17 AGO 2008
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - RADIO - 22:00 Durata: 2 ore 27 sec
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 17 agosto 2008 condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Massimo Bordin (direttore di Radio Radicale), Marco Pannella (europarlamentare, Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 2 ore.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    direttore di Radio Radicale

    Marco Pannella in collegamento dal Parlamento Europeo a Bruxelles. La sospensione dello sciopero della fame per salvare Tareq Aziz e lo stato dell'arte dell'iniziativa.
    22:00 Durata: 1 min 44 sec
  • "L'obiettivo che avevamo, quello di scongiurare la scomparsa definitiva di Tarek Aziz e garantire attenzione internazionale a questa storia, mi pare per ora realizzato". "Quello che mi preoccupa ora è l'inerzia politica, anche del nostro Governo, nell'attuazione di quanto deliberato dall'Assemblea Generale dell'ONU in occasione dell'approvazione della moratoria"

    Marco Pannella

    europarlamentare (ALDE)

    "Quello che noi abbiamo cercato manifestamente e reiteratamente di fare è stato disseppellire un esponente come Tarek Aziz, onoratissimo ai massimi livelli ancora dieci giorni prima dello scoppio della guerra in Iraq - dal Papa, dal Governo, un po' da tutti quanti - che era sepolto, di cui non si sapeva più nulla. Il nostro tentativo era preciso ed urgente: quello di disseppellirlo da una condizione di carcerato di cui non si conoscevano le condizioni, di imputato a quel che sembrava senza difesa, di persona che non poteva incorrere in altro che nella pena di morte - già eseguita su personaggi minori rispetto a lui-. Le conferme che aspettavo erano: lui è detenuto dagli americani e non direttamente dagli iracheni; ora gli americani possono essere quelli meno interessati a che lui parli, ma può darsi che non abbiano bisogno di ricorrere a 'metodi iracheni' per garantirsi che eventualmente non dica cosa spiacevoli. Seconda cosa, abbiamo verificato che dei suoi due difensori uno è stato assassinato mentre l'altro, scappato in Giordania, ha avuto garanzie tali che gli hanno permesso di tornare in Iraq; e che un altro avvocato di livello - anche con un'oncia di autonomia rispetto al tribunale ed al potere politico - è anche lui divenuto avvocato di Tarek Aziz. Ancora, abbiamo saputo che forse già il 14 o il 18 di questo mese lui apparirà in un processo in cui è anche co-imputato, nell'ambito di un reato associativo ma che non lo vedeva tra i principali responsabili, con la possibilità di rivederlo dunque. Inoltre abbiamo avuto la certezza che prima del processo principale che lo potrebbe riguardare, ci sono due processi che lo vedranno coinvolto: uno detto 'dei mercanti' e un altro 'della strage di 37 sciiti'; uno dei due si incardina a partire dalla metà di settembre e lui, per la fine di agosto, dovrebbe avere l'autorizzazione concreta a poter avere una difesa anche di tipo internazionale. Questo Tribunale speciale fatto con nomina del governo - del tutto scelte politicamente - aveva stabilito che eventuali avvocati stranieri rispetto all'Iraq possono esserci ma solo come consulenti di quelli iracheni. Si sono confermati come consulenti Jacques Vergès, 'grande avvocato' ma senza grandi successi nei tribunali; certo, avendo sempre assunto difese disperate, ha sempre giocato per far crescere l'aspetto importante dei suoi imputati e delle loro idee; dai tempi in cui era avvocato di algerine ed algerini, in genere tutto finiva con la condanna a morte dei suoi difesi; abbiamo anche l'annuncio che ci sarà anche un difensore italiano che potrebbe essere l'avvocato Mario Lana. D'un tratto insomma si sa dove è detenuto, si sa che c'è una linea - tra americani ed irakeni - che tendono a regolarizzare il processo rispetto all'opinione internazionale". "A questo punto la sintesi è chiara: non è più possibile che giunga la notizia che si è suicidato o che stato suicidato; non è più senza difensori; è in una condizione di molto normalizzata". "L'obiettivo che avevamo, quello di scongiurare la scomparsa definitiva di Tarek Aziz e garantire attenzione internazionale a questa storia, mi pare per ora realizzato". "Abbiamo ottenuto pienamente ciò che speravamo di ottenere". "Nello stesso tempo", spiega Pannella, l'iniziativa "ha rilanciato il discorso delle inerzie governative, ivi compresa per il momento quella italiana, rispetto al fatto che la nuova assemblea generale dell'ONU" dovrebbe monitorare l'applicazione della moratoria. "Il problema vero è quello di una inadeguata inattenzione, per non dire totale inerzia - se non forse a livello dell'amministrazione pubblica della Farnesina - del nostro governo rispetto al fatto che la nuova Assemblea Generale dell'ONU, per decisione della precedente, deve monitorare la situazione di rispetto di questa moratoria che abbiamo conquistato lo scorso anno. Abbiamo la sensazione, anche da questo punto di vista, di dover ricominciare da zero. Ma, come accaduto la scorsa volta, non disperiamo". "Un qualche lavoro della Farnesina ritengo che ci sia a New York. Sta per entrare in funzione il nostro nuovo ambasciatore all'ONU, Terzi, con il quale abbiamo fruttuosamente lavorato lo scorso anno. Quello che mi preoccupa è l'inerzia politica. Perché l'attività della Farnesina, se non sostenuta da posizioni pubbliche e chiare del Governo e dell'autorità politica, molto difficilmente può essere efficace. Anche perché questa tanto valorizzata, ma anche un po' strombazzata, presenza dell'Italia come membro - ancorché transeunte - del Consiglio di Sicurezza non mi pare si sia mai manifestata in questi mesi. E Dio solo sa se le occasioni non sono mancate e non stanno mancando"
    22:01 Durata: 13 min 48 sec
  • Il Parlamento Europeo di Bruxelles in 'vacanza obbligatoria'. "La crisi georgiana, le altre crisi europee, e qui non ci possono essere i parlamentari!". Eppure "vi sono delle regole dell'UE per le proprie istituzioni, per una volta scritte, che esigono naturalmente che non vi sia mai una vacanza"

    Marco Pannella

    europarlamentare (ALDE)

    Pannella fa notare come, a fronte delle attuali vicende in Georgia e del ruolo che l'Unione Europea potrebbe giocare, allo stesso tempo il Parlamento Europeo sia in 'vacanza obbligatoria' per il mese di agosto: "Parlo dalla sede del Parlamento Europeo, anche perché prenderò delle iniziative al proposito. Bisogna sapere che in questo palazzo ci sono, almeno da otto giorni, solamente gli addetti alla sicurezza. Per il resto, è come se io stessi qui violando una sorta di consegna: 'vacanze obbligatorie' da parte del Parlamento". I problemi logistici e la mancanza di personale d'amministrazione al Parlamento di Bruxelles, "pur avendo il Parlamento 5.900 dipendenti". "Tutto ciò per delibera dei questori, convalidata dal Presidente. Questo significa che dall'8 agosto al 23 agosto, i parlamentari possono materialmente accedere, ma di fatto per la maggior parte dei parlamentari è come se l'istituzione fosse chiusa. Faccio un esempio: mercoledì abbiamo una riunione straordinaria della Commissione Esteri e a questo punto dovranno immaginare 'una rivoluzione', ma pare che i vertici del Parlamento di questa riunione, pur essendo la notizia di quattro giorni almeno, non sappiano nulla". "Se non fosse per il casino che personalmente ho armato - ora scriverò una lettera aperta ai questori e al Presidente del Parlamento, sottolineando come da una parte abbiamo i trattamenti economici e via dicendo, ma a volte abbiamo comportamenti di una cafonaggine e di un carattere burocratico inimmaginabile ed intollerabile". "E' inaudito, con lavori di ripresa importantissimi e con parlamentari di diverse nazionalità tutti in qualche modo coinvolti con la Georgia e l'area circostante, che il posto di lavoro prioritario - non potendo essere, si presume, quello di un collegio nazionale - " sia in questo stato. "In tutto il Parlamento, da due-tre giorni, siamo solo in tre", includendo lo stesso Pannella e due collaboratori del gruppo radicale. "Non si è visto nemmeno per sbaglio un altro parlamentare, perché è passata la consegna che dall'8 al 25 agosto i parlamentari non possono venire". "Ho però accertato che ci sono delle regole dell'UE per le proprie istituzioni, per una volta scritte, che esigono naturalmente che non vi sia mai una vacanza". "La crisi georgiana, le altre crisi europee, e qui non ci possono essere i parlamentari!". L'agenda della settimana radicale in Europa. "C'è il problema della Commissione Esteri del Parlamento Europeo mercoledì; non so se potrò restare o se faccio un salto a Nantes martedì per incontrare il Dalai Lama. Poi mercoledì prossimo, il 27 agosto, abbiamo l'inizio del nostro colloquio su religione e politica". La direzione di Radicali Italiani. "Poi lunedì primo settembre c'è la sessione di Strasburgo"
    22:15 Durata: 10 min 28 sec
  • Dall'omicidio di Antonio Russo ai comportamenti di Schroeder e Berlusconi: "Su quello che è avvenuto in Georgia è da dire che non occorreva molta fantasia per prevedere i guai di questo tempo". "Oggi c'è una iattanza da parte del regime russo, non so se dovuta anche al finale della disastrosa presidenza statunitense, ma si ha l'impressione che l'iniziativa sia tutta di Putin". A fronte, "l'Europa delle patrie, con una politica vecchia di oltre 100 anni"

    Marco Pannella

    europarlamentare (ALDE)

    "Su quello che è avvenuto in Georgia è da dire che non occorre molta fantasia per prevedere i guai di questo tempo", come i radicali hanno fatto "non appena cominciarono ad arrivare le notizie di Putin autoritario - non solo rispetto alla Cecenia". "Ricordiamo che sotto il suo regno Antonio Russo è stato assassinato da questo regime, proprio negli stessi kilometri in cui c'è oggi lo scontro militare, perché faceva indagine ed aveva documentazioni che ci aveva preannunciato e che sono scomparse. Quando leggiamo che Schroeder, non appena finito di fare il cancelliere, assumeva una vicepresidenza di Gazprom. Io che ho subito detto che in Sardegna non si saranno forse concordati i matrimoni tra figli di quello russo e italiani, ma ero preoccupato per questa questione di Gazprom, conoscendo il modo di fare politica nazionale, internazionale ed aziendale da parte di Silvio Berlusconi". "Tutto questo era solo un anticipo: oggi c'è una iattanza, una sicurezza da parte del regime. Non so se sia dovuto anche al finale della disastrosa presidenza statunitense, ma si ha l'impressione che l'iniziativa sia tutta di Putin". Le strategie comuni, in medio oriente ed Africa, di Pechino e Mosca. "Umar Khanbiev, dopo molte insistenze ed assicurazioni, ha accettato di recarsi a Mosca ed in Cecenia; siamo preoccupati, perché siamo coinvolti. La Cecenia è 'pacificata'. Poi le cartine parlano chiaro: sappiamo che l'unico canale di distribuzione di gas che c'è passa per una realtà che comprende la Georgia e la Turchia e che è l'unico ostacolo che si frappone tra Putin e la possibilità di un monopolio completo e di un ricatto permanente". "Poi la realtà dell'Europa delle patrie, in cui viene fuori sempre più questa politica vecchia di più di 100 anni; fatta di quattro grandi potenze che badano bene ai propri equilibri". "Se pensiamo contemporaneamente a quello che sta accadendo in Medioriente, con la liquidazione di fatto di Siniora", con "Israele che è sempre più impegnata in una politica assolutamente disperata che può porre come obiettivi concreti del domani solo quelli di essere o assassini o assassinati, il che non è una grande prospettiva di respiro. Sharon sembrava aver compreso che il problema con i palestinesi non era quello di compromessi fatti solo di prigionieri contro indipendenza, di terra contro la pace, ma che siamo in una situazione che con il Manifesto dalla sinagoga di Firenze di due anni fa avevamo previsto". "Il Dalai Lama ieri ha dovuto cambiare dichiarazioni, ha dovuto dire che in questo momento giungono notizie di torture e di assassini nei confronti dei tibetani e non solo, come ha accennato". "Poi a Cortina si discute pure di tutto questo, ma mi pare sempre con una certa cautela, che consiste poi nell'escludere anche che ci sia un radicale a rompere le scatole, in qualsiasi dibattito. Che sia convocato da D'Alema, Tremonti, Cortina o altro".
    22:26 Durata: 9 min 26 sec
  • La crisi europea e lo stato dell'economia internazionale. "Abbiamo sicuramente una situazione internazionale - Emma Bonino lo sottolinea - in cui l'Europa delle patrie, anche su questioni strutturali come il Doha Round, è pari all'Europa del Mediterraneo".

    Marco Pannella

    europarlamentare (ALDE)

    La crisi europea come crisi essenzialmente di due Paesi, Inghilterra e Spagna. La crisi della 'terza via' secondo il quotidiano Il Foglio. "Mi pare che questa sia la spiegazione un po' sul Manifesto ed in parte sul Foglio. Non sul Riformista per esempio". "Però per esempio, guarda caso, il primo Ministro Fillon - che continua ad avere un po' di popolarità in Francia a fronte nelle difficoltà nei sondaggi di Sarkozy - ha previsto delle riunioni straordinarie, interrompendo vacanze, perché pare che i dati francesi siano peggiori, in termini di congiuntura, persino di quelli italiani". "Dire che Brown, che era già importante con Blair, possa essere rappresentato oggi come un socialista che cede troppo al mito 'mercatista' - come lo chiama Tremonti - non mi pare si possa dire. Mentre è chiaro che in Spagna qualche problema c'è, anche perché la situazione europea è - nelle medie che conosciamo - meno catastrofica di quello che è davvero, visto che le medie che tendono ad essere meno preoccupanti vengono dall'Europa orientale". "Anche quello che è accaduto, non solo quello che accade, in termini di politica economica-finanziaria americana non mi consente di emettere giudizi". Cina e Russia come attori economici internazionali. "Abbiamo sicuramente una situazione internazionale - Emma Bonino lo sottolinea - in cui l'Europa delle patrie, anche su questioni strutturali come il Doha Round, è pari all'Europa del Mediterraneo". "La chiave di lettura nostra, quella di Altiero Spinelli, potrebbe essere antica ma ancora buona". L'incontro, dopo tanti anni, con Marek Halter, che insiste nel parlare di "frantumazione neonazionalista della politica europea e mondiale. Una sensibilità, credo, non molto distante dalla nostra". "Speriamo di poter ristabilire un rapporto come negli anni '80-'86 quando Marek Halter ed altri si iscrissero, anche per questo Satyagraha 2008".
    22:35 Durata: 7 min 41 sec
  • Il convegno del 27 agosto su religiosità e laicità: "L'obiettivo è quello di non accettare che di certi temi si discuta solo nel chiuso dello Stato vaticano-italiano"

    Marco Pannella

    europarlamentare (ALDE)

    Alcuni dei partecipanti all'incontro del 27 su religiosità e laicità, "a proposito del quale sto leggendo, da un paio di settimane, ottimi articoli di Angiolo Bandinelli sul Foglio". "Apriremo con Graham Watson, presidente dell'ALDE. Poi Marco, Emma, io. Poi il rabbino David Meyer, con un intervento sulle esperienze europee di dialogo interreligioso, chiedendosi se possa influire positivamente per superare il conflitto in medioriente. Poi abbiamo Frans Goetghebeur, Presidente dell'Unione Buddista Belga". Poi un professore dell'Università di Bruxelles con una relazione sui rapporti tra credenti e non credenti; "Pierre Galand, che ha organizzato gli 'anti-Davos', è senatore socialista ed è presidente dell'unico Centro di Azione Laica che mi sembra esistere in giro per il mondo con una qualche efficacia; ancora Santiago Castella che parlerà del concordato in Spagna, Alejandro Torres Gutierrez, professore di diritto ecclesiastico e che aveva partecipato al nostro seminario il 20 settembre a Roma; poi un altro professore di filosofia dell'Università Autonoma di Madrid su democrazia, fondamentalismo e secolarizzazione"; l'abate B., uscito dalla chiesa e spiritualista convinto che ha avuto rapporti molto 'pericolosi' con i tradizionalisti francesi; un professore di storia islamica dell'università ebraica di Gerusalemme; "Fatoumata Sidibe, presidente del Comitato belga 'Ni putes ni soumises' con un intervento su laicità e diritti delle donne"; una rappresentante delle donne musulmane in Europa; Kok Ksor, montagnard vietnamita "che sarà presente per parlare di tutte le minoranze vietnamite; Jacqueline Herremans, presidente dell'Associazione belga per il Diritto a morire con Dignità; Gilberto Corbellini, co-Presidente dell'Associazione Luca Coscioni; Giso Forzani, un monaco buddista zen con un intervento dal titolo 'Le religioni non hanno il monopolio della religiosità. Il laicismo non ha il monopolio della laicità'"; Giuseppe Di Leo, vaticanista; Attilio Tamburrini, direttore della sezione italiana dell'Aiuto alla Chiesa che Soffre si occuperà dello stato della libertà religiosa nel mondo; François Houtart, esponente in passato della teologia della liberazione e "con un po' di fondamentalismo attuale verso tutto quello che riguarda gli Ogm; abbiamo detto di Angiolo Bandinelli, poi Gianfranco Spadaccia" e molti altri. "Questo è un quadro. Possiamo sperare ora che Marek Halter verrà; non oso sperare che avremo Matthieu Ricard che si manifesta sempre più come la personalità tibetana più autorevole perlomeno in tutto il mondo occidentale, dopo il Dalai Lama". L'obiettivo del convegno? "L'obiettivo è quello di non accettare che di certi temi si discuta solo nel chiuso dello Stato vaticano-italiano da una parte, e dall'altra nel relativo chiuso dello Stato spagnolo". I problemi delle religiosità statunitensi.
    22:43 Durata: 12 min 16 sec
  • Il direttore di Famiglia Cristiana che ha "detto che nello sfondo di questo Governo" c'è "un sospetto di tendenza, di istinto autoritario, fa male ad accorgersene con 30 anni di ritardo, ma sicuramente benvenuto". "Senza i decenni di ambiguità della sinistra ufficiale italiana, non si capirebbe oggi quello che giustamente si scrive oggi sul Manifesto: il senso comune della destra sta stravincendo"

    Marco Pannella

    europarlamentare (ALDE)

    Le polemiche sulla posizione editoriale di Famiglia Cristiana nei confronti del Governo. "E' vero che mi pare che questo direttore e l'altro - Del Torre - siano dei giornalisti con passione giornalistica, ma anche 'passionciaccia' politica, che si arrangiano in una realtà complessa come la loro. Visto che si è ricordato come sette anni fa c'era il 40% di distribuzione in più, perché tutte le parrocchie lo distribuivano, c'erano distributori in 150.000 luoghi. Era un po' l'unica voce cattolica che raggiungeva nel profondo la società. Eccezion fatta per i giornaletti diocesani che si fa male a sottovalutare come influenza. Quindi su questo, che lui abbia detto che nello sfondo di questo Governo ci sia un sospetto di tendenza, di istinto autoritario, fa male ad accorgersene con 30 anni di ritardo, ma sicuramente benvenuto". "Senza i decenni di ambiguità della sinistra ufficiale italiana, non si capirebbe oggi - o forse oggi non accadrebbe - quello che giustamente si scrive oggi sul Manifesto: il senso comune della destra sta stravincendo". "Non è il senso comune della destra; è quello che cavalca oggi la destra, ma il destriero è stato, sin dagli anni '50-'60, lo stesso, sin da quando né da destra né da sinistra si volevano cambiare i codici fascisti perché poteva esserci bisogno, da entrambe le parti, di utilizzarli l'uno contro l'altro". Ma pure "quando la Costituzione non era ufficialmente attuata sulle regioni e sui referendum e quando si votava l'86% delle leggi in sede legislativa nel 1959 - negli anni delle grandi tragedie sul Governo Tambroni e di porta San Paolo - con l'accordo dell'MSI e dei deputati di sinistra". "Su questo abbiamo richiamato molto bene l'attenzione al Parlamento Europeo con Marco Cappato" "Le battaglie liberali, sentite davvero ed in quanto tali, non in quanto convenienti e necessarie per uno schieramento politico, non hanno mai visto molta passione nella sinistra altra che quella storica liberale e libertaria, radicale ed anche un po' azionista che siamo stati per decenni noi". La posizione, in questo quadro, dei socialisti. "Tranne il vicariato espresso da Claudio Martelli, ed il gruppo che si riuniva a pranzo da Ezio, vicino al Parlamento, con Loris Fortuna, Ballardini ed altri, a livello del partito in quanto tale non si può dire che il partito - con De Martino, ma anche con Lombardi e Basso - fosse stato estraneo a quella sinistra ufficiale di cui parlavo".
    22:55 Durata: 7 min 47 sec
  • "Il dopo-Chianciano deve porre problemi veri: la libertà d'associazione come elemento fondamentale che deve vivere anche nel momento politico e non solo in quello giuridico" e quello della disciplina "giacobina e centralista" nei partiti. "Tutti quanti 'loro' ora dicono che in Italia i parlamenti sono nominati. E chi li ha nominati? Perché loro forse si sono opposti?"

    Marco Pannella

    europarlamentare (ALDE)

    I problemi attuali della sinistra italiana: Partito Democratico e dopo-Chianciano. "La situazione potrebbe essere desolante se fossimo sensibili agli stati d'animi che si possono creare. E' desolante perché c'è il vuoto. Il vuoto rischia di riempirsi di 100 piccole cose, tutte piccole e nessuna adeguata a riempirlo. Con grosse tendenze di nullismo" . "Quando siamo stati accolti in quello schieramento con un accordo politico, i 'buoni a niente si sono salvati'; poi hanno accettato che il Senato della Repubblica non fosse quello eletto ma fosse frutto dei giochi più sporchi e meno democratici, più mafiosi, e sono caduti. Stamattina leggevo un articolo di Paolo Franchi, che lamenta c'è molta roba ma non ci sono 'idee'. Ci sono le fondazioni, c'è l'accordo sulla legge elettorale alle europee per eliminare noi, questa è la logica. E' la logica che Bossi e Berlusconi sentono fortissima; non credo quindi ci siano motivi profondi da parte di Fini ed altri per ipotesi più decenti. Ho sentito pure un dibattito in cui c'erano ragionamenti di D'Alema che era più per il tedesco, etc...Tutto un dibattito che per D'Alema si basava sull'Europa continentale, con nessun riferimento alle ipotesi anglosassoni" "Il dopo-Chianciano deve porre problemi veri: la libertà d'associazione come elemento fondamentale che deve vivere anche nel momento politico e non solo in quello giuridico, e quindi i partiti che non possono porre limiti alla libertà d'associazione come fondamenti della propria identità; l'altro è quello di una visione giacobina e centralista per la quale non solo gli elettori e gli iscritti sono obbligati a rispettare gli ordini del centro, ma il centro è pure padrone del gruppo parlamentare". "Tutti quanti 'loro' ora dicono che in Italia i parlamenti sono nominati. E chi li ha nominati? Perché loro forse si sono opposti? Adesso meno democrazia c'è, più scimmiottature loro ne fanno: primarie, raccolte di firme che prima solo i radicali facevano". "Diciamo che il paesaggio è desolato, ma noi non riusciamo a permetterci il lusso di essere desolati noi".
    23:03 Durata: 9 min 43 sec
  • "Noi siamo riusciti a trovare dei pertugi, alla fine degli anni '50, attraverso i quali poi siamo dilagati nella società". "Il sistema, con il passare delle generazioni, si è premunito, ha i suoi anticorpi. Queste cose le fa lui, non una forza di alternativa". "Il Paese, dopo 40 anni di post-fascismo e pseudo-antifascismo, oggi arriva ignorante dell'a-b-c della democrazia"

    Marco Pannella

    europarlamentare (ALDE)

    "Noi siamo riusciti a trovare dei pertugi, alla fine degli anni '50, attraverso i quali poi siamo dilagati nella società: i referendum, la nonviolenza una volta con l'aborto, un'altra volta con l'obiezione di coscienza, poi il finanziamento pubblico ai partiti. Erano pertugi. Il sistema, con il passare delle generazioni, si è premunito, ha i suoi anticorpi. Queste cose le fa lui, non una forza di alternativa. Di conseguenza noi oggi siamo sempre più in posizione di ragionevolezza estrema nelle soluzioni che proponiamo. Noi diciamo 'siamo per il sistema anglosassone e contro la organizzazione per etnie politiche ed ideologiche della vita istituzionale'. Sembra nulla ma ciò lo abbiamo praticato per decenni e, ancorché morenti - come sempre e come sempre è la resistenza - siamo il partito più antico del Paese". L'operato, negli anni, della Corte Costituzionale; poi, da ultima, l'operazione-Senato per affondare il "qualcosa di nuovo" che era la Rosa nel Pugno. L'esempio del Ministero della Difesa che si occupa di ordine pubblico. Il "problema vero" dell'ignoranza. "Loro, di fascismo ed antifascismo, anche grazie all'antifascismo di regime che in Italia abbiamo avuto, non ne sanno nulla. Dei motivi per cui il soldato, che deve difendere la patria, non dovrebbe essere utilizzato nei conflitti sociali, dell'a-b-c, lui non sa niente". "Il Paese, dopo 40 anni di post-fascismo e di pseudo-antifascismo, oggi arriva ignorante dell'a-b-c della democrazia". "Questa è una società ed uno Stato che sono in putrefazione"; "per cui è indubbio che come gli avevo previsto, e lui intanto rideva, era che l'unico che può prendere il suo posto era Tremonti in alleanza con Bossi ed abbiamo questo". "Di là, guardiamo su che cosa sono in disaccordo: Liberazione ed il Manifesto presentano tutta la roba Sacconi come una restaurazione della volontà di eliminazione, alla radice, di qualsiasi libertà sindacale e possibilità del lavoratore di difendersi nella logica cieca e selvaggia del profitto"
    23:12 Durata: 12 min 16 sec
  • "Il problema è uno solo: mo-no-par-ti-tis-mo! Come fai a colpire questo Governo quando a livello sociale, a livello economico, a livello di freddezza europea, tutte queste cose sono state lungamente incubate ed introdotte non dai fascisti, che non avevano più la forza, ma da altro"

    Marco Pannella

    europarlamentare (ALDE)

    Le figure di Bersani ed Enrico Letta; la possibilità, che sembra per ora assente, di una alternativa a quelli che dicono solo 'no all'abolizione dell'articolo 18'. "Il problema è uno solo: mo-no-par-ti-tis-mo! Come fai a colpire questo Governo quando a livello sociale, a livello economico, a livello di freddezza europea, tutte queste cose sono state lungamente incubate ed introdotte non dai fascisti, che non avevano più la forza, ma da altro". "Si tratta di ricostituire il tessuto connettivo di una resistenza. E' come la Costituente; per farla ci vuole una Costituzione, occorrerebbe si entrasse con alcune idee costituzionali". "Lo stesso vale per la rivoluzione e la riforma sociale. Non c'è nulla! La cultura è la stessa degli anni '50". Il cosiddetto "bipolarismo" in Italia oggi. "Sono in 'linea di principio' per il sistema francese, ma sono tutti d'accordo sulla partitocrazia. Sono statalisti tutti, e le fondazioni sono un'ulteriore manifestazione di statalismo; perfino le 'cellule' non possono più sopportare, le fa solo l'Associazione Coscioni e fa bene ad organizzarsi in questo modo". L'esempio di Daniele Capezzone, "portavoce di un partito che non ha organi, non si riunisce e non esiste più". La paventata riforma della legge elettorale per le elezioni europee. "La legge per le elezioni europee sarà una legge che, nelle loro intenzioni, gli garantirà almeno la nostra elezione". Già alle elezioni nazionali "si aspettavano di eliminarci, ma abbiamo sopportato quello che nessuno - nemmeno loro - si sarebbero sognati di poter sopportare". L'idea antica di una fondazione in casa radicale. "Noi alla fondazione ci abbiamo pensato da 10 anni. Per anni però abbiamo lavorato sull'ipotesi del trust, proprio temendo alcuni aspetti della fondazione italiana per come configurata in Italia. Poi ci sono state tre nuove leggi. Dobbiamo quindi cercare di capire, di farne una diversa. Noi ci chiamiamo Partito e stiamo ancora cercando di pagare una sede dopo 54 anni di vita. Rifondazione Comunista - onesta, pura, etc. - ha appena calcolato che avrebbe 3.000 proprietà immobiliari da spartirsi in caso di scissione". "E' un monopartitismo sempre meno imperfetto, nel senso che poi i best-seller sono 'La Casta' scritti da quello che avrebbe potuto scrivere quelle cose per i vent'anni passasti, ma non l'ha fatto perché si sarebbe dovuta trattare la quotidiana iniziativa radicale". "E' il monopartitismo perfetto se vediamo gli elementi costitutivi della società e delle istituzioni che da questa società vengono fuori"
    23:25 Durata: 20 min 49 sec
  • Un primo bilancio sulla 'novità Sarkozy'

    Marco Pannella

    europarlamentare (ALDE)

    L'iniziativa francese in Georgia e un punto-situazione della novità Sarkozy. "Mi pare che il nostro ottimo Enrico Rufi avesse elencato Marek Halter tra i pannelliani francesi che erano con Sarkozy. Ieri lui era il più tenero di tutti quanti dicendo 'Peccato, è un uomo che ha delle intuizioni alle quali però non riesce però minimamente a dare seguito'. Marek dice quello che dicono i sondaggi francesi tutt'ora. Ma con una politica in Parlamento da parte di Fillon - che in Italia non si sa nemmeno chi sia - che ha un profondo ascolto parlamentare ed anche, un po' dei giornali". Sarkozy "sta promuovendo, senza accorgersene, una cosa che rischia di dare forza all'internazionalismo nazionalista di quanti vogliono l'unità araba. La Turchia non è Europa e sta là; poi l'atteggiamento più comprensivo con la Siria e non con il Libano". "Lui vuole l'unità degli stati nazionali: il Marocco diviso dall'Algeria e dalla Tunisia. In Europa difende l'onore dei francesi di fronte ai georgiani e ai russi". "E' una realtà in cui è possibile - e non probabile - che noi si sia idea"
    23:45 Durata: 8 min
  • Conclusioni. Le iniziative della settimana entrante

    Marco Pannella

    europarlamentare (ALDE)

    Il ferragosto radicale e le carceri. "Non solo radicali, voglio sottolinearlo. È qualcosa di sintomatico di ciò che poteva essere il dopo-Chianciano. Penso che a cavallo di questa conferenza su religioni e laicità verrà fuori la nostra richiesta di incriminazione di Bush perché riteniamo che la verità del Satyagraha debba riuscire ad assicurare, contro i riflessi di tutti, l'accertamento del fatto che Bush è entrato in guerra solo perché e quando l'esilio di Saddam stava scattando". "Questa parte di verità che si sostituisce a tutta quella letteratura americana sulla presenza di armi di attrazione di massa; poi il discorso sull'accordo tra Saddam ed Al Qaeda, mentre già dal 1995 c'era stata una voce, registrata da organi di stampa internazionali, secondo la quale Saddam avrebbe offerto miliardi di dollari a Gheddafi per accoglierlo in esilio con la sua famiglia. E' una cosa che deve venir fuori e sono curioso di sentire cosa ci spiegherà Silvio Berlusconi"
    23:53 Durata: 6 min 29 sec