Intervista a Matteo Colaninno sull'attuale situazione delle imprese e sulla crisi economica finanziaria

Matteo Colaninno Partito Democratico Santa Colaninno
Come la situazione delle intese in Italia le è stato anche presidente dei giovani di Confindustria e ci riferiamo al fatto che questa crisi sicuramente preannunciata e prevedibile
Adesso per ammissione dello stesso Draghi ha delle conseguenze
Sulle imprese e sull'economia reale quindi sulla vita di tutti noi
Anzitutto
Una volta in più va detto che questa crisi non è l'effetto dell'integrazione mondiale dell'economia non c'entra niente in parole povere nella Cina nell'Inter questa diciamo una mia convinzione assoluta anzi
Paradossalmente la globalizzazione di integrazione mondiale rischia di essere l'ultima tessera del mosaico che rischia di cadere di fronte alla crisi finanziaria
è la crisi quindi di un modello economico finanziario anche sociale in particolare con l'americano che ha vissuto per vent'anni oltre alle proprie possibilità
è una crisi finanziaria non vi è dubbio che vi sia stata una sofisticazione del degli strumenti finanziari che sono riusciti ad aggirare le regole
Che sono riusciti a moltiplicare il rischio anziché come nell'intenzione di diminuirlo e oggi diciamo che il mercato si è ammalato questa epidemia si è propagata
Non vi è dubbio che la situazione del economia reale ed in particolare del sistema imprese italiano
Risentirà come già risente di questi effetti
Prima della crisi finanziaria avevamo già di fatto in stagnazione e recessione tecnica il rischio è che oggi questa recessione non diventi qualcosa di più serio
C'è già in atto una stretta creditizia io ho parlato con molti piccoli imprenditori italiani e checché se ne dica
Gli oneri finanziari sono aumentati le richieste di rientro ci sono già in atto
La crisi finanziaria rischia di essere un effetto moltiplicatore sull'economia reale
Dobbiamo ridare in una situazione come questa
Portanza
Ai consumi delle famiglie agli investimenti delle imprese
Dobbiamo in altri termini rimettere in moto il volano dell'economia prima che sia troppo tardi
Quindi lei è d'accordo con quello che il Presidente Berlusconi a sta di fatto sostenendo in Europa cioè il fatto visto che c'è questa che visi alle nostre imprese non sono in grado di potersi adeguare a questi standard di riferimento che Kyoto ci imporrebbe
E quindi fermiamoci
Siccome su non c'entra niente siamo su due livelli diversi
Di profilo di prospettive anche di rischio
Quella che stiamo vivendo è una grandissima crisi finanziaria contestuale ad una grave crisi di consumi le famiglie non riescono a consumare la propensione al consumo è ridotta
A al lumicino
Le famiglie parlo di quelle italiane hanno una capacità di potere d'acquisto erosa limitata e quindi non c'è prospettiva di rimettere ossigeno all'economia
Le proposte che come Partito Democratico abbiamo fatto sono quindi proposte che vanno nella direzione di ridare capacità d'acquisto le famiglie
E capacità di investimento alle imprese è un profilo totalmente diverso
Rispetto ai temi ambientali altro dramma che stiamo vivendo
E che rispetto al quale in Europa si sta giocando una partita ad altissima complessità dove noi rischiamo di fare la figura di quello studente universitario che entra nella come dire nell'aula universitaria dove tutti gli altri hanno studiato ebbene
E poiché lui non ha studiato chiede di spostare l'esame
E gli altri dicono no noi abbiamo studiato l'esame lo sosteniamo attuerà i bocciato
Questo è come dire banalizzando il problema quello che sta succedendo nella tematica ambientale dell'Italia rispetto all'Europa non vi è dubbio che noi siamo di Conte ad una doppia crisi che rischia di incartarsi di avvitarsi ma non è dicendo spostiamo di altri x anni il problema
Che noi superiamo degli obiettivi che il mondo più avanzato sicché il modo più avanzato si sta dando dopodiché io sono anche diciamo
Per una soluzione anche pragmatica cioè gli obiettivi sono straordinariamente importanti rilevanti una sfida imprenditoriale
Anzi penso che
I Paesi che guideranno la terza era mondiale dell'economia saranno quelli che capiranno per primi che la sfida ambientale non è di retroguardia ma è una sfida industriale e di dominanza
Economica nel mondo cioè non facciamoci cogliere impreparati su questa sfida così come l'abbiamo fatta per la globalizzazione cioè che l'abbiamo sottovalutata l'abbiamo guardata con atteggiamenti di ideologia
Dopodiché
Ciò che è negoziabile in questo momento
Va tentato cioè
Io non sono per un arroccamento ideologico credo che l'ambiente sia una
è una una frontiera straordinaria ma ritengo che oggi l'Italia debba negoziare i negoziati
Quindi
Il Protocollo di Kyoto un trattato internazionale difficili non negoziabile la sfida al due mila venti ha dei margini su cui l'Italia può giocare in maniera diversa di rispetto a quanto ha fatto al passato
A una condizione
Per chiedere e per negoziare bisogna dimostrare comportamenti coerenti non chiedere solo di spostare in avanti uno sull'asse dei tempi e non dimostrando di essere coerenti sugli impegni che sono stati presi
Ma secondo lei questo problema che prese italiane si trovano a dover affrontare un problema
Di mancanza di liquidità è un problema di difficoltà di accesso al credito perché questi sono fattori che qualcuno potrebbe dire beh va beh allora
Al facciamo Umma Umma diciamo ma un grande impatto statale sulle banche
No allora
Anzitutto va sottolineato che
Tra il due mila e il due mila otto
Il gioco delle imprese italiane non è stato a somma zero si sono ristrutturate hanno seppure in ritardo compreso la necessità di un'apertura verso
I mercati trainanti soprattutto dell'Asia
La stessa Confindustria ricordo le missioni io ero Presidente dei Giovani imprenditori sono stato con il Presidente Montezemolo col Presidente Prodi con il Ministro Bonino che all'epoca ha dato una grande spinta all'internazionalizzazione delle imprese
La sfida degli imprenditori era era ed è alla portata di mano quindi aprirsi I mercati che trainano e ripeto le imprese hanno capito si sono ristrutturate razionalizzate alcune purtroppo sono uscite dal mercato ma a mio avviso il sistema non solo ha tenuto
Ma ha traguardato cominciamo una posizione diversa e positiva rispetto alla globalizzazione
Oggi certamente noi abbiamo un problema
Rispetta la crisi finanziaria che si traduce diciamo
In una stretta creditizia e in oneri finanziari più costosi ma abbiamo anche un problema di posizionamento di strategia
Del Paese e dell'Italia nel mondo cioè noi dobbiamo
Creare una mappa degli interessi nazionali così come fanno tutti gli altri Paesi
Occidentali europei avanzati su quelli costruire la nostra posizione diciamo strategica
E rispetto a questi temi costruire la strategia sulle filiere produttive
Le medie aziende che secondo rapporto Mediobanca
Sono riuscite ad esportare in questi anni e sono riuscito ad andare sui mercati che traino dell'Oriente
Hanno trascinato anche la piccola piccolissima impresa ce ne dobbiamo battere su quello che una volta era distretto industriale e che oggi ha la filiera produttiva
Questa è la via italiana per la globalizzazione è questa la via italiana per vincere nel mondo chiudere gli occhi far finta che la globalizzazione sia il problema non comprendere
Che
Prima della crisi finanziaria l'economia mondiale cresceva
Mentre l'Italia era ferma mentre l'Europa era fermamente gli Stati Uniti erano fermi significa far finta di non capire quali sono i dati risulta
E da questo punto di vista però alle piccole imperiese quindi diciamo anche quelle a a conduzione familiare anche se ci rendiamo conto che con dando questa definizione poi rischiamo anche dei e di poter portare degli esempi insomma ripresa molto molto importanti ciò perché la FIAT poco ci mancava insomma
Anche se non è esattamente a conduzione familiare ecco però ecco la Benetton
è il la domanda è ma i piccoli imprenditori in questo momento come come possono essere aiutati perché di fatto il Governo
Non ha stanziato nemmeno un euro ha detto non vi preoccupate ansia ha detto che non c'era nessun problema è che le banche italiane erano pulite non avevamo prodotti tossici e poi ha detto qualora ci dovesse essere un problema siamo pronti a intervenire ma questi soldi
Dove sono
Anzitutto io penso
Da
Da deputato del Partito Democratico era membro anche del Governo ombra che
Le misure messe in campo per la stabilità e la liquidità degli intermediari finanziari italiani cioè le banche siano misure condivisibili
Nel senso che il metodo le banche italiane si trovano in una situazione diversa
Dalle banche americane dalle stesse banche europee
I coefficienti di vigilanza il cosiddetto Taro hanno Vescio
Stanno a dimostrare che il nostro sistema i fino a questo momento può reggere tranquillamente senza degli interventi sciocca
è ovvio che qualsiasi sistema ancorché solido non ha come dire una capacità di resistenza all'infinito e quindi penso che bene abbia fatto anche il Governatore della Banca d'Italia a proporre degli interventi
Come delle tipo potenziale senza stanze senza stanziare un plafond
è ovvio che in questo ci sta anche un nostro problema la Merkel ha stanziato cinquecento miliardi di Euro sul sistema bancario
Tedesco la Francia insomma centinaia di miliardi
Noi ecco la Gran Bretagna pure
Noi fortunatamente fino a questo momento non dobbiamo porci il problema di qual è la nostra capacità perché nostra capacità
Sarebbe limitatissima e fortunatamente fino a questo momento il sistema delle banche italiano
Mostra una sala una solidità in la solvibilità diversa dal dal dal resto delle altre banche dal resto degli altri sistemi c'è un problema di vigilanza sicuramente
Che non è un problema italiano io ritengo che la vigilanza italiana abbia ben funzionato c'è la necessità di estendere questa vigilanza C.R.O. borgo sempre per le banche che si sono internazionalizzate quindi una vigilanza un'integrazione di vigilanza europea un coordinamento europeo è necessario
Ma diciamo questa è un'u è una faccia del tema
Dove noi troviamo una lacuna
Rilevante è che su questi provvedimenti non c'è stato detto non è stato detto nulla e non è stato messo un soldo sull'accesso al credito della piccola media impresa soprattutto della piccola impresa lì non è stato messo un soldo
Su al di là della cosiddetta social card sulle famiglie che di che difficilmente riescono a consumare avendo perso potere d'acquisto e avendo
Come dire subito anche il contraccolpo finanziario perché le famiglie che hanno mutui in essere è ovvio che oggi avranno
Delle condizioni diciamo più aspre più difficili quindi quando non c'è un Paese in grado di consumare
E di partecipare all'economia rischiamo di mettere
Insieme tra i gravissimi problemi prima problema finanziario
Problema economico problema ambientale
Questa è la situazione
Lei piace questa finanziaria che di fatto poi si è già esaurita nel no prontezza di di proposte perché tutta sua sotto prima dell'estate
Anzitutto io non ho assolutamente condiviso
Diciamo né
Il merito né parte del metodo di questa Finanziaria
Io sono entrato in Parlamento per la prima volta in questa legislatura
Con diciamo un grande interessa il lavoro del Parlamento siamo in una Repubblica parlamentare
Questioni tanto andrebbero come dire ricordato
E questo Parlamento sostanzialmente dall'inizio della legislatura Stato espropriato delle sue funzioni ancora oggi siamo qui oggi a votare una mozione
Di fiducia
Una questione di fiducia sicuramente dalla il Popolo della Libertà trecentoquaranta deputati qui alla Camera contro i nostri duecentodiciassette questa è la cifra questo è lo stile fiducie e decreti d'urgenza l'urgenza sta diventando ordinarietà c'è qualcosa che non va e questo l'abbiamo visto pure nella nella Finanziaria dove
Rispetto allo sviluppo economico è stato posto diciamo come
Processo salvifico il cosiddetto nucleare
E poco altro di più questa
In conclusione Colaninno lei come ci si trova nel Partito Democratico perché ad esempio ieri segretario Walter Veltroni ha detto che lei è uno di quei nomi su cui si può puntare per il per il futuro stesso del partito è una responsabilità grande
Io
Mi trovo
In un partito in cui ho condiviso fin dall'inizio
Le ragioni
E la visione politica che che il partito ha rispetto all'Italia rispetto alla politica rispetta la stessa democrazia
Non ho dubbi che l'Italia ha bisogno di questo partito di un Partito Democratico
Forte solido
In grado di
Costruire politica e democrazia per il futuro
Io come l'ho fatto una scelta di vita e per questo partito
Ho lasciato
L'operatività dell'impresa lasciato il mio mondo imprenditoriale perché
Credo che in un momento come questo bisogna
Essere in grado per passione politica e per credo politico anche di dire di sì ed impegnarsi in prima persona
Mi fanno estremamente piacere diciamo incoraggiando incoraggiamenti le parole del Segretario
Che sono diciamo motivo di stimolo ancor più forte per lavorare di più per questo partite per impegnarmi ancora di più se possibile per questo partito
E coltivi tra chi vivrà vedrà