20 APR 2008
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - RADIO - 17:00 Durata: 1 ora 50 min
A cura di Guido Mesiti e Pantheon
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 20 aprile 2008 , condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Massimo Bordin (direttore di Radio Radicale), Marco Pannella (parlamentare europeo, Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Elezioni, Politica, Politiche 2008.

La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 1 ora e 50 minuti.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    direttore di Radio Radicale

    L’analisi del voto delle elezioni politiche. Gli editoriali del Corriere della Sera e di Repubblica. La riunione di Direzione dei radicali e l’appuntamento di Chianciano dal 2 al 4 maggio.
    17:00 Durata: 1 min 58 sec
  • Il dibattito interno a Rifondazione “è unicamente rivolto all’interno”. Nemmeno un riferimento all'area radicale, “mentre noi abbiamo previsto un dibattito per il 2-3-4 maggio a Cianciano, che obiettivamente non può non investire – se vogliono – le aree altre rispetto alla nostra, come abbiamo sempre auspicato”. L'editoriale di Mieli e l'atteggiamento verso i radicali.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    17:01 Durata: 10 min 9 sec
  • L'apporto dei radicali: “Io sono stato qui per notti e giorni – ed anche Emma – lanciando lo slogan: ‘il 13 e il 14 aprile c’è da decidere solo una cosa’. E su questo argomento semplice ed efficace abbiamo picchiato duro. Non ci giurerei che una cosa così semplice, un po’ non sia circolata”. La strategia “sfascista” per fermare “la vittoria nostra del 2006, che aveva ormai una serie di ricadute, di effetto domino, rispetto all’assetto di regime bipolare.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Gli spostamenti assoluti di voti rispetto alle elezioni 2006 e l'apporto dei radicali. “Abbiamo parlato della straordinaria presenza televisiva a favore dei socialisti. E i socialisti non si sono presi l’elettorato della RnP”. “Poi c’è un’altra cosa da non sottovalutare; io sono stato qui per notti e giorni – ed anche Emma – lanciando lo slogan: ‘il 13 e il 14 aprile c’è da decidere solo una cosa’. E su questo argomento semplice ed efficace abbiamo picchiato duro. Ho l’impressione che anche nella Sinistra Arcobaleno…ad AnnoZero ho sentito due ragazzi di quel partito che dicevano ‘siamo Arcobaleno, ma alla fine abbiamo votato PD’. Non ci giurerei che una cosa così semplice, un po’ non sia circolata. Non era il voto utile: era la scelta, Veltroni o Berlusconi? Il ragionamento del direttore del Corriere mi sembra un avallo di una qualità di scelta politica che continua. Non vorrei, mi dispiacerebbe, che questa nostra e mia storia si proseguisse ancora abbastanza a lungo da poter dire del direttore del Corriere della Sera – che ormai anche lui concorre a suonare le campane a morte per noi, politicamente – insomma da dover essere io, sul piano politico-editoriale, a dover compiere l’atto di pietas si accompagnare quest’altro autorevolissimo esponente del ceto dirigente italiano, com’è successo con altri direttori di giornale, altri presidenti del Consiglio, altri fascinosi leader di destra, di centro e di sinistra”. Un anatema? “Un anatema proprio no! Lo zombie istituzionale sono 50 anni che sono io! Lo dico con un po’ di gusto quasi sarcastico. La qualità del ragionamento di oggi…dice ‘hanno fatto bene con Di Pietro ed hanno fatto bene a trattare così i radicali’…con quale motivazione? Se è vero, come è vero, che le nostre liste sarebbero state in concorrenza con quella Di Pietro, proprio come pubblico”. La possibilità, dopo essere stati determinanti nel 2006 per la vittoria dell'Unione, di esserlo ancora. La riunione di direzione ed i conti con il “dopo”. La parola data e la necessità o meno di “ringraziare” il PD. Le dichiarazioni di Bettini su radicali e Di Pietro: “In realtà la posizione di Di Pietro è un anello oggettivo di congiunzione fra Alleanza Nazionale e delle scelte non estranee alla tradizione comunista. La tradizione del Pci non era quella di Macaluso, garantista. È stata molto a lungo quella di approfittare di Mani Pulite”. La questione dell’indulto: “Ora anche il Presidente di Confindustria dice, ‘è stato disastroso l’indulto’. Ma dove sta scritto? E lui che c’entra? Ha fatto battaglie sulla giustizia? Si è mai occupato di queste cose? Tutt’al più l’indulto è servito a un po’ di industrialotti suoi amici. No? Diciamo pure, Fiat e dintorni”. I risultati ottimi di Lega e Di Pietro? “Guardiamo le cose nel loro svolgimento. Noi che linea abbiamo tenuto? Una linea sempre confermata: quello che è necessario è finire la legislatura”. La strategia “sfascista” per fermare “la vittoria nostra del 2006, che aveva ormai una serie di ricadute, di effetto domino, rispetto all’assetto di regime bipolare. E mano a mano queste cose divenivano assolutamente non controllabili, tanto è vero che anche con lo sfascio…con la fine della legislatura, è saltata l’aggregazione di destra quale era, più articolata. Adesso ovviamente è quella in cui il padrone ha dovuto riprendere in mano la cosa, e si è accettato il padrone, che nelle tradizioni di Alleanza Nazionale è un ritorno ad origini culturali che sono quelle che sono, dell’MSI. E da quest’altra parte lo stesso, cioè la scomparsa dei famosi comunisti detti ‘radicali’”. Il presunto voto cattolico e la sinistra. “Dicevo due anni fa che il voto di Ruini mi faceva ridere. La Binetti? Ma l’ho detto anche un mese fa, ma ben venga! Anche due Binetti, quattro Binetti. Binetti è l’alibi di Veltroni. Perché lei non conta nulla! Una anti-conciliare come lei, con l’ossessione dei radicali – il demonio -, ha il cilicio…devo dire che mi è cara. A me è proprio simpatica; l’ho sempre detto”. “Il Vaticano è diventato un potere in tutto il mondo. Ormai tutto il mondo è 'La Sapienza'. Non c'è nemmeno bisogno di quattro scemi che dicono 'non lo voglio'. Il mio momento di dissenso con Ernesto Rossi che aveva il terrore del possibile confondersi del ruolo dei presidenti americani e delle loro posizioni, eventualmente cattoliche” nelle confessioni religiose; “devo dire che a distanza di 50 anni…”.
    17:12 Durata: 16 min 54 sec
  • I 9 eletti radicali “oggettivamente cercheranno di dare un apporto a quello che un partito democratico, democratico anche nelle procedure”, potrà fare. Alla sinistra estrema: “Gli sconfitti di una battaglia possono essere pure i vincitori di una guerra. Ma se continuano a mantenere lo stesso terreno sul quale sono battuti, con le stesse alleanze militari per le quali sono stati battuti, allora sono perdenti e non solo perduti di un momento”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    I nove deputati come ostaggi, ospiti o collaboreranno alla costruzione del PD? “Io credo che avallare quest’ultima tesi vuol dire sottoporli al massacro. Se quelli credono che questi nove si ‘illudono’ di poter collaborare a formare, li ammazzano”. “Oggettivamente cercheranno di dare un apporto a quello che un partito democratico, democratico anche nelle procedure”, potrà fare. I radicali e l’accordo di entrare nel gruppo comune tra PD e IdV: “Adesso è lo stesso gruppo? Ora vediamo”. “Sono completamente inattendibili”. “Veltroni starà a galla. Certo l’avevo detto anche del mio amato imperatore (Romano Prodi, n.d.R.)”. “Avevo detto: la materia organica, come è noto, resta a galla”. Il riflesso d'ordine delle elezioni, la prima prova elettorale delle Liste di Grillo ed il libro di Targia su Grillo. Il libro di De Lucia, “divenuto subito clandestino”. “Credo che l’ottimo editore, quando si è accorto che quello stesso libro era nello stesso tempo sgradevole – perché veritiero – non solo su Veltroni ma anche su Berlusconi, a questo punto il lancio del libro gli è interessato meno. Quindi lo segnaliamo: ‘Il Baratto’, edito da Kaos Edizioni, sul baratto tra comunisti e Fininvest e poi Mediaset”. Il voto ed i rapporti con la sinistra estrema. Posizioni inconciliabili? “Su alcuni punti sì, ma poi come finisce? Che 20 anni dopo...” i comunisti danno ragione ai radicali. “Io ricordo ancora quando in radio, a Fausto (Bertinotti, n.d.R.) gli estorcemmo l’impegno che almeno mensilmente lui sarebbe venuto qui”. E poi “l’affermazione in uno dei suoi ultimi libri: ‘ma certo, continueremo a rubare a Pannella tutto il possibile’. Al di là della battuta, non potrebbe questa essere un’occasione? Ho sentito il dibattito oggi: tutte le spiegazioni possibili, tutte le cose, ma non uno che dicesse ‘beh sì, poi c’è questo problema dei radicali’”. “Poi ho scoperto che Franco Giordano nel 1983 aveva partecipato a un primo seminario su nonviolenza e Satyagraha. Nel senso che era un’incubazione”. “E devo dire mi dispiace. Io sono sempre stato convinto che la sinistra liberale è una sorta di polizza d’assicurazione perché nel mondo contemporaneo la sinistra torni a vincere. E torni ad affermarsi. Come sinistra estrema e non estremista”. “Mi spaventa che noi siamo Radio Rifondazione, perché abbiamo dedicato, e ne sono fiero”, una intera giornata di programmazione di Radio Radicale al Comitato del PRC. “La loro voce, il loro dibattito, che migliaia di persone si avvicinano a comprendere e conoscere, con il grande vantaggio che c’è quando i mostri sono conosciuti nella loro realtà esistente ed esistenziale”. Il connotato di apertura, invece, dell’Assemblea dei Mille, nel corso della quale si discuterà “il da farsi e il da fare”. “Gli sconfitti di una battaglia possono essere pure i vincitori di una guerra. Certo, se poi gli sconfitti continuano a mantenere lo stesso terreno sul quale sono battuti, con le stesse alleanze militari per le quali sono stati battuti e via dicendo…allora sono perdenti e non solo perduti di un momento”.
    17:29 Durata: 13 min 13 sec
  • Il ballottaggio a Roma ed il sostegno radicale nel '93 a Rutelli: oggi “ritengo che siano oggettivamente preoccupati, soprattutto Francesco. Davvero mi auguro di poter essere utilizzato da loro”. La questione sicurezza: “La certezza della pena per noi è l’unico deterrente, non l’entità”. “Il problema della sicurezza è il problema della giustizia e non quella degli sceriffi”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Il ballottaggio a Roma per l’elezione del Sindaco. Nei confronti di Rutelli “non ci sono troppe riserve nel Partito, anche grazie ad un atteggiamento intelligente di Francesco. Ha detto anche cose che non erano strettamente necessarie”. “L’altra volta Francesco fu eletto grazie al nostro apporto, altrimenti perdeva contro il segretario dell’MSI”. “Strappammo a Fini i ragazzi del Fronte della Gioventù, parliamoci chiaro. Perché andai nei licei, ed avemmo i riscontri ufficiali. Fu quella volta che poi il capodanno lo passammo in piazza del Quirinale per un walk-around, con Fini ed altri, per fare le richieste dei referendum liberali, liberisti, col Presidente Scalfaro. E lì era qualche mese dopo quelle elezioni. E vennero i ragazzi del Fronte della Gioventù dicendo che erano ‘arrabbiati con Marco’, perché avevano deciso di votare me invece che Gianfranco”. “Certo allora si poteva dire: se votate Rutelli votate uno che è antiproibizionista, attribuendogli pure tutte le cose radicali. Mentre invece Fini è contro tutte queste cose. Adesso sarebbe pure meno facile. E occorre pure vedere se lo vogliono oppure no. Io ritengo che siano oggettivamente preoccupati, soprattutto Francesco”. “Davvero mi auguro di poter essere utilizzato da loro”. Il problema sicurezza. “Innanzitutto bisogna vedere i dati veri, perché sappiamo che questi sono riflessi storicamente conosciuti”. “Dall’altra parte farei un’opera di verità. Se in Italia non si investono quattrini, quindi è una realtà anche rarefatta, riusciamo ad avere solo quel tipo di manodopera di ‘stampo italiano’ dell'altro secolo, dei morti di fame”. La questione amnistia: “La certezza della pena per noi è l’unico deterrente, non l’entità. C’è la certezza che il 90% dei reati contro il patrimonio non vengano scoperti. Questa è la grande campagna di verità che andrebbe fatta; se in Italia manca la funzione della giustizia…ed è una posizione liberale e credo anche una posizione molto veritiera, realistica”. “Il problema della sicurezza è il problema della giustizia e non quella degli sceriffi”. Il Pci all’inizio di Mani Pulite e della Lega. “La Turco da 9 mesi ha l’obbligo di emanare le linee guida”. “Un liberale almeno troverebbe delle scuse”. “Il trasformismo, l’opportunismo sfacciato”. “Nel togliattismo c’era questo perché ci si aspettava che la vittoria venisse da altrove. Ma questi qua non più”.
    17:42 Durata: 16 min 6 sec
  • La convocazione, assieme al socialista Del Bue, dell'Assemblea dei Mille. Necessario “un inizio di riflessione sul partito oggi”. “E se le forme della galassia non potrebbero rappresentare, oggi, una risposta formale per tutte le varie sinistre italiane, che ignorano perfino il problema organizzativo”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    La convocazione congiunta con il socialista Del Bue dell'assemblea di Chianciano ed il rapporto con i socialisti. “Ho letto su un’agenzia, e mi ha davvero stupito, alcune cose dette da Zavettieri. Lui ha detto delle cose precise: lui dice che non c’è mai stato il comitato vero del nuovo Partito Socialista, che nessuno ha eletto Enrico Boselli a…; sono cose o diffamatorie o di informazione. Sulla pagina internet della Rosa nel Pugno, quella dichiarazione la metteremo”. “Io francamente non pensavo che loro facessero meno dell’1%. Eppure io rispondo al proposito che noi siamo stati determinanti in questo. Pur ad armi diseguali: lui in televisione, noi con RadioRadicale”. I conti in tasca alle forze politiche fatti nei giorni scorsi da Italia Oggi. “Nei due appunti miei che ho buttato giù” in vista di Chianciano, “c'era un inizio di riflessione sul partito oggi”. “E se le forme della galassia non potrebbero rappresentare, oggi, una risposta formale per tutte le varie sinistre italiane, che ignorano perfino il problema organizzativo”. A Chianciano “vorrei un dibattito su questo, quindi con apporti scientifici”.
    17:58 Durata: 7 min 53 sec
  • Le nomine “fatte a bizzeffe dal Governo Prodi”, di cui “Emma non sa nulla”. I rapporti dei radicali con Prodi, e con la DC prima.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Le prossime tappe istituzionali. Le nomine “fatte a bizzeffe dal Governo Prodi”, di cui “Emma non sa nulla”. “Anche perché noi abbiamo posto il problema del venir meno di una conventio ad excludendum anti-costituzionale, anti-radicale, alla Rai. Quindi abbiamo sollevato un problema di principio, di uscire dall’illegalità”. Le dimissioni di Prodi rese pubbliche “un po' su nostra richiesta”. “Quando ho posto di nuovo il problema della RAI, lui accettò e fece un comunicato come avevo suggerito, una presa di posizione assolutamente a favore del format e della soluzione dai noi proposta. Un comunicato della Presidenza del Consiglio. Sul ritorno in aereo, disse: ‘Ma io a questo punto sono dimissionario’. Io gli ho risposto: 'fino a quando non lo rendi pubblico, non sei dimissionario per me. Hai una responsabilità'. Sta di fatto che due giorni dopo è avvenuto questo”. “Forse sarebbe durato un’altra settimana se non ci fosse stato questo dovere nei nostri confronti, di dire 'non faccio il Presidente perché sono dimissionario'”. Le possibili ricadute sui prodiani nel PD. Pannella più vicino all'ex Presidente dell'IRI che all'altra parte del governo, quella con la quale storicamente ha tentato di dialogare? “Perché bene o male quella generazione era un pasticcio nella quale vi entrava poi una componente importante, quella degasperiana”. “Finché lui è stato vivo, il dogma era con i laici”. “L'ispirazione degasperiana è quella che ha fatto sì che Il Mondo, che era l'organo anticlericale, in realtà era il referente”. “Era quello che ha tenuto sino all'inizio degli anni '60 un dialogo con la DC”. Il dibattito sulla collocazione intellettuale e politica di Andreatta. La vena descrittiva dei radicali più forte del gioco politico giocato momento per momento? “Il problema è che un Panfilo Gentile che poi finisce collocato a destra, era un Averroè del mondo”. “Ernesto Rossi era di battaglia: il concordato...era una battaglia che in realtà trovava in De Gasperi una connivenza oggettiva”. “La cosiddetta operazione Sturzo, così chiamata, perché lui era contrarissima e venne attribuita a lui”.
    18:06 Durata: 12 min 15 sec
  • Socialisti e radicali sul concordato. “Oggi, è vero che Boselli” fa la campagna anticlericale, “però viene sempre fuori dagli altri l'attacco contro noi. Non gli fa paura che Enrico vuole questo”. Ratzinger negli USA: “A me risulta che in tutte le lingue, c'è il relativismo e all'opposto c'è l'assolutismo”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Il Papa e l'esaltazione del modello USA di laicità. La posizione di Boselli sul concordato in campagna elettorale: “Mi fai ricordare una cosa molto bella. Nel 1973 c'è Giorgio Spini che ad un certo punto, parlando ad una conferenza contro il Concordato, alla presenza di molti protestanti...dice 'c'è una cosa strana: qui se la prendono tutti con Pannella, ma perché non se la prendono anche con i Repubblicani'. Oggi, è vero che Boselli” fa la campagna anticlericale, “però viene sempre fuori dagli altri l'attacco contro noi. Non gli fa paura che Enrico vuole questo”. Un Papa anti-concordatario? “No, è un Papa capace di tutto”. “A me risulta che in tutte le lingue, c'è il relativismo e all'opposto c'è l'assolutismo”.
    18:18 Durata: 2 min 58 sec
  • L'informazione necessaria, i radicali ignoti e i rapporti col PD. “E' vero che Prodi non è più Presidente del PD, ma facciamoci dire se è vera la storia di queste nomine. Perché, quale responsabile di 200 nomine, bisogna capire perché quella che abbiamo preso a simbolo, quella della Rai Tv, non si fa”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    La realtà non democratica è tale che se noi non ci mettiamo in condizione di scrivere e di raggiungere 30-40.000 compagni di area, dandogli almeno le informazioni...Perché è pieno di loro che ci scrivono, ma ringraziamoli almeno, perché sono divenuti nove”. La figura del 'radicale ignoto': “Loro non sanno nulla; quello che passa solo attraverso l'informazione verticale, militare, che noi non abbiamo mai amato. Noi che siamo parola, se non siamo in condizione di farci leggere in giro dai compagni nauseati, questa è l'assenza di democrazia”. Il dialogo con il PD: “E' vero che Prodi non è più Presidente del PD, ma facciamoci dire se è vera la storia di queste nomine. Perché allora, come responsabile di 200 nomine, bisogna capire perché quella che abbiamo preso a simbolo, quella della Rai Tv, non si fa”.
    18:21 Durata: 7 min 24 sec
  • Parlamento, radicali nei due schieramenti ed ex radicali.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    “La politica estera del nuovo governo è iniziata con Putin”. “Lui ritiene che è un democratico, ma siccome lui non sa cosa sia democratico, è inutile fare il processo”. Ancora sui socialisti, in particolare “la sintonia” con Biagi: “noi due anni prima delle sue proposte, facciamo i referendum sulle varie figure del lavoro, fatteci fuori dalla Corte Costituzionale che ci lascia solo l'articolo 18”. L'accordo con Giuliano Amato sulla finanziaria fatta di “lacrime e sangue”. “Il problema quindi dei laici, più che dei soli radicali”. La continuità di vicinanza con Benedetto Della Vedova, pienamente radicale; la differenza con Quagliariello, Rutelli ed Eugenia Roccella. “Quando dice: 'se mio padre fosse vivo, starebbe con me', dico 'vaffanculo!'. E' oltre il limite della sopportazione, non rispondo”. “Una persona che ha talento...cosa fa dei propri talenti è un'altra cosa, che viene dopo”. “A suo modo un personaggio un po' grigio, come immagine, da 10 anni è Presidente del gruppo parlamentare di Forza Italia. Adesso viene fuori Ministro”. “Se piglia la tessera – mera ipotesi – non vedo nulla di contraddittorio. Mentre Quagliariello, Francesco...”. “Scelgono cose così gravemente importanti ed opposte a...”.
    18:28 Durata: 9 min 10 sec
  • Il ruolo della galassia radicale: “Non potrebbero essere, per tutti quelli dei partiti improvvisamente scomparsi, la Coscioni, NtC, Non c'è Pace senza Giustizia, luoghi di esercizio della pienezza di una loro responsabilità politica?”. La sessione di Strasburgo e la posizione vergognosa sul Dalai Lama della presidenza slovena.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    “Io riterrei molto importante quel mio appunto sulla questione 'il partito oggi, etc.'. C'è anche una parte sulla galassia radicale: non potrebbero essere, per tutti quelli dei partiti improvvisamente scomparsi, la Coscioni, NtC, Non c'è Pace senza Giustizia, luoghi di esercizio della pienezza di una loro responsabilità politica?”. “La mia potrebbe essere anche una domanda che pongo: ma perché essendoci questo sul mercato, ed essendo strumenti di prestigio ormai, ed essendoci la libertà pienamente riconosciuta, senza mettere cappelli ma anzi abbiamo l'interesse di sottolineare le presenza esterne alla famiglia radicale quando ci sono...quindi potrebbe essere la risposta immediata, la risposta possibile di Fausto Bertinotti”. “Il nuovo carisma del governatore della Puglia”. Un antico scontro elettorale di Pannella con Vendola. Aspettative dal Governo Berlusconi? “Non mi aspetto granché, purtroppo”. “La cosa dell'essere impopolari per non essere antipopolari, che è cosa radicale, sembra essergli entrata un po' in testa”. Un modo per mettere le mani avanti? “E' già qualcosa!”. Appuntamenti della settimana: la sessione a Strasburgo. “La presidenza slovena – e il presidente è colui per il quale andammo a dimostrare solidarietà quando fu arrestato dai comunisti, facendolo in fondo rilasciare forse – questo oggi ha una posizione vergognosa; ha dichiarato che la presidenza slovena non invita il Dalai Lama a Bruxelles. Lui, del partitino 'Democrazia e Europa', presidente sloveno, lascia la presidenza ai francesi. Attaccherò; mi sento tradito”.
    18:38 Durata: 12 min 4 sec