Economia e Mondo. Guerra e pace: la società aperta e le relazioni internazionali

No
Sì poco di questa parte
Componente spari
Credo
Prego tutti di prendere posto
Grazie
Grazie
Buonasera
A tutte
Io sono Boris Biancheri presidente bellissimi
Si rischia il piacere di ospitare
Questa tavola rotonda nel complesso di questa devo dire
E ringrazio l'Università Bocconi
Corriere della Sera per aver organizzato
Un evento che ha pochi precedenti perlomeno a mia conoscenza
Nella
Nella storia
Della diffusione della cultura
Sulla società
E sulle relazioni internazionali nel nostro Paese perlomeno negli ultimi tempi
Il titolo lo conoscete
L'idea è di parlare
Di questa nuova società che si va formando alla società
Aperta
Un termine
Meno limitativo
E che
Con nota meno specificamente ciò che spesso che abbiamo
Come globalizzazione ma che va al di là della globalizzazione
E
Per quello che riguarda
L'incontro di questa sera
Il tema specifico e quello
Della società perfetta e il mondo
Dell'economia e il mondo
Abbiamo
Un
Una tavola rotonda alla quale
Partecipano personalità di grande spicco io sono profondamente grato
Al Presidente D'Alema all'onorevole Casini e ai membri di Pannella
Professor Colombo
Visto il bel Pietro
Professor Bruni l'ambasciatore Romano
Di essere qui
Questa sera per discutere di questo problema ampio mi limiterò
Oltre ai ringraziamenti che sono
Veramente sentiti e sinceri
Perché ha organizzato questa serie di eventi
Mi limiterò a pochissime parole introduttive
Non c'è
Dubbio
Che
Il mondo la società internazionale nel suo complesso stia attraversando in questi ultimi anni una fase di accelerata trasformazione credo che lo sentiamo tutti è difficile
Dare un nome difficile vederne le cause ma noi tutti sentiamo che qualche cosa di profondamente diverso sta intervenendo
E sta intervenendo
In tutti i campi
Sta intervenendo nell'economia ed è quella alla quale ci riferiamo più specificamente quando parliamo di globalizzazione
Sta intervenendo nell'ambito mediatico nella comunicazione
Che è soggetta
A una trasformazione vertiginosa
Proprio in questi ultimi tempi
Sta intervenendo nelle relazioni internazionali e nella parte politica delle relazioni internazionali così come nella parte economica
E sta intervenendo anche nella cultura
E nello studio dalla società in genere
Di tutti questi
Specifici ambiti
Si è parlato e si parla si parlerà nel contesto di questi eventi che Università Bocconi che cos'era hanno organizzato hanno voi in quello di parlare
Il loro impatto e dell'impatto di questa trasformazione nell'ambito delle relazioni internazionali tema vastissimo
Ma certamente il pane
Che c'è qua quest'oggi
All'altezza
Di un tema di tale complessità e di tale vastità io mi limito a pochissime
Parola
Senza
Voler ripercorrere neanche solo le grandi tappe
Di questi ultimi
Decenni
Ma per rimontare a quello che è un po'l'origine di questo di questa fase di mutamenti e cioè
La fine diciamo della confrontarsi e non è tra i blocchi di una confronto azione che si fondava
Su dei criteri di carattere ideologico
E con il sopravvenire
Di una diversa
Concezione della società
E con diverse tecnologie che hanno permesso questa trasformazione perché
Se non vi fossero stati i progressi processi tecnologici di questi ultimi tempi la stessa globalizzazione non potrebbe esistere
è accaduto qualcosa di profondamente diverso rispetto al mondo come era stato concepito del mille novecentoquarantacinque quando è terminata la seconda guerra mondiale e si è formato si è disegnato un assetto delle relazioni internazionali quando ne parliamo di una setta Relazioni Internazionali pensiamo di fatto
Al mille novecentoquarantacinque
Alla creazione
Dell'Organizzazione delle Nazioni Unite
E
Diciamo a una concezione
Fondamentalmente liberaldemocratica delle relazioni internazionali
La stessa Carta dei diritti dell'uomo nell'espressione ed è
Una concezione laica liberale democratica del mondo
Che non era attuata accerto nel mille novecentoquarantacinque era prima ancora della decolonizzazione ma questo era
Il concetto fondamentale al quale si guardava
Oggi
A sessant'anni
Da allora
Non non si può più dire che questo concetto così come era stato impostato sia universalmente condiviso
E condiviso ancora
Da una larghissima parte
Delle Nazioni
E dalla popolazione del mondo ma non è
Considerato intangibile
è intoccabile da tutti
Altre istanze
Sia di carattere nazionale
Sia di carattere spirituale
Si sono affermate si vanno affermando come componenti strutturali fondamentali della società di oggi
E altre possibilmente possono venire io mi riferisco evidentemente
A un processo che a parte
Di grande importanza all'interno del mondo islamico che ha una diversa concezione rispetto a quella liberaldemocratica
E non parlo del terrorismo Kennedy diciamo
Un aspetto patologico
Parlo dalla concezione
Di una visione del mondo diverso da quella che era stata impostata originaria ma non possiamo escludere che
In parti dell'Asia Cina in India sopravvengano delle
Altre conformazione
Anch'esse distanti da quella che è la nostra concezione quindi ci troviamo in presenza di dissonanze sul piano della visione spesso dei rapporti internazionali
Io mi limito a questo non non dico che necessariamente questa sia una visione che tutti debbono condividere ma certamente a me sembra che sia un
Un dato essenziale del mondo in cui stiamo vivendo e molti dei fenomeni
Che caratterizzano
Il mondo contemporaneo possono essere fatti risalire a questa diversa approccio
Perché nel mille novecentoquarantacinque anche quando
Vi erano dei grandi partner internazionali che non condividevano
All'interno dei loro sistemi nazionali l'approccio se così posso dire
Termine
Improprio in questa estensione principi le idee laiche liberaldemocratiche però non ne condivido non ne negava hanno la necessità sul piano generale internazionale
Mentre adesso c'è una un dubbio che questo possa essere un criterio universale valido per tutti
Mi fermo
Mi fermo qui perché
Non voglio certo portare
Via la parola ai membri di questo pannelli e perché comincerei
Col dare la parola allora il professor Bruni
Apro solo chiedo scusa al professor Corso
Grazie Presidente
E anch'io cercherò di essere molto breve ed alta non farò altro che
Cercare di riassumere
Le ragioni è il percorso che
Franco Bruni io abbiamo affrontato in questo anno per cercare di immaginare un dibattito sulla società aperta applicando questo concetto alla vita internazionale
Perché il primo problema credo che sia un problema di facilissima comprensione credo che
Sia la prima cosa che si nota
E che l'idea di parlare di Società aperta per quello che riguarda la vita internazionale è un'idea temeraria
Il concetto di Società aperta è un concetto che nella vita internazionale ha un contenuto
Molto complesso
Pertanto per cominciare nella vita internazionale problematico e lo sappiamo parlare di società
E ci dobbiamo chiedere se esista
Una società internazionale
Oppure se come dicono altri la vita internazionale e puramente e semplicemente dominata da rapporti di potere
Ci dobbiamo chiedere
Anche ammesso che una società internazionali esista se e quanto la società internazionale possa essere
Assimilata una società politica interna come quelle le quali siamo abituati nelle quali viviamo
Ci dobbiamo chiedere ce lo dobbiamo chiedere sempre di più per di più
E ci dobbiamo chiedere se la società internazionale abbia bisogno come molti sostengono come moltissimi hanno sostenuto in passato
Se la società internazionale abbia bisogno di una cultura comune
Quale senza dubbio era il rapporto tra società internazionale cultura comune nell'Ottocento è ancora nella prima metà del Novecento dove chiaramente la Società internazionale era fondata sull'Europa
E la cultura comune che sosteneva questa società internazionale è una cultura comune europea
Allora tutte queste sono questioni che ci dovremmo porre comunque a proposito di Società internazionale
Ma a maggior ragione il concetto diventa problematico se invece di società internazionale parliamo più specificamente di società aperta nella vita internazionale
E qui
Senza alcuna pretesa di esaurire i temi che potrebbero essere trattati
A proposito di questo argomento di questo concetto
A me sembra che si possono individuare alcuni nodi cioè alcuni possibili significati di Società aperta nella vita internazionale ma come vedremo ciascuno di questi significati porta con sé anche tensioni contraddizioni
Allora il primo significato
Il primo significato di società aperta nella vita internazionale quello che
In qualche misura ci è stato suggerito dalla fine del bipolarismo dalla fine della guerra fredda
Da quello di cui abbiamo parlato a lungo nel corso degli anni Novanta e quello che
Alla fine si è concretato in quella sorta di grande metafora della trasformazione delle relazioni internazionali contemporanea che la globalizzazione
Allora per società
Aperta nella vita internazionale potremmo intendere
E l'opposto di una società di leasing
Il grande percorso degli anni Novanta
è da un lato il superamento delle fratture soprattutto in Europa non soltanto la caduta del muro di Berlino ma la caduta di una serie di frattura e quindi una rappresentazione della vita internazionale tutta all'insegna della ri unificazione
O addirittura potremmo parlare di Società aperta nel senso che la compiuta globalizzazione
Quelli non soltanto di superamento di fratture che c'erano ma superamento di tutte le fratture
Se no che questa visione che una visione credo molto forte anche nel dibattito pubblico nelle nostra retoriche politiche
E questa visione ha una serie infinita di problemi
E non solo per l'ovvia ragione che alla fine del vecchio conflitto sono sì pensati nuovi conflitti questa è una banalità
Le Regioni sulla più importanti
Pertanto per cominciare
La fine della guerra fredda e la fine del bipolarismo ci ha ricordato e ce l'ha ricordato con durezza
Perché la frattura est-ovest
Era sì un grande elemento di divisione ma allo stesso tempo era paradossalmente un elemento di unificazione del sistema internazionale
Per la frattura est-ovest e la guerra fredda tenevano insieme in qualche misura
La vita internazionale i diversi contesti regionali
E contesto internazionale successivo cioè il nostro e da questo lato un contesto di riunificazione ma anche diversificazione
è venuta meno la divisione mai venuta meno insieme a quella divisione anche sottinteso di riunificazione che correva con la divisione
Oggi i sistemi regionali sono sempre più diversi l'uno dall'altro i conflitti sono sempre più diversi l'uno dall'altro
Esista in altre parole tutto l'opposto di una unificazione
Con un elemento in più sul quale non ho intenzione di
Mettere ulteriore enfasi visto che ce n'è già abbastanza
In questo processo di diversificazione noi assistiamo senza dubbio alcuno a un processo di diversificazione cultura
Quindi a un contesto nel quale
Culture diverse da quella che tradizionalmente ha sostenuto la Società internazionale cioè culture diverse dalla cultura europea e occidentale
E torno a pesare sulle relazioni
E tornano più o meno apertamente a mettere in discussione le eredità della vecchia società internazionale e della vecchia pretesa europeo occidentale di essere una cultura è una scelta universale
Quindi questo è un primo nodo
Società aperta come superamento delle divisioni ma con tutto quello che consegue nella realtà contemporanea delle relazioni internazionali c'è
Un secondo possibile significato
Per concetto di Società aperta
Noi potremmo
Intendere nella vita internazionale Società aperta come una società internazionale composta da società aperti c'è una società internazionale composta democrazie liberali
Questo è un altro modo di intendere la Società aperta
è un modo che
Credo che
Abbia fortissimi suggestioni nella cultura politica
Non soltanto nordamericana come qualche volta diciamo ma anche nella cultura politica europea
Ecco la democrazia come nuovo principio di legittimità internazionale e le democrazie come attori per eccellenza della Società internazionale
Questo forte riscontro nelle nostre culture e inutile dirlo e questo è stato per molti versi anche il programma esplicito dell'amministrazione americana di George Bush
C'è un programma di elevazione anche molto dura molto radicale
Della democrazia principio di legittimità internazionale spinto fino al punto
Da proporre o imporre
Un principio esplicito di discriminazione a favore delle democrazie
Cioè non più semplicemente l'idea che le democrazie siano regimi politici migliori degli altri
Ma l'idea che non deriva necessariamente dalla prima che essendo migliori meritino anche più diritti degli altri
Allora questa
Idea
Che l'idea più estrema di Società aperta è inutile dire un'idea che
Trascina con sé una quantità di problemi
E tanto per cominciare la discriminazione a favore delle democrazie pone un problema di eguaglianza
In modo paradossale oggi principio democratico e posto come un principio antinomico rispetto al vecchio principio dell'eguaglianza formale dell'Istat
E anche l'eguaglianza e naturalmente un principio democratico
Quindi ci sono potremmo dire due interpretazioni democrazie due sensi diversi la democrazia che collidono
E non solo
La discriminazione a favore delle democrazie rischia di essere percepita e credo che lo sia già molto spesso
E come nient'altro che la riproposizione di una vecchia discriminazione a favore dei Paesi europei e occidentali
Quindi ancora una volta
Un'intenzione democratica ma una percezione
Che riproduce questa discriminazione che vede questa discriminazione alla luce della
Più profonda diseguaglianza
Nella storia delle relazioni internazionali degli ultimi secoli
E per di più come se non bastasse
E la discriminazione a favore dei democrazie diminuisce e lo vogliamo oppure no l'incentivo di tutti quegli attori che sono definiti non democratici a stare alle regole per quale ragione io devo stare alle regole stile regole mi escludono
E concludo con un terzo possibile significato
Che molto collegato a questo per società aperta noi possiamo intendere dovremmo intendere normalmente intendiamo questo nella vita politica interna una città inclusi
C'è una società nella quale
Ci sia posto per il maggior numero possibile di soggetti
E questo credo che sia il nostro progetto di società aperta nella vita internazionale e questo credo che sia anche una
Delle ragioni di consonanza tra questo progetto e
Il principio democratico come lo abbiamo espresso prima
E se non che la discriminazione a favore le democrazie va a incidere proprio su questo
E la discriminazione a favore delle democrazie ci restituisce una società internazionale che è molto più esigente nipoti principe
Ma che proprio per il fatto di essere molto più esigente anche molto meno inclusiva
Sono meno inclusi delle istituzioni Emily inclusivo il negoziato basta pensare
A quanto spesso negli ultimi anni soggetti dichiarati non democratici sono stati esclusi dal negoziante
Allora io non credo in questi dieci minuti di avere esaurito la quantità di ambiguità
Di questo trapasso della nozione di Società aperta dalla vita interna la vita internazionale ma a me sembra che questi sono i punti probabilmente più macroscopici anche quelli che hanno ricadute più immediate nella politica internazionale attuale grazie
Grazie
Grazie professor Colombo
Lei ha giustamente affrontato
Diciamo prevalentemente politico
Dello studio che
ISPI
Ha fatto il fa su questa tematica
E quindi passare al professor Bruni
Che lo vede sotto un'angolazione
Maggiormente socio economica
Grazie
Sì dal punto di vista economico ci siamo divisi così i conti con Alessandro
La
La cosa concettualmente un po'più semplice l'economia politica forsennata proprio per aprire
Relazioni internazionali grandi economisti inglesi che hanno fondato l'economia politica moderna
Tenevano soprattutto a questo
Non
Che
Però sia più facile da realizzare
La questione del rapporto tra società aperta e relazioni internazionali
A numerosi profili in economia
Cui corrispondono temi che
Il nostro panel potrebbe oggi
Se crede toccare
E
Qui prima di vedere entrare posso Monti mi erano fatto di ringraziare il pane anche a nome della Bocconi sono l'unico bocconiano al tavolo e i
Boccone fra gli organizzatori di questo detto
Sullo sfondo c'è innanzitutto un grande tema molto tradizionale
Dibattuto
Viene prima lo sviluppo economico o la pace
E prioritario assicurare stabilità politica magari come egemonia e colonialismo
E attendersi che essa produca prosperità economica di sviluppo dei redditi e degli scambi o e più efficace l'opposto
Solo assicurando commercio sviluppo ictus Commerce si ottengono relazioni politico internazionali pacifiche stabili quale viene prima
Consentitemi senza rispondere con alcuna concretezza
Alla corposa questione di ricordare quanto la linea che va dal commercio alla pace la linea che cerca di ottenere stabilità politica con l'integrazione e lo sviluppo economico piuttosto che viceversa sia particolarmente adatta al profilo
Consentitemi l'aggettivo mercuriale dell'Europa e in particolare sia secondo me
Innanzitutto il segreto del successo dell'allargamento della
Dell'unione europea ai Paesi cent'centrorientale
Il successo quello che è già stato ottenuto nella misura in cui è stato ottenuto che non è completa ma
Ma c'è
E e anche il successo che speriamo segua nel prossimo futuro
Sono Paesi che la cui stabilità politica e la cui
Armonizzazione politica con il resto dell'Europa dipendono molto dalla capacità nostra di sviluppare intensamente le regole del gioco economico con
Secondo sia indispensabile questa dimensione mercuriale per comprendere per esempio le relazioni fra l'Europa e la Cina
E
Consentitemi anche questo
Questo tocco di un problema colossale che le devo solo menzionare
Dovrebbe essere ritenuto secondo me molto più importante strategicamente per il Medio Oriente
Nei suoi vari punti di crisi dove invece
Si tende da parte di molti a insistere con una strategia e qui non credo che ci sia il Ministro D'Alema
Tende da parte di molti ad insistere con una strategia diplomatico militare che non vede spesso abbastanza al centro gli incentivi economici alla pace all'apertura e all'integrazione
E mi vien bene qui di dimensionare perché come uno degli introduttore del panel non posso farne a meno
Di ricordare la questione del rapporto petrolio energia
Guerra e pace
Che certamente qualcuno dei pannelli suora
Toccare da affrontare
Dove il Medioriente in prima fila ma
Comprimaria ormai col Medioriente della Russia
Non faccio considerazioni in proposito ma spero che
Qualcuno li faccia
Molti degli altri aspetti economici del tema Società aperta e relazioni internazionali possono ricadere nel grande capitolo intitolato la questione della globalizzazione economica
Sul quale vorrei fare qui un'osservazione sola ispirata
A una questione che è stata dibattuta
In vari momenti nel nostro formata Economia e Società aperta fino adesso e fin dal primo seminario tenutosi in Bocconi mercoledì mattina
La questione il rischio in fondo che la globalizzazione susciti i suoi nemici
Fino a interrompersi
A fallire a invertire fissi e magari a precipitare nel suo posto la disgregazione la tragedia come è già avvenuto con il precedente formidabile
Periodo di globalizzazione dalla seconda metà dell'Ottocento alla prima guerra mondiale un periodo di straordinario sviluppo economico del commercio e della finanza mondiale
Stimolati dal grande progresso tecnico in particolare dalla riduzione dei costi di trasporto e di trasferimento delle informazioni dalla macchina a vapore a
Telegrafica
Un periodo che resistette a lungo pur avendo dei vincitori ma anche dei vinti
Il lavoro meno qualificato le produzioni agricole europee l'artigianato l'industria minore
Tanti vinti che a a lungo
Non ebbero la possibilità di
Fare pressione sui vincitori
Ma poiché a lungo andare questa pressione si è venuta accomunando
Sono nate le organizzazioni dei lavoratori sono nati i sindacati è stato allargato il suffragio elettorale
C'è stata una crescente democratizzazione si sono spostate le situazioni di potere politico e il leader della globalizzazione che ne erano anche i vincitori hanno perso il controllo
Del processo e forse anche per questo sono seguiti sessanta anni di chiusura di tragedie e poi lentissima l'apertura
Del dopoguerra che a
Accelerato solo negli ultimi quindici anni
Capiterà ancora con questa
Globalizzazione in corso
Questa è una domanda che tutti ci facciamo certamente io non ho la risposta ci sono però almeno tre
Fronti su cui muoversi per evitare di ricadere ARCI
Il primo è accompagnare la globalizzazione
E di questo abbiamo parlato a lungo già in altre tavole rotonde del nostro forum con politiche di redistribuzione che difendono chi rischia di uscire gravemente sconfitto dal processo
Consentitemi un una metafora che forse può essere cara Massimo D'Alema supponiamo che il venti che la pubblicazione sia vento forte e mare grosso
La parte aderenti prendere
I rischi ma anche le opportunità
Deve
Già compensare il vento più forte andando fuori bordo soprattutto né i lati della rotta che lo richiede
Secondo gestire la globalizzazione economica con la cooperazione politica multilaterale in modo da graduato a me coordinarle in profili agli affetti
Contigua continuando nel precedente paragone se c'è vento e mare grosso bisogna migliorare il coordinamento dell'equipaggio della barca a vela
Ma non basta
Se aveva tanto vento in una certa direzione si rischia di cinque scoppiare
Se ci si limita al resistere al vento a controllare il vento a cercare di fare i manager del vento
Bisogna assecondarlo strumento
Anche sapendo corro oggi correggere la rotta
Perciò ed ecco il terzo fronte su cui bisogna agire bisogna accettare la sfida togliere le rigidità
Bisogna offrire si protezione generale temporanea a chi dalla globalizzazione dallo sciopero di trazione rimane disorientato spiazzato sconfitto
Ferito oggi ci sono queste
Diciamo questi modelli ed è questo particolare sviluppati sul mercato del lavoro di cui molto si parla la flexsecurity ma ci sono cose analoghe che si possono fare in altri comparti della società
Ma
Al di là di questa protezione generale non bisogna cercare di evitare che le nuove opportunità offerte dalla globalizzazione producono
Un
Un grande ricambio delle élite politiche economiche in tutte le classi sociali da dal lavoro poco qualificato fino ai professori fino
Ai diplomatici
Un grande ricambio di leader
Un grande ricambio di protagonisti un grande ricambio di vincitori
è facile da dire difficile da fare questo lo so ma credo che il miglior modo di
Apporre diciamo di di affrontare le nuove
Relazioni economiche internazionali sia quello proprio di farlo con l'apertura e non con la chiusura difensiva
E volendo concludere con un esempio specifico riferendomi al secondo aspetto che dicevo prima bisogna fare in modo
Che alla globalizzazione
Si faccia affronto fronte con la cooperazione multilaterale
Questa cooperazione deve essere per quanto riguarda ad esempio le politiche del lavoro sono quelle più delicate
Da certi punti di vista in questa materia
Bisogna cooperare moltissimo
Ma bisogna cooperare per aprirsi
Meglio tutti per trovare le tattiche le strategie migliori con cui aprirsi insieme aprire i mercati del lavoro insieme non cooperare per difendersi dall'apertura non cooperare
Per concertare l'irrigidimento cosa che per esempio in Europa a volte sottintesa quando si parla di politiche
Del lavoro e sociali comuni perché si sottintende che questo sarebbe l'atteggiamento con il quale si affronta la cooperazione
Ma pensate se capovolge sì ma la cosa pensassimo di cooperare per aprire invece che cooperare per chiudere
Forse saremmo tutti persino a favore di politiche del lavoro europeo era un esempio solamente scusate forse preso troppo tempo trentotto
Bene mentre abbiamo avuto due
Visioni complessive di riferimento quella di
Quella di Colombo
Sul piano politico quella di Broni
Sul piano economico quest'ultima direi con accenti
Più ottimistici più positivi rispetto alla prima ma questo non sorprende perché sono tempi in cui è più facile essere ottimisti in economia che in politica
Ma
Adesso passerei la parola
A Belpietro sono sicuro che su questi
Quadri certamente qualche irruzione non verrà a mancare
Grazie grazie a tutti credo che ammetto che parlare principalmente di Società aperta
In un periodo di guerra e pace in riferimento all'informazione io credo che
In questi anni noi abbiamo assistito ovviamente a una guerra ma abbiamo assistito anche a una guerra all'informazione
E paradossalmente ciò è avvenuto proprio nel momento
Di maggiore apertura dei mercati e quindi di maggior confronto
Perché dico questo noi all'eravamo abituati a delle tradizioni di buon giornalismo buon giornalismo di guerra che ci raccontasse ciò che accadeva in giro per il mondo ce ne riferisse con equidistanza
Ne abbiamo prova nei conflitti che si sono stesso svolti nel cosiddetto secolo breve insomma ma
Ne abbiamo prova in
Moltissimi casi cito per esempio quello famosissimo di alcuni giornalistiche
Grazie alle loro inchieste riuscirono a portare alla luce una delle stragi più terribili compiute dall'esercito americano in Vietnam cioè quella di My Lai
Quando l'undicesima brigata entrò in questo villaggio stemmino trecentoquarantasette civili
Il giornalismo armato di buone intenzioni il giornalismo come lo intendiamo equidistante dalle dalle diverse parti quindi era pronto a raccontare quello che stava vedendo in questa in questo nuovo millennio pronto a raccontarlo con gli stessi strumenti convinto di poter
Avere un ruolo invece noi abbiamo assistito a un giornalismo
Che anziché essere una terza parte anziché essere sopra i combattenti
Per quanto combattenti di quella che è stata definita una guerra asimmetrica si sono trovati essi stessi parte
Si sono trovati a essere considerati un nemico si sono trovati a non poter fare sostanzialmente il proprio mestiere dall'una e dall'altra parte con maggiori rischi ovviamente da da una parte cioè quella
Dei terroristi
Io credo che proprio sia stata condotta un'operazione contro l'informazione che
Per evitare che vi fosse appunto una
Documentazione il ciò che accadeva in alcuni paesi dove si erano questi conflitti
L'immagine di cane da da guardia di del giornalismo indipendente che noi avevamo e quindi ci consentiva di sapere anche degli errori strategici commessi
Dagli eserciti impegnative alcune guerre o
Dirle delle stragi come appunto nel caso di My Lai
è stata spazzata via a febbraio del
I cinque anni fa quando fumo di fronte alla rapimento e alla uccisione di danni ulteriormente un giornalista del Wall Street Journal che venne assassinato anzi direi venne
Attirato in una trappola per che dalle Alpi era
Di base in India e aveva qualche contatto con il Pakistan e vende ter trascinato in questa trappola e assassinato senza alcun reale motivo se no quello
Dell'odio nei confronti
Di un giornaliste per giunta di un giornalista occidentale quello credo che sia stato il momento in cui abbiamo capito che non era più possibile aprire una
Per esempio un Peter Arnett che ci raccontasse proprio da Baghdad sotto le bombe americane l'effetto delle bombe americane ce n'era più possibile considerare i giornalisti come
Terza parte di un conflitto come cronisti e spettatori e non quindi coinvolti e come invece sono stati coinvolti
A che cosa abbiamo assistito poi abbiamo assistito a un'escalation di terrore e a il Giornale ai giornali e i media usati non più per riferire con equidistanza ciò che accadeva ma usati come veline del terrore
E che anche questa è stata un passaggio Terri ore quando abbiamo visto l'uccisione atroce terribile Dimich Barry è questo e civile americano giustiziato se si può usare questo termine assassinato direi più correttamente mentendo salva una tutto arancio esattamente come un prigioniero di Guantanamo a dimostrazione che chi commise quel delitto quell'assassino che spaventò Ettore Rizzo il mondo avevo una strategia ben chiara a chi era qui il la di fare alcuni riferimenti e che cosa sapeva chi fece quel delitto sapeva esattamente usare i media e usare le veline del terrore per spaventare l'Occidente un Occidente che non è in grado di sopportare
Atti
Di barbarie di crudeltà atti di ferocia ingiustificati in fondo perché quello era
Semplicemente un civile non era neppure un
Un un soldato
E e quindi in quel momento ancor di più sia ottenuto un risultato uno terrorizzare una società occidentale che non è disposta a sopportare atrocità del genere una società che è cresciuta nel rispetto dei diritti umani evidentemente di fronte a una cosa del genere capisce che tutti i suoi valori tutti i suoi meccanismi tutti i suoi sistemi di confronto non servono assolutamente a nulla per dialogare con questa
Con questa parte del mondo ma allo stesso tempo è servita isolare ancor di più questa parte del mondo ossia
A far credere all'Occidente che tutto tutti i Paesi Islam Ezio musulmani fossero quella cosa fossero la barbarie c'è nell'opinione pubblica c'è stata una reazione per cui si identifica il fondo il mondo islamico spesso con quella barbarie
E quindi paradossalmente da un lato si
Si è terrorizzato l'Occidente ma si è aperto una frattura ancor più ampia tra Occidente
E mondo arabo
Ulteriormente si è ottenuto un altro risultato ossia fare proselitismo e questo
E un uso spregiudicato del sistema di informazione un uso che serviva evidentemente ad accalappiare quei
Quei mussulmani quei
Quei cittadini di fede islamica che avevano delle condizioni radicali
Va beh oggi in poi il giornalismo indipendente ha cominciato a fare dei passi indietro ha cominciato a non raccontare più in presa diretta ciò che accadeva perché si sentiva esso stesso minacciato l'abbiamo visto di rapimenti sono stati all'ordine del giorno
E ed erano rapimenti mirati rapimenti che puntavano ai giornalisti guardate che
Se noi pensiamo alla storia dei molti giornalisti uccisi sui fronti di guerra scopriamo che quasi sempre erano giornalisti uccisi durante i combattimenti ma non
Rapiti e assassinati in maniera truce per spaventare quella che che potremmo chiamare la categoria della stampa
Credo che
Ci siano solo due casi di giornalisti rapiti perché erano appartenente a una determinata
Venivano dagli Stati Uniti e quindi ero considerati nemici
Nel caso di due giornalisti in Cambogia all'epoca dei Khmer rossi mai i giornalisti erano considerati nemici a maggior ragione spesso venivano considerati soprattutto dalle guerriglie dei vari Paesi dove erano in corso dei conflitti come amici cui mostrare
Le stragi commesse da da Paesi invasori occupanti li ho avuti altri quindi erano considerati comunque un sistema per dare più informazione perché laddove l'esercito era più forte l'esercito principale l'informazione magari era limitata
Quindi noi ci siamo trovati a fare i conti con questa situazione a questo punto con l'informazione annichilita spaventata in ritirata
Sapete che nella maggior parte dei paesi dove vi è in corso un conflitto ormai il numero di giornalisti occidentali è ridotto al minimo ha ridotto al minimo perché l'ultimo caso
Cui abbiamo assistito fra l'altro in un Paese dove non erano accaduti grandi fatti come questi
Quello dell'Afghanistan dove dove il giornalista di Repubblica Mastrogiacomo un collega è stato rapito con tutto ciò che ne è seguito
In media quindi si sono ridotti ad essere delle veline appunto del terrore ricevono dei comunicati via internet dei filmati
Si dicevano delle informazioni e sostanzialmente diventano la cassa di amplificazione di queste informazioni tenete presente che ormai
Tutti dai talebani ai Agnelli membri di Al Qaeda ma persino gli hezbollah dispongono di uno straordinario apparato di informazione
Per cui hanno delle case di produzione per esempio ce n'è una che età che quella dei talebani
Che addirittura si occupati fornire i filmati filmati dei rapiti i filmati delle scene di combattimento nella in Afghanistan e per farlo nel migliore dei modi così come
Alza alzava ieri quando deve fare dei comunicati ha una propria casa di produzione e quindi l'uso dei media è straordinario da questo punto di vista e le televisioni occidentali che ricevono così com'tempo di giornale ricevevano i comunicati del brigate rosso del teatro degli altri movimenti terroristi ricevono queste cassette e sono costrette sostanzialmente a prenderne atto perché non hanno altre fonti di informazione
Quindi paradossalmente assistiamo a una
Barbarie straordinaria ma una sofisticazione nell'uso
Dei Menia che addirittura
E straordinaria cioè
Questi movimenti terroristici hanno scoperto la libertà di stampa pila usano contro l'Occidente per fare di quella stessa libertà di stampa una fonte straordinaria di diffusione del proprio pensiero
Giornalismo attenta indipendente a questo punto che altro può fare si trova nelle condizioni di non verificare le notizie di cui che riceve incluso spregiudicato fatto dai terroristi mette nelle condizioni di media di
Essere essi stessi strumento spregiudicato della diffusione di queste informazioni
Con
Una grande noi spesso parlavamo nel periodo del
Adesso mi taccio perché temo di essere arrivato alla fine no parlavamo della disinformati a ma qui siamo di fronte anche operazioni di disinformazione che sono particolari quando noi abbiamo visto per esempio le immagini
Della strage di canali in Libano l'immagine è stata indicata sono state registrate solo da televisioni arabe e in particolare da una che con la Al Jazeera
Soltanto successivamente ma l'emotività ovviamente era già stata
Aveva già contagiato tutti quanti quando abbiamo visto i bambini si è capito che la strage era in termini più ridotti non erano ottanta i morti ma molto di meno sempre tanti erano sedici ma molto di meno rispetto a quelli perché perché
I filmati aveva consentito di farvi passare davanti alla telecamera gli stessi cadaveri magari cambiando alcuni particolari perché questo dell'uso drammatico che se ne è fatto così come se ne è fatto altrove con la strage dice niente
Il paradosso dunque che noi abbiamo una società aperta è un'informazione chiusa che non si era mai verificata è una riflessione anche secondo me dobbiamo fare per renderci conto
Che ne lì era della globalizzazione dove dovremmo avere una informazione più globale uno ad uno scambio di fatto di maggiori notizie noi soprattutto sul fronte di guerra ne abbiamo di meno
Paradossalmente da una guerra asimmetrica ne abbiamo ricavato un'informazione
Asimmetrica
Ne informa di urbanizzazione ci ha portato nell'informazione
Grazie
Grazie al dottor Di Pietro
Prevedevo non ha mancato ma
Una forza
Polemica
Tarolli Belpietro è ovvio che l'informazione
Essendo
Uno strumento essendo diventata ed essendo sempre d'altronde è stata male mai come in questo momento uno strumento della politica
è soggetta agli stessi odia le stesse confronto azioni della politica della quale si fa portatrice
Nell'uno e nell'altro senso
Ma inevitabile quando le guerre si combattevano solo con i soldati si odiavano si cercavano di distruggere i soldati oggi che le guerre si combattono con l'informazione si odiosi cerca di distruggere l'informazione
Passerei adesso la parola all'ambasciatore Romano alcuni saggezza ed eclettici tale nota a tutti e non ha bisogno di mia presentazione
Grazie Presidente anch'io no
Società
Questa è la società ha perso contesta fasi nell'approvazione
Sì funziona
Fossero era chiuso e la ripeto allora nemmeno io credo che i valori della società aperta al l'espressione società aperta si possa applicare
Alla Società internazionale per la verità non sono nemmeno sicuro che le condizioni della Società internazionale oggi ci permettono di proporci questo ideale questi valori come un obiettivo realistico
Francamente ho l'impressione che sarebbe meglio parlare abbassare la mila
Parlare di qualche cosa di più modesto come equilibrio dei poteri come concerto una parola che si usava una volta nel dell'ottocento e vere eviterei quindi l'espressione retorica
Di ordine internazionale mi accontenterei di regole condivise alcune regole condivise alcune consuetudini condivise
Mi basterebbe in altre parole che ogni Stato fosse consapevole della insufficienza del proprio poterne dei limiti del propria potenza
E io non so che cosa succederà nei prossimi cinquant'anni
Ma credo che sarebbe il tempo perduto se ci proponessimo obiettivi troppo ambiziosi
Il problema oggi non è cambiato il mondo
Il problema oggi sopravvivere alle crisi del mondo nel migliore dei modi
Io credo che occorra partire dalla constatazione che il mondo non ha ancora smaltito la fine dei grandi imperi si erano creati nei secoli precedenti soprattutto Imperia europee io anche Imperia extra europei
Come fu certamente l'intero giapponese in parte l'impero americano
Per alcuni decenni noi non ce ne siamo accorti che la fine degli imperi stava in qualche modo
Modificando tutti gli equilibri internazionale non ce ne siamo accorti perché la guerra fredda e in qualche modo coperto
Questa situazione di crisi planetaria inquadrando la in una contrapposizione fra i due ideologia abbiamo avuto la sensazione che quella battaglia fra il comunismo e la liberal democrazia o il comunismo il capitalismo
Fossero in qualche modo la vera posta in gioco e non l'abbiamo quindi
Osservato sufficientemente che dietro invece c'era una crisi latente la crisi era dovuta a questo collasso degli imperi e i processi di decolonizzazione che ne erano serviti
Decolonizzazione degli imperi occidentali
Questo alla fine della seconda guerra mondiale
Ma anche e soprattutto non dimentichiamo decolonizzazione dell'impero sovietico a partire dal mille novecentonovantuno
Qual è il risultato di questa
Crisi degli interi ma è una impressionante sequenza di
Guerre civili
Di scissioni di guerre vere e proprie e di Stati falliti
Non c'è stato di Versailles intendo quegli Stati che nacquero alla fine del trattato alla fine della prima guerra mondiale nel Trattato di Versailles che non sia stato scosso dalle fondamenta
In alcuni casi che non si sia disgregato come il caso della io così l'aria
E della Cecoslovacchia non c'è stato africano che non sia in preda convulsioni drammatiche
Non c'è
Stato mediorientale
Che dia garanzie di stabilità
Che non sia scosso continuamente da crisi di stabilità provate a dare un'occhiata alla carta geografica del mondo
Ebbene vi accorgerete che ogni punto caldo della carta geografica dal Kosovo alla Moldova dal Libano all'Iraq dalla Palestina l'Afghanistan dal Kashmir atti Borra est
Dalla Georgia l'Ucraina
Dal Tibet atta in quanto
Dal Baltico al Mar Nero o dal Sudan
Alla Somalia
è il risultato di decisioni che sono state prese da qualche un uomo politico europeo oggi apponendo se in qualche caso
O americano Cile da qualche oscuro funzionario da cui era stato delegato il compito di tracciare dei confini sulla carta geografica la prime alla fine della prima guerra mondiale
O da qualche ideologo
E poi credeva di sapere meglio dei popoli
Che cosa convenisse al loro futuro
Naturalmente la situazione è stata drammaticamente peggiorata dalla fine della guerra fredda quando
Caduto il sipario per così dire quel sipario che in qualche modo ci nascondeva dalla realtà del mondo in crisi per la decolonizzazione
Siamo
Ripiombare atti all'interno del caos
E e soprattutto una del board maggiori motivi di crisi alla fine della seconda alla fine della guerra fredda sul fatto che nel mondo mai non fosse una sola superpotenza
Questo è stato il grande motivo di crisi
Per fortuna durante la presidenza Clinton
E ci fu un periodo in cui l'America non riuscì ad accordarsi con se stessa sull'uso da fare di questa potenza enorme
Che aveva trovato alla fine della guerra fredda
E noi grazie alla incertezza degli Stati Uniti
Abbiamo avuto l'impressione che in qualche modo l'America avrebbe potuto fare anche un uso ragionevole della propria superpotenza
E i guai sono cominciati bando gli attentati dell'undici settembre hanno
Abbattuto tutte le barriere di prudenza di autodisciplina di autocontrollo che pure esistevano
All'interno della società americana
E hanno autorizzato un Presidente senza qualità
A scatenare la Prima guerra ideologica globale del pianeta
Dell'umanità
E a fissare unilateralmente le regole a cui il mondo avrebbe dovuto attenersi alcune di queste regole sono già state menzionate dalle Sandro core
L'unilateralismo americano perché di questo si tratta è fallito
Ma ha avuto l'effetto di provocare una specie di ondata sismica tra verso il mondo che ha sconvolto tutti gli equilibri
Politici e territoriali precedenti
Nella misura in cui si poteva parlare di equilibrio
Oggi l'America ha di fronte a sé
Nemici
Ho amici diffidenti
Molto più di quanto non accadesse fino alla elezione di Bush fino all'inizio della guerra irachena
Questa è la
Realtà internazionale oggi la maggiore potenza del mondo è circondata soltanto dal nemici o amici diffidenti
Ho amici semplicemente che nessuno alleati per ragioni di opportunismo e convenienza
Tutti i Paesi che si consideravano direttamente o indirettamente minacciati dalla politica americana dopo l'undici settembre si sono
Cautelati o contro assicurate con delle contromosse
Tutti gli alleati degli Stati Uniti hanno visto crescere all'interno delle loro società un partito antiamericano sempre più forte sempre più diffuso sempre più rumoroso
Naturalmente molte di queste scontro mosse sono demagogiche sono populiste e chiaro villa internazionalizzazione delle imprese da parte di Hugo Chavez è una contromossa demagogica e populista ma altre contromosse non solo
Populiste il programma nucleare iraniano o l'arroganza energetica russa rispondono a una logica internazionale non è vero che si o no iniziative campate per aria
In questo mondo oscuro sconvolto dagli errori del multilateralismo americano
E per quanto concerne il Medioriente dagli errori delle unilateralismo israeliano
Esiste una zona opaca rappresentata dall'Europa
L'Unione europea i mezzi all'autorità alle competenze al capitale di influenza la scultura necessari per dare un contributo alla restaurazione del concerto internazionale ma è incapace di usare
La guerra irachena ha dimostrato che un'Europa divisa non può esercitare la benché minima influenza sugli Stati Uniti
Gli alleati dell'America durante la guerra irachena non hanno avuto alcuna influenza sul modo in cui l'America ha fatto la guerra
E gli oppositori non sono riusciti a impedire che la facesse
Ma questa elezione a quanto pare non ha prodotto alcun risultato abbiamo permesso all'America di fare una guerra alle porte di casa nostra il Medioriente è la porta di casa nostra
E non abbiamo tratto da
Questo situazione da questo errore alcuna pratica con sapienza
Quando lei signor
Ministro D'Alema
E il suo Governo si impegnarono perché l'Europa avesse un ruolo nella crisi libanese a me sembrò che l'Unione europea avesse imboccato la strada giusta
Era un modo per essere presente in una vicenda oltre a tutto di casa nostra
E pensai che da quell'intervento nel Libano forse passerebbe potuto uscire un modello per il futuro applicabile anche ad altre circostanze
Ma la presenza in Libano la presenza militare in Libano ha un senso se dietro i soldati vi sono almeno quattro politiche
Una politica per il futuro del Libano
Una politica per la soluzione della questione palestinese
Una politica per i rapporti con la Siria è una politica per i rapporti con l'Iran
Senza queste quattro politiche la presenza militare dell'Europa in Libano è non soltanto inutile ma limite persino
Pericolose
Queste politiche di cui abbiamo bisogno per stare in Medioriente devono essere europee
E quindi devono essere necessariamente diverse da quelle degli Stati Uniti
E non possono non esserlo dato il fallimento delle politiche americane
Ma a parte questo timido su qualche timido segnale non è accaduto nulla
Se questa espressione non fosse stata già usata a Milano da un direttore del Corriere della Sera di parecchi anni fa
In un'altra circostanza e con un altro interlocutore direi Europa se ci sei batti un colpo
Grazie ambasciatore Romano io sono sempre
Sorpreso
E anche rassicurato perché
Dopo un'amicizia di
Quarant'anni di trovare Sergio Romano coerente con se stesso in modo da dislocare anche me stesso coerente robustezza
Ma sono sempre sorpreso
Dalla dallo straordinario realismo ed allo straordinario pessimismo di Sergio Romano
Perché il venti ficcare i soli pochi anni di relativa quiete
Con un momento di distrazione della politica americana è certamente di un pessimismo così
Io non so se devo dire
Se la spinta nucleare iraniana sia solo
Di risposta all'unilateralismo americano credo che ci sia
La spinta nucleare
E hanno un contesto regionale
Indipendente
Una formazione regionale
Io ero Agnana indipendente dal contesto generale e universale forse ma non entro certo in polemica con chi sicuramente se prendesse la parola di nuovo mi basterebbe
In polemica
E quindi passo la parola all'onorevole
Casi
Grazie
Grazie innanzitutto
Alla Bocconi al Corriere della Sera all'ISPI per aver organizzato questo Forum
E
Per aver avuto il coraggio di imporre
All'attenzione del pubblico e dei media
Temi alti
Come la società aperta internazionale
La dialettica tra mercati diritti e guerra
La governance mondiale il controllo delle risorse
La prevenzione dei conflitti nuovi equilibri e poi immigrazione formazione ricerche Energia
Temi sui quali si misura in concreto
La responsabilità di noi politici e la capacità delle classi dirigenti
Di rispondere alle esigenze poste da un mondo
Che è sempre più complesso e in movimento
Nel dibattito quotidiano nel confronto sulla qualità prevalgono a volte anzi spesso i facili slogan
Le battute
In obbedienza un modo di intendere la politica e il rapporto con la società civile che potrei definire populista
Ma nulla e più lontano del populismo da una visione liberale della politica e dell'economia
Qual è quella
Che personalmente mi appartiene
Il populismo fa perdere di vista i temi reali e allontana dalla loro soluzione
Ci sono questioni irrisolte che costituiscono un problema oggi
Ma che lo costituiranno ancor più domani
Che rischiano di creare condizioni di grandi difficoltà i nostri figli quando verrà
Il momento per loro di raccogliere il testimone
Ecco la ragione per cui noi uomini politici
Dovremmo ascoltare allarmi suggerimenti del mondo accademico con maggiore attenzione
Naturalmente il mondo accademico dovrebbe guardare a se stesso anche con maggiore attenzione sono qui
In un tempio delle accademie delle università italiane
Ma non dimentichiamo mai quando affrontiamo i temi della società aperta che uno dei primi strumenti della Società realmente aperta e quella di avere una classe dirigente all'altezza spesso si guarda quanto inadeguata la politica
Io
Penso alla moltiplicazione dei centri universitari in questo Paese che hanno dato nostra ovviamente straordinario contributo all'abbassamento della qualità dell'istruzione universitaria
Penso alla selezione concorsuale del personale universitario cioè dei professori nelle università italiane e
Arrivo alla conclusione che non ci meravigliamo se c'è un grande liceo che l'università italiana dopo di chi
Dopodiché i siti delle persone agiate andranno in Inghilterra in America negli Stati Uniti un anno due ASP odiare
I figli delle persone che si sono stretti la cinghia per mandarle all'università perché non hanno altre possibilità saranno interi penalizzati perché uno dei primi strumenti
Per accedere e per avere opportunità eh usufruire del merito quando una università tipo
Ti Togliatti a bassa
L'esigenza di valorizzare il merito evidentemente da uno straordinario contributo all'abbassamento anche della qualità di un Paese dunque noi politici tornando dovremmo ascoltare
I suggerimenti del mondo accademico
Perché ci occupiamo degli stessi problemi e perché ormai è più facile individuare le soluzioni giuste piuttosto che avere il coraggio di adottarle
Segnalo infatti il rischio di uno scollamento tra le analisi che anche in questa sede ho ascoltato e non mi riferisco solo al dibattito di questa giornata anzi mi riferisco in particolare a quello che ho letto sui giornali
Lucide condivisibili tra le ricette che ne discendono e la ritrosia ad adottare meccanismi decisionali e politici che facciano tesoro di quelle analisi e facciano proprio quelle ricette
Vorrei citare una vicenda di questi giorni che non c'entra col tema del dibattito ma dedicherò poche
Pochi minuti che trovo emblematica di tutti gli errori che la politica può mettere insieme nell'affrontare questioni cruciali per un Paese cioè mi riferisco al caso Telecom
Rispetto al mercato la politica al dovere di fissare le regole una volta per tutte e non di modificarle in corso d'opera né di minacciare di modificarlo
Ha il dovere di fare un passo indietro o meglio di fare o meglio di non fare indebiti passi avanti
Ha il dovere di garantire pari opportunità tutti gli attori e ha il dovere di silenzio
Ma il nome di un populismo in parte falsamente nazionale in parte veramente ideologico la politica invece ancora pesantemente intervenuta e ha influito sugli sviluppi
L'Italia
Ancora una volta si è chiusa in atteggiamenti dirigisti ci protezionisti cicche finiscono col giocare contro gli interessi del nostro Paese
La Spagna per citare il caso di un partner agguerrito che insidia da vicino in termini di competitività economica le nostre posizioni in Europa e nel Mediterraneo
Ha realizzato negli ultimi anni una crescita da primato senza paura di aprire il comma Fini ai capitali stranieri
Moltiplicare le opportunità di lavoro avviare con decisioni un percorso di riforme
Naturalmente per cortesia verso di voi mi fermo qui perché le riflessioni sarebbero da iniziare da qui procedendo oltre io credo che privatizzazione e liberalizzazione apertura dei mercati
Si concilia in nei termini
Unici si sintetizza nell'interesse del consumatore se non sia il coraggio di privatizzare liberalizzare aprendo i mercati con le cose queste che ce ne sono è inutile che parliamo di società persa perché l'interesse del consumatore non si farà mai tutt'al più si potrà fare gli interessi di qualche imprenditore
Vengo al primo punto d riflessione che c'è stato proposto un mondo globale
Come un mondo di nuove opportunità
Una società aperta internazionale con tutti i suoi vantaggi ma anche il con le sue incognite e insiti
Oggi è stato detto il confronto non è più tra Est e Ovest ma è planetaria il concetto è abusato ma non per questo è meno vero
La globalizzazione ha cambiato lo scenario
Incide sulla realtà degli Stati nazionali
Modifica identità secolari influisce sul nesso tra autorità e libertà determina i problemi
E suscita gli interrogativi che sono alla base anche del nostro incontro per esempio il dilemma sui principi costitutivi dell'ordine internazionale perché sia democratico e riflette i principi della società Pertol sulla necessità o meno di una discreta flessibilità nell'includere
Nel non escludere Stati e soggetti che non siano campioni dei diritti politici civili ed economici consentitemi qui un'altra parentesi
Degli Academy di studio si può fare esercitazioni di ogni tipo credo che la realtà della politica si è più difficile
Una delle grandi questioni evocati in questi anni è quello della libertà religiosa
Ed uno dei concetti che credo astrattamente ciascuno di noi qui dentro oggi e pronto a sottoscrivere è quello del diritto del dovere alla reciprocità
Se noi impostiamo le relazioni internazionali con una rigidità sul concetto di reciprocità credo che otterremo un risultato pari allo zero forse autolesionista
E probabilmente non faremmo nemmeno l'interesse delle grandi religioni che ci proponiamo di garantire con questo concetto
Cioè bisogna avere la capacità
Di capire
Che ad esempio escludere dal consorzio del dibattito e del dialogo internazionale i cosiddetti Stati canaglia
Evidentemente a volte si finisce per rafforzare quei regimi non per indebolirli non per rafforzare i servigi armi di ribelli di libertà
Che credo
Sia interesse comune arricchire rafforzare nel mondo ma forse a volte proprio
Il risultato opposto e quello che si ottiene
Vorrei anzitutto sgombrare il campo da una confusione
Un pericolo cioè dalla tentazione di sovrapporre all'analisi del presente schemi ideologici che prese che appartengono ad un passato vecchio se mi permettete l'espressione pleonastica
Ho letto con grande interesse il fondo di Piero Ostellino oggi sul Corriere
E le sue calzanti citazioni di Popper
Che risolse la contrapposizione socialismo liberalismo nettamente a favore di quest'ultimo
E individuo gli elementi permanenti di un sano approccio verso il ruolo dello Stato nel suo rapporto con la società e i cittadini
Io vorrei ricordare un altro pensatore Raymond Aron che operò in Francia la dei mistificazione dell'ideologia
Del marxismo in particolare in un momento in cui questa dei mistificazione soprattutto in Francia assumeva toni davvero trasgressivi rivoluzionario
Non vorrei semplificare troppo
Ma ritengo analogo a quello dei nazisti d'una volta l'errore di molti che a distanza di decenni dalle fredde analisi sociologiche di Aron penso non cura di poter spiegare tutte le guerre
Tutti i conflitti tutti i problemi del mondo globalizzato applicando schemi mio marxisti se non vetro marxiste terzomondista i antimperialisti
Quelli per intenderci che considerano ancora la povertà nel mondo una conseguenza dell'economia di mercato del colonialismo e riducono la guerra al terrorismo una guerra per il petrolio
Le cose credo non sono così semplici
Il momento storico nel quale viviamo è pieno di inquietudine
Dopo il crollo del Muro anzi dei muri sembrava che ci avviassimo verso un futuro di concordia e pace duratura invece è arrivato l'undici settembre
Il vecchio ordine o non regge più il nuovo non esiste ancora o perlomeno non riusciamo a definirlo
Le sfide del pianeta sono più complicate
C'è lo scontro che si rinnova tra Paesi ricchi e poveri c'è la competizione tra vecchie potenze economiche nuovi giganti
Tra esigenze l'apertura dei mercati per l'Africa e l'ASI e la legittima preoccupazione di altri continenti l'Europa
Per le conseguenze di un'apertura indiscriminata non basata anche sulla leale consegue concorrenza ossia parità di condizioni in tema di diritti sindacali e tutele ambientali
E poi
Ci sono i mutamenti climatici
Gli scenari apocalittici disegnati dei più importanti istituti di ricerca e c'è la domanda energetica che cresce quindi il problema da voi segnalato con acutezza e relazione potenziali conflitti del controllo delle risorse
è venuto il momento di trarre una lezione politica dall'attuale sistema multilaterale del commercio che è per molti versi obsoleti
Serve una forte volontà e un'apertura politica per affrontare temi come l'agricoltura
I servizi
I prodotti di base la proprietà intellettuale solo per citarne alcuni che sono il cuore dello sviluppo
Uno sviluppo armonioso trarre sviluppate quelli in via di sviluppo è la chiave di volta sia di un mondo meno conflittuale sia di una fase di espansione progressiva del benessere
In questo senso è evidente l'interesse dei Paesi avanzati non soltanto per ragioni umanitarie ad agevolare un'apertura progressiva reciproca trasparente ben guidata dei mercati
Perché è ovvio che li stanno i mercati e le opportunità del futuro
Li stanno d'altronde anche le opportunità che i movimenti migratori ci offrono e che dobbiamo cogliere favorendo la selezione e l'ingresso di manodopera qualificata
E intellettuale cosa che non capita presente nel nostro Paese pensate all'apporto di ingegneri pachistani indiani in Paesi come la Germania l'Inghilterra facciamo un raffronto tra la nostra immigrazione
Ritengo anche nella mia veste di Presidente Unione interparlamentare che con l'Organizzazione mondiale del commercio un rapporto stretto e privilegiato
Che sia compito dei bar Parlamenti vigilare affinché la ratifica dei sempre degli accordi commerciali non giunga in un pacchetto già predisposte blindato
L'estensione del campo di azione dell'Organizzazione del commercio ben oltre il tradizionale ambito delle tariffe del commercio dei beni
Aggiunge tocca giunge a toccare settori chiavi della politica interno come sanità istruzione occupazione ambiente sicurezza alimentare
In termini ancora più esplicito voglio dire spetta ai Governi negoziare le regole del commercio internazionale e gli accordi per conto dello Stato
Ma spetta i Parlamenti controllare l'azione dei Governi influenzare le politiche durante i negoziati ratificare gli accordi e dare loro attuazioni con leggi adeguate
Per quanto mi riguarda credo che la ricetta di chiusura siano autolesioniste espressioni di società che hanno paura della competizione e che perciò spesso sono destinate aperti
Rispetto a quello che avete indicato come l'ha detto occidentalizzazione il rischio cioè che i rivolgimenti del mondo globale travolga hanno gli assetti consolidati della direzione politica economica mondiale
Credo
Che noi politici occidentali
Dobbiamo far tesoro della nostra cultura della nostra storia e delle nostra qualità
C'è bisogno di più occidente e nondimeno occidente c'è bisogno come ci hanno insegnato studiosi pensatori come Popper e a Roma di non lasciarci accecare delle ideologie
Di coltivare da un lato l'amore per la libertà e dall'altro il pragmatismo e queste non sono due
Concetti contrapposti o che non si possono declinare assieme bisogno della libertà e pragmatismo nelle relazioni internazionali
La sfida globale non va negata né affrontata con spirito ideologico a volte persino autolesionista ma va vinta accrescendo la nostra competitività
La competitività delle nostre impresa delle nostre classi dirigenti dei giovani dell'università
Bisogna fare una politica rivolta al futuro ai giovani questo vale in settori strategici come welfare e la ricerca
Così come la Società aperta dei mercati va intesa come un'opportunità non come un limite semplicemente perché sarebbe anacronistico e perdente illudersi di contrastarlo
Allo stesso modo dobbiamo considerare un'opportunità l'immigrazione
E nell'ottica di questo incontro intitolato Guerra e pace la gestione non la chiusura verso l'immigrazione rientra nelle politiche volte a prevenire i conflitti
Perché le guerre non sono più neanche quelle tradizionali ma sono condotte in casa nostra in modo subdolo trasversale
Come
Dimostrano non solo l'undici settembre l'undici marzo gli attacchi alla metropolitana di Londra
Non c'è un nesso di causa effetto tra immigrazione e terrorismo
Tuttavia
Non si può pensare di combattere il terrorismo senza affrontare anche il disagio dei popoli più poveri e degli immigrati come possibili strumento nelle mani dei signori del terrore
L'apporto dell'immigrazione risponde del resto una precisa domanda che viene dai mercati interni
C'è bisogno
In alcune aree dei nostri Paesi europei ci addirittura fanno e di manodopera straniera senza contare un altro tema fondamentale
Almeno in Italia oltre ai tanti che abbiamo esaminato nell'ottica delle guerre che quello demografico
Dietro molti conflitti
C'è uno scompenso demografico un diverso tasso di natalità tra popolazioni ed etnie in potenziale reciproco contrasto
è successo nella ex Jugoslavia ma anche in Medioriente
Ed è una questione cruciale rispetto al divario nord subito
Da parte italiana si deve secondo me puntare sull'emigrazione come quella che altri Paesi hanno governato attraverso i meccanismi di selezione che hanno permesso di dare lavoro a tanti extracomunitari di buona preparazione
Piuttosto che permetterà tanti stranieri privi di competenza
Di
Essere qui il più delle volte magari in forme semi clandestine che rendono
Queste persone in condizione di essere l'ideale terreno per attività criminali
L'Europa deve attingere alle proprie capacità di comprensione culturale del mondo e dei suoi cambiamenti ha ragione
Ma certo romano l'Europa prima di tutto dovrebbe esserci ma questo mi sembra che sia logico
Sono molto più ottimista per cui dico l'Europa deve attingere lui giustamente mi correggerete l'Europa deve esserci dopo che cede di attingere le proprie capacità di comprensione culturale del mondo e dei suoi cambiamenti
La capacità di adeguarsi alle nuove sfide non deve significare la perdita dell'identità europea
Qui mi riferisco a un tema
Vorrei sgombrare qua in questo caso non mi riferisco qui allo schema di valori che in altra sede anche ieri in un dibattito con il Presidente D'Alema non ho avuto paura di definire cristiani
Perché costituiscono le radici della storia comune e il fondamento del dialogo Conte e tra le diversità che attraverso il continente
Qui mi riferisco a un valore specifico che con nota però l'intera società europea cioè libertà
E democrazia certi
Noi oggi dobbiamo chiederci
Se le strategie di esportazione forzata delle democrazie Grazia come quelle che sono state tentate
Siano utili sufficienti o non serva altro anche altro
Dobbiamo porci gli interrogativi che da tempo si pone anche il Congresso americano se oggi cioè il mondo dopo la guerra in Afghanistan in Iraq sia migliore o peggiore di quello del settembre due mila e uno
Io credo comunque che la via militare non sia sufficiente penso che l'Italia non l'abbia mai creduto
Credo anzi che l'Italia dovrebbe farsi carico di un problema connesso con le guerre che quello dei flussi migratori e la governance mondiale
Il problema della povertà che in molti Paesi è il frutto di sistemi politici fondati sulla corruzione sugli interessi di pochi ma rispetto al quale l'Occidente non può chiudere gli occhi nel proprio spesso interessa
Vorrei ricordare qui che quasi metà della popolazione mondiale sopravvive con meno di due dollari al giorno e dunque non partecipa la crescita
Un recente rapporto della Banca mondiale non vi tragga in inganno questo rapporto annuncia che per la prima volta il numero di coloro che sul nostro pianeta vivono con meno di un dollaro al giorno è sceso sotto il miliardo
Già così ci sarebbe poco da gioire ma se si va bene a vedere e solo l'innalzamento recente del tenore di vita di più di due miliardi di esseri umani in Cina in India che falsa un dato altrimenti desolante
Nei soli Paesi subsahariani che ho visitato nelle ultime settimane il numero è invece cresciuto di sessanta milioni di persone
Ancora una volta
Questa situazione si dimostra insostenibile
Questa è una delle priorità priorità nelle priorità
Se la comunità internazionale si sta avvicinando al raggiungimento di alcuni obiettivi del millennio solo grazie a un calcolo medio statistico dovuta alla crescita di Cina e India
Resta il fatto che in Africa a parte alcuni istanti dei quali si stanno compiuto più compiendo formidabili progresso gli obiettivi del millennio prestano angosciosamente lontani anzi sì allontana
A questa situazione esplosiva si aggiunge il degrado commenti ambientale il deterioramento dei terreni che colpisce un miliardo di persone e il quaranta per cento della superficie terrestre
Causando migrazioni disgregazioni sociali conflitti e guerre
Dobbiamo chiederci fino a che punto l'aumento del divario fra il primo il quarto mondo ossia i Paesi che non sono neanche in via di sviluppo
Incida negativamente sul mondo di domani nel campo economico della sicurezza dell'ambiente delle migrazioni
Quanto già incida tutto questo nelle relazioni internazionali
Dobbiamo prendere atto dell'impatto negativo delle crisi regionali è una constatazione che tutte le guerre oggi stanno fallendo ed è perciò va col dibattito ancora una volta ideologico tra pacifisti interventisti
Del terrorismo e del fallimento della lotta alla fame e alla povertà
Se è vero che il tema ambientale entrato bene o male prepotentemente nelle agende di Governi Parlamento organizzazioni internazionali così non è per la questione della povertà
Sì anzi l'impressione che alcune aree del pianeta vengano considerate alla stregua di malati terminali a cui lettera p ormai vengono negate
Le difficoltà del Doha Round sono per molti versi emblematiche
C'è entrato sullo sviluppo il round si scontra da un lato con il fatto che il settanta per cento della popolazione ancora vivi in aree rurali e di agricoltura
E dall'altra con l'intransigenza più o meno il Go Istica e più o meno giustificata di buona parte dei Paesi sviluppati che vuole proteggere le proprie produzioni agricole
E non credo che sia una soluzione lo dico ironicamente ma qualcuno lo prospetta davvero quella di togliere l'agricoltura dall'ambito di competenza dell'Organizzazione mondiale del commercio
Altre questioni si impongono ma io sto concludendo e mi limito citarne alcune
L'assenza ad un vero foro permanente che riflette gli interessi dei Paesi beneficiari la trasformazione di Paesi emergenti come la Cina in nuovi donatori
Penso all'Africa
La necessità di richiedere a creditori e debitori dei Paesi a basso reddito trasparenza sulle politiche di finanziamento indebitamento
L'incidenza eccessiva della cancellazione dei debiti nel computo delle risorse destinate all'aiuto allo sviluppo
Ostellino
Nel fondo di oggi sul Corriere osserva che se il liberalismo avesse inserito la lotta all'indigenza e la sua riduzione nelle proprie politiche pubbliche esso avrebbe definitivamente vinto sul terreno dei valori
Mi permetto di segnalare che il problema riguarda anche la società aperta internazionale ossia la governance di un mondo globale che va ineluttabilmente verso l'apertura dei mercati
Ma che non deve lasciare indietro una fetta così ampia di popolazione mondiale di Paesi continenti se non vogliamo che il nuovo ordine sia minato all'origine da una causa permanente di conflittualità
Attraverso i meccanismi delle migrazioni gli effetti esplosivi dell'indigenza della fame sarebbero trasferiti nei nostri Paesi
Quindi non è solo per una legittima cura cristiana umana che l'impegno di noi politici in Occidente deve concentrarsi sulla crescita del mondo più povero ma per una doverosa responsabilità
Nella prevenzione dei conflitti e nella costruzione si di un mondo globale ma giusto
Se l'idea kantiana di una federazione di Stati indipendenti si è materializzata nelle Nazioni Unite
Se l'idea di condono sedi una rivoluzione scientifica permanente alle nostra portata noi dobbiamo ancora lavorare per realizzare a livello globale il concetto elaborato da un altro grande liberale ad amici miei
Il concetto cioè
Di una ricchezza economica diffusa grazie
Molte grazie all'onorevole Casini ulteriore il suo intervento
Ha toccato veramente tanti
Degli aspetti di questo fase di trasformazione della Società internazionale delle Società nazionali l'idea toccati
Il nodo
Direi costruttivo e positivo per ciò che riguarda le possibilità
Di dominare e controllare questa difficile fase di votazione
Vorrei aprire Nenni spetta al moderatore di intervenire nel dibattito ma
Volessero dire brevemente una
Una parola sull'Europa se mi è consentito sia il riferimento a quello che ha detto l'ambasciatore Romano sia all'accenno che ha fatto il Presidente Casini
Io sono sempre sorpreso
Che si faccia riferimento all'Europa come a qualche cosa
Di
Vi fa tale e di estraneo cioè
Come se fosse qualcosa che non dipende in fatto da noi
Come se fosse una cometa che forse passa vicino forse passa lontano se passa vicino siamo tutti contenti se passa lontano siamo tutti dispiaciuti ma non come se fosse una cosa che in fatto dobbiamo dominava minori
Come se per esempio un'unità di intenti
Europea in prendiamo l'ultima delle circostanze alla Conferenza
Di Sharm El Sheik sull'Iraq a quale obiettivamente il ruolo dell'Europa è stato
Relativamente trascura dell'Europa come tale non parlo di singoli Paesi
Ma come sarebbe possibile
Che in Europa si crei
Per magia un consenso su temi sui quali le Società nazionali sono profondamente divise molti dei temi
Della politica internazionale che oggi vedono delle divisioni in seno alle singole società nazionale sul
Gradiamo
Interpellare gli italiani sull'Afghanistan e sulle modalità o sul ritiro ma
Prendiamo
Vi sono delle disparità di vedute ma se vi sono delle disparità di vedute all'interno delle Società nazionali come potrebbero non esservi delle disparità di vedute dico lo che si pensa a Dublino e di quello che si pensa a tempo di quello che si pensa a Helsinki e di quello che si pensa
Se prendiamo il problema adesso
Della del
Della Turchia in Europa è un problema profondamente diviso
All'interno delle società nazionale
Come sarebbe possibile che su questi temi nei quali all'interno di una società nazionale esistono disparità d'opinioni poi a livello in Lecce europeo i singoli Governi trovano misteriosamente unità di pensiero e di intenti se mancano gli strumenti perché questo accade perché
La differenza è che all'interno di una società nazionale ci sono gli strumenti per comporre le diverse idee sono i Parlamenti dei quali vede si confrontano e poi ci solo gli esecutivi che danno attuazione alle idee che emergono
Ma se questo manca sul piano europeo come possiamo poi stupirci che l'Europa si è assente ma chiudo la parentesi perché mi sono prolungato anche troppo soprattutto
Se
L'intervento che segue e quello del vicepresidente del Consiglio il Ministro degli affari esteri D'Alema che siamo ansiosi di ascoltare
Grazie ringrazio anch'io moltissimo
Promotori di questo
Impegnativo
Evento una pluralità dibattiti di incontri
Che davvero
Per merito dell'Università Bocconi del Corriere della Sera sta
Animando il dibattito culturale
Confronto
Tra cultura economia politica nel nostro Paese
E sono lieto di potere prendere la parola in questa discussione anche per l'autorevolezza
Gli interlocutori che mi spinge ad abbandonare diciamo i miei testi a muovermi con una certa libertà spero non in modo lungo diciamo
Farò la parte di quello che per ragioni anche professionali è un po'più ottimista sul sull'Europa sulla
E che se certamente condivido le ragioni di preoccupazione
E anche la durezza di certe critiche certo se dicessi io su sulla politica di degli Stati Uniti e di Israele quello che ha detto in pochi cenni l'ambasciatore Romano qualche suo collega di Torino lista del Corriere della sera
Provvedere Beha bacchettare abbia dovere come antiamericano antisemita diciamo ma fortunatamente l'ha detto lui ed io posso essere più tranquillo in questo caso diciamo
Spero che tra noi colleghi
Cadaverica veneti
Ma io vorrei ripartire prima di affrontare alcuni stimoli l'Europa
Certamente cui non si può sfuggire
Io vorrei partire da una riflessione di carattere generale
Insomma mi è venuto in mente ripensando a quel tempo diciamo di Clinton
Non credo che fosse solo un tempo di distrazione
Io direi che allora eravamo tutti
Dominati da una visione ottimistica della globalizzazione
E dalla convinzione che finita la guerra fredda
Insomma una
Questa integrazione
La formazione di una società internazionale
Sarebbe stata dominata da i valori democratici
Mancava una visione drammatica
Dei conflitti che compravano sotto la CEI
Io riletto
Aveva ragione anche di qualche
L'impegno
Internazionale
Gli atti di quel dibattito che promuoveremmo a Firenze sotto il titolo di progressi il Governo un'eventuale ma stanza singolare nel senso che non è comune che un gruppo di di capi di stato di governo
Si riuniscano per fare un convegno
Discussione
E di cui certamente protagonista centrale fu Clinton a Blair mastro ed
Una certa Europa progressista nel suo dialogo con gli Stati Uniti
Un momento felice del dialogo un'America
Tuttavia in quel confronto prevaleva senza dubbio una visione ottimistica
Mancava il senso della drammaticità dei conflitti il senso di quella dialettica che ha dominato qui la nostra discussione al di là della nostra discussione dominato il dibattito internazionale oggi fra
Possibilità di apertura di integrazione
E rischi di chiusure ed i nuovi confini
Di chiusure nella forma anche di ritorni identitari nazionalistici
Di reazioni a i rischi connessi ad un'apertura dei mercati
Certo
Questo avviene nel campo
Dei Paesi cosiddetti emergenti in chiave anti occidentale antiamericana pensiamo certe forme di nazionalismo populista in America latina
Ma è anche vero che tra i Paesi economicamente più avanzati comincia a diffondersi la convenzione
Che la globalizzazione non porti solo vantaggi
Ma comporti anche i rischi dai quali ci si deve di sei
E che l'apertura dei mercati non funzione una sola direzione
Cioè per favorire l'esportazione dei nostri prodotti nei Paesi emergenti
Ma sempre di più produce l'esportazione dei loro prodotti da noi che ci dà più fastidio per tante ragioni diciamo perché mette a dura prova
La nostra competitività costi nostri sistemi sociali
Insomma anche l'Occidente che è stato protagonista e teorico della globalizzazione
Comincia a temere negli affetti ad essere attraversato da sentimenti da reazioni di chiusura
Come interpretare diversamente il voto francese sull'Europa
La Dese o altre spinte disegno nazionalistico che attraversano lo stesso mondo Occidente
E poi questo nazionalismo prende anche la forma di una rinnovata politica di potenza di una corsa
Agli armamenti
Di uno slabbrata mento di quella rete di accordi internazionali che hanno costituito diciamo i capisaldi di una politica di distensione
Gli americani di fatto sono usciti dal trattato Abm la Russia ha denunciato il trattato per la riduzione degli armamenti convenzionali in Europa la Cina investe in armamenti una quota enorme di risorse lira vuole farsi le bombe atomiche
Il Pakistan e Israele hanno già
L'India anche sono tutti segnali che non vanno certamente nel senso di un rafforzamento
Di un processo di integrazione
E di Cuper azioni internazionale
Allora noi siamo di fronte
Forse alla necessità di riflettere su che cosa è accaduto dall'ottantanove ad oggi
Su che cosa è mancato
In questa fase storica in cui effettivamente noi abbiamo avuto una straordinaria occasione
Che si è in parte perduta
Io penso che questo è accaduto per una ragione fondamentalmente culturale
Perché il processo di globalizzazione è stato dominato
Dall'ultima ideologia del Novecento
Un liberismo estremamente impoverito
Che è la parodia del pensiero liberale
Rozzamente antipolitico
Che ha coltivato l'illusione ideologica che il mercato avrebbe unificato il mondo avrebbe provveduto ad allocare nel modo ottimale le risorse e a rimuovere le ragioni dei conflitti
E che bisognava togliere di mezzo la politica
Per celebrare finalmente la fine della storia e che la politica non aveva più alcun compito
Se non quello di rimuovere gli ostacoli ad un pieno dispiegarsi delle si direbbe delle magnifiche sorti progressive del mercato
Dimenticando
Che
Il liberalismo ha vinto la sua sfida con il comunismo
Proprio perché al contrario ha saputo
Assumerne
Uso una vecchia espressione gramsciana diciamo il nocciolo di verità
In questo consiste diciamo la capacità egemonica
E cioè ha saputo farsi carico nelle società
Nelle nostre società
Di quel bisogno di inclusione sociale di riduzione delle diseguaglianze che diciamo era il nocciolo di verità che era contenuto nel movimento comunista
E il liberalismo ha vinto la sfida perché ha saputo appunto promuovere un liberalismo temperare
E non un liberismo a politico rozzo fondato sulla convinzione sbagliata del dominio dell'economia sulla politica che Stato a mio giudizio l'ideologia che ha fallito
E l'undici settembre è stata la scoperta dalla verità guarda che il mondo non si era fatto unificato
E che anzi dietro questa immagine
Occupavano conflitti e lacerazioni poi non solo tra ricchi e poveri sono d'accordo
Conflitti molto più complessa
Perché anche conflitti di natura identitaria
La scoperta che la la la formazione l'integrazione sovranazionale non distrugge le diverse identità
Che l'Occidente come ha scritto un grande intellettuale a torto citato in un senso sbagliato appunto l'Occidente e unico non è universale
E non è universali uniti universalizzazione
E che il grande problema dell'Occidente come costruire le condizioni di una convivenza
Io credo che
Io credo che noi siamo esattamente di fronte a questo problema
E cioè
Di fronte alla ri scoperta
Che una società internazionale aperta cioè integrata
è
Innanzitutto una costruzione politica
Istituzionale
Un sistema di relazioni di regole di istituzioni sovranazionali che funzionano
E che garantiscono la prevenzione e la regolazione dei conflitti
Soltanto questa visione che recupera qui davvero il meglio di una tradizione liberale liberalismo politico diciamo che non
Che ha saputo intrecciarsi alla tradizione democratica e arricchirsi del dialogo con altre componenti culturali soprattutto nelle esperienze europee soltanto a partire da questo diverso approccio
Noi possiamo pensare di costruire molto faticosamente dice
Quel multipolarismo inclusivo diciamo che il tentativo
Di
Evitare che la globalizzazione dei generi
In una catena ingovernabile di conflitti e di lacerazioni che davvero
Giustificherebbero il pessimismo
Acuto
Dell'ambasciatore Roma
Egli ha parlato di un concerto internazionale usando volutamente un'espressione ottocentesca diciamo una polemica contro le mode correnti dice
Forse possiamo usare qualche cosa che un po'più attuale ma insomma in sostanza
L'idea è quella
Di una costruzione politica istituzionali e anche per questo noi non possiamo che ripartire dall'euro
Perché tanto l'Europa è
Lo strumento chi abbia
Diciamo è l'aspetto
è innanzitutto al tempo stesso la l'esperienza di maggior successo
Che noi abbiamo alle spalle
Ma anche
Lo strumento più potente ed unico attraverso il quale gli europei possono partecipare alla costruzione di un processo politico di integrazione internazionale
L'Europa è stato un grande successo io credo che questo non saranno mai sufficientemente detto
A me è capitato qualche tempo fa visitando o la Corea la Repubblica della corretta discutendo con il Presidente Corea
Ricordo che su
Repubblica di Corea e la Corea del Sud scenografia
Si chiama così vederlo coreografa se l'avesse capito frequentazioni no
Ma sarei la prima cosa che mi ha detto il
Dente della Corea del Sud allora è stato
Guai se isoliamo e criminalizziamo la Corea del Nord e mi sono complimentato con lode dimostrato di essere un uomo molto aperta intelligenti
E loro sono stati fondamentali nel fare una politica che ha ereditato un isolamento alla criminalizzazione della Corea del Nord
Ma mi ha detto che il nostro continente è segnato da oggi antichi
Verso il Giappone verso la Cina
A noi è mancato qualcosa come l'Unione europee
E cioè la capacità degli europei
Non per un improvviso affollato di fraternità ma attraverso un faticoso processo di costruzione politica basata su compromessi graduali
Di rimuovere le ragioni di conflitto in fra europea
E io credo che somma noi dovremmo sentirci orgogliosi di questo
L'idea che si passa il Reno Tibet dove sono morte milioni di persone
E ci si accorge che che non si è più in Francia sia in Germania o viceversa solo perché cambia l'operatore sul display del telefonino è secondo me una grande conquista di civiltà
Il problema è che l'Europa il cui motore è stato fondamentalmente per cinquant'anni appunto questo cioè rimuovere i conflitti infra europei e le loro ragioni
Oggi si trova confrontata ad una sfida diversa
Perché in qualche modo quella fase si è conclusa direi che la stasi europea anche il frutto di un successo
è il problema europeo è come l'Europa oggi motiva un salto di qualità nella costruzione politica più in ragione delle grandi sfide che vengono dall'esterno che non in ragione del diciamo delle
Superamento del dei conflitti interni all'Europa e queste sfide sono quelle che sono state qui indicate
A cominciare da quelle ravvicinati io sono
Ringrazio romano per avere colto il senso della iniziativa italiana ed europea l'estate scorsa nel Libano
Sono meno pessimista perché penso che il Libano ampia effettivamente rappresentato un punto di svolta
In tutti i pericoli
Che sono nella situazione
Ma penso che se non ci fosse stata l'iniziativa europea delle Nazioni Unite nel Libano noi non avremmo avuto
Una riunione sul futuro dell'Iraq in cui l'Iran la Siria la Cina la Russia gli Stati Uniti si sono parlati
E hanno convenuto su alcune importanti scelte comuni rispetto al dottor Salucci
Anche se
Informazione si è soffermata sugli episodi
Mi si è convenuto
Su
Diverse scelte comuni su come cercare di aiutare nella misura del possibile dall'esterno un processo di pacificazione interna all'Iraq
E penso che non sardo non è è vero che l'Europa si è vista poco è vero che
Poi a quel punto i protagonisti principali sono stati i duellanti che hanno dialogato
Ma vi assicuro che senza un paziente impegno dei principali Paesi europei
Quella riunione non ci sarebbe stato
E i protagonisti lo sapeva tanto è vero che ci hanno voluto a quel tavolo che non era fatto obbligato
In particolare per quei Paesi europei che non sono membri permanenti del Consiglio di sicurezza
Non era obbligatorio infatti l'esercizio era partito senza di noi ma
Ci hanno voluto a quel tavolo perché anche
Sanno quanto abbiamo lavorato perché possa esserci questo sviluppo io sono totalmente d'accordo
Che anche la missione in Libano senza un'idea chiara nel futuro del Libano senza un'iniziativa tra israeliani palestinesi senza una politica verso la Siria verso l'Iran
E esposta un grande rischio ma noi stiamo cercando di sviluppare questa visione finalmente diciamo meno ideologica di un grande Medio Oriente
Dopo avere coltivato l'idea che la guerra in Iraq avrebbe avuto un effetto spillover positivo in tutta la Regione diciamo
Finalmente siamo tornati all'idea che soltanto un impegno politico la cooperazione il dialogo possono affrontare l'arco delle crisi
La crisi politica che c'è in Israele che ci preoccupa è che io spero possa essere rapidamente risolta ma è anche il segno di una crisi di una strategia di un approccio unilaterale
E quindi della ricerca di una via che non può che essere quella del negoziato e della costruzione della pace
Insomma vorrei dire senza facili ottimismi ma su questa frontiera
L'Europa c'è
E direi anche con una convergenza tra i maggiori Paesi europei che noi non abbiamo avuto nel passato quando
Mi ha colpito romano perché facevo vedere ambasciatore Biancheri che sono esattamente le stesse parole che ho usato io l'altra sera
Nella mia
Loro piano tecnico ad Oxford
Quando
Con le stesse parole di Romano diciamo ho detto Necchi si è accodato agli americani
British style
Nell'opposizione Francia sta
Hanno effettivamente influito sugli avvenimenti a partire dalla guerra in Iraq
Solo un'Europa unita può influire
L'unità dell'Europa è difficile ha ragione Biancheri certo richiederebbe istituzioni in grado di produrre decisioni politiche a partire dalla pluralità delle opinioni le istituzioni servono esattamente a questo
Ed è per questo che noi consideriamo centrale l'approvazione
Del trattato di un trattato che rafforzi il carattere democratico efficace e trasparente delle istituzioni
Perché non è
Un'esercitazione di giuristi una passione di politici ma è una necessità dell'Europa io direi del mondo
Che ha bisogno di in Europa che sappia essere protagonista
Però anche la politica a volte aiutare a costruire un impegno unitario mi ricordo
Che quello che ci dicemmo tra alcuni Capi di Governo europei
Il giorno in cui comincio la guerra del Kosovo
E non c'erano le regole ci dicemmo da questo momento in poi discutiamo
Decidiamo a maggioranza tra di noi e facciamo tutti la stessa cosa
Perché non ci possiamo permettere di essere divisi fu una specie di patto fra gentiluomini diciamo in mancanza di regole
Ma ci sono momenti in cui che le classi dirigenti dei principali paesi europei debbono trovare questa solidarietà pena il rischio di non contare nulla e di non potere difendere la sicurezza e le prospettive di sviluppo del nostro continente
E noi ci siamo confrontati con delle enormi sfide che vanno reimpostate
La guerra al terrorismo io mi permetto di dire che se si vuole sconfiggere il terrorismo bisogna cominciare a dire che è sbagliato parlare di guerra al terrorismo
Perché
Questa nozione è stata l'origine di enormi equivoci
Non si fa la guerra ad una minaccia asimmetrica
Che ha radici ideologiche culturali ad una proliferazione di gruppi a fenomeni di violenza che spesso hanno radici diverse e che è sbagliato accomunare sotto lo stesso segno
è del tutto sbagliato considerare Hezbollah come Al Qaeda come Hamas
Una cosa è il terrorismo
Fondamentalista religioso di Al Qaeda altra cosa sono movimenti di matrice nazionalista che anche a causa di errori nostri hanno finito per essere sospinti verso il fondamentalismo religioso
E
Ci vuole una politica contro il terrorismo una politica che non esclude l'uso della forza
Ma la guerra si fa contro gli Stati
Contro gli esercizi e l'idea di debellare il terrorismo combattendo gli Stati ha prodotto solo più peronismo
Santo Cielo questo ormai è all'ordine del giorno nel dibattito interno degli Stati Uniti
C'è stato un approccio sbagliato dobbiamo recuperare la nozione di lotta al terrorismo anche attraverso l'uso della forza ma dentro una strategia politica culturale
In grado di individuare le radici dei fenomeni di distinguere di isolare
Di togliere l'acqua i pesci
E in modo fondamentale innanzitutto di potere poi colpire il mondo efficace
Quello è stato il vero effetto spillover se si gira il mondo arabo
Oggi la minaccia terroristica viene in gran parte da giovani che sono andati a combattere in Iraq
A fare il loro training militare di biologico
E che tornano
A fare gli attentati nei loro Paesi
Questo dovrebbe fare riflettere sugli effetti della guerra in materia di lotta al terrorismo
E io sono d'accordo Casini assolutamente la povertà cambiamento climatico la sicurezza energetica
Il governo dei grandi flussi migratori tutto questo richiede regole istituzioni sovranazionali pazienza
Pragmatismo e non il furore dell'ideologia io non ho non lo dico se ve lo dico senza alcun intento polemico ma se
Noi abbiamo fatto una legge
Con l'acqua
Capita a me
Di dovere
Raccogliere le doglianze di un imprenditore giapponese che deve aspettare sei mesi il visto pervenire in Italia a prendere possesso della sua anzi
E questa legge ha avuto come su queste di rendere enormemente difficile
L'immigrazione legale
E di
Prendere enormemente maggiore l'immigrazione illegali
Mi ha raccontato
Capo del Governo tunisino mi ha detto noi non riusciamo a raggiungere le quote che ci avete legalmente assegnato perché la vostra legge obbligata a dire il contratto d'affitto di casa lavoratori tunisini per venire in Italia
E in questo modo è difficilissimo venire legalmente
E quindi la gente che non è che non viene
Non è che in in Nigeria della gente parte attraverso il deserto attraversa il mare e muoiono migliaia di persone non vengono più in Italia perché dice sai c'è la legge Bossi-Fini non si può andare
Quelli vengono lo stesso
Quelli che non vengono sono i lavoratori qualificato
Per questi fenomeni governi
E guardiamo a come i grandi Paesi primo grande esempio sono gli Stati Uniti d'America
Hanno costruito il loro sviluppo anche nella capacità di attrarre intelligenze e talenti Società per
Di attrarre intelligenze di tale anche riconoscendo i diritti delle persone
Allora questi sono fenomeni che vanno governati
Sono fenomeni che
Ci metteranno di fronte a delle sfide giganteschi io vorrei far portare tre cifre e concludo visti i numeri sono testardi hanno un loro una loro evidenza dramma
Nel due mila venticinque noi l'Occidente saremmo come oggi circa un miliardo e duecento milioni individui saremo molto più vecchio
Molto più vecchi di oggi loro
Passeranno da cinque virgola due a sei virgola sei miliardi
E saranno molto più giovani di noi mediamente
E credo che c'è poco da fare
Ho capito sì sì non so
Però
Sì sì io sono
Se non sono d'accordo con lei bisognerebbe farli però queste sono le pendenze abbiamo grafiche
Allora
Siccome
Siccome probabilmente malgrado tutti gli sforzi che dobbiamo fare per incoraggiare Cespa probabilmente
Questa tendenza potrà essere corretta solo marginalmente è evidente che
Il sistema delle relazioni internazionali deve essere inclusi
Non possiamo pensare diciamo che
Il CREL
Nelle democrazie occidentali
Senza confrontarsi
La dipendenza energetica dell'Europa alla stessa data passerà dall'attuale cinquanta per cento al settanta per cento
Delle importazioni
Che questo è un punto cruciale delle politiche future per caso
E il tema della stabilità
Del mondo diventa cruciale infine nel due mila trenta nessun Paese europeo avrà i numeri per essere membro del G sette
Nessun Paese europeo singolarmente prese
Perché giustamente
Saremo scavalcati dalla Cina dall'India dal Brasile
Perché in fondo è ragionevole che Paesi che hanno più di un miliardo di abitanti producano più ricchezza di Paesi che hanno cinquanta milioni di abitanti
Allora siccome questi sono i numeri
O noi ci attrezziamo
A fronteggiare questi numeri
E cioè ci mettiamo in grado di concorrere a creare un sistema di relazioni internazionali più equo inclusivo
E lo facciamo mettendo insieme l'Europa perché citando una bella frase
Voler risparmi e diciamo al posto l'ho detto l'ho detto anche un po'per provocare gli inglesi però per una platea molto prosopopea
Ho detto inutile dibattere in Europa sui diversi interessi tra grandi e piccoli paesi siamo tutti piccoli
Di fronte a quello che accade nel mondo l'unica differenza è che qualcuno non ne è consapevole ecco
E allora io credo che noi dobbiamo partire da queste consapevolezze
Io non sono pessimista sulla possibilità
Di cogliere le opportunità della globalizzazione
Ma ripeto bisogna che la politica si prenda le sue responsabilità e che questa globalizzazione sia governata
Da istituzioni da regole e da una visione politica e culturale inclusiva è in grado di rispondere ai bisogni di tutti e non sono di una parte
Ringrazio
Ringrazio di cuore Presidente D'Alema per questo splendido intervento
Siamo
Ahimè troppo vicini allora dalla nostra chiusura per il potere
Rivolgere
Rivolgendomi al pubblico richiedere delle domande dal pubblico che d'altronde
E così numeroso che se ha
Accettò ah sì una domanda a fare un'ingiustizia troppe altre persone anche pensando che c'è un'altra sala quarantanove altrettante persone stanno
Seguendo questo dibattito e al quale non potrei comunque dare la parola mi chiedo se se qualche membro del Pannella qualche domanda
Da
Da rivolgere
Allora Presidente Casini o al Presidente D'Alema o intervenire ancora
Perché se così non fosse
Io ringrazierei vivamente i i membri di questa tavola rotonda a partire dal Presidente D'Alema l'onorevole Casini ma tutti gli altri al professor Colombo all'ambito del romano al dottor Belpietro a
Al professor Brunetta
Ringrazio lei soprattutto il pubblico che ha
Ascoltato con tanta attenzione questo dibattito tante augurerei
Tutti
Una felice sarà
Grazie
La