Sono stati discussi i seguenti argomenti: America Del Sud, Bertinotti, Brasile, Chavez, Cuba, Esteri, Informazione, Italia, Lula, Politica, Venezuela.
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Rubrica
Dibattito
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rappresentante del Partito Radicale Transnazionale presso l'ONU
La visita in Sudamerica del presidente della Camera Bertinotti si è chiusa ieri in Brasile in un momento in cui le differenze nella politica estera all'interno della coalizione dell'Unione si sono manifestate in modo evidente sia con il voto al Senato sull'allargamento della base militare di vicenza sia con la pubblicazione di una lettera di sei ambasciatori in Italia di i paesi membri della NATO
Che hanno ribadito le ragioni della necessità che il Governo italiano continui a mantenere la propria presenza militare in Afghanistan
Per questo si può sicuramente dire che la scelta di Bertinotti di non includere nella sua prima visita in Sudamerica due Paesi che stanno in cima alla lista dei sogni della sinistra massimalista e comunista italiana
E cioè la Cuba di Fidel Castro il Venezuela di Chavez sia stata una scelta sicuramente prudente
Questi due Paesi infatti pur avendo storie tradizioni politiche diverse si trovano oggi a convergere politicamente in un momento in cui
Cuba sembra prepararsi a un definitivo passaggio di poteri da Fidel Castro al fratello Raúl
Senza dare il segnale di cambiamento politico
Ed il Venezuela sotto la guida di Chavez vedere rapidamente indebolite messe a rischio le proprie istituzioni democratiche
Il nome del rilancio di quello che Chavez definisce il socialismo del ventunesimo secolo
E che a dire il vero è il frutto dell'aumento capitalistico e di mercato delle entrate fiscali nelle classi venezuelane
Che deriva dall'aumento del prezzo del petrolio che è avvenuto negli ultimi anni e che appunto l'unica condizione che almeno per il momento consente Chavez di ignorare il rischio della fuga di capitali esteri dal suo Paese
A seguito delle sue dissennate politiche di nazionalizzazione
E se si guarda alle misure che sono state messe in campo da Chavez si può vedere come il processo di distruzione dello stato di diritto del del tessuto democratico venezuelano stia avvenendo in modo costante e metodico
Dalla negazione ad esempio delle concessioni televisive ai media non allineati al governo al recente voto del Parlamento con il quale Chavez si è fatto concedere il potere di legiferare con decreto per diciotto mesi
Dalla creazione di milizie armate paralleli all'esercito Anna celebrazione avvenuta nei giorni scorsi in tenuta militare del proprio tentativo di golpe fallito nel mille novecentonovantadue
E per finire con l'annuncio di volere emendare la Costituzione per abolire il limite dei due mandati per il presidente della Repubblica per potersi così di presentare nuovamente all'elezione
Per tutto questo appare chiaro come quello di Chavez non sia che una riedizione del socialismo autoritario che l'America Latina e non solo ha ben conosciuto in tutto il Novecento
Per questo va notato come la prudenza di Bertinotti abbia però finito per lasciare il passo all'ideologia
Quando ieri in Brasile ha paragonato la rielezione di Lula e di altri leader democratici dell'America Latina a quella di Chavez
Indicando la tutte come il segno che in America Latina si sarebbe ristabilita una vicinanza tra governo al popolo che invece mantiene vi in Europa
Parole quelle di Bertinotti a prima vista non particolarmente grati
Ma che in realtà fanno capire come ancora l'ideologia sia capace di non far vedere
Anche massimi rappresentanti delle istituzioni quanto sia essenziale per la vita democratica di un Paese che l'applicazione di qualsiasi politica sia essa di destra o di sinistra
Da venire nel pieno rispetto dello Stato di diritto
Pena la facile deriva verso quei sistemi autoritari più cui purtroppo la storia comunista è stata autrice in prima persona
E nel cui solco il leader venezuelano Chavez sta muovendo i grandi passi
Per oggi è tutto ci sentiamo domenica attorno alle otto e cinquantacinque Matteo Mecacci cioè io
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