente di quel di questa nostra storia oggi nel nostro Paese resta ben poco
L'idea di rivoluzione che animato un po'tutto il Novecento italiano ed ha portato il Novecento italiano a compiere tre Parri cd
Quello di Umberto primo che fu il parricidio dell'Italietta quello di Mussolini fu il parricidio dell'Italia fascista e quello di Aldo Moro e fu il parricidio dell'Italia consociativa ecco questa diciamo visione rivoluzionaria del nostro Paese si è un po'spenta con il passare degli anni e dopo l'ultima fiammata quella del sessantotto e diventata piuttosto rivoluzione dei costumi o rivoluzione dei consumi i diventate rivoluzione degli oggetti più che dei soggetti oggi si parla di rivoluzione a proposito di nuove generazioni di cellulari di computer
E non più di soggetti politici e questo vuol dire che c'è in effetti uno slittamento tra i soggetti e gli oggetti tra la volontà politica il dominio della tecnica che oggi è fondamentale nel nostro Paese
E quindi credo che se volessimo arrivare come dire la conclusione di questo viaggio del signor Rossi
Che oggi per la verità dovrebbe chiamarsi russo perché il cognome più diffuso in Italia non è più rossi da qualche anno ma il russo ecco se dovessimo portare al termine diciamo questo viaggio
E questo è un dato statistico ma credo sì evidentemente i siciliani sono diventati preminenti nel nostro Paese
E se dovessimo ripeto portare a termine questo viaggio dovremmo in effetti concludere che questo passaggio tra generazioni questo conflitto
Di generazioni che aveva caratterizzato la storia d'Italia dall'Unità fino al sessantotto e diventato poi non più conflitto tra generazioni ma come dire apartheid nel senso che oggi c'è una sorta di razzismo anagrafico che impedisce ai giovani di dialogare con gli anziani e anche di confliggere con gli anziani
I giovani come categoria politica non ci sono più
Non è più una bio classe rivoluzionaria la gioventù oggi giovani sono dei single che agiscono soltanto per tribù per appartenenza a clan
Per linguaggi in qualche modo autoreferenziali ma non sono più appartenenti ad una storia condivisa in vista di una rivoluzione
Allora l'unica rivoluzione che resta l'ultima rivoluzione che resta e quella dei fatturati quella delle tecnologia quella dei mercati quella dei consumi quella di costumi quella dei matrimoni che diventano dico che diventano c'è tutt'altro rispetto alla loro storia
E quindi credo che questa sia un po'la conclusione
E la conclusione cioè di una storia d'Italia che tende sempre più a spingere i tratti politici civili e culturali e ad accentuare i tratti economici tecnici ed edonisti cit
In qualche modo oggi il signor Rossi e lo troviamo più facilmente con un cellulare che a sognare una rivoluzione politica è una rivoluzione nazionale e questo se vogliamo è lo scacco il naufragio di centocinquant'anni di storia italiana
Grazie a Marcello Veneziani per
L'affascinante lucidissima
Rievocazione di passaggi storici che sono stati narrati dal professore Marino con assoluta chiarezza ma che su cui Marcello Veneziani con la sua consueta e apprezzata sensibilità di scrittore di intellettuale e di giornalista riuscito a condensare in una serie di immagini dando una conclusione
Massimo Bordini membre ha sicuramente letto e notato che Carlo Marino non ha voluto dare una concussione al suo libero perché ha ritenuto che la conclusione fosse in un libro precedente
Sulla vicenda della sessantotto e che quindi il percorso di Giuseppe Rossi attraverso il Novecento italiano
Nonno dovesse avere alla fine una conclusione ora io credo
Ci sono da trarre diverse conclusioni oltre quella perché ci ha illustrato Marcello Veneziani e soprattutto un aspetto che Carlo Marino affronta continuamente come un certo massimalismo della sinistra è stato in Italia il forti CIPE
Di situazioni politiche e di conseguenze politiche assolutamente contrarie a quelle che il massimalismo politico o SIM si prefiggeva
Massimo Bordin ogni mattina come io come tutti voi lo ascoltiamo nella sua brillantissima rassegna stampa di Radio Radicale non fa altro che dire che questo termine sinistra radicale
E non c'entra niente perché la sinistra radicale di cui si parla invece una sinistra assolutamente diversa la sinistra massimalista ecco questo aspetto affrontato da uno storico specialista da uno storico professionista e che ha un riverbero così attuale
Io credo che avrà suscitato più di una riflessione nel nostro direttore grazie
Sì Firenze
Grazie davvero
Anche perché sì su questo
Dall'onorevole Fragalà e mi offre un un un assist notevole sul perché io ho letto con grande interesse il libero del professore Marino così come avevo letto quello precedente che insieme alla stessa moneta quello che affronta il problema dei via
Delle organizzazioni giovanili diciamo dalla Repubblica ai nostri giorni o giù di lì insomma il Sessantotto quindi messi insieme
Sono poi di fatto una vera e propria storia d'Italia storia non solo dei giovani d'Italia ma delle correnti politiche che nella
Nello stato italiano si confrontano si affrontano
Nascono magari non arrivano nemmeno poi a Revere formalizzazione politica vera e propria come dire non arrivano in Parlamento non riescono a trovare forme partito stabili però poi hanno il loro peso
Ecco dicevo prima che Loveč Fragalà mi ha dato ottimo assist su questa cosa dei radicali primo perché conto almeno su questo portierone su altre cose non non ci troviamo tanto da o però almeno su questo conto sulla solidarietà di Marcello Veneziani in nome delle tradizioni quanto meno dell'Italia perché la sinistra radicale un termine inglese che non si traduce in Europa con radicale si traduce con estremista peraltro quando leggiamo e sentiamo soprattutto dei politici soprattutto del centrosinistra e mai mi debbo dire anche nel centrodestra
Parlare di sinistra radicale io penso sempre è un modo elegante per non dire sinistra comunista perché poi di questo si tratta insomma quindi servizi farebbe anche prima insomma non è che il termine ci sia sconosciuto
E invece la parola radicale nella tradizione italiana e sinistra così come esiste e e anzi la prece certi versi nella tradizione politica Francesco e voglio dire tutta un'altra cosa bella brutta non sta certo a me dirlo che come dice in qualche modo super tenga spezzo sicuramente a un'altra tradizione e uno degli aspetti del libero del professore emerito che mi ha decisamente intrigato e proprio è proprio questo cioè la questione della storia diciamo così del radicalismo italiano nel senso di radicale non nel senso di di di comunista di estremisti e picchi
Perché in realtà da un lato c'è un aspetto così divertente che possiamo subito uscita che a un certo punto non mi ricordo più in quelle pagine ma insomma sta qua
Viene descritta la variopinta pattuglia radicale e io penso ecco qua ci siamo siamo alle solite in effetti certa tradizione perché parla dei radicali dell'Ottocento ma in realtà ecco il of fatto questa introduzione semplicemente per il
Tenete presente almeno nelle nelle poche cose che dico
Che in realtà il libero del professore ci parla di un fenomeno che non è solo e soltanto il trasformismo
Senz'altro una tradizione nazionale Alberto Sordi siamo d'accordo
Quanto piuttosto delle interagire dell'Inter connettersi insomma de immischiarsi
Fra vari pensieri politici che in un'epoca drammaticamente confusa quale quella dei primi del Novecento quando nasce tutto
Il Novecento è il secolo ha detto qualche storico adesso non mi ricordo chi è il secolo in cui la parola chiave e modernità nasce la modernità la due F nell'esposizione internazionale di Perin universale di Parigi e questa la cifra del secolo che nasce la modernità
Benissimo in questa situazione così complicata e di di grande passaggio epocale
I pensieri politici si mischiano nascono ma non si sa bene nemmeno come voi si trapiantato da una realtà all'altra c'è per esempio un passaggio che farà arrabbiare questi intellettuali di sinistra
A proposito di come nasce il marxismo in Italia con una serie di equivoci grandiosi in cui marxismo e positivismo si mischiano fino a livelli quasi comici in cui a un certo punto Antonio Labriola cerca in qualche modo di mettere un poco d'ordine perché se no vi si richiamava al marxismo
Chiunque dicendo cose anche strampalate
E da questo punto di vista in sostanza il professore individua alcune chiavi alcune dice molta chiarezza altre e fa capire al lettore che poi se ne deve un po'scemo
Ho e qua veniamo al punto perché io concordo
Con veneziani diciamo su due delle tre chiavi di interpretazione di Cluj ha proposto proprio sulla nascita dello sterile viene sulla fragilità dello Stato italiano
Credo che come dire un un punto di mediazione lo potremmo anche trovare tutto sommato su un'altra cosa hanno ma su queste su perché in realtà veneziani stesso ci dice sì vengono escluse tre cose nel Meridione i contentini
L'ha chiesto ricatto
Per la verità però voi parla di autodistruzione allora siccome nel Meridione né i contadini si sono autoescluso evidente chi da questo punto di vista quindi lasciamo da parte insomma la questione romana e poi come è stata risolta e tutto che che poi è una cosa assai seri
Però io ho trovato il bandolo del libero del professore su una questione della quale pochissimo si ferma e i miei amici radicali in particolari
I il mio amico Pannella invece uno dei pochi chilometri in circolo e il professore di Marino lo richiama con molta precisione la questione del Meridione e la questione vendute
Perché in realtà questo libro ci spiega come a parte il latte Orizia ragioni sconosciute io poi doveva essere abituato per l'erario probabilmente
Ecco fatto la questa proroga non ce la faccia ce la possiamo fare Due la questione dei contadini e del Meridione è importante perché perché lo stato italiano moderno una sulla base di un patto che viene stipulato spiega molto bene il professore fra il governo liberale di Giolitti e il scene sindacalismo penali e Rinascente Partito Socialista di Turati
Questa cosa chiama fuori una lascia fuori una serie di protagonisti sociali che hanno bisogno ancora più dell'opera classe di certi versi nasce anche se certo molto sfruttata non c'è dubbio ma ancora più degli operai hanno bisogno di emancipazione e invece dice una parte della sinistra che li lascio fuori
Questo patto però in qualche modo viene impugnato da una componente della società italiana che è la componente che poi affonda le sue radici nel Risorgimento e qua bene il professore
Richiamo alle radici mazziniani addirittura Proto socialiste per certi versi socialismo sempre un po'strampalato non proprio scientifico umanitari più che altro umanistico
Ecco questa parte quella che viene chiamata già prima di Giolitti e tempi di Crispi in estrema
Che poi produce la variopinta pattuglia radicale
Ecco la scommessa politica e che quel tipo di pensiero politico ancora iniziali non è ritrovarla sconfisse l'ipotesi politiche che si può in qualche modo dei tour del libro di questo da di che tratta questa storia italiana e poi se ne trova conferma nella seconda parte e che questa parte della storia politica italiana non ha trovato alcun pure rappresentanze politiche adeguate questo aspetto non c'è nella realtà politiche lei era se non in modo marginale o in qualche modo estemporanea
Componente bizzarra variopinta che ha una serie di il professore gratta e una serie di studi sono inquietanti
Perché da un lato se i estrema musico di corte professore emerito aveva un bardo e un capillare
Il barbiere Felice Cavallotti che muore in due grande denuncia attore del del malcostume politico
Il cappellano era Romolo Murri prete singolare viscido che in realtà fa una cosa della quale poi e pochi si sono accorti fonda la Democrazia Cristiana
Ma facendo un percorso del tutto particolare
Che lo porta a volte qui voglio arrivare poi al alla al nodo del problema
Di fronte a suo di importanti della storia poi lo porta e questo è il percorso che meriterebbe un libro appare non so se il professore marino interessato ma qua ci storico prima o poi lo dovrà fare questo prete che diceva bisogna fondare un partito che aiuti i più poveri bisogna superare
La Chiesa come fonte solo cosa chiusa in sé ci vuole addirittura un anticlericalismo cristiani discreta
Poi passa attraverso la milizia politica passo per i radicali anche l'unica variopinta pattuglia appunto Libardo il cappellano e poi però alla fine finisce
A sostenere il regime fascista
E troviamo la film di Romolo Murri sulle leggi razziali
Allora questo però non è un episodio singolari
Ecco qualcosa ci sono per esempio libero di
Del professore emerito c'è un passaggio sinceramente impressionante io non lo conosce
Di Napoleone Colajanni che nel ventuno dice ma in fondo questo fascismo ha rimesso ed era Napoleone Colajanni repubblicano mazziniano
Per certi versi radicale per certi versi Delfino socialisti che cosa vuol dire che in alcuni momenti in alcuni snodi particolarmente delicati della storia
Questa variopinta pattuglia questo pensiero che è in parte liberale in parte socialista che sicuramente ai radicali
Non trova
Un ancoraggio troppo salato
Sbanda come Di Carlo sbanda questa elezione è senz'altro da tenere presente
Quanto invece alla questione che rivoleva idealmente alla alla conclusione quanto invece alla questione alla differenza di vernice tu un forfait di esporle su Marcello Veneziani
Ma
Beh io mi rendo conto questa è una faglia che ancora in qualche modo salta insomma perché insomma dire che l'otto settembre non è la morte della patria come dice Galli della Loggia Elena Aga Rossi ma la rottura fra cittadini e Stato
A una conseguenza diciamo così cioè un corollario implicito ma evidente
Cioè che occorre Lassana questa rottura
E che quindi la legittimità della Repubblica è molto relativa
Perché non c'è dubbio su questo se
Quello il momento in cui si rompe la severità recita la sì la il rapporto fra cittadini è stato bisogna ricostruirlo egli delle la Repubblica come una parente sì la Repubblica democratica come una parente
Queste tesi alla quale niente molto difficile accedere anzi è impossibile
Si può però sempre prendendo del libro di Marino affrontare un altro Tiberti il libro accende affidandolo alle consigliere azioni di un giovanissimo Giuseppe saliente
Che parla quando il fascismo ormai trionfa c'erano degli anni trenta della falsa democrazia giolittiana
Cioè
Il dibattito e poi si ritrova nella Costituente e qualche altra traccia scene libero
La Italietta impari volevo la lo Stato monarchico preferisce lista fosse una democrazia Ono e lì alla Costituente immediatamente dopo la liberazione c'è un dibattito proprio fra
Le forze politiche democratiche con Ferruccio Parri e dice no non è la democrazia l'abbiamo messo noi adesso prima non c'era
E prima del fascismo non c'è e Benedetto Croce identici una cosa diversa ma
Affrontato il affrontata la questione in questi termini ecco dibattito politico e storiografico
La considerazione sull'otto settembre invece che faceva veneziani eccetto l'altro io qua mi permetto solo di dire una cosa siamo in una situazione nella quale peraltro proprio il termine di Stato nazione e termini che ormai molta storiografia
Comincia a vedere come il disastro del Novecento e il problema da superarsi
Ci sono
Babe storici
Americani ma anche ce n'è uno di uno storico e adesso non mi ricordo come si chiama il suo bagaglio storico israeliano pubblicato da Rizzoli
Che proprio all'edilizia tutta la storia del Novecento come
Crisi dello Stato-nazione quindi questo è un problema io mi rendo conto che poi è un problema per una collocazione politica
Come vediamo uno i nello scenario politico tradizionale occidentale di testi
Perché la destra invece assente nella nazione nella fase concetto molto forte
Però è evidente che il tema dello Stato-nazione oggi va in qualche modo ricostruito rimodellato e per esempio anche la destra italiana sulla componente maggioritaria non si sottrae al dibattito europeisti quindi questo è un altro è un altro aspetto da tenere presente
Io francamente sono di avere per le dodici ore molto quindi
Concluderei segnalando invece una corsa ecco proprio sull'adesso due voci anzi varia Vitis due due due telegrammi come dicevo lo riconosco
Il e il primo è sulla
Una non sono appunti per carità
La destra storica
La il ceto politico che fonda questo presi quindi giustamente non ecco non era composto da giovani erano già persone fatte quando ovviamente vanno a governare
Però sono una cosa diversa sia dal trasformismo sia trasformismo dighe Peretti esiti di Depretis sia da Crispi sia da Giolitti
E sono proprio quelli che all'inizio del storia patria diciamo dell'unità fanno l'indagine sulle mondine
Si occuperà di ferrovie con i cugini spavento fanno l'indagine sul sul
La prima grande indagine per rimettere sul sul e poi si perde che poi si ritroverà molto più avanti insomma nella storia patria ma con un altro
Con un altro principio quello è periodo storico senz'altro interessante da indagare molto molto molte radici positive della storia patria si ritrovano lì
L'altra cosa che invece è affascinati io non ho parlato per niente degli intellettuali fascisti perché prima Ruff poi nel Partito comunista perché il tema e ormai invece le altre cose la voce del welfare
E giustamente il professore note che uno dei punti di forza e questo è un altro problema della storia per
In Italia ha conosciuto il welfare
Vedete riforme sociali incompiute
Schiacciato dalla libertà Pertile avuti durante il fascismo
Però è anche vero che lei ha avuto in anteprima rispetto agli altri Paesi perché diciamo così il welfare fascista
Prese sia il mio dirlo svelti hanno sia il welfare più compiuto quello liberale inglese
Dell'immediato dopoguerra di Norbert e questa è un'altra cosa che pensa nella storia nella storia italiana che poi appunto le conquiste sociali della pensione delle ferie pagate tutte queste cose che già si comincia a vedere con Giolitti
Conclude in qualche misura il fascismo e l'impostazione poi non cambia molto da questo punto di vista e non c'è tanto un problema questo vale anche per i giovani del bus non c'è forse secondo me tanto un problema di trasformismo
Quanto un problema forse in continuità di continuità
E e allora da questo punto di vista forse la variopinta pattuglia dell'estrema qualcosa di potrebbe a finito
Grazie al direttore Massimo Bordin
A tratteggiato con esemplare
Tra tra approfondimento o passaggi importantissimi che per la verità anch'io avevo notato o sono sconosciuti alla storiografia
Per esempio del fascismo il passaggio o del meridionalista
Repubblicano mazziniano Napoleone Colajanni
Di adesione al fascismo credo che sia per la prima volta pubblicato o in termini così chiari da un in un libro di storia vero
E io credo che adesso dopo avere sentito aver ascoltato in questo confronto dibattito
Lo scrittore e poi il giornalista ecco la parola va all'esponente politico a Guido Lo Porto che
Delle analisi contenute nel libro di Carlo Giuseppe Marino ho tante volte nella sua attività politica alla sua attività di direttore di un giornale nazionale di vice segretario di un partito politico o ne è stato o non soltanto testimone ma anche protagonista la parola Guido Lo Porto fra
Grazie Enzo a
Io desidero sempre aperto
Complimentarmi per questa occasione di eccitante di partecipare
Ad una non dibattito così importante persino ad un politico come me che pratica giorno per giorno attività amministrativa
Dico persino come me perché il politico ha bisogno di non Trier si di lamenti culturali di concetti
Di capire in fondo la logica dalla storia
E in questo senso avendo ascoltato con il dovuto interessa di grande più cimento i lucido excursus di Marcello Veneziani
E le osservazioni assai calzanti di Massimo Bordin che qui rappresenta un importante strumento di comunicazione come Radio Radicale
Desidero precisare che non credo che il libro di Carlo Marino
Sia dedicato al fascismo
è dedicato
Ad un viaggio delle generazioni italiane dall'Unità in poi
E il passaggio essenziale che tutti avete sottolineato del fascismo che rimane malgrado le polemiche politiche un elemento essenziale uno snodo storico fondamentale della storia unitaria italiana
Dall'unità in poi
E serve a capire cos'è accaduto prima e così è accaduto dopo soprattutto
Perché
Vero è che il fascismo fra i tanti regimi che si sono susseguiti dall'Unità d'Italia in voi e quello che più di tutti ha puntato sul mito dalla gioventù e quindi sull'esaltazione delle nuove generazioni che andavano accavallando siedono alternandosi nella vicenda storica italiana
Vero è che il mito della gioventù ha rappresentato anche fortissimi momenti di impegno alcune volte vorrei dire persino di speculazione da parte della politica cosiddetta militante che ha utilizzato molto l'aspetto giovanilistico della propria attività
Ma quello che a me serve cogliere dal dibattito che ho ascoltato
E
La natura del mito della gioventù
Utilizzato dal fascismo
Il mito della gioventù utilizzato dal dal da un moto risorgimentale in poi il metodo la gioventù come si è via via esercitato
è usato dal dopoguerra in poi
In fondo è una frase che voglio cogliere dalla presentazione dalla brochure che non so chi abbia scritto ma che ritengo assai significativa
Nel complesso dal libero si ricava una specie di mappa completa della mentalità degli italiani nella loro vita privata e nei loro rapporti con il potere riguarda tutto il sistema generazionale italiano giovani anziani tutta una realtà italiana che ci troviamo di fronte dopo aver ereditato tutte le vicende del Novecento
Marcello Veneziani ha parlato di mito della gioventù
Che si è andato via via secondo me scomposto e auto distrutte
Torno nel corso degli anni
E di identità fragile
Una identità nazionale delle generazioni italiane che via via si è andata disse rendendo
E si è andata disperdendo per i fenomeni evidenti che abbiamo di fronte
La mancanza di una mentalità nazionale lamenta la mancanza di una concezione patriottica della società la mancanza dei cosiddetti valori che poi stanno alla base del mito della gioventù di cui parlavamo
Allora
Io mi rifaccio ad un libro che Marcello Veneziani ha citato
E che io pensavo di ricordargli magari l'avesse dimenticato di averlo scritto tanti anni fa l'ideologia italiana
Che io lessi con grande interesse incredula attese culturale del mondo giovanile di destra che cercava con curiosità di abbeverarsi alle fonti della cultura italiana questo libro di Marcello Veneziani credo che sia stato uno dei primi che tu abbia scritto all'epoca
E che sosteneva una tesi che adesso io voglio riprendere non so se ho capito male o ricordo male
Ma la desiderio Poli ebbero giovanile chiamiamolo anche se continui ad essere un eccellente intellettuale giovane manco il libro giovanile sosteneva una tesi che io condivido perfettamente che secondo me sta alla base
Di quella perdita di identità o se preferisci di quella identità fragile di cui abbiamo parlato in Italia non c'è una ideologia italiana intesa nel senso come l'hanno sempre concepita in Germania L'ideologia tedesca
è stata alla base di tutto alla cultura nazionalista tedesca anche l'ideologia francese che ha trovato un un un elemento non soltanto di passione ma di e citazione nell'idea di nazione lo sciovinismo eccetera eccetera
Ideologia tedesca ideologia francese a fronte di questa ideologia e nazionali che sono state il lievito i quelle che dovevano diventare le grandi nazioni europee in Italia non c'è stata credo sia stata questa la tesi di quel libro
Anche se Marcello Veneziani
In quei tempi sosteneva che ci fu uno sforzo delle generazioni soprattutto durante il fascismo di crearla una ideologia i dati italiana
Di costruirla affinché alle nuove generazioni fosse consegnato un sentimento patrio un'idea di nazione che fosse utile per potere insieme alle altre nazioni europee ed extraeuropee costruire una grande nazione italiana
Forse non è per questo che
L'identità nazionale italiana è fragile perché è mancata ideologia italiana fra l'altro avendo tentato di costruirla infranta ASI nella sconfitta militare
E nel dopoguerra questa identità fragile quale supporto quale cura rigenerativa poteva ricevere
Da quello che mi consentirebbe alla franchezza della mia opinione
Fu il dominio del disfattismo il dominio della negazione probabilmente anche alla causa perché non ammetterlo della tragedia nazionale la sconfitta con tutto quello che ne conseguì
E perché non dire le verità storiche che poi la resistenza sia stata alimentata oli evitata dall'idea di nazione che abbia contenuto in parte probabilmente è vero ha detto persino Marcello Veneziani e che si è addentrato su un'analisi opposta è diversa persino un'idea
Un un idea nazionalista
Ma la verità è che l'eredità storica politica culturale e morale fu l'eredità di una sconfitta altamente anelata e probabilmente cercata ricercata e conquistata sul campo
Almeno dal mio personale punto di vista
E allora noi abbiamo
Questi due settori da individuare da analizzare le avrebbe li avete individuati benissimo io mi ci voglio un tantino dedicare per addentrare addentrare intorno ai concetti che ne escono e ne scaturiscono fuori
Da una parte la mancanza del mito dalla gioventù
Che ha provocato le cosiddette devianze giovanili che stanno al nostro cospetto la l'altra la mancanza di una ideologia di una ideologia italiana
Che secche non ha permesso o quanto meno si è stentato molto nel esercizio di questa pratica non è per non ha permesso la nascita di un'autentica identità identità nazionale
Cosa abbiamo avuto allora dopo il fascismo
Dopo il fascismo abbiamo avuto grandi movimenti giovanili
Ma tutti ispirati da un senso tragico della vita
E tragicamente concluse conclusi nel fallimento sostanziale delle generazioni
Tranne forse la fase della militanza giovanile di destra la cosiddetta piazza di destra
Che ha creato in Italia nel dopoguerra veri e propri movimenti irredentisti che permisero di mantenere l'idea di nazione
Di mantenere i confini orientali che permisero di rivendicare una dignità nazionale continuamente e costantemente va prestata
Da un'altra parte la piazza di destra con risultati che alla fine alla storia sicuramente essa definendo positivi non foss'altro che per le conseguenze che hanno avuto nell'attuale storia italiana
Dall'altra il movimento studentesco e qui voglio dedicare un momentino
Di attenzione a ad un fenomeno che non possiamo trascurare o peggio ancora relegare come oggi purtroppo si usa fare troppo spesso alla definizione di terrorismo puro e semplice
Il movimento studentesco ha generato mostri
Il movimento studentesco atto presentato dentro di sé elementi di patologia sociale
Ma il movimento studentesco è frutto di una realtà economico sociale italiana
Che non permise
E forse non permette tuttora la canalizzazione del dissenso giovanile o della partecipazione giovanile o della militanza giovanile la canalizzazione di questo dissenso in fase positiva e costruttiva
C'è stata troppa divaricazione fra l'anelito di una gioventù che voleva conquistare un ruolo nel nostro Paese e la chiusura io non so dire questo è compito dei sociologi
Con la chiusura totale di istituzioni politiche italiane che non capirono il messaggio permisero che attraverso il movimento studentesco
Se non una vera e propria guerra civile si generasse una contrapposizione drammatica e mortale che portò all'ultimo dei pregi cd di cui parlava Marcello veneziani
Ora il movimento studentesco lo studieremo meglio probabilmente come studieremo meglio anche il sacrificio di tante nuove giovani generazioni islamiche
E in questo momento distruggono la propria esistenza in nome e di un ideale di rivendicazione nazionale
Che come presentato da immensi media
Kamikaze terrorismo eccetera eccetera non credo rappresenti la verità dei fatti anche qui la storia come è accaduto in passato presenta forti segnali di mistificazione
Ma alla fine per concludere perché il discorso altrimenti si sarebbe troppo complesso
Arriveremmo al di fuori della tematica del libro che ripeto vuole essere secondo me è indovinata la frase una mappa di quello che dall'unità di tagli in poi è avvenuto ecco secondo me la via di uscita c'è
Non è morta la storia come diceva un noto studioso come diceva invece un non meno noto ma simpaticissimo scrittore nostro amico Buttafuoco le uova del drago continuano a covare
E probabilmente si si chiuderanno e uscirà fuori qualcosa di importante
Perché la storia non si ferma mai non muore
Anche se le condizioni del mondo in questo momento sono tali da fare temere che la storia sia cambiata non tanto perché non ci sono più le rivoluzioni con le barricate
Perché ci sono le rivoluzioni tecnologiche perché ci sono le informazioni a Tempo reale perché l'umanità ormai è un fazzoletto di terra dentro il quale vivono oltre cinque miliardi di essere di essere gli essere umani
Probabilmente le uova si schiude Ranno perché ritorneremo alla storia
Perché non è possibile mantenere il mondo nelle mani di un unico esercito come accade oggi
Perché non è possibile mantenere il benessere
Dell'umanità soltanto attraverso le economie continentali trascurando interi territori che sono veri e propri continenti ai margini dello sviluppo economico qualcosa accadrà
Ed è compito delle nuove generazioni che accada il più presto possibile per recuperare intanto il senso dalla storia senza del quale l'uomo non è più tale e per recuperare il gusto di un'attività economica di un'altra vita s'sociale se mi permettete di un'attività politica che si è perso con grande conseguenze e con estremo danno
La grazia Guido Lo Porto per la sua importante testimonianza io credo che il parterre eccezionale che ha affatto che ha realizzato questo confronto dibattito
Ha avuto soltanto consensi nei confronti dell'opera di Giuseppe Carlo Marino e quindi io nel dargli la parola non posso dire diamo la parola alla difesa
Perché perché
Carlo Marino credo che da ogni angolo visuale
E con e soprattutto con i punti di vista particolarmente significativi che sono stati rappresentati
Sia riuscito accogliere un affresco del Novecento non soltanto assolutamente nuovo assolutamente singolare
Ma particolarmente significativo e approfondito per quelle che esso per quelli che sono gli aspetti essenziali della storia del Novecento cioè la storia di queste generazioni io vorrei dare prima la parola lunghi e poi ci sono due interventi programmati del professor Giacomo Mullet del professore e del professore Costantino Dell'Amico Costantino
No perché io vorrei che tu intervenissi prima Carlo perché tu uccide di
Spiegare un aspetto importantissimo del tuo libro che sta nella prefazione
Cioè quando tu dici
Che hai scritto questo libro dopo avere
Per dieci anni riflettuto
E poi dopo avere avuto una spinta improvvisa affinché queste tue riflessioni si trasformassero in un libro però che insieme un libero dir rigore scientifico è un libero di un affresco antropologico unico
E di cinque sto perché volevi con questo libro spiegare
Ah i tuoi concittadini europei con sedi in Italia cosa è stata l'Italia e alla fine di questo lavoro hai scoperto un orgoglio e norme di essere italiano
E soprattutto hai fatto anche comprendere alla tua compagna di vita che Doris ed
Di
Nazionalità tedesca ai tuoi allievi ai tuoi amici ai tuoi figli
Cosa significa essere italiano cosa significa l'orgoglio di essere italiano e siccome tutto questo Tullo un inscì a una gratitudine particolare
All'insegnamento del tuo maestro di Giovanni Spadolini ecco se la curiosità di tutti quelli che hanno già letto e che leggeranno il libro
E diretta verso un aspetto assolutamente non marginale e questo perché nonostante tutte le critiche che tu muovi alla tua nazione alla fine disciplina io sono orgoglioso di essere italiano e con questo libro spiego ai miei concittadini europei che cosa ha sia l'Italia
Interviene adesso e poi facciamo intervenire i nostri amici e colleghi grazie
Di fronte a tanti consensi
E a questo punto consentitemi di essere io dissenziente da me stesso cioè doveva essere l'unico qui a dissentire
Aggiungasi anche un altro fatto che la diciamo costretta passato dicendo latitanza ma insomma assenza
Di del mio amico
Nicola Tranfaglia particolare dell'amico Corsini
Priva diciamo questa equilibrata
Riunione di
Diciamo culturale
E di due voci che rappresentano due altre culture politiche quanto abbiamo qui avuto una rappresentanza e Grecia e assai che si è espressa in modo assai efficace di alcune diciamo cultura politica del Novecento
Mancano quella cattolica
Che avrebbe rappresentato Corsini e l'avrebbe rappresentato da cattolico militante dei DS il sindaco di Brescia del PDS
Il comunista ancora non pentito
Ho anzi addirittura diciamo un ex azionista diventato comunista non pentito si di questa trasformazione che Nicola Tranfaglia
E quindi io mi trovo insomma in qualche modo anche a dover rappresentare oltre che il dissenso da me stesso
E la cultura cattolica
E la cultura comunista
E non lo faccio diciamo malvolentieri anche perché entrambe fanno parte della mia personale tradizione mia personale esperienza culturale della mia formazione
Diciamo formazione che qualcuno irridendo potrebbe dire
Catto comunista ma non la metto
Vero io vengo da
Da una riflessione sulla trasformazione politica il nostro tempo che quella di Franco Rodano quando dalla e vengo dal Berlinguer Isma'condotto quello che vergogna Berlinguer Isma'conteneva
E vengo anche da una Antic
E commovente
Ancora
Esperienza
E che vissi a Firenze a fianco di Giorgio l'attività
Ecco questa è la rappresentazione di une passato culturale che mi consente di rappresentare anche queste altre culture
Ma sono Multan anime con Mussolini multarli Mussolini si riteneva tale no
E quindi anche me ci sono
E alte tanti di noi non ecco non hanno da ricordare
Sensatamente a tante presenze incisive sulla propria esperienza sono proprio formazione
Cioè intanto quella imponente anche per la molla del personaggio
Di Giovanni Spadolini dico anche per la mole fisica del personaggio
Venerato maestro
E c'è il ricordo qui localmente
Di Gaetano forzo nella quale devo il mio inserimento nel l'università giacobino di destra
Giacobino di destra persona singola
Lucida quanto
Diciamo vigorosa e ed è qua che mi piace ricorda
Bene in questo libro per rispondere alla domanda che mi ha posto Enzo Fragalà
Supremo e abilissimo
E affettuoso diciamo il regista di questo incontro dibattito
E diciamo così la fierezza
E dell'italianità che coltivava ahimè il riferimento è troppo alto per le mie immiserire evidenti piccole misure che coltivava Dante Alighieri
Ecco c'è quella stessa quello stesso orgoglio amaro dell'italianità
Che aveva Dante Alighieri che ricordo scriveva nel paradiso
Sesto cento centodue
Descrivendo un po'gli italiani l'uno al pubblico segno i gigli gialli oppone e l'altro appropria quello a parte
Sì che forti a vedermi chi più si fa lei
Bene
Come ho costruito questo libro con questo amore con questa diciamo consapevolezza di unità analita fiera che ricorda anche la fierezza old desiderio di un'appartenenza a questo mondo italiano di un grande
Come standard verso una che
Si dichiarava Italia
O come appunto il mio maestro lo Spadolini che sulla sua tomba a qualcuno uno di voi la può andare a vedere a Firenze
Ha lasciato scritto soltanto Giovanni Spadolini un Italia
E il mio libro è anche una licenze
Questo vuole essere della identità italiana realizzata parti con una metodologia che e questo per un discorso un po'interessare gli storici soprattutto che comunque io sintetizzo in termini molto rapidi che è un po'questa o ritenuto che tutto ciò che e
Si legge e si trova nelle biblioteche negli archivi
E documenti dell'amministrazione politica aggiornando i giornaletti gli scarti
Schegge di vita civile il cibo incivile opere letterarie memorie testimonianze
E si era un il frutto dal tre di un pensare collettivo di un cervello pensante dalla società e quindi mi sono posto il problema di vedere un po'tutto questo materiale
E di cercare di capire come funzionasse l'italianità come soggetto collettivo
E ad impersonare questa italianità come soggetto collettivo ho assunto non Cavour non Garibaldi non non Mazzini non Mussolini non De Gasperi ma ho assunto il signor Rossi
Cioè l'italiano medio come sono un fondo io come siamo tutti i nuovi insomma in qualche misura al di là delle nostre legittime vocazioni ad una identità più diciamo forti
Ebbene al centro questa identità italiana ma questa identità italiana
Non glielo porto
Ecco io sono d'accordo con su questa identità altri precari e fondo è sempre stata non solo precaria come denuncia ricordato veneziani fragile
Ma forse inesistente
All'origine era le identità di alcune élite no lei lite del Risorgimento di in un mare gli analfabeti
Per i quali evidentemente anche il il tema stesso dell'Italia e dite all'Argentario era di gran lunga inferiore a loro le la la loro legittima preoccupazione di occuparsi di cose più concrete come la sopravvivenza quotidiana la conquista del del chilo di pane insomma per la forma
E questa identità italiana poi è stata ricostruita retoricamente da tutte le classi dirigenti che si sono succedute come difficile allargamento le basi popolari
Città antiche tra quelli che ci hanno tentato in modo direi e Greggio ma con risultati soltanto parziali io ricordo fondamentalmente Giolitti
Anche se Giolitti vada costruito che cosa l'Italietta no e con Giolitti e ricordo anche il suo diciamo
Triturati quindi ricordo il socialismo che questa esperienza di costruzione dell'italianità e di allargare dal basso l'aveva operata attraverso la
L'azienda un rapporto tra l'idea concreta d'Italia tagli elitaria e la concretezza dall'esigenza del lavoro cioè tentando di unire nazione e lavoro
Bene questa identità italiana
Cercato di che mia se mi è stata rivelata però
Dal mio signor Rossi che come una Virgilio ecco Mia guidato
Nella rivisitazione delle ambiguità delle astuzie delle perfidie
Talvolta anche delle virtù
Di una sempre improbabile italianità
E soprattutto per al confronto di questa sempre improbabile italianità con il potere
Quindi e con le forme del potere politico
E qui si scopre effettivamente quel che ha venne evidenziato veneziani cioè Fondo per carenze della italianità della costruzione dell'Italia come lo Stato unitario solo soprattutto carenza del senso dello Stato
Lui ha detto io direi sono carenze del principe
Ho carenze
Di egemonia per usare il termine gramsciano
Che mi è caro
E ma anche è pronto e una questa carenza del Principe anche carenza di partecipazione che
Passa da
Immense esclusioni
Dal rapporto tra poteri e cittadini sono già state ricorda
I contadini
Il sotto
Bordin ha fatto molto bene ricordarlo anche perché suppongo che il questo in questo la sua riflessione si agganciasse a quanto e gli dà liberale e da liberale radicale ha preso da Gobetti preso da Piero Gobetti
Quindi certamente l'ESP l'immensa esclusione
Dei contadini del sud ma aggiungerei anche l'immensa esclusione
E all'inizio anche auto esclusione questa sì
Delle donne
Telethon
Ma i presenti in una storia nazionale
Se non come forza subalterna
E difficilmente visibile anche nei momenti più intensi della politica se non nelle condizioni di popolo subalterno alla stessa maniera dei contadini e delle e e dei meridionali
Da tutto questo emerge la rappresentazione di uno strano e amabile e amanti e amatissimo paese
Che strano esponente questo Paese
Fantasioso
Ma così fantasioso dall'essere senza chiari confini
Sia nelle idee sia nelle azione
E vediamo
E in altri
Paesi
C'è il liberalismo Poccetti l'anti liberalismo
E noi invece abbiamo possiamo avere un il liberalismo illiberale un anti liberalismo libera
Altrove
Cioè la difesa maggio netta distinzione tra progressismo e conservazione
Da noi è possibile il progressismo conservatore
E il conservatorismo progressista
Altrove il concetto di rivoluzione e opposto a quello di reazione
A noi cioè
La rivoluzione
Reazionaria mia scritto molto bene veneziani
E c'era
Vorrei Azione rivoluzionaria
La rivolta
E la rivolta era la definizione attraverso la quale il fascismo si rappresentava per esempio come creazione rivoluzionaria
Ha più che il nazismo più che il fascismo prossime de il danno siamesi
Altrove
C'è la laicità da una parte e dall'altra il confessionale lirismo noi invece ci siamo inventati una laicità con in confessionale
E dunque un flessione a Lisbona ecco
Altrove cioè la differenza tra guerra e pace ci sono da una parte quelli che diciamo stanno per la guerra no e quelle per la pace
Ed è non ci sono quelli che e stanno fra per la guerra
Con la pacifisti perché stanno per la guerra per non farne altre
E che cosa tutta la vicenda alla prima guerra mondiale a sinistra se non questo Carovigno per Mussolini e per l'estrema sinistra sin da carri voce un'aria che diventò interventista no
E dall'altra parte però ci può essere anche la quelle che stanno sono pacifisti ma in realtà per fare la guerra insomma no
E una qualche ori orientamento magari guerra sociale in qualche orientamento di questo tipo era particolarmente presente agli anarchici presente no pacifisti ma non pacifici
E la stessa cosa forse direi parzialmente vale anche per il razzismo qui fare un rilievo
Cioè sono d'accordo si con veneziani di razzismo in Italia era soprattutto edificazione del concetto d'una stirpe italiana ma c'è anche una tradizione razzista che si esprime già su forme biologistico all'interno
Del nazionalismo corra diniano comincia ad affiorare
E cioè alta parte anche diciamo un il razzismo di sinistra che appare attraverso che si sviluppa attraverso il positivismo il darwinismo sociale
Attraverso certe correnti che poi finiscono per i tempi per esprimere questo razzismo italiano e nella forma in una forma italiana che l'antimeridionalismo
Ecco che l'antimeridionalisti
E siamo un Paese per concludere questo questa riflessione
E che si inventa anche le repubbliche
Che non sa ben sette monarchica prevedere sul referendum del
Del quarantasei andò in modo che sono evadere non quasi alla pari
Alcuni poi votarono per nella Repubblica ritenendo che fosse la regina altri votare no
Terre Ravone archivia per altri per altri motivi insomma e e comunque insomma la Repubblica si fece sulla sull'onda di un grande movimento di popolo e di una grande reale tre diciamo
Azione collettiva che fonda la nostra è attuale Repubblica che fu la resistenza
E tuttavia poi si sono inventate siamo arrivati e adesso ad inventarci altre repubbliche no
E mentre non se n'è ancora stabilizzata Nunzio scora stabilizzata la seconda
E non si sa come sia nata perché pare che il cambiamento di sistema del turare abbia determinato non il passaggio alla Seconda Repubblica ma quando mai un cambiamento di sistema elettorale
Comporta il passaggio un'altra Repubblica se non viene cambiata la Costituzione la Costituzione ancora quella però si parla di una seconda Repubblica ma già c'è chi parla di una terza e persino di una quarta
E io dubito a questo punto che sia esistita anche la prima insomma c'è anche la dubitare dismessa
Beh non c'è dubbio
Il trasformismo nel senso però ben illustrato Doubleday né
Il trasformismo con le sue mafie
E noi ne sappiamo qualcosa anche dei trasformismi come mafia insomma in modo lo conosciamo meglio in questa in questa chiave specifica
Il trasformismo con una sua mafie le sue mafie e non è soltanto in Italia una tecnica di governo inventata
Da Agostino Depretis
E un costume nazionale
Un costume nazionale
Tenerci Simo e inviti
Il mio amico Salvatore Lupo dice che non è detto che sia un male
Per me è un male
Tuttavia ecco è certamente un ho un fenomeno
è affligge
Fascismo corso Folon intuì può fu profondamente Piero Gobetti insomma era in fondo fascismo Pupo anche fascismo antifascismo
Addirittura c'è da sospettare che Mussolini stesso potesse diventare antifascista insomma io l'arrivo qual volta a sostenere insomma ironicamente nel libro che probabilmente se fosse stato più
Più utile essere antifascista sarebbe stata antifascista insomma rapine
E trovo più più confacente al suo Progetto di azione politica organizzare un movimento che si chiamò Bossi cammino fascismo ma Piero Gobetti non identificava con una estrema forma lo nel della del del trasformismo del trasformismo italiano anche se è vero che poi il fascismo attento
E fu l'unico mentre forse uno dei pochi tentativo la storia italiana di costruire un'italianità
E costruire
E però come
In un vuoto di retorica contrasti
E cioè unite amenità che in gran parte si era risolta in gesti in marcia insomma no in saluti
Ma spot rendiamo analizzare i contenuti no di questa proposta riorganizzativa dell'italianità
Ecco lo stesso Mussolini si guardava dal definirlo perché
Con la teoria che il fascismo azione
E insiste Ugliano solleva diciamo la preoccupazione di doverlo definire no e peraltro lasciava ai militanti la possibilità di inventarlo a loro piacimento quindi ognuno poteva essere fascista a suo modo e quindi il avrebbe voluto essere anche antifascista in qualche misura per cui c'era e il il fenomeno bizzarro del fascista antifascista anche questo abbiamo saputo inventato
E del resto tutta la storia successiva soprattutto degli intellettuali italiani svela questa condizione ambigua di fascisti antifascisti che qualcuno eh anche Venezia mila parzialmente li chiama
Ma devo adesso corre più veloce perché voglio arrivare a delle conclusioni
Beh in questa sviluppo che non direi molto esaltante dello Stura italiana
I giovani
Il hanno ricorrentemente non soltanto nel sessantotto io ho scoperto studiando le carte che ci sono stati tanti sessantotto nella storia italiana ottanta cominciarono nel mille ottocentosessantuno
Già od occupare le università poi ce ne sarebbero stati altri furono settimane di occupazione nel mille novecentootto nel periodo giolittiano naturalmente con motivazioni e e bandiere diverse via via nel tempo no
E e lo stesso fascismo cosa fu se non a suo modo anche una specie di sessantotto insomma no
Ecco il fiume eccetera eccetera e quindi la vicenda dei sessantotto Easy insegue nella storia e quindi e ed è il prodotto della diciamo mobilitazione giovanile della reazione del Jolly Hotel delle delle dei giovani a che cosa e e fondamentalmente alla al comportamento dei padri accusati di avere tradito ricorrentemente rivoli loro varo
Solo che poi
Dopo queste accuse e non il relativi diciamo e le relative fibrillazioni più o meno rivoluzionarie
E si siedono sulle poltrone e riprendono le vecchie abitudini di una certa tradizione italiana
Oggi però credo le cose stiano un po'cambiato
E perché ce ne siamo accorti insomma qualcuno anche accennato ce ne siamo accorti pare entrambi accennato
Onorevole Lo Porto mensili vogliamo accordissimi dedizione fino in fondo che stiamo attraversando
Stiamo vivendo una nuova rivoluzione
Non una rivoluzione nel senso politico con le barricate non se ne vedono in giro
Ma veramente una rottura con
Tutta la storia del Novecento
O addirittura con tutta la storia che dal Settecento è arrivata al agli anni ottanta del novecento
Cioè la storia della modernità
Siamo nel pieno di una rivoluzione postmoderna forse la fase più matura di questa rivoluzione postmoderna di cui saranno gli storici del futuro a studiare i meccanismi e ad assumere consapevolezza noi non ne possiamo avere consapevolezza amichevoli che crede a credete che quelli che fecero la rivoluzione francese avevano la consapevolezza dalla rivoluzione francese no
Vedevano una serie di vicende no da un giorno all'altro
Poi alla fine hanno tagliato la testa un re
Ma insomma tutto questo
Non dava il senso del processo rivoluzionario che poi gli storici interpretando gli eventi avrebbero costruito successivamente
L'uomo comune il signor Rossi del tempo non si avvede Eva della rivoluzione neanche dalla rivoluzione francese
Ed è ed è la stessa cosa sta accadendo oggi
E che di un passaggio che è molto simile a quello che era accaduto nella storia col passaggio dalla rivoluzione dal mondo agricolo tradizionale alla alla fase che si chiama rivoluzione industriale
E questa fase nuova no del postindustriale
E della rivoluzione io chiamo elettronico informatico
E una nuova rivoluzione
è in questo ambito si disgregano anche concetti tradizionali compreso compreso il concetto di Stato nazione che non ha più senso
E qualche il mio amico venerato maestro Giuseppe Peppino Calasso dice ma le nazioni stanno crescendo
Altro che in crisi
Mai come oggi si vede una fioritura di nazione ma grazie tante
Se gli Stati ormai sono diventati molto simile a dei condomini
E molto più è conveniente restare no nelle non avere essere disturbati dal condominio vicino
Tanto i rapporti economici si dissolvono e politici io verrete che si chiama globalizzazione
E quindi dava al governo era caro Peppe si possono fare affari con Tokyo senza muoversi da Valguarnera Caropepe insomma si fanno anche aziende si fanno affari in questa misura
E quindi gli è tecnicismi
Si consolidano ma certamente a scapito di delle dalla concezione delle nazioni che aveva o una ormai decaduta e liquidata borghesia nazionale
Bene
Però e i giovani in tutto questo che cosa vertono avvertono l'esigenza di ristabilire
Intanto il rapporto con le una istituzione con la società ma l'esigenza di liquidare unico avverto l'esigenza di e se volete di sincerità anche nella politica queste appunto la loro rivendicazione fondamentale io sto contatto con il gioco
I giovani vogliono in altri termini liquidare il trasformismo non possono più del trasformismo
E non ne possono più di retorica
Della retorica che ancora ci assale
E trova nel vuoto e nel disorientamento dei media una acceleratore costante un acceleratore quotidiana
E quindi Veneziani viceparroci il patriottismo fascista era di una élite
Sì
Il era già esisteva un Brasile è un patriottismo fascista che poi sarebbe caduto con la no richiamava le tesi
E degli amici Galli della Loggia il dei colleghi Aga Rossi Elena che parlano di morte la patria non
E in realtà il insistito anche un patriottismo fascista di di una élite affogata nella retorica però
E
Poi se la resistenza non è che ha distrutto la patria ma ha costruito una nuova patria la patria dell'antiretorica
Era questo la vocazione dei giovani che combattevano insistenza anche loro consapevoli delle e delle truffe storiche di una tradizione culturale che era passata attraverso trasformismi fino all'ultimo di cui avevano vissuto la tragedia no
E quindi anche loro vero collante del ha poi quest'antiretorica questa patria dell'antiretorica e mi è stata affogata ancora torno a Veneziani
Dall'Italia del consumismo
Dall'Italia consumistica
Dall'Italia diciamo americanista senza Mary anti meccanismo per carità ma certamente dall'Italia corrispondente a quel modello a quel modello culturale
Ora per restare al messaggio di questo libro
E direi
E per raccogliere quello che mi pare che sia una vocazione o un sentimento del seppure forme dei giovani
E direi finiamola una buona volta con me
E LAN nuova retorica che da qualche tempo ci affligge che è la retorica della memoria condivisa
Non abbiamo bisogno di una memoria condivisa non è una memoria condivisa il possibile perché non è possibile
Che il partigiano conviva diciamo vive abbia che che la memoria il partigiano conviva con quella del del combattente che siamo viceversa non è possibile che la memoria
Del degli eredi di Falcone e di Borsellino conviva con la memoria dei loro assassini
Non è possibile che la memoria
Di
Quanti e muoiono o per la democrazia o per la guerra del petrolio secondo da la secondo punto di vista con cui si leggono i fatti no
Ecco incida Devetag quando muoiono da militari per questo coincida
Con la memoria di quanti ne sono vittime ogni giorno perfetto vittime innocenti molto spesso perfetto delle della della guerra civile
Io dico invece e penso che dette un messaggio del libro che abbiamo invece bisogno
Di una civile condivisione del differenza questo sono
Delle civili condivisioni delle differenze da salvare
E da difendere al di là del trasformismo
Senza che da una parte ci siano i manganelli
E che dall'altra parte ci siano le P trentotto
E vero signora
Marrazzo schiera credo che sia venuta qui che ha fatto un bel libro
Sulla
Sulle donne di solo perché lei era questa signora ispettrice scolastica eccetera era stata
Dall'altra parte insomma tra il che aveva vissuto affianco come segretaria di grandi gerarchi di quel periglioso e dalla fierezza di questo ricordo infatti mi ha scritto un diario e che è diretto canterà anche per la sensibilità con cui trasmette questa esperienza
Si era rivolta a me sapendo di ben altra parte politica anzi supposizioni dichiaratamente il filo partigiane Ceva Pompeo Colajanni che qui
Molti ricordano mi aveva nominato partigiano onorario
E si era rivolto ammette perché scrivessi la prefazione questo questo e se ne ricorda
La mia amica
Se è qui presente
La mia amica Mirella Tricoli
Ecco nella tackle
Che nel ricordo delle
Del suo
Diciamo
Gentile il rinvio questo ricordo gentile di questo gentile collega
E che fu anche di cui al quale io sono subentrato nel Sud nell'insegnamento a nella sua Scienze politiche
E insomma si svolsero ottanta me più volte per sì sia ricordare Giuseppe Tricoli sia ricordare suo padre che a Gaetano Falzone che io ho già ricordato poca
Ecco noi abbiamo bisogno
Di una condivisione il civile stelle differenze di cui tuttavia dobbiamo essere
Difensori e tutori attenti
Perché se questa operazione non viene fatta se questa attenzione manca
Si cade
Nel trasformismo
E si cade in una situazione per la quale
Che noi vediamo ci sono nel quale gli anarchici ci sono gli anarchici autoritari ci sono i ci sono i liberali autoritari ci sono gli anarchici confidenti
Confidenti dalla polizia
E ci sono i democratici antidemocratici i socialisti anti e anche i socialisti i fascisti antifascisti i pacifisti guerrafondai
Fino ai sessantottini
Che sono diventati mette a pensare della di un ordine anti sessantotto
Ecco
E mi avvio davvero adesso alla conclusione
Soltanto nelle differenze
Preservata mantenuta e condivise civilmente
Si determinano le condizioni necessarie e sufficienti perché si formi una rigenerazione
Soltanto un decennio fa
Una iniziativa come questa sarebbe stata impossibile
Perché mancava la condivisione delle Different
Un decennio fa come fare a stare allo stesso tavolo
Con l'onorevole Oporto
è come non so l'amico Franca Rame voluto utili diciamo organizzare una manifestazione per un autore che mantiene l'orgoglio della sua appartenenza alla tradizione gramsciana
E che un orgoglio quale non rinuncia solo emotivamente ma che trasferisce anche nel suo lavoro culturale nel suo lavoro politico e nel suo impegno sociale
Ecco i legami
Della civile accontentando un identikit condivisione delle differenze sono molto più forti delle differenza e delle appartenenze
Pur ribadite
Persino con orgoglio come ho detto
Senza abiure senza abiure
E senza accedere
Alla nuova evidente ricco e retorica delle il revisionismo tanto per rifarci soltanto da un pit a una questione che riguarda più gli storici no
Al revisionismo che annulla la storia d'Italia una specie di Buglio in cui tutte le vacche sono nere no
E che
Innalza a livello di storici
Soltanto quei volti noti della cultura spettacolo
Che sono mediaticamente più agguerriti
E che diffondono a centinaia di migliaia i loro libri nelle liberi dei nostri ribelli
E che la stragrande maggioranza della gente
Ritiene che siano gli storici della nostra Repubblica
Bene do atto ad Enzo Fragalà
Della sua
Abile regia nell'organizzazione di questa manifestazione
E devo ringraziare anche e dato che è una tradizione
Che mi lega profondamente al mondo del lavoro tutte le sue forme
Devo ringraziare per il loro impegno Gabriella la ho
Figli e Fiorella strisce
Vivacissimi attivissime organizzazione Silvio organizzatrice di questo incontro
Con lo spirito di realizzare una specie di confronto generazionale qui ci sono tanti giovani ci sono tanti anziani e c'è qualche vecchietto
E
Detto questo affido questo libero
E che parate uno dei libri che insomma senza falsa modestia ogni autore vorrebbe avere scritto alla fine della sua carriera
Io spero di scriverne autisti però
Se avessi se finissi la mia carriera con questo potrei comunque ritenermi soddisfatto
E direi affido questo libro
Voi al vostro giudizio alle vostre critiche
Spero più nelle critiche che nei consensi ne ho avuti già troppi in sede di presentazione
Lo ha finito questo libro per il quale e immensa la mia gratitudine
Per Antonio Gramsci di cui si ricorda il settanta
Dalla morte in questa giornale
Grazie
Era
Grazie al nome del Circolo della Libertà tutti i partecipanti grazie soprattutto
A Marcello Veneziani a Guido Lo Porto al Massimo Bordin
E soprattutto all'autore del libro a Giuseppe Carlo Marino che ci ha dato una occasione irripetibile per un confronto di idee di al ti stimo livello perché si basa su una rievocazione storica che ha messo in luce aspetti eccezionali della nostra vita civile
Nel secolo scorso grazie a tutti adesso ci sarà un brindisi a un cocktail quindi vi prego di rimanere grazie
Grazie moltissimo