La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 18 minuti.
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Rubrica
Manifestazione
15:30
10:00, Roma
12:00
15:00 - Camera dei Deputati
10:00 - Roma
12:00 - Roma
11:00 - Torino
14:00 - Milano
15:00 - Milano
15:30 - Milano
Buon giorno da radio radicale Roberto Spagnoli alla microfono per l'appuntamento del martedì mattina con il notiziario dall'Europa sud-orientale
L'Unione europea ha espresso profondo rammarico per le morti e le violenze avvenute il Kosovo qualche giorno fa dove sono rimaste uccise due persone negli scontri seguiti a una manifestazione di indipendentisti albanesi a Pristina
Lo ha detto il commissario europeo all'allargamento Olli Rehn
Concludendo la riunione dei ministri degli esteri dell'Unione europea che si è svolta ieri a Brussel non c'è spazio per la violenza come strumento per raggiungere obiettivi politici ha detto Renna aggiungendo che coloro che vi faranno ricorso non faranno altro che danneggiare la loro causa si arrende sia Franco Walter Steinmeier ministro degli Esteri tedesco e presidente di turno rappresentato dalla presidenza di turno dell'Unione europea e anche Javier Solana rappresentante dell'Unione Europea per la politica estera all'Espresso d'altra parte pieno appoggio alla capo negoziatore sul Kosovo dell'ONU Martti attizzare i e la polizia del Kosovo intanto ha perquisito la sede dell'organizzazione per l'autore de determinazione che aveva promosso la manifestazione è finita
Con A. scontri con la polizia dell'ONU gli agenti hanno perquisito sedi del gruppo in varie città del Kosovo e hanno anche arrestato tre persone
Durante la manifestazione
La polizia internazionale aveva sparato proiettili di gomma candelotti lacrimogeni
Contro i dimostranti albanesi che protestavano contro il piano Ahtisaari e che chiedevano la piena indipendenza del Kosovo da subito senza condizioni
E manifestazione durante la quale sono stati anche gridati slogan coerenti contro i serbi slogan tipo bruciare le chiese serbe
Nulla nella serata di ieri si sono svolti i funerali delle due vittime degli scontri
Manna Balai di trent'anni Arben nasce ladini di trentacinque
La polizia dell'ONU sta conducendo indagini per accertare le cause la dinamica della morte dei due l'atmosfera Pristina resta estremamente tesa diplomatici occidentali e funzionale dell'ONU hanno rivolto pressanti inviti alla calma a tutta la popolazione mentre registriamo questo notiziario non sappiamo ancora come sono andate le esequie cosa è successo alle esequie
Di ieri ma naturalmente vedremo poi notizia nel corso della giornata
Il ministro degli esteri del governo locale del Kosovo albanese Fatmi R. ceppi tra l'altro nel frattempo ha offerto le sue dimissioni la precisato anche di aver inviato una lettera al presidente al premier al Parlamento kosovaro albanese ha appunto fatto le proprie dimissioni dopo
Gli scontri in cui sono morti due manifestanti
Il presidente serbo Boris statici da parte sua invece ha chiesto in una telefonata
A segretario generale della NATO iarde Hoshyar sarà una maggiore sicurezza per la minoranza serba del Kosovo Belgrado teme infatti che la tensione possa sfociare in nuove dimostrazioni anti serve come quelle del due mila e quattro quando lei anche l'altezza dei vennero attaccati da gruppi di estremisti albanesi kosovari chiese case serbe vennero dati alle fiamme o distrutti prosegue intanto l'iniziativa diplomatica per cercare di giungere a una soluzione sullo status finale della Provincia sulla base del piano Ahtisaari
L'eolico in esponente del gruppo di negoziatori Serbia ha detto di contare sul veto della Russia e della Cina
Per bloccare la indipendenza del Kosovo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite Cohen ha dichiarato al giornale belgradese esserne Novosti che non vi sarà alcuna nuova risoluzione sul Kosovo senza l'appoggio di Cina e Russia i due paesi che come forse sapete hanno espresso notevoli Riserve sul piano Ahtisaari e per ora si dimostrano contrari all'idea possibile indipendenza del Kosovo dalla Serbia
Il ministro degli Esteri tedesco Steinmeier da parte sua si è augurato che sul nuovo status del Kosovo non si arrivi ad un veto della Russia al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
Proprio perché è una soluzione imposto dal Consiglio di sicurezza dell'ONU è probabilmente l'opzione più probabile per definire lo status futuro del Kosovo
Anche se Steinmeier non ha mai usato la parola in posizione ci sono due opzioni ha detto Steinmeier ieri dopo la riunione dei ministri degli Esteri e Unione europea
Sottolineando comunque che qualsiasi decisione deve rispettare il diritto internazionale la prima occupazione secondo il ministro degli Esteri tedesco è una soluzione concordata la seconda
Però da costi su questo stai mai stato piuttosto pessimista ha detto che si può vedere che nonostante tutti gli sforzi questo però non ha avuto successo
La seconda opzione sarebbe dunque una risoluzione del Consiglio di sicurezza che sarebbe legittima dal punto di vista del diritto internazionale e nelle circostanze attuali
Sa è questa è la strada più probabile il commissario europeo l'allargamento Olli Rehn a da parte sua ha sottolineato che il Kosovo sarà il banco di prova del multilateralismo e ha auspicato che la Russia si allinei all'arresto della comunità internazionale rinunciando ad opporre il veto
Al Palazzo di Vetro su questo suo comportamento della Russia si dice ottimista il capo negoziatore dell'ONU
Marti Ahtisaari che in un'intervista a una emittente finlandese ha detto che la Russia non bloccherà la decisione del Consiglio di sicurezza e alla fine appoggerà il piani suo piano sul Kosovo in Russia detto Ahtisaari
Alla fine si convinceranno che appoggeranno il piano comunque solo dopo l'ultimo giro di consultazioni il ventun febbraio
Quando avrò inviato la mia proposta finale ha detto ancora Chisari sapremo quello che pensano a Mosca
Il il Kosovo pesa ma non solo incide molto sui rapporti tra Serbia e unione europea
Il Commissario dell'unione europea commissario europeo all'allargamento Olli Rehn al termine della riunione dei ministri degli esteri
Dell'Unione Europea di ieri a Bruxelles ha detto che se il nuovo governo serbo sarà orientato verso le riforme verso l'Europa e se dimostrerà un impegno
Chiaro ad intraprendere misure concrete ed efficaci per la cooperazione con il Tribunale penale internazionale dell'Aja
Allora l'Unione europea sarà in grado di aprirsi alla serbe di riavviare i negoziati per l'accordo di stabilizzazione e associazione renderò anche detto che il rispetto degli obblighi il piena cooperazione con il Tribunale che da oltre dieci anni è alla caccia dei super latitanti Ratko Mladić è Radovan Karadzic accusati di crimini di guerra
Rimane una condizione per la conclusione dell'accordo di stabilizzazione e associazione ovvero per la sua firma sulla riapertura dei negoziati per l'accordo Unione europea però hanno divisa resta divisa la Francia ha riaffermato la condizione del rispetto della cooperazione con il Tribunale però il ministro degli esteri francese Philippe Brasil notavo che non ha chiarito se la Francia è contraria all'idea
Di un riavvio condizionato dei colloqui come propone l'Italia
Il Belgio e l'Olanda e la Finlandia invece sono per la linea dura
Sono contrari a fare concessioni a Belgrado finché le autorità serbe non assicureranno alla giustizia internazionale racconta dice e gli altri criminali ricercati l'Italia paesi invece come la Spagna l'Austria e l'Ungheria e la Slovenia
La Slovacchia vedono invece con favore l'invio di un segnale positivo a Belgrado soprattutto dopo le elezioni del ventuno gennaio che ha premiato le tre forze democratiche odo europeiste e che ora sono impegnati in una difficile trattativa per la formazione del nuovo governo anche e di questo si è discusso ieri a Bruxelles nella riunione del del ministro degli esteri il Consiglio affari generali e Relazioni Esterne i Balcani occidentali e l'Afghanistan erano i due temi all'ordine del giorno
A Brussel c'erano il capo negoziatore dell'ONU sul Kosovo attizzare c'erano i capi delle diplomazie dei Paesi dei Balcani occidentali attizzare ha riferito sull'esito dei contatti con Belgrado e con Pristina dopo la presentazione del suo piano per il Kosovo
Il messaggio dall'Unione Europea aria fare Mary ha riaffermato un appello ai serbi e ai kosovari albanesi perché mantengano un approccio costruttivo ai negoziati e anche capiscano l'importanza di una soluzione concordata per stabilizzare tutta la Regione balcanica
L'allargamento dell'Unione europea d'altra parte è stato un grande successo politico che apposto un sigillo sulla fine della guerra fredda sulla riunificazione dell'Europa che va esteso ai Balcani occidentali
Prima della Turchia ma prima però è necessario risolvere la crisi istituzionale dell'Unione Europea questo in sintesi è il pensiero del nostro ministro degli Esteri Massimo D'Alema in un'intervista al quotidiano belga le Soir che ha preceduto poi la sua partecipazione
Al Consiglio dei ministri degli esteri a Brussel
E parliamo adesso della questione delle Foibe il presidente croato Stjepan Mesic ce ha risposto ieri con estrema durezza al discorso pronunciato
Dal nostro presidente della Repubblica Napolitano sabato scorso nel giorno della memoria a ricordo delle vittime
Italiane delle foibe e degli esuli istriani Giuliani e Dalmati in un comunicato della presidenza andrà presenza croata diffuso dall'agenzia di stampa ufficiale Jena
Nesi ci ha affermato che queste affermazioni affermazioni di Napolitano nelle quali uno non può non vedere elementi di aperto razzismo
Revisionismo storico e ricerca di vendetta politica sono difficili da mettere accanto al dichiarato desiderio per la promozione di relazioni bilaterali Nesi ce si è anche detto spiacevolmente sorpreso del contenuto e del tono delle ultime affermazioni da parte della leadership dello Stato italiano sia sul passato che sulle attuali relazioni fra Italia e Croazia
Evidente che queste sorprendenti dichiarazioni di medici hanno suscitato reazioni da tutte le forze politiche italiane tutti concordi
Qua seppure con toni diversi nel respingerle e nel apprezzare invece le parole che ha detto Napolitano sabato scorso ma che cosa ha detto il nostro presidente le drammatiche vicende del quarantatré e quarantasei del confine orientale dell'Italia sono fra le pagine più buie dimenticate e fino a pochi anni fa rimosse della nostra storia recente ha detto Napolitano
Che ha parlato della tragedia collettiva del popolo Giuliano Dalmata e a parlato del e le vittime delle foibe come vittime di un disegno annessionistico della Jugoslavia di Tito di un moto di odio di una furia sanguinaria che assunse i sinistri contorni di una polizia Ernica su questa barbarie
Sul dolore di migliaia di famiglie cui cari furono imprigionati e uccisi gettati nelle foibe ha detto
Napolitano dobbiamo rompere un silenzio durato troppo a lungo e ognuno deve riconoscere la sua parte di colpo dobbiamo assumerci la responsabilità di aver negato o teso a ignorare la verità
Per pregiudiziali ideologiche e cecità politica e di averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali
Ancora Napolitano ha parlato della congiura del silenzio di una che coinvolge un'intera classe politica una congiura del silenzio che ha detto Napolitano fu la fase meno drammatica ma ancor più amara e demoralizzate dell'oblio
Per fortuna concluso nostro presidente abbiamo posto fine a un non giustificabile silenzio
E stiamo ristabilendo rapporti con quelle terre ex italiani in nome dell'amicizia all'interno dell'Europa unita e non dobbiamo mai dimenticare
Che la riconciliazione fra italiani e con altri popoli che fermamente vogliamo esige il ristabilimento della verità
Parole che somma francamente non giustificano molto la reazione del presidente croato o perlomeno la giustificano forse in chiave interna politica interna croata d'altra parte anche a con poco tempo fa la fine di gennaio
Nesi ci aveva detto che le foibe furono un crimine ma anche l'Italia deve ammettere i suoi o perlomeno nulla mesi aveva aveva detto che la Croazia non ha riconosciuto le vittime delle foibe perché quella fu soltanto una ritorsione ai crimini dei fascisti italiani poiana aveva un po'corretto il tiro aveva detto che sì effettivamente le foibe erano state un crimine però è necessario che la la veri che per atto poter appurare la verità necessario che anche la parte italiana a metà i propri e crimini
Poi ieri un ministro Prato il ministro degli esteri croato con Linda gravare a chitarra diciamo un po'cercato di per frenare di stemperare le dichiarazioni del presidente ha detto che la Croazia d'Italia devono concentrarsi sulla soluzione delle questioni ancora aperte
Del loro dossier bilaterale e sul futuro lasciando la storia agli storici
E ne parliamo adesso di una convegno che si è un convegno internazionale sui crimini di guerra nei Balcani nelle guerre jugoslave degli anni novanta che si è svolto giovedì e venerdì scorso a Zagabria che è stato organizzato da diverse organizzazioni non governative sia serbe che bosniache che croate e di questo ci riferisce la nostra corrispondente
Ma siccome alla per capitale croata per Gabri ha ospitato la componente internazionale
Sulla verità dei crimini di guerra commessi durante la guerra in ex Jugoslavia ficcata delle secondo Forum regionale il primo che il volto nel maggio due mila e sei afferenti erano i cui obiettivi tornò all'approfondimento di dialogo sui meccanismi che portano a consentire una maggiore sensibilizzazione sociale per affrontare sistematicamente ebbe contabilmente
La recente storia dei Paesi nati sul territorio dell'ex Jugoslavia
Hanno partecipato a questa conferenza il presidente croato Stjepan enti la vicepresidente del governo croato Jadranka quattro vennero i rappresentanti politici giuridici e difensori dei diritti umani
Se il rappresentante del Tribunale penale internazionale
Vi ha partecipato alla procuratrice generale Carla Del Ponte il presidente del tribunale Fausto Pocar
La conferenza è stata organizzata da tre a otto eccezioni di tali utenti documenta cento per affrontare il passato di intoccabilità il fondo per il diritto umanitario di Belgrado e il centro di ricerca e documentazione di Sarajevo
Nel suo intervento di apertura il presidente croato Stjepan meticcia sottolineato che affrontare il passato Unilever contabili per crimini di guerra
E stabilire la verità dopo i conflitti sono i presupposti per la normalizzazione alla convivente il futuro europeo
Via della pratica che dell'intera regione
Non potremo mai per dire relazioni nella regione di tutte le parti solide e durature se non chiariremo quello che era accaduto e che non accetterà accerteremo le responsabilità e le colpe ha detto menti
Alludendo alla recente alle recenti critiche italiane rispetto alle sue dichiarazioni sulle foibe lenti ci ha ricordato di essere stato rimproverato il piede che giustificava un crimine con un altro crimine
Un crimine non ha giustificazioni manchi posso ammettere delle spiegazioni
La spiegazione non è una giustificazione ma a volte può aiutare a comprendere non soltanto che copre h dovuto ma anche perché è accaduto
Ripeto categoricamente chiaramente un crimine crimine ogni crimine va condannato addetto di e pavimenti
Il presidente croato anche in questa occasione ha sottolineato di essere un po'forte sostenitore della piena collaborazione
Con il Tribunale penale internazionale poiché questo tribunale ha detto meticci ci aiuta
A individuali dare le responsabilità e a liberarci dal peso della colpevolezza collettiva che alcuni politici ci avevano imposto contrattando una normalizzazione della regione
La ricetta presidente del governo croato Jadranka accoppato
Ha fornito i dati delle pratiche conseguente della guerra in Croazia
Sono state scoperte centoquarantatré fosse comuni
Circa mille duecento posti e singole uccide per centosettanta bambini mentre sul territorio occupato sotto controllo delle forze di pace sono state uccide ottocentosessanta persone
Nel mille novecentonovantuno sono scomparse il centoventidue persone mentre nel mille novecentonovantacinque sono scomparse novecentottanta trenta persone e ciò rappresenta sottolineata la vicepresidente del governo il più grave problema umanitario il governo croato ha ribadito la forte volontà politica di trovare tutte le persone disperse se nonostante il fatto che ancora sei accusati di crimini di guerra siano latitanti
La procuratrice generale Carla Del Ponte ha valutato eccellenti risultati dell'operato del Tribunale penale internazionale
No negando che rispetto alle indagini sulla verità dei conflitti e Fikri militi guerra rimane tanto lavoro da fare
Il tribunale penale internazionale è riuscita a progettare il più gravi crimini e a stabilire patti incontestabili su quanto accaduto altre brevità o c'era e altre località di crimini di massa sul territorio dell'ex Jugoslavia ha detto la Del Ponte
Le idee rimangono feriti e il tribunale proseguirà a lavorare come partner delle corti nazionali
Il Presidente del Tribunale penale internazionale Fausto Pocar
Ha ricordato che il tribunale ha finora processato cinquantatré persone mentre settantuno accusati sono attualmente sotto processo includi sei accusati praticanti
Grazie Marina ringraziamo Marina si corra con questo termina questo notiziario dall'Europa sud-orientale grazie per l'ascolto un saluto da Roberto Spagnoli buon proseguimento con i programmi di radio radicale
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