17 FEB 2008
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - RADIO - 22:02 Durata: 1 ora 59 min
A cura di Guido Mesiti e Pantheon
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 17 febbraio 2008 condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Massimo Bordin (direttore di Radio Radicale), Marco Pannella (parlamentare europeo, Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Elezioni, Politica, Politiche 2008.

La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 1 ora e 59 minuti.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    direttore di Radio Radicale

    L'intervento di Marco Pannella al VI congresso dell'Associazione Luca Coscioni. L'incontro tra una delegazione di radicali (Marco Cappato e Maurizio Turco) e Goffredo Bettini per il PD.
    22:02 Durata: 1 min 48 sec
  • Rapporti Radicali-PD: “Si sentono obbligati a chiudere la situazione, in un senso o nell'altro, in fretta”. “Se non si sa che esiste questo scontro, questa denuncia, magari per un dibattito che coinvolga la gente, allora non conviene loro cambiare posizione ma piuttosto andare avanti come un carro armato”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    “Ce lo auguriamo” che l'accordo si faccia. “Forse si sentono obbligati a chiudere immediatamente, in un modo o nell'altro, la situazione. Oggi ho insistito su questo: la nostra posizione non emerge dai media, ma abbiamo potuto comprare due pagine di pubblicità a 1.000-1.200 euro sul riformista, per lanciare e poi seguire la proposta di aiutare il Partito Democratico – e non dico 'una persona' – a comprendere che l'ingiunzione secondo cui i radicali in quanto tali non dovrebbero presentare una lista, pur in appoggio al candidato premier del PD” non regge. “Noi abbiamo detto: faremo parte della coalizione che appoggia Veltroni, senza chiedere nulla in cambio. La risposta è stata 'no, tu no'. Di Pietro sì ed i radicali no”. “Per ora abbiamo sentito solo un'idea: 'Voi non dovete presentarvi. Sappiamo che avrete degli eletti ma non vi vogliamo, quindi in quel caso sareste costretti a fare la lista fuori dalla coalizione, con il conseguente sbarramento del 4%. Allora noi vi proponiamo una cosa: alcuni di voi, in quanto tali, si presentano nelle nostre liste'. E, naturalmente dicono: 'Siamo molto generosi, allora mettiamo in lista anche Emma Bonino, che diverrebbe in caso di vittoria uno dei nostri ministri'. Faccio notare che secondo la riforma da loro approvata la Bonino 'sarebbe' uno dei 12 ministri che la nuova legge prevede. Noi abbiamo detto 'bene', ma non presentare liste vorrebbe dire rinunciare ad essere presenti in quanto partito nella vita istituzionale e politica italiana. La campagna elettorale la si può fare solo se hai la lista. Quindi vorrebbe dire nessuna possibilità di campagna elettorale. Seconda cosa: facendo la lista si ha il diritto ad una quota parte di quella gigantesca truffa che solo in Italia non viene considerata come penalmente e costituzionalmente rilevante che sono i rimborsi spese, cioè il finanziamento pubblico per 5 anni, anche se gli anni di legislatura sono solo due. Una situazione ulteriore di scompenso e disuguaglianza”. “Quante migliaia di migliaia di lire valgono gli spazi televisivi che in questi 6-7 giorni hanno avuto le varie liste e leader? Anche questo significa accettare una situazione molto più pericolosa di quella degli anni '30. Allora i dittatori arrivavano, dove arrivavano, con la radio, in situazioni complesse, e quindi avevano una forza di condizionamento limitata ed evidentemente totalitaria, nel senso che era solo il dittatore a parlare. Oggi, invece, si arriva a tutte le ore, ovunque, ai telespettatori. Con una presentazione della situazione del potere che è quella – addirittura – della brutta copia, del plagio, della realtà democratica. Si vedono per ore ed ore Casini, Berlusconi...che litigano. Entrano a casa nostra, li conosciamo. E quindi abbiamo una situazione in cui l'informazione non esiste se non per le forze partitocratiche, di regime, che noi diciamo essere, tra l'altro, un regime anticostituzionale. Può essere noioso ripeterlo, ma forse ci si accorgerà ben presto che più che noioso ripeterlo sarà tragico il subirlo. Noi in queste condizioni facciamo quello che è possibile, senza andare in carcere o senza essere ammazzati, ma eliminati dal paese, senza che la gente possa giudicarci. Allora abbiamo chiesto come si possano risolvere tutti questi problemi. A questo punto, sottolineato che noi aspettiamo una proposta, hanno detto che alle 12 di domani ci faranno sapere in maniera articolata. Si viene a sapere pure che entro le otto della sera dovremo dare una risposta. Perché? Perché malgrado tutto temono che la gente possa essere informata. Su questo abbiamo avuto 800 risposte ai due documenti, quello Pirani-Mafai e all'altro pubblicato su Il Riformista, in cui si diceva: 'Al fine di aiutare il PD a compiere una scelta che viene ritenuta naturale, soprattutto all'indomani dell'accordo del PD, noi dichiariamo che se questo non accadesse siamo pronti a candidarci in una lista Bonino'. Abbiamo ampiamente superato il numero di candidati necessari a presentarsi. Ma nessuno lo ha detto. Avere 800 risposte internet è una risposta inaudita. Un lettore su 3 o 4. Se noi avessimo avuto il denaro, invece dei 2.000 euro con cui acquisire due pagine del Riformista, se avessimo potuto acquisire una pagina del Corriere della Sera, con un milione di lettori invece di 4000, ho l'impressione che l'assemblea del PD ieri non avrebbe avuto lo stesso esito. Allora il riflesso di Veltroni e compagni è quello: chiudiamo subito, per evitare di rischiare che magari questi trovino i 100.000 euro e riescano a pubblicare una pagina. Tanto ora non c'è dibattito”. “Io credo che un cittadino che sia Presidente della Repubblica, che sia un intellettuale anche straniero, dovrebbe chiedersi: e io che faccio? Allora vorrei dire perché ho trovato per una volta, nell'articolo di fondo della Stampa della domenica a firma della Spinelli, qualcosa che è felicemente relativo all'attuale situazione. La Spinelli ricorda come nel '38-'39 Thomas Mann scrivesse 'Fratello Hitler'. Come a dire che tutto questo è venuto dall'interno di noi. Contemporaneamente la Spinelli spiega come Littell squarci un velo quando fa dire all'assassino SS, in apertura di questo libro: 'Fratelli umani, lasciate che vi racconti come è andata. Vi riguarda, vedrete come vi riguarda'. Cosa succede quando una dittatura si afferma, come mai riesce ad affermarsi. Io ho ricordato che devo a Pierpaolo Pasolini il fatto di avere dato molto valore ad una mia lunga riflessione pubblica: il fascismo, il comunismo, le tragedie del 900, fanno parte della intimità della politica attuale ed in particolare della politica della sinistra”. “Sempre, lo stesso Hitler, lo stesso assassino SS, si è trovato a divenire Hitler, a divenire nazismo. Mussolini si è 'trovato a...', l'Italia si è 'trovata a...' . “A mio avviso l'operazione in corso è semplice: entro 7 giorni dovremmo andare nei sondaggi a 0,3-0,1. oggi Baccini ha detto: 'Vorremmo sapere chi ordina questi sondaggi'. Noi abbiamo già detto in questa sede che l'SWG, testata un tempo corretta, si è prestata ad un gioco gravissimo. Mentre Savino Pezzotta dichiarava 'Non ci chiameremo Rosa Bianca né Cosa Bianca', Anno Zero e l'SWG davano il 4% alla Cosa Bianca. Poi Ballarò fa la stessa cosa il giorno successivo. Un paese che non sapeva ancora fossero nati, possibile dia il 4% alla Cosa Bianca? Noi ancora non abbiamo potuto parlare nemmeno una volta. Di questo si fa forte Veltroni Sicché accade che poi io faccia un urlo, in un programma con un milione e mezzo di ascoltatori, con tutta la gente che mi dice 'Hai fatto bene'”. “Se non si sa che esiste questo scontro, questa denuncia, che esiste solo per 10 secondi di un tg e non per un dibattito che coinvolga la gente, allora non conviene loro cambiare posizione ma conviene andare avanti come un carro armato a fare questa operazione che sempre di più appare come operazione di Veltrusconi”.
    22:04 Durata: 24 min 28 sec
  • L'atteggiamento del Corriere nei confronti dei radicali. Il parallelo con il '96 e il patto sottoscritto, e poi tradito, da Berlusconi. “In questo momento occorre un accordo che sia conoscibile da tutti”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    L'editoriale di Battista su Ferrara ed i radicali. “La tesi è che i due partiti padroni dovrebbero fare un po' di carità a questi due. Detta così, intanto si equiparano 52 – ma io direi pure 100 – anni di storia con un movimento di esplosione di Ferrara, con le sue tesi di questo momento. Una posizione tipica di Battista. Un paio d'anni fa chiese di salvare il povero Daniele Capezzone che stava per essere fatto fuori, con un intervento insultante in cui disse che 'i radicali tutti tacciono'. Il comportamento del Corriere mi pare molto limpido”. “Allora ho detto che in realtà il comunista Ferrara trova in un terreno diverso la possibilità di affermarsi con gli stessi valori ed idee. Ed il direttore del Corriere mostra la stessa disinvoltura rispetto a tragedie che sono vere ed importanti, anche se sicuramente quando lui organizza quelle trasmissioni 'La Storia siamo noi', quella è la storia dei vincenti e mai quella reale, di quelli che appaiono magari vinti ma poi non sono loro battuti ma vincenti”. La situazione ricorda un po' il '96 e la trattativa con Berlusconi? “Allora ci fu un testo firmato da Berlusconi e da me, distribuito a tutta la Stampa. Lì c'era un duplice impegno: che vi fossero tanti eletti cattolici-UDC quanti laici-radicali. E quale fosse stato l'esito delle elezioni, lui avrebbe chiesto, in apertura di legislatura, la procedura d'urgenza per la richiesta della riforma americana del sistema elettorale ed istituzionale italiano. Siamo andati avanti tra arbitrati, processi...”. “In questo momento occorre un accordo che sia conoscibile da tutti”.
    22:28 Durata: 11 min 16 sec
  • Le alternative di fronte ai radicali. Il veto su Sergio D'Elia deriva “da una visione anti-costituzionale. La storia di Di Pietro e quella degli ultimi 25 anni di D'Elia non hanno confronto”. “Possono comportarsi così” per la mancanza d'informazione ai danni del loro elettorato. “Dov'è il giornalismo? Dov'è Articolo 21?”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Le alternative di fronte ai Radicali. Presentandosi da soli la soglia è abbastanza proibitiva. “Noi abbiamo preso una volta il 4% con la Lista Pannella-Riformatori”. “Da diverso tempo è all'ordine del giorno la sparizione dei radicali. Perché io ricordo che a volte ci siamo salvati: quando facemmo 40.000 iscritti altrimenti, lo avevamo annunciato, ci saremmo sciolti. In altre due occasioni raggiungemmo 10.000 iscritti. Ma allora, con solo uno o due telegiornali, era possibile – magari andando in televisione con il bavaglio – raggiungere i cittadini. Per questo in occasione delle ultime regionali dicemmo: 'Oggi siamo in una situazione nella quale i diritti civili e politici non si sono più se non per le due componenti del partito di regime. Per questo chiediamo all'una o all'altra di ospitarci'”. Le motivazione del cedimento di Berlusconi; dall'altra parte all'ultimo momento, “si disse che 'il nome di Luca Coscioni non può essere nel simbolo'. La storia continua”. Esiste una contraddizione tra l'analisi radicale del regime italiano e la recente esperienza di governo? “Su 106 membri di governo, ce n'era uno radicale, Emma Bonino. Alla quale si dice: 'Venga con noi, è bravissima!'. A carico suo c'è che è stata molto brava. Quindi dovrebbe dare una mano a Veltroni, dicendo che la Bonino è insieme a loro. Come Rosa nel Pugno abbiamo avuto però il Ministro Bonino dopo che la RnP aveva determinato da sola la sconfitta di Berlusconi e la vittoria di Prodi”. “Si mette il veto su di me, ma anche sul leader di Nessuno Tocchi Caino, secondo una visione anticostituzionale, la stessa per la quale Adriano Sofri è detenuto contro la Costituzione. E non c'entra la grazia!”. A D'Elia “il governo deve il fatto che ci sia stata la moratoria. Il Pd riprende le motivazioni di Grillo e Di Pietro. Io sostengo che la storia di Di Pietro e quella degli ultimi 25 anni di D'Elia non hanno confronto. Questo è l'ultimo bijoux di Veltroni. Ma perché possono farlo? Perché il loro elettorato non sa che ci sono 600 democratici che hanno voluto sostenere questa cosa fino alla candidatura! Il giornalismo dov'è? Articolo21 dov'è?”.
    22:39 Durata: 14 min 55 sec
  • “A Salerno c'è stato un congresso che, per l'apporto di scienziati, politici, riflessioni ed obiettivi, è stato unico”. Il trattamento del Congresso dell'Associazione Coscioni da parte dei media e la mancanza di condizioni minime per una campagna elettorale.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    “Mentre parliamo di questo, a Salerno c'è stato un congresso che, per l'apporto di scienziati, politici, riflessioni ed obiettivi, è stato unico, trasmesso integralmente da Radio Radicale. Eccetto i suoi ascoltatori, nessuno ne ha saputo nulla. Ma questo è possibile accada in un luogo in cui lo stato rispetta per un minimo le proprie leggi? Allora esagero, grido al lupo-al lupo!? Noi siamo già agli anni '30 avanzati. Lo dico già da 3 o 4 anni”. “Come accadeva per il Congresso per la Libertà della Cultura di Silone ed altri; in realtà non era costituito quando fascismo e comunismo erano vincenti. Però di fatto si manifestavano e potevano vivere nel mondo libero, al di fuori dei confini sovietici, nazisti o italiani. Oggi il Congresso della Coscioni si è tenuto all'estero, non è un congresso italiano. Non c'è tg che abbia dato due immagini. Ma cosa ci vuole per prendere atto che la nostra è resistenza? Che la nostra è alternativa? Viviamo nelle grotte, anche quel congresso con Strata, con Bianco, con gli altri interventi straordinari. Con coloro che hanno detto cose straordinarie sulla ricerca, sulla vita, sul punto centrale: non solo dal copro dei malati al cuore della politica ma anche dalla ricerca scientifica al cuore della politica. Mentre spesso i responsabili istituzionali spesso la ricerca non ce l'hanno né nel cuore né in testa. Il ministro Turco ha fatto sapere che degli atti dovuti da mesi, li compirà solo dopo le elezioni perché 'ha paura delle elezioni'. Ha paura dell'applicazione della legge”. “Dov'è il minimo di standard che consentirebbe una campagna elettorale?”. “Al Congresso l'ho detto: sono passati 50 anni di questa lotta. Le abbiamo inventate tutte, dai bavagli ada altro. Ed ogni volta sono servite in modo omeopatico in maniera che il sistema si facesse gli anticorpi anche a questi tentativi. Ora il PD riesce a fare questo: si sa che le tribune elettorali non contano nulla per le fasce orarie in cui le mettono. Ma ora la tesi è che noi, almeno non ci si presenti al di fuori di una coalizione, non possiamo andare nemmeno alle tribune elettorali. Noi abbiamo mandato all'aria i progetti di regime molte volte, quando sono esplosi i nostri referendum e le nostre cose”. “Ora d'improvviso sono diventati tutti liberali, dove liberali vuol dire gentili, che non fanno le lotte”. “Il fatto che si sia resistito per 50 anni non vuol dire che se ne possa resistere 55”. La questione del finanziamento pubblico e l'uso che ne fanno i radicali. “I famosi rimborsi elettorali li usiamo per pagare alle banche almeno una parte dei soldi spesi, perché il rimborso non ci arriva a sufficienza. Noi per manifestarci abbiamo dovuto pagare la 'propaganda' fatta, mentre gli altri sono ladri di miliardi e miliardi di propaganda a spese del contribuente”.
    22:54 Durata: 18 min 10 sec
  • “Praticamente nessuno dei socialisti riconosce di aver sbagliato e dice di rilanciare la Rosa nel Pugno”. La lista di Giuliano Ferrara e la questione delle firme.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    La situazione dei Socialisti. “Non capisco perché nessuno di loro -Boselli, etc - riconosca magari di aver sbagliato e non dica di rilanciare la Rosa nel Pugno. Da Bobo Craxi a Mauro Del Bue, credo che questo lo dicano. Ma gli altri no”. Le firme di Biondi, Jannuzzi e Sterpa per permettere a Ferrara di presentare le sue liste. “Si sono commossi ed hanno detto: noi, da liberali, accorriamo e come Voltaire diciamo che siamo disposti a morire perché Ferrara possa esprimere le sue idee. Sono cose gravi, sono sintomo, Allora ricordo Mario Ferrara che dice, alla Sala Bozzi: 'Pannella ha ragione rispetto a Cattani che non lo vuole. Questo partito chiamiamolo radicale e non liberale, perché quando si tenta – per tre volte in un secolo- a rialzare la bandiera liberale dal fango e questa vi ritorna, allora occorre fare questo. Di qui il compromesso dal quale nasce il 'Partito Radicale dei Democratici e Liberali italiani'. E lasciatemi salutare Federico Orlando, che era liberale. Sta facendo una battaglia che Indro Montanelli avrebbe sicuramente molto, ma molto, apprezzato”. Il problema delle firme e la posizione di Marco Ferrando: “Nella democrazia anglosassone si è sempre cercato di impedire che nelle elezioni arrivino fantasisti, imbroglioni ed altro e ne facciano una questione di loro lucro, non politico. Io quindi sono contrario a dire: ‘Chiunque può far la lista senza firme’. Le firme devono dimostrare che c'è una minima capacità di raccoglierle quantomeno. Ma ho detto pure una cosa diversa, che se loro avranno questo problema, dargli una mano per raccoglierne alcune rientrerebbe in quello che abbiamo fatto per tutti. Ad esempio quando fummo direttori responsabili, con i fratelli Rendi, Gianfranco Spadaccia, per tutta la stampa della seconda metà degli anni ’60, finendo in tribunale. Ho detto quindi a Marco Ferrando che alcuni di noi, se avranno problemi, li aiuteranno”. L’esito della lista di Ferrara? “Sarà ottimo, si parla pure di un apparentamento. Il buon Giuliano non capisce fino in fondo quello che fa. Fa qualcosa in maniera tale da esigere la menzogna ad ideale”. “Sono loro che impediscono la scomparsa dell’aborto”. Lo sfondo sessuofobico di certi discorsi di Ferrara: “Io rispetto pure la sessuofobia, pur essendo contrario ad essa. Ma quando ha bisogno della menzogna, dell'ingannare la stessa propria realtà sociale, allora questo mezzo ipoteca assolutamente il fine”.
    23:13 Durata: 12 min 53 sec
  • Rapporto radicali-PD: “Ai 600 firmatari che ci hanno sostenuto, chiedo scusa che noi non si possa fare di più. Vorrei fare di più perché voi non foste cancellati come i trotzkisti di una volta ed i radicali da 40 anni a questa parte”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Il PD e l'uso della menzogna. “Stiamo lottando perché questi, come accaduto al ben più potente PCI, mutino radicalmente, come facemmo proprio per il PCI mutando radicalmente la loro posizione, dalla menzogna per la quale si professavano divorzisti e poi in Parlamento lavoravano per affossare la legge Fortuna”. “La menzogna è strumento di potere, sia delle discendenze comuniste, che fasciste ed oggi anti-conciliari”. Le posizioni contraddittorie di alcuni esponenti del PD su Ichino e radicali. “Ai 600 firmatari che ci hanno sostenuto, chiedo scusa che noi non si possa fare di più. Vorrei fare di più perché voi non foste cancellati come i trotzkisti di una volta ed i radicali da 40 anni a questa parte”. “Non è né demagogico né cattivo” ricordare che “il candidato del PD, da sindaco di Roma, disse: 'Questa per me è una scelta di vita, non può coincidere con altre attività. E quando finirà mi aspetta l’Africa'. A me impressiona un po’. Certo ci può essere l'andare in Africa come espiazione. Ma al di là di questo, lui aveva detto agli elettori che fino al 2011 non si muoveva da Roma. E la motivazione era la cosa più importante: ‘una scelta di vita’”.
    23:25 Durata: 14 min 36 sec
  • Satyagraha per la pace: “Se c'è una cosa di cui oggi sento l'urgenza, e sento di mancare, è la situazione israeliana e palestinese”. “In particolare vorrei conoscere la verità sulla vicenda guerra-esilio di Saddam”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    “Se c'è una cosa di cui oggi sento l'urgenza, e sento di mancare, è la situazione israeliana e palestinese. È la situazione, pure, del sud-est asiatico. E penso ai monaci, al fatto che abbiamo presentato la candidatura del nuovo patriarca della chiesa unificata vietnamita-buddista ma che non abbiamo potuto sostenerla a sufficienza”. “Per Israele per esempio: abbiamo tuttora il popolo israeliano che vuole l'ingresso nell'UE. Chi ci pensa a questo? Ho letto che uno dei più prestigiosi intellettuali democratici israeliani, paciferi non pacifisti, dire testualmente: 'Io oggi non mi sentirei più di voler vivere accanto ad un arabo'. Allora ho sentito quanto manchiamo”. “Satyagraha, amore per la verità. Allora credo che già questo Satyagraha debba giocare la carta della verità, della ricerca della verità. In particolare voglio vedere e conoscere la verità sulla vicenda guerra-esilio di Saddam. Una verità tremenda: per un nonnulla si sarebbe potuta evitare la guerra”. “Qui inserirei pure che potremmo chiedere ai nostri compagni Montagnard, Uiguri, di fare uno sciopero della fame in solidarietà agli italiani e alle italiane per il regime che li opprime e li occupa”. Gli sviluppi della situazione in Libano.
    23:40 Durata: 14 min 24 sec
  • Conclusioni e appuntamenti della settimana

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    La presentazione dell'ultimo numero di Diritto e Libertà martedì alle 16 alla Camera dei Deputati. “Un incontro molto importante cui ancora non so se riuscirò a partecipare. E' un evento, come pure è un altro evento la totale censura del Congresso di Salerno, con tutto quello che ha rappresentato”. “Grazie ad un ottimo intervento di Marco Perduca la prima sera, è venuta fuori questa mia proposta, inclusa nelle proposte di Marco Cappato e del gruppo dirigente, quello di costituire urgentemente una sezione 'Premi Nobel' nella Coscioni, sulla base di ciò che è stato raccontato da Perduca, su come a New York, alle Nazioni Unite, si siano creati sorprendenti successi nostri”. “Da interventi e presente di valore, credo che l'associazione Coscioni possa assumersi, in quanto pre-Congresso Mondiale per la libertà di ricerca, assumersi il compito di continuare su questo fronte, già da questa settimana”. La rettifica sulla lettera di Daniele Nahum, arrivata in realtà a Pannella non dal presidente dei giovani ebrei, ma da un omonimo: “Ne sono lieto”.
    23:54 Durata: 6 min 54 sec