La rassegna della stampa estera

Buongiorno gli ascoltatori di Radio Radicale giovedì quattordici febbraio presso l'appuntamento con la rassegna dalla stampa internazionale cura di David Carretta due sono i temi che approfondiremo quest'oggi le primarie
Americane la straordinaria vittoria martedì
I Barack Obama su Hillary Clinton Obama continua
Con la sua seria di vittoria dopo super martedì ben otto stati conquistati
In meno di una settimana
A questo proposito leggeremo uniti a viale del wall street journal che parla di Obama come del fenomeno questo
Il titolo approfondiremo però anche le chances di successo dei repubblicani e del quasi certo candidato John McCain sempre con i vostri giornale un'analisi di Fred Barnes
I democratici sono sull'onda ma McCain attrae gli elettori decisivi l'altro argomento che approfondiremo la Russia Russia che potrà per le presidenziali si fa per dire voterà
A marzo inizio di marzo il farà sua banchieri pubblicava un'analisi di Martin Wolf perché il Governo di Putin minaccia sia la Russia sia l'Occidente il quotidiano della sia in tv smentisce sostanzialmente quello che viene sostenuto da tempo cioè
Che anche se Putin ha schiacciato la fragile democrazia russa almeno restaurato l'economia lo Stato
E l'autorità del suo Paese nel mondo leggeremo anche un editoriale dall'Herald Tribune di oggi Putin a rafforza la sua eredità eredità politica che però non è per nulla positiva
E poi torneremo sul Financial Times e il suo primo editoriale di ieri sul quindicesimo anniversario dalla Fondazione di Gazprom
Il Cremlino celebra il potere di Gazprom il monopolista del gas russo rimane un'arma dello Stato scrive il quotidiano dell'ICT
Prima di parlare di questi due temi però vogliamo accennare alle elezioni in Italia del tredici aprile
Perché le mondi ripubblica con l'articolo citando anche i radicali Marco Pannella Emma Bonino la difficile
E controversa trattativa con il Partito democratico di Walter Veltroni il titolo dell'articolo Berlusconi e Veltroni vogliono promuovere il bipartitismo titolo forse non proprio azzeccato vedremo nelle conclusioni perché
Scrive le Monde per tre italiani su quattro il centrodestra vincerà le elezioni ma i primi sondaggi fanno fatica a prendere in conto la metamorfosi in corso
Nel paesaggio politico italiano a destra come a sinistra gli strateghi hanno rinunciato alle coalizioni caravanserraglio di cui lo mano Prodi dopo Silvio Berlusconi ha verificato l'inefficace difficoltà
Walter Veltroni capo del Partito Democratico deciso di andare da solo alle urne senza ingombra arsi con alleati centristi o comunisti
E subito è stato invitato da Silvio Berlusconi che tenta di sciogliere i suoi ex partner di destra in una lista unica al Popolo delle Libertà restano da decidere le sorti dei piccoli partiti scriveva ieri le mondo o saranno inglobati in una lista unica oppure verranno decisa alleanze molto particolari molto precise
A sinistra il Partito Democratico tratta con l'Italia dei Valori ieri ribattere notizia dell'accordo con Di Pietro
Ma esiste a sottolineare il mondo di fronte alla laicità intransigente del Partito radicale di Marco Pannella ed Emma Bonino
A destra la lega Nord ha accettato di entrare nel Popolo della Libertà salvo nei suoi bastioni al nord dove correrà con i propri colori
La discussione resta invece aperte con i centristi che esistano fondare un partito di ispirazione cattolica tra i due poli anche su questo ieri ci sono state novità che verranno profondità tra poco
Con la stampa e regime
Scriveremo nelle conclusioni con due partiti principali che raccoglie avrebbero sessanta settanta per cento dei voti un Parlamento in cui il numero di formazioni rappresentate scenderebbe
Da trentacinque a una manciata l'Italia riuscirebbe a modernizzare la sua politica senza
Nemmeno dover cambiare la legge elettorale in questo contesto lo stato maggiore di Silvio Berlusconi sogni ha già di instaurare una grande coalizione con il Partito Democratico ecco perché
Forse il titolo di le Monde non è più azzeccato
Non è di bipartitismo che si tratta ma di grande coalizione mono partiti ritmo del potere altri giornali ieri si occupavano delle vicende politiche italiane in farmacia Times per esempio giudicava
Un lungo articolo Silvio Berlusconi alla caccia del voto cattolico dopo l'implicita scomunica del cardinale Ruini vedremo naturalmente nei prossimi giorni
Cosa scriverà la stampa internazionale
Della situazione politica italiana e delle elezioni spostiamoci agli Stati Uniti alle primarie al
Vittoria straordinarie per molti aspetti di Barack Obama nelle cosiddette primarie del Potomac
Vogliamo leggervi editoriale del Wall Street Journal dal titolo significativo il fenomeno tanto più significativo che Wall Street Journal è un quotidiano molto conservatore
La scelta di Barack Obama è un evento politico importante e a giudicare dalla scorsa notte il senatore dell'Illinois non fa altro che guadagnare velocità
Con altre tre vittorie nelle primarie del Potomac Obama ora deve essere considerato come favorito per la nomination democratica il candidato Ronchi e cioè principiante
E le cui opinioni politiche gli americani sanno ancora poco sta guidando la macchina democratica di maggior successo dell'ultima generazione riconosce Urso i giornali
Meno di un anno fa una delle grandi personalità democratiche la fra americano che sosteneva Hillary Clinton ci diceva che Obama è un giovane di talento con un futuro brillante ma nel due mila sedici cioè fra
Lo dico dodici anni con otto vittorie consecutive
Quando
Dopo tra otto anni scusate dopo dopo un doppio mandato Clinton diciamo con otto vittorie consecutive dopo il pareggio del super martedì Obama invece
Per il Wall Street Journal ha messo il clan Clinton in una posizione disperata in cui la vittoria nelle primarie della prossima settimana o del quattro marzo in Texas Ohio diventa indispensabile
In parte per il resto quotidiano conservatore americano questo è dovuto al momento politico c'è un'opinione pubblica scontenta che sta cercando il cambiamento
I temi di campagna di Obama l'ottimismo la politica posta artigiane poste laziale non solo hanno portato la sconfitta di Clinton hanno soprattutto spiazzato la senatrice di New York
Il fatto che è successo di Obama si è fondato più sul suo stile che sulla sostanza
Deve aver fatto impazzire la super secchiona Hillary Clinton Obama è diventato all'improvviso un fenomeno di quelli che la cultura pop americana sforna ogni mese ma che in politica sono molto rari
Ma il suo successo deve qualcosa anche I Clinton e alla loro strategia
Per un elettorato che guarda nuovi della senatrice Clinton il suo marito promettono esplicitamente un ritorno al futuro allo Stato campagna su un ritorno alla pace e la prosperità degli anni Novanta chiedendo al contempo i democratici
Di dimenticare ciò che è caduto in quella decoder ce la perdita del Congresso la grazia come favor politico gli scandali l'emersione di al Qaeda fallimento nel costruire
Un'eredità politica duratura ascoltando i Clinton sembra di capire che vogliono una seconda chance alla Casa Bianca per recuperare due mandati sprecati
Dall'altra parte invece sì può percepire tra molti democratici la sensazione che i Clinton abbiano avuto la loro possibilità e che è tempo di di Berardo se ne
Quello di cui avevano bisogno di democratici raggi una scusa per liberarsi dalla paura
Che sono i Clinton fossero sufficientemente forti per sconfiggere repubblicani ed ecco che ora hanno trovato in Obama quella liberazione scrive il Wall Street Journal
Che però precisa detto questo non diamo per scontato che Clinton siano fuori corsa sono tenaci hanno ragione quando lamentano il fatto che Obama poche esperienze praticamente nessun giornale gli e contro c'è da aspettarsi che Clinton abbia entri in serbo ancora un paio di colpi
Quanto John McCain
Per completare il quadro delle primarie del Potomac le sue vittorie
In merito lande Virginia dovrebbero convincere mai Kakà abbia rinunciare alla sua campagna che ormai sembra trasformata in un progetto di qualità l'elettorato repubblicano della Virginia oggi ancor più conservatore che nel due mila McCain è riuscito comunque a vincere
I conservatori anti McCain perderanno la loro ostilità nel momento in cui i loro interessi cominceranno
A richiederlo i voti che McCain deve davvero temere non sono quelli per HP
Sono quelli per Obama e deve cominciare a prepararsi per questo se il senatore dell'Illinois siti senatore democratico riuscirà a sconfiggere
Hillary Clinton diventerà ancor più una leggenda e ancor più favorito dei media i repubblicani allora non saranno in grado di vincere a novembre
Con la campagna che avevano pensato per Clinton McCain avrà bisogno di una sua agenda di riforma in agenda che competa con il manto di cambiamento di Obama e guardi più al futuro che al
Passato così
Il Wall Street Journal commenta le primarie del posto Mark a proposito degli
Scenari che si aprono per i repubblicani lo stesso quotidiano pubblica con l'analisi di Fred Barnes valutare le chances di successo dei repubblicani democratici sono sull'onda ma McCain attrae gli elettori decisivi
Per Burns le stelle della politica sono allineate per far vincere i democratici idea del cambiamento nell'aria democratici sono più entusiastiche mai stanno registrando una partecipazione record nelle primarie
I candidati raccolgono sempre democratici raccolgono un sacco di soldi e tutto questo giustifica il pessimismo repubblicano
Ma i repubblicani non devono disperare o essere disfattisti sulle elezioni presidenziali di novembre perché possono vincere vero risultato non è ancora interamente nello romani ma i repubblicani possono migliorare significativamente le loro possibilità di successo
Cominciando con ciò di cui hanno bisogno i repubblicani per conservare la Presidenza da questo punto di vista scrive un polo sui giornali McCain al più importante ruolo da giocare
Ma anche gli altri repubblicani possono dare una mano compreso il Presidente Bush McCain deve innanzitutto conquistare il voto degli elettori indipendenti circa un terzo dell'elettorato
Gli stessi dipendenti che disertare al voto repubblicano nelle elezioni per il congresso del due mila sei provocando la vittoria dei democratici
Il senatore dell'Arizona ben posizionato per farlo ma non sarà facile perché quel che piace di McCain agli indipendenti il suo stile un po'pazzo la volontà di collaborare con i democratici
Esattamente quel che fa infuriare i conservatori McCain dunque dovrà camminare su una linea molto sottile McCain deve anche trovare un esercito di volontari tanto ampio potente quanto quello di Bush nel due mila e quattro e il problema è soprattutto la motivazione dei della base repubblicana a favore di McCain
Poi McCain deve scegliere il giusto vicepresidente che deve essere credibile
Come Presidente ma anche qualcuno che agli occhi dei repubblicani rappresenti un possibile successore di me che nel caso di un solo mandato e non è tutto il suo compagno di viaggio dovrà connettere i conservatori economici in politica estera con quelli sociali
Se McCain infatti si concentrava sugli indipendenti sociale conservatori dovranno avere
Un loro campione candidato alla vicepresidenza
Cioè Barça poi analizzare gli altri fattori necessaria una vittoria repubblicana
Il Presidente Bush che data la sua impopolarità non deve farsi troppo vedere ma che comunque può parlare sulle questioni che riguardano la sicurezza
Nazionale poi ci sono le cose che i repubblicani me che non possono controllare l'Iraq e che non sarà un buon argomento di cui discutere nel due mila otto nonostante il successo del sorge
E soprattutto la recessione che rischia secondo il Wall Street Journal di ammazzare ogni dell'età di vittoria di McCain infine infine c'è Barack Obama che
Conferma ancora una volta questo quotidiano è un candidato molto più difficile di Hillary Clinton per giorni McCain
Dalle primarie americane ci spostiamo alla Russia anche qui si vota a marzo risultato però già
Deciso
Ci arriveremo tra poco con un editoriale dell'Herald Tribune prima però vogliamo proporvi un'analisi di Martin Wolf dal Financial Times di ieri perché il Governo di Putin minaccia sia la Russia sia l'Occidente
Comincia così il columnist del quotidiano della City almeno riesce a fare arrivare i treni in orario questo si diceva di Benito Mussolini e più o meno la stessa cosa si dice ora di Vladimir Putin il presidente autoritario della Russia
Può anche aver schiacciato la fragile democrazia ma almeno ha restaurato l'economia lo Stato e l'autorità delle russe nel mondo il problema è che questa affermazione falsa scrive Martin Wolf citando un articolo di due
Professori della Stanford University si dal novantanove al due mila sette l'economia russa cresciuta del sessantanove per cento ma le economie di undici delle quindici ex repubbliche sovietiche sono cresciute molto più della Russia
Wolf cita il caso per esempio
Cioè della Polonia della piccola
Estonia che non sono ex Repubbliche sovietiche ma comunque del l'ex patto di Vasto di Varsavia hanno avuto una crescita economica molto più sostenute molto più stabile
Questo per l'economia falsa anche l'affermazione sulla restaurazione dello Stato
Questo può essere considerato vero solo se si intende la definizione di uno Stato forte cioè di un mastodonte che non è soggetto né alla legge nella concorrenza politica
Putin ha eliminato le televisioni indipendenti ha distrutto i governi regionali ACER a scelto il suo Parlamento lo ha praticamente nominato
Ha eliminato la competizione per il potere il risultato non è uno Stato efficiente ma uno Stato prepotente in cui regna la corruzione
Distruggendo le istituzioni indipendenti come la giustizia lo Stato si auto mutilato ed è diventato un gigante cieco e zoppo
Lo dimostra anche il fatto che nel due mila sei la Russia si classificata novantasei esimo posto della classifica sulla facilità di fare business la sua peggiore posizione di sempre secondo Walter
La Russia di oggi è un prodotto fascismo aggravato dal nazionalismo uno Stato prepotente con i Paesi vicini
Dove prevale il culto di un leader forte che sospette nemici interni odi agli stranieri in più all'arma nucleare vaste risorse energetiche questo
Rende il tutto quanto meno preoccupante Putin è un fallimento non è un insuccesso scrive columnist del Financial Times
Ma in più un pericoloso fallimento il regime che ha creato infatti è imprevedibile nessuno può sapere come funzionerà al buon virato opposte lezioni
L'Occidente deve quindi cercare di trovare una politica comune rispetto la Russia deve registra i tentativi russi di dividere gli occidentali
Deve trovare il modo di uscire dalla dipendenza energetica deve far pagare la Russia il prezzo del suo reparto cinismo
Ma deve anche ripetere una potente verità l'Occidente non è nemico del popolo russo al contrario niente più desiderabile di una democrazia russa vibrante che ha fiducia in sé
Che abbia posto nel mondo dei valori occidentali questo potrebbe includere anche l'adesione alla NATO
Ma non cede illuderci
Questa
Non è una guerra fredda perché la Russia non sta offrendo alcuna nuova ideologia concorrente ma comunque una pace fretta scrive Martin Wolf sul
Faccio il Times di ieri l'Herald Tribune oggi ripubblica un editoriale del mio New York Times Putin rafforza la sua ereditarietà che non è positiva si parla delle elezioni scrive il il Tribune si è parlato molto dell'eredità di Putin venerdì presidente Russo ha fatto un discorso di quarantacinque minuti per ricordare a tutti
Come è scritto la Pravda la terribile situazione in cui la Russia si trovava prima di Putin ad avere vita di tutti non ha bisogno di essere raccontata dalla Pravda raccontano i fatti le elezioni sono una prese in giro per la democrazia come dimostra
Il fatto che Putin Ande praticamente
Nominato il suo successore per l'esclusione dell'ex Primo ministro Mikhail Kasyanov il boicottaggio degli osservatori elettorali dell'OSCE a causa degli ostacoli posti dal Cremlino
E poi c'è la vendetta di Putin che continua contro i suoi ex potenziali rivali politici come l'ex padrone di un costo Mikhail Khodorkovskij insomma questa e la verifica la vera eredità di Puntin scrive
L'Herald Tribune ma torniamo sul feroce al Times perché ieri il suo primo editoriale era dedicato a gastronomica e alle celebrazioni del Cremlino per il monopolista del gas russo che rimane un'arma dello stato questo il titolo
Tutta Mosca è piena di poster che celebrano il quindicesimo anniversario dalla Fondazione di Gaston dalla vittoria la vittoria lo slogan bellicoso di questo monopolista controllato dallo Stato
Anniversario è stato celebrato lunedì con una festa stravagante al Cremlino cui hanno preso parte Tina Turner ridi parte ad una popstar russa sei mila invitati tra cui Vladimir Putin e il suo successore designato la Presidenza Dimitri Medvedev
Martedì invece Putin ha rappresentato Gazprom in un'occasione un po'diverso la trattativa con il presidente ucraino Victor Jushenko sul pagamento di una fattura da uno virgola cinque miliardi di dollari
L'alternativa era l'interruzione delle forniture di gas all'Ucraina fortunatamente per gli ucraini la disputa si è conclusa con un accordo anche se non sono conosciuti dettaglio ad ogni modo il Fraktion penso usa questo caso
Per ricordare
Che le l'intervento di Putin in questa nelle dispute di Gazprom
Conferma ciò che da tempo è ovvio anche se il gigante del gas si ufficialmente convertito in un'impresa sembra privata rimane un'arma del Governo russo del Cremlino
Tutte le decisioni chiave sono presso il Cremlino sia psicologicamente sia in pratica Gastone non è un'impresa commerciale e lo strumento più importante del ritorno dello Stato Russo
Le azioni di Gazprom attraggono gli investitori anche se lo Stato russo né contro la più gravità questo riflesso degli alti prezzi del gas non del comportamento del management per massimizzare i profitti perché in quindici anni
Gazprom non ha aperto un solo nuovo giacimento di gas per contro si affida ancora i campi siberiani sviluppati in era sovietica
I suoi dirigenti non cercano di massimizzare il profitto ma
Vogliono mantenere la posizione di monopolio attraverso i gasdotti all'acquisizione di distributori in Europa oppure fanno acquisti politici come i giornali e televisioni
Putin di
Dice di volere che le imprese russe entrino nelle classifiche mondiali guidate da Gazprom lui i suoi Ministri insistono nel dire che si tratta di un'impresa
Commerciale ma fino a quando il Cremlino continuerà a controllare Gazprom questa sarà solo una falsità Gasperoni non è un simbolo è il vero strumento dell'influenza del Cremlino così fa nel suo tax
E ci fermiamo da David Carretta una buona giornata l'ascolto di Radio Radicale