La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 20 minuti.
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Buongiorno agli ascoltatori di radio radicale venerdì due febbraio questo l'appuntamento con la rassegna della stampa internazionale a cura mi dava il carrettino apertura questo ci torneremo ad occuparci di pena di morte ieri si è aperto a Parigi il congresso mondiale contro le esecuzioni
Capitali vi partecipa tra l'altro un delegazione di Nessuno tocchi Caino e del partito radicale con Marco Pannella Marco Cappato Elisabetta Zamparutti ieri Libération
E di cava questo appuntamento un lungo dossier dal titolo la pena di morte alla gogna l'abolizione è una posta in gioco capitale ci soffermeremo in particolare sull'editoriale del quotidiano progressista francese ma dalle mondo vedremo anche un ritratto di Francisco Sober on difensore dei diritti umani in in Perù Paesi il cui presidente vuole ristabilire la pena di morte
Scoprimmo poi di Iran ieri due quotidiani o settimanali hanno fatto uno scoop posi tratta del New York Times International Herald Tribune il Nouvel Observateur che hanno intervistato Jacques Chirac che in sostanza ha detto
La bomba atomica iraniana non è un pericolo non è così pericolosa e che l'eventuale lancio di una bomba contro Israele porterebbe all'immediata distruzione di Teheran leggeremo
Cosa scrivono con questi due quotidiani e il settimanale francese Nouvel Observateur a questo proposito vi proporremo ancora editoriale
Da le monde di oggi piuttosto critico nei confronti del presidente francese sempre a proposito di Run un altro editoriale dal New York Times pubblicato oggi dall'International Herald Tribune che invece critico nei confronti del Presidente americano
Bush accusato di prepotenza nei confronti di era nata in chiusura poi due segnalazioni che riguardano la Russia la prima nel mondo Bladimir Putin riflette all'istituzione di un'OPEC del gas la seconda dal Guardian
Un giudice un ex giudice della corte dei diritti umani di Strasburgo dice Lirussi mi hanno avvelenato
Ma partiamo dalla appena di morte da Di Bella scemo che ieri ha pubblicato un lungo dossier in occasione del congresso mondiale contro la pena di morte
Che si è aperto a Parigi e che lo ricordiamo vede la partecipazione di una André che azione di Nessuno tocchi Caino del partito radicale con tra gli altri Marco Pannella Marco Cappato Elisabetta Zamparutti
La pena di morte alla gogna l'abolizione posta in gioco capitale il titolo di di bene che tra l'altro pubblica diversi dati cominciando con il ricordare dagli ultimi due congressi mondiali contro la pena di morte con lo Strasburgo nel due mila e uno con la Montreal nel due mila e quattro una dozzina di Paesi hanno abolito le esecuzioni tra cui la Turchia Senegal in Messico la Liberia le Filippine
Su cento novanta sei Paesi al mondo centoventidue hanno un bar abolito la pena di morte ho cessato
L'esecuzione dei condannati a morte hanno istituito una moratoria nei Paesi che mantengono la pena di morte venti mila persone attendono attualmente l'esecuzione quattro paesi sono responsabile del novanta per cento delle esecuzioni scrive l'invece la Cina Iran Arabia Saudita Stati Uniti
In realtà però in una cartina scopriamo quali sono le proporzioni in Cina ci sono state nel due mila e cinque mille settecentosettanta esecuzioni
In Iran novantaquattro una rabbia solito trentasei e gli Stati Uniti sono superati dal Vietnam con sessantanove esecuzioni contro sessanta
Vive Point individui è uno dei problemi maggiori quanto la pena di morte cioè quello dell'Africa del Nord e del Medioriente perché nessuno dei ventidue Paesi di questa Regione
Abolito la pena di morte del Marocco la Tunisia e l'Algeria non hanno più eseguito le condanne a morte da dieci anni ma continuano mentre sentenzia dei di condanna capitale e allora sul Medioriente va segnalata un'intervista ai riti Bernardo segretario generale di insieme contro la pena di morte
Secondo cui bisogna aiutare i movimenti abolizionisti del Medio Oriente dell'Africa del nord tra le altre cose dice Bernardo il fatto che la questione dell'abolizione
Non si è più posta in termini di politica penale nazionale ma sia considerata come una questione correlate diritti umani ha cambiato di molto le cose non si può
Dire che esista un legame diretto tra il tra il livello di sviluppo e la pena di morte infatti il Giappone gli Stati Uniti d'India e la Cina
Hanno la pena di morte mentre tra gli ultimi abolizionisti ci sono Paesi poveri come il Senegal e le Filippine per contro quasi tutti i Paesi sotto dittatura praticano la pena di morte così tra l'altro Enrico Bernardo che invita soprattutto ad aiutare i movimenti del Medioriente dell'Africa del Nord e e ci sarà una tavola rotonda al congresso di Parigi su questa zona nel mondo da liberi prepara riproponiamo anche l'editoriale dal titolo coscienza le immagini Saddam Hussein appeso a una corda sono servite e molto alla causa abolizionista
George Bush in persona misurati i danni provocati dal filmato dell'esecuzione dell'ex dittatore iracheno e questo la dice lunga ma la difesa che il Presidente americano affatto rispetto a un tale simulacro di giustizia
Mostra ancor di più gli Stati Uniti come un simile al singolare democrazia dotata di usi medio rivali secondo Libetta
La pena capitale non sopporta la luce si pratica mattino presto quando ancora c'è buio nel fondo di un'interminabile corridoio in una stanza senza finestre oppure in una piccola corte esigua
Ma soprattutto non davanti a una telecamera né su internet certa la sua pubblicità non basta a provocare la sua scomparsa
La pena di morte sopravvive I Nuovi riti della democrazia d'opinione nessun sondaggio provocato la sua estinzione
Ma anzi un un elettorato stato di vendetta potrebbe perfino farla risorgere ma una coscienza individuale che si fonda sulla giustizia
Non posso portare la visione di una punizione come la pena di morte e su questa base che gli abolizionisti hanno lavorato nel corso dei secoli ed è su questa base anzi è su questa corda che i congressisti riuniti a Parigi
Vogliono far vibrare malgrado l'arretramento registrato tra verso il mondo l'attitudine di India Giappone ovviamente Stati Uniti ci ricorda che non basta concorrere nella categoria dittatura per essere in una buona posizione
Nella classifica della barbarie
La pena di morte non è una sola non è solo una questione di regime nel mille novecentocinquantasette al bel camini professava già la sua soppressione dunque alla pena di morte nome di un assioma che vale anche in democrazia cioè i crimini dello Stato sono più gravi dei crimini degli individui il primo lo Stato non può diventare il boia del secondo dell'individuo
La Francia tuttavia ricorda in conclusione Di Venanzio attardato entrare nel campo dei lumi lo ha fatto solo venticinque anni fa e dunque non deve stupirsi
Se altri stati anch'essi democratici tardano ancora o unirsi al disegno dell'abolizione universale così
Rivelazioni Bellasio che parla di della possibilità che un elettorato assetato di vendetta possa riportare la pena di morte
In alcuni Paesi e a questo proposito va segnalato dalle mondi oggi uretra un ritratto di Francisco su Veron difensore dei diritti umani in Perù in America Latina che partecipa al congresso mondiale contro la pena di morte
Pena di morte che il presidente peruviano vuole ristabilire in prima linea contro le esecuzioni capitali esubero dopo venticinque di lo anni di lotta non ha perso nulla della sua Energia questo il titolo
Di le Monde
Voltiamo pagina ci vogliamo occupare di Iran la notizia del giorno ieri lo scoop possiamo dire quello fatto da due quotidiani un settimanale mio Ortensio International Herald Tribune Nouvel opzione ho fatto
Cosa hanno fatto hanno intervistato il presidente francese Jacques Chirac che ha fatto una gaffe non si sa quanto volontario o meno poi ci sono state c'è stato una marcia indietro da parte di Chirac ad ogni modo il titolo del New York Times di ieri Chirac non turbato da una bomba nucleare iraniana ma poi fa retromarcia del presidente francese in un'intervista
Ha detto che se diranno avesse una o due armi nucleari non porrebbe un gran pericolo il giorno dopo però Chirac ha riconvocato i giornalisti ha ritrattato le sue dichiarazioni
Chirac tra le altre cose ha detto che se l'Iran dovesse lanciare una bomba nucleare contro un Paese come Israele questo porterebbe all'immediata distruzione di Teheran
Il Nouvel Observateur non vi dedica la copertina ma un articolo al all'interno Iran quando Chirac rettifica Chirac il titolo
E vengono riportate le dichiarazioni del presidente dove do l'Iran dove lancerebbe questa bomba su Israele non avrà fatto duecento metri tanto spera che Teheran sarà rasa al suolo ha dichiarato lunedì
Chirac al Nouvel Observateur per prima di rettificare il giorno seguente si è trattato di una sintesi schematica stranamente schematica di più una formula che ritiro ha detto Chirac
Viene ricostruita tutta la vicenda nel corso di un'intervista accordata lunedì al numero tre quattro era all'International Herald Tribune New York Times sulla questione
Ecologica se poi durante un secondo incontro martedì il capo dello Stato francese evocato le ambizioni nucleari dell'Iran pur avendo difeso lungo una soluzione che passa innanzitutto per il dialogo con l'autorità e regnare
Negli ultimi tempi aveva indurito i toni sembra per le pressioni americane la sua principale preoccupazione dice il presidente di evitare la proliferazione nucleare di vedere applicate le sanzioni contro l'Iran
Ciò che ci preoccupa precisa Sheva che il rifiuto dell'Iran di accertare gli obblighi dell'agenzia internazionale dell'energia atomica e dunque di smettere di arricchire l'uranio pericoloso molto pericoloso insomma per Chirac non è tanto il fatto che l'Iran possieda
Virgolettato una bomba nucleare essere pericoloso anzi un forse una secondo un po'più tardi
Bomba che non risolverà niente dove lancerebbe questa bomba l'Iran su Israele non aveva fatto duecento metri nell'atmosfera che Teheran sarà rasa al suolo martedì però il presidente francese ha giudicato necessario ritornare sulle sue dichiarazioni scrive il Nouvel Observateur dichiarando
Che si trattava di una sintesi schematica di più ritiro questa formula
Per contro il presidente rimane convinto che si l'Iran possedesse una bomba nucleare se fosse lanciata la bomba sarebbe immediatamente distrutta prima Dell'Atti lasciava il cielo iraniano
Ci sarebbero inevitabilmente misure di ritorsione di coercizione questo il sistema di dissuasione nucleare
Questa è la sintesi del Nouvel Observateur ad ogni modo in in il fatto il fatto che Chirac cambia dato per scontato non si sia un po'eccessivamente preoccupato della della possibilità che l'Iran abbia la bomba nucleare giudicato una svolta radicale dalle monto nel suo editoriale di oggi questo questo il titolo
Le monde decisamente critico Jacques Chirac con i suoi commenti secondo cui non è poi tanto pericoloso che l'Iran abbia una bomba nucleare forse una secondo un po'più tardi provocherà ancora una volta lo sconcerto dei partner della Francia sulla scena internazionale
Il pericolo non è né la bomba
Che avrà e che non gli servirà a niente ha detto il capo dello Stato
E poi vengono riportate le altre fasi dove invierà questa compasso Israele non avrà fatto duecento metri nell'atmosfera che Teheran sarà rasa al suolo
Le dichiarazioni scrivere mondo oltre a contraddire la linea ufficiale della diplomazia francese incita porre diverse questioni la prima di sapere se nella mente di Chirac quando evoca la bomba che l'Iran avrà sì nella mente di Chirac non c'è più dubbio che l'Iran mente affermando di perseguire un programma nucleare civile non militare
Per altri versi se Chirac è convinto che terranno la capacità di produrre prossimamente questa bomba altri interrogativi che non si pone sono se Chirac crede che Teheran posso arrivare a lanciare un missile contro Israele un missile nucleare
E quali potrebbero e quali Paesi potrebbero radere Teheran in un in qualche secondo ma al di là di queste questioni molto concrete raggiungere Monze costretti a constatare
La svolta diplomatica operata dal presidente francese nel due mila e tre Parigi aveva preso la testa di uno sforzo volto a risolvere il dossier nucleare iraniano con la diplomazia all'epoca Chirac si mostrava
Di una fermo fermezza assoluta dopo tre anni di discussione nel corso di qualità RAI non ha fatto alcun gesto di apertura su suo programma Nuzzi nucleare anzi ha moltiplicato le minacce contro Israele
La comunità internazionale finalmente si mise d'accordo il ventitré dicembre scorso su un programma di sanzioni
Ed è proprio quella preciso momento quello dell'unità della comunità internazionale quando una seconda fase di sanzioni potrebbe essere esaminata fino al febbraio
Dall'ONU setta eran non fermerà al suo programma di arricchimento dell'uranio e proprio quei quel preciso momento che Chirac ha scelto per dare l'impressione di cambiare politica
Il primo segnale è stato il dopo guerra del Libano al fine di risolvere la crisi interna libanese proteggere i soldati francesi dell'UNIFIL presenti nel sud del Libano
Chirac ha ritenuto di dover integrare maggiormente gli iraniani nella partita di influenza regionale insomma riconoscere un certo loro ruolo ci sono state discussioni in questo senso dall'estate due mila e sei un viaggio del ministro degli Esteri francese atterrando doveva tenersi a gennaio poi è stato programmato l'invio di un altro emissario francese
Prima che l'iniziativa e fu fosse annullata a causa delle reazioni perplesse quando non francamente ostili
I diversi partner della Francia
Questo secondo segnale e cioè un'idea che diranno possiede era l'arma nucleare
E che non sarebbe un pericolo immediato è una svolta ancor più radicale secondo le Monte e interviene nel momento sbagliato cioè quando la comunità internazionale sta per riunirsi a New York per minacciare di nuovo l'Iran c'è da chiedersi quale credibilità a Bianco ora la posizione della Francia così le Monde
Indi ortensie RIS sempre a proposito di Iran pubblicava un altro editoriale ma questa volta critico nei confronti dell'amministrazione americana il titolo fare i bulli prepotenti con l'Iran
Vista la mala esperienze americane in Iraq scrive il quotidiano Libero americano si potrebbe pensare che Bush abbiamo finalmente compreso che le minacce la forza bruta non sono il succedaneo di una strategia ragionata
Ma Bush ancora una volta ripete gli stessi errori questa volta cercando di costringere con la forza di Ravenna smettere di immischiarsi negli affari iracheni non abbiamo dubbi sugli intenti maligni dell'Iran scrive il quotidiano liberal come non abbiamo dubbi che il serio fallimento di Bush in Iraq ha reso più semplice per terra l'obiettivo di diffondere il caos e la sua influenza in tutta la regione
Ma altre minacce difficilmente porteranno l'Iran a ritirarsi se Bush nostra attento potrebbe ritrovarsi in un'altra guerra disastrosa e se il Congresso questa volta non si opporrà chiaramente Bush potrebbe trascinare ampi tutto il paese signor Times ricorda poi che i tamburi di guerra hanno cominciato a suonare durante il recente discorso di Bush sull'Iraq quando il presidente ha promesso di dare la caccia e distruggere tutte le reti RAI Miani Sirianni che stanno Armando e addestrando le forze antiamericane l'Iran sta certamente contribuendo armare e addestrare Demise uscite ma l'amministrazione americana sta sicuramente esagerando gli effetti salutari di un eventuale cacciata degli iraniani come sempre scrive ancora il New York Times c'è una tattica che l'amministrazione si rifiuta di considerare della diplomazia
Bush ha risposto non gli appelli di convocare una conferenza con i Paesi vicini dell'Iraq per discutere dei modi per contenere la crisi
Non c'è nessuna garanzia che Ahmadinejad posso essere convinto del fatto che un ulteriore implosione dell'Iraq non è nell'interesse dell'Iran ma altri a Teheran potrebbero persuade versi di questo e qualsiasi tentativo di dividere l'Iran e la Siria deve iniziare dando a Damasco la speranza di poter uscire dall'isolamento
Insomma la potenza di Busco tre beh essergli utile con la sua base elettorale sempre più esigua ma conclude il New York Times a sua disastrosa guerra in Iraq talmente danneggiato la credibilità americane ridotto le sue risorse che la prepotenza non spaventa più in amici dell'America gli unici che sono veramente spaventati sono gli americani e di amici degli Stati Uniti così
Il quotidiano liberal americano in un editoriale che potete rileggere oggi sull'International Herald Tribune sempre a proposito di Iran rapidamente una segnalazione fascia Times ieri pubblicava un'analisi via Coppa resa in Verga dal titolo la belligeranza non è la risposta sull'Iran gli Stati Uniti sembrano aver copiato dal libro della strategia dell'auto sono buttata giù un libro particolarmente voluminoso quando parla delle relazioni tra l'America e l'Iran
Secondo il columnist del quotidiano della City
E dinamiche politiche interne iraniane sono quanto meno pacche mala conciliazione degli Stati Uniti con il Grande Satana probabilmente renderebbe più difficile per Ahmadinejad dirottare l'attenzione dai costi che la sua gente sta pagando per il suo mal governo e la sua incapacità di riformare l'economia ma oltre lo sforzo diplomazia almeno altrettanto importante la sfida morale incentrata sul sostegno dei diritti umani della società civile sulla solidarietà con il popolo iraniano
Che ostaggio dei disegni egemonici del suo presidente così tra l'altro il fasciata anche se non abbiamo più tempo però due rapidissime segnalazioni che riguardano la Russia una notizia che ha a che fare anche con l'Iran da le Monde di oggi Vladimir Putin mia riflette alla creazione di un'OPEC del gas il presidente russo non scarta l'ipotesi di un'OPEC del gas l'ho detto ieri in occasione di una conferenza stampa all'India interessante ci penseremo ha dichiarato Putin l'idea io no perché del gas è stata suggerita Mosca dall'Iran l'Ayatollah Ali Khamenei la Guida Suprema iraniana ha detto che i due Paesi possono istituire insieme un'organizzazione simile all'OPEC per occuparsi di cooperazione nel settore del gas ma non una buona notizia per l'Europa e poi un'altra segnalazione dal Guardian sempre di ieri un giudice dice i russi mi hanno avvelenato i funzionari russi hanno cercato di smentire le dichiarazioni di un ex Presidente
Della corte europea dei diritti umani che è stato belle nato durante una visita a Mosca lo scorso ottobre tre giorni prima che l'ex ufficiale del KGB Aleksandr Litvinenko fossetta talmente avvelenato
A Londra
Luzio Russo Vidal beh che si è spesso scontrato con Mosca per le sue sentenze sugli abusi in Cecenia ha detto un giornale svizzero che gli è stato diagnosticato
Un severo avvelenamento due giorni dopo il suo ritorno da un viaggio a Mosca il giudice ha anche detto di essere stato più volte minacciato da Mosca in passato abbiamo concluso da David Carretta una buona giornata l'ascolto di radio radicale
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