"L'Italia dalle venti antenne"

Io
A questo
Nostro convegno
Sulle sull'Italia dalle venti antenne organizzato dal Consiglio regionale della Toscana
Di intesa con i Consigli regionali
D Italia qui rappresentati autorevolmente dal coordinatore nazionale l'avvocato Bondanza presidente del consiglio regionale della Valle d'Aosta e appunto recentemente chiamato
Dai presidenti dei consigli a ordinaria rappresentati
Il convegno è altresì organizzato un il fondamentale in concorso e lo stimolo dei comitati regionali radiotelevisivi
Quello della Toscana qui rappresentato dal dottor così mini e il coordinamento nazionale dei comitati regionali radiotelevisivi rappresentato dal dottor medesimi che parteciperà ai loro ai nostri lavori
All'organizzazione del convegno a concorso in maniera fondamentale il coordinamento degli assessori regionali alla cultura
Che sono appunto rappresentati dall'assessore dell'Emilia Romagna col Picelli qui presente che all'interno del coordinamento tra le giunte regionali ai compito di
Garantiti il coordinamento delle funzioni degli assessori regionali alla cultura
Per parte sua il Consiglio regionale della Toscana di intesa appunto con il Comitato regionale radiotelevisivo di questa Regione
Ha fornito la propria strutture la propria organizzazione oltre ovviamente le proprie riflessioni e valutazioni che hanno coinvolto ovviamente l'ufficio di presidenza del Consiglio regionale e l'accumulo Commissione Consiliare competente la quinta Commissione il cui presidente amico Rinaldo in una coppia presente anche lui oggi qui con noi in questo tavolo di presidenza
Per completare la presentazione del tavolo giova ringraziare il professor Zaccaria che sono docente di diritto regionale presso l'Università di Firenze
Che non solo svolgerà la relazione introduttiva a questo convegno ma che ha in maniera fondamentale concorso alla individuazione delle tematiche poste a sostegno e affondamento del convegno stesse
Naturalmente il ringraziamento più sincero fa a tutti i presenti in particolare
Al ministro delle Regioni l'onorevole nella che ci fa la l'alto onore di essere presente ai nostri lavori e ovviamente del quale contiamo di ascoltare nel corso di di questa stessa mattina
Le parole e l'intervento ringrazio i presidenti dei Consigli regionali e delle Province autonome presenti in in aula che hanno voluto agevolare ed assecondare lo svolgimento di questi lavori ringrazio ovviamente la RAI presente oggi nella persona del vicepresidente il dottor Leo Bizzoni e tutti i dirigenti della RAI nazionale della sede RAI di Firenze i giornalisti della RAI Toscana presenti oggi in quest'aula unitamente a tutti i rappresentanti di tutta l'emittenza
Pubblica e privata
Di livello nazionale territoriale che hanno voluto con la loro presenza manifestare interessa ed attenzione per questa nostra manifestazione
A me
Preme soltanto affidato soltanto il compito di tentare di indicare il perché si è ritenuto in questa fase del dibattito sulla emittenza
I televisiva in Italia promuovere un convegno
Da parte delle regioni e in particolare dei consigli regionali
E lo abbiamo fatto perché ritenevamo che fosse importante re individuare un una tribù una un tavolo intorno al quale finalmente si cominciasse a ridiscutere dei problemi della informazione radiotelevisiva in Italia e del ruolo che in questo contesto
Le regioni lei realtà territoriali non solo quelle istituzionali possono svolgere in questo delicatissimo settore
Recentemente a Venezia è stato celebrato il decennale del DPR seicentosedici
In quella sede sono emerse una serie di sofferenze
Delle regioni per quanto riguarda la mancata completa attuazione dello stesso DPR seicentosedici si sono levate in quella sede autorevolissimi Bucci
Anche a livello scientifico e giuridico che hanno sottolineato come la mancata attuazione
Del disegno delle autonomie prefigurato dalla Costituzione abbia rappresentato un punto di freno nello sviluppo della società italiana
E che abbia in qualche modo assecondato il re insorgere di alcune tendenze
Ne uscì integralisti che pendenti a riaffidare a organi centrali il le competenze che la Costituzione aveva voluto affidare alle regioni
A me preme sottolineare un elemento che in quella sede mi sembra sia emerso con molta forza
Le regioni non si pongono nei confronti dello Stato in termini di puro rivendicazionismo o divieto vittimismo quasi a volere in qualche modo difendere una loro potente potestà violata dati governati
Noi abbiamo la piena consapevolezza della complessità e della completezza dello Stato italiano così come la costituzione lo ha disegnato il come in questa stessa città recentissimamente la massima autorità dello Stato
Il Presidente della Repubblica Cossiga ha avuto modo di riconfermare risotto Linando il ruolo e la funzione che per un completo sviluppo della società italiana devono svolgere le regioni e le Autonomie locali
Abbiamo allora voluto partendo da questa considerazione scegliere un settore nel quale non si tratta di rivendicare ruoli Rispetto a disegni in qualche modo delusi o in qualche modo frustranti Rispetto alle competenze delle regioni qui si tratta di ripercorrere insieme un settore un percorso che è stato profondamente cambiato dalla società e rispetto alla quale gli strumenti giuridici organizzativi strutturali che sono stati predisposti prefigurati
Più di dieci anni fa hanno mostrato nel corso del tempo la inadeguatezza rispetto all'evolversi obiettivo di una situazione che la società ha registrato e che gli strumenti di attuazione giuridica invece tardano accogliere e da rappresentare
Quindi non una richiesta delle regioni di avere più forza di contare di più di avere qualche cosa
Di specifico odi determinato con il quale o in nome del quale poter iniziare una battaglia contro un generico centralismo ma la consapevolezza che la società italiani della quale religioni hanno il diritto dovere di interpretare talune degli elementi più vivi e più vitali
Avvertono l'esigenza di avere strumenti di risposta nel settore oggi sicuramente il più difficile più delicato
Più preoccupante quando si tratta di avere rapporti con la complessa società che cerchiamo di capire di interpretare ecco allora il bisogno di riavere un tavolo un'occasione di incontro intorno alla quale i parlamentari e io in particolare ringrazio il presidente della commissione di vigilanza l'onorevole Borri che pure interverrà questi nostri lavori
Il governo qui rappresentato dal ministro un nella il mondo scientifico ed accademico
Le giunte regionali i Consigli regionali
Le province autonome
La RAI nelle sue diverse articolazioni da quella territoriale che saluto con piacere l'amico Biondi a quelle nazionali
Le strutture
Che hanno acquistato dal settantacinque ad oggi un rilievo fondamentale nella informazione nell'uso dello strumento radiotelevisivo inetto muore le emittenti locali dei privati in genere
Devono trovare l'occasione per rilanciare un disegno per riflettere su una situazione per programmare un futuro
Se questo nostro incontro di oggi se la relazione scientifica e la proposta del professore Zaccaria a nome del comitato organizzatore
Se il ruolo dei comitati regionali radiotelevisivi se la parola delle giunte regionali
Se lei le riflessioni dei consigli regionali
Se le indicazioni che provengono dal Governo
Se gli strumenti pro disposti dalla RAI
Se le iniziative dell'emittenza privata se tutti insieme individuiamo finalmente una occasione per ridiscutere un problema che per troppo tempo è stato sottaciuto con strumenti insoddisfacenti e con ruoli che non hanno reso adeguato alla risposta ai bisogni delle collettività territoriali se tutto questo oggi almeno può essere
Ho impostato e ridiventare nuovo
Di riflessione ebbene aver creato oggi questo tavolo e questa occasione di incontro questo contenitore
Per usare un linguaggio più prossimo alle abitudini della degli operatori dello spettacolo ebbene l'iniziativa dei Consigli regionali e dei Comitati radiotelevisivi non sarà stata inutile con questo spirito
Nel ringraziare tutti per la vostra presenza a Firenze
Nel ringraziare chi ha lavorato alla preparazione del convegno per il lavoro che è stato profuso in questi inizi attiva con questo spirito dicevo io dopo rinnovando il ringraziamento inizio ai lavori di questo nostro convegno affidandone
Da inizialmente le prime impostazioni al dottor così mini presidente del comitato regionale radiotelevisivo per la Toscana grazie
Ringrazio il vicepresidente del Consiglio regionale toscano
E delle parole che ha detto
Bene le parole che ha detto i Comitati radiotelevisivi regionali appaiono con qualche consistenza
Dai saluti dai ringraziamenti peraltro generali e particolari mi esime proprio il l'introduzione della il nostro presidente che ha toccato tutti
Mi associo e voglio però ringraziare in maniera particolare i miei colleghi de Comitati radiotelevisivi delle altre regioni che sono intervenuti in forza che in qualche modo da questo convegno forse possono trarre una motivazione maggiore per la loro esistenza io sono freschissimo di esperienza di comitato radiotelevisivo
Mentre ho preso in questi pochissimi mesi dai miei colleghi che hanno avuto i comitati una vita
Abbastanza
Difficoltosa quando non ha non ha addirittura Epifani Ca'd'altra parte i Comitati radiotelevisivi
Credi parlanti
Come possono essere visti adesso esistono e possono vivere solo in quanto le regioni di fanno vivere di utilizzare ma se le Regioni
Loro stesse non hanno impegno non vogliono contare
Palo che lo specifico problema della legislazione futura è passata in materia radiotelevisiva il consiglio non hanno ragione di essere
Quindi da questo incontro che più che con le l'abusato nome di convegno io vorrei chiamare pochino laboratorio dovrebbero nascere proprio del che non toccano i Dico motivazioni idee e proposte concrete che l'otto cannoni del Comitato mai dico
Promuovere in linea diretta ma che tocca a noi stimolare in quanto dicono occasione
Della nuova legge che ormai l'inadempienza di governativa potrà durare a lungo e quindi ora o mai più dico per sintetizzare se le Regioni vogliono contare
Ora o mai più
Quindi dico mi sembra che
Ah ringraziamento si possa aggiungere un auspicio noi del comitato che siamo dei volontari quindi dico c'è un impegno civile c'è un impegno di democrazia possiamo solo salutare
Con Grande Stino ardore dico la la la conferenza che si va facendo alla fine della medesima sapremo in qualche modo se avremo un destino destino positivo o un destino negativo vorrei ringraziare ultimo ma non ultimo il ministro Gonella che dico c'ha un po'sorpreso tutti due giorni fa convocando ci proprio in quanto comitati a Roma
Per voler conoscere direttamente in maniera anche molto concreta sintetica le problematiche della nostra vita che fatalmente sopra le problematiche del
Dell'impegno o disimpegno regionale nel settore radiotelevisivo ma evidentemente come cenava prima il nostro presidente dopo il convegno di Venezia anche qualche disimpegno è di nuovo un dualismo fra centro
E periferiche laddove la periferia regionale in realtà si parla tanto del made in Italy si dice che l'economia italiana la cultura italiana
è più medio piccole locale che non e poi dico da un punto di vista di sistema di informazione di sistema di di di culturale sì se si cerca la la l'accentramento Massimo quindi alla fine di questo convegno sapremo se dovremo continuare a stimolare un meno grazie a tutti e buon lavoro
Prendere atto che tra i molti compiti affidati a questo convegno c'è anche quello di dare un futuro al mio amico così mi mi riempie di ancora maggiori preoccupazioni le finalità del convegno e però sicuramente questa dei comitati regionali radiotelevisivi è stata devo riconoscerlo last molla essenziale
Che ci ha indotto insieme alla commissione consigliare competente a riflettere sul perché le regioni dovessero limitarsi ad immaginare l'adempimento statale di nominare un comitato solennemente incaricare un numero di persone in genere scelte con grande attenzione e di grande autorevolezza per poi e marginali in una sorta di parcheggio
Di grande luogo di grande riflessione ma di scarsa incidenza nella realtà della informazione regionale
E credo così per ragioni di economicità e di organizzazione del nostro convegno che così come qualche cenno è stato fatto ci sia bisogno prima ancora di presentare talune proposte cioè taluni elementi di prospettiva riflettere su la storia di questi anni che io indicavo come anni di grande cambiamento per capire il che ovviamente non c'era bisogno delle mie grosse riflessioni però c'è bisogno di ricostruire la storia della informazione radiotelevisiva in Italia in questi ultimi anni
Prima di poter innestare su questo troncone storico
Una proposizione che può essere può nasce da questo convegno per fare questo augurandomi che non solo di storia ci voglia parlare ma che abbia però il la riflessione su quanto è avvenuto io affiderei questo compito storico propositivo al vice presidente della RAI il dottor lei gli insorti presente in aula che prego di volere svolgere questa informazione storico prospettica grazie Bizzoni prego
In questa veste di storico prospettico
Mi auguro anche di poter portare un contributo a questo manifesta questa manifestazione che io ritengo importantissima in questo particolare momento
Ma innanzitutto desidero porgere a tutti i presenti il saluto del presidente manca
Attualmente fuori Italia
Di tutto il consiglio di amministrazione della RAI ringrazio la Regione Toscana aveva organizzato questa occasione di riflessione su un aspetto di grande importanza per il futuro assetto del sistema radiotelevisivo misto nel nostro Paese
La questione dell'emittenza radiotelevisiva in ambito locale
E quella del decentramento del servizio pubblico investono infatti problemi di natura culturale economica e pongono anche le istituzioni compiti nuovi
E questo convegno è stato organizzato ripeto in un momento quanto mai opportuno
Da esso potranno venire suggerimenti di cui il Consiglio di amministrazione della RAI potrà utilmente tener conto proprio nel momento in cui è impegnato a ridefinire la presenza del servizio pubblico sul territorio
Si tratta di ripensare il rapporto tra centro e periferia del sistema misto radiotelevisivo
Con il coraggio di un bilancio anche se è vero che l'esperienza fatta finora e con la volontà di re definirlo anche nella dimensione regionale
Con uno sviluppo e con uno sviluppo equilibrato dell'industria dell'informazione e dell'industria culturale
Gli anni Novanta prefigurano infatti per il sistema radiotelevisivo un nuovo più complesso scenario ed è in questo contesto che determina i vincoli e le opportunità anche per il rilancio del decentramento
Occorre dunque aveva chiare le linee le dinamiche di evoluzione del sistema
L'orizzonte degli anni novanta
Sarà quello della piena affermazione della televisione come fenomeno industriale
Che non si può limitare al momento distributivo ma che dovrà sempre più fondarsi sull'intreccio tra momento produttivo commerciale finanziaria
Si pensi alla nascita di nuovi canali distributivi come esatte edita diffusione diretta o le future reti via cavo a fibra ottica
Si pensi alla necessità di produrre per mercati sovranazionali Colle cuento con le conseguenti alleanze di coproduzione di distribuzione si pensi infine ha tutte le potenzialità che nascono dall'incontro tra lo schermo televisivo e le nuove tecnologie della comunicazione dell'informatica
Questa nuova realtà della televisione ci impone di pensare in termini di grande orizzonte progettuale
L'offerta di comunicazione e di informazione cresce in modo esponenziale
Ma si prospettano anche bene sottolinearlo rischi di concentrazione dei mezzi di comunicazione di massa in poche mani
Di subordinazione delle aree tecnologicamente ed economicamente più deboli nei confronti delle aree forti del mondo
è uno scenario nel quale si presentano da una parte grandi opportunità di libertà di progresso individuale e collettivo
Ma dall'altra grandi pericoli di omologazione culturale di dipendenza di banalizzazione della comunicazione e dunque impoverimento degli individui e della società
L'evoluzione dell'indusse la comunicazione non è dunque lineare intreccia opportunità e rischi tutt'altro che trascurabili
Governare questa evoluzione diventa quindi un'esigenza primaria per la società
Che investe in primo luogo la responsabilità dell'istituzione democratiche delle imprese pubbliche degli operatori culturali e dell'informazione
Ciò è tanto più vero nel nostro Paese dove l'industria televisiva è cresciuta più velocemente che altrove
E dove ancor più stringente e dunque la necessità di dare il sistema regole e certezze
C'è da augurarsi che il Parlamento ha posto in tempi brevi varare quella legge che ormai esigenza non più rinviabile
Anche se le premesse non sono incoraggianti l'ottimismo della volontà deve farsi che questa determinazione che questa legge questa definizione di sistema non venga più volte procrastinata
Occorre assicurarsi con lo sviluppo si indirizzi verso obiettivi di qualificazione della cultura di massa
Di crescita produttiva del comporto da audiovisivo
Di Crespi progresso civile di innovazione tecnologica di autentico pluralismo occorre evitare in definitiva che questo sviluppo sia orientato da una pura logica di commercio
Ciò impone che al centro del sistema agisca un servizio pubblico
Capace di orientare le dinamiche del settore trovando garanzie in un assetto ordinato del sistema stesso
E in questo modo estimo in questo medesimo contesto di regole e certezze l'emittenza privata può e deve trovare piena legittimazione tutela tanto che sono opere su scala nazionale quanto che si era di che in ambito locale
Regole e certezze naturalmente significano
Anche limiti alle concentrazioni esplicite o trasversali magari attraverso la pubblicità nell'emittenza privata
Significano criteri di garanzia di pluralismo attenzione affinché non si sommino posizioni di rilievo nella televisione ed alla carta stampata o nei media nell'industria e nella finanza
E in questo contesto di profonda evoluzione
E quindi di ampliamento delle responsabilità del servizio pubblico anche la questione dell'emittenza locale e del decentramento RAI assumono aspetti che valenze nuovi non è paradossale ne deve stupire che si dedichi attenzione all'articolazione locale della radio e della televisione proprio in una fase nella quale l'industria televisiva rompe le barriere nazionali ed è chiamata a misurarsi sui mercati mondiali
Da un lato il satellite a diffusione Diretta crea una dimensione sovrannazionale del broadcasting
E la mondializzazione dei mercati impone maggiori dimensioni d'impresa alleanze sovrannazionali e strategie produttive locali globali
Dall'altro le reti via cavo e l'integrazione dei Petter revisioni e banche di immagini potrebbero rilanciare in un futuro più vicino di quanto non si pensi una funzione specifica e innovativa
Delle imprese televisive in ambito locale sul piano industriale e su quello della democrazia
Le imprese televisive locali non hanno consiglio non vanno considerate una realtà residuale
Ma anzi in prospettiva uno dei settori civilmente tecnologicamente ed economicamente più importanti
E soprattutto proprio l'ambito locale
Si caratterizza come elemento decisivo
Di un'articolazione più immediata di un sistema in grado di offrire all'utente cittadino una pluralità di voci ed una sostanziale libertà di scelta uno strumento quindi essenziale di democrazia
In questo senso la vitalità dell'ambito locale non è solo questione di un futuro possibile ma è tema essenziale dell'oggi ed ha fatto bene qui il presidente Carosi a sottolinearlo più volte
I due elementi che più vistosamente caratterizzano l'esistente
Sono da una parte il superamento di una fase di decentramento RAI
E le difficoltà dall'altra dell'emittenza i locali a trovare un equilibrio di mercato e ad offrire una programmazione seriamente competitiva con le televisioni nazionali
Nel mille novecentosettantacinque la riforma RAI e qui facciamole scorso storico prima di quello prospettico
Nel mille novecentosettantacinque la riforma RAI individuò nel decentramento regionale un'occasione per dare voce alle realtà culturali cosiddette periferiche
E per garantire al contempo una più adeguata attenzione alla dialettica democratica anche nelle sue manifestazioni in sede locale
Non esistevano allora televisioni private così che anche il decentramento fu iscritto in una ristrutturazione del servizio pubblico volta ad assicurare il pluralismo al suo interno senza dover tener conto di una concorrenza esterna allora inesistente
Va riconosciuto che il decentramento RAI ha garantito in questi anni canali essenziale di informazione sulle realtà locali dando un contributo che nessuno può disconoscere alla vita democratica del Paese
Va però detto con altrettanta franchezza
Che nella sostanza non si è pienamente raggiunto un altro importante obiettivo quello di costituire in tutte le regioni un centro di stimolo di sostegno alla produzione culturale locale
Non dubito che possono che possono esservi stati Rory per così dire soggetti
Ma mi chiedo è stata soltanto colpa della RAI perché bisognava investire più uomini e più mezzi e più risorse o forse con il tempo non si è rivelato inadatto quello schema formulato in termini troppo astratti
Meccanici
O forse non si sono rivelati pongo la domanda proprio ai soggetti più interessati o forse non si sono rivelati sufficienti gli stimoli ricco insufficienti gli stimoli di contributi locali esterni
Come mi sembrava di cogliere anche nelle parole del presidente del Comitato Cosimi
Ma credo
è fuori dubbio che l'industria culturale del Paese sia dunque una realtà vitale e policentrica
Ma credo che oggi ha sì detto che oggi si debba prendere atto che questa moltiplicità di centri motori che è garanzia di pluralismo e di via l'etica sfugge all'idea semplicistica
E forse un po'burocratica di tante capitali culturali quanti sono i capoluoghi di regione
Una concezione burocratica del decentramento culturale
Comporterebbe
Il rischio non solo di uno spreco di risorse finanziarie ma anche di una sostanziale dispersione delle potenzialità produttive e delle energie culturali presenti negli enti locali
Proprio sulla base di queste considerazioni il consiglio di amministrazione della RAI è impegnato nella ricerca di soluzioni più adeguate e nella definizione di nuove linee per un rilancio della presenza del servizio pubblico in ambito regionale
Ciò va innanzitutto nella direzione di una sempre più forte impegno sul terreno dell'informazione
Che deve costituire il baricentro dell'attività delle sedi regionali
Penso ad un'informazione che si ponga in modo organico dalla parte dei cittadini
E che dunque non si esaurisca e non si intimi disputa dinanzi all'articolazione locali del Palazzo
La necessità di una qualità nuova della politica lasciatemelo dire vale non solo per il centro ma anche per la periferia del sistema politico ed istituzionale
Penso poi naturalmente anche alla valorizzazione della dimensione di servizio di informazione locale che non poco stock può costituire consultivi un insostituibile strumento della vita civile delle comunità locali
In questa prospettiva di valorizzazione dell'informazione regionale il consiglio di amministrazione della RAI ha già deciso alcune prime importanti misure
Di potenziamento dei propri servizi giornalisti in ambito locale
Ed è significativo aver trovato su questo un accordo unanime con il sindacato Usigrai e come tutti i comitati di redazione
Credo infine sia importante e necessario garantire che l'informazione locale non sia limitata ad un solo canale fa possa raggiungere nel modo più articolato possibile i cittadini ed è su questo che invece ancora stiamo lavorando
Per quanto riguarda invece il terreno
Più proprio della programmazione e considera amministrazione sta approfondendo una riflessione basata sull'esperienza fatta e sulla nuova realtà del paese
L'obiettivo è di ricercare le più opportune forme della presenza della RAI tenendo presenti necessari criteri di economicità
E la consapevolezza di doversi porre come volano dell'industria culturale non solo a livello nazionale ma anche a livello locale
Ad esempio si potrebbe pensare a dare alle sedi RAI anche un ruolo di vero e proprio agenzie di New sarei televisive in funzione di un reale pluralismo
Si potrebbe anche sempre ad esempio pensare ad una diversa presenza una più completa utilizzazione dell'Orchestra RAI sul territorio per valorizzare questo patrimonio culturale che non può essere solo del servizio pubblico ma che appartiene a tutta la comunità
Sono soltanto due ipotesi emblematiche di un più vasto progetto nel cui contesto assume grande rilievo il ruolo che possono svolgere le istituzioni regionali
In una prospettiva di rilancio della presenza del servizio pubblico in ambito locale secondo le linee che opprime indicato si può pensare ad accordi anche e soprattutto ad accordi quadro tra la RAI e le regioni i comuni le università
Si può pensare a progetti che investono questioni come la difesa del territorio la lotta alla droga la formazione professionale turismo
Potrebbe essere questo ad esempio una grande linea di sviluppo anche dell'homevideo collegato a progetti educativi
Naturalmente in questo contesto la salvaguardia di una di tale emittenza locale privata resta una delle questioni essenziali del sistema radiotelevisivo misto
E proprio per questo si dovrebbe pensare a riservare prioritariamente alle tv locali una pubblicità la pubblicità regionale
Si potrà così dare base economica certa ad emittenti
Che è sempre più devono garantire l'espressione della realtà civile culturale ed economica in cui operano
Siamo dunque riflettendo ed essenziale sarà e contributo anche in termini di proposte concrete che ci verrà da chi ha responsabilità amministrative culturali imprenditoriali in ambito locale
Credo che la RAI abbia ancora una volta che la RAI ancora una volta interpreterei
In modo adeguato il proprio ruolo di servizio pubblico riflettendo autocriticamente sull'esperienza fatta e muovendosi in una direzione
Che coniuga l'esigenza di soddisfare bisogni fondamentali della società civile della vita democratica
Con l'altrettanto essenziale criterio di operare con una logica di servizio
Di impresa pubblica responsabilizzata sul terreno della politica industriale e dell'economicità del proprio operato
Concludo
Ribadendo che alla base di questa prospettiva
Come alla base di questa prospettiva vi sia una convinzione quella che è l'ambito locale non sia come ho già detto una realtà residuale economicamente e tecnologicamente marginale ma al contrario rappresenti una grande potenzialità e che tale potenzialità possano essere sviluppata a condizioni di operare con una logica non burocratica
Ma di impresa pubblica capace di suscitare le indispensabili sinergie
Con istituzioni e privati una logica insomma attenta alle esigenze di crescita civile del Paese ispirata unicamente alla realizzazione degli Obiettivi peculiari e servizio pubblico
Grazie
Ringrazio il dottor Rizzoli vice presidente del consiglio di amministrazione della RAI
E prima di proseguire devo dare atto di una delle molte virtù della emittenza televisiva più meno conosciuta ma molto apprezzata da chi in genere si trova a presiedere un convegno cioè quella con i riflettori consentono di riconoscere in sala volti di amici che normalmente nel buio sfuggire ebbero e questo mi consente
Di ringraziare il commissario del fiato regionale toscana il dottor fanta pieghe ci ha messo a disposizione questa nuova struttura che il PRT gestisce
Mi consente di salutare il tra gli altri il l'amico Bonetti presidente della mediateca regionale che su questo tema credo che qualcosa abbia punta dire oltre che per le sue storiche
Vicende come per operatore dell'informazione vedo il dottor Di Giovanni che è il capo della redazione di servizi giornalistici della RAI di Firenze e ovviamente ringrazio il commissario di governo da Regione Toscana il dottor Bonanno che non fa anche in questa occasione mancare la sua attenzione
Al a iniziative della Regione Toscana
Con questa ulteriore premessa a questo punto cedo la parola al professore Roberto Zaccaria docente di Diritto regionale a me sia di Firenze che svolgerà per conto del comitato promotore la relazione
Centrale del nostro convegno la parola professor Zaccaria
Io credo che
Il mio intervento relazione non riserverà particolari sorprese a molti di voi che sono in sala
Perché io credo di essere stato scelto a fare questa relazione
Non tanto per quello che presumibilmente avrei potuto dire ma per quello che
Credo di avere già detto naturalmente
Non mi ripeterò soltanto termini formale meccanici ma sostanzialmente dicevo per una doverosa premesse all'impostazione mi pare sia necessario dirvi questo
In secondo luogo credo che un altro taglio e chiavi di lettura del mio intervento sia da
Da leggere nel senso che io mi atterrò a ciò che è possibile fare non ciò che in qualche modo ci aspetta e qualcun altro ci si
Ci regali io ci conceda cioè non credo che il il mio intervento
Abbia possibilità di successo maggiori o minori o con le cose che sono in esso proposte a seconda che passi a non passa indottrinato progetto legislativo anche se i progetti legislativi vanno tra guardati in relazione
Alle ipotesi che si fanno e quindi in qualche modo me ne occuperò
Dico ancora che se ci riesco Nord pronuncerò la parola decentramento dopo questa dopo questa premessa iniziale
Perché credo che il problema decentramento sia ormai archiviato concettualmente nella nostra esperienza
A livello almeno radiotelevisivo
E quindi non mi pare che sia inutile qui soffermarsi su
Sul nostro al Giro rimpianti
Dico che la mia relazione si può concettualmente dividere in due parti che è un po'o la fotografia di quello che che sono io cioè per metà parlerà di regioni e per metà parlerà di televisione
Poi cercherò di queste cose di legarli insieme
Io parto da dagli statuti cioè mi serve questa partenza gli statuti
Citando a caso una formulazione che è emblematica
Da uno Statuto prendiamo quello della Lombardia che dice la Regione assume iniziative per assicurare un'ampia democratica informazione intervenendo nell'organizzazione e nella gestione dei servizi pubblici ad essa relativi quindi questo è l'impegno del settanta
Regione
Deve garantire un'ampia democratica informazione non solo sulle sue attività si diceva allora ma anche nell'interesse dei cittadini si diceva poi intervenendo nell'organizzazione e nella gestione dei servizi pubblici adesso relative sono tutti su questa linea gli statuti
Dopo gli statuti però le cose non sono andate del tutto come la Regione poteva pensare nella fase costituente
Cioè la Regione immaginava per sé un ruolo che poi per una serie di motivi non si è potuto realizzare io qui andrò molto molto rapido perché qui siamo praticamente l'addetto ai lavori e queste cose sono ampiamente conosciute
C'è stata una fase la fase della e lavorazione della legge di riforma la la centotrentacinque nella quale le Regioni hanno giocato un ruolo importante
Da alcune regioni sono partiti i progetti di riforma legislativa non li faceva soltanto il ministro ombra di facevano anche le regioni progetti iniziativa parlamentare Abruzzi Campania Lombardia Emilia Romagna
E si è arrivati ad una legge che tutti conosciamo ma che per quanto riguarda le regioni diceva alcune cose
Dava prevedeva la partecipazione di consiglieri d'amministrazione nell'organo di nomina regionale prevedeva i comitati regionali prevedeva poteri legislativi delegati ex articolo centodiciassette secondo comma della Costituzione alle regioni
Prevedeva poteri amministrativi relativi al procedimento di rilascio delle autorizzazioni
In materia di a Carlo dico sommessamente perché quello è un settore che è stato un modello teorico consegnato ai posteri ma mai messo in campo
Dopo dopo di allora dopo settantacinque noi assistiamo ad una fase che si può definire di
Disapplicazione
Parziale ma per quanto riguarda le regioni totale di questi principi
Non mi soffermo perché sono noti a tutti
Poi abbiamo un altro momento che tra i strada cinque e l'ottanta in cui le regioni tentano fanno le sorti del sortite di guerriglia sostanzialmente cioè tentano di fare delle leggi in materia di informazione
Stampa televisione
Questi tentativi sono puntualmente bloccati
Queste sono leggi
Per disciplinare il settore questo è molto importante perché io userò molto il cui sono interventi ma qui siamo presenza di leggi di disciplinare si torce le regioni si faceva alleggerito via Roma non veniva fuori la legge definitiva dice va be intanto in Sicilia facciamo qualcosa no in Sardegna ma già qualcosa no
Si faceva delle ipotesi dell'ipotesi per quanto riguarda la televisione alcune regioni visioni tanto facciamo qualcosa noi sono state in qualche modo antesignana di questa linea le regioni a statuto speciale
E infatti le le tre sentenze fondamentali in questa materia sono sentenze che si riferiscono alle tante iniziative regesto speciale anche qui solo per etichette
Settantasette la regione siciliana propone degli interventi agevolazione materia di stampa si sta facendo la legge per l'editoria la Corte costituzionale dice mi spiace per in materia di stampa le Regioni non possono intervenire
Non può interviene anche la Regione siciliana che pure ha competenze ma che dei servizi pubblici l'industria eccetera cioè nonostante che la stampa sia industriali vittoriale nonostante che sia servizio pubblico comunque dice non c'entra questa la la stampa e altra materia
Mille novecentottantacinque la provincia di Bolzano particolarmente dinamica diciamo così in questo campo
Contesta il decreto legge Berlusconi contesta una convenzione RAI è stato sostanzialmente dice
Io ho competenza legislativa in materia radiotelevisiva
Per quanto riguarda i contenuti per quanto riguarda gli aspetti tecnici frequenze governo delle terre
Stavolta due sentenze della Corte costituzionale no no
Cioè dice sostanzialmente la regione pur una Regione con competenze particolari è uno spasso parziale autonomia come l'arte la cioè scusate la Provincia complice votano non può dice la Corte costituzionale e gli concede un un viottolo stretto per muoversi
Ha un po'più fortuna Friuli-Venezia Giulia un'altra regione sto speciale perché
Voleva dare soldi per fare impianti televisivi quelli per la recessione periferiche
E beh in questo caso siccome voleva dare soldi evidentemente si è detto è avessi allora va be'e allora si è detto che si poteva fare si poteva dare soldi a questo fine che mi si poteva intervenire in un settore periferico del settore televisione
Perché si poteva considerare non televisione ma lavori pubblici di interesse locale quindi questo intervento accessorio è stato consentito
Ecco sarebbe ragione di pensare di essere pessimisti in ordine alla giurisprudenza corte costituzionale
Però però c'è dal nostro punto di vista da considerare che la sentenza ce l'ha se la fondamentalisti ma sentenza numero duecentodue del Santa sei è un'altra meno conosciuta dell'ottantaquattro la due tre sette
Quelle che sostanzialmente hanno liberalizzato ci hanno fatto saltare il monopolio a livello locale possono essere lette
Anche da un regionalista cioè con l'ottica delle regioni perché in realtà e vero visto eliminato il monopolio riconosciuto il diritto per i privati eccetera ma cosa vuol dire questo diritto in realtà questa riesposizione dà libertà di iniziativa economica ex articolo quarantuno della Costituzione
Ma vuol dire prima di tutto che ne possono usufruire i soggetti privati
Ma dovrebbe poter usufruire anche i soggetti privati a partecipazione pubblica
Dovrebbero poterne usufruire
Anche i soggetti pubblici
Che agiscono nella forma del diritto privato
A meno che non vi siano divieti specifici nei loro statuti negli ordinamenti e questi divieti siano giustificabili in base al principio d'uguaglianza e cioè articolo tre della costruzione
Se questo è vero
Se questo è vero
E probabilmente incostituzionale
Lo sbarramento e costituzionale verso al principio d'uguaglianza lo sbarramento contenuto
Nel disegno di legge Gava all'articolo
Trentanove ma oggi ripetuto ahimè testualmente
Nel Progetto del ministro delle Poste ma mi dove si dice che la concessione non può essere rilasciata a enti pubblici anche economici a società a partecipazione pubblica a istituti di credito
E a soggetti che c'è un solare di imprese di pubblicità per alcuni di questi si può discutere ma le società a partecipazione pubblica a mio modo di vedere è notte diciamo è soltanto una mia valutazione
Rischia di essere a disposizione in contrasto con il principio d'uguaglianza in relazione alla giurisprudenza fu della corte che legittima l'intervento in questo campo a soggetti privati
Già ricordare anche ci fu una sentenza la numero quarantasei del sessantuno sempre per la provincia di Bolzano
Cosa vedere in questo campo ce n'è parecchio e la quale sentenza allora una delle prime sentenze disse la provincia di Bolzano che voleva fare una sua televisione
Non la puoi fare
Sorridere oggi farebbe sorridere certamente ma comunque oggi preme da questa sentenza la Corte non la potrebbe fare perché di fronte a un intervento nelle forme del diritto privato a mio modo di vedere l'impostazione emersa
Ecco
Io sarei giunto alla fine della prima parte
Dalla quale io ricaverebbe sostanzialmente alcune
Conseguenza
Uno e conclusioni prime conclusioni
Cioè esiste una forte motivazione di natura politico statutaria
Che impone richiede l'intervento delle regioni
In questo campo
Cioè qui delle due l'una noi pensiamo che gli statuti siano carta straccia
Nonostante il meccanismo di approvazione parlamentare e via dicendo
O comunque un senso avessi dovremmo dare
C'è anche la possibilità che siano incostituzionali ma finora la corte tabù ha avuto qualche possibilità per dichiararle incostituzionali cura in quell'occasione che riguardava la Sicilia poteva forse Pharma non la fa
Quindi i saturi ci sono e sono un impegno vorrei dire che la Regione
Assunto non solo verso se stessa
Ma vorrei dire anche verso i cittadini cioè verso coloro che appartengono a sua comunità perché lì si parla di diritti si tratta di un intervento in linea con l'articolo tre secondo comma diretto a rimuovere ostacoli di ordine
E nell'interesse e per creare degli spazi di libertà ai cittadini
Quindi dicevo non è un problema che in fondo la Regione può risolvere mettendoci qualcosa sopra no credo che la Regione questo intervento se lo debba porre essere posta
Con riferimento a se stessa ai propri impegni verso se stessa ma anche verso la comunità e Governo
Ci sono certamente nell'ordinamento delle limitazioni
Ad una possibilità di intervento diciamo così nelle forme pubblicistiche
Di disciplina pubblicistica cioè
La Corte può sempre cambiare opinione evidentemente ma la corte ha detto quando è stato messo fuori capolino stai calma perché la disciplina
E riservata allo Stato
Ma questo però non vuol dire se io accenno solo una strada che tra l'altro lo Stato non abbia la possibilità però qui voglio rispondere al all'imperativo cominciato all'inizio di di non parlare di cose da chiedere ad altri ma le cose che si possono fare da solo
Certo però che se uno dovesse pensare alle cose da chiedere ad altri perché nel settantacinque ha ritenuto lo Stato che si potesse in questa materia prevedere una delega l'intervento legislativo ex articolo diciotto invece sette secondo comma della Costituzione
E oggi se dimenticati completamente di quell'impostazione cioè dico se allora era valida oggi per quello che dirò dopo è ancora più opportuna ma questa è una cosa che come dire dipende da altri
Come anche la delega amministrativa la costruzione la prevede quindi un intervento in determinate fasi anche qui consentitemi
Io non ha fatto una relazione scritta saranno dispiaciuti gli organizzatori ma proprio perché qui le cose cambiano ogni cinque minuti io stamattina mi sono letto il il progetto ma mi oltre perché per vedere se c'era quella norma di impedimento che aveva già gente legge Gava
Anche per vedere un pochino questo non l'ho potuto leggere bene perché avevo poco tempo è arrivata in ritardo ma sostanzialmente le Regioni sono previste nel procedimento servizi di pianificazione le frequenze cioè che è un procedimento essenzialmente tecnico dove il parere di un organo e dimensione politico ora prende di quella comunità
Sì serve ma serve poco insomma per determinare le aree dove conta dove conta gli snodi fondamentali che contano sono il rilascio dell'autorizzazione almeno con riferimento all'ambito locale il controllo sull'osservanza degli obblighi imposti per legge ai concessionari o gli autorizzati
Qui probabilmente non dicono la forma decisionale non dico nella forma dell'intervento da trasferire ma una delega di un intervento un parere in queste fasi un intervento nel controllo ma i controllano fa dicono mica le devi principi nessuno citata rivedere se una rispettato gli obblighi imposti per legge
Intervenire nel dare la concessione un parere in questa fase io tutto sommato per emittenti che operano su scala locale lo prevederei però io chiudo la parentesi cioè se interessa l'altro quest'argomento dicevo non c'è uno sforzo per andare incontro a una modellistica normativa organizzativa
Autonomistica ma lasciamo da parte
Ci sono quindi limitazioni in ordine alla possibilità di disciplina leggi legislativa di tipo pubblicistico
Ma altri interventi
Non sono affatto preclusi nella forma abbiamo visto del della utilizzazione di strumenti di diritto privato
Quindi a questo lo lasciamo da parte questo dobbiamo verificato almeno sulla prima parte passiamo alla seconda
Ecco per la seconda parte io faccio un'incursione in un territorio che non è mio ma che comunque concettualmente
Da verificare
Cioè quali sono le linee dello sviluppo del sistema radiotelevisivo perché al non è che si possono fare i progettini con l'astrazione pura e poi si capisce che che lo sviluppo in un'altra direzione
Beh io pieghe faccio un'ipotesi però l'ipotesi che non mi pare contraddetta
A me noto ribollente
E che si basa su tre linee principali di sviluppo del sistema radiotelevisivo
Una linea a livello sovranazionale
Siamo d'accordo tutti mi pare che abbia torneo ma l'intervento accennava a questa prospettiva la grande prospettiva del del mercato internazionale del satellite
Siamo d'accordo cioè ci sarà la televisione e i movimenti diciamo dei grandi imprenditori sono a questo livello
Sviluppo a livello sovranazionale
Un secondo sviluppo e a livello nazionale indubbiamente perché sino a prova contraria credo che vi siano o persistano fattori d'identità questo a questo livello che giustifichino in termini concettuale in termini di mercato questa presenza
C'è una terza linea di sviluppo
A livello infra nazionale usiamo questa espressione cioè non diciamo locale quando uno dice locale subito detto localistico periferico allora cioè quindi deve andare a trovare quindi troviamo la forma infra nazionale che in realtà prevede possibili alternativi modelli di sviluppo dal punto di vista economico e non vuol dire che bisogna fare una scatoletta uguale dappertutto vuol dire che si può avere in certe realtà quale missione più ampio rispetto
Però questa dimensione di sviluppo a mio modo di vedere c'è
Primo perché esiste una dimensione di comunicazione non coperta dai primi due modelli di sviluppo di cioè c'è una domanda che interessa agli utenti che è una comunicazione un circuito di comunicazione a questo livello è la dimostrazione
E data dalla esperienza difficile in alcuni casi ma comunque significativa delle televisioni e le radio locali insomma potrà alle dei problemi che spesso non dipendono anche da loro ma è una dimensione che parte esiste ma è una dimensione che soprattutto esiste all'estero cioè perché noi pensiamo a televisione via satellite però quando guardiamo le esperienze straniere ci dimentichiamo di osservare che in quasi tutti i paesi europei una televisione a livello locale è stata organizzata costruita finanziate e vive solitamente e che anche negli Stati Uniti d'America dove pure il sistema e basato sui grandi network questi vanno ad incastrarsi su un modello di televisione strutturalmente ancorata al locale al territorio insomma in senso ampio
Quindi se quel modello là è possibile
Il modello diciamo di sviluppo potrebbe essere possibile anche da noi
Certo il mercato o diciamo un elemento significativo rivelatore che è la la pubblicità locale oggi ha dimensioni circoscritte su queste fanno incursioni tra l'altro anche televisioni nazionali e quindi
Qui duecento centocinquanta miliardi di lire o poco più che ci sono in questa materia potrei fare degli errori ma comunque grosso modo Cifrondi questa proporzione
Bastano a malapena per chi opera oggi
Però e qui è il primo punto su quale indagare esiste probabilmente un sommerso che nessuno ha esplorato in maniera adeguata anche perché sommerso viene fuori
Se si costruisce qualcosa per farlo venire fuori da questo punto di vista la pubblicità in Italia esplosa dopo l'arrivo di televisioni private e non c'è dubbio che esso a parte alcune esagerazioni grave fatte che una certa espansione del mercato si è realizzata al momento in cui lo strumento per farla emergere si è messo in piedi
Questo sommerso è un sommerso da da esplorare
Ecco detto questo dal punto di vista diciamo economico certamente uno può avere delle smentite però Soda ipotesi che vengono fatte mi pare abbastanza concordemente e come sa capire un pochino come Simo Dellera l'intervento del legislatore
Perché anche legislatore non è che può starsene a fare leggi sempre allo stesso modo mentre sistema cambia ecco io qui vorrei darvi delle impressioni
La prima impressione questa io credo e questo forse più qua così più l'impressione che ci sarà
Inevitabilmente nei prossimi anni una prevalenza di poteri di regolamentazione in questa materia a livello sovranazionale
Cioè con lo sviluppo che si modella quel livello è inevitabile che a quel livello intervenga anche la normazione
Questo altra parte quello che già avviene in materia di frequenze ma che di frequente sono sovrane le decisioni del in attesa di accordi internazionali Ginevra e via dicendo
E lì vengono le grandi decisioni infatti la cosa un pochino buffa che ci caratterizza che noi abbia non abbiamo il piano del senso delle frequenze in Italia perché non siamo riusciti ancora a mettersi d'accordo su come farlo
Però in sede internazionale siamo andati a presentare un pochino alla chetichella ma un piano di assegnazione che ha concorso a determinare una norma internazionale che però poi per evitare di essere ipocriti non abbiamo ratificato in Italia però a quel livello
Come dire ci siamo e siamo consapevoli che lì si prende si prendono e si prenderanno sempre di più le decisioni fondamentali in questa materia
La comunità europea sta intervenendo in materia pubblicitaria non tanto con ritenuta la pubblicità ingannevole ma sulle quantità e la pubblica che è un non snodo grosso qui è un Progetto ancora quindi norme internazionali sviluppo grosso di questa normativa e a livello nazionale a livello nazionale io credo che noi avremo diciamo una diciamo un tipo di intervento poi naturalmente si porta
Legislatore io perché ho visto che anche il progetto ma mie e corposi Simone lunghissimo ora
è vero che la tendenza la tentazione di regolamentare ogni singola cosa e in tutti noi però di fronte a una situazione assestata assestata dopo dieci anni un intervento diciamo molto dettagliato finisce con l'essere una miniatura quello di una fotografia una fotografia che che riesce anche a descrivere il particolare
Ma se noi vogliamo in qualche modo governare questo sviluppo e forse la legislazione più importante non esazione di principi che certamente che nel conto di quello che ma guarda anche nella ecco io penso che a livello nazionale comunque si svilupperanno duelli e deregolamentazione una che sarà esecutiva esecuzione de di questi accordi internazionali inevitabilmente bisogna portarli unità
E una seconda linea
Che sarà fatta di norme di principio per la tutela fondamenta dei diritti fondamentali che sono che sono nostri che sondano sto dal nostro ordinamento
E in una prima fase in materia di pluralismo cioè l'Antitrust forse in una seconda fase potrà fare a livello europeo o internazionali una prima fase ebbene intanto farlo qui perché anche perché poi gli organi che lo controllano sono organi notte non abbiamo avuto né sovranazionale era
Allora quindi c'è uno spazio molto ridotto per una normativa di dettaglio
Poiché questo può consolare in fondo le regioni cioè la normativa e dettaglio a mio modo di vedere non dovrebbe far le regioni perché almeno la corte tonico fare ma non dove farà neanche lo Stato
Se è vero che le linee di sviluppo sono in quel senso e che sono le uniche in grado di governare un sistema
Evoluzione
Quella che cos'è che si va individuando e che si va diciamo cogliendo un po'in quello che succede
Lo sviluppo di una normativa soprattutto di spesa una normativa soprattutto di spesa non sempre a Roma prima di spesare e cattiva ce ne sono sempre a pioggia bretella che anche buoni
Diretta intervenire nel settore economico nel settore economico delle comunicazioni secondo modelli convenzionali contrattuali societari
Per orientare o favorire Investimenti o per raggiungere determinati obiettivi di carattere sociale e diffusione della cultura d'educazione così felice
Questa quindi normativa di Spesal intervenire nel settore lo sviluppo dello del del da economico delle comunicazioni secondo modelli convenzionali contrattuali societari per orientare favorire investimenti
E raggiungere obiettivi di carattere sociale quindi maggiore diffusione della cultura eccetera
Beh questo tipo di intervento
è un intervento che e valido per lo Stato e infatti ecco qui alcuni aspetti del progetto ma mi sono nel senso di pensare che il finanziamento pubblico vada mirato raggiungere certi obiettivi attraverso certi strumenti convenzionali
E quindi non sia più generico ma finalizzate ma questo modello di intervento
Può valere anche per la Regione
Perché è un modello di intervento che non mi non utilizza strumenti autoritativi lasciamo stare il fatto che misura le concessioni c'è da quello certamente quello nostro metodo critico autoritativo ma qui non ci interessa per il fatto che sulla concessione non c'è neanche il parere delle regioni
Ma ci potrebbe essere lentamente ma non non ci interessa cioè dicevo il modello d'intervento dei per leggi di spesa nel settore economico delle comunicazioni
è valido per lo Stato ha potrebbe essere valido anche per le Regioni
Se noi consideriamo che la televisione
Non è fine ma in mezzo è strumento e da questo punto di vista anche il discorso le competenze si fa male quando si parla di televisione di stampa perché sono strumenti per altre attività
Allora dicevo
Questo è una cosa sola di tipo consolatorio fondo la Regione può dire ma insomma io non posso intervenire facendo quelle norme che mi impedisce la Corte però tutto sommato se è vero che l'evoluzione sistema va in questa direzione allora
C'è uno spazio ci può essere uno spazio anche per le Regioni
E qui vorrei dire la strada non è da inventare
Cioè non è da progettare ex novo perché è stata già aperta in molte regioni
Si tratta soltanto di acquisire consapevolezza che c'è questa strada e se possibile di andare un po'più avanti
Qual è questa strada io che sono un po'troppe ragioni di tempo fare molte citazioni però vi vi cito i modelli che mio vedere sono significativi per il ragionamento
Prima di tutto sono le convenzioni per l'installazione di impianti che sono in qualche modo previste anche la convenzione RAI è stato qui abbiamo già detto Friuli tentò altri l'hanno fatto è un esperienza abbastanza diffusa non mi soffermo
Poi c'è un primo intervento se volete più sfumato più tenne più più leggero che è dato dai finanziamenti chiamiamoli generici per realizzare programmi televisivi diretti però a favorire la conoscenza di aspetti di vita regionale
E qui ci sono diverse leggi io non Leo indicate però se io ammetto citarle perno del tempo e che in varie regioni abbiamo interventi di questo tipo cito Friuli-Venezia Giulia Enzo ottantasette una legge poi
Trento ma comunque sono i modelli che sono ripetute
Qui siamo sulla strada delle degli interventi in forni cui ci si serve del mezzo televisivo per diffondere cose che la Regione fa e come si ma su un giornale si va in televisione e però si finanzia si paga un del mio intervento
Poi ci sono un altro tipo più avanzato sono le convenzioni e gli accordi per la produzione di programmi qui in realtà non è più un intervento diretto a rappresentare quello che si fa in agricoltura sanità eccetera ma
Si fa un accordo che ha una tutti portata limitata nel tempo diretto a fare una serie di programmi finalizzati a questo
E anche qui ci sono leggi non sono atti amministrativi regionali ma leggi regionali importante questo perché devo dire grazie di controllo sono state ritenute idonee che spendono a questo fine e qui abbiamo toscana ma l'abbiamo tantissimi modelli in questa direzione
E poi un passettino più in là è dato dalla creazione finanziamento di struttura di natura privatistica fondazioni istruzione eccetera
Dirette operare e anche produrre nel settore anche televisivo
L'esempio che ho delle mediateche sino a che cineteche che tutti voi conoscete molto bene e che io pure qui non cito ma che sono presenti in diverse leggi regionali quindi qui qualcosa in più perché c'è anche una struttura un punto di riferimento privatistica che è punto di riferimento per finanziamenti
Ecco se la strada quindi c'è se noi abbiamo già tracciato una strada ma l'esperienza delle regioni cioè nel senso che non è che la dobbiamo inventare ma che è stato in qualche modo individuata il passo ulteriore è quello di superare la occasione la occasionalità degli interventi cioè l'intervento fatto volta per volta il francobollo la convenzione XY
Che sono importanti ma insufficienti per creare un progetto di comunicazione con i requisiti di stabilità di continuità oltre che di professionalità che sono le condizioni per raggiungere uno scopo sicuro
Quindi il passaggio è dalla fase diciamo dei francobolli delle convenzione degli accordi del del gli interventi diciamo in determinati campi a la costruzione di di un progetto di comunicazione
Questo non deve e non può essere ovviamente un progetto autarchico limitato ad alcuni soggetti
Ma alcuni tra questi soggetti e in primo luogo la Regione possono essere i promotori di questa iniziativa
Nella comunità regionale a mio modo di vedere ma anche per quello che sento dire le esperienze che raccolgo
Vi sono una quantità di soggetti pubblici e privati interessati a un serio progetto di comunicazione a livello locale regionale e in alcuni casi anche interregionale
Questa ricerca di partecipazione è fondamentale è un punto nodale del discorso cioè non deve essere un progetto fatto tra pochi intimi
Chi sono questi soggetti ma sono le Regioni le Province i Comuni le aziende di servizi la RAI l'università le istituzioni culturali le fondazioni le camere di commercio le banche gli Enti di turismo gli operatori privati società di produzione emittenti private
Ce ne sono un'infinità di questi soggetti alcuni già operano altri potrebbero operare ma non certamente da soli sono interessati a partecipare un progetto di cui ci sia un'idea un fine e e ci sia una scatola un qualche cosa che in qualche modo lo concretezza
Dare vita a forme di collaborazione più stabile in forma societaria tra questi soggetti altre interessati a questo progetto eh
Direi l'obiettivo della del mio ragionamento
Dare a queste strutture imperativi assoluti di economicità
D'altra parte garantiti non solo ma anche dalla presenza di privati
Dare a questi te società questa importante molto importante
Ai fini proprio anche del rapporto
Regione-Stato una pluralità di di Fini ed interessi da gestire complementari tra loro e collegati al settore della promozione educativa e culturale per il quale già pacifico un intervento delle regioni
Una pluralità di servizi possono collegarsi a questo progetto penso al televideo informa regionale peso e progetti di formazione che ci possono essere che potrebbero essere assicurati in questo con testo
Importante quindi la pluralità di fini non soltanto la televisione ma la comunicazione e una serie di altri fini che sono legati alla materia della promozione educativa e culturale considerare rispetto a questi fini la RAI Televisione come strumento non cioè non come una materia ma come uno strumento che serve uno degli strumenti e le leggi regionali sono esattamente in questa linea
E ricollegarsi così in pieno agli statuti la Regione assume iniziative per assicurare una democratica informazione intervenendo nell'organizzazione e la gestione ecco l'ora comincia avere senso quella frase detta nel settanta
E utilizzare a questo fine e questo il passo in più che si deve compiere le società finanziarie regionali holding regionali già impegnate nel settore dello sviluppo economico per legare rendere organiche competenze frastagliate
E per rendere possibili interventi al confine a volte tra competenze statali e regionali o comunque per consentire interventi strumentali rispetto alle finalità principali assegnate le regioni qui i l'utilizzazione di queste società che sono utilizzate sotto ne sto dello sviluppo economico non è così peregrino anche perché sempre di sviluppi e con economia delle comunicazioni si parla e il meccanismo delle finanziarie in questo campo
è stato autorevolmente
Campo dicevo del diritto privato e anche al di là delle previsioni stretto del centodiciassette
Consentito
Non so se questa possa essere io sono praticamente alla conclusione la strada decisiva per far nascere a decollare anche in Italia una televisione regionale che il nostro Paese dicevo tra i pochi ancora una ecco io qui usare molta prudenza molta cautela e prudenza perché a livello locale dove arrivano anche le televisioni nazionali e sovranazionali
Paradossalmente il mercato e più e più strozzato cioè le condizioni economiche sono molto più difficili non si può ovviamente incidere sulle risorse pubblicitarie oggi esistenti che fanno vivere
Alcune iniziative che sono valide e che quindi non si possono privare del supporto economico che hanno ma bisogna mirare ad unire delle forze nuove che ci sono e che sono disponibile a cercare risorse aggiuntive
Partire dall'esigenza di chi vuol fare comunicazione per fare questo progetto di organizzare tutto questo in un progetto su basi professionali
Che leghi la sponsorizzazione culturale a livello locale finanziamenti pubblici le risorse destinati a finalità educative e culturali il mercato delle utenze di affari
Perché ci sono alcune persone che e qui non non ci si può scandalizzare se qualcuno facesse farebbe male del fatto che si vuole legare insieme sacro e profano perché se questo legame eh pacificamente accolto e anche con qualche perplessità e dubbio
Per sponsorizzare e a volte anche incidere sui contenuti perché no perché non è detto che questo non avvenga la televisione a livello nazionale non vedo perché a livello locale quello che a livello nazionale è consentito non debba essere ricercato anche perché non meraviglia fatto che in un progetto di comunicazione d'impresa impresa pubblica e privata si costruisca un progetto insieme per fare queste cose
Da tutto questo potrà forse anche nascere un circuito di televisione regionale ecco io che ho messo un punto interrogativo io non lo so
Dico forse
Certo questo lo dico vece con decisione non ho mai creduto alle motivazioni cosiddette culturali di chi ritiene che non esista
E non possa concettualmente esistere una dimensione di televisione a livello locale questa mi pare una visione impostazione viziata dal punto di vista economico dal punto di vista culturale e vorrei dire altro ma mi fermerei qui
Questi si dice da parte di alcuni che solo l'informazione abbia la capacità e la dignità per rappresentare la dimensione locale
Ecco questo ragionamento mi pare riduttivo
Io non nego assolutamente e vorrei dirlo proprio con molta forza ad evitare equivoci che sono possibili in questo campo non nego assolutamente che l'informazione sia un profilo essenziale a questo livello
E credo quindi che abbia fatto bene la RAI io non c'ero quando ha votato ma adattato bene se ci fossi stato revocato anche cioè abbia fatto bene a a a votare quel documento a luglio in cui ha praticamente finalizzato polarizzato le proprie energie produttive interne
A questo fine
Ma la questione è un'altra e che la televisione non è solo informazione
Non è solo informazioni ritengo che l'esigenza di comunicazione previste nelle realtà regionali vadano oltre questa dimensione
Oltre rispetto a quello che può dare perché se noi carichiamo l'informazione locale di troppi oneri troppi compiti informazione locale spalla cioè lei forse locale non può certamente essere un veicolo di comunicazione funzionale ad esempio alle imprese o a un certo progetti comunicazione nel tè né specie quello traccia non può evidentemente non solo per ragioni di spazio perché i servizi sono piccoli o l'approfondimento altre finalità ma perché evidentemente se la carichiamo di questi compiti sballate cioè nel senso che non risponde alle aspettative e quindi saremo sembrerebbe sbagliato caricare di questi conti
Ritengo quindi che queste son più ampie queste esigenze di comunicazione ritengo che un tentativo serio in Italia per far nascere una televisione di del locale non sia stato fatto né dal pubblico dal privato
Per ragioni diverse che non posso devo solo fare due battute ma vorrei dire che nel pubblico e nel privato perché il pubblico in qualche modo si è trovato costretto a fronteggiare un altro fronte di battaglia che era quello della la concorrenza a livello nazionale e ha dovuto ripiegare un progetto
Diciamo che forse era un po'illuministico era un po'astratto era un po'troppo meccanico fatto a livello regionale ma che era pieno anche di limiti perché quando si diceva bisogna fare due mezze ore do maggiore sono un'assurdità nessuno riesce a fare una programmazione seria con questi due non francobolli ma Franco Pollini
Che per quando un programma serio costa
Dei dieci venti trenta quaranta cento milioni in programma regionale nere a disposizione due e mezzo
E evidentemente è chiaro che se uno Ida e la metà un terzo un decimo dicono che serve a fare una cosa seria poi se non fa una cosa se non puoi dire non sei bravo devi dire che non ti organizzato in maniera adeguata per far
A livello di televisione privata il discorso è in parte uguale perché subito appena nate alcune hanno puntato alla dimensione nazionale e quindi a livello locale sono rimaste alcune iniziative ma certamente
I grossi hanno cambiato Keith
Il problema quindi è strettamente problema di natura economica e organizzativa questo bisogna avere la chiara consapevolezza è un prematura economica organizzativa gli altri sono collegati a questo
Un tentativo in quindi che si può fare delle partire oggi io credo dalle regioni
O quanto meno deve essere fatto con il concorso delle regioni che si facciano capofila di una pluralità di soggetti della comunità regionale potenzialmente interessati con la partecipazione della RAI e di altre emittenti esistente interessate
Per dar vita a questo progetto e questo non certo per stabilire raccordi egemonizzare anti nel mercato
Come accadrebbe se queste intese mutarsi ero tra pubblico e privato maturassero a livello nazionale l'IMI io sono molto dubbioso che accordi possono diventare accordi di cartello
Non deve essere un progetto per sottrarre a chi già le utilizza le scarse risorse pubblicitarie esistenti
Ma per unire le forze in un progetto comune di comunicazione scusatemi l'espressione che riesca a mobilitare nuove risorse
Che possa dar vita qualcosa anche di più ambizioso forse ma che intanto per il momento posso realizzare un servizio importante per la comunità regionale cui è diretto e possa consentire permettetemi di dirlo di partecipare ad una scommessa che per ora ci vede perdenti in euro grazie
Ringrazio il professor Zaccaria credo che dopo la sua relazione
Gli interventi potranno avere un terreno solido sul quale radicarsi nel frattempo alla presidenza sono pervenuti una serie di messaggi di adesione
Dei da parte del senatore va usi dell'assessore cavalli della Lombardia dell'asse della di Albino Longhi direttore della tribune d'accesso del vice presidente della continua del Veneto e di molti altri che ringraziamo così come ringraziamo i rappresentanti nazionali e locali dei lavoratori dello spettacolo ed informazioni presenti in sala Enrico e dai quali ci aspettiamo nel corso dei lavori interventi e il RIS sostegno all'iniziativa
Adoro la parola per la relazione da parte degli assessori regionali alla cultura al Giuseppe Corticelle di assessore regionale alla cultura dell'Emilia Romagna e coordinatore degli assessori regionali alla cultura
Ma anch'io come ha già fatto chi ha preso la parola prima di me
Dovrò fare riferimento al passato d'un anno cruciale dal settantacinque
Per dire subito che
Anche a me pare che se si prende in considerazione il ruolo
Comunque significativo che le regioni vero non tanto nella stesura definitiva nell'articolato dalla legge di riforma
Ma nell'animare il dibattito che portò alla medesima legge di riforma
Dicevo che consideri quel punto di partenza non può non restare stupito per non usare altri termini
Della progressiva marginalizzazione successiva che è culminata
Più sul piano formale che sul piano sostanziale
Nella soppressione della norma della legge stessa che prevedeva la partecipazione del regioni sia pure in modo larghissimamente indiretto e assai più fittizio che sostanziale
Alla determinazione dei membri del consiglio di amministrazione della RAI
La legge centotré del settantacinque che peraltro non corrispondeva appieno le aspettative regionali
Nasceva è stato ricordato anche qui da esigenze di democratizzazione dell'informazione
E di permeabilità della RAI alla società civile immaginando sì che questo potesse essere
Un obiettivo da ottenersi fondamentalmente attraverso il decentramento ideativo e produttivo della su questo terreno in particolare che sia realizzato un forte consonanza tra esigenze regionali e scelte che poi il Parlamento venne facce
Ed era e anche questo è stato puntualmente rilevato era quella legge di riforma tutta interna né poteva essere probabilmente altrimenti al modello europeo di monopolio pubblico della radiotelevisione non è necessario naturalmente qui ripercorrere tempi e modi di liquidazione di tale modello basti ricordare come si tratti di vicende che non sono solo nazionali solo italiane
Anche se l'Italia è entrato entrata passatemi l'espressione abusata nell'occhio del ciclone prima di altri paesi
E soprattutto in una situazione in gran parte perdurante di assenza di timone di assenza di governo di assenza di punti di riferimento complessivi certezze circa i punti di approdo sui quali assestarsi al momento di forme uscita da questa situazione di altissima turbolenza
Conosciamo i processi internazionali che hanno investito tanto i soggetti che i modi di produzione di consumi informazione di spettacolo
La deregulation se ha avuto in Italia modi e forme di particolare intensità ha inciso anche a livello europeo con differenziazioni da paese a paese ma con una sostanziale perdita dei singoli monopoli pubblici
E con trasformazione dei sistemi produttivi più deboli in semplici sistemi distributivi per l'Italia in particolare si è potuto parlare di modernizzazione senza sviluppo
In effetti
Il mancato governo del settore
Almeno a mio modo di vedere a per un verso costretto alla concessionaria pubblica
Ah rincorsa del modello commerciale con esiti non scontati e alterni
E per un altro verso a ed è quello probabilmente che più giova rimarcare
E per un altro verso dicevo ha impedito
Che alla forte domanda di informazione anche l'intrattenimento di spettacolo di industria culturale come si usa dire si rispondesse con una quota maggiore di produzione italiana e con un più largo ricorso
A sistemi tecnologicamente innovativi e avanzati pure disponibile
è stato sottolineato più volte anche in sedi autorevoli
Come per la verità la stessa legge centotré
Almeno per taluni aspetti
Abbia avuto in materia è un ruolo in qualche modo recessivo
Relegando rimpianti mono Canale la diffusione sonora e televisiva via cavo e come le stesse proposte di legge che si sono via via susseguite negli anni che abbiamo le spalle non facessero il minimo cenno alle nuove tecnologie
Un documento recente che è stato anche citato se ho ben inteso degli del sindacato dei giornalisti RAI documento dall'ottobre di questo anno
Segnala non tanto e non solo una mancata estensione della terza rete malamente un decadimento tecnico degli impianti di RAI uno e RAI due
Ora
La fine del monopolio lo sviluppo di una dimensione sovranazionale le carenze i limiti interni intrinseci della centotré
Spiegano però almeno sempre a mio modo di vedere solo in parte
L'emarginazione la marginalità crescente
Delle regioni attorno a questa tematica
Io credo che ve ne siano di ragioni altre e soprattutto di come dire di significato come sul di consumo e Susa dire più generale e più capaci di dare e udì cogliere elementi
Profondi nel processo di questa ma generalità
Diverse di queste ragioni
Sono state affrontate anche questa è una mia convinzione ovviamente recentemente a Venezia in occasione della riflessione sui dieci anni trascorsi dal entrata in vigore
Del decreto presidenziale seicentosedici del settantasette
In quella sede fra le altre cose
Si rilevava
Come nel corso di questi anni nel corso di questo decennio trascorso
Dal DPR seicentosedici
Si sia fatto sempre più prevalente
Il ricorso e l'accento si abbatte sia caduto con sempre maggiore insistenze
Son politiche macro economiche
Che fanno leva sulla manovra globale della spesa e sul dimensionamento della domanda aggregata
Trascurando lasciando ai margini politiche
Che invece facciano leva sulla programmazione delle produzioni sull'offerta di fattori produttivi dalla formazione professionale e manageriale a risorse naturali energetiche e ambientali alla diffusione capillare di tecnologie o comunque su grandi Progetti integrati che ho premio orizzontalmente sono parole come molti di voi avranno già capito che provengono dalla relazione di Augusto Barbera
Che metteva a mio modo di vedere giustamente in collegamento questo tratto
Fortemente caratterizzante delle scelte legislative politica amministrativa avviso società dello Stato dicevo metteva in relazione con questo prevalere il
Complesso delle ragioni di fondo
In forza delle quali le Regioni e gli enti locali hanno veduto hanno visto progressivamente ridursi il loro spazio ad un ruolo tendenzialmente subalterna residuale
E questa mini tendenza per la verità non ha investito soltanto i Comuni e gli enti locali ha investito anche altri soggetti natura private
Certi comparve l'artigianato ma in generale la certi comparve l'articolo in ultima in generale il complesso dei soggetti che hanno un più forte radicamento nell'ambito territoriale e regionale
Ancora e faccio riferimento di nuovo alle alla relazione del professor Barbera
Sullo stesso settore dei servizi sociali
Dove pure le regioni e i comuni
Hanno svolto in qualche modo continuano a svolgere un ruolo
Molto significativo
Tanto che su di esse si incardina gran parte del sistema del quel fare italiano tutta una serie di piccole grandi decisioni hanno finito con inviluppo rare queste realtà in una rete paralizzante soprattutto le regioni
E attraverso questa rete
O si vanificato
O non si è fatto posto
A leggi cornice pure previste dal nostro ordinamento costituzionale ottenendo quale esito a mio modo di vedere e secondo il mio ragionare
Ottenendo l'esito
Invero dal punto di vista di chi sta parlando assolutamente negativo
Di fare scadere ruolo complessivo delle regioni
E di accreditare
Una loro immagine
Di soggetti ai quali la società civile chiede non tanto programmi e piani ma soprattutto provvedimenti ed erogazioni finanziario
Ora
A me
Non pare in questo senso
Che sia particolarmente inspiegabile
Il fatto che non solo attorno ai temi che stiamo discutendo oggi sistema radiotelevisivo il la tematica complessiva delle comunicazione dell'informazione
Ma più in generale
Non sembra strano se si hanno mente queste considerazioni e facendo queste considerazioni io mi rivolgo in particolare il collega assessore ai colleghi consiglieri regionali
Che le regioni
I consigli regionali le stesse giunte regionali siano dei soggetti degli interlocutori imposti
E diversamente se non ci si pensa da parte nostra
Attorno ad una serie crescente di questioni
Assomigliamo sempre di più
Ad un qualche personaggio di Italo Calvino
Ad una qualche realtà ad un pezzo di organizzazione statuale fortemente di media
E da questo punto di vista
Anche la relazione per molti versi interessanti personalmente condivisibile le considerazioni che ha appena finito di svolge il professor Zaccaria
A mio modo di vedere dando una risposta solo parziale a questo
Aspetto della questione
Perché in qualche modo poi magari o malinteso non ho capito bene ma in qualche modo danno per scontato e questa linea
O meglio questo quadro di riferimento
Perduri
E continuerà a piovere Fitto su regioni e gli altri livelli
Dell'articolazione dello Stato tanto vale aprire l'ombrello
E in relazione a ciò che in qualche modo già disponibile attrezzarsi per intervenire faccio questa riflessione non per rifiutare un terreno che torno a dire quale quello che veniva individuato anche dall'azione Zaccaria di grandissimo interesse
Che sollecita
Decisamente una ripresa di iniziativa e un ulteriore incremento di convinzione attorno a questi temi
Non questo volevo dire ma dicevo assumendolo come il terreno sul quale certamente
Si può realizzare si deve realizzare una ripresa di iniziativa tenere conto che in quanto regioni abbiamo anche
Un'altra componente della questione con la quale fare i conti e con la quale discutere e ragionare
Con l'amministrazione centrale lo Stato col Governo con il Parlamento
Ora in questo rapido censimento che vengo facendo dello scacco io uso esplicitamente questo termine
Dello scacco delle regioni sul terreno del comunicazione e sul terreno del sistema radiotelevisivo
Credo che occorra fare posto anche ad una riflessione autocritica
Che riguarda questo settore non è riguarda probabilmente anche altri
Mi riferisco al fatto che più di una volta nel corso di questi anni
Si è offerto a una qualche base oggettiva
Al sensazione di una rivendicazione regionale più attenta ad esigenze come dire di immagine ripresa presidenzialismo e assai meno attento assai meno consapevole
Delle potenzialità effettive dei dei media
Per lo sviluppo
Per la programmazione
Più in generale come strumento sempre meno prescinde bile per una compiuta realizzazione dei compiti istituzionali che alle amministrazioni regionali vengono affidate
Prima ancora che nei singoli statuti così con il sono venuti individuando allo stesso scelte costituente a suo tempo fa
In definitiva
Questo è il primo punto che a me premeva sottolineare
A me pare che il deperimento del ruolo regionale nel settore dell'informazione
Sia
Una componente poco più
Del più generale complessivo logoramento dell'esperienza regionale
E che da questo punto di vista anche da questo punto di vista anche ragionando di queste questioni
Ci sia bisogno
Di affermare la necessità di una nuova fase
Del regionalismo
E sulla scorta di questa affermazione
E all'interno di questo ambito di questo quadro affermare definire con tutto il realismo necessario il ruolo delle regioni nel sistema radiotelevisivo dico questo sapendo però che immediatamente si può porre una domanda che in qualche modo preliminare precedente a questa affermazione che ho appena fatto perché a questo punto io credo che sia poi anche legittimo chiedersi ma c'è bisogno delle regioni
Anche per riassestare restare sul nostro terreno specifico
Il sistema radiotelevisivo nazionale
Io credo che sia una questione questa la quale non possiamo sfuggire
Una questione alla quale va tentato una risposta
E se non si tenta con una risposta anche su questo versante
è probabile
Che
Silvia comunque per perso
Un terreno che invece a mio modo di vedere perso non dovrebbe essere dato in questo senso ecco moltissime delle considerazioni che ha sviluppato il professor Zaccaria mi sembrano definito nel loro complesso una bella porzione di risposta
Affermativa questa questione io credo che sia molto corretto molto giusto
Prefigurando l'immediato futuro per quanto riguarda questo tema del sistema radiotelevisivo immaginare
Interventi normativi a quelle scale che venivano indicate sopra la
Non è una forzatura
Individuare
Il ruolo specifico
Che può essere affidato e che può giocare un istituzione come quella regionale
Anche a me pare e nei sistemi più evoluti ed equilibrati e qui sono stati anche chiamati puntualmente in causa sia la scala europea che alla Scala estere europea
Visione i sistemi più evoluti ed equilibrate l'informazione in particolare ma non solo l'informazione a quegli ambiti infra nazionali
Sia effettivamente una risorsa
Una leva di sviluppo specifiche e non rinunciabile
E del resto quel po'di esperienza che si è potuta fare anche sul nostro territorio nazionale dimostra come sia assai più che una petizione di principio questa questa affermazione
Credo anch'io in sostanza
Che sia
Benigni definibile che sia facilmente definibile una distinte aree di sviluppo regionale del sistema radiotelevisivo e in generale dell'informazione
E che è un punto che può essere assunto compunto un impegno di lavoro possa proprio essere
Fin d'ora
Pur mentre si partecipa al più complessivo processo di riforma di questo settore praticare terreni e strumenti e come CIA puntualmente ricordato il professor Zaccaria sono disponibili e possono essere utilizzati
Anche dalle regioni dalle Autonomie locali
In una chiave in cui si assuma il sistema radiotelevisivo non soltanto se ho ben inteso come elemento che produce informazione e spettacolo macchine correlato punto assunto completamente COMU un mezzo
Che viene utilizzato sostenuto
Come
Una modalità attraverso la quale si realizzano obiettivi e programmi che sono e in termini generale negli statuti per quanto riguarda la garanzia di del determinati diritti
Quei cittadini che amministriamo regione per regione ma più in generale nei programmi di sviluppo delle nostre comunità regionali che poi resta in estrema sintesi il senso della scelta che fu fatta a suo tempo per la Costituzione
Delle regioni
Ora
Io non sto a ripercorrere questo l'abbiamo già fatto più di una volta e dito ripetere il male da questo punto di vista
Considerazioni proposte che nella relazione del professor Zaccaria sono state affrontate con molta chiarezza e molta precisione in termini e personalmente mi sento di condividere prese e assunte nei loro termini
Nei loro termini generale io vorrei
E qui rapidamente una sottolineatura per dire che a questi temi che sono già stati affrontati
No noi faremo bene a
Dichiarare la nostra piena consapevolezza che si connettono anche tutte quelle esperienze di uso delle nuove tecnologie già applicabili in parte sperimentate e che anche queste una partita anche questo è un terreno sul quale
Non solo possibile ma necessario un intervento delle regioni e credo che da questo punto di vista certamente quella strumentazione già disponibile forse appena appena con qualche come dire forzatura professor Zaccaria rispetto al quadro normativo nazionale che abbiamo di fronte no sei sì leggono contestualmente le diverse sentenze diversi pronunciamenti una verità Rorà Delhi
Della corte costituzionale ma io credo che sia fondamentalmente corretta
L'affermazione che è già disponibile un terreno una procedura e certamente esposta ma non immediatamente preclusa
A un complesso di esperienze che ci consentano di uscire dal dimensione francobollo alla dimensione progettuale
L'unica sottolineatura ripeto e concludo su questo che mi sento di fare da questo punto di vista e gli avverto un rischio di natura istituzionale prima ancora che di ordine politico o di non so quale altro ordine soprattutto se collocata
In una fase come questa dove il tema aperto non riguarda soltanto la presenza il ruolo delle regioni nel sistema radiotelevisivo nel nostro Paese è aperta a ben altra partita lo ricordava il nostro presidente
Richiamando allora i tutti alcune delle a formazione che il capo dello Stato ha fatto proprio qui a Firenze qualche giorno fa in qualche modo è aperta una fase di riflessione profonda sul riassetto istituzionale di questo Paese pare anche che finalmente ci sia la consapevolezza che non ci si può limitare a dire che è aperta questa fase ma che ci si metta anche mano e qualche proposta
Praticabile venga realizzata che vengano offerti dei tavoli concreti attorno ai quali discutere ecco abbia preoccupazione
La preoccupazione che a mio modo di vedere devono avere le regioni e di tenere collegati questi due piani di scartare sicuramente l'atteggiamento in qualche modo ecco che
Potrebbe essere definito di tipo massimalista finché non c'è la nuova riforma delle istituzioni finché c'è un nuovo seicentosedici non se ne parla da parte le regioni può venire soltanto un guerra o guerriglia a tutto campo nei confronti a Misano centra dello Stato cioè non rinviare
Una ripresa decisa l'iniziativa di progettazione su questo terreno ad una riorganizzazione gli assetti istituzionali ad una piena applicazione seicentosedici o a quant'altro
Perché sarebbe a mio modo di vedere Santa sbagliata
Ma mentre si pratica questo terreno già disponibile
Essere consapevoli che il tipo di soluzione che alla fine le Regioni potranno contribuire altare per quanto riguarda specifico questo tema della loro presenza anche per quanto riguarda tutta la tematica dell'Authority tutta la tematica della assegnazione conto delle frequenze e via ragionando non è altra cosa nella sostanza dal ragionamento che ha aperto per quanto riguarda una diverso assetto istituzionale di questo Paese da questo punto di vista per concludere io credo che di fronte non solo le forze politiche al Parlamento ma fondamentalmente di fronte al governo stia un quesito che riassume sussume anche le questioni che noi stiamo discutendo oggi se
Per procedere decisamente realmente in un processo di a modernizzazione complessiva del nostro Paese
Per corrispondere i a livelli più adeguati
Al Complesso di questioni che si tratta di affrontare e risolvente le regioni solo un incidente di gioventù un peccato commesso una ventina di anni fa o se invece per quello che a mio modo di vedere ancora almeno sulla carta sono definite essere uno strumento essenziali in un quadro unitario dell'articolato dello stato per la realizzazione di determinati obiettivi se ci si colloca da questo punto di vista tutta una serie di questioni di difficoltà di gestione di sentenza della Corte costituzionale di tale e via ragionando
Non dico che escano dal palcoscenico ma assumono la dimensione che è loro
Di fatti che si sono prodotti perché si era sostanzialmente ancora in presenza di o una non risposta la questione che ho tentato di porre molto sinteticamente o peggio ancora si era in presenza di una linea e in qualche modo tendeva
Più o meno consapevolmente a
Risolvere in un tema in una chiave forte
Di riassunzione
Centrale di funzioni di governo la possibilità di rispondere sterminate questioni a mio modo di vedere questa scelta che pure può essere compresa per quanto si è potuto cioè delle ragioni che poiché possono anche avere spinto ad adottare questo atteggiamento credo però che ormai ne abbiamo di fronte
Una somma grande di segni anche molto significativi
E dovrebbero convincere tutti quanti ad essere appunto Bank convinti ben sicuri
Che attraverso il pieno dispiegamento della scelta costituente e quindi la piena valorizzazione delle regioni dell'autonomia locale può passare una parte significativa delle risposte che comunque tutti quanti dobbiamo allo sviluppo del nostro Paese
Ringrazio l'assessore orticelli riprendendo una sua immagine circa gli eventuali errori di gioventù
Conclude il la serie delle relazioni uno dei figli della colpa il presidente il vice presidente della Giunta regionale della Lombardia Ugo Finetti al quale do la parola
Solo per ragioni di informazione visto che di convegno sull'informazione si tratta comunico che dopo la relazione del vicepresidente Finetti interverrà nel dibattito il ministero delle delle per le regioni Aristide con la seguita
L'intervento del presidente della Commissione di vigilanza parlamentare l'onorevole Andrea Borri
Dopodiché sono previsti un paio di brevi interventi e la conclusione dei lavori la mattina da parte dell'avvocato Bondanza presidente del consiglio regionale della Val d'Aosta questo per organizzazione dei nostri lavori la parola a Fini che
Va bene
Una franche realistica presa d'atto della situazione in cui ci troviamo e soprattutto delle mutate condizioni istituzionali per le regioni e socio economiche per il complesso dell'editoria radiotelevisiva
A distanza di dodici anni dalla legge centotré ci troviamo a registrare da un lato la crisi se non il fallimento delle tesi regionalisti che e dall'altro uno sviluppo del panorama televisivo impetuoso e tumultuoso
Da un lato cioè si è sviluppato una tendenza di controriforma centralistica
E dall'altro si è imposto una disarticolazione strutturale dell'aria televisiva
E un decentramento di fatto i non programmato frutto al tempo stesso di creatività di imprenditorialità come anche però di strumentalismo e di dequalificazione
L'eclisse del ruolo delle Regioni una politica televisiva è una cosa sola con l'offuscamento del loro ruolo istituzionale questo senso mi ricollego condividendo molte delle osservazioni che ha fatto poco fa Corti Celli in questi anni Governo e Parlamento hanno portato avanti una linea di esautoramento e di compressione delle regioni tendendo a minarne il ruolo di legislazione
E di programmazione per considerarle soltanto come dei meri terminali
La vicenda della legge finanziaria in discussione in Parlamento è quanto mai eloquente
Non solo si schiacciano le regioni ora persino al di sotto del tasso programmato di inflazione che peraltro già travolto dal tasso reale l'inflazione
Ma si procede a surroga ed espropriazione di competenze
Mi permetto di ricordare queste questioni perché anche i Progetti che sono stati avanzati questa mattina o di cui si parla devono però fare i conti con un demente con la copertura con le possibilità di copertura
Finanziaria
Siamo oggi di fronte a un rinnovato centralismo che nato all'insegna di un dirigismo programmatorio da anni sessanta oggi si sta realizzando nel suo esatto opposto e cioè come emergenza e discrezionalità
E anche però necessario evitare un mero lamento Vitti mistico e promuovere una seria riconsiderazione autocritica da parte delle regioni
Ed evidenziare cioè le ragioni più propriamente politiche di questa crisi dell'istituto regionale
Le regioni non sono solo vittime sono anche responsabili di una serie di scelte errate
E soprattutto di essersi arroccate preferendo nel corso di tutti questi anni di atteggiarsi a parte bassa dello Stato anziché a parte alta dell'autonomia locale
Con atteggiamenti spesso di autocensura e di subalternità alle burocrazie ministeriali e agli enti di Stato
Sono evidentemente delle responsabilità politiche in ciò e di cioè testimonianze il Bilancio estremamente fallimentare del ruolo svolto dalle regioni rispetto alla legge centotré
E in questo quadro che va collocata e verificata la possibilità di un rilancio delle regioni nel campo televisivo sapendo che deve significare una ripresa di un disegno di riforma e di reazione a una politica centralistica
Ricordo brevemente che tre erano gli elementi caratteristici della riforma del mille novecentosettantacinque e che del resto interessavano direttamente le regioni Primo alla concorrenza tra le testate
Il decentramento e il diritto di accesso
La concorrenza tra testate nell'ambito della RAI ha introdotto certo elementi importanti di novità di pluralismo e di professionalità
Ciò non toglie che nella struttura aziendale Essa si è poi tradotta in un'istituzionalizzazione della lottizzazione prevalentemente tra democrazia cristiana Partito Socialista e ora Partito Comunista l'aspetto poi più grave e il confinamento e l'insofferenza verso l'informazione regionale che si manifesta in tutte e tre queste reti per quanto riguarda il decentramento e se è stato concretizzato in provvedimenti burocratici secondo un criterio di livellamento quasi si trattasse di fare un piano di riparto a pioggia
Senza però consentire uno sviluppo autonomo e qualificato che doveva essere attraverso forti polarità impegnate nella progettazione nella produzione e anche nella messa in onda la proposta che è stata recentemente portata all'esame del consiglio di amministrazione prevede un ulteriore smantellamento io accentramento con il cosiddetto superamento delle strutture di programmazione
Terzo infine per quanto riguarda la vicenda dell'accesso c'è poco da dire in quanto di fronte a tutti il patetico risolversi di questo impegno
Di riforma regolarmente e presto sfumata ogni illusione di intervento diretto delle regioni per quello che riguarda il tema della crescita e della diffusione della tv via cavo
Parallelamente però abbiamo assistito con l'apertura dell'emittenza privata
A concorrenza a decentramento via d'accesso che hanno fatto un'irruzione impetuosa autonomamente e che però dalla collettività sono stati vissuti in campo nazionale come la vera riforma
Vero decentramento vera concorrenza vero accesso
C'è stata cioè una riforma parallela e di fatto con novità e positività insieme certo arrischi e ad ambiguità
Cambia però in modo fondamentale la posizione di principio delle regioni
Credo che sarebbe una forzatura e anche una trasgressione istituzionale pensare che le regioni debbano privilegiare uno dei concorrenti
Dire che le regioni debbono essere uniti personalmente solo rivolti alla RAI è istituzionalmente scorretto a questo punto e se mai la RAI che in virtù del canone e del dettato legislativo e anche del dettato costituzionale
Che è in debito verso le Regioni
In questo quadro l'iniziativa delle regioni deve rispecchiare il proprio ruolo originario
Chi sta a fondamento della loro nascita e caratterizzarsi non in termini minimalisti ci e burocratici ma in termini di rilancio di obiettivi di riforma e di tutela della collettività
Contro il centralismo la dequalificazione
Dal momento della progettazione a quella dell'offerta produttiva siamo oggi di fronte a un mutamento radicale della realtà radiotelevisiva
Che ha colto molta decisionalità politica sindacale ed economica impreparate e che fa registrare risposte di emergenza e di pericolo di una crescita tra il pionieristico e l'avventurismo
Esiste cioè il rischio di una crescita per passaggi traumatici soprattutto sul piano per l'occupazione e della qualificazione professionale
Con il processo di innovazione tecnologica si sono aperti per l'editoria radiotelevisiva possibilità di sviluppo soprattutto per una ripresa dell'impronta di dell'imprenditorialità e di investimenti produttivi
Si deve quindi pensare a una politica che di fronte a determinate difficoltà
Provveda però ad aprire a stimolare i remi che finora sono stati trascurati ma che hanno forti potenzialità di sviluppo innanzitutto l'editoria specializzata e l'editoria locale sia radio che Tele trasmessa
Si tratta di potenzialità che proprio le prospettive che sono state aperte dalla modernizzazione per le unità di dimensioni anche ridotte debbono essere favorite
Ma più in generale si tratta di dare certezza per una generale espansione della produzione televisiva
Primo si tratta di fare uscire l'emittenza privata da una dimensione quale quella di oggi essenzialmente cinematografica che significa in questo momento essere ancora un momento più di distribuzione che di produzione
In secondo luogo rilanciare il ruolo delle sedi RAI uscendo dal centralismo dando vita ad un decentramento non squalificato a pioggia ma secondo alcuni poli produttivi con una serie di investimenti per l'ideazione la produzione e la messa in onda
Un emittenza privata non compressa nella dimensione che spara cinematografica
E uno emittenza pubblica non compressa da una dequalificazione centralistica
Possono essere i due canali che nelle realtà regionali possono far fronteggiare la modernizzazione in termini positivi sul piano imprenditoriale professionale e sociale
Gli alimentari un indotto un complesso di attività e di professione
Non è senza rilievo per la situazione e le prospettive dell'emittenza televisiva il fatto che oggi assistiamo un'eclisse dei centri di editoria pura tecnica tradizionale siamo oggi di fronte a un fenomeno grave per certi aspetti allarmante
E cioè da un lato l'eclissi dell'editoria pura e dall'altra l'irruzione di retta del potere economico e finanziario nel mondo dell'informazione confini non di imprenditorialità ma di mera strumentalizzazione io asservimento
La precarietà di un tessuto realmente imprenditoriale e quindi di autonomia produttiva e l'esposizione a questa irruzione diretta di interessi che vengono da altri mondi di natura economica e finanziaria e un fatto sempre più di rilievo
Si sta creando una situazione per certi aspetti molto pesante in particolare parlo della Lombardia e di Mila no
Più che con Mona Poli oggi la situazione italiana abbiamo a che fare con una sorta di conglomerati economico-finanziari in questo senso la polemica anti trovaste e in parte superata o insufficiente pre abbiamo a che fare con blocchi di potere che vanno dalle armi alle immobiliari alle auto che vanno dagli alimentari e computer e alle assicurazioni
Sono conglomerati che però hanno un elemento comune che ognuno di essi ha poi un terminale nell'emittenza radio televisiva
Ebbene questa irruzione diretta del potere finanziario nell'editoria ha evidentemente dei caratteri ora di destabilizzazione ora di normalizzazione è però un dato che non può essere ignorato nelle nostre
Riflessioni
Il nodo di fondo rimane quindi quello di una proprietà editoriale che abbia una sua credibilità e autonomia finanziaria e che si muove in un quadro di razionalità
Per questo è fondamentale un'iniziativa che sgombra il terreno da un eccesso di conflittualità tra pubblico e privato e ci faccia uscire da un clima di guerra senza esclusione di colpi che si è tradotto in scelte spesso antieconomiche
Ha cioè aggravato la precarietà del privato e dall'altra il burocratismo del pubblico
La concorrenza selvaggia tra la RAI e i privati all'insegna dei maxi contratti ha determinato da un lato uno spreco
E dall'altro una rincorsa verso livelli di qualità sempre più discutibili sul piano sia dell'intrattenimento che dell'uso della pubblicità
La vicenda per esempio negli anni scorsi di Rete quattro di come scoppio è il prodotto di una politica non avveduta da entrambe le parti che ha puntato appunto lo scoppio dalla concorrenza vorrei ricordare quando l'onorevole Martelli che venne per questo molto aggredito avanzò la proposta di una Quarta Rete
Da dare ai privati e bene se quella proposta fosse stata non aggredita ma fosse stata compresa oggi avremmo una situazione di maggior pluralismo in campo privato e certamente una situazione più sana complessivamente questo senso io credo che vada vista un'iniziativa delle regioni sul testo di legge sull'emittenza televisiva
Certo non è un'iniziativa che possa rientrare al dettato statutario ma credo che le regioni debbano riprendere possano riprende un'iniziativa politica complessiva su questi temi
Innanzitutto la legge purtroppo ancorò essenzialmente una legge di distribuzione ed è in re in arretrato sia per l'innovazione e cioè verso una politica di sviluppo nell'abitazione del cavo e del satellite dall'altro manca di una politica a favore del prodotto
Si rischia di fare di ripetere gli stessi errori che son fatti per la legislazione cinematografica provvedimenti essenzialmente rivolti alla distribuzione e una politica del prodotto puramente negativa fatta di sbarramenti o di imposizione
L'esperienza già dimostrato come l'impostazione burocratica si traduca in una produzione di basso livello e alla fine senza interesse medico nomi con né di qualità
Bisogna quindi prevedere forme di incoraggiamento e investimenti era investimenti seria a favore della produzione
Nel complesso per l'emittenza privata si tratta di garantire una fuoriuscita dalla dimensione cinematografica a cominciare dalla rottura dei vincoli circa l'informazione l'interconnessione e la diretta
Per la RAI si tratta di conciliare imprenditorialità e servizio pubblico
La RAI proprio in ragione del canone non può inseguire alla cieca il privato lanciando sia rialzo dei costi e al ribasso della qualità
Né d'altra parte può smarrirsi nel ministeriali Isma'in una dimensione burocratico parassitaria
Di fronte a un privato che in poco tempo e con un potenziale essenzialmente cinematografico e di intrattenimento è arrivata a contendergli in breve tempo il cinquanta per cento del mercato
La risposta della RAI e i privati non può essere una controriforma in un ritorno quasi da anni cinquanta una RAI tutta romana tutta Rete uno tutta direttore generale
Questo la linea contro riformisti che ha che va contestata dalle regioni in nome del pluralismo del servizio pubblico delle imprenditorialità e della professionalità
Ma al contrario rilanciato l'impegno di riforma in termini di decentramento qualificato secondo poli produttivi e non sedi livellate senza criterio
Di autonomia e pluralismo interno e non con squilibrio tra reti e di politica dell'accesso
Che deve prendere atto del fallimento dell'accesso via RAI e della necessità di far vivere l'unico reale accesso democratico che rappresentato oggi soprattutto dalle radio locali che non vanno perseguitate ma vanno semmai incoraggiate tutelati
In questo quadro si pone il problema della rete tre
è stata in questi anni una scelta pesante costi altissimi e qualità abbastanza discutibile
A questo si somma una ghettizzazione dell'informazione regionale e un segnale ancora difettoso per certi aspetti persino inferiore in taluni casi alle tv private
Innanzitutto vanno prese le misure tecniche necessarie per avere un segnale che sia effettivamente dappertutto concorrenziale
E però del tutto discutibile che l'informazione locale debba essere limitata alla sola RAI tre che questa mattina abbiamo sentito dal dottor Biber Zoli dei riferimenti mi sembra di apertura e di revisione in tal senso
Al contrario come del resto accade nelle sedi radiofoniche speriamo che venga accolto il principio che l'informazione locale sia pure in spazi limitati deve essere però promossa e avere diritto di cittadinanza sulla Rete uno e sulla rete due
La soluzione naturale e prima dei rispettivi telegiornali nazionali appunto sul modello radiofonico
Per quanto riguarda le sedi RAI in particolare con il centro di produzione c'è da riattivare una politica di investimenti e di rinnovamento
Esistono ancora troppe maglie burocratiche come la distinzione tra sede e centro e una politica che si è tradotto in appiattimenti e di immobilismo
Si tratta di rilanciare le risorse interne e le potenzialità finalizzandoli proprio le vendibilità del prodotto
Va rilevato francamente come la Rai nella sua insistenza centralistica abbia in questi anni sistematicamente compresso le sedi regionali come quella di Milano lasciando poi nella realtà locale via libera ai privati
Comunque
Credo che occorre anche ricordare che le regioni non hanno oggi nessuna delega rilevante in materia di radiotelevisiva
Se si escludono i ruoli previsti per i Comitati radiotelevisivi e per le reti cavo non canali entrambi definiti dalla legge centotré del settantacinque e peraltro del tutto marginali obsoleti il terreno d'intervento delle ragioni è ora di natura prettamente politiche
Per lungo tempo le regioni hanno sbagliato
Hanno creduto di trovare il loro principale interlocutore nella RAI rinunciando ad aprire e sviluppare un discorso politico con il governo la Conferenza Stato Regioni e con il Parlamento direttamente con la Commissione parlamentare di vigilanza
Ci sono almeno tre elementi su cui le regioni possono legittimamente rivendicare una maggiore presenza istituzionale nel settore radiotelevisivo
La Regione come ente di programmazione economica come ente di pianificazione territoriale come gestore diretto dei servizi
Come ente di programmazione economica la Regione deve intervenire nell'attività radiotelevisiva in quanto settore di piccole e medie aziende che hanno bisogno di supporti finanziari tecnici e formative
Come ente di pianificazione la Regione deve intervenire riguarda una risorsa naturale le frequenze via delle infrastrutture di comunicazione che possono essere assimilate a strade e ferrovie
In questo caso le Regioni non possono essere escluse dalla definizione dei bacini di utenza ottimali dell'emittente e quindi dalla locazione delle frequenze alle singole emittenti in modo che sia garantito un equilibrio territoriale regionale
I bacini di utenza non possono essere definiti solo in base a parametri tecnici ma indispensabile tener conto di fattori socio economici e culturali
Ciò richiede una serie di rilevamenti di studi che siano in grado per ogni regione di combinare al meglio in ogni porzione subregionale i caratteri tecnici socio economici e culturali necessari a disegnare bacini d'utenza appropriate
Anche per queste ragioni alle Regioni deve essere delegato il compito di rilasciare le concessioni d'uso delle frequenze alle singole emittenti
Concessioni che devono essere lasciate secondo valutazioni economiche culturali che nessuno meglio delle regioni è in grado di fare le concessioni potrebbero essere rilasciate da un'apposita commissione consiliare affiancata da uno staff di tecnici ed esperti
Infine le regioni come gestore dice la Regione come gestore di servizi ha bisogno del mezzo radiotelevisivo deve poter trovare sistematicamente degli spazi per poter meglio sviluppare settori e servizi di cui è competente ad esempio in formazione e aggiornamento per agricoltura formazione professionale diritto allo studio formazione e prevenzione medico sanitaria
Questi come altri settori hanno bisogno sempre più di mezzi di comunicazione potenti come la radio la televisione
Per potere essere alimentati da un'informazione di servizio che le Regioni devono poter gestire in accordo con le sedi regionali della RAI piccole tv indipendenti regionali
L'attenzione delle Regioni deve quindi guardare al sistema degli enti audiovisivi nella sua That totalità
E quindi considerarlo non solo come informazione spettacolo ma anche come formazione ciò significa interessarsi una politica di promozione di programmazione finalizzata non soltanto i canali della RAI e dei network parimenti occorre impegnarsi per favorire l'ammodernamento delle strutture e delle infrastrutture e lo sviluppo dei servizi necessari
Non faccio mai dimenticato che vi è tutto un indotto dal punto di vista della imprenditorialità radiotelevisiva che rappresenta un ritorno quanto mai importante e significativo sul piano economico e sociale che non può essere sottovalutato proprio dalle regioni
E in questo quadro per concludere che va visto e sviluppata una proposta quali quella che è stata avanzata dal profondo Soro Zaccaria qual è la società finanziaria di iniziativa regionale
Insieme a una nuova definizione del comitato regionale radiotelevisivo non rivolto soltanto alla RAI
Si può pensare ad un rapporto che investa anche l'emittenza privata l'editoria coinvolga istituti di credito istituzioni culturali ed enti locali pensando sia la programmazione sia canali di distribuzione parallela
Le Regioni a questo proposito potrebbero farsi anche promotrici con altre istituzioni rappresentanze economiche sociali di iniziative per la fornitura di servizi via etere via cavo soprattutto nelle grandi aree urbane
Certamente una ripresa dell'iniziativa delle regioni auspicabile salutare soprattutto come occasione in questo senso di far tornare l'istituto regionale ai propri compiti per cui era nato
Ringraziamo il vicepresidente della Giunta regionale della Lombardia e devo aver parlato di figli sentiamo il padre Ministro degli affari regionali l'onorevole Aristide Gonnella a te la parola signor ministro
A me sembra
Che il discorso
C'è stato ampliato
E probabilmente
Era naturale che così fossero
Passando dallo specifico argomento
Nelle venti antenne
All'argomento quasi di fondo
Sulla nuova identità regionale
Nel contesto della nuova società
E nei fermenti e di mutamenti istituzionali
Che vanno a mano maturando
E di cui in questi ultimi settimane
Abbiamo visto e abbiamo ascoltato altissime espressioni anche qui a Firenze
Beh non vorrei entrare
Nel merito
Di ciò che è stato poi
Il convegno di Venezia
Fuori soltanto fare alcune brevissime sottolineature al riguardo
E la prima
E quelle che nel momento in cui
E nel settantasei venivano attribuiti poteri ben precise le regioni
E già di per sé ci stava determinando un mutamento nel nostro assetto politico istituzionale
E per cui ci trovava cadere uno strumento Cotti culturalmente definito
Ma che veniva a cadere in un momento storico
In cui avrebbe avuto delle difficoltà notevoli di adattamento
E malgrado si fosse creata l'attimo sfera panna regionalista
In cui ogni cosa era nelle regioni niente al di fuori delle regioni
La sostanza le illusioni
Hanno portato ora a questo ripiegamento
Nei confronti soprattutto
Di quelle regioni
Che più avevano portata avanti un processo politico di grandi attese
E lo abbiamo visto
Un'opinione pubblica
Patteggiata nei confronti
Delle regioni
Soltanto venuta meno la grande attesa
A richiesta di buona amministrazione i mezzi provenienti dalla redistribuzione delle risorse nazionali
E dall'altra abbiamo visto un ritorno da parte di governo centrale non tanto ad una riaprì verso di funzioni
Ma è una non considerazione
Del ruolo delle regioni e dell'importanza che si invece l'avevano anche nell'esplicazione d'una politica nazionale e di ogni attività amministrativa nazionale
In mezzo restituzione regionali hanno più discusso sul loro ruolo
Che nel fare proposte che oggi invece devono poter essere formulate
Proposte di revisione di modifica
Di statuti ed i rapporti fra regioni
E il governo nazionale o come Regioni ed enti locali su tutto grandi enti locali ivi comprese le grandi agglomerazioni delle aree metropolitane nella prospettiva di un loro configurazione istituzionale
Ebbene molte cose mutano
E di mutare di queste situazioni
Le Regioni certamente devo saper trovare e supera un trovare un nuovo modulo e superare questa crisi perché vi è una crisi religiosa
Sarebbe un errore
Da parte
Del governo centrale
Gli voler limitare poteri costituzionalmente definiti
è stato chiaramente definiti delle regioni anzi sarebbe necessario potermi esaltante
E in tutto ciò che è stato un elemento di contatto
Fra Regioni e governo
Su argomenti il spiccata competenza
Regionale
Si è visto che ogni qualvolta si tenda dei varchi alle regioni
Il processo di intervento nazionale in una strategia anche attivata regionale tribù accatto o non raggiunge gli obiettivi ore ogni caso gli obiettivi sono molto inferiori allo spreco di risorse che sono applicate in questo sforzo
E allora si vede che il così detto il neo centralismo statuale
Diventa un fatto negativo
Per la stessa strategia
Economica
Dello stato
E diventa negativo ancor di più
Per quanto riguarda la validità ulteriore che noi vogliamo riaffermare delle regioni del contesto istituzionale dello Stato italiano che si configura come Stato regionale senza che questo possa far venir meno il concetto della unitarietà dallo Stato
Essendo soltanto le regioni forme articolate dello Stato e non strutture come alcuni pensano contrapposte dialetticamente Allo stato
Se questo è è necessario
Di nuovo riporre intermedi grande orgoglio
Conti Corticelle di grande orgoglio
Il loro regionale non tanto però come forme di Parre giornalismo come se questo fosse la panacea tutte le questioni ma come forme collaborative
Che spesso però nella pratica quotidiana vengono meno
Perché si predilige a volte la settorialità di un rapporto alla conquistato un rapporto
E cioè la frantumazione di competenza l'intero le stesse regioni Porta a rapporti pronto malati nei confronti di colonna centrale
E lo vede nei confronti de la misurazione del Governo ed avere confronti nel Parlamento per raggiungimento di conquiste occasionali ed o di conquiste ragionati
Sempre Sempio
è stato chiesto dalle banche una sua legittimazione chiederlo
La non
Utilità
Del dicastero o meglio del Dipartimento della prima del Consiglio degli affari regionali
E ora perché la concezione regionalisti nel pareggio leghismo porta ad una settorizzazione ulteriori di acquisto di poteri e ad un rapporto settorializzato con i singoli corrispondenti al livello di quello nazionale
E cioè non è più la Regione nel suo complesso di fronte a lungo ferma il suo complesso che ha una rappresentanza unitaria
Ma i singoli assessorati di fronte ai singoli ministeri o i singoli assessorati di fronte alla posa di discutere con tutto una di Commissioni parlamentari in cui orizzontalmente le regioni
Entrano ad essere presente orizzontalmente
E ne vediamo nella rappresenti una proprio risolta le delibere si regionali che esistano non soltanto per i materie di competenza ma anche per materie di loro competenza specifica
E quindi non rientranti tra autonomia però i riflessi regionali comportano una paniere di riferimento di interessi regionali riportati all'interno del gol nazionale
Questa sottovalutazione che viene fatta e qualcosa che l'undici dall'esaltare
L'istituto turistico lo deprime e lo costringe ad una estenuante
Posizione di questua ante o una posizione spessa volte di frustrazione che certamente non può essere elemento di spinta per realizzare le pertanto però portare avanti un disegno più complessa
E allora da questa impostazione di ordine generale
Io ritengo che vi sia invece da parte del governo universale profonda su ciò che le Regioni devote a realizzare proviamo in tutti gli aspetti dal territorio agli ambienti ai lavori pubblici all'agricoltura arrivato puritani
In tutte le altre questioni che stemperano l'interessato le regioni e quindi ha problemi di e trasporti avrebbe del turismo che sembra che lo interessano e regionale durato lumi a assoluta senza interferenze da parte del Governo nazionale che pure a un elemento fondamentale di strategia
Che non può essere poi frantumata pur essendo necessaria la peculiarità in ogni regione
In questo specifico settore era già c'è questa orizzontalità che è stata riconosciuta dagli organismi nazionali
Non soltanto nella partecipazione al CIPE al CIPE
Perché i castelli tra prevede gli affari regionali
Ma anche con la presenza regionale e delle singole prive di regioni quanto si vengono a verificare interessi specifici di ogni singola regione il che in un certo senso il giusto ma è limitativo
Perché non fa bene la complessità perché ciò che per una ragione ogiva per un'altra può non andare o viceversa
E allora la necessaria la scelta di vedere globalmente
Questo
Deve spingere ad una maggiore capacità di contatto
Fra Regioni e governo centrale che non sia soltanto limitato all'approvazione o la prosa delle leggi o al TAR via alle grandi missione al tutte missioni delle della politica estera fra virgolette delle Regioni le loro camicia di espansione
Cioè finanche pensato ai giustamente alle Camila regionale allineato la CEI in alcuni settori particolari
Perché questo importante raggiunge all'intero dalla comunità una qualche peculiarità anche le orde distruzione direi lamento che spesso le regioni sono destinatarie per nostro ordinamento
Di una serie
Di normative
Comunitari
Ma volendo chiudere questa questo parte
Del mio intervento
Quelle qui significare che le regioni
Devo avere maggiori capacità di spinta e di rappresentazione
Del loro stesso
Della loro stessa peculiarità nelle singole regioni
Nei confronti dello Stato dell'opinione pubblica e dei mass media
Perché stanno affievolendo sempre di più ed è questo un danno istituzionale e politico gravissimo
La responsabilità che i Consigli regionali e leggende già hanno e enorme di fronte alle è lì di fronte alle popolazioni
E di fronte direi quasi all'assetto istituzionale lo Stato
Perché noi non possiamo permettere che vi sia un minimo di via Gradoli sodo regionale
Ma io rafforzamento e la condizione stessa del nostro sviluppo
I problemi
Delle antenne
Bene devo dire che non voglio entra nel merito di questioni
Che sono diretta competenza
Delle collega
Ma mi
Però devo dire che la legge del settantacinque la centotré
Amico Borlezza meglio di me
è una legge che nasce che è nata per due anni nata morta nata in relazione ad una polemica che devo ancora vedere
Da un punto di vista politico
Altre situazioni più che un pluralismo era un frazionamento di potere
E non ha dato
I suoi risultati come gli ha dato un risultato importantissimo
Per poter ha creato
Il potrà delle pensioni private a tutti i venti locali regionali nazionale
Il fatto che imposto sulla norma ciò che la norma non prevedeva la società rafforzato e qualsiasi cosa la norma possa fare quando aiuta pronte nel creare qualche cosa la Roma o si adatta immediatamente o insufficiente a contenere ed Ascoli discrepanze che sono nate l'insufficiente ai costi gravissimi valuta nazionale va a pagare
E allora si ormai la coscienza prima perciò che tecnicamente se lavora in popoli Tucker cadono sul piano tecnico le cose infatti l'hanno travolto non esiste più
O se questo non esiste più
E andiamo avanti una deregulation avanzata non può essere questa fermata o bloccata da interessi politici consolidati in questo momento
Se vi è una deregulation tutte le istituzioni pubblico-private possono partecipare
Ai vari livelli
Non come fatto di decentramento burocratico che non assolve a un compito se non in quel momento di stile iniziatore d'una richiesta
Qual è stata la richiesta dal Terza Rete richiesta politica non data da un fatto né di pluralismo né di necessità ed è fallita anche l'aspetto del decentramento regionale perché non era riuscita a determinare quell'esaltazione delle forze locali sociali culturali politiche e informative nel campo dell'informazione che avrebbe dovuto nel via di principio poter determinare se ciò è un dato di fatto ed evidenziato estimativo lasciarle si impone
è chiaro che sta deregulation questa è fatta con i cannoni del passato con le visioni del passato con l'impostazione del passato
Timidamente
O siamo di fronte ad una svolta ed oggi siamo di fronte ad una svolta è in tal senso a destra impostata o siamo di fronte soltanto ad errate densamente di rotta e questo porterà ad un più di uno dei temi di lotta sembra che
Sembra che ciò si renda possibile
E cioè il contrasto violento degli interessi possa essere composto in una composizione degli interessi
Che debbono essere non soltanto interessi di quelli che competono ma interessi generali si suole ad un certo momento poter vedere in termini generali come riteniamo di poter per intero i giornali il Parlamento o il Governo che dovrà proporre al Parlamento delle delle soluzioni
In questo quadro nasce la funzione delle regioni
Anche da definizioni tradizionali fine filetti quali accennata alcuni alcune condivido altro punti di non condivido non scendo nel dettaglio rispetto ad alcune competenze mai incerto
Che si è politicamente oggi più che giudica avente le regioni possono avanzare proposte
Perché possa avere spazio nella riforma
Per l'assetto radiotelevisivo presa d'atto di avere un colloquio con la radio televisione nazionale di Stato ma con tutto il sistema
Che è più complessa
Il che pone nuove problematiche
E questo è indubbio
Sequestro problematiche non vengono ad essere viste inquadrate non lo furono attiva è sicuramente una socio di stabilità futura una volta fatta la normativa con tutte le difficoltà a farla ma una volta fatto normativa e c'erano altri con tradizioni ulteriori parlo d'azione che potrebbe essere immediate se non vengono ad essere recepite istanze che oggettivamente nel quadro della deregulation in questo settore che poi ha una visione
Internazionale euro prima prima ed internazionale poi per essere invece considerata e io penso
Che
In questo settore
Regioni
Non possono andare al Gila
Di ciò che un potere importante determinante
Che attiene allo stato nella configurazione di alcuni principi generali
Della libertà
Informazione ed alla libertà d'impresa
Macché illimitatamente
In un certo quadro infra nazionale preclusa al termine locale
Questa perché visto
In termini di promozioni d'iniziativa di proposizione
Anche di organismi che le Regioni possano creare ma che hanno di fronte a sé
Non soltanto la rete le visioni nazionali
Ma tutto quanto
Il sistema privato è certo però
Che questo deriverà dal modo e dalla dall'assetto che si vorrà dare alla televisione
Nazionale
Se si dà un certo tipo di assetto
Come certe risorse finanziarie ricadere sia un certo risultato
C'erano altri voglia assetto
Senza calore Patrasso imposta e un altro risultato che presuppone un tipo di un parente nell'un caso e nell'altro di insediamento del regioni fatto che ancora non è determinato perché siamo in pieno dibattito a questo riguardo e io ritengo
Che le sollecitazioni interessante
Vogliamo a trecentosessanta gradi rivisto ma mi ha fatto siano elementi e spunti importanti perché dal dibattito possano essere una soluzione che possa contemplare queste esigenze che non sono opposte sono convergenti anche se attualmente dialetticamente
Possono sempre sembrare certamente non convergenti
Io ritengo
Che
La possibilità delle regioni di poter raggiungere determinato invettive
Questi obiettivi che certamente danno anche un contenuto alla stessa autonomia
Non più l'autonomia dei decreti ed è la redistribuzione altro assist perciò regionale delle risorse nazionali
Un patto riduttiva
Ma da un contenuto molto più certo e direi quasi
Caratterizzante
Se ad un certo momento un rapporto sollecita tipo
Un rapporto promozionale
Può essere
Determinato anche a tre sulla rivitalizzazione
Dei comitati
Radio
Televisivi nei confronti delle società regionali
Che hanno capacità notevolissima
Di poter esprimere energie intellettuali
Ma devo bene
Questo diventa un fatto importante anche formativo professionalmente un fatto sollecita attivo anche di investimenti ma diventa anche un fatto
Selezione attivo di classe dirigente nel settore dell'informazione giornalistica in tutti capito soltanto l'informazione politica Renzi formazione artistica letteraria
Economiche eccetera
Ampia o a basse
Di questa capacità concorrenziale dei giovani
Nelle professioni
E portato una selezione nazionale più interessante con la base più vasta
E questo è un contributo essenziale che si dalla formazione da case chiede l'estrattore dell'informazione di cui si sente carenza
E questo questo fatto anche attraverso questo sistema se ne vogliamo
Però ripeto se sopita rata per un problema
Per sempre trattenuto soluzioni per esempio Cannone è chiaro che bisogna richiedere alle tribù tutti i centri di produzione mica Proietti Regione
Una maggiore Kabila altro che un riaccentramento lamento dette tiene tutto si potrà smettere ma no tutto si può fare perché i suoi al Nazionale ma che sul network nazionali che debbono avere cianosi e dirette interconnessione tutto quanto necessario patron realtà locali
Perché molto abilmente in un quadro nazionale una realtà alta Desire interessa poco la Sicilia e viceversa
E mentre le più curata interessò moltissime sono seguite perché c'è un ritorno ritorno formidabile ad un ricerca continua di vendita culturali sempre più sentite ed informazione d'ordine locale che Chidro direttamente sui ciascuno
E dopo vediamo anche a livello cali comica una visione nazionale stanno espandendo a livello nazionale senza che questo sia elemento deprimente per i giornali locali che vengono inchieste saltati
E la vitalità economica presento dice mai locale non perciò alla Gazzetta di Parma ma tutti gli altri giornali
Pure la presenza gli agguerritissimi giornali nazionali Cavento sempre più copie
Che una dimostrazione che un interesse regionale anche da questo punto di vista perito via di carta stampata si può verificare anche per quanto riguarda le altre forme di editoria nel campo Velletri
Più difficile problema il controllo delle vie del cielo
E poi piuttosto complessa
Perché questo è un problema di ordine europeo e internazionale alle opere soltanto che riguarda l'azione o di ordine locale per cui vi sarebbe già mediare nel nostro interno per polemica né dell'europea a livello internazionale
Tre e necessario una compartecipazione da questo punto di vista delle regioni con un atto propositivo anche per delimitare i famosi bacini senza che questi potesse possono essere poi lui accoppiati ad un resistente che praticamente se vive ha una sua vitalità intrinseca se non riesce a vivere non bisogna farlo vivere diciamo così attraverso diciamo sì Ignazio dal momento che la libera concorrenza deve poter selezionare
Non vorrei aggiungere altro
Se non testimoniare l'attenzione
Che
Dipartimento degli affari regionali porta a questo vostro dibattito non soltanto al dibattito su questa questione specifica
Che è un elemento un elemento importante frutto in questo momento dalla rivitalizzazione
Te la fisionomia del Sud autonomistico
Non le stavo vicina
Ma vi è una nuova attenzione una spicca dissi ma attenzione
E io lodo beh vengano a annotarlo in ogni aspetto
Ma paghiamo vere che
Non tentiamo di fare anche questo un elemento settorializzare ante perché da questo punto di vista se avrete magari una voce maggiore
Ma lei saprebbe anche nello stesso tempo un migliore ascolto
Su una minore capacità di recepimento e quindi bisogna che tutto
Sì armonizzato nella responsabilità dalla classe dirigente regionale
Tenere un alto senso nazionale
In quelli che sono i grandi strategie che vengo a destra vada al Parlamento che riassume in sé tutti gli aspetti anche regionali attraverso questa continua trasfusione i capacità di comunicazione
E la commissione Inter camerati gli affari regionali questi la la la la stanza di risonanza piedi di queste posizioni
Quadro che le sollecitazioni che qui sono state fatte anche precise
Sono state fatte a posto Zaccaria
A Corticelle sono state fatte
Da fighetti
E possono trovare
Una più
Adeguata e precisa e precisa formulazione interi proposte
I comitati regionali della RAI che poi sono stati delle tribù che sono stati emendi sollecita di via anche di questa riunione
Che sostengono i convocati perché volevamo vedere in che modo la riforma fosse fallita non volevamo constatare cosa potessero fare in che modo fosse valida in che modo potesse essere ricompresa in un'accezione più vasta come solo detto per legge di riforma la loro capacità propositiva di iniziativa certamente dovrò gli strumenti anche finanziari per poter operare
E non soltanto l'avete visto che di finanziari per cui l'operatività era un fatto di volontariato che soltanto uno due regioni potevo poter supplire perché esplicarsi solo avo funzione di questo collegamento
Con la realtà e la società regionale e la realtà ed aspetta nazionali
Mi auguro caro Presidente e ringrazio e mi scuso se sono andato al di là del tempo che mi ero prefisso
La ringrazio
Invitato e voluto qui
Portare non soltanto una testimonianza personale ma portare anche per quanto riguarda la prima parte del mio intervento le linee che il Governo attraverso il dicastero degli affari generali intende portare avanti nei rapporti con le Regioni grazie
Siamo noi signor ministro che la ringraziamo di quello che ha voluto dire in questo convegno e per l'essere andato al di là quando i ministri dello Stato vanno al di là e ampliano il loro rapporto con le regioni le Regioni non ne sono mai rattristato
E dopo l'intervento del ministro vedi verifichiamo la posizione del parlamento nazionale attraverso il presidente della Commissione di vigilanza l'onorevole Andrea Borri che prego di voler intervenire
Anch'io ringrazio dell'invito oltre al ringraziamento devo anche esprimere un apprezzamento per l'iniziativa e direi anche per la tempestività delle iniziative
è vero che di radiotelevisione nel nostro Paese si discute ormai danni però siamo alla vigilia qui di un fatto importante cioè almeno della predisposizione
Di un disegno di legge
Che il ministro Mammì
Molto lodevolmente si appresta proprio in questi giorni a presentare al Consiglio dei ministri
Ma io dico che è tempestiva
Questa iniziativa del della regione Toscana e del Comitato di coordinamento
Tra i comitati regionali per l'informazione radiotelevisiva
Perché credo che se facciamo un'analisi anche sommaria di come si è delineato il sistema radio televisione il nostro Paese
Credo che la la un'attenzione particolare allo ruolo per le ragioni oggi
Sia di particolare
Rita
L'analisi che io voglio fare molto prese di come oggi si sta delineando l'assetto di fatto delle presenze radiotelevisive
Deve partire
Ritengo dalla sentenza della Corte costerà del settantasei
Che è venuta dopo la legge del settantacinque la legge centotré che ha compiuto un passo di notevole rilievo sul piano del principio dei principi almeno dal momento che ha spostato il governo della televisione intesa come servizio pubblico
Dall'esecutivo al Parlamento
E da lì tutte le conseguenze in positivo o in negativo che qui sono state richiamate
Per cui il positivo è il pluralismo
Quello che viene definito anche la concorrenza all'interno
Delle reti e testate televisive
Ma il rovescio della medaglia è quello che comunemente viene definito la lottizzazione un eccesso di ingerenza del momento politico
Sul momento professionale autonomo che deve essere proprio giù dal verismo così delicato come la RAI quindi dopo subito dopo questa legge di riforma la sentenza della Corte costituzionale
Che apre ai privati ma sulla base di un principio molto chiaramente Espresso c'è la necessità di tutelare l'emittenza la libertà di espressione nell'ambito locale
Successivamente poi il dibattito si è sviluppato e le cose sono troppo a tutto sono andate avanti su piani più tosto diverso
Direi che chi sia attardato ancora parlare
Delle esigenze locali
Veniva subito travolto da un'ondata polemica
Per cui il localismo era qualcosa di retroguardia rispetto alle esigenze di una società che doveva procedere attraverso le grandi dimensioni dovere competere sul piano internazionale eccetera
Direi che oggi
Che il dibattito si va un pochino più approfondendo possiamo dare un'occhiata anche quello che è avvenuto negli altri paesi
Negli Stati Uniti che normalmente vengono indicati come il luogo Massimo diciamo così cui si è celebrata deregulation uno libertà d'iniziativa eccetera
Perché è un principio che è un caposaldo della di quella di quel sistema radiotelevisivo che il localismo
Per cui le grandi reti televisive americane
Sono basate sul collegamento di stazioni locali che hanno una loro precisa identità e che sono poi tutelate da rigorose norme antitrust
In questo modo una presenza forte economicamente e nato su un sistema di presenze locali collegate per aver appunto dimensioni forti per poter competere
Ma strettamente legate le realtà locali con capacità quindi di mobilità energie professionalità legate al territorio e comunque attentamente e tutelate di fronte alla possibilità di eccessi di concentrazione
In Gran Bretagna il fenomeno è analogo nel senso che le televisioni private nascono sulla base di concessione dello Stato concesse a stazioni
A livello regionale che si collegano per alcune ore del giorno e danno luogo altri sono indipendente che alternativa complemento della BBC
Il Brasile ha un sistema analogo a quello gli Stati Uniti
L'unico punto di riferimento più simile la nostra situazione è quello della Francia e si spiega anche con la tendenza piuttosto centrali al centralismo tipico di quel Paese in Francia
Abbiamo reti nazionali
Con però del forti norme a tutela della anti concentrazione per cui un soggetto non può possedere più del venticinque per cento massimo di una rete
Allora come vediamo Suma il panorama di altri paesi
è un panorama abbastanza diverso spettro struttura di fatto che si sta delineando il nostro Paese
Io richiamo l'attenzione non per spirito polemico
Per entrare
Coi piedi nel piatto
Ma di mi sembra che sia opportuno richiamare l'attenzione sul fatto che non esiste un paese al mondo
In cui un solo soggetto abbia la proprietà diventerà lette abilitata a trasmettere sull'intero territorio nazionale
Lo dà lo richiamo come dato di fatto
è vero che nel nostro Paese abbiamo organizzato anche qualcosa di interessante con la capacità di anticipare di essere diverso dagli altri
Ma non mi sembra che questa sia comunque una regola a cui non è il caso ispirarsi e senza tener conto comunque che come si sono svolte le cose in altri Paesi
E soprattutto secondo me occorre anche fare un po'di chiarezza rispetto a certi riferimenti a esperienze straniere che vengono usate in modo improprio
Io credo che
La storia della RAI
E la storia delle regioni per alcuni versi ci sono un pochettino si possono un po'avvicina sostanza
La RAI aveva immaginato
Ho legislatori immaginato per la RAI
Una sorta di decentramento un po'rituale secondo me
Un po'retorico nel per alcuni versi ma comunque basato su un decentramento di una centralità della che ha fatto il suo tempo perché nel frattempo sono sorte altre iniziative
E per e questa impostazione per molti versi ha trovato notevolissimi ostacoli interni ed esterni del potesse realizzata
Questa situazione è andato un po'di pari passo con quello che qui è stata richiamata esso è stato una specie di crisi di identità o ricerca di nuove identità delle regioni nel loro complesso nel rapporto con lo Stato centrale eccetera
Riproporre oggi questi temi mi sembra di particolare interesse
Io sono convinto che c'è uno spazio
A livello locale a livello decentrato che deve essere tutelato che si è interesse precipuo della collettività che questo spazio si è fatto cresce
Politica e non a caso le televisioni locali vivono quelle private con estrema difficoltà
Poiché è difficile in mancanza di norme in mancanza di una regolamentazione
Che realtà diverse ma con
Debolezze o forti o elementi di forza così contrastanti possono coesistere senza un minimo di normativa che consenta
Ai più deboli di potere stai in un ambito che viene loro comunque garantito è assegnato in base al nome di principio non hanno me rigorosa ma in base al nome di principio
Quindi c'è a mio giudizio uno spazio molto importante
Che è lo spazio delle presenze locali
Il cui fondamento ritengo che stia a parte
Il dettato costituzionale a parte interventi della corte costituzionale
Il fondamento stia poi anche nella forza delle cose
In un sistema che si va sempre più integrando a livello sovranazionale
Recupera sempre più forza l'identità locale
Per cui io ritengo che la gente comunemente si è interessato a sapere che cosa avviene nel mondo e che cosa viene a casa propria che siano questi due elementi principali disinteresse
Naturalmente dico questo semplificando
Perché a casa propria significa nell'istituzione che ti era presente ai livelli più vicini anche se qui si potrebbe forse fare
Qualche riflessione per cui forse c'era stabilire che cos'è
Se esiste un senta con informazione regionale o un ambito regionale di informazione quando il caso invece di ricorrere con maggiore attenzione agli ambiti subregionale d'informazione che fosse rispondono a esigenze ancora più sentiti cioè voglio dire non non dobbiamo commettere l'errore di rincorrere di ad di Alitalia sulla presenza puramente sul piano amministrativo geografico
In più c'è anche da dire da chiedersi come interrogativo
Sì certe richieste che giustamente vengono avanzate di una produzione anche culturale legata alle tradizioni e la cultura di una regione
Sia un concetto di piazze valido
Nel senso che se la produzione culturale realmente valido a quel punto forse non è più regionale ma è qualcosa
Destinato a un circuito generale e non è comunque una categoria tale da secondo me su cui destinata necessariamente ecco una presenza organizzata nel segno di una produzione che sia espressione proprio di una specificità culturale di una regione
Ma non c'è dubbio che comunque si vogliono o comunque si voglia rispondere a questi due interrogativi
Esista ecco una richiesta di presenza regionale nell'informazione e nella comunicazione in genere a livello locale che deve essere tutelata
E allora questo convegno secondo me ha posto alcune
Ha lanciato Cervone alcuni segnali di notevole interesse
Io non credo che ed è stato detto chiaramente
Che le Regioni possano intervenire né queste la volontà con una sorta di intervento legislativo che è fuori dalle possibilità delle Regioni né con una sorta una pretesa di controllo dell'informazione di gestire comunque il sistema di informazione
Ma chi lo spazio delle regioni esista
Attraverso strumenti di diritto privato il cui scopo è quello della promozione del coordinamento delle possibilità esistenti a livello locale e credo che Hillary qui abbia una funzione molto importante da poter svolgere non si tratta di risorse secondo me economiche ma si tratta della possibilità di mettere a disposizione ciò che già la RAI ha come risorse tecniche e in qualche caso come professionalità e come capacità organizzativa
E non si tratta ritengo di fare concorrenza con la presenza della RAI ed essere molto chiaro alle presenze locali libere
Ma viceversa di mettersi al servizio della crescita spontanea di presenze autonome di televisioni libere
Non dobbiamo cioè commettere lo dico agli amici della RAI fosse quel un errore che è stato probabilmente nella mente di qualcuno quando si è pensato di utilizzare un po'la terza dette come così come strumento di
Per evitare un po'la concorrenza delle allora nascenti televisioni private
Dico nella mente di qualcuno che probabilmente è rimasto nella mente di qualcuno e non si è mai realizzato però in sostanza fosse la logica aziendale difesa l'Italia ha portato a questo tipo di atteggiamento
Allora in sostanza io non dico che il sistema televisivo italiano debba tutto puntare sul localismo l'esperienza italiana ha vissuto sul terreno un certo tipo di ha dato un certo tipo di risultato
Io non immagino che illuministica mente si possa cancellare di colpo quello che si è realizzato sul campo in tutto questo periodo ma io sostengo che è un sistema televisivo mister radiotelevisivo misto
Non può essere un sistema basato su un duopolio
Senza regole
Unitarie per l'intero sistema
Quello di fronte al quale noi ci troviamo non è un sistema unitario ma è qualcosa fatto di due tronconi separati la RAI con una normativa in parte inadeguata alla situazione di oggi
E il sistema privato il segmento privato senza normativa in cui in mancanza di regole ha prevalso inevitabilmente la legge del più forte in questo caso anche del più bravo
Però non credo che questo configuri un sistema un sistema deve Conte per vere norme comuni
Il sistema sarà regolato e per essere unitario deve poggiare su alcuni fondamenti validi per tutti
Credo che ci siano alcune norme che devono valere per il pubblico e per il privato perché il telespettatore è sempre lo stesso quindi alcune norme che riguardino la pubblicità
Con trattamenti differenziati per la presenza pubblica la presenza dei privati grandi e la presenza dei privati locali alcune nome unitarie per quanto riguarda la soglia minima di qualità
Del rispetto del della produzione con riferimento supporto alla tutela degli spettatori più deboli e norme unitaria e per quanto riguarda anche
La tutela contro gli eccessi di concentrazione poiché e qui voglio richiamare un concetto molto semplice
Che poi le norme a tutti antimonopolio non significa cavalcare ipotesi
Anti privatistiche a sostegno della presenza pubblico ma esattamente viceversa significa poter norme per consentire regole di mercato cioè che il mercato possa svilupparsi secondo delle regole
Dal momento che non esistesse non esiste mercato su ne esistono regole che lo disciplina
Quindi credo che se le Regioni
Si inseriscono in questo sistema riequilibrando lo per sollecita una forza per una forte presenza dal basso assolvono una funzione che allo stesso tempo di presenza loro sul territorio ma direi che anche una funzione soprattutto nell'interesse generale
Io vi chiedo scusa di aver fatto un intervento disordinato e così anche poi troppo di chi non ha assistito a tutto il dibattito ho voluto comunicarmi un pollo buono alcune considerazioni
Su questa materia su cui si dicono tantissime cose tutti noi siamo una certa misura Esperti e non Esperti di una materia che procede con velocità sorprendente mentre leggi atteggiamenti politici sono di una lentezza
Del tutto direi
Complementare in senso in senso opposto
Quindi una norma saggia deve essere quella che i nostri interventi le nostre leggi tutto quello che facciamo si erano improntati alla
Leggerezza di intervento quindi interventi quando interventi di normativa generale lasciando poi ecco e possibilmente avviene anche una capacità di governo complessivo del sistema ma con l'attenzione l'evolversi di tutto
Come come diceva giustamente ministro Gonnella di una realtà che spesso è più forte di qualunque volontà di disciplina
Nei suoi confronti
Ma soprattutto ecco con rifiutando l'idea di nome minuziose che con la quale con le quali pretende Ding abbiamo una realtà che per definizione sfugge a un controllo di questo tipo
Vi ringrazio ancora di questa opportunità come presidente ha come sua di vigilanza che vigila su un settore uso conseguimento di questo sistema
Voglio dire che siamo particolarmente sensibili a livello parlamentare a queste esigenze esigenze che vengono portate anche in commissione
E che credo che se da questo convegno come mi auguro nascevano delle indicazioni delle proposte comunque delle linee
La commissione di vigilanza per quanto di sua competenza
Dimostra senz'altro l'attenzione che questa tematica così importante meritava
Ringraziare il presidente Borghi per il suo intervento il prima di dare la parola al presidente bonzo alza che concluderà i lavori di questa sessione mattutina ricordo che i lavori riprenderanno nel pomeriggio
Alle quindici e trenta e che nel pomeriggio sono previsti tra gli altri gli interventi di medesimi presidente del Coordinamento dei redditi regionale dei Comitati radiotelevisivi
Del direttore della sede RAI di Firenze Biondi del direttore della terza rete tv Guglielmi del direttore del TG tre e regionali POR Cagiva
Del direttore del TG tre nazionali Curzi
E inoltre gli interventi dei rappresentanti nazionale della CGIL della CISL e della UIL della Federazione della stampa di alcuni comitati radiotelevisivi dei rappresentanti nazionali responsabili del delle informazioni per i partiti
Di maggiore rilievo nazionale
Tutto questo nel pomeriggio un pomeriggio che sarà quindi molto intenso
E e qui ci induce a tentare di concludere rapidamente i lavori del mattino e per questo ci affidiamo alla capacità di sintesi
Del presidente della regione del consiglio regionale la Valle d'Aosta l'avvocato Gianni Bondanza che come dicevo e anche coordinatore della Conferenza nazionale dei presidenti dei consigli regionali
La parola al presidente Bondanza
Gli ho dato la voce qualcuno gli ha la parola
A ringrazio il presidente Carosi per questo convegno e premesso che il convegno nazionale sul sistema radiotelevisivo assume sin d'ora la carretta mistica di un punto di riferimento essenziale e pregnante per il livello dell'informazione le diverse aree regionali
Ritengo che anche sul piano di una breve comunicazione imprese esplicitare le varie problematiche
E le proposte conseguenti per giungere ad un progetto coordinato delle regioni per l'informazione regionale
Naturalmente e motivatamente le regioni nel formulare indicazioni risolutive non possono tener conto della situazione reale nella quale opera su scala nazionale la Terza Rete televisiva ne possono prescindere dalla disamina delle variegate situazioni locali
Che delinea un quadro insoddisfacente dei rapporti tra la RAI e gli organi regionali sia sul piano delle convenzioni già attivate da alcune regioni sia su quello non meno importante del rapporto tra informazione e potere democratico
Giustamente il presidente Carosi ha richiamato l'esigenza di una dimensione informativa corretta ed efficiente anche negli ambiti regionali
Preoccupandosi di ipotizzare dell'auspicato nuovo ordinamento radiotelevisivo la funzione decentrata dell'informazione nell'ottica di un servizio pubblico il convegno dovrà dunque rispondere ad una domanda fondamentale da un lato valute che da un lato valuti le esigenze più avvertite do l'utenza regionale e dall'altro canto attui quelli Gitti mo'
Contemperamento tra vicenza economiche direzionali organizzative della RAI e l'informazione territoriale su scala regionale
Primo obiettivo del convegno non deve essere dunque quello di censurare con la protesta
E con la critica l'attuale livello produttivo su scala regionale bensì quello di mobilitare ancora una volta la capacità di risposta e di proposta delle Regioni per favorire un corretto sviluppo dell'informazione televisiva
L'attuale articolazione del servizio ha già aperto il varco numerose critiche basate essenzialmente sull'analisi delle risultanze attuali che in molte regioni suscitano perplessità scontenti e lamentele
Dietro ad un simile contesto negativo si celano spesso la scarsità del personale delle attrezzature ed in taluni casi la stessa insufficiente ricezione dei programmi della terza rete su tutto il territorio regionale
Alcune sedi vengono considerate dai giornalisti dalla RAI disagiate
Essendo troppo periferiche rispetto ai luoghi di residenza degli interessati
La programmazione televisiva lascia molto a desiderare indipendentemente dalla nota modulistica
Dell'informazione in sé per sé specie laddove esistono solo convinzioni parziale con alcuni ordini delle regioni e no con insieme dell'ente regionale
In alcune realtà bilingui il difetto di programmazione ancor più vistoso
Perché nell'incapacità di produrre direttamente spazi televisivi riservati alla lingua della componente etnica tali spazi vengono acquistati almeno per quanto riguarda la Valle d'Aosta acquistati all'estero e riproposti senza il minimo adattamento e si è prodotto senza la giusta attinenza con la dimensione culturale del posto
In sintesi occorre postulare almeno tre livelli propositivi quali fattori interdipendenti volti a rianimare la funzione decentrata dell'informazione
In primo luogo bisogna riflettere insieme alla dirigenza della RAI sulle carenze della struttura sui correttivi da apportare sulle dimissioni articolata dell'informazione dello spazio riservato alle regioni
L'informazione della terza rete RAI non può essere un auspicio del comitato regionale radiotelevisivo d'intesa con le regioni ma deve partire dalla volontà politica di sviluppare la terza rete in modo coerente con l'Istituto autonomistico in un rapporto costruttivo con l'ente radiotelevisivo nazionale
In secondo luogo il dialogo Rai regioni deve nascere su un modello di convenzione unica che abbia nel suo interno un protocollo di intesa aggiuntivo discusso e preparato con le sedi regionali
Per la definizione di tutti gli aspetti connessi alla produzione e alla programmazione dell'informazione locale
In tale ottica la controparte della Rai non sarà un solo organo della regione bensì tutti gli organi costituzionali dalla Regione e cioè il Consiglio regionale la Giunta quale organo collegiale amministrativo e lo stesso Presidente della Giunta nella veste di legale rappresentante dell'ente Regione
Oltre ad abbellire le attuali convenzioni con lessico singoli assessorati bisogna addivenire alla elaborazione di progetti d'insieme che riguardano in modo sistematico l'attività del consiglio e della Giunta regionale
Un'importante funzione di controllo effettivo deve essere attribuita specificatamente comitati regionali radiotelevisivi il cui potere decisionale appare oggi minimo
Per non dire irrisorio laddove ben altro peso che ruolo assume il comitato di vigilanza nazionale della RAI
Il terzo piano di di intervento che può essere canalizzato nel merito del nuovo ordinamento radiotelevisivo
Riguarda l'orientamento di passare direttamente alle Regioni il compito e la responsabilità della gestione sul territorio dell'informazione televisiva locale
La regionalizzazione da più parti o spiccata lascerebbe inalterato il rapporto economico degli attuali dipendenti dalla RAI
Metter direzione e l'organizzazione sarebbero affidate ai comitati regionali e radiotelevisivi con un supporto finanziario adeguate delle singole regioni
Mentre giuridicamente ed ecco nemica mente gli operatori dell'informazione rimarrebbero dipendenti dalla RAI
Il processo di regionalizzazione comporta la riorganizzazione delle sedi regionali e l'affidamento della direzione del controllo ai comitati regionali radiotelevisivi per la gestione dello spazio riservato all'informazione locale
Sulla base di questi tre orientamenti lo strati
E secondo me è possibile concepire l'auspicato rinnovamento rivolto a fare dell'informazione Jensen decentrato un uso corretto e rispondente alle esigenze delle varie realtà locali
Nel pieno e rigoroso rispetto della capacità professionali e dell'autonomia degli operatori dell'informazione era attorno radiotelevisiva che già in diverse occasioni hanno dimostrato una grande serietà verso le esigenze di un servizio pubblico ma come quello radiotelevisivo
è possibile risolvere le questioni sul tappeto per attribuire alle Regioni un ruolo che non sia solo di passiva tesa di riforme
Che stentano ad essere avviate per mancanza di reali presupposti e degli indispensabili supporti economici organizzativi
Al di là delle indicazioni fornite sommariamente
Dalla presente comunicazione che è il duplice scopo di risponde ad un ad un cortese invito del presidente Carosi e di gettare le prime basi per un confronto diretto
Va detto che su ciascuna regione deve presentare una proposta sia per consentire un'analisi più approfondita dei dati di partenza delle varie situazioni locali
Sia per animare il dibattito avente per obiettivo il conseguimento di un progetto d'insieme in grado di catalizzare catalizzare orientamenti definitivi e precisi sulla riforma dell'informazione regionale
In questa prima sede non si è fatto cenno ad un ad un altro aspetto non secondario dalla dalla riforma dell'informazione che concerne il rapporto tra le regioni e le cosiddette antenne private
Trattasi di una riflessione che assicura rispondenza nell'esigenza più volte avvertita di un completamento dei sistemo informativo carattere caratterizzato sia da taluni eccessi se ancora dalla non sempre affidabile
Se pur conclamata
Garanzia di una di un pluralismo democratico in un settore così delicato come quello del flusso di notizie fra istituzione e l'utenza pubblica
Mentre è chiaro è pacifico che l'indirizzo prevalente dell'ente Regione non può non privilegiare la televisione pubblica va dunque aggiunto che nel complesso del sistema informativo nazionale ed internazionale e ciò per le regioni frontaliere
Sarebbe un errore misconoscere la realtà dell'emittenza privata
Che talvolta offre prestazioni più che qualificate anche se non assoggettate ed efficace canoni legislativi più volte auspicati e postulati
E sempre disattesi per mancanza di una normativa chiara e di una di un preciso indirizzo del Parlamento dalla Repubblica va altresì ricordato sul piano degli interventi legislativi che possono essere promossi e proposti dalle Regioni
La bozza risultante dall'incontro intervenuto tra il professor Gazza Kharja e i membri dei comitati regole radioline radiotelevisivi che assume particolare valenza con le linee volte da un lato ad attivare la digitazione statale
Dalle materie delle materie delle informazioni e d'altro canto e d'altro canto capaci di garantire alle regioni le attribuzioni delle competenze integrative ai sensi dell'articolo centodiciassette e centodiciotto della Costituzione
Direi che l'aspetto pregnante della posso del documento delle Regioni predisposta dopo l'incontro citato dal professor Zaccaria con i membri dei comitati radio chiede radiotelevisivi sta appunto nell'aver postulato
Anche in sintonia con con il quadro emergente in campo europeo una partecipazione effettiva dei rappresentanti regionali negli organi di governo del sistema avvalendosi anche come recita il documento
Di una varietà di strumenti istituzionali e sempre esclusi e senza escludere la possibile la possibilità testuali
E cito di dare vita a società miste di diritto privato particolarmente idoneo in questo campo in una in unità di intenti con altri soggetti pubblici e privati
E concludo
E concludendo ritengo doveroso qui richiamare un intervento che fece il professore il presidente Piepoli per la regione Emilia Romagna al convegno disse ammessa
La nostra azione diceva deve affrontare la questione fondamentale rapporti con l'informazione perché qualifica i Consigli regionali inserendo le regioni come interlocutrice di primo piano sul tema attualissimo della riforma della RAI
Del sistema privato Querceta ho poc'anzi e degli scopi vorrei aggiungere degli indirizzi deputati all'informazione locale del nostro paese grazie
Si conclude così la prima fase del nostro convegno riprenderanno i lavori alle ore quindici e trenta se è vero che per ragioni di sistematicità abbiamo dovuto inserire nella prima fase dei lavori alcune presenze politicamente significativa e non per questo la prosecuzione dei lavori
Perde di interesse anzi credo che proprio nel pomeriggio dovrebbero emergere i contenuti e le proposte delle categorie dei soggetti più direttamente interessati
Per cui l'invito caloroso della presidenza e ad assicurare anche nel pomeriggio e nella seduta di domani la stessa attenzione e la stessa presenza grazie
Sì tecnicamente si raccomanda ai partecipanti che desiderano partecipare stasera alla pranzo ufficiale di dare la segnalazione di adesione all'asse
Oppure inizio alla sessione pomeridiana del nostro convegno come avevo anticipato mentre ovviamente prego dei signori convenuti di voler prendere posto e invito il dottor Osvaldo Biondi direttore della sede RAI di Firenze la parola a Biondi
Buona sera
Come direttore della sede RAI di Toscana direi il mio intervento è un po'di pragmatica
E soprattutto credo che sia utile data la ripresa dei lavori e per richiamare un attimo l'attenzione dei partecipanti a questo compito
Io come uomo che rappresenta la periferia dell'azienda
E non posso che plaudire alle cose che si sono dette questa mattina
C'è stata una ricchezza di contributi veramente rilevante
Sia da parte del professor Zaccaria sia da parte dei rappresentanti politici delle regioni
Sia da parte dell'onorevole Borri
Si è parlato ripetutamente di tre livelli immaginabili ipotizzabili per il servizio radiotelevisivo
E credo che su questo non si possa discutere molto
Un livello sovranazionale
Un livello nazionale o livello regionale o locali
E io allora a questo punto dovrei porre un interrogativo
Visto che opera all'interno del servizio pubblico nel servizio pubblico si va ipotizzando
I primi due livelli è un livello locale
Ancorato unicamente all'informazione
Cioè un livello locale che è claudicante perché mancante di una gamba
Mi pare di dover immaginare un servizio televisivo come articolato su l'informazione che certamente ha un ruolo centrale ma aggiungerei anche sulla comunicazione
E intendo per comunicazione tutta quella fascia di informazione di iniziative che in una società composita e complessa come la società moderna
Si rendono necessarie proprio perché le varie comunità abbiano capacità di dialogare tra loro e con gli altri
Perché io non ritengo che l'ambito che definisco locale
E che può essere regionale interregionale non ha importanza è tutto un discorso che secondo me va lasciato all'immaginazione delle diverse realtà perché non si può sempre immaginare le venti regioni italiane come tutti i denti che tutte uguali e tutte con le medesime
Necessità come è successo in passato
Quindi per comodità di didattica direi definirei questo ambito locale
L'ambito locale però non è un ambito forzatamente distinto da quello nazionale o interregionale
Vorrei ricordare in proposito proprio l'esperienza che a Firenze ormai storica
Quella della radio la sede fiorentina ha una tradizione di produzione radiofonica
Che se andasse articolando a livello nazionale però con un contributo che nasce scevra da una realtà culturale politica sociale qual era quella della Toscana di Firenze
Ed è stata credo un'esperienza largamente positive largamente produttiva non vedo perché questo tipo di esperienze questo tipo di dialogo fare la realtà locali
E realtà nazionali non si possa riproporre anche nel settore della televisione quindi oserei macinare proprio l'intrecciarsi di discorso no un discorso che va per gradi
Che poi vietano di interferire nei gradi superiori e viceversa
D'altra parte questa esperienza che oggi viene ampiamente criticato questi Franco Pollini come diceva il professor Zaccaria
Hanno creato un'esigenza
Perché è accaduto quello che è accaduto in fondo per la pubblicità sembrava che non ci fosse sono nate le televisioni private si è scoperto mercato ter della terribile della pubblicità televisiva
è accaduto una cosa un po'simile anche per la realtà regionale
Non c'erano programmi televisivi locali e si credeva che non esistesse un'esigenza
Sono nati
Rakitic direi mise rally con pochi soldi
Però è nata almeno in Toscana ed io parlo ovviamente della situazione della Toscana un'esigenza un'esigenza che si è trasferita nelle istituzioni
Che ha portato faticosamente alla creazione di strumenti operativi
Che sono stati avviati di questo va dato merito soprattutto a Carlo Bonetti
Il quale oggi il sempre qui in Toscana ha trasferito questa sua esperienza in un altro strumento di comunicazione quale la mediateca regionale
Che una realtà volute costituita dall'ente regione in Toscana e che può essere un punto interessante ed importante di raccordo qualora si voglia dare una voce alla realtà regionale per poter comunicare perché e qui ancora mi riallaccio una volta alla relazione di Roberto Zaccaria se si carica all'informazione di troppe cose si rischia il fallimento
Perché se si vuol far fare tutto attraverso l'informazione si finisce con non comunicare mentre importante secondo me comunicare d'altra parte si è fatto anche dei raffronti con le realtà straniere
Credo che questa esperienza di voler affidare tutto alla comunicazione è stata fatta proprio in Francia
Info fondo France trova non è decollata perché perché appunto si è basata solo ed unicamente sull'informazione gravata da troppi compiti e da troppi incarichi
Si parla ho sentito di il televisioni locali
Ma queste televisioni locali che spesso vivono male
Forse loro per prime avrebbero bisogno di un raccordo con il servizio pubblico
Perché dobbiamo uscire dal concetto dell'auto archivia della RAI che fa tutto dovrà pur misurarci con le diverse realtà locali e secondo me
Parlamento azienda devono garantire questa possibilità di dialogo modellato sulla capacità e le esigenze delle regioni
Oggi anzi qualche giorno fa proprio in un dibattito televisivo Emilio Rossi vice direttore generale della RAI parlando degli oneri che il servizio pubblico a in più rispetto alle televisioni private
Accennava al carico di venti sedi regionali e delle orchestre sinfoniche
Lascio perdere le orchestre sinfoniche e e mi limito appunto alla realtà della quale mi occupo
Certo che le sedi regionali possono essere un peso per l'azienda dipende da come si vogliono utilizzare nella prospettiva di oggi certamente questo peso è destinato accrescere non a diminuire e a creare anche una allarme fra i lavoratori di queste serie di perché non è mio compito fare il sindacalista ma un direttore di sede a il problema di tenere il polso anche del personale che opera con Luca quando si vedono certe iniziative certamente anche nel personale si crea una preoccupazione per un allarme e si rischia di perdere professionalità e capacità che sono il pesce costate molto e che sono in grado di produrre almeno in Toscana ancora per il bene della comunità regionale grazie
Ringraziamo il dottor Biondi direttore della sede RAI di Firenze e per un
Equilibrio immediato rispetto a quanto lo stesso torrioni diceva darei la parola a Mario Albanesi del giornale nuove antenne del coordinamento nazionale emittenti radiotelevisive in modo da sentire subito una voce
Dell'emittenza privata
Ringrazio
Beh
Non vorrei che questo convegno
Non si trasformasse in un'ennesima
Sorta di esibizione di opinioni
Di buoni intenti
E non si riuscisse ancora una volta da affrontare quelli che sono il seri problemi concreti problemi
Certo abbiamo sentito anche delle cose interessanti questa mattina professor Zaccaria
Una splendida prima parte dell'intervento dell'onorevole Borroni
Che però strada facendo arrivato a delle conclusioni che
Francamente ci hanno lasciato perplessi
In definitiva si dà per scontato che nel nostro Paese sono accaduti fatti irreversibili noi pensiamo invece che vi è reversibile non ci sia assolutamente nulla
Mi riferisco all'affermazione al fenomeno
Dei network
Che sono pro sperati
All'insegna della illegalità della complicità
E potrei aggiungere tanti
Tante definizioni certo non piacevoli della corruzione per esempio
Perché la corruzione non è solo quella che
Viene esercitata e che magari fa correre il rischio di essere presi con le mani nel sacco elargendo somme
Ma anche un'altra tipo una un l'altro tipo di di di corruzione esiste
Che è quella de e l'elargizione di spazi televisivi a uomini politici a partiti
E poi alla concessione
Al momento giusto e nel punto esatto
Di di forme di sostegno economico
Ti pubblicità
Oggi assistiamo al fenomeno di un gruppo nel nostro Paese che è riuscito ad asservire buona parte di emittenti locali e non locali e nazionali
Elargendo pubblicità
Ottenendo due scoppi
Vendere
E guadagnare sulla pubblicità che elargisce
E asservire contemporaneamente
Le emittenti che quasi sempre fanno capo a forze politiche una forza ideologica che potrebbero dar fastidio
Il progetto ma mi a questo punto si aggancia in una situazione per nulla tranquillizzante
Ci siamo incontrati con il ministro non mi all'altezza del mese di di ottobre
Ha chiesto la nostra opinione
Dopo che li avevamo presentato una documentazione
Su ciò che dal vivo stava accadendo tenendo anche presente che il ministro ma mica la piuttosto
Nuovo del settore che quindi
Era nostro dovere informarlo
Sembrava disposto a recepire certe nostre istanze che erano istanze libertarie
Democratiche costituzionali
Sembrava che avesse recepito che le cose così come stavano procedendo non potevano assolutamente ispirare
Ad una legge
Disse allora mamme in quell'occasione ci disse ma i network esistono e quindi in qualche modo dobbiamo tenerne conto
Rispondemmo noi dal coordinamento nazionale emittenti la telegrafia televisive correndo anche il rischio di essere irrispettosi signor ministro
Nel nostro Paese esista anche camorra 'ndrangheta e mafia non per questo a qualcuno è venuto in mente di regolamentarle
Purtroppo il ministro ha tenuto poco conto delle cose che gli avevamo detto noi per primi sul nostro mensile nuove antenne
Abbiamo accettato il problema della responsabilità regionale
Nel mille novecentottantadue credendo che il comitato radiotelevisivo regionale fosse un forse per nostra disinformazione fosse un po'all'origine di tanti mali convocammo una così venne definito una manifestazione variopinta di emittenti radiotelevisive in piazza Santi Apostoli a Roma poi scoprimmo che in definitiva il comitato radiotelevisivi
Che non erano neppure
Stati messi in condizione di tessere di intreccia un rapporto fattivo producente con la RAI erano praticamente la nostra condizione cioè erano vittima di uno stato di cose
E allora
E oggi siamo ad un ad un punto ad un nodo tale
Che possiamo esaminare con maggior serenità di un tempo l'intera questione intanto i network non è assolutamente viene detto ed è qui appunto che la relazione dell'onorevole la relazione l'intervento dell'onorevole Borri
Non c'è piaciuto
Intanto si dà per scontato che i network sono passati ormai un postulato suo ed è un è ormai definito il network che esistono esattamente quanto
Aveva dichiarato c'aveva dichiarato il ministro Maroni non è affatto vero che i network sono passati esistono certo ma sono in netto regresso
Noi spesso stimoliamo i nostri associati a svolge delle inchieste delle indagini
E sta immergendo una realtà completamente diversa da quella che si voleva far credere
La gente ormai è stanca di uno stato di cose che la fede esclusivamente sgomento la vede esclusivamente mezzo
E ter Reno
Di di lotta di lotta economica
La gente oltretutto la gente italiana non era preparata ad uno stato di cose che per esempio è stato possibile affermare negli Stati Uniti
In sessant'anni
C'era tutto il tempo per poter preparare il pubblico rendono in condizioni di di non reagire in certi casi queste inchieste annui stimolate all'approdata dei risultati di questo genere preferisco oggi vedere un film ha trasmesso dalla RAI di pessima qualità c'è una seconda visione trasmesso dalle reti
Infarcito
Beh io credo che solo sei mesi fa
Questo fatto
Lo si sarebbe potuto verificare queste inchieste sarebbero ancora una volta approdata dei risultati completamente diversi
Quindi noi siamo dell'idea che i giochi non siano ancora determinati non siano ancora fatti definiti
Ed è a questo punto che si innesta al discorso regionale
I comitati radiotelevisivi regionali hanno un enorme compito davanti a sé
Allora compito di amministrare il territorio che gli approcci ma anche un punto di vista navi elettrico
Allora noi
Siamo qui per fare delle proposte
Una di queste
Potrebbe essere quella di investire i vari Consigli regionali affinché agiscano sulle giunte sulle presidente delle regioni
Delle regioni italiane infine sino a creare
Degli assessorati alle telecomunicazioni per esempio
è una proposta
Il professor Zaccaria potrà meglio di noi
Diresse
Concretamente praticabile
Ma ci pare che intanto è un qualcosa che
Che è nell'aria
Ci si esisterebbe la possibilità di legiferare da parte di di un assessorato alle telecomunicazioni
Potrebbe creare a questo punto delle commissioni paritetiche magari all'interno degli stessi Comitati radiotelevisivi
Le commissioni che comprendono le varie parti interessate
Dal ministero delle Poste all'ENEL per alle rappresentanze radiotelevisive private
In particolare il ministero delle Poste presenta degli organi assolutamente sotto utilizzati
Che sono i circostanti questa buffa parola
Che in concreto significa circoli delle costruzioni telegrafiche telefoniche
Significano significano organi del decentrati del ministero delle Poste che fino a questo momento si sono presentati all'emittenza privata
Quasi sempre in veste repressiva mentre il loro contributo di esperienze
Le loro attrezzature
La loro capacità potrebbe essere messa al servizio delle regioni che in questo settore
Si troverebbero a dover amministrare ciò che il più delle volte non conoscono esattamente
E così via
Ora chiaramente tutto ciò mostra volontà da parte
Da parte di qualche forza politica in passato
C'è stato se verificata una presa di posizione a favore delle Regioni in quanto enti proponibili ad amministrare il territorio anche da un punto di vista l'atletismo poi non c'è stata la forza politica necessaria al discorso è stato
Ma è stato spinto
Alle estreme conseguenze cioè quello di provocare
Di provocare effettivamente delle richieste delle necessità e delle decisioni
Ma in queste questi Buoni propositi rimasti allo stato tale mi pare che possono essere ripresi nel luglio scorso per esempio
è passata all'unanimità presso il il Consiglio regionale del Lazio una proposta
Che invitava il presidente chiedeva al presidente della della Giunta regionale del Lazio di creare una commissione paritetica
Bene aspettiamo ancora a questo momento aspettiamo ancora che questa Commissione venga venga costituito
A Roma poi esistono problema gravissimo le emittenti radiotelevisive
Sono al collasso
Nel senso che tutta una serie di provvedimenti di sequestro hanno investito la maggior parte di emittenti che operano nella zona Castelli Romani
Quindi solo l'interessamento diretto da parte di dell'ente regionale potrebbe arrivare a
A dirimere una situazione estremamente complessa
D'altra parte
Gli enti locali giustamente alla menta non l'invasione di tante antenne non sono diventi antenne ma venti moltiplicate per un gran numero quattro mila antenne nel nostro Paese ma d'altra parte abbattere le antenne significa anche chiudere la voce a tante
Ma tante entità liberi fino a questo momento
Anche qui i tempi sono ristrettissimi è necessario un intervento rapido
Stranamente concreto riempito i partecipanti che devono ancora esprimersi
Esse estremamente concreti quelle parole ne abbiamo sentito tante in questi anni convegni tavole rotonde non solo rotonde ma anche di altra forma
Enunciazioni di principio ognuno usciva più o meno bene dalle cose che aveva affermato
Ma intanto i network procedevano
E le piccole emittenti
Piccole e medie mittenti chiudevano
Erano costrette a chiudere rese completamente asfittiche da uno stato di cose
Uno stato di cose così confaceva
Ad un Paese libero ad un Paese che vuole
Aiutare la libera espressione e tante altre belle iniziative
Questo punto credo di non avere più nulla da dire
Il pare che
Detto chi siamo noi che rappresentiamo le piccolo medie aziende radiotelevisive
Significa dire che in questo in questo convegno rappresentiamo la parte più debole
La parte che rischia di scomparire
E al momento in cui la Corte costituzionale del mille novecento settantasei apparire all'emittenza libera pensavano voi
Fra i nostri associati abbiamo referenti parroci che trasmettono al la messa radio politiche
Anche piuttosto acceso
Abbiamo radio di comunità montane radio che esistono e televisioni
Che esistono i luoghi dove arrivano tre coppie di giornale che potrebbero costituire e costituiscono attualmente non solo
Non solo un fattore informativo
Alternativo di controinformazione a costituiscono anche quella
Quella sorta di legame col territorio con la popolazione che altrimenti
Non la si può avere
Le televisioni locali risento di uno stato di cose si presentò in modo assolutamente sguarnito
Spesso effettuano dalle delle trasmissioni in modo piuttosto maldestro ma hanno un grosso pregio che sono legate al territorio
Quindi non è perfettamente confacente esatto
Affermare che solo l'informazione caratterizza il localismo sono tanti altri fatti ascoltato una radio libera magari che nell'attuale caos provocato nulla le emittenti non ma dalla mancanza di una legge ascoltato una radio
E sentite gli ascoltatori che si rivolgono forse a volte decine di migliaia di ascoltatori fanno capo ad una radio che chiedono le cose più strane le cose più diverse sull'orario inutili queste sono televisioni inutile
No dal momento che interessano decine di migliaia di persone inutili non sono
E rischiano di chiudere a questo punto è compito vostro evitare che ciò avvenga grazie
Grazie è iscritto a parlare il Aldo
Dal polso presidente del comitato regionale radiotelevisivo dell'Emilia-Romagna io non perché si stia avvicinando l'amico D'Alfonso ma colgo l'occasione
Così casuale solo per dire che tra esperti di comunicazione e di informazione credo sia abbastanza intuitivo che il messaggio posta realizzare i suoi obiettivi anche laddove sia contenuto in termini e intende pienamente ravvicinati non lo dico ovviamente nel tema credo sia un insegnamento che tutti meno che i politici dovrebbero dare
Grazie non la parola dal palco no io da molti anni partecipa a convegni del genere di alcuni la colpa anche di essere stato tra i promotori
Mai sobillato divide gli interventi in tre categorie
Il protervia accentratori i disperatamente rassegnati e i testardi speranzosi che qualcosa cambi
Le motivazioni di questi atteggiamenti sono esplicite o sottintesa
Ragioni reali volta a volta sono spiegati in nome delle ferree leggi dell'economia e dell'aziendalismo
Delle nuove tecnologie contro le quali nulla si può della crisi del regionalismo o viceversa
Per lo sviluppo della democrazia del dovere di non comprimere ma suscitare sempre nuove energie tecniche intellettuale
Alcune ragioni sono convinte e nobili altre meno mi permetto di dire ma non è lecito né in questa sede né in altri fare un processo alle intenzioni
Anche in questo convegno mi sembra però che finora questi tre atteggiamenti siano emersi almeno nelle voci espressi
Non voglio essere offensivo verso alcuno ma si può facilmente presumere in quale categoria siano illustri interlocutori assenti
Probabilmente sono nella prima categoria
Ma chi si è detto convinto sostenitore di uno sviluppo delle otto a locali professor Zaccaria messa all'indice il termine decentramento ma io credo che sia giusto perché decentemente una concessione
Invece bisogna vedere lo sviluppo delle alta locali non come concessione dell'imperatore ma come qualcosa che deve svilupparsi lealmente
Penso spero che l'abbia detto con convinzione
Ma in una sede pubblica come questo è quello che valgono sono i pronunciamenti enormi riapparse
E penso quindi che dall'intervenuti a parte i diversi toni sono state dette le cose interessanti sul ruolo che le regioni possono svolgere per lo sviluppo di un sistema televisivo misto democratico
Diffuso
Cioè le proposte avanzate dal professor Zaccaria dall'assessore ricorsi Shelley dal vicepresidente Finetti dall'onorevole Borri da altri sono proposte serie
E possono in pratica ricondursi replica vorrei ritornare al tema regioni televisione radiotelevisione possono ricondursi ad alcuni elementi per i quali le Regioni possono rivendicare una loro presenza nel sistema nel settore radiotelevisivo
Le regioni come enti di programmazione economica le Regioni commenti di pianificazione territoriale
Come enti gestori di servizi io direi soprattutto come enti espressioni di una società complessa e articolata ci sono altri compiti
Si potrebbero dettagliare questi capitoli in tanti altri sottocapitoli
Altri lo hanno fatto l'hanno accennato ha certamente mettendoci intorno a un tavolo anziché dall'alto di una tribuna si può fare di più che delle semplici sintetiche enunciazioni però abbiamo il dovere di guardarci negli occhi anche se è difficile con questi fare
Perché da parte di tanti si è taciuto sinora sull'argomento regioni e sistema radiotelevisivo
Perché le cose dette in questa sede tono solo parziale e talvolta soltanto formale riscontro in progetti di legge quali quelli ultimo dono di un amico ma anche ad altri
Scusatemi la sincerità
Ma ho l'impressione che si che è disposto a cedere alle rivendicazioni regionalisti che li chiamo così in questa sede quando potrebbe pensare nelle decisioni posta zitto o si accoda ai centralisti
Ma quest'impressione perché per l'esperienza di questi anni
Ho potuto notare che non c'è un solo colpevole di quando va accadendo
Purtroppo accade la stessa cosa anche in quelle che io considero le migliori famiglie
Il virus del centralismo attacca cioè anche i fisici più robusti il nome dicevo di ragioni che sono più o meno
Reali più o meno nobili però questo virus centralismo si sta diffondendo è stato detto stamane già pericolosamente
Cioè la convinzione che i giochi si fanno meglio in cinque sei e sette intorno a un tavolo a Roma o peggio in un salotto è una convinzione diffusa
E cedono a questa logica i regionalisti più convinti
Se non fosse così che cosa ha impedito che le proposte ripeto non di decentramento di sviluppo delle realtà locali riguardo al sistema radiotelevisivo
Venissero poste seriamente su qualche tavolo e discusse seriamente con apertura e disponibilità
Questo per il passato fino ad oggi
Ma non vorrei che dopo questa giornata ci fosse da chiederci che cosa ha impedito che le parole pronunciate a Firenze venissero dette anche a Roma nei momenti in cui si deve decidere
Non vorrei apparire un rivendicazioni sta regionale un portatore di logori luoghi comuni contro la capitale arsenico questo e perché sono convinto che i destini della riforma del sistema radiotelevisivo non si giocano solo a colpi di Paolo di Celentano
Sono convinto che questo non sia utile neanche alle televisioni private ma sono convinto che questo non si può ammettere per l'emittenza pubblica che ha altri doveri oltre quello di farle concorrenza a Berlusconi
Possiamo anche concedere Crete visioni private abbia una sola logica aziendale non possiamo concedere che un ente pagato dal pubblico
Non abbia anche delle logiche che rispondano alle esigenze di un pubblico diffuso e non soltanto di un'azienda
Se non è certo non se non si sprigionano tutte le energie disponibili per un sistema che non sia solo un misto tra pubblico e privato ma misto perché adesso concorrono tutte le realtà locali avremo sempre un sistema monco asfittico
Comunque inferiori alle reali punti potenzialità siamo convinti di questo io penso che anche in questa sede chi non lo è ha il dovere di dirlo e possibilmente di dimostrare perché questo non sia vero
E possibile aprire su questi temi un discorso tra Stato e regioni e tra pubblico e privato
Un discorso però via via la conclusione che parta dalla RAI
Perché le regioni possono avere una funzione verso l'emittenza locale tv e radio è stato detto ma con quale forza
Si possono porre in questo discorso se per prima la Rai emittente pubblica non dimostra disponibilità
E parlo della Rai non delle sedi regionali perché le sedi regionali RAI che potrebbero essere il centro di coordinamento di propulsione a livello locale del nuovo sistema misto sono molto spesso
In preda riceva biondi mi sembra a difficoltà notevoli si va indietro con quali mezzi con quali autonomia con quali rapporti con le Regioni con quali intreccio reale con l'azienda nel suo complesso si pongono le sedi regionali RAI
E se non si risponde a questi interrogativi nella pratica non con professioni di fede si parla vuoto
E non sto aggiunge nulla quanto l'ha detto il dottor Biondi un'ultima cosa per concludere io sono da anni presidente di un comitato regionale
Signor per i servizi radiotelevisivi
Non ho parlato e non intendo parlare la nostra esperienza perché dico francamente che come altri colleghi ho assolto a questo compito compassione con sempre minore spinto dovrà dire la verità ha comunque pensando che fosse ma cosa utile io non so se nella nuova legge debba ancora essere determinato l'organismo il quale le Regioni affrontano i problemi del sistema radiotelevisivo personalmente non mi interessa però mi interessa che nella nuova legge
Ci sia la presenza delle regioni attraverso la giunta attraverso il Consiglio attraverso organismi che le Regioni stesse possono determinare attraverso organismi che determini la legge la questione non è assolutamente significante
Il problema è se il sistema radiotelevisivo deve essere un sistema solo accentrato oppure deve essere un sistema che abbia un riflesso anche in realtà locali
Problema credo che a parte quindi pronunciamenti che si sono avuti in questa sede
Se in Parlamento le forze politiche dimostreranno meno di voler andare nella direzione di una piena utilizzazione e del potenziamento de nel giro Calì o se si preferisce da parte di tutti rassegnarsi ha uno status quo che a mio parere non è immobile
Ma senza l'apporto in un'indagine rischia di andare indietro e non di andare avanti perché nulla di ciò che è immobile rimane ferma
Vincerà l'acquiescenza la rassegnazione o riusciremo a smuovere qualche cosa ma io credo che stamane abbiamo sentito alcuni pronunciamenti pro altri forse ne sentiremo non so se pro ho sinceramente contro importante e che i pronunciamenti pro poi anche nella pratica non soltanto in questa sede ma in altre sedi si dimostrino a favore di un reale intreccio fra sistema radiotelevisivo sistema delle Autonomie pubblico-privato è possibile grazie
Interviene ora nel dibattito Alessandro Carmi Dulli segretario generale aggiunto della federazione informazione e spettacolo della CGIL
Io voglio cominciare con un in un modo che non usa più cioè con una frase piena di enfasi e di retorica
Voglio dire che è un convegno come questo mi riempie il cuore di speranza
Ma mi fa nascere anche svariati dubbi
Perché la nostra esperienza
Di questi mesi
Di trattative difficili con l'azienda RAI
Con un autorevole esponente dell'azienda RAI
è un'esperienza che si muove in senso esattamente contrario a quello che si sta dicendo qui
E sia riscoperto qui e mi fa piacere mi riempie il cuore
Il grande valore del locale delle regioni
Hanno i sindacati
Quando
Verso la fine di luglio si capì che si tagliava fuori non solo le regioni locale ma forse potevano scomparire anche le sedi della RAI
Fu detto che eravamo folli rimanevamo sole illusi a parlare del locale come di un grande fatto
E allora qualche dubbio mi sia consentito
Da parte di tutti coloro che hanno scoperto in questa sede il regionalismo
La vocazione locale della RAI non vorrei che se ne parlasse così in questa sede e poi dopodomani quando presento riprendiamo gli incontri con l'azienda tutto ciò scompare
E non possiamo dimenticarci che verso ripeto verso la fine di luglio il progetto della RAI era un altro
Io accetto e credo di in questo modo di sbarazzare
Il terreno da equivoci
La proposta di Zaccaria che dice smettiamo di parlare di decentramento
Smettiamo di parlare di decentramento
E cominciamo a discutere
Di quale azienda e in che modo questa azienda RAI risponde al pluralismo istituzionale sociale culturale che c'è nel territorio del nostro Paese
Poniamola così
In termini estremamente chiari moderni come si dice oggi
E allora io credo che questa riunione può avere una grande importanza
Può avere una grande importanza se capisce e se comincia a indicare come che l'azienda deve muoversi
E se queste aziende
Può rispondere ai compiti che voi stessi Ponente che le Regioni hanno posto che io ho sentito nelle Lazio
Io credo che il problema più grosso è che un'azienda così fatta senza un progetto editoriale
E senza un preciso progetto di riorganizzazione si muove a pezzi e rischia di far sì che ogni mossa sia un danno per la stessa azienda
Ci si muove cioè senza una visione complessiva di dove si vuole andare dove si vuole arrivare
Credo che questa sia la più grossa questione data affronta
Sulla quale le Regioni le istituzioni le forze sociali hanno qualcosa da dire
E allora c'è un primo problema io non ne prendo atto con grande piacere che in questa sede sia venuto fuori la prima questione da discutere
E cosa cosa significa informazione nel nostro Paese informazioni in termini moderni
Se informazione significa solo telegiornale
O se formazione va tradotto nel termine moderno di comunicazione
Che significa qualcosa di diverso ha ragione Zaccaria quando dice che se scarichiamo questo progetto che la progetto questa iniziativa che la RAI sta prendendo
Del quarto telegiornale
Sulla quale si scarica praticamente tutto si cerca di scaricare il pluralismo sociale politico culturale che c'è nel nostro Paese se resta questo soltanto
Io son convinto che le sedi Rai non hanno vita lunga
Perché non è questo il ruolo di una sede di una grande azienda come la RAI in una moderna società della comunicazione
Il ruolo di un'azienda come la RAI e quello di comprendere
Presento volevo fare un piccolo esempio
Come si colloca
Un discorso che prima o poi il nostro Paese dovrà fare che talune regioni stanno facendo su questa questione grossissima della cablatura
Per tutti i Paesi avanzati dell'Occidente
E questo è
La grande prospettiva del futuro per alcuni la grande prospettiva di futuro per altri Paesi già un dato di fatto per noi non si sa bene cosa ma qualche sperimentazione c'è qualcosa va avanti come si colloca la sede RAI
In questo processo
Ha un ruolo non lo ha
E allora la centralità del servizio pubblico
Forse dico una cosa azzardata dipende dal fatto se l'audience del quarantanove per cento del cinquantuno
E quindi stiamo lì a vedere se fantastico se Celentano se Baudo la la gara quell'altra
Hanno quarantanove cinquantuno la centralità del servizio pubblico dipende dal ruolo che svolge di promozione culturale
Sociale
Nel campo della tecnologia nel campo dell'innovazione nel campo dello sviluppo economico
Se questi problemi restano risolti con due edizioni o tre o quattro edizione di un telegiornale queste aziende destinata a perdere ruolo capacità competitività sul mercato
E allora queste la primo grande nodo da sciogliere io devo dire che
Pur con tutti i limiti ovviamente anche con le diversità che ci contraddistinguono
E gli spunti complessivi che la relazione svolta da Zaccaria che tra l'altro è un consigliere
Di amministrazione e mi pare fra l'altro faccia parte di quel gruppo di lavoro
Che dovrebbe definire il progetto di riorganizzazione delle se al quale non abbiamo chiesto un'audizione ma non abbiamo ancora ricevuto risposta
Io credo che quello stimolo che viene da questa relazione è uno stimolo di grande interesse
Possiamo non essere d'accordo con molte parti ci chiediamo
Come si fa a fare quelle cose ma credo che sia una base di discussione vogliamo capire noi
Quello che si sta portando avanti oggi sta dentro quello scenario e quindi sta dentro un progetto editoriale dell'azienda
Che si muove verso il recupero del locale inteso in questo senso
O no
Perché se non sta dentro il fatto che mi son sentito il cuore gonfio di gioia questo convegno nello nello scontro subito
Perché l'azienda si sta muovendo in senso esattamente contrario a quello che dice di voler fare
Perché quando sistematicamente da tutte le serie si stanno togliendo le strutture di programmazione ma non perché devono fare il programmino per quella sede
Ma perché esse se dobbiamo fare per esempio le società di prodotto ci sarà qualcuno che opera in questa azienda al di là del telegiornale
E l'azienda si sta muovendo per eliminare tutto questo tecnica possiamo prenderci in giro fra noi
è una realtà e queste
E allora voglio capire
Se il progetto e l'altro
Giusto da tutto da costruire hanno e sta bene
Che si costruisca anche a tappe a pezzi sperimentando anche sappiamo bene presente che una Regione non è un altro che ognuna una prova ha una sua specificità una sua particolarità bisogna fare le indagini di mercato le ricerche possiamo dire anche facciamo delle sperimentazioni
Là dove siamo più avanzati facciamo crescere i momenti di arretratezza però bisogna sapere qual è la direzione di marcia e la direzione di marcia oggi è contraria a quello di che stiamo dicendo
Era di questo credo bisogna renderci conto fino in fondo e anche qui ecco il valore diciamo del localismo ma lo chiama è brutta anche la parola il valore di questa pluralità che c'è nel nostro Paese io stamane
Mi spiace che non ci sia Mele scoccia sempre non dir cose vere quando non è più presente positivo un ministro
Che ha parlato della deregulation come la
La cosa che sa che sembra tutto
Beh dico ma
E manco negli Stati Uniti dove si è teorizzata questa parola se ne parla più io l'altro giorno ho sentito un autorevolissimo
Professore universitario presso i bambini professor Sylos Labini quale spiegava presento sulla base di alcuni dati cosa avrà voluto dire la deregulation negli Stati Uniti sul trasporto aereo sulle tariffe di trasportare
Ma poi stanno tutti sotto gli occhi di tutti cioè oggi se mai si parla di garantire per quanto riguarda il nostro Paese la concorrenza
Perché garanti del mercato poi risponde a quelle domande che qualcuno si è posto stamani quando segreto ma perché
L'emittenza privata
E non è scompare
E non c'è possibilità anche a livello locale di anche vista o dare un rapporto perché è accaduto questo questo è l'altro punto l'altro ruolo che deve svolgere la RAI se vuole mantenere una centralità cioè essere anche fonte che promuove
Che collabora con gli altri e certo ma quando in questo Paese la pubblicità dell'emittenza privata al settantacinque per cento c'era solo uno altro che deregulation
Qui c'è prova di salvaguardare la concorrenza
Certo l'ordine non più le i tre step vero parliamo di conglomerati vero perché ormai si parla dell'industria manifatturiera e si arriva fino alla a al al giornale si arriva fino alla rete televisiva parliamo di conglomerate ma questo è un altro punto
Il servizio pubblico ha una funzione in questo ristabilire le regole del gioco e la può avere London in termini astratti ma i termini concreti di lavoro di fattività di operatività le società di prodotto
è solo una chiave importante
Il problema
Come costruiamo tutte queste cose
Siccome abbiamo detto abbandoniamo la parola decentramento perché dar luogo ad equivoci sembra che siamo
In una conferenza che abbiamo fatto non l'onorevole pubblico Mindy cava comuni sopravvissuti e qui ce ne sono diversi che insieme a me discutevano allora
Quello che si chiamò lo schieramento riformatore delle regioni non parliamone più perché se no dice be tu sei rimasto al passato
Allora facciamo una proposta
Regione e forze sociali possono riprendere il cammino che avevano posto quando nacque la riforma tanti anni fa
E come lo riprendono quale rapporto di stabiliscono
Si può vedere come allora di stabilire questo contatto non è un rapporto istituzionale perché non è possibile ma stabilire un contatto permanente e lavorare una pochette
Sei ore di discussione e di confronto
E in questa fase in cui il consiglio di amministrazione deve lavorare questo piano e se le linee son quelle che dice e l'onorevole Zaccaria noi siamo disponibili a un confronto su queste cose
Come ci muoviamo assieme come le regioni che poi rappresentano le forze sociali lui creano un movimento di quella natura
Che coglie l'essenza della RAI che è una grande azienda che produce la comunicazione che produce sviluppo che produce economia che produce cultura
Noi come organizzazioni sindacali poi ci sono gli altri colleghi e compagni che parlerà
Siamo disponibili a un lavoro di questo forti
Chiediamo alle regioni di farsene carico fino fu
Noi siamo dei soggetti sociali le regioni sono i soggetti istituzionali chiediamo di ristabilire anche negli in un organismo che ci vedevamo allora anche periodicamente di ristabilire un rapporto e di condurre assieme un'iniziativa
Grazie e interviene ora nel dibattito Walter Veltroni responsabile nazionale del Partito Comunista Italiano per l'informazione
Ma ci sono almeno tre atteggiamenti in questo Paese soprattutto nel settore nel quale noi ci stiamo occupando che è difficile non ritrovare diffusi
Un po'tra tutti noi
Siamo tutti pluralisti siamo tutti riformisti siamo anche tutti decentrato
è un fatto però che poi quando si guarda nella realtà a quello che succede nel sistema si scopre che c'è
Nessuna riforma pochissimo pluralismo e poco decentramento c'è evidentemente una contraddizione che non è solo la classica un po'tradizionale desueta contraddizione tra il dire e il fare
Ma è una contraddizione che attiene proprio un po'alle idee guida
Chi governa non il sistema dell'informazione oggi o che non governando sostanzialmente lasciano che siano le forze più importanti più imponenti del sistema stesso a governare
Il sistema verso il quale ci abbiamo un sistema centrato molto fortemente su scala nazionale
Credo che non sarebbe giusto da questo punto di vista lo dico in riferimento all'intervento che questa mattina ha svolto io devo dire che una larga parte non ho compreso
Il ministro Gonella il quale attribuito alla legge del settantacinque il la responsabilità di aver provocato una sorta di avvento delle emittenti private non credo che sia attribuibile forma infettata cinque non credo neanche la sentenza la Corte Costituzionale settantasei credo che in qualche modo vi fosse nelle cose
La rottura del monopolio televisivo e l'introduzione di forme di attività televisiva e radiofonica private e che problema vero che si è posto fin da allora alle forze politiche
Al Parlamento alle istituzioni fosse semmai quello di disciplinare di governare se mi si consente visto che una battuta polemica è stata fatta questa mattina la vorrei
Vorrei che desse a rispondere sarà pur vero come ha detto Finetti che nel settantotto il partito solista fece una proposta ragionevole pur vero che nei dieci anni successivi noi abbiamo assistito invece ad una sorta di quindi le posizioni di freno all'attuazione di posizione legislative tali che consentissero di governare il sistema di governarlo secondo una logica di equilibrio e di equilibrio tra le realtà della televisione pubblica delle grandi televisioni nazionali private delle televisioni locali
Credo che invece oggi il problema che noi abbiamo dodici anni dopo sia proprio questo e ovviamente lo affrontiamo con dodici anni di ritardo e quindi in presenza di una situazione nella quale si sono già costruiti perché qualcuno ha lasciato che così fosse dei grattacieli nel sistema televisivo italiano e questi grattacieli hanno progressivamente occupato lo spazio nel quale prima esistevano le case
Ha un piano dell'emittenza locale radiofonica e televisiva io credo che ragionevolmente se non si porrà mano a questa situazione noi rischieremmo di avere ulteriormente una forma di edificazione selvaggia nel settore
Televisivo e da questo punto di vista io mi auguro che l'occasione rappresentata dalla l'impegno allo stato delle cose almeno sul piano della stesura del Progetto rispettato dal ministro ma mi dal ministro delle Poste ma mi per una regolamentazione di sistema del sistema televisivo informativo del nostro Paese possano essere l'occasione nella quale per la prima volta il Parlamento ha messo nelle condizioni da un Governo di discutere di affrontare sul serio i problemi che sono aperti di fronte al nuovo io penso non voglio entrare qui nel merito la valutazione sulla legge
Io penso che qualsiasi legge verrà dovrà avere come sua come suo obiettivo prioritario lo dico questo per entrare un pochino nel merito del pluralismo del riformismo del decentramento
Dovrà vedeva bene come suo obiettivo prioritario quello di ridefinire divide di ridisegnare un pochino il sistema cioè di fare in modo che dentro il sistema possono coesistere non informa conflittuale
Un emittenza pubblica la quale abbia dentro di sé caratteristiche di competitività perché non nessuno di noi almeno sul piano delle affermazioni verbali vuole che la televisione pubblica italiana si trasformi in una sorta di Tbs sul modello di quella americana vi possa essere una pluralità di emittenti televisive nazionale e vi possono essere però anche una ricca pluralità di emittenti locali io credo che questo corrisponda a quella visione
Tripolare diciamo così dell'assetto che il sistema televisivo va assumendo dimensione sovranazionale dimensione nazionale e dimensione locale
Che debba tener conto del fatto che esiste una domanda locale di di informazione locale credo che d'altra parte il fatto che si è arrivati a sei milioni e mezzo di giornali di copie di quotidiani in Italia sfondando il tetto
Che da alcune decine d'anni era fermo a cinque milioni ciò è avvenuto essenzialmente in primo luogo attraverso i giornali locali quali evidentemente corrispondono ad una domanda che è una domanda di integrazione dell'offerta televisiva
E anche rispetto alla tenuta tenuta di ascolto che hanno molte radio e molte televisioni locali
Allora io credo che noi dobbiamo guardare guardare quando ne parlano le Regioni quando ne parla il sistema politico i partiti il Parlamento dobbiamo guardare alla complessità della dimensione locale
E cioè guardare sia la questione dei giornali locali
Che però non attengono naturalmente a questa discussione pure se nella legge sull'editoria si è fatto uno sforzo io credo importante
Per salvaguardare la possibilità che i giornali locali continuino ad operare e possibilmente si moltiplichino
In modo tale da garantire anche sul piano locale una pluralità di offerte non posizioni di monopolio ho sempre in mente il caso di Torino dove c'è un monopolio assoluto
Di un giornale la Stampa che è il terzo giorno all'italiano che nelle mani dello stesso gruppo che possiede il secondo giornale italiano il gioco della sera che poi nipote ne possiede molti altri
Ma penso ecco che dal punto di vista dell'Italia qualche passo in avanti si sia fatto
Però bisogna guardare anche all'emittenza locale radiofonica e televisiva privata bisogna pensare al ruolo della RAI e bisogna pensare anche a nuove tecnologie in particolare
La questione del capo è anche la questione del Televideo la cui espansione a me sembra uno dei dati più interessanti degli ultimi anni
Ciò che in crisi bisogna dirselo perché altrimenti non ci intendiamo neanche tre numeri è un'idea un po'Pecchia del decentramento e cioè un'idea del decentramento che prescinda dal fatto e dalla opportunità che oggi obiettivamente questo assetto tripolare del sistema televisivo queste tre dimensioni sovranazionale nazionale locale aprono una possibilità entro la quale la dimensione locale può essere vissuta dai singoli soggetti in campo non come un dovere
Non come un obbligo è un'incombenza ma come un'opportunità è un'opportunità anche dal punto di vista economico imprenditoriale e che anzi paradossalmente oggi la dimensione locale salvaguardata attraverso un sistema di leggi può essere come dire il territorio entro il quale si iscrive una nuova dimensione dell'impresa comunicativa
E allora se questo io penso che è da qui che noi dobbiamo far partire quando parliamo in primo luogo della RAI una vecchia idea di decentramento è quella che ha presieduto alla varo diciamo della Terza Rete nel modo in cui Partia allora con due menzione in rete regionale con sostanzialmente una natura ibrida io non sarei neanche lo devo dire sinceramente
Per definire la terza rete di allora la rete culturale incontra poi io penso che fosse mi voglio riferire al passato per non incorrere diciamo in equivoci io penso che fosse culturale anche la prima rete che c'era subito dopo la legge di riforma penso che fosse culturale anche la seconda Rete
La seconda rete del processo per stupro dall'altra domenica
Di tante cose che avevano introdotto degli elementi di rotture di novità che facevano anch'essi cultura visto che io credo tutti noi dobbiamo rifiutare un'idea della cultura vista come una sorta di conservazione in teca
Diciamo delle dei generi alti della produzione culturale credo che tutti quanti almeno noi almeno a sinistra meno dal Partito comunista siamo arrivati ad una concezione più dinamica più mossa della idea di cultura stessa
Però questa identificazione nel corso del tempo ha finito col pesare col pesare negativamente
Oggi nel momento in cui la RAI ha un problema che riguarda tutte e tre le reti di diversificazione delle offerte anche di specializzazione dell'offerta si pone però intanto un primo problema e cioè il problema della illuminazione
Di questa terza rete adesso hanno fatto riferimento vari interventi io vorrei ricordare che siccome il decreto Berlusconi fu fatto con l'argomentazione che altrimenti si creava una condizione di sperequazione per il fatto che vi erano alcune zone del Paese
Che non vedevano le trasmissioni che altre zone vedevano io vorrei ricordare che nel caso del Canone questa sperequazione del caso il servizio pubblico questa sperequazione resa ancora più grave
Dallas situazione del canone di agente nel Paese che paga per vedere tre reti televisive e che ne vede due talvolta può capitare che ne vede anche una e poco più
Allora io penso che il problema del decentramento ha riferito la RAI debba essere identificato non con una singola rete ma deve essere debba essere identificato come uno dei compiti e ripeto delle opportunità
Del servizio pubblico radiotelevisivo
Questo lo dico in riferimento all'informazione regionale
Siamo stati credo il partito che nel gorgo nel convegno di ottantaquattro sulla risorsa informazione più ha insistito sulla necessità di aprire un area di informazione regionale noi dicemmo allora
Che a nostro avviso si doveva specializzare l'informazione televisiva con dei telegiornali di news dei telegiornali di approfondimento dei telegiornali locali dei telegiornali sportivi ci sembra che quell'idea qualche passo in avanti nel corso di questo periodo l'abbia fatta
Penso però che si debba dare all'informazione regionale una piena dignità mi chiedo perché non potrebbe essere collocata ragionevolmente sulla prima e sulla seconda e sulla Terza Rete ma secondo criteri di valutazione di opportunità di palinsesto
Così come mi chiedo perché parta l'informazione regionale
La nuova informazione regionale radiofonica parta da quello che mi si dice già rendono indicato una e una sola destinazione quella del GR due mentre invece mi pare che le richieste sindacali ad esempio andassero in tutt'altra direzione
E mi chiedo perché dal punto di vista della programmazione si debba pensare che ciò che viene prodotto autonomamente o che viene realizzato dalle sedi decentrate della RAI
Debba avere certe utilizzazioni piuttosto che essere qualcosa che irrompe sul complesso del palinsesto
E dell'offerta televisiva da questo punto di vista voglio dire
Che le proposta da qui avanzate da Roberto Zaccaria
Nella sua relazione che d'altra parte Zachary
Aveva già anticipato tempo fa anche in un articolo che fu pubblicato sulla prima pagina
Di un quotidiano incontrano il nostro interesse ci sembra corrispondano l'idea della costituzione di società nelle quali possono affluire capitali misti che producano per l'utilizzazione d'antenna della Rai ma che possono produrre per il complesso
Dell'industria culturale informative editoriale che si realizza sul piano regionale corrispondono e ci interessano proprio che ci sembrano essere in sintonia con la esistenza che a noi pare abbastanza chiare abbastanza evidente di una domanda alla quale per oggi nono non viene corrisposta un'offerta adeguata ci sembra cioè che esistano le condizioni non ci stiamo in questa visione del decentramento non solo come dovere ma anche come opportunità esistano le condizioni per la quale per le quali le Regioni e anche il servizio pubblico facciano una scelta che è una scelta di novità che è una scelta di investimento in un'idea di decentramento e di innovazione
Un pochino diversa devo dire forse che da questo punto di vista la RAI dovrebbe offrire più attenzione più attenzione in generale
Mi si consenta di dire che anche forse una presenza della direzione generale a questa nostra incontro a questa nostra escursionista di di oggi sarebbe stata
Utile dal punto di vista proprio dello scambio delle idee e delle opinioni
Mi pare che un'attenzione da parte della RAI a questo tema potrebbe costituire in una fase nella quale l'identità del servizio pubblico mi sento messa in discussione per tante discende talune malevoli in qualche altro
A causa di errori o di incidenti di percorso
Francamente evitabili mi pare che questo caratterizzerebbe il servizio pubblico per una delle sue
Funzioni particolari
Penso anche infine al fatto che questo delle comunicazioni potrebbe essere anche un grande campo di intervento di modernizzazione dell'intervento dell'istituto regionale
Penso cioè che vi possa essere una funzione della politica in questa dimensione
Che riassuma dentro le istituzioni regionali delle funzioni di governo della società che oggi si collocano al di fuori delle istituzioni regionali e forse anche al di fuori delle istituzioni nazionali pensate a solamente lo spostamento fortissimo di poteri che vi è stato nel corso di questi anni negli anni concordo con l'osservazione che ha fatto Cardullo
Della deregulation presentata come panacea di tutti i mali in questi anni consistenti poteri si sono spostati al di fuori degli organi della regolazione del governo democratico e allora forse il problema è quello non tanto di pensare a misure restrittive che riportino in quest'albero ma di dilatare la modernità
Le capacità di intervento del sistema politico in modo tale da poter coinvolgere comprendere dentro le funzioni di regolazione nuova anche campi diversi questo delle comunicazioni
è uno dei campi sui quali le istituzioni regionali possono fare un salto di qualità e di modernità
Io penso che qui l'istituzione regionale lo ha detto D'Alfonso prima io concordo debbano avere una funzione sul piano della definizione degli assetti legislativi del sistema e cioè debbano tutelare la dimensione locale ma non solo per ciò che riguarda il ruolo della RAI ma per ciò che riguarda l'emittenza locale nuove tecnologie e i giornali e al tempo stesso possano anche dotarsi di strumenti talvolta anche di strumenti di governo proprio nel campo dell'innovazione in particolare delle nuove tecnologie da questo punto di vista del davvero l'ultima cosa che voglio dire io penso che quando parliamo di disciplina
Dell'emittenza locale possiamo anche entrare un pochino nel concreto entrare nel concreto significa che la lo normativa e legislazione che vi sarà nel settore dell'informazione televisiva dovrà proteggere l'emittenza locale
E cioè dovrà creare quelle condizioni che riconoscano
L'esistenza di tre livelli diversi per essere ancora più chiaro è nostra proposta
Che nel settore della pubblicità
Vengano rimossi i tetti pubblicitari che esistono oggi per la RAI e si vada solamente ad una disciplina dell'affollamento orario di pubblicità per ora di trasmissione
E che questo affollamento sia il più basso per la RAI che ha già il canone Center medio per le televisioni commerciali e sia il più alto per le televisioni locali
Penso che altrettanto si debba fare sul piano della produzione nazionale dell'autoproduzione
Penso cioè che tutta la disciplina di sistema debba essere pensata in modo tale da evitare che il sistema televisivo italiano diversamente lo ha detto Borri
Questa mattina da tutti gli altri sistemi televisivi del mondo non solo consenta già una diversità sulla quale vi sarebbe anche la possibilità di discutere e cioè il fatto che un soggetto privato possa detenere nelle proprie mani più di una rete televisiva il che non avviene in nessun Paese Berlusconi in Francia il venticinque per cento di una rete in un Paese nel quale esistevano fino a poco fa tre reti televisive pubbliche adesso ne esistono due
E allora il problema è quello di ripensare il sistema nella sua interezza per garantire queste diverse dimensioni e di queste dimensioni la dimensione locale quella che appunto interessa a noi interessa questo convegno ma interessa anche per la parte mia un'idea di decentramento nuova rinnovata moderna
Del decentramento come opportunità non solo culturale ma anche economica industriale questa idea dice di decentramento credo possa essere fatta vivere fatta vivere utilmente dall'istituto regionale nella misura in cui si guarda al Complesso di sistema
Dei campi nei quali l'emittenza locale la presenza locale può essere valorizzate nella misura in cui si fa della questione delle comunicazioni uno dei punti forti di una rinnovata fase del governo e dell'autonomia regionale
Ringraziamo Walter Veltroni e a questo punto forse opportuno ritornare ad ascoltare una voce Rai con la comunicazione di Pier Vincenzo Forcalquier a direttori dei TG tre regionale
Ok ecco grazie
Grazie presidente io credo che il mio compito sia stato largamente reso più facile dal fatto che moltissime cose sono state dette e soprattutto dal fatto che questo Progetto nuovo che credo sia il motivo di interesse
Di questo convegno
Almeno per la parte che riguarda la cornice che la RAI ha voluto darli è stata efficacemente le autorevolmente illustrata questa mattina dal vicepresidente Bizzoni
Io quindi aggiungo qualche elemento e vorrei
Cogliere l'occasione per mettermi un po'direi controcorrente con un'operazione un po'rischiosa ma avendo sentito fin qui delle analisi che sono quasi tutte improntate alla critica severa o all'autocritica spesso
Portare una non dico una nota di ottimismo ma un segno che qualcosa si muove in una direzione diversa
Diversa soprattutto dal pessimismo apocalittico dell'amico Cardullo che ha parlato prima
Dicendo delle cose per la verità
Che anche se esula dalle mie strette competenze per la verità devo dire che non corrispondono assolutamente al vero almeno quando dice che nel contatto che il sindacato ha avuto a luglio con la RAI
L'idea che ne ha ricavato era addirittura lo smantellamento delle delle strutture regionali delle sedi regionali della RAI
Io credo invece che
Il Progetto
Che sta per partire
Che partirà all'inizio del prossimo mese
Rappresenti effettivamente un progetto editoriale
Questo non non credo che sia possibile siamo
C'è il consiglio d'amministrazione sta dissi esaminando lady un progetto di di ristrutturazione delle sale per la parte che riguarda l'informazione certamente non si tratta di smantellamento ma di potenziamento son decisioni già prese
E dicevo prese sulla base Mib sembra di un progetto editoriale Complesso e che consente di fare un reale salto di qualità all'informazione regionale
E vorrei sottolineare
Tre elementi in particolare
Primo il fatto
Che attraverso il coordinamento
Fra radio e televisione che mi permetto qui di fare una parentesi facciamo attenzione tutti i guanti e non incorrere in un errore tutti parliamo di televisione
E spesso dimentichiamo la radio che invece conserva un suo ruolo autonomo
Rispetto alla televisione rispetto alla carta stampata di enorme efficace anzi molti segnali anche recenti sono nel segno di una domanda crescente del servizio radiofonico
Diceva attraverso coordinamento fra notiziari radiofonici e televisivi
Questo palinsesto nuovo che parte dall'inizio del mese prossimo
Realizza una presenza nell'arco della giornata
Completa dell'informazione regionale
Perché prevede un appuntamento radiofonico al mattino fra le sette e le otto
Vorrei dire allora Veltroni che non è affatto vero che
Sì vuole pregiudizialmente fare
Sulla seconda rete anzi stavo proprio studiando di farla sulla prima rete
Certo così per la radio come per la televisione ci sono delle difficoltà tecniche obiettive
Perché si era di televisione una Rete è stata costruita per essere regionalizzati le altre due no e qui purtroppo io affrontiamo delle difficoltà tecniche di notevole portati
Ma se queste
Saranno superabili credo proprio che andrà sulla prima rete radiofonico
Dicevo un appuntamento radiofonico al mattino
Poiché era conservato l'appuntamento di mezzogiorno e dieci delle dodici e dieci quindi nelle due fasce di massimo ascolto della radio
I due telegiornali quello nuovo verrà collocato alle ore quattordici
E verrà conservato quello delle diciannove tre
Quindi secondo elemento dopo quello del coordinamento che consentano a presenza nell'arco dell'intera giornata
è questo della utilizzazione per l'informazione regionale
Degli spazi che ormai tradizionalmente si sono più consolidati con i più efficaci per l'informazione
Cioè dicevo quello del mattino per la radio di mezzogiorno
Quello delle quattordici fra le tredici e le quattordici dove c'è un crescente successo dei due telegiornali della prima e della seconda rete
E quello delle diciannove e trenta che ovviamente è uno degli spazi più ascoltati per televisione
E anche tutto questo con un coordinamento di palinsesto generale tra le tre reti che esclude
La possibilità di sovrapposizione tra i diversi notiziari e questo mi sembra che un elemento di attenzione veramente notevole da parte dell'azienda nei confronti dell'informazione regionale
Il terzo elemento è ovviamente quello dell'aumento anche quantitativo
E del rafforzamento anche in termini di uomini e di mezzi delle sedi regionali
Per darvi un dato di un certo significato
Noi passeremo da una
Nell'ambito di una settimana
Passeremo da tre ore quindici di programmazione effettiva televisiva
A circa sei ore la settimana largamente escludendo in questo calcolo la la replica del telegiornale diciannove e trenta che viene abolite
Questo rafforzamento cui facevo cenno
Deve servire alle sedi regionali non solo per questa nuova produzione nell'ambito locale
Ma anche ad una presenza maggiore
Le testate nazionali perché
Son questi due filoni sulle quali lavorano le sedi regionali due tipi di apporto che danno cioè l'informazione diretta che il che diffondono sul territorio e l'apporto alle testate nazionali
Che credo anche sia uno degli aspetti fondamentali per chi ha a cuore il decentramento dell'informazione
Sono d'accordo
Con quanti
Parlano di domanda crescente dell'informazione regionale vogliamo anche noi lo vediamo anche dai nostri indici di ascolto che stanno ci stanno comportando pienamente
E che armi soprattutto per quello che riguarda la televisione
Sono
Più che proporzionale a questa generale crescita della in atto nella terza rete
Vorrei un un attimino se mi consentite a questo punto soffermarmi sul problema del telegiornale nuovo delle quattordici sarà un telegiornale
Non facile a farsi è una grossa scommessa non solo per l'orario non solo perché è un orario che in alcune regioni avrà più successo in altre di meno
Non solo perché deve vincere la concorrenza con
Con molti Sirio la che nelle televisioni pubbliche e private sono diffusi a quell'ora
Ma perché è un telegiornale di mezz'ora e quindi certamente dovrà avere una formula del tutto nuova rispetto a quelle tradizionali che si sono affermate
Sia a livello locale che nazionale
E vorrei anche qui fare un un'altra osservazione
Non c'è dubbio come dice il professor Zaccaria che l'informazione non può farsi carico di compiti che non sono suoi che non le sono propri senza snaturare la sua funzione
Però bisogna anche tener presente che quando ci sono spazi ampi come è il caso delle note del giornale delle quattordici
Si può andare al di là di quella sorta di fast food del dell'informazione alla quale noi siamo quasi sempre costretti
Saremo cioè in grado dopo aver offerto il notiziario in senso stretto
Di fare inchieste di fare approfondimenti in studio di fare dirette da realtà minori oggi trascurati
E anche di inserire ampi squarci di avvenimenti culturali sociali e sportive
Il che devo dire
Somiglia molto se non se non è la stessa cosa di quello che di quel tipo di lavoro che era realizzato dalle strutture regionale di programmazione che si erano venute qualificando
Sempre di un attività molto affine a quella dell'informazione
Tutto questo cita la possibilità quindi di un'informazione più radicata nel territorio
Interprete di questa di queste realtà estremamente complesse
Di Autonomie di espressioni culturali e sociali di un mondo del lavoro della produzione che a volte assume caratteristiche assai differenziare
E anche un impegno di pluralismo che tradizionale
E che naturalmente l'impegno uno gli impegni maggiori del servizio pubblico
Che ovviamente
Va ricercato più nel in una corretta mediazione del rapporto tra istituzioni e cittadini che non in una ripartizione di spazio
Questo tipo di attività
Nuova
Penso che ponga anche un altro problema
Peraltro già ben presente alla Rai che è quello del rapporto con le antenne locali
Diceva stamattina l'onorevole Borri
Che forse l'informazione regionale per qualcuno era nata addirittura per cui uno per combattere queste antenne Rocca
Per io credo che invece almeno oggi certamente il problema si pone in termini esattamente contrari cioè oggi c'è questa necessità di una collaborazione
Devo dire che da parte nostra da parte della RAI questa verrà ricercata in tutti i modi
Peraltro già delle forme di collaborazione esistono per esempio esistono convenzioni con diverse antenne private che possono
Riprodurre diffondere il nostro supplemento sportivo della domenica e del lunedì
Ma e intenzione nostra di intensificare questo rapporto
Di sviluppare una collaborazione in tutti i momenti in tutti i campi in cui questo è possibile
Noi da parte nostra ci stiamo stiamo cercando di scrollarci di dosso un certo tipo di mentalità che pure esiste che è quella del monopolio che non non ammette concorrenze Recchia mentalità che in qualcuno di noi tuttora sussiste
Ma
Vorrei proprio cogliere questa occasione per dire che da parte nostra c'è uno sforzo reale di creare questi legami di collaborazione e che siamo pronti a cogliere tutte le opportunità
Un altro elemento se mi consentite
Di
Relativo ottimismo e anche il bilancio di questi anni
Della informazione regionale
Non c'è solo un progetto nuovo da lanciare
Ma c'è una tradizione che si è consolidata in questi anni e che ha dato frutti positivi
C'è stato
Uno spostamento di attenzione verso argomenti tematiche nuove rispetto all'informazione tradizionale
Un Rieti un riequilibrio nel senso di maggiore valorizzazione complesse
Articolazione lotta sociale ma direi anche e soprattutto la formazione di un tipo di professionalità nuova e diversa che è una ricchezza ormai non soltanto della RAI
Penso al patrimonio di professionalità che si è creato in molte regioni dove il servizio pubblico
Da solo o con qualche antenna locale l'unica fonte di informazione
Penso alla funzione svolta soprattutto nel Mezzogiorno
Che superando l'era di Wüttenberg cioè attraverso l'informazione elettronica è riuscito a ottenere almeno in termini quantitativi sul piano informativo un perfetto riequilibrio con il Nord
Signor Presidente io non voglio Lungarni più volte rubare la vostra nostro tempo
Volevo dire
Riprendendo quello che dicevo all'inizio che
La mia intenzione era di portare una nota di ottimismo naturalmente non di un ottimismo ingenuo da neofita
So bene la complessità dei problemi la difficoltà di collocare soluzioni nel difficile divenire del nostro assetto informativo che è in continua fase di trasformazione
Ma credo realmente che
Un
In mezzo a tante considerazioni su cose non fatte su delusioni per iniziative non riuscite ci sia anche un segnale che qualcosa si muove in senso positivo nella direzione che tutti qui auspichiamo
E credo che è un segnale positivo sia utile anche perché ci incoraggia ad andare avanti grazie
Ringraziamo il dottor porca chiara
Tra i molti messaggi pervenuti alla Presidenza mi preme dare lettura di una lettera del presidente dell'Associazione stampa toscana ottavo Matteini che stamane era presente e che si è dovuto assentare prima di potere intervenire al convegno dà il benvenuto cordiale giornalisti toscani
E comunica l'adesione del presidente e del segretario nazionale della Federazione e conclude dicendo come lei ben sa il sindacato dei giornalisti è sempre stata in prima linea per la difesa e la crescita dell'informazione locale
Battendosi in modo particolare per arrivare a una normativa che finalmente regolamenti il sistema radiotelevisivo misto anche nei giorni scorsi i nostri dirigenti nazionali hanno avuto in proposito un incontro con il ministro ma non mi non possiamo dunque augurarci che scaturisca dal convegno fiorentino una proposta concreta e fattibile di autentico servizio al settore alla comunità locale
Ha ora interviene ora con una comunicazione Vittorio medesimi che è il presidente del coordinamento nazionale dei comitati regionali radiotelevisivi
è successo ma così sì
Che ha un qualche imbarazzo nel prendere la parola in questo convegno che peraltro Omar visto
Come coordinamento nazionale dei comitati come Comitato regionale umbro
Fra i promotori per tutta una serie di ragioni
Prima di tutto perché questo convegno doveva servire a due deve servire a due scopi primo fa riflettere le regioni su se stesse su ciò che vogliono fare in questo campo
E in secondo luogo fa al riflettere la classe politica
Più che altro nazionale su questi stessi problemi
E per quello che ho potuto non capire fin qui
Mentre sul versante politico regionale vi sono stati soltanto dei dei dei timidi accenni anche come presenze direi delle stesse regioni sul versante politico nazionale
A parte tutto una serie di prese di posizione nelle quali non ci si può che riconoscere e beh
Sembra da tutta una serie di notizie che si hanno che in realtà ancora una volta dopo forse aver presentato l'ennesimo Progetto di legge sull'assetto delle questo progetto di legge poi rimarrà a dormire da qualche parte in qualche commissione parlamentare e così via dicendo
Ciò poi un'altra ragione di imbarazzo perché
Dentro di me come ovviamente in ciascuno di noi ci sono varie per così dire anime che vanno o così ricondotte ad unità ma che peraltro premono talvolta in contraddizione tra di loro
L'anima dell'osservatore imparziale tutti estivo
L'anima del di chi per Giovanni si è occupato di questi problemi dalla dirigendo un piccolo comitato regionale per il servizio radiotelevisivo che ciò non di meno a brillantemente funzionato l'anima di un cittadino impegnato politicamente che ha le sue idee
Talvolta in accordo con quella della sua organizzazione talvolta in disaccordo
Ancora fatto tutte queste premesse
Conseguentemente arrivando al dunque
Io vorrei fare questa prima osservazione
Niente perché contemporaneamente un invito alle alle regioni e a quanti operano nel settore radiotelevisivo
Mettiamo in cantiere che il Progetto di legge non vado avanti
Mettiamo cioè in in in previsione che la latitanza e non sto a impiegare aggettivi che il lessico italiano contiene in abbondanza per qualificare questa latitanza
Del parlamento Contini e che l'unica forma di occupazione che il Parlamento riesca a realizzare sia quella della nugoli di quella curiosità giuridica che la Commissione parlamentare di vigilanza
Anche se così tutta una serie di prese di posizioni di quest'ultima
E di chi la diretta o la dirige fanno ben pensare sulla onestà politica dei singoli ma certamente fanno riflettere sulla serietà di tutta la classe politica che continua accettare
La così questa questa strana cosa che dovrebbe dirigere
Almeno a grandi linee
Il servizio pubblico e di fatto non lo ha fatto
Allora mettiamo in cantiere che la legge non vada avanti a questo punto che si fa
E io penso che il discorso di Roberto Zaccaria a questo punto contenga in sé tutta una serie di potenzialità e di elementi che le regioni quelle che lo vorranno quelle con lo potranno devono poter portare avanti mi spiego meglio
Noi abbiamo a che fare con un'azienda
Che la RAI da una parte e con degli imprenditori dall'altra e io vorrei far riflettere gli amici presenti su questa distinzione
Con una serie di soggetti istituzionali ancora che sono le regioni perché dico azienda imprenditori e soggetti istituzionali
Perché la RAI in realtà nascente dalla dalla sua origine
En
Direi per repubblicana
E ingessata con i suoi compiti monopolistici fino a dieci anni fa
In realtà si è data una organizzazione aziendale da acciaieria da azienda manifatturiera
Il che non è nella natura delle cose delle comunicazioni di massa
Se andassimo a fare un
Un un inventario
In termini di ciò che vale l'azienda Rai
E gli togliessimo
La concessione
Dello stato per realizzare il servizio pubblico ma io credo che al di là del valore degli immobili
E di alcuni diritti riproduzione di ritrasmissione ci sarebbe ben poco quando nel sistema delle comunicazioni di massa in realtà ciò che conta è l'imprenditorialità è la capacità di produrre e la capacità di essere presente nel mercato il che non richiede ad esempio investimenti in impianti non richiede investimenti in aree non richiede rilevanti investimenti in personale richiede investimenti in idee imparò oggetti in cose che si fanno
Che poi City fondono si rivendono e così via dicendo
Dall'altra parte ci sono gli imprenditori non a caso rispetto all'azienda RAI ci sono cioè i Berlusconi che con nuovi investimenti di capitale di gran lunga inferiori riescono a sviluppare dei fatturati
Direi comparativamente di gran lunga più consistente infatti se facessi un'altra simulazione e ad esempio immaginassimo un servizio pubblico in termini di società
Dotata di un capitale di rischio senza le continue iniezioni finanziarie del Canone non so quanto quell'azienda ingessata con le sue caratteristiche
Direi statiche potrebbe seriamente nel giro di pochissimo tempo reggere la concorrenza
Ed è che a questo punto continuando a sviluppare il ragionamento che il discorso di ripartire dal basso
Di ricominciare a ripensare il il in termini nuovi il servizio pubblico nelle aree locali nelle dico aree locali perché il discorso può essere benissimo interregionale
Può significare ripensare un'iniziativa imprenditoriale con capitale pubblico in parte finalizzata su determinati Progetto
E questo può anche significare forse nel tempo se le resistenze aziendali e centraliste
Di vecchio tipo della Rai non lo impediranno un ripensamento globale di tutta l'attività imprenditoriale non più aziendale della RAI su una serie di cose da fare
Quindi se non altro per questo direi che la proposta delle società miste va non dico sponsorizzata varia a Nizza noi dicevamo prima noi povere lire di comitati sopravvissuti mai grande silenzio dei dieci anni seguiti alla sentenza della Corte costituzionale che a gennaio dopo
Dopo la pace natalizia ad esempio ci vedremo fra regioni limitrofe tanto per fare un esempio Umbria Toscana e Marche cominceremo a discutere se ci sono le condizioni economiche le condizioni di mercato per poter dar vita ad una prima società amministrata per a quel punto vedremo
Cercheremo con le emittenti locali cercheremo con la sede Rai regionale cercheremo una serie di risorse di metterne insieme e di poterle coinvolgere fattivamente
Questo però richiede ed è un discorso che va fatto ai dirigenti regionali richiede da parte loro un atto di grossa responsabilità perché se è vero che in tutti questi anni la classe politica nazionale è stata dolosamente o colposamente latitante su questi problemi la le classi politiche regionali sono state latitanti
Non si sa neanche bene perché stendiamo un velo pietoso su questo su questo aspetto sappiamo soltanto che ad esempio fra
Comitati assessorati
Le giunte e consigli
Vita che è stato negativo che il più delle volte le iniziative sono state le iniziative assessorili di immagine della regione
L'esempio delle convenzioni in questo senso è l'esempio tutte le Terio e più indicativo che si possono portare e quindi certamente non bisogna continuare su quella falsariga come non bisogna e qui mi riferisco volutamente in modo polemico quello che diceva
Il rappresentante di una federazione delle emittenti locali dico cari amici le emittenti non stanno nel mercato per rappresentare le parrocchie o i partiti o le comunità locali le emittenti o hanno la forza di stare sul mercato o escono dal mercato non vedo perché sulle emittenti si debba avere una disciplina diversa rispetto a quella di una qualunque altra impresa commerciale non fanno pare ai costi saltano
Non sono in grado di far fronte alle loro esigenze commerciali
Scompaiono dal mercato come scusate che anche in campo locale ci sono emittenti che vivono brillantemente emittenti che non bevono brillantemente evidentemente ci sono imprenditori capaci e imprenditori non capaci
E non mi si venga a dire che un'emittente deve essere protetta perché serva dire la Messa qualunque cosa serva dire deve riuscire ascendono impresa a funzionare
Naturalmente rispetto a questa impresa
Il potere locale può mostrarsi sensibile ma non in quanto tale rispetto a quella impresa ma in quanto è in sensibile ad una ad una ad un governo delle comunicazioni localmente quindi tutto questo si può manifestare in mille modi che non siano assistenzialismo che non siano Formenti sovvenzioni sottobanco e così via dicendo
In altri termini in altri termini senza auspicare anch'alcun tipo di di regolamentazione che in effetti in queste condizioni direi che sarebbe ridicolo pensare qui il problema è di arrivare alla regolamentazione non di togliere la la regolamentazione che non c'è
Io credo che le Regioni possano sia nella nella prospettiva della legge e credo che dovremo uscire da questo convegno con un documento politico che serva come banco di prova delle volontà politiche delle regioni e proporre al governo
Sia nella prospettiva della non legge possano e debbano comunque lavorare impegnarsi
In questo caso a svuotando di del contenuto retorico che hanno le affermazioni tipo servizio pubblico e centralità del servizio pubblico che è un po'patetico continuare a ripeterle in un mercato concorrenziale e in una RAI che che perde colpi ecco le regioni possono concretamente e come organi consapevoli del governo dell'economia locale possono insieme alla Rai ove questa vorrà insieme alle emittenti privati insieme alla imprenditorialità privata locale
Che ha bisogno di spazi pubblicitari che sono importanti e funzionale allo alla loro crescita bene su questo terreno credo che ci sia molto da fare per le regioni
Alla parola Francesco Ciscato segretario generale Films piercing UIL
Ma forse sarà il segno dei questa fase che stiamo traversando nel nostro Paese
Ma rispetto al clima con il quale viene nel quale viene questo dibattito
Anch'io mi devo
Non per solidarietà con cartoon lei ma perché ci sono delle cose che non vanno
Devo un po'buttare un po'di dubbi su questo ottimismo che sta emergendo nelle varie posizioni trovare interlocutori che emergono all'interno di questo dibattito
Forse sarà anche un segno dei tempi che con tutti gli interlocutori che qui hanno parlato
Ad esempio si sono incontrati Colella
L'onorevole Mammì sui problemi della legge che verrà presentata ma l'onorevole ma meno un avuto la sensibilità di rispondere alle sollecitazioni del sindacato per incontrarsi in questa fase di preparazione vedremo adesso con i partiti nel Parlamento come sarà possibile recuperare
Questa che non credo sia una volontaria disattenzione del ministro
Così come alcune cose che vengono qui dette
Mi sembrano un po'eccessivamente ottimistiche
Partiamo dalla RAI
Vengono dette una serie di cose sul decentramento
Quello che noi verifichiamo nel palinsesto che è stato presentato
Va in netta controtendenza
Cioè noi assistiamo ad un palese tentativo di concentrazione di tutte le risorse di tutte le capacità produttive
E di marginalità marginalizzazione dei centri di produzione
Per concentrare su Roma il massimo possibile
Anche nel caso dell'informazione a livello regionale
Noi sappiamo che i giornalisti abbiamo fanno fatto lì cordone
Un paio di giorni fa
Noi abbiamo aperta la questione con la RAI
Non abbiamo fatto ancora nessun accordo né sappiamo se ci saranno le condizioni per arrivare a un accordo con la RAI
Questo perché
Se c'è una scelta discutibile ma chiara che è quella di potenziare l'informazione a livello regionale
Caso mai a scapito di tutte le altre forme di produzione che erano previste nel passato
Se c'è questa scelta chiara
Non appare a noi chiaro come sarà fatta questa informazione a livello regionale
Nel senso che non basta l'assunzione di un certo numero di giornalisti per assolvere a questo impegno
Se non c'è chiarezza sul tipo di uomini di mezzi e di investimenti che saranno messi a disposizione dei telegiornali regionali per fare effettivamente l'informazione a livello regionale
Noi abbiamo seri dubbi
Che telegiornale delle quattordici con i mezzi e gli uomini e i tecnici che saranno messi a disposizione
Possa fare effettivamente dell'informazione vera livello regionale per andare incontro a quelle che sono le domande del Pubblico lì
E dell'utenza a livello regionale vediamo seri pericoli
Perché tutto si può esaurire con qualche notizia fatta dalle redazioni ma con grandi dibattiti gravi grandi tavole rotonde che forse potranno accontentare anche gli amministratori locali le forze politiche a livello regionale
Ma che si sarà così non andranno in conto incontro né alle esigenze dell'utente né alle esigente di aumentare e migliorare
La informazione a livello regionali quindi se da un lato la RAI fa una scelta ripeto discutibile in parte da noi non condivisa
Ma una scelta chiara che è quella di andare verso un potenziamento dell'informazione
D'altro canto non è conseguente ragionando e discutendo e facendo gli accordi con tutti gli interlocutori necessari per vedere effettivamente fino in fondo come a questo obiettivo sarà possibile arrivare
E questo è un problema rispetto al quale noi già
Paio di mesi fa avevamo sollecitato l'intervento
E la sensibilizzazione delle giunte regionali dei consigli regionali viene viene viene bene questo momento di scambio di vedute ma rispetto a questo sarà necessario proseguire la discussione proseguire il confronto e vedere se è possibile acquisire una posizione comune è una posizione che sia tale da rispondere effettivamente ai bisogni
Io voglio porre un altro problema
Rispetto alla legge sull'emittenza
Che è indubbiamente un aspetto importante
Ma che viene affrontato per quanto mi riguarda con logiche che tengono poco conto di un aspetto che invece caro il sindacato
Quando si parla della regolamentazione delle ora dell'emittenza radiotelevisiva
Da un lato abbiamo in alcuni settori della Rai Nostalgia del monopolio
Checché se ne dica la nostalgia del monopolio dentro la RAI c'è ancora ed è ancora viva i dati altre parti abbiamo delle posizioni tendenti al non regolamentare nulla mantenere le cose così come sono
C'è un problema che riguardano voi e che dovrebbe riguardare anche gli amministratori locali ed elegge che le amministrazioni regionali che non viene tenuto assolutamente in conto rispetto alle dibattiti alle lavorazioni discorsi che si fanno
Ed è il problema dell'occupazione
Il dato vero di quest'ultimo decennio
Che
Nelle mie mi emittenza radiotelevisiva privata
E nata una fortissima realtà occupazionale nuova nel nostro Paese
Ed è una forma di occupazione che è prevalentemente rivolta verso i giovani forse nell'emittenza Rede radiotelevisiva privata c'è l'unica vera risposta che è stata data in qualche modo ai bisogni di occupazione giovanile e di occupazione anche Coop di gente
Che ha un livello scolare e scolastico e
Molto abbastanza elevato
Tutti i discorsi che vengono fatti
Mettono sempre in secondo luogo questo dato
è evidente che se viene fatta una legge di regolamentazione ed è necessario farla
La legge di regolamentazione dovrà prevedere come affrontare questa questione come a rafforzare e consolidare questa esperienza questa realtà occupazionale che si è venuta a creare nel nostro Paese
Io reputo questo molto più importante che una serie di altri distinguo di altre discussioni che vengono fatte all'interno della legge perché se la legge penalità se in qualche modo questa realtà ponesse dei limiti che impone portarselo alla chiusura o la riduzione dell'occupazione in questo in questo comparto problemi si porrebbero
Forse non tanto al sindacato che non abbiamo una grande presenza associativa vista la polverizzazione di queste realtà ma verrebbero posti problemi alle amministrazioni alle forze politiche problemi di occupazione
Che non potrebbero essere affrontati o risolti Congo una grossa
Magari pensiero di travasare verso la parte pubblica eventuali eccedenze che derivassero da misure della legge
Quindi la legge dovrà tutelare prendere atto di questa realtà che si è creata a tutelare e con gradualità ricondurre tutto all'interno di norme
Così come dovrà a mio parere affrontare con forza i problemi della collaborazione della competizione fra pubblico e privato
Definendo le conto le condizioni entro le quali è possibile e va realizzata la collaborazione fra l'emittenza pubblica ed emittenza radiotelevisiva privata definendo dei limiti entro i quali va realizzata anche la competizione
Sapendo poiché alla parte pubblica ci sarà una parte ci deve essere per forza assegnato quel ruolo di servizio
Che deve avvenire indipendentemente dagli introiti pubblicitari indipendentemente dalla risposta del me del mercato ma deve avvenire proprio con in termini di servizio che viene dato all'utente e viene dato come giustificazione del canone che viene pagato queste sono tre condizioni sulle quali ragionare sulle quali lavorare per le quali è possibile arrivare a definire delle strategie anche comuni un ultimo punto
Noi con la Rai abbiamo dei dissensi che erano sul palinsesto ed erano sull'informazione regionale
Si aprirà nel mese di gennaio un confronto sul piano di riorganizzazione che dovrà presentare la Rai
Questo piano non sarà o non dovrà essere solo un un piano di razionalizzazione dei costi di razionalizzazione degli organici
Di maggiore efficienza dell'azienda dovrà essere un piano che dovrà rimettere in parte in discussione il ruolo futuro le prospettive
Di questa grande azienda nel nostro Paese questo piano non dovrà essere affrontato solo su dal punto di vista sindacale per gli effetti che potrà determinare sui lavoratori interessati
Dovrà diventare anche questo credo terreno di un confronto non solo con le forze politiche a livello nazionale ma anche con le istanze regionali per arrivare a momenti di approfondimento arrivare a dei momenti di definitivo assetto di questa azienda nel nostro Paese
Alla parola Angelo Guglielmi direttore della terza rete RAI TV
Ma dunque per parlargli oggi mi farò aiutare da qualche riflessione succinta ma concreta su su quello che è accaduto in questi ultimi otto anni cioè dal dal giorno in cui la terza dette inaugurò le sue trasmissioni
Il rapporto tv religiosi e ormai da molti anni un tema obbligato
Sul quale molte riflessioni sono state fatte molte riflessioni si faranno moltissime posizioni di fede sono state espresse moglie ti dubbi dichiarati molte incertezze manifestate molte sicurezze si sono incrinato
Io personalmente ho cominciato a stare nel problema dal mille novecentosettantotto quando mi capitò di essere nominato direttore della sede di Roma
E ripeto il settantotto
Un anno dopo sarebbe nata la Rete Tre destinata ad essere il luogo elettivo del decentramento
All'epoca le regioni Pussy istituite da otto anni stavano ancora cercando la forma della loro identità
E chissà che la ricerca non si è ancora in corso
E comunque allora mentre perfezionava hanno le proprie competenze legislative e amministrative attraverso il trasferimento di una molteplicità vincenti prima dipendenti dallo Stato
Già poneva ONU e non a caso il problema della loro esistenza nella dimensione dei mass media la domanda non restò inascoltata
Non si può disconoscere infatti che la RAI con la nascita della terza rete abbia tentato di dare una risposta a questa domanda
La lite come si sa fu progettata in funzione una articolazione regionale tanto dal punto di vista del diffusione che della produzione dei programmi
E a comprendere meglio l'importanza di questa iniziativa
Forse vale la pena ricordare che in quella fine degli anni Settanta proprio nel momento in cui l'azienda RAI era impegnata a costruire la tv delle regioni sostenendo un carico finanziario di dimensioni spettacolari
Proprio in quel momento la Rai si vedeva punita dal mancato adeguamento del tetto pubblicitario del cane
Con Lazio conseguenza che proprio in quegli anni si registrava il record negativo delle entrate erariali il più basso da molti anni a quella parte
Nel contempo si moltiplicavano numerose iniziative private la cui fioritura guarda caso coincideva con il momento più basso di disponibilità finanziaria e di risorse da parte Dell'Atti dell'azienda concessionaria
Nel richiamare in questa coincidenza non intendiamo denunciare condizione di complotto o comunque correre dietro a un discorso dietrologi ecco
Ma abbozzare un quadro seppur sintetico di quello che avveniva in quegli anni nel campo dei media
E ricordarne la natura tutt'altro che pretestuosa e casuale
Pur tra queste difficoltà obiettive la RAI fece la sua parte edotto le varie sedi regionali la propria capacità di trasmissione ed riproduzione certo era una base minima ma tuttavia non priva di realtà concreta e dunque amici apparire sufficiente per verificare la vitalità dell'operazione
Ricordiamo che ogni sede era dotata di uno studio televisivo che mente funzionante per necessità non spettacolari e di alcune che più di riprese esterne nonché delle reti relative strutture di supporto
In totale per l'avvio per la Terza Rete se non ricordo male si progettò e attuò l'assunzione di mille quattrocento persone prevalentemente nell'aria tecnico operativa dei programmi
Ripeto che non si trattava di una base priva di concretezza o così almeno in quanto direttore di una sede peraltro importante quella di Roma loro io l'ho vissuto
Mi sembrava infatti che questa seppur limitata dotazione di base potesse al di là della sua immediata consistenza
Funzionare come nucleo catalizzatore di apporti e contributi proveniente dal cosiddetto tessuto sociale
In altre parole io ero convinto che la base predisposta dall'azienda potesse calamitare apporti finanziari e professionali Esterni tali da dar vita ad una vera e propria televisione locali
Questa prospettiva
Che poi che poi è quella sulla quale Zaccheria stamattina a insistito non di non tenendo conto che era stata aperta per ben otto anni senza che nessuno né approfittasse
Questa prospettiva si rivelò ben presto utopica
In quanto mentre da una parte non diminuiva l'interesse delle istituzioni regionali per avviare una parte protagonista né i media elettronici dall'altra si dovette registrare una totale inerzia nel far seguire le parole ai fatti durante i nove anni di permanenza nella sede di Roma
Durante i quali non sto a dire quanti discorsi ho fatto e sentito
Circa la necessità che la vita economica politica e culturale delle regioni venisse accompagnate sollecitata dallo sviluppo di un'autonoma rete televisiva regionale
La volontà di collaborazione tra sede RAI e istituti e istituzioni e per locali sempre a gran voce programmata non ha prodotto altro che un paio di idee di trasmissione sostenute da due contributi di trecento milioni
Tuttora convinto che allora vi erano le possibilità di costruire un vero e proprio servizio di televisione locale con un'offerta di trasmissione di alcune ore al giorno
E questo che io continuamente e di questo più potente cercavo di convincere le istituzioni locali regionali tanto pubblico che privato
Qualcuno allora pensava e forse continua a pensare che un servizio del genere
Che rispondeva e risponde ad una conduttività obiettiva di carattere locale dovesse essere solo per intero sostenuto e finanziario dalle risorse delle concessionarie
Non difficoltà confessare che questa era e continuerebbe ad essere se fosse ancora sostenuta una pretesa che più che la fermezza della convinzione sembra rivelare di carattere puramente rituale della richiesta
Chi può sinceramente pensare infatti
Che la il bilancio generale indipendentemente da ogni possibile aumento delle entrate può da solo sostenere la creazione di ventuno nuovi enti televisivi capaci di offrire un'effettiva programmazione
Che è tale solo quando raggiunge tra informazione intrattenimento almeno dalle tre alle cinque ore al giorno
Le due mezze ore che noi avevamo non significavano assolutamente nulla non permette uno di costruire nessun tipo di programmazione di Offerta di offerta televisiva
Né a livello di informazione né a livello di comunicazione anche volendo fare mia la distinzione tra informare comunica
Poi c'è questa prospettiva che tutti sembravano spiccare e cioè la disponibilità di una reale ripete rivisitano le cale non si è verificata dobbiamo chiederci il perché
Per ragioni possono essere tante e tuttavia nessuna offre un motivo di spiegazione sufficiente
Qualcuna peraltro seppur con qualche cautela vogliamo indicare certo le istituzioni regionali pubbliche come sopra si è detto erano e forse sono ancora le cerca di una propria identità di un proprio ruolo e delle proprie specifiche competenze
E non può quindi meravigliare l'eventuale incertezza che scoprono quando entrano in contatto con il problema dei media del media televisivo
Della comunicazione
E si tutte le le istituzioni private e peraltro hanno scelto un'altra al diverso che è quella di dare vita tv private che non sviluppandosi da un tronco esistente quale avrebbe potuto essere quello offerto dalla RAI sono andati incontro ad un elevato turnover per poi agganciarsi avendo comunque bisogno di un qualche radicamento dentro sculture dei grandi network oligopolistico
Ma si tratta di spiegazioni sufficienti o avesse occorre aggiungere osservazioni più radicali che potrebbero riassumersi in questo interrogativo
La domanda espressa dalla realtà regionali di essere presenti nel sistema televisivo trova riscontro nella capacità culturale della Societ delle società regionali di esprimere e produrre tre ore di televisione al giorno
Mi rendo conto che la risposta non è facile e soprattutto che non è unico ogni dubbio può lecitamente persiste senza avventurarmi in discorsi troppo sottili e quindi a rischio posti al rischio della genericità e l'approssimazione minimi per ricordare che oggi le cosiddette identità culturali sempre più sfuggono a vincoli territoriali di territorialità
Fosse anche di quelli nazionali
E non si può dire che sia mancata in quanto stiamo dicendo la prova della realtà giacché dopo otto anni di Terza Rete
E di una e di una sua vita più formale che sostanziale si è stati costretti quanto ricca di centrata in quanto di telegiornale si è stato costretti a decidere di voltar pagina e di trasformarle il volto
Trasformare il volto tanto rispetto alla sua dimensione nazionale che a quel regionali in particolare riferendo me al dimensione regionale di cui appunto in questo momento in questo convegno stiamo occupando si è deciso
Il il volto nuovo e console consistito nel decidere di puntare sull'unica carta che avesse dato consistenti segni di vitalità
Stiamo parlando ovviamente delle informazioni
Come si sa e come ha detto porca che nei prossimi giorni verrà triplicata la quantità o duplicata
Abbiamo scritto Troy triplicate ma i dati che mi dà poca che mi dicono che è semplicemente duplicata la quantità di informazione auto prodotta dalle sì
Fino a ieri ogni sede produce una sola edizione di notiziario televisivo il giorno dopo da più di quindici da domani notiziari saranno due il primo alle quattordici di ben mezzo ore e cioè di una durata pari al TG uno
E il secondo di quindici che sarà trasmesso le diciannove e trenta nell'attuale collocazione con la situazione nuova dal punto di vista dell'offerta di un servizio informativo ciascuna regione verrà a trovarsi nelle stesse condizioni in cui si trovava l'Italia intera rispetto alla Rai fino al settantacinque
Quando il TG uno e TG due trasmettevano due edizioni al giorno una serale e uno notturni
Ho l'impressione che questa nuova realtà sia fortemente sottovalutata ho l'impressione cioè che non ci sia non ci si renda perfettamente conto del valore che un servizio informativo locale di queste dimensioni dei che ha ha un seguito fonti locali queste dimensioni
Non so se ci siano dei termini di paragone all'estero escludo o comunque mi stupirei molto se fossero di dimensioni maggiori
Si può fare di più
Io direi sì e no
No lo diciamo chiaramente sul piano lo sviluppo che punti anch'che che punti sulla presenza di centri di programmazione radicati esclusivamente nella dimensione regionale
Già che ci pare di escludere che a questo livello territoriale possono essere raccolte capacità e risorse tali per da dar vita programmi d'intrattenimento dal film al varietà
Cioè possano essere raccolte capacità e risorse tali da alimentare i generi che vivono strutturalmente due ambiti dimensioni ideativa e industriale che manifesta vitalità soltanto a partire dal livello nazionale
Sì lo diciamo altrettanto chiaramente se ci si riferisce ad un'articolazione dello sviluppo industriale della televisione che si addensino innaturali baricentri politico culturali economici del paese
Non possiamo infatti dimenticare che l'Italia è ancora un Paese di ex capitali che forse non sono soltanto Roma Milano Torino e Napoli dove peraltro non a caso esistono da sempre i centri di produzione della RAI e dove contemporaneamente si concentra la più intensa attività di produzione delle private
Come ho già detto in altre occasioni e lo confermo non vedo come si possa escludere anche se al momento sembra irrealistico che in uno di questi centri e in particolare a Milano possa radicarsi un'intera rete un intero telegiornale
Non vi è dubbio che la città di Milano abbia tutto quanto serve e ancor di più per garantire la vitalità e il significato di una scelta del genere
Ne va escluso in alcuni centri chiunque altri ambiti
Regionali di particolare consistenza economica demografica e sociale possono svilupparsi coglie sessioni favorevoli per una presenza la cui natura è da accertare
Nel nel negli nel nel media talmente nazional televisivo in parallelo con il crescere di adeguate risorse tecniche o anche con piccole integrazioni e correzioni volti a bloccare il pieno sfruttamento delle capacità esistenti
Ricordo che all'inizio della gestione della mia gestione della Rete spinto dalla necessità mentre tutte le risorse cosiddette nazionali erano impegnate dalla rete uno e due
Non e si taglia correte a Bologna presso la cui sede fu prodotto un programma che ci consentì di rendere egregiamente la prima serata del venerdì per tutta la primavera scorsa
Alcune cose ci piacerebbe realizzare anche a Firenze in proposito qualche discorso seppur non conclusi questa tattica
E non si tratterebbe di semplici fabbriche decentrate
Come qualcuno potrebbe essere pronto a denunciare giacché si sa che soltanto attorno alla concretezza di una produzione materiale e a respiro nazionale del prodotto realizzato possono crescere sul campo risorse e direttive e capacità professionale
Chi si sognerebbe di progettare un'automobile a Roma o a Cosenza dove manca qualsiasi fabbrica capace di produrla ma soprattutto anche quasi tradizione capace di pensare l'automobile
Qualunque forzatura del buonsenso assenza del prodotto cattedrali nel deserto
Mi pare di aver toccato tutti i punti critici quindi che mi pare che i punti critici della questione senza abbandonarmi alla tentazione di scappatoie solo rettori
Ripeto di essere convinto che la carta strategica dello sviluppo del sistema televisivo locale è sostituito dall'informazione
E mi pare una una una trovata
Retorica ma il la distinzione che qui ho sentito fare tra informazione e comunicazione non non tranne che non si tenga presente un certo modello di informazione
Povera e esclusivamente esclusivamente canaletti piccole notizie volle tettuccio nutrizione ed attualità
Non so se magari qualcuno pensa che i telegiornali regionali siano state fino adesso questo forse solo questo che può suggerire solo il venire una a livello teorico un a una la un'affermazione teorica come quella che abbiamo che abbiamo sentito
Più che ripete Comito gradata il lupo il servizio carine dalla informazione di cui appunto si è deciso di imminente ampliamenti
Se una spiccia debbo fare e che tutte le energie e le risorse costituite all'inizio della terza rete e finora utilizzate soltanto parzialmente e inutilmente perché ripeto è stato uno sforzo inutile quello a mio modo di vedere e il e ne parlo ne ne parlo e lo dicevo chi ne ha sentiti in altre occasioni può confermarlo anche quando mi trovavo in un altro ruolo e nel ruolo di direttore il di aziende e de che mi paiono una utilizzazione inutile inutile quella cui sono state destinate negli ultimi otto anni
Se un auspicio che devo fare tutto energie Rizzotti costituita inizia le ferite e più utile possono questo trucco confluire sul l'obiettivo vita forza e vitalità all'informazione locale
Il successo non si presenta né facile né scontato come sempre accade per le iniziative di qualche importanza
Comunque l'eventuale successo ed è legato ad una presa di coscienza che vorrei sbagliarmi mi sembra al momento non pari all'importanza dell'iniziativa
La parola Maurizio Braccialarghe segretario nazionale fisse del
Ma io devo dire che a volte il caso un po'felice perché
Mi fa molto piacere prendere la parola dopo l'intervento di Guglielmi
Nel senso che credo
Che l'impressione che avevo prima del suo intervento sentendo diverse
Diverse interpretazioni
Relative a questo problema
Faceva quasi nascere il dubbio son detto ma noi qui che cosa ci stiamo a fare perché
Sostanzialmente pare che tutto vada così bene
Sentendo alcuni interventi
Qualcuno poi dice anche mi riferisco Forcalquier anche non voglio far polemiche ma
Dice ma bisogna voi non avete capito la vena di ottimismo
Beh io credo che Guglielmi ci abbia spiegato
Con grande chiarezza
E qual è l'orientamento che in questo momento
L'azienda RAI ha relativamente al problema della sua presenza
Sul territorio perché poi questo e credo il vero problema o la vera decodificazione del termine decentramento
Così come nel nel suo intervento stamattina al presidente della Regione Toscana
Non esiti non esitava a dire chiaramente che la riforma tanto spiccata per cui credo molte forze anche qui presenti hanno lavorato non è decollata
Sia per responsabilità della RAI
Sia per responsabilità delle autonomia regionali che probabilmente non hanno in questi anni esercitato dice chiaramente pressioni giuste e non hanno avuto avuto la capacità di imporre la propria presenza così come la legge
Gli consentiva di fare
E allora la sensazione di un sindacalista come me ma come tutti gli altri colleghi
E che durante questi anni della riforma
Eh beh forse siamo rimasti gli unici a credere
Sempre meno perché quando si rimane da soli è sempre più difficile credere in alcune cose in un certo disegno di decentramento in un certo disegno disservizio pubblico da parte della RAI
Perché credo che uno dei problemi più grossi che si agita non intorno a questo solamente a questo tema
Di confronto di oggi ma addirittura tra le forze politiche
Sul confronto sull'intera legge dell'emittenza e quella di usare tutti gli stessi termini dando per diverse impostazioni
Ognuno per proprio conto diversa interpretazione del significato delle parole tutti dicono
Servizio pubblico tutti dicono sistema misto tutti dicono decentramento tutti dicono informazione
Poi
Quando qualcuno tenta di decodificare
Questi i termini si accorge che il servizio pubblico può essere anche quello che non c'era il PC un un reale decentramento produttivo
Nel Paese
Quando si parla di informazione ci rendiamo conto che magari si parla solamente dalla necessità di avere l'informazione come dire giornalistica
Per così via
Tant'è che
L'azienda la RAI
E ci ha detto grosso modo quello che qui ha riportato poco fa con molta chiarezza Guglielmi
Quando ci ha presentato il palinsesto ci ha detto
Abbiamo la guerra dell'Audiencia
Siamo sul mercato
Dobbiamo compiere uno sforzo di accentramento produttivo su Roma del palinsesto
Tant'è vero
Che tra gli altri problemi segnalati dal sindacato non c'era solamente la questione delle sedi regionali ma vi era anche il riequilibrio produttivo rispetto agli altri tre centri di produzione di Milano Napoli e Torino
Che non sono adeguatamente sfruttati come ad esempio si registra un sovraccarico con problemi anche di natura organizzativa pesanti
Nei centri di produzione di Roma
E ci annunciato che per avviare il telegiornale delle quattordici dovendo avvenire questo operazioni in economia di mezzi e di uomini
Era necessario sopprimere le strutture di programmazione delle sedi non chiudere le sedi regionali ma sopprimere le strutture di programmazione delle sedi cioè eliminare la possibilità da parte delle sedi e quindi la parte del territorio così io la leggo almeno così credo che la legge di riforma prevedesse di ideare propri programmi
E questo lo diceva un sindacato che quattro cinque mesi prima aveva lanciato unitariamente anche scontando probabilmente una serie di difficoltà come sempre nel tentare di delineare una linea un processo
Un altro Montello di decentramento perché qui ha ragione Zaccaria
Noi siamo convinti che il vecchio modello di decentramento non funzioni più
Ma che debba essere affermato il decentramento un nuovo modello di decentramento non abbiamo mai capito ad esempio il perché
Non vi sia la possibilità che alcuni programmi prodotti ideati in sedi regionali non possano andare sul palinsesto nazionale
O perché per anni si è che ti Zatta sostanzialmente la produzione locale nella Terza Rete ridotta anche dal punto di vista tecnico nella maniera in cui tutti conosciamo
Priva di investimenti per potenziarne anche qui la struttura di ricevimento tante che sappiamo tutti non solo l'alto diciamo il diverso Audiencia ma anche l'idratazione del segnale
Della terza rete quale sta
Però da questo punto di vista da questo punto di vista e beh io credo che insomma qui alcuni alcuni capisaldi sostanzialmente dovremo ritrovarle
Perché se in realtà tutti quanti continuiamo ad affermare che e così leggo io quelle famose affermazione la Rai è cardine del servizio pubblico all'interno di un sistema misto
Se in realtà riteniamo che la RAI debba compiere operati presenza sul territorio io non so se in tutte le attuali sedi regionali
Non so se dal consorzio di diverse regioni o in alcune regioni in più o in meno se ne discuta
Ma sono sicuramente che non solamente voglio dire a Roma nel centro di produzione di Roma deve essere realizzato come attualmente ha sostanzialmente ottantaquattro per cento del palinsesto dalla prima alla seconda dalla Terza Rete
Perché questo può essere tutto al di là delle affermazioni meno che al decentramento
Se poi si ritiene invece che l'unico decentramento sostanzialmente possibile sia quello relativo al telegiornale perché così e quello delle delle ore quattordici beh questo io credo che sia una parte del compiti istituzionalmente fidato con la riforma la RAI essendo anche una parte importante quella relativa all'informazione regionale ma non si può trascurare l'ideazione la programmazione di spettacoli
Che sono una parte credo rilevante da questo punto di vista
E allora anche alcune indicazioni contenute nel nella relazione del professor Zaccaria e beh io credo che siano e che servano a riaprire un capitolo forse frettolosamente chiuso in questa fase almeno da parte del consiglio d'amministrazione della RAI sugli indirizzi di fondo
E sulla presenza della RAI che sulla propria struttura alcune idee
Sono idee sulle quali io credo il sindacato possa coincidere si tratta di discuterne
Troppi eh a mio avviso soprattutto in rapporto a ruolo e ai compiti che le regioni possono svolgere già in presenza di questa legge di questo ordinamento e soprattutto anche rispetto a questa possibilità di unire le forze private e pubbliche
Delle autonomie regionali per realizzare anche società a livello regionale io credo che vi possano essere indicazioni che meritano di essere approfondite
E io vorrei però finire con un ultimo dato
In tutti i documenti compresa nella relazione stamattina che ha fatto qui il vice direttore della RAI
A un certo punto si afferma sostanzialmente che tutte le operazione tutte le riflessione relative al decentramento devono tener conto come è giusto in una politica di così
Confronto sul mercato anche con la presenza dei privati due caposaldi il primo la rispondenza del gradimento dell'Audiencia da parte del pubblico il secondo il carattere di economicità
Sul primo lasciamo cioè voglio dire lo trascura un attimo ma sappiamo che questo è uno dei veri problemi
E anche qui bisogna cioè il grosso interrogativo il servizio pubblico deve inseguire laudi esso non deve ma non vorrei essere storpiato da questa tematica
Ma io voglio ragionare sul secondo
Quando la Rai a annunciato al sindacato con anni di ritardo essere cessata la fase di sperimentazione della terza rete noi abbiamo chiesto di avere un confronto sui dati quando si termina una sperimentazione io credo si deve avere il coraggio di analizzare i dati che ne son venuti fuori
Ebbene a oggi stiamo ancora attendendo il confronto sui dati
Quando abbiamo chiesto qual era l'Audiencia tipico di una trasmissione regionale una di quei francobolli IMI di cui parlava Zaccaria stamattina nella sua relazione la RAI ci ha detto che per esempio e la media di audire che i programmi regionali mediamente realizzarono sul territorio regionale era pari a sei settecento mila spettatori
Benissimo
La RAI ha avviato la televisione uno del mattino
Con uno sforzo produttivo notevole con investimenti economici rilevanti di mezzi rilevanti
Che in termini di autisti realizza praticamente la stessa lo stesso tipo di valore sei settecento mila persone medie
Non solo ha riconfermato
Il modello produttivo e noi siamo sia favorevoli vorrei precisarlo alle trasmissioni del mattino come siamo favorevoli alle trasparente nei giornali delle ore quattordici ma non solo ha riaffermato
E quindi sostanzialmente a consolidato la presenza di tv uno mattino ma creato TV due mattina e si parla di creare TV tre mattina
Allora io credo che anche da questo punto di vista e bisognerebbe riuscire a capire anche qui qual è l'esatta decodificazione l'esatto rapporto che vi deve essere tra palinsesto ruolo del servizio pubblico decentramento Investimenti e quindi economicità della gestione
Intese per investimenti ovviamente l'investimenti di uomini e mezzi grazie
Debbo avvertire che per ragioni organizzative interne al teatro noi dobbiamo lasciare questa Sarzana
Alle diciotto e trenta quindi c'è lo spazio soltanto per l'ultimo intervento per questo do la parola Paolo vigevano editore radio radicale tutti gli altri interventi sono rinviata domattina
Se ci fosse Menduni potrebbe parlare Menduni sono se lo desiderassero
Perché erano questi giorni
Allora niente per non prego
Per
Parla dello che poi allora
Sospette e mi hanno privata del
Sì venga guarda e si presentino perché hanno preso qui le schede se ne son portate via
Prego
E lo dico all'uso di Carlo prego
Molto va bene mi chiamo Peterlini Oskar Peterlini sono consigliere regionale del Trentino Alto Adige e Prato presentatore e l'attore se la legge la Provincia della provincia di Bolzano
Di cui ha fatto oggi riferimento il professor Zaccaria nel suo intervento ripeto anche a rischio di essere ripetitivo
Che mi sembra giusto se le regioni oggi come si si è dimostrato nel convegno recente di Venezia cerca ora un popolo un pop ruolo in questa nostra Repubblica una propria identità
Non potranno mai esprimerei concretizzarsi Riello in tempo se non sarà garantita anche la possibilità di partecipare attivamente al settore dell'informazione
Una regionalizzazione
Di leggi di legiferare nel settore dell'informazione non era il giornalismo non è tutt'altro e cioè la concentrazione del potere nel lo Stato spesso
Mi sembrava già questa la sede opportuna
Per rivendicare sia e nel dibattito che sta facendo adesso è come ha fatto molti altri relatori ma non tutti
Se nel dibattito che nel documento finale questa volontà delle regioni a soli funzionario microfono ah perfetto grazie allora per questa volontà delle Regioni
Di avere un po'acqueo buono nella realtà delle della informazione di poter cioè non sole essere a obiettivi della informazione stessa come è stata relazionata dalla RAI che se che cerca di Sozzani ipocriti dalla Gai proprio programmi per dare spazio alla realtà regionale ma anche di coinvolgere come partecipanti nella nel ma nella rappresentanza spessa delle intorno delle serie informative
L'espressione locale come pluralismo e espressione democratica
Per fare un esempio però a quale punto è in realtà in Italia questa volontà
Mi sono presentato a a questo convegno è anche chiesto la parola perciò vorrei evidenziare il fatto proprio stesso dalla provincia di Bolzano
Abbiamo cercato
Ma dopo le dov'è promettere che abbiamo sette oltre le competenze previste delle regioni a statuto ordinario la nostra provincia di Bolzano
A competenze primarie cioè esclusivo in materia di manifestazioni età di ritardi stili culturali e dunque educative locali
Anche con i mezzi radiotelevisivi così detto espressamente lo statuto a carattere
Di legge costituzionale e inoltre ha competenza anche questo è in competenza esclusiva primaria nel settore delle comunicazioni e trasporti di interesse provinciale
Aggiungo questo fatto perché oltre le competenze come ci diceva regionali mi sembrava un punto di partenza molto interessante per qua a fare questo nuova sui fatti delle del regionalismo in Italia
Siamo partiti con una legge
Così detta Benedicta perché non era la mia io ne collega di partito dalla seggiola Volkspartei
Che cercare
Di
Ho qui presente
Garantire la partecipazione di tutte le espressioni democratiche in Provincia regolamentando no linee generali la possibilità del bacino di utenza e delle frequenze
Non ha neanche arrivata e Commissione questa legge perché nel frattempo è sopravvenuta una sentenza della Corte Costituzionale anche menzionata oggi dal professor Zaccaria
In cui chiaramente
Sì
Toglieva ogni spazio in questo senso alle regioni alla sentenza numero duecento e sei del dieci luglio ottantacinque
Perciò abbiamo ridotto al minimo
Le la fa la prova la nostra esigenza
E ci siamo rievocati e decidere come procace le competenze come già menzionate del settore di espressione culturale apistico anche con la polis possibilità delle radio televisione come dice lo Statuto spesso
E alle competente della come comunicazione non siamo più i periti a queste ma ci siamo
Limitate
Alle competenze finora fino a quella data indiscusse competenze primarie che queste della provincia autonoma nel settore della urbanistica e nel settore della quote poté Tone del paesaggio le competenze che finora erano anche indiscusse da parte della Corte costituzionale
Questo è poi il disegno di legge il mio che il partito limitandosi come tra queste due competenze
Cosa prevedeva vedere prevedeva la necessità di
Nel piano urbanistico di individuare zone adatte per impiantare i i cosiddetti ripetitori questo perché
Mentre nel rimanente territorio nazionale le emittenti private sono erano libere di esplicare la propria attività
Praticamente impiantare questi impianti più o meno nel nel vacuum della legge ove era necessario ove o o o o dove volevano la rilevazione di ripetitori
Da noi è una emblemi di storico quale impianto impianto
Fisso è soggetta a limitazioni estremamente rigorose perfetto della legislazione generale dico generali in materia urbanistica
Perciò il cuore e il disegno di legge e intendeva abolire proprie queste limitazioni urbanistiche ed individuare certe zone per potere impegno impiantare questi ripetitori
Cosa legge è stata sempre più ridotta nelle sue esigenze è stata rinviata tre volte dal Governo o quelli con Pio del governo che dice
Questo è l'ultimo dei tre rinvii
Si comunica come al solito che il Governo si oppone rilevando che la disposizione di cui all'articolo dal talent sia prevedendo l'individuazione da parte della Provincia delle aree in cui sono ammissibili gli impianti di telecomunicazione
Sia cioè le aree sia disponendo che l'applicazione del piano nazionale sull'assegnazione delle frequenze è subordinata alla compatibilità con i vincoli del della tutela del paesaggio
E con i vincoli risultanti dallo uguale ordinamento urbanistico cominciare interferisce
Nella materia delle delle comunicazioni
Così come affermata la le sentenze le coppe cosa azionari e così via Capaccio per questi supposti motivo il governo rinvia la legge
A nuovo esame questo all'ultimo al terzo e ultimo tentativo cui siamo sommati e cui siamo fermi adesso
Questa è la realtà e cui io noi teniamo a questo congresso eccole queste regioni hanno cercato di esprimere la propria volontà di esistere di pare sull'orlo Huo lo nelle ma recentemente a Venezia con questo documento delle dei presidenti delle regioni e in cui in verità
Ci si è limitati addirittura incompetenza in cui finora veri tutela del paesaggio e vedi urbanistica eravamo tutti pacifici merita è che lo Stato a nel settore informativo si riserva al massimo tutte le competenze
Questo per quanto riguarda la registrazione un ultimo aspetto ancora per quanto riguarda la anche sicuramente questo lo ammettiamo con la lettera la terza rete ha fatto lo sforzo di venire più vicino ai problemi della gente
Metto anche
Il positivo in questa sede che la nuova convenzione governo mai adatto anche nuove possibilità di espressione alle esigenze delle minoranze linguistiche lo dico qui perché erano richieste
Remote miei riferisco anche documento comune delle regioni autonome del settantasei varato ad Aosta e qui oggi ripetute anche dal presidente Bondanza
Beh va in parte sono state ricordate abbiamo più spazio per la televisione e la radio in lingua tedesca ed abbiamo questo ex novo ora una programma anche televisivo in lingua ladina
Questa per la cosa comporta comporta che certamente questi nuovi spazi richiedono anche nuove strutture cioè giornalisti personale tecnico e spazio operativo e anche come locali di strutture questo lo lo depongo sperando di essere sentito anche le competenti dirigenti della RAI ed era terza sede
Rimangono aperte questioni di competenze il coordinatore per esempio lo statuto prevede che un coordinatore
Coordini programmi di lingua tedesca e verità si sia limitato ai programmi non informativi perenti cui c'era la preoccupazione centrale la popolazione delle delle sedi centrali che l'informazione possa possa essere tolta a questa forza
Centrale
E i manca ed è molto insoddisfacente lo spazio che la Rai il TG tre Jive tedesca e italiana
Alla ai lavori del consiglio e Consiglio regionale e dei Consigli autonomi a della provincia di Trento e di Bolzano
è inutile che i giovani sappiano aveva le informazioni sui avvenimenti internazionali
Nazionali e che li li abbiano etnici salgariano però non conoscono la loro realtà locale in cui molte leggi importante specialmente di province autonome incidono direttamente sulla avuta con vita comune Petrova chiudere questo
Il mio piccolo intervento con la richiesta che siamo capaci al fine congresso domani magari un documento comune e coi questo Vuolo delle regioni sì veramente sia anche concretizzato negli Stati per Ignazio
Ecco prima di concluderà i lavori vorrei avvertire che la scena che ci sarà alle diciannove e quarantacinque
Richiede da parte di tutti una certa puntualità per essere poi presenti sia alla la presentazione della Casina di Plauto grazie buona sera