Tra gli argomenti discussi: Afghanistan, Esteri, Francia, Iran, Iraq, Kouchner, Oppio, Pakistan, Usa.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 19 minuti.
Rubrica
Manifestazione
15:30
10:00, Roma
12:00
15:00 - Camera dei Deputati
10:00 - Roma
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11:00 - Torino
14:00 - Milano
15:00 - Milano
15:30 - Milano
Buongiorno agli ascoltatori di Radio Radicale martedì ventuno agosto questo l'appuntamento con la rassegna stampa internazionale accurati David Carretta in apertura questo il CIPE ci occuperemo di Iraq notizia del giorno e la visita di ben Marcus fare il Ministro degli esteri di Nicolas Sarkozy
A Baghdad
Riproporremo
I titoli della stampa francese l'editoriale di oggi di le monde dal titolo scommessa irachena era questo quotidiano
Sarà così ha fatto bene rinviare Kushner in Iraq leggeremo perché ci occuperemo anche di Afghanistan lo faremo con i New York Times ieri
è un editoriale
Secondo cui la guerra buona con l'Afghanistan rispetto quella cattiva che quelli là che non deve essere ancora vinta
Sempre a proposito di Afghanistan vi proporremo anche un editoriale dal Times di ieri il quotidiano conservatore
Britannico chiede di lasciare crescere l'oppio afgano perché perché l'esportazione di oppio potrebbe soddisfare le necessità mediche globali in particolare di morfina non proposta
Questa che è stata fatta propria anche
Dal partito radicale da Marco Pannella da
Emma Bonino
Ci occuperemo anche di Pakistan dove prosegue la crisi politica per il presidente Musharraf l'International Herald Tribune oggi chiede agli Stati Uniti di difendere
La democrazia in Pakistan andarle scelte del generale
Pachistano in chiusura ci occuperemo anche di Iran con il Wall Street Journal Europe di ieri che pubblicava un intervento di Michael le Dean
Esponente di punta ad American Enterprise Institute dal titolo parlare all'Iran approcciare Teheran non ha mai portato gli Stati Uniti molto lontani
Ma cominciamo con l'Iraq e la visita di Bernard Kushner a Baghdad visita che è stata accolta in mondi diversi dalla stampa francese
Le fidiamo o
Nieri sottolineava un aspetto in particolare si tratta della prima visita di un capo della diplomazia francese dal due mila e tre cioè dalla invasione
Angolo americana si tratta di un gesto spettacolare
Indirizzato evidentemente anche a Washington così la pensava anche Di Biasio in un articolo di cronaca pubblicato ieri a pagina otto per Kushner la strada di Washington passa per Baghdad
Prima visita di un Ministro francese dall'operazione americana in Iraq nel duemila e tre
Il titolo invece l'apertura di oggi di nel mondo
Ciò Kushner in Iraq alla ricerca di una soluzione politica e secondo Baghdad la Francia può diventare un'amica
Positivo il giudizio di le Monde nel suo editoriale dal titolo scommesse irachena scrive il quotidiano francese la visita a sorpresa di Bernard Kushner arrivato a Baghdad per tre giorni domenica scorsa
Segnala volontà della Francia di effettuare il suo ritorno in Iraq questo gesto
Iscritto nel riavvicinamento franco americano intrapreso da Nicolas Sarkozy e quanto tanto spettacolo quasi tanto spettacolare quanto lo era stata l'opposizione della Francia all'intervento americano nel due mila e tre
Cucina era uno dei pochi esponenti politici francesi che all'epoca non aveva condannato gli Stati Uniti
Era nella posizione giusta per questa missione detto questo però Tremonti ed è cosa farà la Francini la che soprattutto cosa può fare la Francia il chiedo se è indicato che l'obiettivo di questo viaggio disc prima di portare un messaggio di solidarietà della Francia al popolo iracheno e di ascoltare i rappresentanti dell'insieme delle comunità
Senza eccezioni lo stesso cucinerà esortato gli iracheni e la pazienza sottolineando il fatto che il futuro del loro Paese dipende innanzitutto da loro
Ma tenendo anche ricordare una costante della politica francese cioè che la soluzione non è militare
Ma al di là di queste parole si tratta secondo le Monde di aiutare liste civiche uscire dal pantano tentando per quanto possibile di aiutare il popolo iracheno
L'ora non è più quella del fusti gare gli errori di valutazione degli americani ma di contribuire a una soluzione in Iraq
Per le mondo dunque cucinerà ragione ad andare a Baghdad la Francia che intende restare presente Medioriente non può disinteressarsi a questo Paese
Ma l'Iraq nel due mila sette anche ben differente da quello a cui le reti francesi si erano abituate tra gli anni mille novecentosettanta e due mila e tre
Oggi dirà che è un Paese spaccato epicentro tre nuove linee di frattura del Medioriente ritornare in Iraq significa anche sollevare con acutezza la questione dell'Iran attore chiave della crisi
E non si sa bene quale carta possa giocare la Francia
Parigi già oggi dialoga con l'Iran a proposito del Libano
E forse è arrivato il momento di parlare anche di racket ma in questo caso scrivere non c'è da interrogarsi su un'altra questione cioè come mantenere la pressione sul terranno a proposito del programma nucleare ad ogni modo
Sarkozy Kushner sono animati dalla volontà di fare qualcosa in nome dell'idea che non c'è problema senza soluzione
Ma dall'arrivo al che borse alla Farnesina francese considerasse scontrato allo scetticismo della sua diplomazia
Quanto alla possibilità alle possibilità reali della Francini era che nell'insieme del teatro regionale in sostanza diplomatici francesi a differenza della coppia se è così Kushner
Sono portati a credere che occorra lasciare andare la crisi fino in fondo in altre parole attendere che la guerra civile
In corso si concluda con la vittoria di un campo sull'altro nello specifico la vittoria degli Sciti sui sunniti
Il ritorno che la Francia in Iraq eh comunque una nuova manifestazione del volontarismo di cui sarà così ha fatto la chiave della sua elezione per le Monde la scommessa di mira che ancora che UDACE rispetto alle altre questioni
Ma conclude il giornale francese vale la pena tentare sulla
Passiamo dall'Iraq all'Afghanistan con
In minor tempo ieri un editoriale ripubblicato oggi dall'International Herald Tribune alla guerra buona deve ancora essere vinta questo il titolo cerchiamo di capire perché
Lo sapremo mai quanto meglio sarebbe andata la guerra in Afghanistan se solo fosse stata condotta in modo più competente negli ultimi sei mesi ma ci sono pochi dubbi sul fatto che le forze americane il Governo afgano sarebbero in una posizione molto più forte di quanto siano ora
Le cose sarebbero state molto diverso è se l'Amministrazione Bush non avesse distratto i soldati dollari necessari l'Afghanistan
In un'invasione sbagliata dell'Iraq se non avesse perso anni scoraggiando l'assistenza militare della NATO
Se non avesse sostenuto invece di persuadere un dittatore pachistano che ha avuto nei confronti dei talebani quantomeno un comportamento ambiguo
Queste sono
Alcuni delle domande che emergono degli interrogativi che emergono da una serie di
Devastanti articoli che stesso New York Times ricorda di aver
Pubblicato e che riguardano la il modo in cui la guerra buona dell'Afghanistan sta andando male la battaglia contro il CAI dei suoi alleati talebani può ancora essere vinta ed è cosa vitale per la sicurezza americana
Avverto il New York Times a vittoria richiederà una strategia più intelligente e molta più attenzione e risorse
Nei primi mesi dopo gli attacchi dell'undici settembre il mondo il popolo afgano i più importanti alleati di Washington erano tutti dalla parte dell'America
Ora invece c'è un esercito
Dei talebani ricostituito che opera dai santuari in Pakistan e conquista i cuori e le menti degli afgani ogni volta che una bomba errante americana uccide civili innocenti e quando il fallimentare Governo afgano non riesce a mantenere le sue promesse di una
Migliore amministrazione di sviluppo economico e di sicurezza fisica
Gli Stati Uniti non hanno mai avuto sufficientemente soldati in Afghanistan nel due mila uno quando Osama Bin Laden era in fuga nelle caverne
Di Tora Borra né oggi quando la maggior parte del Paese ancora senza un'autorità di polizia efficiente troppi pochi soldati sul terreno significano troppi bombardamenti ieri che significano troppe vittime innocenti
Da quando nel due mila e due si è cominciato a preparare l'Iraq molte risorse americane sono state dirottate risorse che come le unità di élite per le operazioni speciali da contro infrazione avrebbero potuto cambiare le cose in Afghanistan
E oggi l'Afghanistan più grande popoloso dell'Iraq a ventitré mila e cinquecento soldati americani contro i centosessanta mila presenti in Iraq
Le cose sono andato più o meno allo stesso modo con gli aiuti allo sviluppo nel due mila e due
Il Presidente Bush aveva promesso di non ripetere l'errore di suo padre e cioè di lasciare agli afgani stessi la ricostruzione dopo il ritiro sovietico del mille novecentottantanove
Va Bush non ha mantenuto con la promessa come dimostra il fatto che in proporzione alla popolazione l'Afghanistan ha ricevuto meno assistenza americana
Di quanto abbiano ricevuto Bosnia Kosovo o IT
Dopo anni di promesse fatte dagli ambasciatori americani finalmente quest'anno gli aiuti dovrebbero aumentare consistentemente ma la maggior parte dei soldi dovranno essere destinati alle questioni
Legata alla sicurezza come l'addestramento delle forze di sicurezza afgane e alle radicazione dell'oppio così il totale per la ricostruzione
E per fornire alternative economiche signori della guerra e trafficanti sarà ampiamente insufficiente
Avendo giustamente considerato l'undici settembre come un attacco a uno Stato membro la NATO all'epoca avevo offerto di mandare soldati e combattere insieme agli Stati Uniti in Afghanistan
L'Amministrazione Bush aveva inizialmente declinato l'offerta salvo poi accertare l'aiuto almeno a Kabul in alcune zone relativamente sicure del nord dell'Afghanistan
Alla fine
Nel due mila e cinque Washington ammesso di non aver abbastanza soldati per controllare il sud ed allora i combattimenti sono diventati ancora più difficili somma scrive il New York Times in questo editoriale
Piero ridi Washington hanno reso lira con una nuova aria centrale per il terrorismo internazionale le zone di confine dell'Afghanistan del Pakistan sono
Oggi ancora il rifugio sicuro delle più importanti basi di Al Qaeda e dei suoi leader più pericolosi
La vittoria in Afghanistan dunque oggi sarà ancora ora è ancor più difficile ma rimane comunque necessaria così
E gli organici in un editoriale che potete rileggere sull'Herald Tribune il Times invece quotidiano conservatore
Britannico ieri pubblicato un editoriale
A favore della legalizzazione della coltivazione di oppio in Afghanistan per usi medici lasciate crescere l'oppio afgano l'esportazione di oppio mortale
Potrebbe soddisfare le necessità mediche globali questo il titolo scrive
Il Times una società britannica sta cercando di reclutare CRI Colturi per coltivare oppio al fine di andare incontro alle
Necessità globali di morfina allo stesso tempo i soldati britannici stanno combattendo morendo in Afghanistan per smantellare il controllo dei talebani
Sulle più importanti coltivazioni di oppio al mondo che hanno reso l'Afghanistan la più importante fonte di eroina che arriva nel Regno Unito nell'Europa occidentale
Il fallimento nel fermare questo commercio mortale è uno dei settori che alimentano la violenza l'impoverimento degli agricoltori afgani il rafforzamento dei signori della guerra e dei combattenti talebani nel sud dell'Afghanistan
Ma questo fallimento e soprattutto un pesante atto d'accusa contro scrive il Times si politici a Kabul nelle capitali della NATO e alle Nazioni Unite
Che potrebbero trasformare le coltivazioni di oppio afgane da flagello in benedizione ma che in realtà non vogliono farlo l'Afghanistan ora in un dato di oppio la produzione è cresciuta del quindici per cento dal due mila e sei
è un ventata la terra coltivata più del novantadue per cento dell'eroina vendute in Europa viene dall'Afghanistan la proporzione continua a crescere nella sulla provincia di Helmand dove le forze britanniche combattono contro i talebani
C'è un terzo della produzione di oppio all'inizio di agosto Regno Unito annunciato altre ventidue milioni e mezzo di sterline da aggiungere
Ha un programma di duecentosettanta milioni da spendere nei prossimi tre anni per smantellare i trafficanti e i loro legami con
I talebani
Ma in realtà la produzione di oppio sta crescendo comunque il commercio proveniente dall'Afghanistan è stimato a più di uno virgola cinque miliardi di sterline non hanno in crescita gli sforzi internazionali
Per fermare questo commercio
Non hanno prodotto alcun effetto constata il Times anzi in alcuni casi sono stati controproducenti solo l'otto per cento delle coltivazioni sono state distrutte lo scorso anno
Finora il governo Karzai si è rifiutato di procede alla alla fumi creazione delle coltivazioni e si capisce bene perché
Se si escludono i gangster che dominano il traffico
L'ho più infatti coinvolge quasi tre milioni di afgani nella coltivazione altri duecentoventicinque mila nel commercio insomma il quattordici per cento della popolazione totale
Non solo il Governo giustamente riluttante a criminalizzare così tanta gente anche la NATO esita distruggere la sola fonte di reddito di migliaia di raccoglitori
Fare questo infatti significherebbe spingersi ulteriormente nelle braccia dei talebani con una mossa intelligente ricorda ancora al Times alcuni anni fa il Governo britannico cerco di comprare la produzione di oppio spendendo venti milioni di sterline per acquistare l'oppio e convincere gli agricoltori a produrre altro
Ma la fine è stato un fallimento perché perché non c'è nessun'altra coltivazione che può garantire lo stesso reddito agli agricoltori Ascani insomma
Realizzare il commercio per uso medico
E dunque la via più ovvia è la più ovvia delle alternative
Si è già sperimentata con risultati rimarchevoli in India e Turchia
La necessità
Di medicinali a base di morfina a basso costo è chiaramente una realtà
E lo schema sarebbe compatibile
Tanto con le leggi afgane quanto con i regolamenti internazionali sulle droghe semmai opporsi sono i gangster i trafficanti e i talebani ma questo conclude il Times nel miglior modo per metterli fuori dal dismesse
Per l'Afghanistan ci spostiamo al pachistana con International Herald Tribune di oggi un editoriale sulle scelte di Musharraf questo il titolo scelte che potrebbero essere decisive per il futuro del Paese
Leggiamo il Presidente pachistano Pervez Musharraf si trova di fronte a ostacoli quasi insormontabili nel suo tentativo di conquistare altri cinque anni di mandato l'Amministrazione Bush ha sostenuto Musharraf come un partner pragmatico in una regione pericolosa
E dunque gli Stati Uniti hanno un interesse particolare nelle scelte che Muscio las
Para farà
Ma se vogliono servire al meglio i propri interessi quelli del Pakistan
La cosa migliore che possono fare i politici a Washington e di sostenere le regole del gioco democratico e non un particolare partito un particolare candidato difficilmente infatti si può dire che conosceva sia stato e sia un alleato ideale
Secondo un recente rapporto di Intelligence per esempio al Cai ed è stato ad Al Qaeda è stato permesso di raggruppare se all'interno del Pakistan
Al contempo come dimostrano le recenti proteste contro il tentativo fallito di Musharraf di sospendere il Presidente della Corte suprema pachistana
Il generale si alienato proprio quei settori della società pachistana che dovrebbero essere più favorevoli e valori Washington predica Stato di diritto indipendenza della magistratura libertà civili
Musharraf e alla ricerca di aiuto aiuto politico per tentare
Di rimanere al potere il Presidente pachistano infatti deve fronteggiare non solo l'ostilità dei partiti laici ma anche quella dei gruppi islamisti
A meno che non decida per lo stato d'emergenza ma l'Amministrazione Bush ha intimato di non farlo suo tentativo di rimanere alla Presidenza
Dipenderà proprio dalle decisioni che la Corte suprema e del suo Presidente Presidente che Musharraf ha tentato di licenziare a quella Corte sarà chiesto di decidere se Musharraf potrà correre
Per la Presidenza pur rimanendo capo dell'esercito se la Costituzione del Pakistan gli impedisce o meno di ottenere un terzo mandato
E se può essere letto dall'attuale Parlamento come lui vorrebbe oppure se debba attendere quello che verrà eletto in autunno queste scrive erano temi non sono questioni che devono essere risolte da un minuto Rita giudiziari indipendente
Gli Stati Uniti dovrebbero dire chiaramente che si opporranno qualsiasi nuovo tentativo di Musharraf
Il circuito delle leggi del suo Paese o il funzionamento della democrazia
Geograficamente ci spostiamo
Dall'Afghanistan all'Iran
Vogliamo solo segnalarvi per ragioni di tempo un intervento di mai colleghi in American Enterprise Institute pubblicato ieri dal Wall Street Journal Europe
Parlare all'Iran il titolo approcciare terranno e non ha mai portato ristretti miti molto lontani in sostanza per lidi non
La guerra
Dell'Iran contro gli Stati Uniti rimane incentrata su convinzioni fanatica e dunque terranno e non ha nessun interesse nel risolverla a un tavolo i negoziati al tavolo della
Diplomazia
E per chiudere sempre a proposito di
Quanto sta accadendo più in generale in Medioriente dal Pakistan all'Iraq passando
Per l'Iran e l'Afghanistan ma anche segnalato un'analisi di Alexandre Adler pubblicate ieri dalle fidiamo
Le tre chiavi del mistero
Mi deve mediorientale il titolo in sostanza Adriano scrive che il conflitto attuale in Iraq
Va ben al di là della presenza americana la priva la prima chiave di interpretazione di quanto sta accadendo in tutta la regione la guerra tra Iran e Arabia Saudita per l'egemonia del movimento islamista
Guerra sostanzialmente tra sciiti e sunniti la seconda chiave parallela questo scontro e la lotta tra la modernità laica all'integralismo
Lotta che prosegue in tutto il mondo musulmano la terza chiave e americana e del pacifismo isolazionista
Che non sarebbe nulla oggi se non fosse sostenuto dalla CIA dal Dipartimento di Stato e chi si oppone all'interventismo
Insomma ci sono tre guerre sunniti sciiti moderati integralisti nell'Islam e negli Stati Uniti isolazionista interventisti
Tre guerre che convertono ora verso un punto di svolta così Alexandre Adler noi
Cercheremo di seguire
Il seguito di queste tre guerre però oggi abbiamo concluso da David Carretta una buona giornata l'ascolto di Radio Radicale
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