Intervista a Gianni Pittella sul bilancio dell'Unione Europea

Gianni Pittella deputato europeo iscritto al gruppo del PS elettori democratici di sinistra come vogliamo parlare del bilancio dell'Unione Europea che stanno infatti proprio Pittella il relatore al Parlamento europeo per l'esercizio di bilancio due mila e sei e la prima volta da quindici anni che un italiano torna ad essere relatore per il Bilancio innanzitutto richiedere come si presenta questo lungo esercizio perché inizia allora si conclude la sua mente dicembre
Ma il bilancio ogni anno alle sue difficoltà quest'anno ne avrà maggiori perché si tratta di un bilancio ponte che aveva dalla attuale fase di programmazione due mila due mila e sei alla nuova fase di programmazione due mila sette due mila tredici
E risente anche del confronto che in atto sulle prospettive finanziarie cioè su quante risorse dovrà avere l'Unione europea allargata nel prossimo periodo di programmazione
Ovviamente se si raggiungerà un'intesa su questo punto ne beneficerà anche la procedura di bilancio e potremmo forse avere minori difficoltà nel reperimento delle risorse perché il problema di bilancio sempre quello avere risorse adeguate rispetto alle finalità e alle ambizioni che l'Unione si pone
Ricordiamo come convenuto con l'approvazione del bilancio due mila cinque
Le risorse messe a disposizione al dell'unione europea furono limitate sostanzialmente a circa l'uno per cento nonostante i trattati dicono che si può arrivare fino all'uno virgola ventiquattro
Sì fu una trattativa difficile perché come
è noto ormai ci sono degli Stati soprattutto
Del nord Europa che hanno come dire una un'avarizia sfrenata un'accessibilità tendenza al risparmio rispetto ai costi dell'Europa dimenticando che vi sono costi molto più alti rischi
Nei confronti della non Europa
Io mi auguro che questa
Procedura del per il due mila sei abbiamo un risultato diverso e cioè che il riusciamo a
Sfondare questo detto all'un per cento anche perché se non dovesse essere così avremmo grande difficoltà a dare una serie di risposte la prima risposta riguarda il trasferimento di fondi
Sullo sviluppo agricolo sullo sviluppo rurale diciamo
La seconda questione riguarda il pagamento dei fondi strutturali
La terza questione riguarda le politiche interne quindi cultura educazione ricerca scambi giovanili e la quarta questione riguarda le politiche esterne
Quindi la necessità di dare una risposta sia i programmi tradizionale dell'Unione Mediterraneo Balcani Asia
Africa aiuti umanitari e alle risposta alle emergenze lo Tsunami il Sud-Est asiatico l'Iraq e l'Afghanistan ma insomma una serie di circostanza che si sono verificate in maniera inattesa
Parlamento europeo adottato questo oggi suo rapporto il primo che riguarda il bilancio di pensioni sulle priorità strategiche l'Elea
Brevemente elencate in in in questo momento ma su cosa suddiviso l'Unione Europea dovrebbe spendere di più
Io dico su in certamente sui giovani sui giovani sulla formazione sugli scambi giovanili questo dovrebbe essere il cuore di una politica
Intelligente dell'Unione europea non è possibile accettare
Che la spesa dell'Unione Europea per i giovani sia
Non superiore allo zero virgola cinque per cento
Di fronte ad una spesa agricola che supera
Il cinquanta per cento c'è una disparità come dire assurda e inaccettabile noi dobbiamo investire di più potenziare i programmi Erasmus proprio potenziare il programma
I gioventù per l'Europa potenziare il programma Leonardo estendere la Rasmussen dei giovani
Delle scuole medie superiori dare la possibilità anche ai giovani imprenditori di fare una sorta di Erasmus quindi scambi di esperienze nell'ambito dell'Unione Europea
Una serie di cose sembrano piccole cose ma sono grandi cose sono soprattutto un segnali forte una sorta di lancio di patto
Verso i giovani europei
La Cina la prima alla dibattito meglio negoziato che sta per entrare nel vivo sulla riforma delle prospettive finanziarie cioè il prossimo periodo libri di bilancio pluriennale due mila sette due mila tredici come come si presenta questo negoziato
Ma siamo partiti male siamo partiti male alcuni mesi fa con una posizione
Di sei governi del Nord Europa
Come dire tutta tesa a difendere questo totem dell'un per cento cioè non dare
Un contributo alla bilancio comunitario superiore all'un per cento del reddito nazionale lordo ora piano piano da questa posizione iniziale si sta passando ad una posizione molto più ragionevole
E io confido che a giugno quando ci sarà il Consiglio europeo sì posso raggiungere un accordo un accordo che sia un accordo equilibrato il presidente Prodi la sua Commissione aveva proposto un bilancio per i sei anni
Fondato su una cifra lunedì ventisei per cento del prodotto nazionale lordo che avrebbe dato bilancio in termini di numeri assoluti pari a mille venticinque miliardi di euro nei feriali
Dall'altra parte c'è questa richiesta dell'un per cento
Che equivale ad un bilancio pari a ottocento miliardi di euro c'è una differenza di duecentoventicinque miliardi
Se si riesce a trovare un un punto di equilibrio tra queste due posizioni
In alto diciamo verso più vicino alla posizione della Commissione Prodi quindi con una percentuale che sfiora i lumi al venti per cento credo si possa avere cioè una dotazione finanziaria per i prossimi anni che garantisca all'Unione Europea di fare le sue politiche e per l'Italia questo significava mantenere come dire proseguire la politica di coesione cosa che non è
Di poco conto per le regioni del sud Italia
Ricordiamo la politica di coesione conosciuta meglio del del grande pubblico come i famosi fondi europei al al alle regioni
Volevo chiederle però se è possibile proseguire con una struttura di bilancio come quella che ha riproposto anche Romano Prodi cioè con questa questa enorme quantità di denaro destinato all'agricoltura europea lo diceva lei prima oggi è più un cinquanta per cento alla fine nel due mila tredici si arriverà a poco più del trenta per cento ma comunque quasi
Un pezzo di bilancio comunitario nel due mila tredici verrebbe destinato l'agricoltura sia continua ritenevo esagerazione
E soprattutto la cosa che rispondeva ad un bisogno reale cinquant'anni fa
Ma oggi è una situazione del tutto diversa ed è per questo che ci stiamo battendo con molta decisione e per introdurre un meccanismo di cofinanziamento cioè gli aiuti agricoli oggi non prevedono un cofinanziamento da parte degli stati nazionali
Ci sono tutti i soldi che vengono direttamente dall'Unione Europea e questo non è possibile e allora se si
Se si riuscisse
A introdurre anche un finanziere un cofinanziamento del dieci quindici venti per cento sì le competerebbero risorse e si potrebbe dare una risposta maggiore anche all'interno del capitolo agricoltura Trentino sviluppo rurale
Ad altri capitoli importanti quali sono per esempio la ricerca all'innovazione tecnologica le grandi reti transeuropee anche quelle fisiche perché sappiamo abbiamo un programma di trenta grandi reti transeuropee che interessano anche l'Italia i quattrini per realizzarli dove sono
Dobbiamo recuperare da qualche parte un bilancio che sia che dovesse essere ingessato oggi al cinquanta per cento e domani al trenta per cento con la spesa agricola
è un bilancio che francamente mette al riparo repentaglio queste opportunità
Bene ringraziamo Gianni Pittella