Intervista a Giorgio Tonini sulla politica estera e sul rapporto tra Stato e Chiesa

Radio radicale abbiamo ora i nostri microfoni Giorgio Tonini vicepresidente della commissione Esteri a palazzo Madama e be né presidente Donini il centrosinistra ora dovrà affrontare un altro scoglio non da poco il dibattito sulla politica estera
Sì un un passaggio molto importante al quale ovviamente tutti assegniamo un grande grande vuole grande importanza si tratta di chiarire come
è possibile far convivere posizioni che hanno radici anche molto diverse dal punto di vista culturale
Che però possono incontrarsi e a me piace in anche completati una prospettiva unitaria di politica estera possibile però mi scusi il signor penso di sì ed è necessario perché naturalmente il Governo ha bisogno di sapere che c'è
Una maggioranza alle sue spalle
Che pur partendo da posizioni di partenza riverse però come dire ha tracciato un percorso convergente perché c'è questa rotta convergente tra posizioni diverse è evidente che il Governo può interpretarla creativamente
E può Tarja all'Italia quel peso a livello internazionale rimette in Italia merita
Altrimenti è evidente che il Governo si troverebbe in difficoltà e come ha detto il ministro Parisi
Cioè una visione comune non c'è un grande futuro per una coalizione di governo senta però tra vicenza e Afghanistan ha non è che ci sia questa perfetta armonia insomma ora dopo la manifestazione si riparla di referendum sulla base di vicenza
Eh sì io non sono mai stato contrario al referendum sulla base ricerca il problema è che il referendum non può che essere un referendum comunale cioè deve essere il Comune di vicenza indire referendum
Che il sindaco e il consiglio comunale lo escludono
Si possono fare dieci cento mille manifestazioni contro sindaco e contro il consiglio comunale ma non capisco cosa c'entri il governo cioè non penso che il governo possa imporre ad un comune un referendum in materia urbanistica credo che sarebbero una scorciatoia istituzionale abbastanza discutibile
Questo da un lato e però poi dall'altro lato sull'Afghanistan dopo il dibattito sulla politica e poi c'è lo scoglio fuga
Filo scoglio afgano per la verità mi pare quello anche sul quale si è lavorato di più e si è costruita una prospettiva convergente io penso che la posizione del governo sia molto seria e vada sostenuta cosa dice il Governo in sostanza noi non possiamo chiamarci fuori dalle alleanze internazionali a differenza dell'Iraq dove l'Italia era andata per così dire per conto suo
Nel caso accada invece l'Italia c'è andata come Paese NATO quindi all'interno una di una di un'alleanza che ha una sua struttura e anche delle sue regole precise
Noi non possiamo non vedere le difficoltà della missione afgana e quindi dobbiamo cambiare i connotati a quella missione i connotati politici e militari e quella lezione
E non possiamo però farlo per conto nostro dobbiamo farlo dentro gli organismi multilaterali e cioè in sede NATO per un verso o per altro verso in sede ONU per esempio valorizzando il fatto che l'Italia oggi il Consiglio permanente fino al nel Consiglio di sicurezza come membro a rotazione
E quindi può in qualche modo esercitare un ruolo si parla di dare all'Italia il ruolo di relatore in consiglio di sicurezza su questa questione insomma è evidente che l'Italia può esercitare un peso un ruolo si tratta di capire se noi vogliamo farlo
Per incidere attraverso un negoziato e un confronto con gli alleati oppure se vogliamo invece per così dire chiamarci fuori ora quando si parla di conferenza di pace ma CISL vogliamo trattare con i talebani
La conferenza di pace è una delle dei possibili delle possibili punti di caduta di questo mutamento di prospettiva io penso che si tratti di coinvolgere le forze che sono sul campo compresi anche i talebani evidentemente e per altro verso si tratta di coinvolgere i Paesi confinanti
Si tratta come obiettivo di internazionalizzare la missione elimina in Afghanistan che oggi è una missione eccessivamente connotata in chiave ONU e quindi in chiave è nato e qui iniziano occidentale
è una missione militare che sostanzialmente escono Ute
Da qualunque livello di corresponsabilità nella gestione militare e politica il mondo asiatico e io penso che questa sia una prospettiva difficilmente sostenibile naturalmente a nessuno sfugge come questo cambiamento di paradigma sia qualcosa di assolutamente difficile da fare però io penso che e questo per il quale vale la pena battersi anche come Paesi come Italia la strada invece di dipendere da solo di la via della che rechino unilaterale
è una via che insomma il nostro Paese e non da al nostro Paese il ruolo chi costruttore attivo della pace che invece dove tutti vogliamo che gli venga riconosciuto
Senta senatore Tonini parliamo di un argomento a leccare i rapporti col mondo cattolico e con la chiesa oggi si celebra il concordato mi mi pare che le polemiche non siano proprio sopite
Sì io dirò in questo momento c'è un attimo di tregua per costituire naturalmente io non condivido le posizioni di chi dice che bisogna rimettere in discussione concordato concordato vere
Una un'acquisizione fondamentale nella storia Anna italiana
Oltretutto è tutelato da una una c'è una blindatura costituzionale robusta come l'articolo sette della Costituzione quindi non si tratta
Il mettere in dubbio il concordato si tratta di vivere in modo diverso un un rapporto tra Stato e Chiesa in un contesto che si va modificando profondamente
Questa questo questo rapporto tra tra Stato e Chiesa conosce dei dei momenti di difficoltà quando si tratta di decidere su questioni che vengono definite eticamente sensibili
La Chiesa ha tutto il diritto di esprimere la sua opinione io penso che il punto credo sia verificarne che c'è una politica che è in grado di ascoltare chi prendere sul serio la considera gliela come altre voci nella nella ricchezza del pluralismo sociale del nostro Paese e poi di fare le sue mediazioni esercitando la propria responsabilità
In altri momenti abbiamo visto come questa forza da parte della politica non ci sia
Credo che in questo passaggio storico di fronte anche ad una materia delicata e complessa come quella della disciplina giuridica dei diritti delle persone che vivono le unioni di fatto
Credo che la politica debba dare questa duplice prova di maturità e cioè da una parte la capacità di ascoltare anche i richiami alla Chiesa che sono richiami radicati nell'esperienza del popolo italiano e dall'altra parte la capacità di decidere laicamente
A livello democratico insomma nelle istituzioni democratiche comincia dal Parlamento ringraziamo ritiriamo Giorgio Tonini vicepresidente del Consiglio per Palazzo Madama conosciuto come sempre da radio radicale