27 GEN 2008
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - RADIO - 21:59 Durata: 1 ora 59 min
A cura di Guido Mesiti e Pantheon
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 27 gennaio 2008 , condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Marco Pannella (parlamentare europeo, Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa), Massimo Bordin (direttore di Radio Radicale).

Tra gli argomenti discussi: Politica.

La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 1 ora e 59 minuti.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    direttore di Radio Radicale

    La decisione della commissione elezioni al Senato: i peggiori auspici si sono rivelati quelli giusti. La caduta del governo Prodi. Il giudizio di Marco Pannella sulla situazione politica e l'evocazione del governo Facta e del sovrano Vittorio Emanuele III. L'assenza dei radicali dalle consultazioni al Quirinale.
    21:59 Durata: 1 min 49 sec
  • Mai i fascisti che volevano fare il fascismo avevano inteso fare “quel” fascismo. Quando una serie di comportamenti non prefigura il rispetto, da parte del potere, della legalità, dei principi costituzionali, si crea una situazione particolarmente pericolosa.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Le “demenziali minacce” di Silvio Berlusconi di una marcia su Roma ed il paragone tra l'attuale legge elettorale e la legge Acerbo del 1923. “Il Signore sembra ritenere che al Quirinale vi sia un altro Vittorio Emanuele III e un Facta collettivo al Governo”. “Culturalmente Berlusconi non avverte lo scandalo degli errori di alfabeto – nemmeno di grammatica – della politica istituzionale, democratica, di uno stato di diritto, mentre il Presidente della Repubblica fa le consultazioni. Proprio alla vigilia del suo turno, Berlusconi gli manda a dire che se non si voterà presto, milioni di italiani scenderanno in piazza a Roma. Poiché si può votare ad Aprile solo se il Presidente scioglie le Camere, dunque lui dice al Quirinale: 'Se non fai questo, ci saranno milioni d'Italiani a Roma'”. Tutto ciò va messo in prospettiva con “l'uso cileno dei camionisti”, alla cui guida, “scopriamo esserci un parlamentare, ex-sottosegretario, berlusconiano”. E poi “quello che da 30 anni dichiariamo di temere, tentando di mettere sull'avviso la classe dirigente post-fascista, dicendogli che stava comportandosi come erede, sottolineando che i codici fascisti Rocco non era mutati da 10 anni perché né la DC né il PCI, per motivi analoghi, volevano toccarli, se vediamo che addirittura per i reati d'opinione c'è voluto un momento felice della Corte Costituzionale per liberarci di questo, se vediamo che la Corte anti-costituzionale, dopo aver permesso l'uso ai cattolici l'uso della seconda scheda costituzionale, quella referendaria, poi già nel 1977 la toglieva dalle mani degli italiani. Beh, tutto questo cos'è se non denunciare la concertazione che finiva per prendere il posto del Parlamento?”. “Occorre tenere presente benissimo una cosa: mai i fascisti che hanno fatto il fascismo avrebbero voluto fare quel fascismo. Mai colui che preferì fare la rivoluzione senza i soviet voleva fare un impero assassino come lo è stato. Occorre stare attenti: mai si ripete quello che è accaduto. Mai qualcuno vuole fare il fascismo, il comunismo...ma quando una serie di comportamenti non prefigura il rispetto, da parte del potere, della legalità, dei principi costituzionali, si crea una situazione particolarmente pericolosa. Per l'Italia credo che ci siamo. E ripeto: nessuno è cosi cattivo o cretino da voler rifare il fascismo, figurarsi se Berlusconi ci pensa. Tra l'altro gli ci vorrebbe un'intelligenza politica e storica che non gli appartiene, non è questa una delle sue doti più preclare. Siccome questo è vero per tutti quanti, quando adesso vediamo che impunemente”. Negli ultimi 10 giorni l'alternarsi di dichiarazioni di Berlusconi e di smentite di Bonaiuti. “Questo è allarmante: se uno governa, le parole quando escono diventano subito dei fatti e degli atti. In questa condizione c'è una jattanza nel convocare una marcia su Roma con milioni di convocati televisivi. Contando su una Italia di nuovo governata da un Vittorio Emanuele III – spero Napolitano si offenda di questo – e da un governo Facta. In più proprio oggi accorrono i vescovi - che d'ora in poi chiamerò contro-conciliari, perché la contro-riforma è un'altra cosa - intervengono a dire cosa? 'Niente maggioritario' ed 'attenzione che col proporzionale non venga fuori una trasversalità laica'. Tutto questo in un fazzoletto di giorni”.
    22:01 Durata: 11 min 31 sec
  • Le riflessioni di Laqueur sul fascismo storico e l'attuale situazione internazionale. L'articolo di Barbara Spinelli ed il parallelo con la Repubblica di Weimar.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    L'articolo di Walter Laqueur del 25 gennaio su Repubblica: “Dire che il fascismo storico è una cosa del passato non significa sfortunatamente che regimi e movimenti barbarici di tal fatta, ma diversi per motivazione, ispirazione o apparenza, non possano ricomparire, né vuol dire che è prevalso il regno della libertà, della democrazia e dei diritti umani. Anzi, è del tutto possibile che forze micidiali, perfino peggiori e più pericolose del fascismo, possano sfidare l´umanità nel Ventunesimo secolo, magari usando armi di distruzione di massa. Per stanare e liquidare le loro vittime, i carnefici del nazismo dovevano spostarsi di villaggio in villaggio, di casa in casa. Nell'epoca delle armi di sterminio cadute in mano ai fanatici l´assassinio integrale è diventato molto più facile e, in futuro, il numero delle vittime potrebbe essere più consistente. La sopravvivenza della libertà e delle istituzioni democratiche in questa nuova era è in equilibrio precario come non mai”. “Mi ha fatto pensare al 2008, primo Satyagraha mondiale per la pace e la democrazia”. “Poi si vede Barbara Spinelli, che scrive: 'Berlusconi ripropone qualcosa di vecchio, anzi vecchissimo. Poco prima del voto al Senato il Capo dell'opposizione fece capire che se Prodi avesse ottenuto la fiducia in ambedue le Camere, lui si sarebbe appellato alle piazze. Bossi ha rincarato la dose dicendo che quelle piazze avrebbero trovato facilmente le armi per una rivoluzione. Hanno detto queste cose nell'indifferenza generale'. Per Barbara Spinelli i radicali sono 'caporali', perché solo quando la cosa è 'generale' la interessa. E continua l'articolo: 'Dei leader della sinistra, della destra, di stampa e televisione, delle istituzioni della Repubblica. Anche questo non è davvero nuovo. Nella storia recente d'Europa c'è memoria viva di tempi simili, quando si pensava che le parole non pesassero, e invece pesarono. La Repubblica di Weimar aveva queste caratteristiche, questa violenza linguistica, questi demagoghi. Due più due non ha fatto cinque nella storia passata e non farà cinque neppure in quella che si sta tessendo, opaca ma consequenziale sotto il nostro sguardo'. Ora d'un tratto tutti sembrano radicali, pannelliani”.
    22:13 Durata: 4 min 1 sec
  • I radicali e Berlusconi: le valutazioni radicali dal 1994 ad oggi. I radicali e la sinistra: dal dialogo con Occhetto all'esclusione dal PD.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    I radicali e Berlusconi. Nel 1994 Pannella denunciò, pur sostenendolo in quel momento, che il centro-destra sarebbe potuto divenire in futuro il pericolo più serio. Pannella ricorda il tentativo, con Martinazzoli, Segni, La Malfa e molti altri interlocutori politici, fatto nel momento in cui Berlusconi disse che avrebbe appoggiato Fini contro Rutelli alle elezioni a sindaco di Roma. I radicali allora presero una iniziativa pubblica dicendo: “Dobbiamo fare nel Lazio e dal Lazio delle liste che si oppongano all'alleanza di Berlusconi con Bossi e Fini. E poco prima delle elezioni dichiarai che ovunque i candidati del centro-destra berlusconiano fossero del Movimento Sociale Italiano, noi, senza nessun accordo, avremmo votato per gli oppositori di costoro”. “Quando nel presente c'è censura, la memoria è di chi è vittima della censura, ma non di quelli cui queste cose non arrivano mai”. “Poi accadde che Berlusconi scelse come temi di campagna elettorale totalmente quelli che in quel momento potevamo avere insieme Martino da una parte e soprattutto noi: l'anti-partitocrazia, la questione liberale, quella laica. A questo punto, con tutto che noi avevamo presentato l'idea di quelle liste – riscuotendo solo dei 'no' purtroppo da Martinazzoli, Segni, La Malfa -, e quindi con tutto che vedevamo un grande pericolo per la città di Roma, la volontà o la velleità liberale fatta propria e propagandata da Berlusconi faceva vivere una contraddizione che dovevamo assolutamente raccogliere e tentare di far crescere. A questo punto Berlusconi, venendo ad una prima nostra riunione ufficiale dei Club Pannella, disse: 'Noi appoggeremo come Forza Italia, e ovunque i candidati debbano essere di Forza Italia e non della Lega o di AN, non presenteremo candidati'. E così accadde. In diversi di quei collegi vi furono degli eletti radicali perché appunto mancava il candidato della destra ed evidentemente l'elettorato di destra preferì votare per il candidato radicale che per quello del Movimento Sociale o della Lega. A Roma fu emblematico, mi candidai contro Fini e Berlusconi: mi dovetti di fatto ritirare quando il Partito Comunista, Botteghe Oscure, stabilì di oppormi due candidati” creando una situazione per la quale Rutelli sarebbe stato battuto. La decisione fu: “meglio Fini di Pannella”. “Ed è molto importante, perché poi vi fu una serie di questi eventi, ivi compreso il momento in cui dichiarai che mi sarei iscritto al PCI se Occhetto, invece di scegliere in quel momento La Rete, avesse preferito le Liste Nathan e l'accordo con noi”. “Scelsero La rete e allora dissi, ancora su L'Unità: 'Benissimo, se però il nome che prenderete è Partito Democratico, mi iscrivo lo stesso'. Poi ieri mi sono presentato per concorrere alla formazione del Partito Democratico e sono stato espulso dalla possibilità di partecipare”.
    22:17 Durata: 7 min 3 sec
  • L'esorcizzazione dei radicali continua con l'esclusione dei senatori eletti dal Senato. Perché si dovrebbe rinunciare a tre anni di legislatura se il 70% del Parlamento è d'accordo su una politica economica di riforme e sulla riforma della giustizia?

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    “E questa storia (di esorcizzazione dei radicali, n.d.R.) continua ancora oggi, unanimi il Partito Democratico e berlusconiani, che hanno fatto l'altro giorno un atto golpista, riunendo tre giorni prima della fiducia al Senato la Giunta delle elezioni e stabilendo che i senatori nominati, e non quelli eletti – cioè noi -, avrebbero partecipato al voto della fiducia. Avessimo votato noi, sarebbero stati 159 contro 158. Questo è una conseguenza, ma la cosa terrorizzante è che di fronte a tale gravità, tranne Giuliano Vassalli, tutti si sono schierati con il loro Calamandrei, quel Ceccanti che va molto di moda, da consigliere delle Pollastrini a membro della Direzione del nuovo PD”. “Fino ad ora siamo stati molto discreti”. “Non abbiamo mai usato la nonviolenza, eccezion fatta per Daniele Capezzone che fece 40 giorni di sciopero della fame per questa cosa, e se la gestì in modo che non ve ne furono tracce in nessun modo. In questa situazione il Senato, da un anno, non sarebbe stato il Senato che è stato. La nostra presenza avrebbe potuto provocare qualche adesione in più alla nostra posizione. In queste condizioni il Presidente della Repubblica fa le sue consultazioni: sento che a questo punto viene fuori la questione generale: si scioglie il parlamento ed il problema è se lo si scioglie ad aprile o a giugno. Si scioglie questo parlamento? E perché? Perché si rinuncia a tre anni, se c'è indubbiamente un 70% del Parlamento, alla Camera e al Senato, che su una linea che abbracci da Ichino a Monti, a Giavazzi, potrebbe formare una nuova maggioranza?”. “In termini di tesi ufficiali dei partiti, che si fanno forti della politica europea, delle tesi del Fondo Monetario Internazionale” è possibile avere l'accordo su alcune liberalizzazioni e sul tema della giustizia.
    22:24 Durata: 12 min 29 sec
  • Il problema informazione e l'intervista di Ferrara al Tg1 di Riotta. “La legalità è totalmente negata e con jattanza, oltre che milioni di squadristi, si annunciano una quarantina - non più quattro - di quadrumviri”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    “In realtà io lo scambio lo intendevo con Ferrara”. “Ho già premesso per tutti: nessuno è così coglione da voler rifare il fascismo”. La linea “squallida e sporca del Tg1”: nemmeno una parola nella edizione di mezzogiorno di ieri per dire che i radicali non erano andati alle consultazioni. Poi l'intervista garantita in apertura di Tg a Giuliano Ferrara. Il comunicato di Pannella: 'Con la lunga intervista a Giuliano Ferrara in apertura del Tg1 delle ore 20, subito dopo l’intervista a Berlusconi, c’è semplicemente da chiedersi se l’ipotesi di una Marcia su Roma di milioni di persone, di un’alleanza torbida oltre che anti-istituzionale e anti-costituzionale, sia sul punto di esplodere. La legalità è totalmente negata e con jattanza, oltre che milioni di squadristi, si annunciano una quarantina - non più quattro - di quadrumviri. L’Autorità garante e il partito Rai Tv garantiscono la stessa composizione della maggioranza del periodo 1922 - 1924 - 1929 e seguenti, fino a Salò”. “Ferrara, rispondendomi, dicendo che sono l'ex Pannella, che ho accusato lui di fascismo, cogliendo così l'occasione per spiegare perché da sei mesi non mi invita al suo programma su La7, pur discutendo su uno dei problemi del mondo cattolico e della realtà italiani al quale credo di essere, tra i politici, uno dei più appassionati”.
    22:36 Durata: 8 min 37 sec
  • I radicali non partecipano alle consultazioni con il Presidente Napolitano per non collaborare ad un processo in corso che è gravissimamente inficiato nella sua legalità.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    L'attenzione radicale al ruolo del Presidente della Repubblica. Il comportamento dell'ex-Presidente Ciampi sui poteri di grazia e la nomina a Segretario generale onorario di Gifuni. La lettera al Presidente Napolitano. “Ci siamo scusati con lui perché per una serie di fatti – l'indulto, Saddam, la moratoria – noi, forse per una sporca pudicizia, trattandosi soprattutto di cose nostre, non abbiamo, in questa cosa enorme del Senato, usato la nonviolenza”. “Intanto noi, non venendo alla consultazione – per il fatto che la crisi a partire dalla quale sono iniziate le consultazioni è stata generata dal fatto che il “Senato legale” non ha potuto votare, essendo stati determinati per la crisi del governo i “nominati” - percorriamo il primo gradino della nonviolenza. Poi c'è la disobbedienza all'ordine ingiusto, la disobbedienza civile. Quindi noi non veniamo perché non collaboriamo ad un processo in corso che è gravissimamente inficiato nella sua legalità”. “Scusandoci perché il Presidente non ha potuto usufruire dell'apporto di cui tutti nella politica italiana hanno potuto usufruire, la violenza per difendere la legalità e le istituzioni”. “Una caratteristica della realtà italiana è che dopo 60 anni questa è più sfibrata di quanto non fosse l'Italia liberale colpita dal '15-'18 e dalla guerra”.
    22:45 Durata: 8 min 39 sec
  • Mancano ancora le motivazioni della decisione della Corte sui tre referendum; in un paese in cui si sa tutto, sempre in realtà si dimostra che non si sa niente. Ballarò ed i media fanno scempio degli anni '70 visti come “anni nemici”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    “Io credo di poter affermare una cosa, a proposito della suprema cupola della mafiosità partitocratica denominata Corte Costituzionale: ad oggi non ci sono le motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale sui tre referendum. Perché? Perché due relatori su tre erano per respingere il quesito referendario. Sicché adesso devono stendere la parte delle motivazioni della decisione altri membri della Corte. Possibile che in un paese in cui si sa tutto, sempre, in realtà si dimostra che non si sa niente? E' giornalistica, politica e seria, questa cosa, o no?”. “Siamo in una situazione quale quella che mi raccontò Livio Paladin, il più stimato tra i presidente ed i membri della Corte Costituzionale, che si trovò a giudicare i nostri referendum che avrebbero significato il trionfo definitivo dell'Italia degli anni '70. Quegli anni '70 che a Ballarò Giuliano Ferrara ha definito anni dei valori terroristici che si affermavano. Una trasmissione che ha fatto scempio della verità degli anni '70, presentandola totalmente come “gli anni nemici”, in questo in sintonia con Oltretevere. Era una bella impostazione “anti-terrorista”, “anti-fascista”. E noi radicali, che sicuramente siamo stati interlocutori del terrorismo, nemici attivi del terrorismo, non siamo stati chiamati per dire nemmeno una parola. Devo ringraziare il libro di Mario Calabresi che racconta come nell'agosto del 1967 mi trovai a marciare per un buon quarto d'ora tra Milano e Gorgonzola, con a destra Pino Pinelli e a sinistra il generale Calabresi, tant'è vero che gli dissi: “Lei è venuto qui per sorvegliarci, se marcia con noi si metta anche lei un cartello sandwich”. Sorridendo lo dissi. Lui mi diede ragione e continuò a seguirci, seppur distanziatosi. Pino mi disse: “Ma hai fatto male, quello è un amico. Ci siamo anche regalati Spoon River”. Eccetto questo, di tutte le nostre azioni – 7 aprile, caso D'Urso, la lettera ai compagni assassini, la presenza nelle carceri mettendo in crisi la propaganda delle Brigate Rosse con le organizzazione nonviolente che avevamo creato – a Ballarò, né da altra parte, si è parlato”.
    22:53 Durata: 6 min 33 sec
  • Nell'ipotesi delle elezioni anticipate i radicali dovrebbero conoscere le concrete condizioni del momento che dipendono anche da comportamenti altrui. La valutazione dei discorsi di Prodi e la mancata diretta della Rai di quello alla Camera.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Nell'ipotesi di elezioni anticipate, cosa faranno i radicali? “Dovremo conoscere le concrete condizioni di quel momento, che dipendono anche da comportamenti altrui”. “Prodi può tentare di valorizzare la responsabilità che si è preso di Presidente del Partito. A naso non mi pare invece persona che si metta a costituire un nuovo partito od organizzare addirittura una scissione”. “Se 20 parlamentari, venti senatori, nel momento in cui viene comunicata la delibera della giunta per le elezioni, si può rinviare alla giunta delle elezioni questo tema. E quindi non sarebbe definitiva la decisione di un senato che fa il plenum con i candidati trombati invece che con i candidati eletti senatori”. I discorsi di Prodi? “Dal punto di vista dell'efficacia nei confronti dell'opinione pubblica, credo fosse stato efficacissimo e sorprendente quello alla Camera, tant'è vero che si era creato entusiasmo durante il suo intervento, con una ovazione di due minuti dei deputati dell'Unione. Mentre questo al Senato è stato più apprezzabile a livello degli iniziati che rispetto all'opinione pubblica. Però, quello che accade è che stranamente il discorso alla Camera del Presidente del Consiglio che chiede la fiducia, non è stato trasmesso in diretta. Come volevasi dimostrare che forse il gruppo Prodi manca di professionalità politica. Mentre gli altri sono gli eredi della professionalità partitocratica pura, da Botteghe Oscure e dintorni”. “Le immagini di merda” venute fuori dalla seduta del Senato sulla fiducia.
    23:00 Durata: 14 min 22 sec
  • Referendum elettorale o bozza Bianco modificata: all'associazione dei padroni reali di oggi vanno bene entrambi. La questione delle nomine ministeriali: così fan quasi tutti.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    L'ipotesi di una continuazione della legislatura. Intanto il referendum. “In realtà i padroni della situazione, o meglio l'associazione dei padroni reali di oggi, Veltroni e Berlusconi, è comunque che se si faccia il referendum o si passi con una bozza Bianco aggiustata, a loro vanno bene entrambe le cose. E quindi possono benissimo dire: 'Abbiamo fatto il nostro possibile, ci rimettiamo al giudizio popolare'”. “Il Sole 24 Ore ha messo in evidenza il costo grave che va messo nel conto per la fine di una legislatura, dopo due anni di lavoro del Parlamento”, dopo aver già pubblicato l'elenco delle nomine fatte da quasi tutti i partiti nelle Asl italiane. “A proposito delle nomine, ho chiesto ad un funzionario del Ministero per il Commercio Estero: 'Come va? Ci sono nomine?'. Mi ha detto: 'Ma figurati!'. Prima di andar via, il ministro Urso o non ricordo chi - comunque quello era un feudo di Alleanza Nazionale – ha fatto tutta una serie di nomine che scadono nel 2009. Quindi se anche volesse Emma Bonino non ha l'onere di fare nessuna nomina. Ma questo è interessante, perché poi questi fanno i moralisti. Eppure non mi risulta fossimo, noi radicali, al corrente delle nomine di tutti i ministri della destra quando se ne sono andati”.
    23:14 Durata: 10 min 48 sec
  • La pagella dei Ministri su La Stampa e la piena sufficienza di Emma Bonino. La moratoria all'Onu ed i pericoli odierni per la politica estera italiana.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    La pagella dei Ministri su La Stampa. Bersani con 7, Bonino e Lanzillotta con 6. “Nessuno può dire che Emma abbia potuto molto spesso esprimersi politicamente, partecipare a dibattiti e via dicendo”. Il lavoro del ministro radicale riconosciuto unanimemente come superiore alla sufficienza, il che non vale per tutti i partiti della maggioranza. “Meno male che Emma non ha il 7,6. Perché siccome aveva il 9 o il 10 a Bruxelles è stata fatta fuori, mettendo Prodi al suo posto con l'accordo di Berlusconi e D'Alema”. Ancora sull'operato del governo occorre sottolineare la moratoria e poi l'indulto e la giustizia. Quest'ultima “poi l'hanno fatta amministrare a Grillo soprattutto, e quindi a Tonino (Di Pietro, n.d.R.). C'è stata questa cosa oltre alla moratoria”. “Sulla politica estera c'è una cosa che mi sta molto allarmando. Sono dei segnali; sulla realtà libanese siamo “terzi” tra i due contendenti, anche una parte dell'Europa è “terza”. Fra una parte che continua ad ammazzare uno dopo l'altro tutti coloro che vogliono sapere qualcosa su come è stato assassinato, notoriamente dai filo-siriani, Hariri. E adesso c'è un candidato militare che sembrerebbe un po' terzo tra i contendenti e già essere terzo tra assassini ed assassinati non è un granché. Ma neanche lui va bene ai siriani”.
    23:25 Durata: 4 min 16 sec
  • L'atteggiamento nei confronti dei radicali. "Oggi con i Rodotà, i moralisti ed i chierici quali sono, non ho molta fiducia che si possa affermare una realtà nuova in questa situazione italiana".

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    “Io lotto perché l'impossibile accada, perché questo governo – anche di ordinaria di amministrazione – resti tutto il tempo necessario per vedere se si possa realizzare la mia ipotesi di un 70% di sostegno parlamentare ad un vero e proprio governo di legislatura”. Veltroni e la posizione del PD. L'atteggiamento dell'Unione nei confronti dei radicali. “Non ci hanno materialmente ammazzato e continuiamo a reggere vivi. In questa situazione noi ci prepariamo ad evitare di dover andare al carcere di Ventotene o a Campo de' Fiori”. L'inserimento del Satyagraha in questa situazione. “Verrà un momento nel quale non storici tra 50 anni, ma anche storici e gente onesta e potente sul piano dell'opinione e del prestigio, potrà raccontare il vero su questi 30 ani di sviluppo anti-democratico, violento, corrotto, di uno stato che non è stato di diritto. Abbiamo tentato di sfondare le sue contraddizioni, oggi con i Rodotà, i moralisti ed i chierici quali sono, non ho molta fiducia che si possa affermare una realtà nuova in questa realtà italiana. E allora è chiaro che proseguirà il degrado di un'Italia sepolta dalle macerie fasciste, comuniste e vatican-talebane”. “Vedremo se altre consapevolezze si formeranno, per i tesseramenti e per rifornire di energie umane che possano consentire a questa lotta di proseguire, essendo l'unica animata da una visione e rafforzata da 40 anni di opposizione profonda e propositiva”. “Vorrei dire ai compagni socialisti, agli ottimi intellettuali che si sono scorati e che credono adesso che la grande emozione e commozione che la visione della Rosa nel Pugno aveva provocato, che le costituenti socialista, democratica, sono rottamazioni a spese del contribuente italiano”. Il ruolo e la figura di Aldo Loris Rossi.
    23:29 Durata: 14 min 6 sec
  • Le iniziative della settimana appena conclusa

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    La riunione dei ministri degli Esteri della Lega Araba e la pressione sulle elezioni del Libano. Le presidenziali americane. Il premio a Marco Pannella dal comune di Fossa. Il seminario Energia&Ambiente. “Sabato ho visto il salone del Partito stracolmo per il seminario di preparazione della manifestazione ambientalista prevista per marzo-aprile. Pieno di presenze nuove ed importanti. Questa è un'altra cosa che occorre mettere in conto del funzionamento della segreteria di Radicali Italiani e di una capacità polivalente dell'associazione Coscioni, di Nessuno Tocchi Caino, con ciascuno che riesce ad essere disponibile cogliere da altri momenti della galassia radicale qualcosa che lo rende più forte e lo caratterizza rispetto agli altri. Cosa che non si può dire purtroppo dei compagni verdi, dei compagni socialisti o di quelli di Mussi”.
    23:44 Durata: 13 min 41 sec
  • Appuntamenti

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Lunedì si terrà al Partito Radicale una contro-celebrazione di Maria Fida e Luca Moro per il trentennale dell'assassinio di Moro. Mini-sessione a Bruxelles per iniziare a coinvolgere il Parlamento europeo sui problemi italiani che quelli del Satyagraha.
    23:57 Durata: 1 min 23 sec