La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 19 minuti.
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Rubrica
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8:30 - Camera dei Deputati
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Quando nel ascoltatori di radio radicale sabato tre marzo questo l'appuntamento con la rassegna la stampa internazionale a cura ti David Carretta quest'oggi
Torneremo sui principali avvenimenti della settimana cominceremo parlando della crisi il Governo in Italia che si è conclusa
Con il voto di fiducia sia al Senato sia alla Camera vi proporremo un'analisi dall'Economist dal titolo Prodi risorto per ora e alcuni commenti dalla stampa tedesca sempre a proposito di Italia c'è un'altra questione che ha tenuto banco sulla stampa estera ebbe l'acquisizione da parte di ENEL del venticinque per cento del gruppo di Energia spagnolo Endesa acquisizione
Impedisce alla tedesca E.ON di comprare la stessa Endesa un un ostacolo un esito voluto in particolare dal governo di Madrid a questo proposito vi proporremo editoriale
Di ieri del Wall Street Journal Europe che avverte dei rischi dell'interventismo politico nel settore energetico ci occuperemo poi di Medioriente della svolta così è stata definita della politica estera americana con la decisione di partecipare a una conferenza internazionale sull'Iraq insieme a Iran e Siria leggeremo un editoriale dall'Economist l'asse dell'ex male molto bene parliamo la decisione americana di parlare con Siria e Iran benvenuta ma scrive il settimanale
Non aspettate vi troppo leggeremo anche un'analisi diffide Stephens dal Fraktion Time secondo cui gli europei dovrebbero sostenere la nuova politica estera di Bush e infine l'editoriale
Di oggi
L'Hammond che concentra la sua attenzione su quanto dovrebbe fare la Francia in particolare
Uscire dalla sua postura di sola critica della politica americana per dire pubblicamente in che modo è pronta a contribuire a un ritorno alla pace ma partiamo dall'Italia e dalla crisi di com'erano con penalizzi dell'Economist settimanale britannico uscito Nieri nelle edicole europea Prodi risorto per ora il titolo la breve crisi politica della scorsa settimana
Ha talmente scioccato il centrosinistra
Da riportarlo all'unità almeno per ora scrive tra l'altro l'economista ma dal punto di vista sostanziale dei contenuti
Il tentativo di Prodi di aprire ad alcuni esponenti del centrodestra come Marco Follini non ne migliora le chance di ulteriori liberalizzazioni in Italia magari Follini simpatizza con la causa liberale
Ma molti dei suoi ex colleghi sono corporativistico che come Follini ricevono la maggior parte dei loro voti al Sud dove a prevalere l'economia degli aiuti pubblici dei posti pubblici
E anche se l'arrivo di democristiani conservatori rafforzasse in termini numerici governo comunque renderebbe la stessa maggioranza molto più discorde
Poi l'attuale coalizione di centrosinistra secondo l'economista davanti a sé a dei test importanti rispetto ai quali potrebbe dividersi molto facilmente
Il settimanale città alcuni esempi innanzitutto il progetto di legge sui dico sulle unioni di fatto pace il rifinanziamento della missione in Afghanistan
La coalizione potrebbe saltare anche sulle pensioni il prova la prossimo testa sulla capacità di riformare nel governo Prodi alcune indiscrezioni uscito questa settimana suggeriscono che il Governo si sta preparando a fare marcia indietro da una riforma delle pensioni introdotta da Berlusconi invece di accogliere positivamente questo gesto di Prodi i leader sindacali hanno espresso la loro posizione a un'altra idea introdotta dal governo cioè quella di assicurarsi che i costi pensionistici
Non crescano inesorabilmente con l'aumento dall'aspettativa di vita un leader sindacale addirittura proposto lo sciopero generale insomma povera Italia conclude l'economista duri i commenti anche della stampa tedesca la Frankfurter Allgemeine Zeitung per esempio
Scrive in un editoriale la paura della perdita del potere e la l'ostilità nei confronti di Berlusconi hanno avuto l'effetto di ricompattare la coalizione di Prodi
Ma la maggioranza e l'attuale maggioranza è rimasta tanto eterogenea quanto lo era prima
Con i sostenitori dell'intervento in Afghanistan costretti a convivere con i pacifisti i riformisti legati all'economia di mercato
Che devono andare a braccetto con i sognatori comunisti sostenitori dei progetti infrastrutturali che sono accompagnati dei Verdi fondamentalisti i cattolici che sostengono i valori conservatori che vanno insieme ai difensori laicisti dell'unione di fatto adesso Prodi ha vincolato la sua coalizione su un programma di dodici punti stringenti ma già ciascuno constata la falsa
Interpreta questo programma proprio piacimento i prossimi conflitti sono già programmati
Riguardano il prolungamento della missione italiano in Afghanistan la realizzazione della TAV per la attacca con la Francia o la riforma del pensioni insomma conclude il quotidiano tedesco
Nei prossimi mesi sarà difficile evitare un nuovo incidente di percorso come avvenuto la settimana scorsa nella votazione sulla politica estera al Senato
Duro il commento anche del Financial Times Deutschland Italia si ostinano a rivendicare un ruolo di cui da in Europa ma a Brussel
Scrive il quotidiano economico tedesco nessuno si ricorda di una sull'iniziativa costruttiva dell'Italia c'è di più quasi nessun altro Paese europeo così in ritardo nell'applicazione delle raccomandazioni dell'Unione europea perché perché gli italiani
Sono interamente occupati dai propri problemi e se l'Italia governata da una coalizione di sinistra o di destra cambia poco
Il Paese aggiunge il Financial Times Deutschland diciotto anni dopo la caduta del muro ancora non è entrato nella nuova era della modernità di recente un deputato comunista ha proposto l'abolizione della NATO come insegnamento del crollo del blocco orientale Comunisti italiani sono vivacissimi continuano antica ad alimentare l'odio contro il capitale a spacciarsi come protettori dei presunti deboli deboli che per loro sarebbero la comunemente garantita classe dei lavoratori insomma scrive ancora il quotidiano economico tedesco un posto in prima fila nella competizione
Internazionale non c'è perché l'Italia non è matura per la modernità
Sull'esempio di Tony Blair nel Regno Unito e come probabilmente succederà anche in Francia con un nuovo volto all'Eliseo
Sempre a proposito di Italia c'è un'altra questione che ha tenuto banco sulla stampa internazionale questa settimana ebbe l'acquisizione da parte di ENEL del venticinque per cento di Endesa
Acquisizione che se con dei desiderata del governo di Madrid impedisce al colosso dell'Energia e on di acquisire la stessa Endesa
Deve tornato sulla vicenda l'URSS sui giornali Europe con un editoriale dal titolo energie politiche scrive tra l'altro il quotidiano economico americano la scorsa settimana
Cosa Luis Zapatero ha avuto un vertice con una sua controparte italiana Romano Prodi entrambi i governi e questo evidentemente fa sotto fa sospettare che
L'operazione sia stata guidata dai rispettivi esecutivi entrambi i governi scrive il Wall Street hanno detto che i due leader non hanno discusso di Endesa ma solo di investimenti reciproci
Forse è vero che ha una sola coincidenza al fatto che pochi giorni dopo ENEL posseduta più del trenta per cento dallo Stato italiano si sia mossa per acquisire Endesa
Ma se i governi si sono mischiati a questa operazione e l'ultima cosa di cui l'Europa bisogni in un settore già altamente politicizzato la crescita dei prezzi del petrolio i giochi di potere con il gas per la Russia
E quello che i francesi chiamano il patriottismo economico hanno frustrato tentativi di liberalizzare il mercato dell'energia in Europa Madrid Roma e Parigi non fanno un favore né a se stessi né alle loro Utilities né ai loro cittadini inducendo in questi giochi di potere questo
Molto in sintesi il primo editoriale di ieri del Wall Street Journal in Europe altro tema rischia caratterizzato l'attenzione della stampa estera questa settimana la decisione degli Stati Uniti
Di partecipare a una conferenza internazionale sulla sicurezza in Iraq insieme a Iran e Siria per molti è una svolta
Le colonne mister gli dedica uno dei suoi editoriali lasse dell'ex male la decisione degli Stati Uniti di parlare con Siria Ivan e benvenuta ma non aspettatevi troppo questo il titolo del settimanale britannico che scrive poco a poco e con una visibile riluttanza George Bush ha accettato la necessità di avere a che fare con in quei Paesi che ha cercato sin dall'inizio della sua presidenza di relegare a un asse del male
In febbraio il presidente americano ha detto di essere contento per l'accordo che fornirà aiuti la Corea del Nord prima ancora che Pyongyang rinunci definitivamente la bomba atomica ora Condoleezza Rice segretario di Stato americano ha dichiarato al congresso che gli inviati americani siederanno alla stessa tavola con Iran e Siria una conferenza internazionale organizzata a Baghdad dal governo iracheno gli eventi ultimamente non devono essere andati tanto bene per Bush né sul terreno in Iraq né politicamente a Washington scrive il l'Economist molti membri del nuovo congresso tanto repubblicani quanto democratici sono ansiose di riportare a casa i militari americani da una guerra che penso che l'America abbia già perso
In dicembre il gruppo di studio bipartisan sull'Iraq ha detto che uno dei modi per evitare ulteriore causa di includere tutti i vicini dell'Iraq in una nuova offensiva diplomatica e in particolare di avere un dialogo costruttivo con Iran e Siria avendo rigettato le altre principali raccomandazioni del Rapporto Becker Remington
In particolare l'inizio di un ritiro a fase delle forze di combattimento americane Bush che evidentemente ha deciso di asce di cedere almeno su un punto quello del dialogo con Teheran e Damasco indipendentemente dal fatto che questo possa contribuire a calmare il congresso
L'impatto sull'Iraq sarà quasi certamente benefico secondo il settimanale britannico il governo dominato dagli sciiti di Nuri al Maliki non ha mai ricevuto molto sostegno dai governi arabi sunniti alcuni dei quali lo considerano un burattino di un Iran sempre più aggressivo
Combattenti stranieri entrano in Iraq dalla Siria per aiutare la ribellione sunnita
Armi e agenti iraniani attraverso non senza problemi la frontiera per sostenere le milizie sciite nessun futuro nemmeno moderatamente stabile e possibile senza un qualche tipo di cooperazione tra gli americani e vicini arabi persiani e turchi se tutto andava bene scrive l'Economist l'incontro di questa settimana Baghdad
Il secondo incontro pianificato per aprile a livello ministeriale
Potrebbero sfociare in un gruppo di contatto come quello che si è rivelato molto utile in Bosnia durante la guerra dei Balcani
Parlare è una cosa buona ma precisa l'Economist sarebbe sbagliato aspettarsi troppo da questa particolare sete di negoziati molti degli interlocutori infatti hanno interessi alquanto confliggenti uno degli obiettivi iraniani infatti di vedere l'America fallire i due Paesi sono poi bloccati in una prova di forza sul programma nucleare iraniano
America Silvia e Iran sono su schieramenti opposti nei conflitti tra Israele amasse tra hezbollah il governo libanese su questi temi non c'è aria di Gran Bar gain di grande scambio di grande accordo per contro il cambio di tattica dell'amministrazione americana coincide con una nuova offensiva di americani europei per sanzioni antinucleari più dure contro l'Iran
In dicembre il rapporto invecchia e Milton notava che nessuno dei vicini dell'Iraq vuole il suo collasso questo è vero che costituisce una piccola ragione per essere ottimisti
Ma quelle era che non è nemmeno un tipo di guerra civile che le potenze esterne possono fermare quando vogliono la principale causa della guerra scrive l'economista il rifiuto da parte della minoranza sunnita di accettare un nuovo ordine dominato dagli sciiti
E la riluttanza degli Sciti a fare concessioni che possono far cambiare idea ai sunniti gli americani vicini possono aiutare o provocare progressi ma sono gli stessi iracheni conclude l'Economist che devono fare la pace
Svolta americane commentata anche da Philip Stephens sullo Financial Times di ieri gli europei dovrebbero sostenere devono sostenere la nuova politica estera di Bush questo l'invito che troviamo nel titolo scrive il columnist del quotidiano della City
Questa è una proposta controversa stiamo assistendo a un importante benvenuta virata a centottanta gradi della politica estera americana ed ecco un suggerimento incendiario
Invece di dire avevamo ragione di insistere che è troppo poco e troppo tardi l'Europa deve agire per rafforzare questa svolta meglio ancora se gli alleati americani potessero rafforzare le loro risposte all'attuale disordine globale
La decisione di Washington di sedersi con Iran e Siria in discussioni regionali sul futuro dell'Iraq è importante abbandonare lo sforzo di isolare Teheran e Damasco difficilmente salterà l'Iraq dalla guerra civile ma almeno Bush ha messo da parte la sua versione
Nei confronti del di tutto quel che sa di multilateralismo il rafforzamento della pressione militare americana nel Golfo
Non è un preludio di una guerra con l'Iran come è stata letta in Europa come è stato letto in Europa l'invio di un seconda portaerei americane
Si tratta di una mossa volta a rafforzare la mano diplomatica dell'America a Washington è cambiata anche sono cambiati anche i toni della retorica secondo Stephens
Questa svolta precisa poi il columnist non deriva da un'improvvisa conversione di Bush il multilateralismo ma riflette un'attitudine pragmatica emersa a Washington dopo la sconfitta dei repubblicani alle elezioni di midterm dello scorso novembre
L'equilibrio dei poteri si è spostato la forza dell'unilateralista Dick Cheney è stata soppiantata dal pragmatismo del nuovo capo del Pentagono Robert Gates dalla crescente influenza di Condoleezza Rice
La Casa Bianca ha colto questa opportunità per ridefinire l'interesse nazionale in termini di engagement internazionale
Il punto preso nella giunta in sé come gli europei devono rispondere al pari degli Stati Uniti dovrebbero guardare al loro interesse nazionale e riconoscere che questo interesse e meglio servito se Bush riuscisse a trasformare insuccesso la sua nuova politica estera un esempio l'ultima cosa che vorrebbero gli europei una guerra americani eran ma allo stesso tempo non vogliono che Teheran acquisisca l'arma nucleare come mettere insieme questi due interessi l'Europa scrive Stephens dovrebbe estendere le sanzioni finanziarie adottate da Washington contro Teheran
Spingendo al contempo gli Stati Uniti ad ampliare gli incentivi per convincere gli iraniani ad aprire negoziati
La stessa coincidenza di interessi c'è per l'Afghanistan innesti europei
Privatamente riconoscono al rischio di una sconfitta della NATO ma poi pubblicamente spiegano di non poter mandare altre truppe o di chiama cambiare i le loro regole d'ingaggio che impediscono ai loro soldati di combattere contro i talebani
E anche questa politica dovrebbe cambia certo scrive ancora il columnist del Financial Times e fuori moda suggerire all'Europa di lavorare insieme a questa Amministrazione americana sarebbe molto più facile dire che tocca Bush mentre ordine nel casino che lui stesso ha creato il problema è che questo casino è il casino di tutti
Washington sta cominciando a perseguire quelle politiche che gli europei hanno a lungo sostenuto di conseguenza sarebbe utile incoraggiare invece di continuare a cavillare così
Philip Stephens sul Financial Times di ieri e sempre a proposito della svolta americana nel mondo
Vi dedica oggi spedito viale in chiave francese ma appunto l'invito potrebbe essere allargato non solo alla Francia ma tutta l'Europa per la prima volta due anni la Francia parteciperà a una conferenza internazionale sull'Iraq a fianco gli Stati Uniti ad altri paesi membri del Consiglio
Di sicurezza dell'ONU nonché paesi vicini nell'Iraq tra cui la Siria e l'Iran l'obiettivo tentare di far uscire questo Paese della situazione di cause di violenza in cui si trova
La Francia ha citato di parteciparvi sapendo che l'invito parte dal Governo iracheno e non dalle potenze occupanti l'annuncio di questa conferenza e la decisione resa pubblica da Condoleezza Rice
Che gli Stati Uniti vi parteciperanno insieme i danni Siria hanno colto di sorpresa i responsabili francesi lasciandoli alquanto dubitativi
I francesi in particolare temono che gli Stati Uniti cerchino attraverso un sotterfugio diplomatico di implicare la comunità internazionale nella gestione
Di una crisi che è stata provocata dalla stessa Washington Obiettivo americano secondo la Francia sarebbe di diluire le proprie responsabilità in realtà per le Monde
Quella annunciata da Washington è una vera novità che porta un minimo di speranza non non tanto sul fatto che questa conferenza porti a un cambiamento fondamentale della situazione in Iraq quel che attira di più l'attenzione il nuovo gesto americano in direzione dell'Iran l'ultima volta che Rai se aveva manifestato una disponibilità a entrare in un processo di dialogo con Teheran
Risale al trentuno maggio due mila sei
All'epoca Washington aveva preso la decisione storica di associarsi all'offerta di cooperazione fatta all'Iran dagli europei una prima dopo la rottura delle relazioni diplomatiche conterrà nel mille novecentottanta
Insomma nonostante i pericoli militari non abbiano cessato di crescere negli ultimi tempi nel Golfo in particolare con l'arrivo di una seconda portaerei americane fosse giunta l'ora di una pausa di far giocare appieno la diplomazia
Il problema per la Francia scrive le Monde per l'Europa aggiungiamo noi
Che costretta a uscire dalla sua postura di sola critica della politica americani in Iraq per dire pubblicamente in che modo è pronta a contribuire a un ritorno alla pace abbiamo concluso
David Carretta una buona giornata l'ascolto di radio radicale
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