Intervista ad Emanuele Ottolenghi sul sul libro "Autodafé: l'Europa, gli ebrei e l'antisemitismo"

Il ventisette gennaio scorso è stata celebrata la Giornata della memoria che è stata introdotta istituzionalmente
Da qualche tempo è stata un'iniziativa è importante anche by partisan come si usa dire che naturalmente come sempre succede in queste occasioni quelli che sono dibattiti su alcuni temi molto difficile anche critici ha registrato un po'il suo acume stiamo parlando in particolare il tema dell'antisemitismo ma anche del negazionismo
Il nostro interlocutore oggi per parlarne è il professore Emanuele Ottolenghi già a docente a Oxford University dove insegnava studi israeliani e attualmente direttore del transatlantico Institut di Bruxelles e buona sera professore
Ora
Tutti voi allora lei il tema dell'antisemitismo ne ha fatto proprio l'oggetto di una pubblicazione di un saggio di un'analisi molto approfondito è corredato e anche di molti dati il titolo del libro questo Auto da fé l'Europa gli ebrei e l'antisemitismo è uscito da pochi pochissimi giorni con le edizioni Linda o allora intanto qualche battuta per quanto riguarda un po'il dibattito generale a cui si è assistito in questi giorni vecchi e nuovi antisemitismo e poi la questione del negazionismo è stata rilanciata permesso ingiustizia Mastella la possibilità di introdurre un disegno di legge che inasprisce le pene nei confronti dell'incitamento all'odio razziale eccetera inserisce anche quello alcun la il fatto come la rilevanza penale con il fatto che la negazione della Shoah
Lei come giudica complessivamente il dibattito cui abbiamo assistito in questi giorni
è importante che questo dibattito continui perché devo dire finora il dibattito si è espresso nei il nelle forme un po'che ci si poteva attendere
Da un lato chi dice che il dovere della memoria invita a questo che tipo di questo tipo di legislazione che limitare in un certo senso la la la libertà di parola per andare a vietare l'espressione di opinioni che sono lì direi proprio di quel patrimonio storico dall'altra quelli che dicono
Certamente il negazionismo è una cosa brutta è un un'opinione offensiva che offende la storia che offende la memoria ma la storia si difende da sola la verità trionferà il modo migliore per combattere queste posizioni
è di rinnovare la attraverso programmi educativi istruzione programmi pedagogici come Moratti fiori e così via la memoria dell'Olocausto il modo migliore per sconfiggere negazionisti non è e mettergli la museruola ma è dimostrare
La assoluta inconsistenza delle loro teorie ero quindi ad essere sintetici ecco la vicenda personale del professore Irving storico inglese tra i più noti
Revisionisti ma negazionisti che attualmente sta scontando la breve detenzione in Austria dove evidentemente il negazionismo un reato le a di fatto lo giudica controproducente nei risultati
Ma ecco il cioè quel che io vorrei sollevare una questione perché la vicenda non è così semplice certamente Irving col suo arresto con la sua venuta in Germania che non è detto molto spesso è stato un po'la provocazione cercata Daloui per farsi arrestare consapevole che sarebbe successo
E certamente è stato un buon modo una una una una svolta che gli ha dato e un un momento sotto i riflettori della dell'opinione pubblica il problema è che questi personaggi
Sono già celebri indipendentemente dagli arresti che proprio per e la natura oltraggiosa di quello che dicono
E al al al accanto al al possibile danno che un arresto una una sanzione
Penale o amministrativa e può causare dando loro un momento di celebrità banche però ricordato
Che la diffusione della del negazionismo
E e il generale di certe teorie che sono fallite che in un anno riscontro nei fatti storici
Ma che sono state alla base di pregiudizio discriminazione e persecuzione
In mostra come in realtà nella storia la verità non trionfa se non la si difende avvolto in maniera vigorosa
Perché il la storia del pregiudizio nel caso specifico dell'antisemitismo che è sfociato nel olocausto ed era distrutta dallo sterminio nazista della tra seconda guerra mondiale
Quella storia si fonda sulla diffusione sistematiche continua di menzogne
Che a un certo punto sono diventate verità accertate e le faccio un esempio
I protocolli degli anziani di Sion è un testo che è stato mille volte screditato lei cento due anni da quando è stato pubblicato nel mille novecentocinque
Ugo è un falso ricordo creato dalla polizia segreta la rivista
Dopo la sconfitta russa nella guerra russo giapponese per incolpare gli ebrei delle sommosse e i morti e gli sconvolgimenti sociali e la Russia
Orbene questo testo continua a essere citato pubblicato diffuso
Utilizzato nel mondo per fomentare odio antisemita nonostante che che è stato ripetutamente e FIAT continuamente riti mostrato dagli storici dagli studiosi comunale
Un un falso è un documento forgiato fabbricato a bella posta
E per scoppi
Quindi questo esempio ci dice come in realtà la storia no la verità non sempre trionfare la storia e una legge fatta alcuni in maniera accorta potrebbe non solo avere l'indesiderato effetto collaterale di dare più fama e celebrità personaggi come Irving
Ma potrebbe anche rendere molto più difficile se non impossibile la pubblicazione e la diffusione e la circolazione di materiali
Nel passato si sono dimostrati essere molto pericolose in fondo la storia d Europa dell'Europa del ventesimo secolo in particolare del nazismo e il comunismo ci insegna che le idee possono essere molto pericolose così pericolose da portare alla morte di milioni di persone
E quindi non è dovremmo escludere a priori
Una legge che regola libertà d'opinione ecco come dire ciò che vedo oggi non è detto che non sia considerato tale domani sale completato minuta viceversa naturalmente per ciò che noi oggi consideriamo comunque falso
Se teniamo le tesi del suo libro che come detto è molto ricco anche di di di di insomma a Montreuil molti punti di forza anche nei le cifre nei dati che che raccoglie che che che che presenta per quanto riguarda l'appunto la definizione del fenomeno la sua diffusione e le cause partiamo dall'inizio con la domanda quella più come quelli sconta ma neanche così semplice per come si potrebbe dire come si definisce l'antisemitismo
Guardi provare la definizione è un problema importante il mio libro cerca di di dare invitare i fare chiarezza sulla terminologia
L'antisemitismo è una parola che nasce nel mille ottocentosettantanove e coniata da un personaggio che si autodefinisce antisemita un un nazionalista tedesco di nome utile Marra
Ed è sostanzialmente una teoria che dice gli ebrei sono semiti
Sono seguiti perché emerge in un momento la storia in cui il il la scienza crede ancora occhi certi settori la scienza credono che l'umanità sia divisa in razze che hanno dei tratti biologici le caratteristiche fisiologiche che si riflettono sulla loro sulla loro morale sulle sulla loro fabbrica morale enti culturale
E quindi il antisemitismo dice gli ebrei sono semiti primitivi di semipiano delle caratteristiche particolari fisiologiche morali innate queste caratteristiche sono perniciose
E quindi sono pericolose per le nostre società quindi l'antisemitismo è un fenomeno moderno che si fonda su una visione razzista
Del mondo che attribuisce delle per il delle delle delle caratteristiche negative
Agli ebrei che le considera per essere biologiche caratteristiche immutabili e quindi che postula come conseguenza la distruzione degli ebrei
Come unica nei meccanismo per la Società per difendersi
Si differenzia da tutti i precedenti tutte le precedenti manifestazioni di pregiudizio antiebraico proprio perché in precedenza in passato
Persecuzioni pogrom discriminazioni espulsioni tutte le forme più o meno violente più o meno brutali di odio antiebraico si sono sempre basate sul fatto che però gli ebrei
A certe condizioni potessero ridiventare accettabili ecco per semplificare chiedo scusa ecco proprio io l'ho ho letto molto apertamente questi passaggi nella definiti più che altro collocandoli storicamente comunali un antisemitismo classico uno mode
Erano e uno contemporaneo nuove anche più o sottile più grave questo che lei di questa o parando che potremmo definire classico è quello come dire che consente una via di uscita attraverso come dire la redenzione all'assimilazione
Alla società circostante come dire lascia di sé stessi esatto cioè il il all'ebreo viene collettivamente e individualmente viene richiesto di abbandonare una componente centrale della sua identità
E questo Aurigo questa rinuncia questo abbandono
Che io nel caso l'antisemitismo attuale chiamo un'auto da fé proprio perché è una specie di abiura pubblica che viene chiesta all'ebreo comporta peraltro dei benefici cioè l'accettazione all'interno la società ora e quindi il termine antisemitismo nella sua accezione rigorosa dovrebbe applicarsi soltanto a quel fenomeno che è un fenomeno storico recente fondato su teorie razziali però nel linguaggio corrente e non solo in italiano
La parola antisemitismo sostanzialmente viene utilizzata come riferimento come come referente come categoria di tutte le forme di pregiudizio nei confronti degli ebrei però la distinzione che lei notava
E sottolineava giustamente molto importante perché oggi non sia un antisemitismo che dice gli ebrei sono sempre comunque cattivi e quindi bisogna sterminarli come diceva il darwinismo
Ma è un antisemitismo che dice certi e vorrei sono buoni e quelli ci vanno bene altri ebrei sono cattivi e quindi non ci vanno bene però se loro accettano certe condizioni
Possono ridiventare buoni quali sono queste condizioni
Ecco e qui c'è un elemento nuovo proprio che viene sottolineato con molta chiarezza per la prima volta viene introdotto oltre al tema dell'identità ebraica anche quella relativa allo Stato israeliano questa connessione mi par di capire
Sì assolutamente ed era ed è vero che e diciamo di nella nella identità ebraica attuale nella stragrande maggioranza degli ebrei
Dispersi nel mondo fuori da Israele Israele comporta ha un ruolo importante non non è sempre centrale non è sempre l'unico elemento di identità
Ma è un ruolo importante è un legame che a volte è vissuto in maniera molto profonda intensa a volte in maniera leggera certamente sempre in maniera il di un certo in un certo qual modo critica ma c'è un legame profondo e per moltissimi ebrei la rinuncia questo legame è un un un'offesa alla loro al loro diritto di esprimere definire una loro propria identità culturale e politica personale e collettiva
Però oggi specialmente in Europa
Si richiede agli ebrei come precondizione per la accettabilità politica e sociale
Dini rinunciare a questo legame non soltanto di essere critici nei confronti di Israele
Perché qui non si tratta di criticare Israele non sto dicendo chi critica Israele e antisemita lungi da me
Israele a volte merita critiche
Stiamo parlando dei governi e delle politiche governo e nelle politici insomma non è non è certo uno evidente un blocco unico ecco esatto ma soprattutto va detto
E questo questo questo fenomeno che richiede agli ebrei di di dissociarsi
Da Israele
E sostanzialmente un tutt'uno con una specifica visione di Israele come la la l'espressione politica
Di del male
E quindi un'entità politica che non non solo la criticata perché ogni tanto non si comporta come dovrebbe ma un'entità politica che in una diritto a esistere e il cui comportamento che ogni tanto merita le critiche non è il problema è infetto F ma è un sintomo
Della sua maligni malvagità
Quindi non è un criticare ma è una volontà di distruggere è una richiesta agli ebrei per poter essere cittadini ho compagni di partito se vogliamo e di di intellettuali di e con un interlocutore intellettuale pieno titolo
Di
Accettare che Israele va distrutto senta professore volevo chiederle ma per
Frequentazioni accademiche per amicizie per lavoro qual è la sua percezione rispetto a questi cosiddetti ebrei buoni che scelgono questo opzione di rigettare in toto Israele è un un fenomeno che si sta allargando si sta diffondendo
Guardi che è un fenomeno che diffuso in certi ambienti intellettuali e che quindi è limitato e a una élite culturale e intellettuale che prevalentemente anche se non esclusivamente parte del mondo della sinistra una sinistra laica una sinistra
E che molto spesso è critica se non addirittura fermo molto ostile all'America i valori dell'Occidente o certi valori occidentali che vede nel nel nazionalismo
La la radice dei mali del ventesimo secolo e che quindi identifica perché crede aggiungo che il colonialismo sia stato una esperienza totalmente negativa
Per la quale l'Occidente deve continuare a sentirsi in colpa e quindi vede Israele come l'espressione in quanto alleato americano presenza occidentale Medioriente
E Stato nazione come l'incarnazione di tutte le cose che e
Contro le quali la sinistra si pone
Però
Detto questo va anche detto che questi intellettuali che sono molto spesso voci pubbliche riconosciute nel mondo la cultura del giornalismo del nel mondo accademico
Non sono rappresentativi delle comunità ebraiche dalle quali essi provengono molto spesso anzi sono distanti da quelle comunità
Non fanno parte della vita comunitaria organizzata e esprimono la loro identità ebraica solo ed esclusivamente attraverso un attivismo politico di tipo liberal progressive credendo che le due cose sono coincidenti mentre invece l'essere ebrei non è medesimo non è ed un sinonimo di essere progressisti ed essere così come può essere progressisti non significa essere Bray
Senta professore veramente in chiusura per quanto riguarda il legame tra gli ebrei che lo Stato di Israele le vorrei chiedere una valutazione ed è in linea anche con ciò che di cui abbiamo parlato finora
Relativamente ad un articolo a un'inchiesta che era stata pubblicata dal settimanale Economist la scorsa settimana se non vado errato il titolo era approssimativamente una seconda riflessione circa la terra promessa
La sostanza se in passato c'era stato grande orgoglio da parte degli ebrei nei confronti del nuovo Stato israeliano ci sono
Si sono cominciate ad emergere alcune come dire titubanze la prima che viene sottolineata il fatto che molti ebrei vivono in Paesi dove innestati fortemente secolarizzati
E anche se c'è una separazione tra di fatto tra Stato e religione in Israele comunque la religione l'autorità religiosa comunque rappresentata dagli ortodossi
La seconda questione appunto l'aspetto la connotazione nidi di cattiveria che tra virgolette Israele assume per quanto riguarda la questione israelo palestinese insomma in sostanza nella ricerca che ha fatto il settimanale economisti risultato quello che si è prodotto e che si sta come dire c'è un revival della cultura ebraica
Nei Paesi dove gli ebrei sono presente ovvero sia c'è un freno al ritorno verso dall'andare a vivere verso Israele ma un un radical una radicalizzazione del cara there ebraico ma lontano da Israele ecco lei come giudica questo questo articolo queste valutazioni che fa l'economista consegno proprio dei tempi in linea anche con ciò che abbiamo detto finora
Dunque l'economista è un un grandissimo settimanale di il cui i servizi e le cui analisi e ricerche sono di solito di grandissima qualità
E fatte con rigore purtroppo direi che questo articolo è l'eccezione che conferma la regola
E peraltro non è non è al top non è sorprendente ritengo che parte di questo articolo rifletta il problema che descrivevo prima cioè e il cronista che fa la ricerca per questo tipo di articolo parla con quelle figure pubbliche o quelle persone che sono presenti nella sfera pubblica
Che possono dargli una opinione perché considerate esperte
E è inevitabile che con una una presenza così for nutrita di intellettuali che sono profondamente scettici di Israele
Tra le Littell élite ebraiche progressiste chi ha scritto questo articolo si sia finito dire queste cose la realtà però è molto riversa e è vero che all'interno del mondo ebraico
Ci sia questo tipo di dibattito
è vero che c'è stato però lo stesso dibattito nel mille novecentottantadue durante la guerra del Libano ed è un dibattito che tra parentesi
E precedente alla nascita d'Israele perché non tutti gli ebrei immediatamente subito comunque sostennero l'idea del sionismo
Rimane però un fatto che a stragrande maggioranza alle comunità ebraiche della diaspora sostengono Israele è vero che non questo non si traduce automaticamente e in un movimento in grandi numeri di Bray verso Israele però i legami sono molto profondi sono legami che si esprimono in viaggi regolari verso Israele in sostegno finanziario a organizzazioni che fanno attività di beneficenza in Israele
Significa attivismo a favore di Israele all'interno Dale Società dei paesi in cui gli ebrei risiedono
Si esprime nell'acquisto di una Carrà una seconda casa per le vacanze in Israele significa nella apprendimento della lingua
Che l'ebraico l'insegnamento e l'ebraico ai figli ci sono moltissime
Moltissimi fattori indicatori che esprimono un legame profondo che devo dire quell'articolo dell'Economist non voluto considerare se lo avesse fatto si sarebbe reso conto che lungi dall'esserci un momento di separazione tra la diaspora e il mondo ebraico che è una prodotto dei recenti che recenti tensioni politiche
In Medioriente quello che sta avvenendo che è un settore culturale di élite
Minoritario principalmente schierato con la sinistra progressista nel mondo ebraico si sta sempre di più allontanando
Da Israele ma che la stragrande maggioranza delle comunità mantiene questo legame in maniera molto forte e anzi negli ultimi anni proprio a causa dei fenomeni che io descrivo il mio libro
Vede in Israele come
Ora più che mai un'ulteriore garanzia di sopravvivenza se le cose si mettessero mano bene speriamo di essere
Stati chiari ed esaustivi riguardo a questo tema che decisamente molto interessante ringraziava salutiamo il professor Emanuele Ottolenghi che il direttore del Transatlantic Institute di Bruxelles
E libero lo ricordiamo è da poco uscito Edizioni Lindau il titolo è Auto da fé l'Europa gli ebrei e l'antisemitismo grazie ancora al professor Ottolenghi