Giuseppe Di Vittorio sindacalista, costituente, parlamentare

Sì non sono
Buongiorno
Designazione porgere il mio saluto
E il mio ringraziamento al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
UAL con la sua presenza questa cerimonia
Promosso dalla Camera dei deputati del cinquantesimo
Della scomparsa di Giuseppe Di Vittorio
Saluto con lui
Il Presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro
Il vice Presidente del Senato nel sia dei caprini
Il rappresentante della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick
Le altre autorità presenti e tutti gli intervenuti
Ringrazio le personalità che ricorderanno oggi la figura di Giuseppe Di Vittorio
Guglielmo Epifani Valerio Castronovo Innocenzo Cipolletta Maio piani e Adolfo Pepe
Ringrazio il presidente della Fondazione la Camera dei deputati Pier Ferdinando Casini
Che non è potuto essere con noi oggi per la realizzazione della dell'opera
Realizzata nel cinquantesimo anniversario della morte di Di Vittorio
Che unisce raccolta dei suoi discorsi parlamentari in formato digitale un apparato iconografico di grande pregio corredato da un saggio del professor Petronio
Desidero in proposito rivolgere un ringraziamento speciale alla fondazione di vittoria
Nella persona del suo Presidente Carlo Ghezzi
Per la passione civile il rigore scientifico con cui l'istituto custodisce e difende l'eredità ideale di Giuseppe Di Vittorio
E per il contributo assicurato la Fondazione della Camera dei deputati nella realizzazione dei materiali documentali editti in questa così significativa ricorrenza
Un saluto particolarmente caloroso e un vivo ringraziamento voglio rivolgere alla figlia di Giuseppe Di Vittorio
Baldina e alla nipote Silvia aperti che hanno voluto onorare con la loro presenza questa occasione di studio
E di riflessione
Svolgeranno
Nelle loro relazioni
Gli argomenti utili da ricordare la lezione l'insegnamento di Giuseppe Di Vittorio
Coloro che si succederanno come ho ricordato in questa tribune
Io vorrei semplicemente ricordare
Una figura davvero straordinaria nella storia moderna del Paese
Un dirigente
Protagonista
Della vicenda del sindacato italiano
Del Partito Comunista Italiano
Delle istituzioni parlamentari
Di ognuna di queste esperienze una straordinaria personalità
Ha inviato un oltrepassa mento
Degli specifici ambiti di azione
Per diventare un formatore della coscienza storica dal Paese
La sua
è stata un'origine grata
Singolare
Nella classe dirigente anche democratica dell'Italia
Almeno
Nei suoi massimi esponenti dei massimi esponenti della storia dalla Repubblica
In Italia
Operai
Contadini braccianti
Sono stati una parte importante
Dalla nuova classe dirigente
Che l'ascesa delle masse popolari
Ha portato a dirigere il Paese in particolare
In quella grande costruzione di massa che dopo la vittoria contro il nazifascismo hanno segnato la storia del nostro Paese il sindacato e i partiti popolari
Ma
Quella particolare presenza
Di intellettuali
Nella direzione delle organizzazioni del movimento operaio
Che caratterizza in modo peculiare la storia italiana era differenzia anche da quella di altri Paesi europei
Ha fatto sì
Che
Una presenza come quella di Giuseppe Di Vittorio
Segni una originalità
Nel panorama dei massimi dirigenti
Della classe dirigente italiana delle sue figure leader
Giuseppe Di Vittorio
Esclusi bracciante
Se mi analfabeta
Figlio di genitori analfabeti
Auto di tanta
Cresciuto al centro di una terra profonda di provincia del sud
Quella Cerignola che è entrato nell'immaginario collettivo del Paese come bacino di formazione di questa storia
E diventa
Da quella partenza così drammatica e dura uno dei dirigenti più riconosciuti della storia pubblica della Repubblica
C'è qui
Una prima cifra
Della fisionomia di Giuseppe Di Vittorio
Quella
Di concorrere insieme all'incipit all'emancipazione del suo mondo
Del mondo di provenienza e a cui resterà sempre negata connessa all'emancipazione sua personale
Con una intensità
Che vede il processo di liberazione insieme come grande fatto collettivo e come esperienze ricco individuare
Varrà la pena di ricordare testimonianze di questa fatica di questa ricerca
L'acquisto faticato delle candele e dei librai
Su cui leggere e imparare
In poche ore dalla madre che lo spingevano spendere quei pochi soldi per comprare dei cibi invece che liberi e candele
Non è retorica
E la storia sociale e politica di un percorso straordinario che ha fatto grande una importante esperienza di questo Paese
è un'educazione sentimentale alla vita pubblica che si può rintracciare in una
Formula più volte chiodata di Di Vittorio che dà conto di questo percorso ha scritto di Vittorio
Io non sarei stato nulla
Io non sarei stato tratto mai dalla massa anonima dei miei fratelli lavoratori
Dei miei fratelli braccianti di Cerignola della Puglia se non fosse esistito se non si fosse sviluppato se non avesse lottato il movimento operaio organizzato
Un altro tratto originale
Di questa straordinaria storia
E
La condivisione di un tratto di un impianto che ha caratterizzato l'intero movimento operaio italiano
Una collocazione di parte
Quella del dei lavoratori del mondo del lavoro di classe
Quello stare da una parte sola con i lavoratori
E insieme essere capaci di interpretare l'interesse generale
Un orizzonte capace di parlare dell'intera comunità
Come testimonia l'esperienza straordinaria della costruzione del piano del lavoro
E l'idea insomma di un sindacato capace anche di portare
Una progettualità
E di essere protagonista di una progettualità di disegno del futuro del Paese
In questo tratto comune c'era un elemento tuttavia originale il rispetto della persona lanni rito di libertà
Forse
Non è trascurabile il suo su questo suo tratto un'esperienza culturale e politica che lo assegnato quella della sua origine di sindacalista rivoluzionario
Di appartenente nelle sue origina quelle tendenze annacqua sindacalista che poi immerso nella grande storia del Sindacato unitario
Del Paese nella storia dei socialisti dei comunisti mi ha fatto un tratto del tutto particolare che si vedrà in tutta la sua forza il suo vigore nel cinquantasei
Quando di fronte alla repressione sovietica
Dei lavoratori ungherese
Sceglie con la CGIL decisamente la parte e le ragioni dei lavoratori contro la depressione che pure venivano da una parte politicamente istituzionale che connotava una scelta di campo
è stato un dirigente particolarmente Amato dal suo popolo e dal popolo
Rispettato e hai conosciuto dagli avversari e
Nella fisiologia dei rapporti sociali dalle controparti ne è testimonianza
Il rapporto con un dirigente assai rilevante della Confindustria come costo che in più di un'occasione ebbe a manifestare il suo grande rispetto perché questo straordinario dirigente sindacale del movimento operaio
Quelli di Vittorio
è diventata una leggenda
Che ha attraversato più generazioni e vive ancora
è stato un mito spontaneo
Come il professor Pepe ha più volte ricordato un mito nato dal basso
Ne posso troppo tardi e anche una piccola testimonianza personale
Quando la mia generazione scopo in all'inizio degli anni Sessanta il sindacato in quelle terre del nord dall'epopea delle mondine era da poco conclusa
Magari ma sta la loro tracce la traccia del Rolo otto le loro esperienze assegnare anche visivamente le Camere del lavoro della Bassa padana
Nono conosciuta una Camera del lavoro neppure più periferica che non avesse una fotografia di Di Vittorio
Non ho conosciuto un dirigente sindacale che non citasse una sua fase
Che non ricordasse un evento a cui avesse partecipato che non ricordasse un comizio o una relazione con cui le donne e con quegli uomini
Le radici popolari di un mito si sono ritrovate nella storia concreta del sindacalismo italiano
Un dirigente sindacale
Quasi unico
Senza critici
Non sono stati critici nei confronti di Vittorio neppure grande dirigente particolarmente vocati
Alla all'intelligenza dell'esercizio critico
Vorrei ricordare tra tutti Vittorio Foa un grande maestro che ha parlato un intellettuale di dire cassa che ha parlato di Di Vittorio come
Virgolette il politico più raffinato tra quelli
Conosciuti
Il politico più affinato e parlava del bracciante di Cerignola costruito in una straordinaria vicenda umana e politica
Le ragioni
Di questa
Di questo mito di questo rito riconoscimento universale sono molto forti
Un uomo della CGIL
è stato un uomo del movimento operaio e dell'Italia intera
Suo è stato il contributo decisivo all'unità sindacale
L'unità sindacale e l'unità delle masse popolari e si può dire siano state la Weltanschauung di Giuseppe Di Vittorio
Unità sindacale a cui l'aveva lavorato già nel ventisette poi nel quarantuno in un rapporto particolarmente intenso con Bossi
Fino a vedere riconosciute le ragioni dell'unità nel patto di Roma del quarantaquattro
Un valore fondativo per la storia del sindacalismo italiano
Tanto importante quanto quello dell'autonomia del sindacato
Nel cui fondamenta si vedono le tracce di quella che sarà poi l'elaborazione del sindacato come soggetto politico
Un uomo dotato di un grande coraggio intellettuale
Ho ricordato poco fa l'atteggiamento nei confronti delle Ungheria
Vorrei ricordare una pagina meno nota nella politica ma ugualmente importante la capacità di innovare
Di rivedere i propri errori io novità la propria parte della propria organizzazione
Rimase famosa la formula con cui affrontò la dura sconfitta della CGIL alla FIAT nel cinquantacinque
C'è un dibattito animato dalla CGIL
E prevaleva la tesi secondo cui i comportamenti e repressivi della grande azienda torinese sarebbero stati all'origine della sconfitta operaio
Rimase ce l'aveva la fase di Vittorio che disse se anche il novantanove per cento delle colpe di questa sconfitta esce tensione comportamenti padronali
E l'uno solo per cento nei nostri noi siamo chiamati a indagare questo uno per cento
Da questa propensione alla riflessione su di sé
Ce la fa ad esperienza sulla propria storia nasce l'apertura all'innovazione epatica e culturale
Il nuovo rapporto forte con la difesa della tradizione
Non l'innovazione come rottura come separazione
Ma l'innovazione come nella riflessione da riportare su un corpo di tradizione da modificare per innovare e così
Divenne protagonista Louis che era l'immagine stessa dell'unità di classe nel sindacato
Della svolta dalla CGIL degli anni Cinquanta quella che condusse all'esperienza della contrattazione otto articolata del protagonismo dei lavoratori
E poi dell'unità sindacale vorrei ricordare a questo proposito le parole di un altro grande dirigente sindacale del movimento operaio italiano Bruno Trentin
Diceva
Di quella contributo di Di Vittorio all'innovazione e alla svolta
Aperte virgolette si trattava di riappropriarsi dei problemi della condizione operaia anche attraverso nuove forme di democrazia e di rappresentanza sindacale
Questa linea si affermò prosegue Fantini dopo uno scontro aspro che investire insieme del gruppo dirigente della CGIL
Incontrando l'opposizione più dura in Lombardia in alcune zone del Mezzogiorno e nella FIOM nazionale
Alla cui direzione subentravano Agostino Novella e Vittorio Foa
E si affermò quella svolta nonostante l'ostilità manifesta del gruppo dirigente del PC
Diffidente nei confronti di una svolta che sostanzialmente sconfessano ava la sua posizione ufficiale un innovatore
Capace di mettere a valore la tradizione
Di Vittorio aveva conosciuto la violenza dell'avversario
L'aveva conosciuta fin dall'origine della sua vicenda
Quella dei mazziniani nella terra di Puglia
Dello Stato liberale che si dichiarava nemico del nascente movimento operaio
E poi la violenza dell'ascesa del fascismo
E poi la violenza del fascismo fatto si sistema
Ma non si oppose mai la violenza
Al contrario opporsi alla violenza l'ascesa delle masse popolari
Il nuovo ingresso nelle istituzioni
Credo
Che andrebbero riletto con grande attenzione le pagine che Giuseppe Di Vittorio dedica all'esperienza dei Governi dei Comuni
In quella scuola straordinario di formazione di una nuova classe dirigente e di emancipazione che si fa incontrando le istruzioni entrando nella
Linguaggio e nella storia unitaria delle istruzioni democratica
Le mutate deputato
Già dopo l'elezione del ventuno
Ritornerò a Montecitorio nel quanta cinque con la Consulta e poi nell'Assemblea costituente
Di cui ancora vanno letti i contributi nella Commissione dei settantacinque dove credo c'è già scritto tanta parte del futuro del sindacalismo italiano
E da parlamentare della Po della Repubblica si vede il suo rapporto con il mondo del lavoro con le lavoratrici e lavoratori alla loro storia concreta gli operai braccianti agli impiegati Mezzadri
E si vede la sua capacità profetica
Con un'insistenza che mette nella proposta dello stipulato dei diritti dei lavoratori una sto una proposta di grande coraggio intellettuale per l'epoca
E che verrà realizzata soltanto vent'anni dopo
Resterà
Nella memoria storica del Paese questa straordinario uomo della Repubblica
Quel treno che nel novembre del cinquantasette
Da Milano a Roma porta
Il suo fare teatro
Viene salutato da una folla lungo tutto il percorso che accompagna quel treno da Milano a Roma
Quel treno
Continua il suo corso
Quel treno continua la sua corsa perché è stata IVA nell'Italia di oggi la lezione
Di Giuseppe Di Vittorio
La lezione di un uomo di popolo che ha vissuto per il suo popolo
Do ora la parola al Segretario generale della CGIL Guglielmo Epifani
Consentitemi
Di ringraziare la Fondazione della Camera dei deputati al suo Presidente onorevole Pier Ferdinando Casini
Il Presidente della Camera dei deputati onorevole Fausto Bertinotti per l'attenzione e rispetto al non formali che hanno voluto dedicare alla figura di Giuseppe Di Vittorio a cinquant'anni dalla sua scomparsa
In questo modo io credo il Parlamento italiano onora un uomo di grande valore
E soprattutto la causa a cui dedicò la sua vita la sua energia alla sua intelligenza la causa delle lavoratrici ed è lavoratori italiani
Ringrazio il Presidente della Repubblica di avere ancora una volta con la propria presenza qui oggi testimoniato quale alto senso del dovere quale passione umana e civile
Lo lei che valori del riscatto della dignità e dei diritti del mondo del lavoro
Ringrazio il Presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro ringrazio tutti i presenti saluto la figlia Baldina Di Vittorio
Giuseppe Di Vittorio è stato senza alcun dubbio e senza che alcuno possa adombrarsi la figura più importante della storia del movimento operaio e sindacale italiano del Novecento
Con il passare degli anni nel mondo del lavoro si è affermato un vero e proprio mito di Di Vittorio
Dovuto io credo principalmente alle sue origini umili alla sua militanza iniziata da giovanissimo e terminata con la propria morte
Alla sua immagine coerente e popolare alla sua forza morale
Di Vittorio divenuto in poche parole il simbolo del riscatto sociale dei lavoratori il passaggio da una condizione di totale subordinazione alle formazione del valore sociale del valore del lavoro e dalla sua funzione
Di Vittorio lasciato marchio indelebile nel principale sindacato italiano la CGIL
Di cui è stato il massimo dirigente sia nella fase unitaria dal mille novecentoquarantaquattro a quarantotto sia in quella successiva alle scissioni dal quarantotto e del cinquanta
Luciano lama revocava spesso l'insegnamento di Di Vittorio secondo il quale il sindacato non è soltanto una fabbrica di politiche rivendica attive
Il sindacato è una scuola di vita una sorgente di cultura uno strumento di emancipazione civile e morale della gente che lavora
Bruno Trentin ricordava Di Vittorio come un grande dirigente che sapeva in ogni momento mettersi in discussione rimettersi in mezzo agli altri con i loro problemi le loro angosce le loro speranze e farli propri
Di Vittorio è stato il maestro di un'intera generazione di sindacalisti a prescindere dalla loro collocazione politica
Fernando Santi per quasi un ventennio il capo dalla componente socialista affermava che per questa sua visione del sindacato nella società moderna Di Vittorio contrassegno una fase storica del nostro sindacalismo
Quella rappresentata dal passaggio dal vecchio al moderno sindacalismo
Dal sindacalismo cioè impegnato nell'ambito circoscritto dell'attività rivendicativa al sindacalismo che affronta i grandi temi dell'economia e della politica
De problemi dello sviluppo produttivo dell'occupazione della formazione del reddito e non solo della sua ripartizione
Vittorio Foa lo racconta così
Il personaggio dice riferito a Giuseppe Di Vittorio è sempre stato rappresentato come un tipo un tipico capopopolo come un tribuno capaci di animare le folle carico di sentimento e di capacità di trasmetterlo
Ma non confrontabile su un piano politico con i veri politici del suo tempo i De Gasperi Togliatti Fanfani Nenni tutta gente abilitata alle analisi freddi oggettive della vera politica
Io al contrario dice Foa ho sempre pensato e penso di Vittorio come al politico più raffinato proprio perché era capace di superare l'immediatezza e affondare lo sguardo nei tempi lunghi
Credo di dover riconoscere in quell'uomo il mio solo maestro di politica
La vita di politica di Di Vittorio il suo impegno civile cominciano presto
A quindici anni nel mille novecentosette fonda Cerignola sua città natale il Circolo giovanile socialista
Quattro anni più tardi nel mille novecentoundici viene chiamato a dirigere la Camera del lavoro di Minervino Murge
Di Vittorio per quanto giovane aveva già una buona esperienza di militante di organizzatore
Aveva partecipato nella sua terra come bracciante alle lotte agli scioperi dell'inizio del secolo
Erano sì gli anni della svolta liberale impressa da Giolitti dopo la lunga crisi di fine Ottocento
Ma non era esente quella svolta da resistenze contraddizioni che si manifestarono ancora attraverso tante politiche repressive soprattutto nel Mezzogiorno
Fu in qualunque sul contesto caratterizzato da importante conquiste dei braccianti ma da troppi moti repressi col sangue che Di Vittorio fece proprie le idee le pratiche del sindacalismo rivoluzionario
Una scelta comprensibile nel contesto pugliese
Dove una forte spontaneità delle lotte sociali e dove i ceti popolari vivevano con estraneità non soltanto le istituzioni dello Stato
Ma le stesse strutture sindacali riformiste a differenza di altre parti del Paese
Di Vittorio difese sempre con orgoglio quegli anni che rappresentarono un passaggio decisivo della sua formazione
Come ha giustamente ancora una volta notato Vittorio Foa l'adesione ai princìpi ai valori del sindacalismo rivoluzionario prima e del comunismo dopo andava letta in maniera complementare
Di Vittorio forni a noi un esempio molto chiaro della coabitazione di due fedeltà
Quella la classe e quella al partito della classe
La contraddizione nasceva quando il partito interferiva con gli interessi gli ideali della classe
E Di Vittorio come vecchio sindacalista rivoluzionario aveva tenuto fede nella sua convinzione che dai lavoratori e non dalle organizzazioni nasce la legittimità dell'azione sociale
La legittimazione dell'azione sindacale poteva scaturire dunque soltanto dal rapporto diretto con i lavoratori e la pratica della democrazia nei luoghi di lavoro fu il principale insegnamento di quegli anni
Furono come si sa anni tumultuosi quelli durante i quali si moltiplicano le esperienze politiche sindacali del giovane Di Vittorio
Dall'adesione del suo circolo la federazione dei sindacalisti di Parma all'elezione propria nel Comitato centrale dell'Unione sindacale italiana
Dalla fuga in Svizzera dopo i fatti della settimana rossa all'adesione per pochi mesi nel mille novecentoquindici alle tesi interventista
Dalla riassunzione della guida della Camera del lavoro di Cerignola nel mille novecentodiciannove ed alle lotte braccianti lei del biennio rosso
All'elezione a deputato nel maggio del mille novecentoventuno nelle finali del PSI ma come indipendente
Tra la fine del venti e i primi mesi del ventuno mutò come sappiamo profondamente il quadro politico italiano
Al sud la Puglia fu l'epicentro del terrore fascista
Molte Camere del lavoro furono devastate quella di Cerignola venne incendiata nel marzo del mille novecentoventuno
Di Vittorio fu incarcerato Lucera in aprile
Le successive azioni politiche come ho detto vennero in suo aiuto ed a giugno poter riprendere a pieno ritmo anche l'attività sindacale in qualità di segretario della Camera del lavoro di Bari
La conquista del potere da parte di Mussolini produsse ovviamente importanti cambiamenti nella vita del Paese anche nella vita di Di Vittorio
In lui venne rafforzando sì l'idea di un'opposizione unitaria contro il regime e nello stesso tempo si avvicinò sempre di più alle idee comuniste che lo avevano affascinato dalla rivoluzione di ottobre
Sul primo versante cercò di intensificare gli sforzi unitari promossi dall'Alleanza del lavoro nel mille novecento ventidue come estremo tentativo per frenare l'avanzata fascista
Sul secondo versante aderì al pc di nel mille novecentoventiquattro nel pieno della crisi Matteotti
La stretta totalitario operata dal regime nel venticinque ventisei
Si abbatte sulle opposizioni dei capitoli gruppi dirigenti antifascisti numerosi personaggi furono SPRAR restati mentre moltissimi furono costretti a fuggire dall'Italia
Di Vittorio Venica lacerato tra il mille novecentoventicinque il mille novecentoventisei per essere condannato dal tribunale speciale a dodici anni di prigione all'inizio del mille novecentoventisette
Poche settimane prima fortunatamente il sindacalista pugliese era riuscito a riparare all'estero rifuggendo sì a Parigi
E tra la fine degli anni Venti e l'inizio degli anni trenta che Di Vittorio entra in modo organico nel Partito Comunista e nella CGIL clandestina
Membro del direttivo di Vittorio diventa leader della CGIL nel mille novecentotrenta
Nel mille novecentotrentaquattro il patto di unità d'azione tra il Partito Comunista e quello socialista avvia la stagione dei fronti popolari
E dal punto di vista sindacale la CGIL comunista la CGD è il Riformista Aviano il primo dialogo unitario che ebbe come protagonisti Bruno Buozzi e Giuseppe Di Vittorio
La seconda metà degli anni trenta Di Vittorio ha modo di sviluppare la sua politica unitaria impegnandosi sui diversi fronti
Su quello militare nelle file delle Brigate Internazionali durante la guerra civile spagnola su quello giornalistico in qualità di direttore dell'organo dell'Unione Popolare Italiana la voce degli italiani
Su quello più propriamente politico nella direzione del Centro Estero del Partito Comunista Italiano
Ancora una volta gli scenari internazionali ebbero un effetto pesantemente negativo sull'antifascismo
E il patto molotov fra Ribbentrop nell'agosto del trentanove riaprire vecchie ferite anche tra molti comunisti per nulla convinti dell'alleanza col nazismo
Di Vittorio fu tra quelle che avvertirono più duramente il colpo
Si ritrasse per qualche tempo dalla vita politica
Senza peraltro riuscire a scampare all'ennesimo arresto nella Parigi occupata dai nazisti che gli valse il confine a Ventotene fino
Alla caduta di Mussolini nel luglio del quarantatré
Cominciava un'altra storia con la Resistenza la riconquista delle libertà della democrazia e la nascita della Costituzione Rina quel sindacato
Il patto di Roma aprì la stagione straordinaria i breve del Sindacato unitario
Sulla base di un compromesso politico tra le tre i principali correnti quella comunista quella socialista e quella democratico cristiana
Furono sanciti i principi basilari che si ponevano non solo in antitesi con l'esperienza del sindacalismo corporativo
Ma che puntavano a superare anche alcuni limiti del sindacalismo pre fascista
Innanzitutto
Il patto unitario affermò il valore dell'unità sindacale come espressione dell'unità di tutti i lavoratori
E sottolineo
Il carattere pluralista di un'organizzazione che nasceva dall'unione di diverse culture e storie sindacali
Infine
Espresse difese il ruolo del sindacato come forza nazionale capace di contribuire in maniera determinante al processo di democratizzazione allo sviluppo economico sociale e culturale del Paese
Di Vittorio grandi realizzatori assunsero la Segreteria generale della CGIL unitaria
E solo qualche settimana prima del venticinque aprile la CGIL tenne a Napoli il suo primo congresso
Tocco a Di Vittorio la relazione introduttiva
Il per un Paese sconfitto militarmente fortemente danneggiato nelle sue strutture produttive egli immaginava un programma nazionale di ricostruzione economica
C'è entrato sulla riforma agraria per le campagne e sulla nazionalizzazione delle industrie Puno polisti
Il sindacato avrebbe dovuto giocare un ruolo di rilievo attraverso una normalizzazione delle relazioni industriali e una forte centralizzazione confederale soprattutto nel versante contrattuale
Tra il quarantacinque e quarantasette questo porto alla firma di importanti accordi interconfederali con la Confindustria
Che sancì erano l'istituzione della scala mobile il funzionamento delle Commissioni interne la procedura sui licenziamenti individuali e collettivi e la riforma della cassa integrazione
Di Vittorio trasferì questi stessi obiettivi all'Assemblea Costituente dove lui sedeva in qualità di deputato
E ricopre un ruolo rilevante nella terza sottocommissione cui spettava il compito di affrontare la disciplina dell'ordinamento sindacale
Di Vittorio svolse la funzione di relatore e contribuì in modo decisivo la stesura dell'articolo trentanove sulla libertà sindacale e sul riconoscimento la contrattazione collettiva
Ed è l'articolo quaranta sul diritto di sciopero
Ma l'impegno di Di Vittorio andò ben oltre facendo del lavoro uno dei valori fondanti della Repubblica democratica e del sindacato uno dei principali contraenti del patto costituzionale
Quando la Costituzione entrano in vigore il patto politico tra le sinistre il mondo democristiano alla base della rinascita sindacale e dei Governi di unità nazionale era già in crisi
Gli scenari internazionali della guerra fredda avevano avuto effetti dirompenti sia nella politica interna con l'uscita del PC e del PSI dal Governo De Gasperi sia nella CGIL unitaria
Come risulta evidente al primo Congresso di Firenze del giugno del quarantasette
Di fronte alle polemiche sulla legittimità dello sciopero politico che celavano profonde divergenze su un piano non solo sindacale
Di vittorie Santi proposero la componente cattolica un compromesso una carta dei diritti e dei doveri di le minoranze come estremo tentativo per salvare una situazione compromessa
Come noto tra i quarantasette e quarantotto gli ultimi equilibristi spezzare o no
E dopo le elezioni del diciotto aprile lo sciopero generale proclamato dalla CGIL in seguito all'attentato a Togliatti sancì la fine della fase straordinaria della CGIL unitaria
E l'avvio di una fase di transizione che nel giro di due anni avrebbe portato alla nascita
Della CISL e della UIL
Difensore del bene supremo dell'unità Di Vittorio soffrì molto recessioni sindacale
Nel mille novecentoquarantanove hanno di costituzione della NATO Di Vittorio diventa Presidente della Federazione sindacale mondiale di osservanza sovietica
Accentuando la contrapposizione con gli altri due sindacati italiani che invece aderirono alla CISL internazionale
Gli anni alla guida della CGIL dopo la scissione furono durissimi
Segnati da forti polemiche ideologiche e anche da una discriminazione che spesso quotidianamente nei luoghi di lavoro colpiva i quadri e i delegati della CGIL
Ma furono anche anni ricchi di riflessione che permisero la CGIL di uscire dal guado recuperando nel lungo periodo un'autonoma forza politica e ti Progetto
Ed è soprattutto su tre scelte dell'organizzazione che Di Vittorio imprime un segno destinata a durare fino ai giorni nostri
Giuseppe Di Vittorio fu l'ideatore principale del piano del lavoro
Un programma di riforme strutturali che andavano dalla nazionalizzazione dell'energia elettrica ai lavori pubblici lanciato al secondo congresso di Genova dell'ottobre del quarantanove
Il piano non ebbe applicazione
Ma rappresento una proposta inedita per lo sviluppo nazionale e soprattutto l'affermazione culturale di una linea keynesiana in un ambiente quello della Sinistra di allora ancora ferma all'economia classica
In secondo luogo Di Vittorio propose al Congresso successivo quello di Napoli del cinquantadue lo ha ricordato il Presidente della Camera uno Statuto dei diritti dei lavoratori
Proposta destinata a trovare un'applicazione concreta solo parecchi anni dopo
Ma che all'epoca rappresentò ancora una volta una felice intuizione piena di conseguenze per la CGIL decisa ad affermarsi come sindacato dei diritti
La terza scelte invece ebbe degli effetti immediati e giunse all'apice di un biennio di dure sconfitte il cinquantaquattro e cinquantacinque che avevano fortemente indebolito l'organizzazione
L'accordo separato sul conglobamento l'arretramento della FIOM nelle elezioni per le commissioni interne della FIAT
Che avevano destato una preoccupazione sulla tenuta generale della CGIL
Fu proprio in quel frangente Di Vittorio uomo del mezzogiorno è cresciuto tre braccianti che si assunse la dura responsabilità di una severa autocritica
Il primo errore di politica sindacale che abbiamo commesso disse Di Vittorio nel direttivo dell'aprile del cinquantacinque
E quello di non aver tenuto sufficientemente conto delle modifiche che si sono prodotte negli ultimi anni soprattutto nelle grandi
Fabbriche
L'autocritica fu una necessaria premessa per quel ritorno alla fabbrica avviato al congresso di Roma del cinquantasei
E concluso con la successiva adozione della linea della contrattazione articolata
Nel terribile cinquantasei Di Vittorio dovette affrontare l'ultima grande battaglia della sua vita
Il ventisette ottobre la segreteria della CGIL anche sulla spinta della componente socialista aveva approvato un comunicato di ferma condanna dei fatti di Ungheria
Nel comunicato si leggeva
La Segreteria confederale ravvisa in quell'luttuosi avvenimenti la condanna storica e definitiva di metodi di governo e di direzione politica ed economica antidemocratici
Che determina il distacco tra dirigenti e masse popolari
Oggi naturalmente è facile convenire su questo allora molto ma molto più difficile per chi stava in quel campo ed era cresciuto in quella storie
Di Vittorio si assunse la responsabilità di quel giudizio che aveva contro non va dimenticato anche grandi strutture della CGIL e affrontò con crescente amarezza un durissimo scontro con il proprio partito
Per tutto questo
Nella vita nella figura di Di Vittorio io penso
Esservi gli ideali i valori della storia cenerà le del sindacato e della CGIL in particolare
C'è l'idea di un sindacato come soggetto forte di rappresentanza e di tutela degli interessi generali del lavoro decisivo per la tenuta e lo sviluppo della democrazia e autonomo dai partiti dai Governi dalle controparti
C'è l'idea
Di un sindacato unitario perché come scriveva su Rinascita nel gennaio del quarantacinque
L'unità sindacale oltre che lo strumento più efficiente di autodifesa e di conquista di tutti i lavoratori senza eccezioni e il tessuto fondamentale della nostra unità nazionale
C'è un'idea alta dell'agire per migliorare le condizioni degli ultimi e vederli liberi e responsabile
Va conservato per questo per ultimo il suo ricordo più bello
Di Vittorio giovane che invece di comprare un cappotto con le poche lire che aveva per ripararsi dal freddo compra un dizionario conoscere per essere lite
L'Italia di oggi nel rendere omaggio alla sua figura la sua storia non compie solo un atto doveroso alla memoria
Deve riconoscere che questi valori queste radici morali così alte parlano anche del Comune futuro e del rinnovamento civile politico e istituzionale del Paese
Ringrazio
Nuovamente il Presidente della Repubblica per la sua presenza grazie
E do la parola a Valerio Castronovo che analizzerà la storia italiana negli anni di vita
Autorità signore e signori
Appartengo a una generazione che da ragazzo
Ha vissuto le tragedia guerre ha conosciuto e poi le
Vicissitudini lunghe prolungarsi anche agli anni cinquanta
Oggi si è persa la memoria delle drammatiche condizioni in cui versava l'Italia nel secondo dopoguerra
Si è finito così per dimenticare quali difficili prove si siano dovute affrontare per edificare le fondamenta di un sistema democratico dopo vent'anni di dittatura fascista
E quante dure
Durissime fatti che ci sono volute per portare a contributi a compimento la ricostruzione post bellica e avviare poi il nostro Paese sulla strada dello sviluppo
A quel tempo l'Italia era un Paese ridotto allo stremo
Alle tragedie alle sofferenze provocate dalla guerra se raggiunto uno strascico di profondi rancori di parte
E non si contavano gli episodi di legalità di delinquenza quando non di banditismo
Si campava fra infinite tribolazioni
La produzione agricola se la dimezzata rispetto al trentotto quelle industriale era sceso a un terzo
Strade ferrovie era un interrotto in più punti dovunque si incontravano cumuli di macerie fra abitazioni distrutte o si distratte e stabilimenti sventrati zarista i bombardamenti
Nelle città si facevano lunghe file
Per rifornirsi dei viveri degli spacci dell'urna
Quel po'di generi di prima necessità che giungevano dalle campagne finiva sovente nelle mani di Inter cd incetta teoriche praticavano la borsa nera
La lira valeva sempre meno
Il potere d'acquisto dei salari che era già basso nell'anteguerra sarà dimezzato le casse dello Stato erano pressoché vuota
Al nord le fabbriche stentava a non riprendere l'attività scarseggiavano i combustibili ed energia elettrica le banche non potevano concedere prestiti se non con il contagocce
Al sud si aveva a che fare con le spinte eversive del movimento indipendentista siciliano e clown la dura reazione dei grandi proprietari terrieri che si opponevano ricorrendo sovente anche alla mano armata della mafia
Alla distribuzione di contadini di una parte dei latifondi incolti e i braccianti occupano le terre anche le più impervie per affrancarsi dalla miseria ed all'asservimento
Fra operai e salariati agricoli licenziarsi reduci ai giovani senza lavoro si contavano stando ai dati ufficiali per difetto oltre due milioni di disoccupati
E quest'altra piaga era causa di reiterate manifestazioni di protesta e talora anche di sommosse violente
I Governi di unità antifascista sardo provavano per quanto possibile a sopperire richieste più agile e più urgenti
Ma al loro interno esistevano forti divergenze sulle soluzioni da adottare in materia economica in materia sociale in quanto si intrecciano no a quelle di ordine politico
Di fatto si era così preferito attendere l'elezione del primo Parlamento repubblicano per non provocare una frattura fra i partiti impegnati nella elaborazione della Carta costituzionale
E nei negoziati per la definizione del trattato di pace Maggia appariva evidente come fosse difficile conciliare gli orientamenti dei partiti di centro con quelli della sinistra
Se non che ai primi del mille novecentoquarantasette la situazione di emergenza in cui ci si dibatteva
Non consentiti più ulteriori ritardi nella lotta all'inflazione e nel risanamento dei conti pubblici
Anche perché era caduta l'ipotesi di un cambio della moneta è il prestito della ricostruzione lanciata nell'ottobre del quarantasei non aveva dato i risultati sperati
Mentre erano andati in fitte indossi i movimenti speculativi in Borsa
Si è molto discusso come è noto sul prestito di cento milioni di dollari dall'import export banca che De Gasperi era riuscito nel gennaio del quarantasette a ottenere durante la sua visita negli Stati Uniti
Ma questo aiuto non venne pagato dal leader democristiano con l'impegno di escludere i partiti di sinistra dal Governo
D'altra parte neppure quando il Presidente americano tromba Anna garanzia metà aprile l'appoggio degli Stati Uniti a un governo nel quale non figura sono più i socialisti e i comunisti
De Gasperi decise di compiere questo passo in quanto sperava in uno sganciamento di Nenni dal patto di unità e d'azione con il Partito Comunista di Togliatti
Furono invece le sollecitazioni dal Governatore della Banca d'Italia Luigi Einaudi
Sulla necessità di attuare una drastica manovra finanziaria per arginare dissesto dei conti pubblici e la spirale inflattiva
A porre le premesse del quarto Ministero De Gasperi formato alla fine di maggio solo dalla DC più alcun indipendenti di area liberale
Lo si considerava un governo tecnico ettaro considero anche Togliatti
Del resto per il suo decollo non sarebbe bastato l'appoggio del cosiddetto quarto partito ossia degli esponenti del mondo economico che allora erano più tutti per lo più divisi o ancora incerti sul da farsi
A determinare lungo la strada è una svolta politica radicale Noufou tanto l'ingresso a dicembre nel nuovo Governo di socialdemocratici dei repubblicani
Fu soprattutto l'attuazione da parte di inauditi un programma di austerità altrettanto ortodosso che perentorio
Abolizione dell'esilio i prezzi politici che riguardavano soprattutto i generi alimentari aumento delle imposte sui capitali sugli redditi sui consumi
Elevazione del tasso di sconto forte stretta creditizia controllo della circolazione monetaria ripulsa di qualsiasi genere di nazionalizzazione anche nel settore dei servizi pubblici
In particolare nel settore per energia elettrica si trattò di un programma da cui Einaudi
Qual è il vicepresidente del Consiglio e ministro del Bilancio non volle derogare nemmeno quando si Galileo la possibilità di contare sul piano di assistenza annunciato nel giugno al quarantasette
Dal sei vede dalla Segretario di Stato Giorgio Marshall e poi avviato ufficialmente nel successivo aprile
Un piano che pur garantiva la copertura di una parte cospicua delle importazioni materie prime macchinari dico voi l'economia italiana aveva allora estremo bisogno ma tutto ciò non valse a rassicurare in Audi
E la Banca d'Italia era Governatore allora Donato Menichella sulla possibilità di risanare il deficit pubblico e di ridurre
Le disavanzo della bilancia dei pagamenti
Il salvataggio della lira rio Franco i ceti medi risparmiatori e a reddito fisso fra i quali erano prevalsi sino ad allora forti ondate di sconforto e di sfiducia anche nelle nuove istituzioni democrazie
E questa circostanza insieme all'inasprimento della guerra fredda dopo il colpo di stato comunista Praga
E alla mobilitazione contro il Fronte popolare dei comitati civici dell'Azione Cattolica ha contribuito a determinare la vittoria della DC
Nelle elezioni del diciotto aprile quarantotto che sancì erano la stabilizzazione politica dell'Italia nell'ambito delle democrazie occidentali
Se non che
Una volta domata l'inflazione restava da debellare la disoccupazione
A premere sul Governo italiano per la soluzione di questo problema destinato altrimenti ad aggravare le tensioni politiche quelle sociali
Erano anche gli amministratori del Piano Marshall non solo in quanto vero di formazione che in Ezia
Ma soprattutto perché erano preoccupati per la presenza in Italia del più forte partito comunista d'Occidente
E si ritenevano perciò indispensabile l'istituzione di uno una autorità di piano con un programma organico di crea notevoli Investimenti Pubblici
Nell'ambito del Governo era in particolare il Ministro delle Finanze Ezio Vanoni a nome della sinistra democristiana a sostenere l'esigenza di una politica che pur senza vincoli di carattere dirigistico
A seconda se la creazione di nuovi posti di lavoro incentivando
Gli investimenti produttivi potenziando le infrastrutture e mettendo a frutto le terre incolte
Di fatto le misure a cui pensava Vannoni presentavano più di una analogia su alcuni punti con il piano del lavoro annunciato qualche mese dopo in ottobre da Di Vittorio
Al congresso della CGIL da cui nel frattempo sono staccate le componenti democristiane social democratiche e repubblicane
Fu un piano poi qua diciamo messo precisato in dettaglio nel febbraio del cinque anni
Per un piano elaborato da un gruppo di economisti di primo ordine fra cui figuravano Paolo Sylos Labini Sergio sterile Giorgio FUA
E questo Piano individua individuava l'elevato tasso di disoccupazione e la questione di fondo della società Italia
E per venirne a capo faceva assegnamento sugli effetti moltiplicatori della spesa pubblica pur nel quadro di concrete misure contro i rischi inflazionistici
E garantiva ogni buon fine la collaborazione della CGIL qualora il Governo si impegna Hassini adeguati investimenti delle fonti di energia nazionalizzazione nelle bonifiche fondiaria nell'edilizia popolare
E nelle attrezzature civili
Di Vittorio aveva convinto a fatica lo Stato Maggiore del Partito Comunista sull'opportunità di questo suo progetto che rifletteva una linea di condotta tendenzialmente favorevole ai criteri ispiratori del Piano Marshall
Ma di Vittorio da grande leader popolare qual era aveva compreso che occorre uno sforzo concorde al di là dei conflitti politico ideologici
Perché la gente potesse sperare in una sorte migliore per sé e per i propri figli
Anche il piano del lavoro contribuì perciò a indurre i governi di centro verso un nuovo corso quello che si traduce nel varo della riforma agraria e nell'istituzione della Cassa del Mezzogiorno nel rilancio del Liri
Nella riforma del sistema tributario in base a un'imposta progressiva riforma Vannoni e nella creazione dell'ENI
Peraltro se la crescita economica venne eletta da quel momento a stella polare dell'azione di governo ciò fu dovuto soprattutto ha un forte impulso esercitato dal basso
Dal vivo della società italiana alla volontà l'impegno di cui stavano dando prova di italiani e cominciare a
Dai lavoratori dai contadini dai tecnici per non finire nel limbo dell'arretratezza e tornare così padroni del proprio destino
Tuttavia non siano dell'eguaglianza e di lingua se le preoccupazioni per il futuro non si sapeva ancora quale sarebbe stata la sorte di Trieste all'Italia non era stato consentito di accedere direttamente al petrolio del Medioriente
Era un Paese sconfitta
La comunità crei la Comunità europea del carbone e dell'acciaio a cui il nostro Paese aveva diritto stava avvantaggiando sino a quel momento francesi e tedeschi
Inoltre la riduzione progressiva dei dazi doganali avviata da Merzagora
E rilanciata da da Marsala sembrava una sfida assolutamente temeraria non solo per gli industriali ma anche
Per una parte gran parte del sindacato
D'altra parte ci si stava affannando per rimettere in sesto il Polesine altre zone del nord devastate dalla disastrosa alluvione del novembre del cinquantuno
Un cataclisma che aveva rivelato con estrema crudezza resistenza anche in questa parte del Paese come poi confermerà l'inchiesta parlamentare sulla misera del cinquantatré
L'esistenza anche in questa parte del Paese di vaste plug-in rurali inchiodate a una economia di pura sussistenza
Ed era ripreso in forme non dissimili da quelle di fine Ottocento leso Dodic tanta gente in cerca di lavoro verso vari Paesi europei e verso le Americhe
Milano Torino altri centri industriali non offrivano ancora alternative all'emigrazione verso l'estero
Nelle fabbriche si viveva in un clima di grande incertezza dopo lo scoppio dalla guerra in Corea nel giugno il cinquanta il costo delle materie prime era salito alle stelle e rifornimenti si erano la mano assottigliarsi
Di fatto soltanto intorno a metà degli anni Cinquanta si comincio ad assistere a un graduale cambiamento dello scenario Falomi e ciò in seguito alla ripresa in forza del settore industriale
Nell'ambito del quale si era venuta a stabilire di fatto più di una sinergia più di una convergenza di obiettivi di interessi fra mano privata è in mano pubblica
Si trattò di un mutamento di rotta che è giusto peraltro quasi del tutto inatteso
In quanto il piano Vanoni elaborato del corso del cinquantaquattro faceva affidamento soprattutto quale volano insomma ha ripreso l'economia sullo sviluppo dell'edilizia
E delle opere e pubbliche nonché sulle rimesse degli emigranti dall'estero
A simboleggiare questa svolta su come è noto l'inizio della motorizzazione di massa dopo la comparsa del marzo cinquantacinque
Della seicento della FIAT comincia a Rho inoltra diffondersi una serie di beni di consumo durevoli soprattutto gli elettrodomestici insomma l'Italia non appariva più un Paese dall'aria meste avvilita
Alle prese con mille angustie come quelle evocate sino ad allora
Sugli schermi dal cinema neorealista
Ma questa prima ventata di benessere se era limitata erano per lo più al nord-ovest e ad alcune zone del Nord Ovest
Al sud non si erano non erano stati sufficienti l'assegnazione di un pezzetto di terra i contadini e la realizzazione di varie opere pubbliche di varie infrastrutture
Per porre le premesse di un processo di sviluppo auto propulsivo
A me intanto erano pur sempre alti prezzi accosto tra loro della loro stessa vita che i piumini pagavano per guadagnarsi il pane
Tra il cinquantaquattro e cinquantacinque intuire in due incidenti sul lavoro a ribolle a Spoleto morirono più di sessanta minatori
Analoga fu la sorte di centotrentanove emigranti italiani in Belgio che nel cinquantasei perirono in una miniera di carbone armarsi in
Nelle fabbriche non vigeva un equilibrato sistema di relazioni industriali ma tutt'al più un regime di dosato paternalismo e tranne poche eccezioni le maestranze erano esposte a pesanti discriminazioni politiche
A farne le spese erano soprattutto i militanti della sinistra
Come è già stato ricordato il crollo della fio ma
Nel marzo del cinquantacinque alle elezioni per le commissioni interne della FIAT non fu che le peso le che l'episodio più eclatante di una sequenza di brucianti sconfitte della CGIL in altri grandi stabilimenti
Peraltro di Vittorio era stato allora il primo a fare autocritica a comprendere che occorreva rivedere la strategia della CGIL eccessivamente generalista e centralistica che in altri tempi
Aveva dato i suoi buoni risultati ma che allora
In pratica occorreva modificare in modo da renderla consona alle condizioni specifiche come si diceva lo specifico si ricorderà il Presidente della Camera Fausto Bertinotti
Alle condizioni specifiche e tecnologiche e organizzative delle singole impresa e soprattutto delle grandi impresa
Ciò che la CISL e la UIL avevano già capito puntando sulla contrattazione aziendale per rivendicare miglioramenti economici e normativi commisurati in parte all'incremento della produttività
All'istituzione
Nel gennaio del cinquantasette della scala mobile sul
Su diciamo in modo generalizzato per le correlare i salari quanto meno al costo della vita
Fall ultima battaglia condotta da Di Vittorio prima della sua morte i primi di novembre e quell'anche che parve ricomporre la frattura esistente fra le tre confederazioni sindacali
Se non che i sindacati stentava hanno allora ad affrancarsi dalla prassi del collateralismo da funzioni strumentali o subalterna
Nei rapporti con i partiti politici irritati Vittorio aveva cercato di allentare questi vincoli per quanto riguardava la CGIL
Ecco la sua solidarietà nel luglio del cinquantasei in favore
A sostegno degli operai polacchi in rivolta contro il regime posta stalinista di Varsavia
è e Di Vittorio alla fine di ottobre come è già stato ricordato aveva deplorato la repressione sovietica contributi popolari in Ungheria ma li ha poi dovuto ritrattare il famoso comizio ricordo il quattro novembre con grande amarezza
In seguito alla dura replica della direzione del PC
Si era ormai alla vigilia dell'ingresso dell'Italia che nel frattempo dal dicembre mille novecentocinquantacinque era stata ammessa infine all'ONU ma era un passati dieci anni dalla fine della guerra
E si era la vigilia infine dell'ingresso dell'Italia nella Comunità economica europea
Ma la causa europeista di cui Einaudi e Altiero Spinelli erano stati strenui fautori e che De Gasperi
Aveva assecondato con grande vigore appassionava e per il momento solo una parte della classe politica e del mondo culturale
Forti erano comunque i timori di principali gruppi industriali per l'apertura del mercato interno alla concorrenza estera
Ed è il PGR allora in auge la tesi per coi là c'è
La comunità economica europea sarebbe divenuta in pratica la longa manus dell'imperialismo americano
Ed è il capitalismo monopolistico nazionale e internazionale
La sinistra laica quella degli amici del mondo sperava che l'aggancio con l'Europa non solo avrebbe posto fine
Alle rendite di posizione ai privilegi economici di alcuni grandi gruppi ma avrebbe contribuito anche aspro vinceva rizzare la società italiana
Ma ancora forte era l'influenza di certe vecchie consuetudini
In effetti i legami di parentela le reti di solidarietà familiare la raccomandazione del parroco del notabile locale per la ricerca di un posto di lavoro per l'espletamento di una pratica burocratica
La proverbiale arte di arrangiarsi ereditata dalla ruvida furbizia della gente di campanile la propensione al conformismo e bene continuavano un po'dovunque a tener banco nei modelli di comportamento individuali
Insomma al volgere dagli anni Cinquanta l'Italia aveva sì ripreso a marciare con le proprie gambe ma dava l'impressione di una società in bilico fra i retaggi del passato è un'incipiente modernità
Che peraltro veniva percepita e vissuta in genere nei suoi aspetti più superficiali grazie
Grazie
Avare grazie
Allora la parola Innocenzo Cipolletta che centra durante l'apporto di Giuseppe Di Vittorio con l'industria italiana
Prego
Signor Presidente della Camera dei deputati autorità signore signori vi ringrazio molto per l'invito a parlare
In questa ricorrenza dei rapporti tra Giuseppe Di Vittorio e l'industria italiana nell'immediato dopoguerra
Così ho avuto la possibilità
Di riconsiderare i fatti e personaggi
Che restano indelebili per la nostra storia e di rivivere seppure attraverso documenti quello che era il clima di allora
E mi sono reso conto subito come sia difficile qui rappresentare
Le condizioni in cui versava l'Italia del dopoguerra
L'evocazione di statistiche dell'epoca
Così ben ricordate da Valerio Castronovo seppure necessari e credo che non riescono a dare tutta la luce
Dei drammi di quel periodo tanto più
Che le successive sequenza storica dei successi della ricostruzioni prima e poi del cosiddetto miracolo economico
Hanno finito per relegare le condizioni dell'Italia del dopoguerra a mero punto di partenza per una corsa che oggi appare scontata quasi scritta nella logica delle cose
E così che sempre più spesso oggi invece di dati drammatici in cui versava il Paese sentiamo parlare
Dello spirito che animava gli italiani nel periodo della ricostruzione e li vediamo tesi verso un futuro che non poteva che essere migliore
Rimpiange amo quasi quegli anni come un momento di unione di intenti di grandi visioni e di consapevolezza nel ricostruire una Nazione nel proiettarla verso un avvenire di modernità
Tutto giusto e corretto perché abbiamo bisogno di fare sintesi del nostro passato di trarne degli insegnamenti utili per l'operare di oggi per i confortarci sulla nostra capacità di fare le scelte giuste quando la difficoltà è maggiore
Ed in quegli anni facemmo le scelte giuste
Grazie anche a persone come Di Vittorio che seppero incanalare i bisogni e le speranze della gente verso obiettivi di democrazia di libertà
Tuttavia
Mi resta un rammarico che così operando finiamo per dare quasi per scontato l'esito di certi percorsi
Mettiamo in secondo piano i dolori
E gli enormi sacrifici di milioni di italiani in quegli anni e finiamo persino per sminuire l'opera di quanti concorso ero con la loro visione
A far sì che il nostro Paese superasse in via definitiva
Il baratro in cui l'aveva precipitato il fascismo
E invece che ha vissuto quegli anni ed io anche se in età infantile e li ho vissuti non ricorda tanto le certezze del futuro ma soprattutto ricorda le paure i dubbi le speranze fallite le lacerazioni sociali
Li vedo di molti Storti che popolavano le strade delle nostre città a testimoniare di una guerra recente e della durezza delle condizioni di lavoro di allora
Penso ai parenti agli amici ai conoscenti ai compagni di scuola che si sono drammaticamente persi in quegli anni turbolenti e che di questo nostro miracolo non hanno avuto alcuna conoscenza
La mia generazione nata allo scoccare della guerra avuto i nonni coinvolti nella prima guerra mondiale e genitori nella seconda
Ricordo perfettamente la sensazione di paura che avevo quando pensavo che un giorno anche io avrei dovuto affrontare una guerra e non sapevo come mi sarei comportato e come le sarei riuscito
Certo oggi posso dire che non ho avuto l'esperienza diretta di una guerra ma allora non lo sapevo e non lo prevedeva affatto
Dico questo perché penso che non si renda onore completa la memoria storica
Grandi personaggi di quegli anni se li si dipinge solo come rivolti verso l'avvenire sicuri e delle loro certezze quasi immuni da le umane debolezze che invece
Insieme alle loro doti
Li hanno resi capaci di contribuire alla nascita di una democrazia
Quelle erano persone vere che con la loro incertezze e le loro idee le loro paure ma anche con il coraggio di affrontare una situazione che era drammatica e di cui non si riusciva a vedere gli esiti
Giuseppe Di Vittorio dopo una vita avventurosa dedicata al mondo del lavoro all'Italia a combattere il fascismo diviene il quarantacinque segretario della CGIL rimarrà segretari fino alla sua scomparsa
Nello stesso quarantacinque nel mese di dicembre la Confindustria dopo un regime commissariale legge sulla base di un nuovo Statuto come Presidente genovese Angelo Costa che rimarrà in carica fino al febbraio del cinquantacinque
E con Angelo Costa che si svilupperanno dunque i rapporti tra Di Vittorio e l'industria italiana
Queste due persone con le loro forti diversità e con loro appassionato impegno hanno rappresentato lo scontro e l'incontro tra l'Italia del passato e quella del futuro
Giuseppe Di Vittorio e uomo nato nell'Ottocento che fin da bambino ha dovuto affrontare le durezze della vite delle condizioni dei braccianti del sud
Il suo impegno inizia presto e quando diviene segretario CGIL a cinquantatré anni con alle spalle una storia di lotte persecuzioni prigioni esilio guerre di liberazione resistenza
Autodidatta perché non ha potuto studiare egli era presente in un certo senso un passato del nostro pensi con cui non si è mai voluto fare i conti ma anche un futuro di voglia di riscatto e di rinascita che l'espressione più tipica dell'Italia del dopoguerra
Angelo Costa è più giovane diviene presidente della Confindustria quarantaquattro anni
Nove anni meno di Di Vittorio soprattutto con un'esperienza ben diversa studi universitari e lauree in economia a ventitré anni ingresso a ventiquattro nella ditta di famiglia la Giacomo Costa fu Andrea
Che ebbe a dire al commercio internazionale dell'olio d'oliva e che poi si dedicherà all'attività armatoriale
La Costa per la sua attività non ha mai avuto posizioni di monopolio o aiuti dallo Stato e la sua famiglia non ha mai avuto compromessi con il fascismo a differenza di altre imprese famiglie imprenditoriali di allora
E la persona giusta per guidare la nuova Confindustria dopo la Seconda guerra mondiale
Nel mondo imprenditoriale egli rappresenta in un certo senso il futuro per la sua età relativamente giovane senza compromessi con il passato con preferenze liberali e di apertura gli scambi mondiali dopo l'esperimento autarchico del fascismo
Ma certo su di lui pensa anche il passato dell'industria italiana fatto di compromessi con il fascismo e di una cultura chiusa di molti esponenti poco avvezzi alla concorrenza internazionale e impauriti dall'avanzare del comunismo adesso dell'Italia
Sono queste due persone con il loro carico di passato di futuro che si incontrano e si scontrano e che rappresenta il rapporto tra sindacato industria alla vigilia del balzo della ricostruzione
Le diversità non impediranno gli accordi che saranno importanti li ha ricordati Guglielmo Epifani l'asta l'accordo sulla scala mobile e quarantacinque
Lo sbloccate licenziamenti del personale in esubero E quarantacinque quarantasette il ripristino delle Commissioni interne l'equiparazione salariale nord-sud
Comunista convinto Giuseppe Di Vittorio e cattolico praticante Angelo Costa si sarebbe portati a vedere il loro i personaggi dei libri Giovanni Guareschi
Ma essi rappresentavano bene la base delle convinzioni profonde del nostro Paese la grande voglia di comprensione di rispetto reciproco che si manifestava allora pur in presenza
Di una forte differenza ideologica
è testimonianza di questo reciproco rispetto pur nella diversità un episodio riportato dal direttore del giornale il lavoro di allora
Che
In uno dei suoi primi numeri aveva ironizzato sulla fede cattolica di cosa che si ricava ammessa ogni giorno
Di Vittorio non gradì ha fatto quell'ironia sulla persona e sulla sua fede così lo apostrofò
Tu non hai diritto di fare dell'ironia sul ferro sulla fede religiosa di un uomo anche se questi è il capo dei nostri avversari
Il Presidente della Confindustria tutto deve rispettare la sua fede religiosa altrimenti si rende ma Gogo
Sono altri motivi di lotta fra noi costa tre noi gli agrari e industriali la religione non c'entra questi sono motivi che dividono nonché uniscono un giornale dei lavoratori è bello si unisce brutto si divide
è evidente in queste parole dividi Vittorio sia il rispetto per le idee degli altri che il fastidio nell'attaccare una cultura quella cattolica che era patrimonio anche dei lavoratori e che quindi avrebbe potuto dividere i lavoratori contro l'interesse del sindacato
Non dissimile l'atteggiamento di Angelo Costa nei confronti del comunismo che pure aborriva
Ne è testimonianza un episodio alle Officine Galileo di Milano del mille novecentocinquantadue da una sindacalista della CISL viene insultata con manifesti attaccati alle bacheche da un fantomatico comitato di salute pubblica
Che il giornale delle CISL e conquista del lavoro attribuisce comunisti
Ne nasce una polemica tra Angelo Costa che ha risentito per l'acuzie alle fatte nell'articolo di volersi costituire un lasciapassare per quel domani allusione alla possibile vittoria dei comunisti in Italia
E l'onorevole Giulio Pastore Segretario generale della CISL e che ma l'accetta le rimostranze di Angelo Costa
Scrive Angelo Costa Giulio Pastore il venti aprile e cinquantadue io dissento come industriale ma soprattutto come cristiano nel procedere a licenziamenti per motivi politici
Licenziare un lavoratore per il fatto che comunista sia pure molto attivo non è giusto ed è controproducente l'operaio italiano I nato il senso di giustizia e non può non reagire
E quelli non erano tempi facili per la democrazia e per le idee liberali sempre in quegli anni l'ambasciatrice americana Roma Claire Booth lusso
Annunzio il ritiro di commessa di imprese italiane a causa della prevalenza di lavoratori comunisti nelle stesse accadesse Angelo Costa ricorda l'inopportunità di discriminare imprese lavoratori sulla base della fede politica
Ovviamente questo rispetto reciproco non evitava che tradì vittorie costa vi fossero profonde divergenze nelle relazioni industriali del dopoguerra sia per le impostazioni contrapposte che per la drammaticità e difficoltà di temi allora affrontati
L'unità del lavoratori il suo corollario del contratto nazionale sono temi di ampie discussioni di cui ancora oggi portiamo i segni
Giuseppe Di Vittorio è stato ricordato viveva male la frattura sindacale che si era prodotta e quarantotto e che ben presto si trasformerà in diversità di strategie di obiettivi fino ad arrivare ad un accordo separato
Si tratta dell'accordo detto di conglobamento delle retribuzioni dell'industria firmato separatamente nel giugno cinquantaquattro e volta all'unificazione le paghe minimi contrattuali la CGIL di Di Vittorio si ritira
Dalla trattativa perché non condivide parte dei risultati e l'accordo viene firmato alla Confindustria separatamente prima con la CISL e UIL palco la CISNAL
Ne seguirà un ampio carteggio tra di vittorie costa sulla rappresentatività dei sindacati firmatari
Che riporta l'interpretazione dell'articolo trentanove della Costituzione ed al concetto di rappresentanza che nel nostro Paese non ha mai trovato una sistemazione giuridica definitiva
La contrapposizione tra CGIL e Confindustria fu Astra perché Di Vittorio non poteva accettare che sindacati minoritaria come li definiva potessero fermare a nome di tutti i lavoratori e proponeva un referendum tra i lavoratori
D'altro lato costa opponeva la non discriminazione dei lavoratori ai quali sarebbero comunque andati benefici dell'accordo a meno di un rifiuto espresso dagli stessi
E la validità delle firme separate proprio in virtù della libertà sindacale sancito dalla Costituzione
Vale la pena soffermarci su alcune delle argomentazioni adottate che sono un tema rilevante ancora oggi dice Giuseppe Di Vittorio in una lettera all'Angelo Costa il diciannove giugno e cinquantaquattro
Se si stabilisse il sistema di stipulare accordi sindacali con una minoranza di lavoratori lasciando agli altri singolarmente la facoltà di accettare o meno l'accordo stesso
Si consentirebbe al patronato di risolvere i problemi sindacali con ogni singolo lavoratore anziché con la loro organizzazione sindacale
Risponde a giro delle di lettera Angelo Costa il ventisei giugno cinquantaquattro
La stipulazione di contratti di lavoro con alcune organizzazioni sindacali e non con altre e la logica conseguenza del principio che ammette la libertà sindacale quindi la pluralità dei organizzazioni sindacali
Se si dovesse ammettere che un contratto per essere valido debba essere sottoscritto da tutte pensioni ne deriverebbe cura qualsiasi di esse avere verrebbe ad avere il diritto di veto
Ma Giuseppe Di Vittorio è fermo nella sua posizione di far valere il volere della maggioranza dei lavoratori si esprime così nella replica del sei luglio cinquantaquattro
Nelle trattative sindacali la rappresentanza dei lavoratori deve costituire una specie di parlamentino del lavoro nel quale devono essere presentati tutti i lavoratori interessati e tutte le loro organizzazioni in proporzione di rispettiva aderenti
Soltanto le decisioni prese all'unanimità o a maggioranza da questo parlamentino del lavoro sono valide in quanto rappresentano la volontà di tutti gli interessati o dell'allora maggioranza
E questo è chiarissimo principio che ha sancito l'articolo trentanove della Costituzione affermando che i sindacati possono rappresentati unitariamente in proporzione prescritti stipulare contratti di lavoro
Replica Angelo Costa con lettera del quattordici luglio cinquantaquattro
Le maggioranze hanno il diritto di decidere anche per le minoranze soltanto in quanto da tutti minoranze comprese abbiano ricevuto mandato a farlo
In altri termini il diritto delle maggioranze un diritto che nasce da un mandato non diritto in sito della maggioranza stessa
Se si dovesse ammette il principio da voi sostenuto e cioè se nell'articolo trentanove della Costituzione
La parola possono dovesse sostituirsi con la parola devono ne conseguirebbe evidentemente la fine delle organizzazioni minoritarie e con questo la fine della libertà sindacale affermata dallo stesso articolo trentanove
Il trenta luglio Giuseppe direttori risponde in questi toni in ogni società civile il contratto è valido solo se stipulato con libero consenso degli interessati o della grande maggioranza degli stessi
La disputa sarebbe potuta andare avanti per molto
Ma Giuseppe Di Vittorio nel finale della sua lettera apre una porta ad una conclusione facendo una proposta pratica quelle di utilizzare il rinnovo dei contratti scadenza per verificare se fosse possibile trovare soluzioni condivise per superare l'accordo separato
è il Di Vittorio sindacale quello che alla fine prevale attento più ai risultati che i principi e pronta a fare accordi perché questo è il suo mestiere
E questo è l'interesse dei lavoratori come lo testimonierà anche un ricordo di Angelo Costa
Che fa di Di Vittorio che fa di vittoria in un'intervista al settimanale Oggi nel dicembre il settantuno dice Costa con debitorio sono stato in corrispondenza fino alla sua scomparsa avvenuta nel cinquantasette
I nostri buoni rapporti erano dovuti al fatto che Di Vittorio era sì un uomo politico ma prima di tutto sindacalista e quando si è sindacalisti si arriva sempre di intenderci su quelli che sono gli interessi dell'economia del Paese e dei lavoratori
Ed infatti la vertenza per l'accordo separato va verso la sua conclusione Angelo Costa risponde positivamente all'apertura di Giuseppe Di Vittorio il quattro agosto cinquantaquattro dopo aver ancora polemizzato
In merito all'articolo trentanove dice in merito a quanto esposto infine nell'ultima parte della vostra lettera ci troviamo d'accordo con voi
Nel giudicare non solo possibile Marco Porto uno che le trattative per i contratti nazionali di settore già scaduti si svolgano con l'intervento di tutte le udienze interessate allo scopo di ripristinare quanto più presto la normalità contrattuale delle singole categorie
Ho voluto riportare queste parole queste sequenze perché chi come me ha avuto recenti e meno recenti esperienze di relazioni industriali credo che non possa non apprezzare i toni e modalità di questi scambi di corrispondenza
Che puntano alla soluzione di vertenze piuttosto che alla reiterazione delle proprie supposte ragioni
Nel rapporto con l'industria di vittoria è stato capace anche
Delle considerazioni del proprio credo ideologico era nota la sua versione per i contratti aziendali e la sua netta preferenza esclusiva per i contratti nazionali
Scrivendo accosta sempre durante questa vertenza con ricordato egli dice la CGIL ha una chiara posizione di principio contro gli accordi sta aziendali
Che rappresenterebbe un passo indietro rispetta contratti collettivi di lavoro interessanti l'intera categoria su tutto il territorio nazionale
D'altra parte anche la Confindustria di costa
Vedeva con sospetto i contratti aziendali ed era fautrice di una contrattazione centralizzata che risparmiarsi alle aziende la pressione dei sindacati interni ed evitasse l'ipotesi di cogestione
O comunque il coinvolgimento dei lavoratori né i problemi di organizzazione aziendale sempre rigettate D'Angelo Costa
Entrambi però dovranno cedere di fronte all'evidenza a partire dalla metà degli anni Cinquanta e compaiono gli accordi aziendali prima nelle partecipazioni statali e poi nelle grandi imprese private come l'Olivetti
Ma la svolta per Di Vittorio avviene nel cinquantacinque dopo che la CGIL come è stato ricordato perde le elezioni molte delle grandi fabbriche a cominciare dalla FIAT
Nota il discorso di autocritica di Giuseppe che Giuseppe Di Vittorio pronuncerà in una relazione al Comitato direttivo della CGIL
Lo ha ricordato quegli anni Epifani nei suoi
Inizio continua Di Vittorio dobbiamo convenire che noi non conosciamo a fondo le condizioni reali dei lavoratori nella nuova situazione
Che non abbiamo studiato il carattere delle modifiche sono state operate molte fabbriche e le loro conseguenze pratiche
Da questa scarsa conoscenza
Della vita reale dell'aborto nelle fabbriche derivano gli errori di politica sindacale che abbiamo commesso le impostazioni schematiche
E generiche che abbiamo dato alla nostra azione senza tener conto delle profonde differenze esistenti l'azienda azienda e da settore a settore
Così è accaduto che abbiamo preteso di andare avanti sulla base di schemi generali entri quali pensavamo di poter comprendere tutte le questioni particolari
La CGIL ed anche la Confindustria resteranno esisteranno molto all'idea della contrattazione aziendale ed ancora oggi la questione non è risolta pur se ci sono chiare tendenze verso il decentramento contrattuale
Che appare essere alloggi conseguenze del sistema produttivo articolate moderno
E basti vedere le recenti polemiche sulla decisione della FIAT di aumentarle di trenta euro i salari dei propri addetti
In attesa delle conclusioni e la trattativa di rinnovo del contratto nazionale di categoria dei metalmeccanici una decisione che ha rievocato immediatamente speranze e paure il nuovo corso nelle relazioni industriali
Ma se è vero che oggi un po'tutti consideriamo auspicabile uno spostamento dell'asse contrattuale verso i contratti di azienda c'è anche da domandarsi
Se la ricostruzione industriale del Paese e il successivo miracolo economico non abbiano beneficiato di questa visione centralizzata della contrattazione che da un lato ha consentito ai lavoratori condizioni di base simili per tutti
E dall'altro ha permesso alle aziende di beneficiare di costi del lavoro
Uniforme e alle
E relativamente contenuti per accrescere la propria presenza sui mercati interni e internazionali favorendo di fatto l'industrializzazione e la crescita economica e civile del Paese
Si può ben dire
Che le relazioni industriali di quegli anni per quanto dure e conflittuali hanno beneficiato di due personalità che nel corso del tempo hanno finito per stima al sì a vicenda e questo ha favorito la ricerca di soluzioni
Nel decimo anniversario della scomparsa di Di Vittorio Angelo Costa dichiara rassegna sindacale
Trovandoci su naturali posizioni di contrasto ho avuto modo di apprezzare dell'onorevole Di Vittorio una controparte leale
Sinceramente convinta delle proprie tesi e disposta ad accogliere quello altrui quando trovava in esse un fondamento di equità
Serbo di lui il ricordo di una controparte onesta capace sinceramente legata agli interessi dei lavoratori con la quale abbiamo è stato possibile fare del buon lavoro per il bene del Paese
Ed in effetti lealtà e sincerità sono stati tratti che li hanno uniti e che hanno dato luogo a scambi di idee sempre tesa a capire le ragioni dell'altro nel mentre si affermavano con convenzioni le proprie
Questa cortesia di attenzione che traspare dei carteggi e dalle posizioni espresse non è solo tratto di un'epoca che non c'è più
E soprattutto segno di un reale interesse a capire voglia di argomentare e infondo capacità di sentire che c'è del vero anche nelle ragioni degli altri
Questo atto di umiltà implicite non dichiarato e la base di una reale democrazia
Essere fortemente convinti delle proprie idee fare di tutto per realizzare i propri progetti ma conservare nel fondo della propria anima il rispetto per gli altri e una sana scintilla di dubbio che ci faccia evitare di credere di aver sempre ragione
Anzi che ci faccia temere il giorno in cui solo le nostre ragioni avessero a prevalere
Rappresenta a mio avviso alla migliore di vita che queste pressioni ci hanno lasciato
Giuseppe Di Vittorio nella sua vita avventurosa è piena di fascino
Il suo contributo all'edificazione nella Repubblica italiana nel suo spendersi per trovare accordi favorevoli ai lavoratori nel suo ritenete sì sì del superate nel suo accettare la dialettica le idee degli altri ha rappresentato e rappresenta un pezzo importante della nostra storia
Grazie
Do adesso la parola
Maio piani che approfondirà l'idea di unità sindacale del pensiero di Giuseppe Di Vittorio
Appartenendo
A una generazione un po'più avanzata di questi uffici mi hanno preceduto ho chiesto il beneficio di
Parlare seduto
E vorrei prima di cominciare
Rivolge vedo qui qualche
Pocket tra i pochissimi personaggi di allora
Presenti e vorrei almeno comparire per confortare me stesso salutarli da Lino affibbi mitica dirigente dei tessili italiani a Piero Boni segretario socialista della CGIL
A Giglia Tedesco e vorrei ricordare
Che suo marito era Tonino Tatò conosciuto per il suo rapporto con Berlinguer ma da noi vecchi conosciuto per il suo rapporto personale intimo con Giuseppe Di Vittorio per anni
Esaurita questa parte vorrei anche
Ricordare che di vittoria è stato certamente tutto quello che è stato detto ma apparteneva
Ad un mondo sindacale che aveva molte grandi figure
Dall'una e dall'altra parte
Grandissima figura era Ferdinando santi socialista grandissima figura era Giulio Pastore ma anche figure minori erano grandi basta ricordare Guido Miglioli
Capo delle leghe bianche del Cremonese Della Valle Padana e potrei seguitare
Ora
Io mi fermerò brevemente su solo due punti della vicenda della vita di Di Vittorio vorrei farlo
Spogliandomi da questa
Visione per esempio che non c'era minimamente nasconderle delle relazioni
Qui presentate in modo particolare
Nell'ultima
A quella visione
In cui da una parte
C'è
Un personaggio santificato e dall'altra ci sono i demoni demonizzate i
Perché il
La dialettica il dibattito la lotta erano molto più pregnanti e
Comprensive di posizioni giuste o sbagliate ma che tali si rivelano nel tempo e che fanno giudicate nel contesto in cui le cose avvenivano
Io
Credo che la figura di Di Vittorio in rapporto all'unità sindacale appaia così
Sì tagliata
Per cui è stato io penso l'unico
Grande leader
In qualche senso profondo contrapposto alla visione di dirigente del partito maggiore partito operaio che era Togliatti
Contrapposta nel senso
Che la
La sua origine qui è stato detto
Di socialista rivoluzionario per i più giovani vorrei dire che quel rivoluzionare non è un aggettivo
Ma fa parte di una
Precisa definizione politica era un gruppo che veniva da come ha detto giustamente Fausto Bertinotti
Dal la narcosi punta al sindacalismo da coloro che pensavano che lo sciopero generale sarebbe stato il momento più alto del riscatto della vittoria dei lavoratori
Quella corrente che risale a Filippo Corridoni che in buona parte finisce poi nel Partito Comunista e dell'altra nel sindacalismo fascista
Che venga presa lui la sua storia basta pensare
Alla storia del mondo Rossoni
Ora Di Vittorio
Fossi un comunista sta
Fedele al suo partito o a costo di profonde lacerazioni anche personali ma io credo che non fu mai leninista
Non fu mai delle mista nel senso di una visione organica cistica del partito comunista come partito onnicomprensivo delle organizzazioni come dire di massa adesso parallele
Per Di Vittorio non essendo leninista
Non fu mai possibile immaginare il
Che il sindacato fosse una diramazione una
Un braccio del Partito comunista dell'ICI che si spiega lap la prosa sua profonda passione unitaria che si contrappone ogni qual volta il problema si presenti
Alla
Precisa del partito comunista
Resettato io penso l'uno
L'unico grande capopopolo democratico
Del dopoguerra
Ora
Io ricordo qui si si è parlato molto del cinquantasei dell'Ungheria e se è stato fatto qualche cenno alla scissione del quarantasette e quarantotto io vorrei invece soffermarmi un momento su quel momento della cessione
Perché lì viene fuori veramente la posizione di Di Vittorio
In quel momento come ha ricordato Castronovo
Torno sorge la cortina di ferro c'è una fortissima pressione americana ma anche una forte pressione vaticana c'è l'ASP scomunica dei comunisti e c'è la pressione
Dei sindacati americani e del Vaticano per la creazione di un sindacato cattolico e di uno socialista socialdemocratico
Sorgono le ACLI all'ora proprio come struttura come dire che doveva prefigurare la scissione della CGIL
Eppure
A quel punto c'è anche un'altra forza che in realtà non vuole l'unità sindacale ed è il Partito comunista
Cioè dobbiamo ben vedere queste
La vorrebbe se fosse se il sindacato rientrasse in quella visione politica
Di organizzazione come gli organi cistica della sinistra non la vuole più se un sindacato autonomo
Ed ecco quindi
Che se noi
Facciamo qualche passo avanti vediamo poiché poi ritorno su questo il giudizio che il Partito Comunista dignità di Di Vittorio e lo dà il Luna
Direi
In una frase con cui allo sono morte
Tutto un gruppo che era lungo Amendola Li Causi e sereni
In una specie di necrologi la politica a danno di Di Vittorio
Un grande tribuno fedele al partito e capaci a un tempo di grande autonomia di forte personalità
Anche se non sempre in grado di sfuggire alle suggestioni di fattori sentimentali e umani che talora prevalevano lui suo obiettivo e valutazioni di carattere politico
Questo
Viene come dire declassate alle sue posizioni apposizioni sentimentali ed umane e non politiche e così veniva raffigurato all'interno del partito quando prendeva posizioni
K Riva metterò dossi
E tali appariranno soprattutto
Al momento in cui il le pressioni
Per una la rottura della unità sindacale si fecero molto pesanti
A quel punto
La questione fondamentale
Era lo sciopero politico
Può un sindacato unitario in cui ci sono i lavoratori democristiani socialisti le poi diventeranno anche socialdemocratici e comunisti
Proclamare uno sciopero politico tenete conto che il Partito Comunista il Partito Socialista sono già fuori da un Governo
Ed ecco quel su questa questione dello sci della possibilità di proclamare uno sciopero politico
Una mozione di santi appoggiata da Di Vittorio e fatta propria da Di Vittorio viene presentata alla CGIL unitaria per una modifica dello Statuto mi pare l'articolo sette all'articolo nove
Che suonava più o meno così
Che gli scioperi politici potevano essere dichiarati esclusivamente a difesa della Repubblica e delle libertà democratiche
Esclusivamente
Appena conquistate ma lasciando anche il diritto alle eventuali minoranza di non parteciparvi e di motivare pubblicamente il loro dissenso questo era il tentativo estremo che di vittorie Santi fanno
Per salvare Brunetta cosa avviene nel Partito Comunista a quel punto
Al Partito Comunista
Che andava verso il suo congresso
Si scatena un attacco concentrico contro Di Vittorio che stranamente nelle storie vere le costruzioni non vede è stato quasi rimosso
Io di queste cose
Ho scritto sia sulle pubblica sia sulla stampa ma non ho mai trovato come dire una ripresa della questione beh come volutamente ignorata oppure ancor più psicanaliticamente ignorata
Perché al sesto Congresso del Partito riunita a Milano pochi giorni dopo
Nel gennaio del quarantotto Togliatti dichiara che i santi affaristi comunisti cioè Di Vittorio avevano pagato troppo caro per mantenere l'unità
E nello stesso tempo subire nuove settimanale ufficiale del partito diretto da Luigi Longo
Appare un articolo dell'uomo come dire sentimentalmente più vicino alla Giuseppe Di Vittorio che era Ruggiero Grieco perché come usava allora l'attacco più
Dottor feroce viene mosso dal compagno che ti è più amico quale venni incaricato della bisogna
Giuseppe Ruggiero Grieco grande dirigente contadino anche lui pugliese scrive
Concessioni come quelle fatte portano alle a creazione di un'organizzazione gialla nella Confederazione
Portano alla di legittimazione del CRUL miraggio alla legalizzazione di una quinta colonna organizzata dal patronato né i sindacati e infine alla scissione la tolleranza in questo campo la tolleranza di Di Vittorio
Sarebbe complicità col patronato e con i nemici del sindacato unitario
Ecco
Queste è il linguaggio della condanna più drastica e dell'accusa più vergognosa del con della complicità col padrona
La cosa poi siccome l'accessione ci fu lo stesso latte temperie di quel periodo fu tale
Che le cose andarono avanti tra di loro verso e però noi vediamo lì come la posizione a favore dell'unità prevalesse in vittorioso tutte le altre
è quello che si perché spiega anche la posizione poi sul Poznan la posizione sull'Ungheria quelle tutte quelle che accompagnano la vita politica di Di Vittorio
Certo le tendenze centrifughe cattoliche socialdemocratica repubblicane avevano il loro senso c'era la guerra fredda c'era come dire l'Italia era il confine tra il mondo libero il mondo comunista
Ma Baldo a pena di ricordare un'ultima cosa come nel momento in cui c'è la scissione cattolica nella CGIL
La organizzazione che poi si chiamerà accise si chiamerà allora libera CGIL proprio come dire
Portando dentro di sé questa nostra regia dell'unità che mai verrà ricomposta nella storia del sindacato italiano
Il secondo punto che vorrei toccare che è stato qui toccato alcune volte
E come l'amore per l'unità non solo politica ma sociale per i lavoratori italiani
Portò Di Vittorio
Ha un grosso errore se oggi si dice si parla della sua avuto critica
E purtuttavia
Cioè di non aver capito la necessità delle dell'articolazione aziendale
Ma perché questo avvenne o vedo anche Cianca accoglienze maschi un altro voci lontane sempre vicine
E Baldina l'hanno sfruttato a tutti
Penso
Sopra scusate questo inciso tempo divagazioni di anziano anzi di vegliardo ma
La visione unitaria orizzontale del sindacato
Rientrava nel paradigma generale positivo
Della sinistra italiana in quegli anni del paradigma della una unità tra
Operai e contadini
Dello unità tra disoccupati inoccupati e disoccupati che era come dire libri
Il sostrato
In cui
Si muoveva la prova la promozione delle Club Italiano è dapprima ebbi a proletariato costituzionalizzato organizzato direi il capolavoro togliattiano
Degli anni dal quaranta quattro quarantacinque
Alla al quarantotto
Il momento in cui sa contemperare
La costituzionalizzazione
Con
Una proiezione atemporale del socialismo di marca sovietica e allora in quel momento il sostrato unitario il promuovere le Plebis up
Masse proletarie o lavoratrici inserite nella Costituzione ha una proiezione Lella visione stessa del sindacato della Camera del lavoro come organizzazione orizzontale che tutti comprende
E dunque né il salario comunemente oggi di promozione ma non di differenziazione
E bisogna capire tutto questo per capire anche l'errore perché altrimenti sembra così anche il quindi le figurine di alcuni attardati ed altri avanzate
Ed è la visione che Illy Dunst
C'è il salario più alto deriva da un aumento della ricchezza
E dunque il piano del lavoro come massima immaginazione come dire produttiva anche questa però legata una visione generale del Paese non delle singole aziende
Tutto questo
Verrà superato dallo sviluppo
De impensabile dell'industria italiana dal miracolo economico in cui non fu solo un miracolo quantitativo ma fu uno sviluppo differenziato di categorie di Class di di fabbriche di aziende di gruppi
Tenete conto che la posizione
Della CGIL
Non era solo contro le trattative aziendali anche contro il contratto di categoria come contratto in cui si contratta sedi salari alle categorie era lasciata la parte normativa
FIOM compresa il salario veniva trattato centralmente c'era questa visione centralistica della CGIL proprio per
L'idea di mantenere un contesto è un quadro unitario la paura si diceva del sindacato americana che firmava il contratto per i propri iscritti sindacalizzati dell'automobile per esempio
C'era da questo partiva da questa visione partiva poi la posizione che fu di Di Vittorio che fu superata dallo sviluppo economico e tecnologico ed della prima robotizzato si ore dell'industria italiana
Dal fatto che c'erano
De ma
Cont tutti le cose positive gli errori avevano due facce anche
La la fine dell'anno la lotta contro le gabbie salariali contro la differenza
Di i salari tra nord e sud con un salario unico che portò anche a delle conseguenze lo
Negative
Ma allora cura anche positive e cioè è tutto e questo viluppo drammatico che spiega il contesto di una politica sindacale
Ed ecco dunque che quando avviene questa differenziazione e la CISL
E anche una parte socialdemocratica Ivan Matteo Lombardo ed altri con la capiscono che la produttività legata al salario e il modo di
Radicare un socialismo alternativo alla CGIL
Che la CGIL arriva
A quelle
A quella sconfitta delle Commissioni interne del cinquantacinque io ricordo bene che all'inizio di Vittorio non la voleva accettare neonati io ricordo una sera andai a trovare il mio amico Bragantini
Che era capoufficio stampa direttore del lavoro
E portavano via via i foglietti lui e trentine Bruno Trentin che dirigeva l'Ufficio studi portavano i fra Di Vittorio foglietti i cui risultati delle Commissioni interne di Torino
Dice dobbiamo fare un comunicato anche lui adesso non ricordo i dati precisi in ogni modo la CGIL scendeva drasticamente alla CISL della UIL avevano insuccessi sperato e anche il sindacato autonomo
E Di Vittorio con la sua grande penna Mont Blanc quando c'era scritto magari
CISL e cinquantacinque CGIL quarantotto diceva bar diciamo
Chisso del cinquantuno
CGIL cinquantatré e con
E correggeva il comunicato che la CGIL doveva fare
Lasciando un po'perplessi trentine Bragantini ma
Si capiva ma dopo questo dicevo dopo questo momento di rifiuto
Ecco Di Vittorio compie questa famosa autocritica capisce
Che bisogna
Adeguarsi a una contrattazione aziendale e di categoria ma
Pur sempre obtorto collo obtorto collo
Come veniva chiamato invece il suo giusto un Renato Bitossi perché aveva sempre il collo
E
Io ricordo che scrissi allora un articolo a favore della Gioberti evaluation sull'Unità feci un articolo di fondo dicendo che bisognava accettare questa
Articolazione del salario che andava fino al posto di lavoro
Dove Vittorio presero incazzatura terribile telefono lo meritava voleva la mia testa poi ci rinuncio perché donerà affatto un persecutore ma insomma dico il problema era serio
E
Questa questa politica secondo me
Ci fu una revisione ci fu un'autocritica
Però una politica che ritorna con il punto unico di contingenza più tardi con la scala mobile occorre dire una
Un marchio iniziale della sinistra italiana di cui la sinistra
Diciamo ha neanche quella post comunista o il sindacato di oggi guardiamo la FIOM si è mai liberata ed forse l'IVA cercata l'origine di quella frattura tra la sinistra italiana
E il nord
Rovesciando quel paradigma di allora in cui la forza era nel triangolo industriale
Io queste cose
Volevo
Ricordare proprio per togliere questa
Santificazione demonizzazione
Alle vicende di allora
E vorrei terminare con una cosa che non c'entra niente ma che
Dato che Cipolletta alla fine
è uscito dalla sua
Saggi la neutralità
Per
Parlare delle i dei trenta denari dei trenta euro dati
Ad all'asta ai lavoratori e del disappunto dei sindacati B io penso che se invece di essenze fosse stata
Una una tantum data ai lavoratori per spartire le di
La produttività che la FIAT alla Rizzato nessuno avrebbe ha protestato
Darla invece come anticipo sul futuro contratto alla vigilia dello sciopero è un regalo con un dietro insomma offerto
è con questo mi sono come dire
Uscito dal mio campo ma insomma con questo ho terminato il mio dire
Grazie Mario Pirani chiude gli interventi ora Mario Pepe che analizzare azioni Giuseppe Di Vittorio nel sindacato e nell'istruzione
Grazie Presidente
Allora ringraziamento come direttore della Fondazione Di Vittorio
Alla Fondazione della Camera dei deputati che ha lavorato proficuamente
A ricordare
La figura di Di Vittorio con alla riedizione
Dei degli iscritti e dei discorsi parlamentari di Di Vittorio
Chi con la quale abbiamo collaborato proficuamente
Io credo
E sull'analisi cioè della personalità di Di Vittorio
Inutile principali che ha la sua biografia sì o no a questo punto bene
Delineati
Che tuttavia
Vorrei fissare alcuni passaggi
Che a mio giudizio
Fanno di Di Vittorio
Ancora un punto di riferimento in questa fase diciamocelo
Di difficile al rinnovamento della politica dell'economia più che del sindacato
Perché di Vittorio ha parlato ai lavoratori che ha parlato molto e a lungo e lavoratori via educati però di Vittorio ha parlato
E ancor più fortemente alle classi dirigenti di questo Paese
E non vorrei
Che l'occasione fosse per così dire perduta per non ascoltare quello che Di Vittorio ha detto fermamente alle classi dirigenti di questo Paese
Perché oggi sono in discussione le classi dirigenti di questo Paese non il mondo del lavoro
O no
Io credo che questo quesito debba essere ben chiaro
Al di fuori del quale è evidente che la figura
Pur nobilissima di Di Vittorio può sfumare geneticamente nel Pantheon dei padri della patria
Anche se
Mi è sembrato di non cogliere nella riorganizzazione della politica nessun appropriazione di Di Vittorio come proprio padre spirituale
Il che la dice lunga su alcune contraddizioni direi storico-culturali
Che ancora
Attraversano questo Paese
Il punto di Di Vittorio fondamentale lo snodo della sua storia
è l'articolo uno della Costituzione
Se non si parte da quello evidentemente la biografia precedente e gli interventi successivi di Di Vittorio
Possono iscrivere in un percorso originale generoso ma che non danno la misura storica di quanto la figura di Di Vittorio
Pesi nella storia di questo Paese
Nelle attuali discussioni attuali che dura da qualche anno
Sulla riforma costituzionale
Si fa difficoltà
Ad andare avanti
Perché non si tiene conto di un punto
Che la seconda parte della Costituzione
è strettamente dipendente dalla prima
E che la prima è molto semplice
A due punti qualificanti
Il primo
Che un Paese come l'Italia sconfitto e delegittimato sul piano internazionale
Riesci a differenza della Germania del Giappone avvitarsi comunque una Costituzione ha legittimazione democratica
Il secondo
E che questa legittimazione democratica ha il carattere di un impatto contraente
Di un patto costitutivo della nazione
Perché la guerra era stata una frattura nella storia nazionale una frattura profonda
Una frattura che Acqui risvolti economico sociali che ricordava Castronovo ma che ha il suo elemento determinante in una
Frattura nella classe dirigente del Paese nella sua legittimità
è perché se non sia ben presente questo elemento evidentemente la Costituente e la Costituzione italiana rischiano di apparire come degli elementi tecnico-giuridici
E no nella Costituzione del quarantasette quarantotto si fonda lo Stato nazionale democratico
E allora l'ha origine Anita della nostra Costituzione
Nel panorama dei Paesi sconfitti responsabili della guerra e sconfitti
E il carattere del patto costituzionale
Che trova nell'articolo uno la sua formula di sintesi
Perché in quell'articolo uno è scritto che la Repubblica è fondata sul lavoro e non su qualsiasi altra cosa
E qui che si innesta la figura di Di Vittorio
è qui che si innesta nella figura di Di Vittorio il processo storico complesso la frattura la continuità e la discontinuità della nostra storia nazionale
Perché di Vittorio porta alla Costituente il lavoro come contraente
è il patto e con le classi dirigenti ma bisogna capirlo la natura di questo patto
In questo patto Di Vittorio che attraverso il patto di Roma e l'unità delle forze del lavoro ha ben consapevolezza della forza complessiva che il lavoro esercitare la società italiana
Sostanzialmente dice all'insieme delle classi dirigenti
Il lavoro è un valore irreversibile
Non possiamo fare come lo Stato liberale
In cui il lavoro era reversibile su input del magistrato del carabiniere del deputato fosse pure di Giolitti
Presidente liberale del Consiglio quella lezione l'abbiamo bene appresa dice Di Vittorio
Che se vi leggete tutte le sue riflessioni hanno questo sfondo fare i conti con l'età liberale capire come perché lì si fosse innestato un corto circuito dal quale
Se ne esce con la soluzione violenta autoritaria illiberale del fascismo
Senza questo sarebbe impensabile
La forte assunzione di Vittorio fa a partire dal quarantacinque quarantasei del valore della forza del lavoro Pieri imporlo perché la impone
Perché la impone alle classi dirigenti ponendo gli un'alternativa secca
Voi siete delegittimante dopo la lunga esperienza col fascismo a esercitare il vostro ruolo avete abbandonato l'impresa
I vostri diritti proprietari sono stati affidati più ai lavoratori che non ha la vostra capacità distare nel vostro ruolo
E nelle classi dirigenti sono comprese le istituzioni pubbliche la magistratura
L'università il giornalismo l'insieme cioè della società italiana che in qualche modo era stata con viva con una guerra
Che non era stata capita nella sua vera natura di guerra totale e che aveva portato a una sconfitta di carattere verticale che era stata la sconfitta della nazione
Non solo la sconfitta di un regime
Di Vittorio questo lo capisce meglio di tutti meglio dei politici
Meglio di tutti
Capisce che si era uno snodo fondamentale nella storia del Paese
E che dunque
In quello snodo il lavoro avesse la primazia
Certo
Di Vittorio non pratica la soluzione leninista
Certo Di Vittorio non assume l'idea che da questa primazia si potesse passare a un sovvertimento delle istituzioni democratiche al contrario
Di Vittorio dice questa forza ecco condizione per un nuovo patto non quello di tipo liberale che è fallito il Patto democratico la democrazia
E la democrazia si fa
Tra i lavoratori fra il popolo e le classi dirigenti
Perché era anche questo che ci insegnava
E
Esportava gli eserciti anglo americani
La loro democrazia era
Un modello impatto
Però
Le nostre classi dirigenti un prezzo lo dovevano pagare non era possibile
Un'azione di mero Gattopardo Disma
Io ricordo che gli eserciti americani trovarono una Confindustria fascisti si va
E non sapevano a che santo rivolgersi
Quando i loro eserciti dal quarantatré cominciarono ad avanzare
Trovarono le Camere del lavoro nel sud
Trovarono gli operai del nord
E qui e da qui che Di Vittorio trae la forza per imporre patto nel quale
Bisognava riconoscere l'irreversibilità dei diritti dei lavoratori
Altrimenti l'articolo uno e l'articolo tre sarebbero delle pure esercitazioni formali
Era la condizione è la premessa perché in questo Paese si ripristinasse la solidarietà nazionale si ripristinasse ero le condizioni di una convivenza
E Di Vittorio
Applicò
Coraggiosamente
Questa sua convinzione
Alla luce anche di due fatti concreti
Il primo che tra il quarantacinque e quarantasei la CGIL dette prova di grande saggezza
Non solo con il governi amici
Ma anche quando si rompe il governo del vento del nord
Gestisse abbiente mente la politica economica
Dette agli angloamericani sempre la sensazione
Di essere una forza di stabilità
L'unica forza di stabilità reale nel Paese
Quando il sistema dei partiti era ancora lontano dal radicamento e dal controllo del territorio
Quando era forte nelle istituzioni ma non ancora nel Paese nella maniera in cui lo erano le strutture sindacali che aprì nascevano quasi automaticamente
Sulla vecchia geografia dell'Italia liberale strutture resi ancora più forti dal super
Mento di quel pregiudizio religioso che aveva visto contrapposto sindacato bianco il sindacato rosso che non a caso Di Vittorio ritiene con il superamento del Patto di Roma essere la premessa
Del fondamento del lavoro come fondamento della democrazia repubblicana
E questo
Lo snodo decisivo della biografia di Di Vittorio
L'uomo che nasce in una realtà in cui il lavoro è fuori
è fuori dall'ordinamento giuridico è fuori dall'ordinamento sociale
è nell'ordinamento politico ma attraverso il compromesso peculiare del Giolitti ritmo
Un compromesso fallace che finisce presto nel nazionalismo
Con la crisi del Giolitti Ismael con l'affermarsi della nazionalismo
Vittorio conosce benissimo
Lo stato delle plebei e dei lavoratori in cui il diritto si conquistava al massimo col contratto
Ma era reso reversibile dall'ordinamento complessivo
Dai rapporti di forza e anche dalla volontà
Basti pensare all'ondata di De contrattualizzazione che nel mille novecento sette otto segue alla prima stagione di contrattualizzazione del lavoro
L'uso della congiuntura economica del tredici e poi del diciannove ventuno
Premessa storica vera del fascismo
Il Vittorio conosceva il senso e il valore che la violenza
Aveva avuto per le classi dirigenti
Per lo Stato
Di Vittorio sa
Fino in fondo che la violenza per il mondo del lavoro e quanto di più nefasto ci possa essere
Ma sa anche
Che l'unità dei lavoratori superando la violenza diviene forza
E questo concetto che il lavoro sindacalmente organizzato sia una forza a fonti di diritto è obbligo per le classi dirigenti a contrattare i limiti dell'esercizio del proprio potere
E beh questa era la lezione di Di Vittorio tra IVA dal fallimento dello Stato e della società liberale
E che riteneva fosse la premessa sulla quale dovesse nascere l'altra Italia
L'Italia del lavoro e della democrazia
E allora
L'attività di Di Vittorio
Sarà non solo quella
Del costituente di e scriverà pagine lucidissimo e sull'ordinamento sindacale affrontando e non era udendo anche i nodi difficili
Che erano impliciti nella rottura con i privilegi che il sindacato Unico di tipo fascista
E ponendosi a tutto campo i problemi del rapporto compresso in un sistema libero con le controparti
Ma di Vittorio sarà l'uomo che è sempre tal quarantasette quarantotto farà dell'ancoraggio alla Costituzione il punto di riferimento della politica della CGIL
E questo ci apre un problema perché come mai
La rivendicazione dell'attuazione della Costituzione pesa quasi esclusivamente sulle spalle della CGIL
E in qualche modo trova in Vittorio il suo sostenitore più forte ricordava bene Bertinotti la proposta sullo Statuto dei diritti dei lavoratori ma che cos'era se non l'estensione alle fabbriche dei principi costituzionali
Ma altri ma altri in quel periodo costruivano la Costituzione materiale
Costruivano cioè un sistema di duopolio tra amministrazione pubblica e rappresentanza degli interessi imprenditoriali che peserà gravemente né lo svuotamento dei meccanismi democratici del Parlamento
Che sarà tra le
Ragioni profonde del blocco della seconda legislatura quella del cinquantatré e cinquantotto
Quando la classe politica non riesce ad uscire dalle secche della crisi del centrismo
Non riesce ad uscire per via politico parlamentare occorreranno dei traumi il trauma del sessanta
Ma a quell'appuntamento non a caso ci sarà la CGIL rinnovata nel cinquantacinque da Di Vittorio
E questo
Un elemento
Di riflessione che
Sposta come voi capite la figura di Di Vittorio da un piano di domande sindacalista
Al piano che diceva Vittorio Foa
Al piano cioè di un uomo che vede nel lavoro la politica
Malafede non come parte staccata ma come parte che costringe l'insieme delle dei soggetti e della società politica ed economica
A fare i conti con il lavoro con i suoi diritti con la sua forza con il suo potere
E non sempre questo è stato un elemento pacifico nella storia it dell'Italia repubblicana spesso questo punto è stato un punto che si è tentato di aggirare
E questo ha rappresentato oppure delle peculiarità drammatiche della storia dell'Italia Repubblica
Una
Seconda considerazione e io credo
Si possa fare sulla figura di Di Vittorio fuori dai miti
E dai diritti e che in realtà gli appartiene tutta
Voi sapete che oggi
Il punto più controverso in Occidente nella discussione è la separazione tra libertà e democrazia
è fortissima la pulsione a dire che laddove c'è la libertà non ci può essere la democrazia
Questa è la sostanza Hobsbawm uno l'altro giorno nell'anticipazione sul Corriere della Sera
La poneva in relazione al mercato
Hobsbawm è un intellettuale generoso
Il problema non è solo
Che il mercato sottrae spazio alla democrazia
è una generosa illusione di un grande storico inglese
In realtà in Occidente negli Stati Uniti
è ben noto la discussione tra i politologi e tra gli studiosi è sul fondare una teoria della libertà che in qualche modo eroso da R.D. dalla democrazia un impaccio
Un elemento
Che non solo contraddice la celerità dei processi decisionali ma in qualche misura non ha neppure un coerente fondamento teorico
L'azione di uomini come Di Vittorio
Che sembrerebbe in apparenza
Essere tutta basata sulla rivendicazione della
Democrazia come giustizia sociale che in qualche modo puntale limitare le libertà
E lì e fa derivare dall'applicazione dei principi della giustizia sociale in realtà
Se andiamo a rileggere le sue riflessioni dove si trova una statura teorica non irrilevante
Scopriamo che il fondamento il fondamento della lezione di Di Vittorio non è nella democrazia nella giustizia sociale e nella libertà
La parola chiave di Di Vittorio è libertà
Ed è la libertà
Il fondamento della democrazia
Penso che la democrazia try garanzie dalla libertà
Perché questo
E perché Di Vittorio ha sperimentato
Che ciò che in realtà
Rende difficile il progresso economico progresso sociale il progresso umano
E Primiero amente lo stato di soggezione dell'individuo si dell'individuo così come
Ne parlano i neo liberisti oggi
Prima ancora delle classi sociali
Di Vittorio sa bene che sono i singoli cafoni sono i singoli operai
Sono i singoli lavoratori che si trovano in una posizione di squilibrio
Nei rapporti sociali
E che rivendicare la loro libertà è condizione per la rivendicazione dei loro diritti e i loro diritti sono la democrazia organizzata
è
Non è semplice
Avendo considerato sempre Di Vittorio solo un grande agitatore
Entrare in
Questo tipo di problematica che invece io credo
Costituisce l'ossatura di fondo
La ragione per la quale Di Vittorio riusciva a parlare a tutti
Nelle grandi nei grandi comizi ma ciascuno sentiva che parlava per lui
Perché di Vittorio parlava della libertà dei singoli dei diritti del singolo lavoratore faceva riferimento al lavoratore che non doveva togliersi il cappello Luigi individuo singolo
Al lavoratore che doveva indossare allo stesso va strano che indossava la gravi o luci il singolo lavorato
Il Codice genetico io credo
Che Di Vittorio ha impresso alla CGIL e al sindacalismo italiano
E che poi ha avuto
Una continuità straordinaria
E non è dato riscontrare per esempio
Né i mutamenti delle varie classi che hanno diretto il sistema partitico
Tutti i dirigenti della CGIL a partire dal cinquantacinque hanno dei tratti
Peculiari e comuni che poi sono stati in qualche modo fusi nei rapporti con le altre organizzazioni e i cui valori risalgono all'impronta
All'impronta forte che Di Vittorio ha dato al sindacato italiano ma
Questa non è un'impronta autoreferenziale io su questo vorrei insistere e trovo che
I riferimenti costanti puntuali che Cipolletta affatto I rapporti con Costa siano assolutamente pertinenti
Di Vittorio non era solo un uomo di parte
Io credo che Di Vittorio possa essere considerato
Il rappresentante come dire potremmo dire il prototipo potrebbe piacere a Montezemolo il prototipo
Di un'altra Italia
Non l'Italia piagnone intransigente degli intellettuali del sud
Ma un'Italia
Che era ugualmente ferma nel delineare il campo dei valori e degli interessi
Un'Italia che era contemporaneamente proiettata alla rinnovata mento delle proprie strutture
Ma che insieme aveva ben saldi quei valori di solidarietà di giustizia e di libertà
Che nel nostro Paese sono stati in larga parte in larga parte il risultato della storia del travaglio delle conquiste del mondo del lavoro
In questo senso di Vittorio è rimane un punto di riferimento periodi si innova mento anche oggi dell'Italia grazie
Grazie
Se è così concluso il convegno promosso dalla Fondazione della Camera dei deputati sul Giuseppe Di Vittorio grazie a tutti a tutti e per la loro presenza