"L'industria italiana e il mercato unico europeo"

Possiamo iniziare i nostri lavori ringrazio naturalmente tutti coloro che hanno voluto accettare
Il nostro invito
Il secondo rapporto CER IRS dedicato l'industria la politica industriale italiano ha composto da una sintesi e da quattro contributi di analisi
Dedicato alla individuazione degli aspetti più significativi per l'industria del nostro Paese dell'integrazione europea
Con particolare riguardo al completamento della unificazione del mercato interno comunitario previsto entro il mille novecentonovantadue il possesso Pippo Ranci
Ne illustrerà troppo coi contenuti
Voglio per parte mia sottolinearne una caratteristica importante non si tratta di una pubblicazione di tipo informativo sia pure di informazione ordinata
Ma piuttosto ad una prima valutazione e di un primo approfondimento delle implicazioni che la realizzazione del grande mercato avrà sull'industria e più in generale sull'economia del nostro Paese
Aggiungo che è un primo interessante contributo che giunge tempestivamente
Per scuotere le forze politiche e sociali così come i poteri pubblici da una specie di congiura del silenzio su una tematica invece molto dibattuta in altri Paesi
E dalla quale può derivare una pericolosa sottovalutazione dei problemi
Cioè a tutti i livelli in campo industriale in campo finanziario nell'ambito dell'amministrazione pubblica per citare qualche esempio si dovranno affronta è una felice coincidenza d'altra parte il fatto
Che il nostro governo si tiene nel momento in cui s'ci viene detto che il programma del costituendo un nuovo governo sarebbe traguardato all'obiettivo mille novecentonovantadue speriamo bene
Il salto di qualità nella realizzazione del mercato comune avviene al vertice dei capi di Stato e di governo che si tiene a Milano nel giugno mille novecentottantacinque perché assume due importanti decisioni politiche
La prima accogliendo favorevolmente il libro bianco presentato dalla Commissione esecutiva da il via definitivo al processo in atto fino alla completa unificazione del mercato quinto il novantadue attraverso l'attuazione delle quattro libertà di circolazione
Delle merci delle persone fisiche dei capitali e dei servizi abolendo le fra le frontiere fisiche e tecniche fiscale
La seconda decisione politica riguarda una parziale riforma istituzionale che si compendiano anche l'accusa nel cosiddetto atto unico europeo che integra il Trattato di Roma
Con l'atto unico vengono ampliate le competenze della comunità il Parlamento europeo viene associato in qualche misura al processo legislativo in particolare per quanto riguarda le direttive per il mercato interno
E soprattutto viene adottato il voto a maggioranza qualificata anziché all'unanimità per le decisioni del Consiglio dei ministri in vari campi molti dei quali riguardano le direttive di attuazione del mercato interno ed in particolare quelle relative alla armonizzazione delle norme tecniche di fondamentale importanza della per la piena circolazione dei prodotti industriali
In altri campi per esempio per quanto riguarda l'armonizzazione fiscale
E ancora richiesta la unanimità
Con il libro bianco vengono adottati
Primo il principio del mutuo riconoscimento basato sul concetto del riconoscimento pragmatico delle legislazioni nazionali concepite o adattate nel rispetto delle disposizioni europeo
è un principio che sarà particolarmente adottato nel campo delle norme tecniche il concetto poi della convergenza che anche qui è una via pragmatica per consentire agli stati di avvicinare i loro regolamenti caso tipico per esempio quello dell'armonizzazione fiscale
Con l'Iva ridotta nella proposta ardue solidi tassi in tutta la comunità da applicare
Entro due forchette una minima dal quattro al nove per cento e una massima dal quattordici al venti per cento
A ciò si aggiunga l'approvazione del cosiddetto pacchetto dolo comprensivo anche finalmente di misure concrete di riforme della parte dalla politica agricola comune da parte del Consiglio europeo straordinario dell'undici dodici febbraio scorso
Che spiana la via alla manovra complessiva legata all'unificazione del mercato
Ho incontrato questi fatti perché sono destinati ad accelerare la porci le procedure di adozione delle circa trecento direttive previste per completare il mercato interno
Naturalmente non tutte queste direttive hanno la stessa importanza mente presentano problemi specifici diversi da settore a settore
Un clima un primo capitolo del programma previsto dal Libro Bianco è costituito dalla eliminazione degli ostacoli tecnici e dai progressi nel campo della normalizzazione europea
Si tratta di un obiettivo che raccoglie oramai un elevato grado di consenso sia nel campo imprenditoriale che in quello politico
è quindi possibile che esso sarà realizzato nei tempi previsti
E però un capitolo che pone non pochi problemi al nostro Paese per la posizione arretrata che presentiamo nel campo dei brevetti
Della scarsa attenzione che è stata finora data in particolare dal ministero dell'industria
A tutta la strumentazione relativa alla definizione di norme a partire dalle specifiche tecniche dei prodotti industriali con le relative certificazioni di sicurezza e idoneità
Anche se pare in questi ultimi giorni qualcosa si muove
Continueranno ad essere lavorate norme europei da parte degli organi della comunità obbligatorie per tutti gli Stati
Attraverso direttive di armonizzazione ma solo limitata agli aspetti di tutela della sicurezza e della salute
Mentre per quanto riguarda le specifiche tecniche e più in generale sulla base del principio appunto del mutuo riconoscimento
Per cui qualsiasi prodotto legalmente fabbricato e commercializzato in uno stato membro deve poter essere commercializzato negli altri stati membri
Questo principio presuppone il riconoscimento reciproco delle norme nazionali naturalmente quando ci sono
Così come delle procedure di certificazione dei testi dei club di laboratorio ed è il teste di qualità
Infine bisogna essere attrezzati e ben decisi a sostenere il valore delle specifiche tecniche dei prodotti della nostra industria negli organi di negli organismi comunitari dove si definiscono appunto le norme europee alle quali dovranno conformarsi i nostri potuto la questione è particolarmente delicata per le piccole e medie imprese molto più esposte delle grandi imprese che hanno una diversa forza contrattuale
è evidente
Che su questo terreno si giocano molte delle nostre possibilità di asportato negli altri paesi membri
Se è vero che le nostre imprese dovranno fondamentalmente sostenere un processo di innovazione sia di prodotto che di processo per garantirsi un livello adeguato di competitività
Anche se non partiamo da zero visto che l'ottanta per cento delle nostre esportazioni va verso Paesi industrializzati e il cinquantasette per cento nell'area della Comunità europea
E altrettanto vero però che le nostre imprese dovranno porre molta attenzione alle norme di qualità
Perché e il rapporto prezzo-prestazioni che decide laddove però prestazione si deve intendere qualità e assistenza tecnica
Per esempio non c'è dubbio
Che sì questo sia il punto di forza degli esportatori tedeschi che continuano ad aumentare le loro esportazioni mentre devono fare i conti con un costante apprezzamento del dolo
Del Marco scusa
Un secondo gruppo di obiettivi indicati dal libro bianco riguarda questioni su cui il consenso politico di massa di di massima è evidente ma con difficoltà specifiche da superare ancora notevoli e riguarda essenzialmente tre settori
L'apertura degli appalti pubblici la liberalizzazione dei servizi finanziari dei servizi finanziari soprattutto la libera circolazione delle professioni
Restano infine altri settori come quelli che attengono alla fiscalità indiretta
Alla abolizione dei controlli sulle persone alle frontiere che presentano ancora grosse difficoltà addirittura di consenso politico
Da parte di vari Stati membri perché mettono in causa questioni di sovranità nazionale importante
In questo contesto il problema della liberalizzazione dei capitali occupa un posto a parte ciò che è in causa non è tanto il consenso sull'obiettivo quanto la credibilità della sua irreversibilità
La sua piena ed effettiva realizzazione è a termine legata a progressi sul piano della cooperazione monetaria e della convergenza delle politiche economici del resto è chiaro che solo in un tale contesto si può parlare di moneta europea
E di una banca centrale europea temi che saranno certamente ripresi dal dibattito e a proposito del quali sono fiorite numerose proposte pochi in questi ultimi tempi da parte del ministro francese dell'Economia ballatoio da parte del ministro tedesco Stoltenberg ha fatto una proposta ufficiale proprio recentemente a nome del governo tedesco della presidenza dunque della comunità europea
Ho tempo dello stesso ministro degli Esteri tedesco che invece
Voglio invece concludere queste mie brevi considerazioni che riflettono la posizione del Parlamento europeo rispetto all'obiettivo novantadue con alcune valutazioni di carattere più generale
Noi consideriamo che il grande mercato unificato non debba tradursi in una sorta di zona di libero scambio
Ne pensiamo al puro e semplice può accesso di liberalizzazione del mercato
Ma pensiamo piuttosto che entrando mercato sia un momento di un vero spazio economico europeo basato sulla stabilità l'allocazione ottimale delle risorse ed una sua ed una e qua distribuzione della ricchezza prodotta
Si tratta dunque di realizzare a nostro parere un vero mercato interno accompagnato però da concrete politiche comuni che consentano la convergenza economica tra gli stati membri la realizzazione di una comunità tecnologica una politica commerciale comune verso l'esterno
Convergenza economica vuol dire per noi attuazione di politiche strutturali in grado di correggere gli attuali iscritti squilibri economici esistenti tra i Paesi membri nelle varie regioni
Ed evidentemente impedire che il mercato comune si traduca in un supplemento di crescita che si concentri nelle regioni e nei Paesi più avanzati
Si tratta di politiche strutturali da impostare sia a livello comunitario in stretta collaborazione con le istanze nazionali e regionali
Ma si tratta anche di politiche strutturali nazionale per quanto ci riguarda è evidente
Che l'entrata nel mercato comune per usare una espressione recentissima del ministro Amato con di due italie
Potrebbe trasformarsi in un disastro per il Mezzogiorno e non si tratta tanto di risorse finanziarie concordo anch'io su questa dichiarazione del ministro Amato quando ti spender bene e percosse che servono i soldi disponibile
Convergenza economica vuole inoltre dire attuazione di una strategia di cooperazione e di crescita attraverso una politica espansiva coordinate che è resa possibile d'altra parte dalla riduzione dei divari di inflazione
E che deve basarsi sulla utilizzazione ottimale e coniugata dei margini di manovra di cui ogni Paese membro può disporre a partire naturalmente da chi
Margini nella più degli altri come la Germania che purtroppo sembra tutt'altro orientata
Senza una simile strategia
Gli effetti del mercato unificato porterebbero secondo recenti studi per esempio il rapporto ci chimiche uscito può più in questi giorni ha da un aumento della crescita del quattro per cento circa nei prossimi cinque anni
Mentre l'adozione di una simile strategia di cooperazione col di crescita
Porterebbe invece a raggiungere un risultato favorevole di circa il doppio Fiona raggiunge una percentuale del sette otto per cento di crescita secco nel nel corso del quinquennio
Sempre secondo questo studio che è stato reso noto con in questi giorni d'altra parte l'adozione di una simile strategia di cooperazione della crescita e la via obbligata se si vogliono creare le condizioni per combattere sia la disoccupazione sia gli squilibri economici e sociali regionali esistenti nella comunità
Parlando di Oropa tecnologica è evidente che se c'è un campo dove le economie di scala ci impongono questo è proprio quello delle nuove tecnologie
Ed è quindi evidente l'unico l'utilità e la necessità di definire ed attuare programmi comunitari nei settori delle tecnologie di punta dell'informatica delle telecomunicazioni
Circa il problema di una politica commerciale comunitario verso l'esterno mi pare che il problema appunto si ponga e vada affrontato tenuto conto del fatto che un grande mercato comunitario
Al quale possiamo aggiungere l'area dei Paesi Efta
Con i quali è stato concordato un quadro di collaborazione rappresenta una occasione anche per i produttori esterni americani giapponesi o del Sud-Est asiatico
Come comportarci non si tratta certo di dar vita ad una ad un po'Tizio Nismo comunitario sostitutivo di quello nazionale
Sarebbe in netto contrasto dello testo con le trattative in atto alle gatte nel Paraguay ramo
Si tratta invece di negoziare una reale reciprocità con i nostri concorrenti come e in che sede
Nuove opportunità inoltre agli scambi e alle cooperazioni potranno derivare
Dall'accordo che dovrebbe essere firmato presto di reciproco riconoscimento tra la comunità europea il comico
Si pongono dunque una serie di problemi in sede europea
Che oltretutto esigerebbe un rafforzamento delle istituzioni comunitarie per l'esercizio di un potere sovranazionale complementare ai poteri nazionali
Ma si pongono anche una serie di problemi in sede nazionale godiamo di un sistema di impresa e che possiamo definire sanno ma dobbiamo poi vedere che cambierà sia il ruolo dell'impresa e che il ruolo dello Stato in termini per quest'ultimo di efficienza dell'amministrazione pubblica di potenziamento dei servizi reali soprattutto per le piccole e medie imprese
Specie nel campo delle azioni promozionali e di sostegno alle esportazione non parliamo poi delle procedure per l'assunzione delle del nella nostra legislazione delle stesse direttive comunitarie
Ne sanno qualcosa per esempio il ministro
Qui presente onorevole ufologia dovuto sudare parecchio per fare approvare la cosiddetta direttiva Seveso sulla sicurezza industriale dopo quattro anni di giacenza sui tavoli del parlamento dello o del governo
O dello stesso onorevole La Pergola che ha proposto concreti meccanismi che consentono il più rapido recepimento delle direttive riuscendo anche a smaltire gran parte di un arretrato di un centinaio di queste da anni giacenti
Sui tavoli del governo e del Parlamento nazionale per quanto riguarda le grandi imprese mi pare di rilevare un atteggiamento più interessato verso il mercato europeo la spinta alla mondializzazione che naturale e chi era molto forte in questi ultimi tempi sembra veniva ricondotta maggiormente ad una impostazione che privilegia l'impianto domestico e cioè europeo convinti mi pare che per affrontare la dimensione mondiale è opportuno davvero alle spalle una dimensione solita appunto
Del mercato europeo
Molto significativa a questo proposito la recente dichiarazione dei dirigenti di una multinazionale del peso della Philips che hanno affermato che in presenza del grande mercato europeo potranno ridurre del quattro per cento il pezzi dei loro prodotti
Dobbiamo certamente favorire la creazione di grandi imprese europee e sappiamo che ciò comporterà la definizione cosa che ha in cantiere di norme comunitarie più incisive per garantire trasparenza e correttezza nelle regole del gioco
Infine il Parlamento europeo assieme alla Commissione esecutiva
Impegnato nel favorire e promuovere il dialogo sociale a livello europeo e spero che la nomina di un nuovo prevista
Collega
Di noi parlamentari europei come Pininfarina la presidenza della Confindustria aiuti questo sforzo perché i problemi del mercato del lavoro dell'adeguamento dello stato sociale compreso il problema dei suoi costi
Così come quello dei rapporti industriali richiedono sempre più soluzioni o accordi quadro di dimensione europea
Per concludere voglio solo ricordare che alcuni dati relativi ad una relazione
Del parlamento europeo che sarà discussa la prossima settimana Strasburgo sul cosiddetto costo della non Europa definito in almeno centoventi mila i centoventi miliardi di ECU circa otto cento ottanta mila miliardi di lire all'anno e così ripartiti
Cinquanta miliardi di ECU per i controlli doganali sulle merci trenta per la mancanza di unione monetaria quindici
Per la non concertazione delle politiche fiscali quindici per i costi risultanti dalla politica agricola comune dieci per la mancata apertura degli appalti pubblici a buon intenditore con quel che segue
Grazie una tavola rotonda dovrebbe aprirsi con un'esposizione critica delle opere che vengono discusse invece qui avrete al massimo l'esposizione a critica
Venendo dalla parte degli autori
Qualche considerazione quando ci siamo messi al lavoro non immaginavamo un'attenzione così viva
Per il tema o meglio la immaginavamo ma non eravamo certi che si sarebbe verificata in così in breve tempo oggi l'importanza del completamento del mercato interno appare molto più chiara
Non era facile
Rendersene conto e ancora per loro per molti oggi non è facile perché il completamento del mercato interno cioè del mercato europeo comune cioè del Mac è qualcosa che si supponeva da molti si suppone essere realizzato dal mille novecentosessantasette all'incirca al al con qualche mese di anticipo rispetto del al compiersi del decennio dall'istituzione della Comunità economica europea
L'abbattimento delle barriere doganali interne creava il mercato comune
Quello che non era valutato che oggi stiamo cominciando a valutare e l'importanza delle barriere non tariffarie che sono appunto ciò che si intende rimuovere nell'operazione mille novecentonovantadue e in cui
Peso sembra essere appare oggi essere così grande
Un po'forse le barriere non tariffarie sono state poco valutate perché sono meno visibili come le normative tecniche sono qualche cosa che al di fuori dei produttori il resto dei cittadini non percepisce nella sua importanza
Un po'perché sono parte ritenuto irrinunciabile della sovranità nazionale i sistemi fiscali son diversi e devono essere diversi punto e a capo
Un po'perché si ritiene che siano aspetti immutabili della struttura economica ad esempio in Italia era difficile
Discutere al di fuori di una cerchia stretta e la possibilità che il sistema finanziario fosse organizzato in modi radicalmente diversi dalla segmentazione te banche istituti di credito a medio termine eccetera
Che siamo abituati ormai da qualche generazione a vedere ora ci si accorge dell'importanza di tutto ciò che mette in gioco il completamento del mercato interno e siccome il marchio del completamento del mercato interno va di pari passo con il completamento del sistema monetario europeo l'interazione delle due cose
è di grande importanza la valutazione quantitativa le valutazioni quantitative che sono state date e quelle che o oggi da oggi circolano a seguito del rapporto della Commissione sul costo della non Europa sono un brusco richiamo all'importanza economica dell'argomento io in questa sede non entrerei e non darà i particolare importanza alla valutazione del sei per cento del prodotto interno lordo di altre cifre perché queste richiederebbero
E richiederanno un'analisi apposta possono anche suscitare aspettative eccessive se si immagina che certi benefici siano rapidamente conseguibili mediante l'approvazione di Treciento direttive in realtà ci vuole ben altro le trecento direttive avvia no avvieranno
Anche nel momento in cui vengano a adottate recepite un processo di trasformazione qualitativamente molto grosso chiedere comportare trasformazione dei mercati trasformazioni delle istituzioni
Il cui beneficio è certamente dei motori diluito nel tempo che non è soltanto un beneficio ma anche i suoi risvolti costosi e che più d'altra parte una volta compiuto
è molto maggiore il beneficio credo di un cinque o un sei per senso del prodotto interno lordo che è sempre un calcolo statico di statica comparata
La cosa importante saranno invece gli effetti dinamici che il processo speriamo metterà in atto ora di queste trasformazioni
Nel tentare di individuarne delineare un i caratteri gli aspetti positivi e meno positivi e la sfida che pongono alle politiche economiche in particolare alla politica industriale italiana ci siamo occupati ci sono poi altri aspetti di cui non ci siamo occupati di cui certamente bisogna riconoscere che questo operazione non si occupa ad esempio il se hanno fatto prima da Mario Dido alla più equa distribuzione
Delle risorse dei redditi questo è un problema che il completamento del mercato interno
Rende più acuto come ha ben sottolineato il rapporto Padoa Schioppa non avvia la risoluzione lo pone come problema per politiche aggiuntive
Io vorrei fare una innanzitutto una considerazione di carattere generale
Il passaggio da un assetto di commercio di produzioni di scambi quale quello che abbiano e a un ipotetico e speriamo reale nel futuro nuovo assetto non avviene attraverso la sostituzione del Nuovo al Vecchio
Non avviene attraverso nuovo assetto
Chiaro nei suoi obiettivi nelle sue istituzioni di politica economica né i suoi strumenti di politica economica che è lì e subentra all'altro così come la la gli dei ricambi FIAT scivola e sostituisce l'altra i della della sigla non c'è un un nuovo modello pronto che sostituisce il tetto abbiamo una fase nella quale
è presentato come preponderante il mercato vi è una rottura a favore in generale di libertà di circolazione libertà di stabilimento libertà di iniziativa libertà di azione economica e questa può apparire in una certa misura è una riduzione dell'ambito di operatività della politica economica
Una arretramento delle ambizioni di regolazione di indirizzo una specie di fase di transizione in un braccio di mare aperto tra le solite vecchie sponde delle politiche economiche nazionali e la sponda di una politica economica comunitaria che ancora bene non si vede
Questo processo
è simile in parte a quello avvenuto all'inizio nella creazione della Comunità economica europea la quale pure ha avuto il carattere di mercato comune
In parte prima
E solo in parte simultaneamente alla creazione di istituzioni comunitarie
E forse possiamo addirittura generalizzare nella storia dell'Occidente
La non sarebbe la prima volta che la forza dei mercati rompe un assetto istituzionale e poi solo dall'esperienza ed ai problemi nasce un nuovo assetto di istituzioni di politiche non possiamo nemmeno scaldati scandalizzarsi nel perché in fondo le istituzioni tendono spesso la sclerosi
E un rinnovamento di questo genere può essere salutare il positivo
D'altra parte le resistenze del vecchio assetto sono tale da garantirsi che il passaggio brusco tanto Bosco comunque non sarà
Questo passaggio
Di nuovo quello che abbiamo cercato di studiare io vorrei nell'arresto di questa mia esposizione sottolineare
Un piccolo numero cinque cose che sono esemplificate da settori
Primo punto ovviamente c'è un vantaggio economico diretto in quest'operazione di apertura credo che il caso più chiaro di vantaggio economico diretto sia l'apertura delle gare negli appalti pubblici
Là dove qual sia si elementare analisi economica puramente basata sui costi mostra che la il ricorso al produttore più efficiente
Genera un risparmio
E
E poi successivamente il godimento di economie di scala cose ancora relativamente facili in linea teorica da misurare per l'economista anche se quando inutile nasconderci che ci sono grossi problemi
Di interrelazione
Tra l'apertura dei mercati e le politiche nazionali e anche il gioco degli interessi che sta attorno alle politiche nazionali ed è un'operazione che andrà fatta
Certamente con molta gradualità e molto buonsenso
Seconda affermazione la liberalizzazione a dei costi
E qui mi piace prendere come esempio credo che sia abbastanza realistico e significativo per l'Italia
Quello della politica commerciale verso l'esterno
Noi abbiamo almeno un paio di esempi e uno di questi è stato oggetto di uno studio che tra quelli pubblicati
Abbiamo l'esempio del settore tessile abbigliamento
Per il quale la protezione
Comunitaria verso l'esterno ha sortito un effetto particolarmente benefico per l'industria italiana
E per il quale il completamento del mercato interno
E qui è curioso vedere
Come mentre di per sé le i mercato interno non implica alcuna variazione nella cintura protettiva verso l'esterno l'onda di liberalizzazione che il il programma novantadue porta con sé rende ancora più inevitabile di quanto già non fosse
L'ipotesi di una apertura di una maggiore apertura comunitaria alle importazioni dall'estero
L'altro caso quello dell'automobile è più preciso e più inerente e l'automobile non ha una cintura protettiva Esterna
Vede alcune protezioni nazionali la più stretta delle quali è quella italiana ed essendo nazionale questo protezione destinata a cadere la libera circolazione all'interno dell'area comunitaria comporta necessariamente la caduta della protezione italiana cioè del contingente delle automobili giapponesi o si riesce a negoziare una qualche politica comunitaria oppure niente
Terza cosa
La liberalizzazione comporta rischi
E qui l'esempio più calzante mi pare sia quello del settore finanziario
Cadono le segmentazioni dei mercati finanziari interni
Cadono con il mutuo riconoscimento le delimitazioni di operatività che risalgono alla legge bancaria si dice oggi
Che stiamo inevitabilmente andando attraverso la definizione del gruppo bancario polifunzionale
Verso un sistema di banca mista alla tedesca
A livello macro economico
Parallelamente
Il formarsi di una politica monetaria comune
Ipotizza la linea sì di tutti quanti Paesi al modello tedesco della politica condotta sulla base della moneta forte
Che vede il livello dell'attività economica determinato
Su chiuda la dinamica delle esportazioni e della competitività della competitività esterna che non da politiche espansive interni
La crescita trascinata dalle esportazioni per il complesso dell'area ma la perdita di competitività per i Paesi dipendenti e meno rigorosi nella loro gestione monetaria all'interno dell'area queste l'esperienza di primi anni dello SME analizzata in uno degli studi
Esperienza che certamente appare
Densa di rischi per noi
Per l'Italia in particolare e i i rischi che sono stati attenuati finora
Dalla fase dalla stagione di sopravvalutazione del dollaro che ha consentito alle esportazioni di dirottare si là dove era più facile andare
E poi dal contro shock petrolifero che ha compensato la fine di questa stagione favorevole
Ma il futuro non è così chiaro e così liscio
In linea di principio sappiamo che non si può reggere la combinazione tra un sistema di cambi fissi
Libertà completa di circolazione dei capitali
E autonomia delle politiche monetarie
Due di queste tre
Fatti possono stare assieme non ho tutti e tre
E allora
La soluzione investe pesantemente gli aspetti istituzionali a meno di abbandonare il sistema dei cambi fissi all'interno della Comunità europea
Investe il problema occupazione istituzionale cioè il problema della omogeneizzazione centralizzazione delle politiche macroeconomiche in particolare della politica monetaria
Ho detto la liberalizzazione ad a degli hobby delle Fici diresti ha dei costi a dei rischi
A volte questo processo non è di sola liberalizzazione
è una politica economica al posto di nessuna politica economica incerti
Segmenti in certi settori
Il caso delle normative ambientali è uno dei casi nei quali credo si può più chiaramente vedere che non c'è
Rottura di un assetto precedente a favore di competizione selvaggia o di liberalizzazione ci sono ambiti nei quali il processo di omogeneizzazione di completamento del mercato interno significa l'introduzione di normative l'introduzione di un obiettivi gli strumenti di intervento di una politica laddove per alcuni Paesi quelli più in ritardo questa politica non c'era o era arretrata o della parziale insufficiente settoriali
Qui abbiamo al contrario di ciò che generalmente appare il processo di completamento del mercato interno si presenta non come un fatto di rottura indebolimento di politiche economiche ma al contrario come un'accelerazione in un processo di ripresa di controllo di presa di consapevolezza innanzitutto di presa di controllo da parte di un'autorità politica sua rispetto alle quali si navigava con ritardo e con gravi danni
Il problema acqua
E che la politica comune
Deve essere negoziata siamo in un contesto generale nel quale non serve non se l'accordo sulle istituzioni politiche ancora
E quindi la negoziazione deve tener conto da un lato degli interessi della collettività e dall'altro lato dei legittimi interessi del mondo produttivo i quali hanno modo
E facilita di farsi sentire di essere presenti nelle sedi di negoziato quando si tratta di grande grandissima impresa invece hanno maggiori difficoltà quando si tratta di un tessuto produttivo diffuso di piccole dimensioni
E questo è un problema grave per l'adeguamento italiano alle nuove condizioni nel campo delle normative tecniche nel campo dei brevetti in in questi campi nei quali la l'assetto europeo può comportare una maggiore incidenza di politica economica alla mediazione governativa italiano degli asili nido delle istituzioni pubbliche o o Opara pubbliche come sono quelli di normazione tecnica e debole
Ed essendo debole tende a risolvere
La formazione di una di una linea comune a europea
Isolando i non tenendo sufficientemente conto degli interessi del mondo produttivo italiano
Quinta penultima cosa che volevo dire
Per si trovano in alcuni campi invece due linee politiche ben precise a confronto e c'è lo scontro tra la politica nazionale e quella comunitaria il caso più tipico è la tutela della concorrenza
Nella tutela della concorrenza la politica comunitaria vede le politiche nazionali così come la politica nazionale vede le politiche regionali
Non c'è posto
Non hanno legittimità
Le politiche settoriali e localizzative devono essere ricondotte ha una linea comune
Comunitaria che alle volte non è ancora ben chiara ne abbiamo già avuto alcuni effetti in Italia la la delimitazione del Mezzogiorno viene modificata da vincoli posti dalla comunità
L'aria del Mezzogiorno si restringe dove innanzi abbandonando le politiche le Regioni le le province Manzinali a nord
Quelle che appaiono sotto l'aspetto dei parametri statistici le meno bisognosi di aiuto
Nel campo di politiche a devo dire che questa limitazione del Nord viene da Bruxelles ma Atelli di illustri precedenti nazionali stava nell'opuscolo
Di foyer Sylos Labini idee per la programmazione economica nel mille novecentosessantadue
L'acciaio è un altro caso di politiche nazionali a conflitto in parte con politiche comunitarie
Non non voglio dilungarmi
Ultima affermazione la costruzione comune di una linea di politica industriale a volte incontra delle particolari difficoltà
L'area più tipica nella politica industriale che la politica della ricerca applicata scienza e tecnologia che pure fa parte
Dei nostri studi e quale esempio più chiaro e il confronto tra i programmi di ricerca comunitari e i programmi non comunitari come il programma Eureka
Mentre i programmi comunitari pur nascendo da una collaborazione con le imprese hanno un'esplicita definizione di grandi obiettivi comuni e un dimensionamento esplicito nei documenti
I programmi non comunitari come eureka sono in programmi come si dice bottom a sue nascono dalle richieste
Delle impresa e non non esprimono in una strategia non esprimono delle scelte prioritarie la linea europea non c'è ciò può essere opportuno in alcuni casi può essere che il mercato orienti meglio le scelte di quanto non faccia l'autorità politica
Ma certamente vi sono casi nei quali questo non è sufficiente
Le spie spie Rienza lo studio delle politiche tecnologiche di altri paesi anche degli Stati Uniti e del Giappone mostra che per certe grossi sforzi di conti
Di avanzamento tecnologico occorre una determinazione precisa degli obiettivi una valutazione a priori dei fondi che è necessario allocare e questo certamente senza difficile immaginare che venga fatto a livello di programmi comunitari
Non è fattibile con programmi di cooperazione che non abbiano che non siano ricondotti a una qualche decisioni comuni questi a me sembrano i principali aspetti della vicenda che stiamo vivendo alcuni dei quali abbiamo illustrato nei nostri studi altri
No perché il problema è molto vasto e certamente siamo appena agli inizi in Italia di una consapevolezza e di un'adeguata riflessione
Pentire do la parola all'onorevole Amato ministro del tesoro
Io voglio ringraziare Hirscher per questa che non è una ricerca ma proprio un è un insieme di ricerche è una ricerca al plurale
Su un tema su cui è proprio fondi importante riuscire a chiarirci le idee
In relazione ad un evento tanto a parole atteso conclamato propugnato da ora risultare inevitabile nei fatti e quindi presumo tenuto da molti come spesso accade
Ciò di cui si parla troppo
Io avevo contribuito neri nei due ultimi anni a una ricerca su questo tema che poi ho scoperto essere parallela a quella di cui dava notizia Mario di Toy costi della non Europa
Quella che avevo fatto io era i costi dell'Europa in relazione a tutte le convenienze anti europee che esistono in Europa che Tissone non nell'insieme abbastanza prevalenti
Anzi Touré nato dovesse ancora fare il pezzo sulla sicurezza su queste cose perché se non offra possiamo pubblicare echeggia ricordatelo
Creò dal profit o l'occasione di ritorna in mente che sta a infatti era era intitolata Europa conviene questa cosa con un punto interrogativo
Poi io visto che ai fini della pubblicazione del titolo per non smentire la retorica nazionale
E timoroso quindi chi lo ha riscritto di offendere qualcuno ha tolto il punto interrogativo che noi autori del lavoro invece volevamo sottolineato non eliminato
Ed è diventato un perentorio Europa conviene per non smentire appunto così la la patria delle alabarde ma in effetti è un interrogativo più che legittimo in presenza della radicata esistenza e consistenza in Europa di sottosistemi che albergano nella nella politica nell'amministrazione
Nel gesti e impostazione e gestione delle attività di ricerca
Nel mondo per esempio dei trasporti e delle telecomunicazioni chiarissimamente ci sono delle convenienze anti europee che sono particolarmente forti no ora tutto questo in presenza di un mercato unico trova come delle dighe che vengono meno e che fanno venir meno le dighe protettive
Delle convenienze anti europee che si sono venute costituendo
In questa chiave
Quella sorta di forzatura voluta prevalentemente dalla Repubblica federale
Di sottolineata ore dal pittore cioè la fase di preponderanza del mercato è chiarissimo chi è così
Che il le il percorso
Che ci sta portando verso l'Europa non è il percorso della politica economica ma è il percorso della economia della ricerca di un economia che sia di mercato
Questa forzatura e probabilmente una forzatura da un lato meritata da tutti coloro che se la sono andata a cercare in qualche modo dall'altra è necessaria
Perché è difficile immaginare che si raggiunga una dimensione europea al punto al quale siamo se non per questa strada
Quindi sotto questo profilo io personalmente io politicamente sono convinti della liberalizzazione della sua opportunità come strada per raggiungere un risultato altrimenti al di fuori dalla
La condizione di non essere in grado di arrivarci lungo altri percorsi
E tuttavia detto questo appunto ed espressa anche una qualche soddisfazione per la perdita che ne conseguirà danno di tante delle convenienze antieuropeo o meglio in terra europea che si sono venute formando e irrobustendo in questi anni
Va anche ricordato quello che qui è stato ricordato in primo luogo da Mario e poi dopo da da Pippo Ranci che in realtà questo ha dei costi a dei rischi
Questo ha dei costi a dei rischi che debbono essere fronteggiati
Perché un'Europa affidata interamente agli esiti del pret del percorso di derattizzazione è un Europa sbilanciata che tenderà a sbilanciarsi ulteriormente
è un'Europa che probabilmente non ha in sé al rebus sic stantibus un motore adeguato ad alimentare la crescita di cui nel suo insieme ha bisogno e di cui la sua disoccupazione elevatissima ha bisogno ecco un'Europa nella quale al che chi non dovrebbe perdere rischia in realtà di perde quindi si pongono dei problemi che debbono essere affrontati vedi sotto questo profilo insomma mentre sarebbe folle colui il quale dicesse la liberalizzazione non la vogliamo
E quindi si opponesse alla direttiva che stiamo per varare in sede europea che chiude la partita della liberalizzazione del mercato dei capitali che si opponesse alla all'ingresso degli intermediari finanziari che si opponesse all'armonizzazione fiscale ai fini della totalmente libera circolazione dei beni e così via
Ecco però sarebbe un fanatico dall'altra parte quello che ritenesse che in tal modo tutti i problemi risulteranno risotti no
A avremo creato quello che giustamente viene chiamato uno spazio economico comune
Ma è uno spazio è per definizione un vuoto che può essere riempito in più modi e che può essere riempito da alcuni e non da altri e può essere riempito da cose positive e da cose negative
Uno sviluppo europeo edere stessi parti deboli dell'Europa probabile io ne sono convinto ha bisogno di quello spazio comma
Dico però dipenderà molto da come sarà riempito e quindi da come la politica
No non opponendosi ostacolando il processo di liberalizzazione ma affiancandolo con opportune misure
Riuscirà a far sì che quello spazio si è riempito in un modo anziché in un altro qui è chiaro che di problemi ne incrociamo Diversity io ora non voglio non ho né il tempo né la competenza per affrontarli tutti tutti quanti
Direi Pécout ieri in un'altra occasione abbiamo avuto modo di constatare i rischi che corrono le aree sottosviluppate in questo punto credo che anche questa ricerca lo confermi qualunque ricerca viene fatta vedere deboli certe restare buoni diventano più deboli i nomi in un mercato liberalizzato nel quale non intervengano politiche strutturali Vieri riequilibra attrici adeguata e il problema quindi non è che c'abbiamo ad esserci o meno ma quali sono le politiche strutturali quindi l'unico tema dire illegittimo di discussione e quali sono le politiche strutturali insomma
No non se lo svela lo sviluppo squilibrato a dimensione europea sia o meno idoneo a coprire le aree deboli perché non credo che questo sia una dottrina ammissivi
Ecco voglio brevemente affrontare il cose che poi sia Jimi Hendrix affrontare anche con più competenza di medie soltanto per farmi un cenno dico messi in ho visto intersecarsi problemi strutturali con l'orizzonte che mi è stato più vicino chi è quello
Da un lato delle politiche monetarie appunto dall'altro dei processi che sono attesi nel governo di questo ambito perché e di qui che si coglie qualcosa che va al di là delle politiche monetarie e che fa capire come la liberalizzazione sia allo stesso tempo uno schema astratto di mercato corrispondente ad una impostazione attratto di mercato
Dall'altra lo schema che corrisponde di più a un a una politica sostanziale che quella della Repubblica federale in realtà ecco le maniche quindici ci si si leggono entrambi questi profili nella liberalizzazione della della creazione di uno spazio unico
Delle rischio che questo spazio unico sia assegnato da una definita storia più che non politiche economiche attiene la storia
Con la sua politica cui sui risultati con le sue aspettative della Repubblica fedele
Questo al traverso la vicenda monetaria lo si vede bene
Ecco faccio un uno due due due esempi molto rapidi
Ecco quello che diceva Ranci prima appare a tutti inconfutabile fuori che ad alcuni in Europa e cioè che non non si Possa a vere la possibilità di politiche monetarie autonome
Volendo Allo stesso tempo salvaguardare la stabilità dedica volendo altri poi fondamentalmente sono questi due insomma poi c'è chi li fa quattro come Padoa Schioppa c'è chi ne ha fatti tre come fai tu ma vagamente insomma c'è un punto che non quadra con gli altri l'autonomia delle politiche monetarie nazionale ma fa chiaramente salutare qualcosa
Nel settembre in sede comunitaria sì arrivo a definire un rafforzamento dell'accordo degli strumenti a disposizione dell'accordo monetario anni Borg
Che prevedevano maggiori facilitazioni per l'intervento in tram marginali e insomma tutta tutta una serie di cose
Che strutturava non medio diciamo le possibilità di salvaguardare la stabilità dei cambi in presenza di andamenti delle economie
Compatibili con la tasso di cambio esistente quindi in funzione anche hanno tutti riallineamenti dovuti a turbolenze di origine se
Puramente monetaria se non addirittura speculativa benissimo
Se uno si mette nell'ottica della completa liberalizzazione del movimento dei capitali e non gli è difficile accorgersi che questo è probabilmente insufficiente è abbastanza ma è probabilmente insufficiente
E che il rischio quindi che si possano a vere del dei movimenti di capitale
La cui inevitabile conseguenza o salti forti dei tassi di interesse o salti forti dei tassi di cambio insomma non ci vuol molto a convincersene e a vedersela sotto il naso allora
Ecco allora che cosa che cosa si fa
Prima domanda che io pongo no
Una risposta che è stata data che ha cominciato ad essere ad alta e quella che profila addirittura un'autorità monetaria europea
Forse c'è un salto tra la domanda e la risposta ci sono alcuni passaggi di mezzo evidentemente mamma diceva beh tra
Quando si abbandona la strada dell'autonomia delle politiche monetarie prima o poi si dovrà andare a parare ecco Traverso fasi intermedie a un'autorità monetaria europea
La posizione diciamo più cautela nonostante che a incidere quella che viene manifestata darla
Repubblica federale
La quale magari nel suo insieme c'è arrivati ad accettare un'ipotesi di Banca centrale
La vuole assolutamente impermeabile alla politica
Fondamentalmente gradirebbe anche che il giorno che si creasse la catena Banca centrale banche centrali nazionali le stesse banche centrali nazionali
Fossero più impermeabili di quanto tutte nel loro insieme non sono ad esigenze
Così che nei rispettivi Paesi al di là di qualunque questione di divorzio all'italiana di cui è tuttora in Italia si è parlato
Si possono porre
Ora ecco qui è in questi incroci che si vede che siamo in presenza di un problema che anche di sostanza
La la Germania federe la la Repubblica federale alla moneta più forte la più apprezzata da più ricercato
La Repubblica federale quella che sta attirando l'accordo
E lo tira l'accordo monetario lo tira evidentemente dalla sua parte
Gli spazi
Di una Europa tirata in quel modo ai fini di una ulteriore crescita e di un assorbimento di disoccupazione sono spazi troppo esigui
Noi abbiamo osservato in risposta alla prima proposta di Ballard in materia di riassetto di tutta questa roba qui che è chiaro che c'è una sottolineatura
Deflazione Istica all'interno della accordo monetario in quanto tirato i giustamente e inevitabilmente dal marco
E allora è evidente che sette risparmi Bosco e sta sottolineatura rimane
E può provocare soltanto due spetti ok paesi che non riescono attenere quel passo
Vengono abbandonati al di sotto
E oppure che se tutti tengono quel passo lo sviluppo dell'Europa è quello sviluppo insufficiente che poi non riesce ad alimentare ciò che in Europa deve essere alimentato
E questo è chiaramente il il lo snodo nel quale è liberalizzazione politica monetaria che politica monetaria e politiche sostanziali politiche economiche non hanno ancora trovato un adeguato punto di equilibrio e sono destinate per la verità trovare
Noi però ecco questo voglio dirlo prima di chiudere noi però questo voglio dirlo
Quando affrontiamo questi argomenti
Ecco non dobbiamo farne un alibi questo è il problema che no italiani io prima ancora degli altri in Europa ci dobbiamo porre con grande chiarezza
Perché esiste un problema reale ed esiste un alibi
Il problema reale è che il passo tedesco è un passo inadeguato per fronteggiare lo smog la crescita e la diminuzione della disoccupazione di cui larga parte dell'Europa ha bisogno
Il passo tedesco è un passo che può risultare in sé non è accettabile per questo ma non può essere rifiutato allo scopo di mantenere il sistemi interni come il nostro con gli scompensi non ammissibili che questi sistemi in continuano a coltivare
E quindi il rischio perché i tedeschi poi fra l'altro sono così severi con noi i tedeschi hanno accolto male la posizione italiana sul sullo SME in qualche modo con posizioni critiche
Ma perché
Perché quando lei avanzo io Italia no hanno il diritto di chiedersi se io le sto avanzando in nome della disoccupazione europea o in nome del fabbisogno che che che che io ho e che forse se me lo posso tenere più a Long
è possibile senza pormi il problema di ridurlo probabilmente me la cavo con maggior pigrizia ma con minori qua
Ecco quindi qui c'è un punto molto delicato perché inesorabilmente quella parte d'Europa che la più debole
E che tende poi con l'Italia che il quarto grande d'Europa ad avere dei punti di contatto e così via e anche quella che ha dei problemi che ha il dovere di risolvere al suo interno che ciascun Paese al dovere di di risolvere al suo interno e quindi quella che viene guardata con un qualche sospetto
Mai quella lo stesso tempo che ha il diritto dovere di segnalare le esigenze della crescente della maggiore occupazione che fra l'altro più direttamente la riguardava ecco noi dobbiamo avere molta attenzione nel mantenere credibilmente separati questi due aspetti
Nel mantenere credibilmente separati questi due aspetti
E a non fare della battaglia che deve essere fatta per le politiche strutturali
Per la convergenza delle politiche economiche come premessa di una politica monetaria che non può vedere scaricati interamente al suo interno
Profili di riequilibrio che le politiche monetarie da soli non da sole non possono essere in grado di affrontare ecco dobbiamo stare molto attenti nell'affrontare questo discorso con i nostri interlocutori europei
A farlo
Mentre credibilmente risolviamo i problemi che da soli abbiamo il dovere di risolvere al nostro impegno noi non possiamo non abbiamo il diritto di far pagare ai contribuenti della Repubblica federale
I nostri INVIM falsi invalidi civili il nostro sistema pensionistico privo di logica e pieno di sprechi l'economia dei terremoti che
Alimenta
In modo improprio flussi finanziari dalle Alpi alle Piramidi dal Manzanarre al Reno non nel solo Mezzogiorno no
Ecco perché il contribuente tedesco si rifiuta di fare ha il diritto di farlo e rischia di capi
Di capire che sia di questo che si parli anche quando da altro si parla anche quando si parla del trenta per cento di giovani disoccupati che c'abbiamo nel mezzogiorno e quindi questo riguarda noi riguarda i greci riguarda in parte gli spagnoli riguarda i portoghesi ecco il io non so se tecnicamente corretto questo me lo nello spiegano le persone che hanno la competenza di Pippo quello che alcuni sostengono a proposito della liberalizzazione dicendo che come lo SME invisi a posto i conti delle impresa e così la liberalizzazione me metterà a posto i conti dello Stato
Non so se è vero non so se è vero cioè nel senso che abbia in sé una idoneità a realizzare questo risultato non lo sono affatto però ecco noi rischiamo che la liberalizzazione con danni ciò che non deve essere condannato cioè condanne il Mezzogiorno italiano e altro che di altrove condanni disoccupati
E condanni il bisogno di maggiore sviluppo
Che l'Europa perché noi in presenza di quel fenomeno non abbiamo avuto la forza di condannare ciò che avremmo dovuto condannare al nostro interno
Cioè una gestione finanziaria della quale siamo i soli responsabili
Che dalla quale dobbiamo uscire per intavolare con gli altri partner un discorso che non sia equivoco sulle politiche strutturali che devono accompagnare con la responsabilità di tutti compresi i tedeschi la liberalizzazione del mercato
Nessun onorevole Amato avvocato passiamo la parola
Al ministro Ruggiero titolare del dicastero del Commercio Estero ma io ringrazio moltissimo gli organizzatori di questa discussione
Su un tema che certamente appassionante le appassionante in particolar modo dopo già aver sentito gli interventi che avete sentito Emp questo anche di di Giuliano Amato molto molto cioè l'NGN
Ah io vorrei partire da una considerazione che a me in fondo fa piacere che abbiano levato il punto interrogativo da quella convegno Europa conviene
Perché a me sembra veramente del tutto teorica la discussione se l'Europa conviene o non conviene
E il problema non è un problema dice conviene o non conviene l'Italia un'altra scelta il problema è che nessuno ha un'altra scelta non ce l'Alitalia non ce l'hanno neanche
Gli altri Paesi europei non c'era neanche la Germania una scelta diversa da quella dell'Europa il discorso è semmai
Giacché siamo obbligati a fare questa Europa come dobbiamo cercare di farla il meglio possibile nel modo migliore per tutti quanti nel modo più direi più equilibrato ma il problema il quesito non esiste
E non esiste
Per una considerazione che noi stiamo vivendo in un mondo che cambia rapidamente già cambiato molto è già con e continua a cambiare
E assistiamo a due fenomeni che sono due fenomeni direi paralleli
Da un lato la crescente internazionalizzazione delle economie dei Paesi industrializzati
Oggi già i mercati finanziari sono più o meno unificati diciamo ventiquattro ore su ventiquattro eccetera
La internazionalizzazione ai processi produttivi delle economie e un dato di fatto direi che sta sotto i nostri occhi ciò ci sono alcuni casi che sono addirittura di bici le multinazionali americane si sono trasferiti ad alta iguana un con gadget per cui non so ci sono certe produzioni che da tempo hanno vanno per il novantasette per cento
Negli Stati Uniti e sono produzioni praticamente americane trasferite sia a Taiwan e che poi ritornano sul mercato americano provocando enormi squilibri di natura commerciale altri
Quindi problema col da un lato questo fenomeno di internazionalizzazione e dall'altro un fenomeno di regionalizzazione
Cioè quasi per difendersi sia dagli enormi squilibri
Diciamo del mercato internazionale della internazionalizzazione sia per ragioni proprio di mercato di economie di scala e noi stiamo andando tutti quanti verso dei fenomeni di regionalizzazione l'accordo Stati Uniti Canada il tentativi che esso ci sono tra Argentina Brasile Uruguay il Patto andino laser e Anna le stesse zone del marco dello Jenna del dollaro eccetera sono tutte
Diciamo regionalizzazione o commerciali o monetaria quindi internazionalizzazione regionalizzazione come vogliamo noi Europa io noi italiani sfuggire a questa logica nel momento in cui stiamo andando
Verso la creazione di un mercato che da trecentoventi milioni di consumatori dovrebbe diventare i trecentocinquanta milioni di consumatori aggiungendo i sei Paesi dell'Efta
Diciamo per lo meno nella logica del mercato interno europeo e costituendo in fondo
La più grande isola il più grande continente di benessere di stabilità che oggi vi sia al mondo siamo il più ricchi in un certo qual senso quelli che abbiamo una civiltà direi meno insoddisfacente di tutte le altre grandi civiltà de industriali del mondo eccetera beh come come pensare che ci sia il quesito Europa commi e non compie allora il problema è un altro
E non voglio affrontate diciamo la la la la conclusione e il problema è che bisogna battersi a mio parere
Per due cose essenzialmente e la prima delle cose e che si poi le banche centrali siano indipendenti che ci sia la stabilità monetaria non c'è dubbio ma la prima delle cose e che questa Europa abbia una strategia di crescita questo è il primo punto
è il secondo punto e che questi Europa mantenga le caratteristiche di stato giusto di società giusta di quel di quello che noi chiamiamo welfare esteri e quello che contraddistingue in fondo la vita in tutti i nostri paesi dalla vita
Negli Stati Uniti d'America o anche diciamo in altre società industrializzate quindi queste sono a mio parere il grande discorso
Poi quando parliamo di Stato giusto o di quel prestito è chiaro che parliamo anche di squilibri regionali quindi dei correttivi necessari agli squilibri regionali
Allora
Chiarito che per me il problema non esiste l'Europa conviene l'Europa è necessaria non è neanche conviene però per necessaria
Bisogna battersi per questo perché quest'Europa abbia una strategia di crescita perché questi Europa sia giusta perché quest'Europa la e e diminuisca gli squilibri regionali io vorrei fare un'altra considerazione
Che mi sembra molto importante quando parliamo di di strategie industriali
Che l'appuntamento europeo non è assolutamente l'unico appuntamento che di fronte a noi
E che non è ancora prima del novantadue c'abbiamo i millanta mille novecentonovanta che l'hanno in cui dovrebbe terminare e il negoziato commerciale multilaterale del gatto
E che tra internazionale internazionalizzazione a regionalizzazione cioè tra il Gatti il commercio mondiale e il mercato interno europeo vi sono una serie enormi di correlazione
E per cercare di vedere queste correlazioni io vorrei partire da un dato di fatto
Qual è
Il contesto mondiale nel quale noi dobbiamo realizzare il mercato unico europeo il mercato in tre interno
Perché è chiaro che se noi italiani quando guardiamo all'Europa al mercato interno ci poniamo come noi e l'Europa ebbe noi non possiamo dimenticare che questi Europa si deve porre all'Europa e il mondo e il la la realtà che ci circonda
Bene la caratteristica principale
Degli anni avvenire di tutte le società industrializzate e in particolare di quella delle dell'Europa
E che noi dobbiamo affrontare un processo di aggiustamento strutturale delle nostre economie di una dimensione direi e di una durata del tutto eccezionale
Quali sono gli elementi cioè noi Dore dobbiamo continuamente aggiustar ci cambiare settori produzioni innovazioni qualità di prodotti commercializzazione eccetera perché beh perché prima di tutto noi viviamo in un mondo dominato da enormi squilibri delle parti delle bilance commerciali
Centosessanta miliardi di dollari negli Stati Uniti debbano essere riassorbiti
Voltaire fece una volta un calcolo e disse che se gli Stati Uniti dovessero in cinque anni riassorbire il loro squilibrio commerciale
Dovrebbero per ognuno dei cinque anni esportare il quindici per cento in più dei loro prodotti manufatti beh insomma
Non sono cose sono cose molto dimensioni enormi che significa naturalmente
Invasione da parte delle merci statunitensi non solo i mercati europei ma anche dei mercati mercati terzi
Diminuzione delle loro importazione a parte l'America Latina da parte dei Nick da parte del Giappone e quindi pressione commerciale di questi Paesi sull'euro per un processo di aggiustamento strutturale nord
Abbiamo poi le conseguenze dell'aggiustamento strutturale in agricoltura
Non c'è nulla da fare noi con l'Uruguay Round
E forse anche indipendentemente dall'Uruguay Round stiamo andando verso una forte diminuzione del sostegno nelle politiche agricole che cosa significa quali sono le dimensioni di questi fatti beh oggi il sostegno dell'agricoltura americana
Costa novanta miliardi di dollari tra quanto paga lo Stato cioè il bilancio federale e quanto sostiene il il consumatore americano la proporzione direi che sessantacinque per cento il bilancio americano e trentacinque per cento il consumatore
Novanta miliardi dollari costa anche il sostegno della politica agricola comune e qua la proporzione inversa sopporta molto di più il consumatore di quanto sopporta il bilancio comunitario sessanta miliardi di dollari e il sostegno della politica agricola del Giappone
Da parte
Anche qua del consumatore molto di più che dal bilancio pubblico
Tre noi siamo semplicemente all'inizio di questa fase di assestamento quindi siamo all'inizio in cui noi abbiamo stabilizzato praticamente i sostegni invece di ridurli e già abbiamo delle ripercussioni incredibili trecento metri ottanta mila lavoratori agricoli lasciano ogni anno la campagna e nell'Europa comunitaria
Beh insomma sono cifre da capogiro negli Stati Uniti d'America d'altra parte hanno già messo fuori coltivazione
Terre per una superficie analogo a quello della Repubblica federale tedesca noi abbiamo stabilito al Consiglio europeo di Bruxelles e che incominciamo anche noi ad avviarci verso questa direzione di dare dei sussidi
A chi lascia la Terra non coltivate beh immaginate di che cosa significa questi in termine di riduzione dell'occupazione agricolo specie in alcune regioni come il Mezzogiorno altra e come questo si riversa naturalmente
Nel settore industriale nel settore servizi quindi un altro aggiustamento incredibili
E poi abbiamo sempre nell'Uruguay Round abbiamo quello che significa il riassorbimento delle zone grigie e anche qua il rapporto tra Europa la politica europea aranci prima lo ha menzionato e resto del mondo è importantissimo anche per noi italiani menziono tre settori tessili auto acciaio benissimo
E nel settore tessile cioè la la zona grigia nel commercio mondiale rappresentata dagli accordi di autolimitazione cioè da quegli accordi che sono al di fuori delle salvaguardia del gatto
E che si vorrebbe adesso in questo negoziato far rientrare nelle regole del gioco del commercio mondiale cioè la salvaguardia il gatto in particolare sono i paesi in via di sviluppo che chiedono questo
Prendiamo il tessile tessile all'Italia e il secondo Paese esportatore al mondo di prodotti tessili dopo un Congo già questo via un momentino le dimensioni
Dopo un po'
E però siamo dei grossissimi esportatore bella richiesta che ci fanno in particolare hanno voi e quella che noi rinunciamo nel mille novecentonovantatré all'accordo molti fibre che effettivamente se ad un accordo
Che ci ha permesso una una una rinnovamento della nostra industria tessile ma che ancora naturalmente non ci mette al riparo dalla concorrenza
Talvolta devastante di quei Paesi
Tutto questo avrà
Un costo molto grande che cosa significa l'aggiustamento strutturale del settore tessile
E l'auto l'autore è un settore ancora più complicato
Ancora più complicato perché non esiste un accordo di autolimitazione della Comunità europea nei confronti del Giappone
Esistono o degli ahò degli accordi di autolimitazione nazionali talvolta abbastanza segreti
Da parte della Francia da parte della Germania da parte del Regno Unito e poiché esiste un accordo Gatta cioè hanno e un accordo valido
Con il Giappone tra l'Italia e Giappone col quale abbiamo una frontiera un uno un contingente di due mila e cinquecento autovetture giapponesi che entrano ogni anno in Italia e non più
Però dal Giappone però noi abbiamo un contingente nazionale che la comunità europea nel momento in cui andiamo verso il mercato unico europeo dice beh non potete mantenere i contingenti nazionali
Così come i contingenti che ne manteniamo nei Paesi dell'Europa dell'Europa orientale
Beh dovete smantella le o diventare dei contingenti europee ma di un contingente europeo noi stiamo allo zero virgola zero sette per cento della nostra produzione di importazioni auto al Giappone
Beh il Paese che ne importa di meno e la Francia che ne importa il tre per cento della propria produzione poi arriviamo a Regno Unito che siamo più o meno al dieci per cento alla Germania che siamo al quattordici per cento allora come si stabilisce questa media
Europea e quali sono gli accordi tra nel Giappone quindi altro settore nel quale l'aggiustamento strutturale l'acciaio idem i paesi in via di sviluppo di norma perché fare degli accordi autolimitazione nel settore dell'acciaio e questo settore dove noi dobbiamo esportare
Quindi
Bisogna tener presente che la nostra industria non si trova soltanto di fronte la tappa del mille novecentonovantadue così i nostri servizi banche assicurazioni anche la cerco una liberalizzazione che concerne i gatti
Che su principi diversi da quelli la comunità europea ma pur sempre liberalizzazione che prevede che compagnia assicurazione o banche americane potranno venire in Italia
In questo caso secondo la legge italiana cioè adattandosi alla legge italiana cioè mentre la liberalizzazione comunitarie dicevo una banca tedesca può venire in Italia secondo la legislazione tedesca
Ecco quindi però insomma avremo dei processi di liberalizzazione che coinvolgono non solo l'industria ma l'agricoltura e i servizi
Ecco
Quindi la tappa del novantadue noi l'affrontiamo
In un contesto estremamente difficile ripeto che un contesto di regionalizzazione e di internazionalizzazione non è soltanto un contesto europeo di regionalizzazione
Che cosa bisogna fare
Secondo me ci sono alcune cose essenziali a mio modo di vedere la prima delle quali riguarda lo stato ma non solo lo Stato
Io credo che la prima delle cose
E di modificare la concezione che è stata la concezione prevalente della nostra pubblica amministrazione sia da parte della classe politica sia da parte dell'utente il cittadino l'impresa
Chi ha visto lo stato come principalmente un erogatore di sushi di o di agevolazioni
Ebbene no lo Stato deve essere visto come erogatore di servizi di servizi che sono servizi efficienti di servizi moderni e non come erogatore di sussidi questo è un processo difficilissimo ma è un processo necessario anche perché sussidi e agevolazioni probabilmente non non riusciremmo più a darci questo è il problema cioè non è tanto neanche che non quindi noi rischiamo di essere uno Stato erogatore di di cattivi servizi
E e di niente sushi di ecco quindi il dramma e e e molto importante e questo direi che il il primo degli elementi
Per quanto diciamo riguarda il mio settore specifico attuale il Mail commercio con l'estero per esempio io dico
Noi dovremmo a un certo momento fare una riflessione istituzionale proprio su tutta la materia della politica economica Esterna del nostro Paese
E noi non abbiamo strutture ognuno va per conto suo e secondo molte volte secondo delle logiche diverse
Noi dovremmo rivedere il funzionamento del CIPE S ricreare una responsabilità politica dove oggi non esiste più esiste solo una responsabilità di organi burocratici
Ma responsabilità politiche non ve ne sono
E dovremo cercare di dare dei servizi alle nostre imprese dico per dire la SACE che siano comparabili a quelli che i nostri concorrenti tedeschi francesi o inglesi ricevano
Beh ma queste sono cose che noi dobbiamo cerca di targhe non è vero che sia impossibile fare perché la sala cc emettere uno due anni per dare un rimborso un indennizzo e mentre non so i tedeschi lo possono fare in un mese in un mese e mezzo ci sarà pure una ragione vediamola
Cerchiamo di vedere queste cose quindi io credo che noi dobbiamo certamente fare uno sforzo e io non credo che sia impossibile per migliorare la struttura dei nostri servizi al cittadino e alle imprese
Che cosa significa per l'impresa ben prima di tutto di non chiedere allo Stato solo sussidi o agevolazioni
Ma di avere delle strategie industriali estremamente flessibili
Cioè debbono capire che loro vivono in un mondo che è in continuo cambiamento che il fenomeno che caratterizza la produzione prossimi anni e l'aggiustamento strutturale continuo e di vaste proporzioni
Quindi specializzazione delle produzioni
Qualità delle produzioni
Capacità innovativa
E commercializzazione adeguate
Che cosa significa e questo è uno degli aspetti più importanti e più difficili perché la nostra è una struttura prevalente di piccole e medie imprese e quindi il problema della commercializzazione evidentemente è molto più difficile che nella grande impresa che lo ha risolto
Beh nella per la piccola e media impresa anche il problema e quello di avere una stabilita su alcuni mercati esteri e non essere il l'esportazione è semplicemente il fondo di magazzino che rimane dalla vendita sul mercato interno quindi significa di a vere una presenza stabile
Di avere degli showroom di avere un'assistenza prevendita e post vendita eccetera tutto molto difficile ma assolutamente necessario
E infine due parole sulla liberalizzazione valutaria non voglio entrare nella politica monetaria che non è di mia competenza
Ma io credo che noi abbiamo già fatto moltissimo
E il collega Sarcinelli
è stato quello che ha dato il primo grande colpo di avvio alla liberalizzazione valutaria eliminando il quindici per cento di deposito sull'acquisto dei titoli e praticamente creando quindi le basi
Perché un cittadino italiano
Posso a oggi acquistare
Titoli stranieri semplicemente con il vincolo del deposito in una banca avvilita
Ma noi ci stiamo avviando adesso nessun processo che è un processo integra non è più un processo limitato è un processo in cui la stessa concezione del monopolio dei cambi
Sarà molto difficile che tenga ed è un processo di liberalizzazione che erga omnes
Quindi non è soltanto il fatto che il cittadino italiano potrà venire il suo conto corrente nella banca di Amburgo nella Banca di Londra ma probabilmente nella banca di Tokio non la banca di New York con la banca svizzera
E questo nel giro di un anno e mezzo di due anni
E beh secondo me questo è una grandissima sfida ed è una grandissima sfida
E che ci deve mettere
Diciamo e in imposizione di affrontarla su due diversi livelli
E il primo livello è quello di fare una battaglia europea una battaglia europea per dire be signori miei bisogna certamente evitare la duplice o la triplice contraddizione
Non ci può avere libertà completa di di di di di commercio libertà completa dei movimenti di capitali e poi autonomia nelle politiche monetarie beh il problema della banca centrale dell'autorità centrale va risolto
E secondo me va risolto con quelle chiarezze che diceva il vice Presidente Amato
Che sono chiarezze nostro cioè noi dobbiamo iniziare oggi appare una seria poco politica di rientro del nostro della nostra spesa pubblica perché voi io credo che nessuna forza politica in Italia oggi Possa
Giustificare alcuni sprechi e non funzionamenti
Dello stato sociale italiano perché qua non si tratta di elevare delle cose alla gente
Ma si tratta di assicurare talvolta un servizio migliore e più adeguato all'assistenza sanitaria nel sistema pensionistico eccetera quindi veramente è un dovere di tutte le forze politiche oggi di fare
Una politica di rientro della spesa pubblica che rafforzi semmai la socialità della spesa e non ne diminuisca la la la la sua la la socialità e questo è un fatto certamente essenziale come essenziale certamente la nostra politica una politica rinnovata discorso del dell'Italia nel nostro Mezzogiorno saluto qua il professor Saraceno con molto piacere come l'uomo che direi più di tanti altri ha rappresentato questa grande battaglia per la valorizzazione del nostro Mezzogiorno
Quindi certamente noi dobbiamo fare tutto questo
Però noi dobbiamo anche oggi dire chiaramente ai tedeschi che è necessario avere una politica monetaria comune una banca centrale europea
Se vogliono avere una completa liberalizzazione dei movimenti di capitali che funzioni che salvaguardi
Che che resista agli attacchi diciamo del tempo e del mercato
E che naturalmente va benissimo che siano una una banca centrale indipendente va benissimo che assicuri la stabilità della moneta europea ma deve assicurare anche la crescita
Della economia europea e quindi anche l'occupazione in Europa se no tutto questo non avrebbe senza
Una parola finale riprendendo ancora quanto ha detto Ranci anche Amato
Io personalmente sono stato sempre convinto che l'Italia ogniqualvolta si è trovata di fronte a delle sfide Esterne di apertura verso l'esterno le ha sempre superate nonostante l'ottimo pessimismo
De che tutti gli italiani hanno avuto prima di affrontare queste sfide è stato quando abbiamo affrontato la prima liberalizzazione degli scambi
La nostra entrata in una comunità europea del carbone e dell'acciaio la la nostra entrata nella Comunità economica europea
Valletta preconizzava che la FIAT sarebbe stata distrutta dalla dalla concorrenza tedesca francese
E la stessa delegazione governativa italiana negozio sul presupposto che l'Italia sarebbe diventata esportatrice di prodotti agricoli
In particolare di cereali per cui ci battemmo per il Regolamento sui cereali mentre come voi sapete oggi noi importiamo prevalentemente prodotti agricoli ed esportiamo prevalentemente prodotti manufatti
E lo SME quando siamo entrati nello smercio è stata il grande pessimismo le nostre riserve saranno spazzate via in sei mesi eccetera la nostra industria non reggerà eccetera invece nulla di tutto questo abbiamo come ricordava Ranci aggiustato i conti delle nostre imprese e acquistato competitività proprio perché abbiamo avuto questo vincolo
Beh io credo che il fatto che adesso poniamo tutti quanti di noi di fronte ha un vincolo perché quando abbiamo liberalizzato e abbiamo dato al cittadino italiano la possibilità di acquistare un titolo tedesco invece del botto o del CCT e ben o gli abbiamo dato un'opzione
Molto importante e abbiamo certamente obbligato tutti quanti noi a riflettere su come vincere questa ultima grande sfida che quella della completa liberalizzazione
E inserimento del nostro Paese sia nella Europa comunitaria sia veramente nel novero dei Paesi industrializzati grazie
Grazie sporgevo dunque la favola al dottor Sarcinelli direttore generale del Tesoro come ultimo insomma
Ringrazio presidente io prendo la parola per ultimo
E quindi solo in parte avvantaggiato e come sempre in parte svantaggiato
Io vorrei rifarmi
Prima di tutto a lei testi che ci offrono l'occasione oggi per ritrovarci qui
Io credo che
Va dato atto a Pippo Ranci e alla sua équipe
Mio grande
Onestà intellettuale
E soprattutto di un grande impegno
Per cercare di riunire in cinque volumetti che si leggono abbastanza bene
Ciò che l'Italia affatto
Ciò che l'Italia sta facendo ciò che tutti noi ci auguriamo che l'Italia continuerà a far
Dirò subito
Che la lettura che io ho sempre fatto
Che il trattato di Roma
è una lettura che in fondo finisce per privilegiare il cosiddetto aspetto allocativo dalla politica economica
Fondo il Trattato di Roma
Nasce in un ambiente sostanza in cui si fa riferimento dal punto di vista teorico alle unioni doganali
E quindi alla caduta di barriere tariffa
Perciò il momento allocativo nel Trattato di Roma
E sicuramente preponderante rispetto a qualsiasi altro momento sia esso di stabilizzazione
Sia esso di distribuzione
Questo è vero anche nel resto della storia
Della Comunità economica europea
Se pensiamo che in fondo quando fu negoziato lo SME
E prosegue venne esattamente negoziato in questa in visione
Di mantenere la capacità e capacità allocative in un sistema che si andava integrando mentre la moneta internazionali per eccellenza il dollaro si stava rapidamente deprezzato
Sì possiamo quindi dire che gli altri due grandi gli altri due grandi momenti la cui dicono mica la stabilizzazione e soprattutto a distribuzioni siano assenti no certamente no
Però ad esempio il principio della coesione è stato soltanto nell'atto unico recepito in maniera completa
O almeno formulato in maniera migliore
Di fatto ciò che si ha avuto in tutti questi anni è stato soltanto un tentativo di cercare di limitare gli effetti negativi che derivavano da un principio di allocazione
Economica sull'intero territorio nazionale attraverso alcune misure particolari esempio nel caso dello SME fu negoziato sulle misure dico a favore dei cosiddetti Paesi meno prospettiche a suo tempo vengono chiaramente identificati e all'Irlanda è meritato
Ho richiamato ciò soltanto per dire che l'insistenza che talvolta dalla Repubblica Federale di Germania si pone sulla completa applicazioni del trattato
Prima di passare a fasi successive
Trovarne la lettera del trattato
Un sufficiente apporto
Esempio la liberalizzazione del movimento di capitali che noi oggi Real stiamo realizzando e che stiamo portando avanti come diceva giustamente Pippo Ranci non senza rischi
E non senza difficoltà
E qualcosa che non citi arriva né dallo SME le d'accordi successivi
Sci che arriva dagli impegni fondamentali sottoscritti all'epoca del trattato di Roma
La liberalizzazione dei servizi
Compresi quelli finanziari e fatta risalire dalla commissione su questo punto sono un pochino meno sicuro perché non sono un giurista e fatta risalire dalla commissione al trattato di Roma
E allorché noi con i francesi cerchiamo di fare valere una qualche prevalenza della legge nazionale ci tiene qualche volta garbatamente altre volte un po'meno garbatamente fatto notare che ai sensi
Delle disposizioni del Trattato di Roma il mercato di servizi e e o dovrebbe essere già unificato
Allora
La mia posizione e che in effetti Italia per molto tempo soprattutto in tutti gli anni settanta non ha potuto che segnare il passo nella
Tentativo dico dare un contributo positivo alla costruzione europea
E ricordo anch'io le titubanze Chieti furono allorché l'accordo sullo smettendo era giù
Gli anni settanta sono anche anni segnati da grandi lotte
Una generazione
è assegnato le pubbliche finanze
Ora
Nel Novecento negli anni settanta si può dire che la nazione simili in questo sforzo
Agli inizi degli anni ottanta
Il Paese
Ha reagito alla forte inflazione
Ed è riuscito se non a ridurla ai livelli tedeschi
Certamente addominale
E questo grazie a
Fatto di essere integrata uno in progressiva integrazione
Nel mercato
Europeo
E soprattutto grazie anche a una certa politica di cambio che è stata possibile
In funzione dell'attuazione
Dello sport
A mio avviso
La politica
Ho i grandi obiettivo politico
E la fine degli anni ottanta edilizi gli anni settanta novanta sarò all'Europa
Io credo che all'interno dalla nostra comunità nazionale sarebbe difficile trovare un altro argomento
Sì è un i frutti unifichi maggiormente le coscienze che unifichi soprattutto in maniera più coerente gli sto
Orsi di tutti coloro che cercano di emerge da una situazioni di squilibri siano essi la pubblica finanza si essi nel settore dell'occupazione
Vediamo adesso
Che cosa ci promette questo mercato uno
Ebbene il mercato unico credo che sarà combattuto da stamattina in poi quando sono apparse le prime valutazioni
Macro economiche o come convalida di
Valutazioni a livello settoriale fatte dalla commissione sulla base delle cifre
Io credo che sia un una maniera sbagliata
Come giustamente rilevava Pippo Ranci non soltanto queste cifre sono discutibili ma ce ne sono delle altre che io ho in mio possesso che danno dei vantaggi che sono di gran lunga inferiore a quelli che la commissione
Dice che vi saranno
Perché evidentemente ci sono problemi di diversa valutazione
Ci sono problemi di quali sono le politiche che prevarranno negli anni futuri a livello macroeconomico oltre che di economico
E ci sono soprattutto
A mio avviso
Delle questioni di metodologia statistica ed econometrica
Molti di questi modelli soprattutto macro economici sono oltre incentrati sulla domanda e difficilmente sono in grado di valutare
L'impatto e l'apporto che possono derivare da politiche strutturali si coinvolgono
Una serie di settori
E che influenzano sia i costi sia i prezzi
Sia i re
Perciò a mio avviso ci vuole una grande convinzione
Nel
Desiderio di realizzare questa Europa
Come un valore che tranche
I valori nazionali e che in qualche modo impegna tutti quanti noi
Come la molla che ci deve spingere in avanti
Considerazione sulla liberalizzazione
Il ministro Ruggiero è stato molto gentile nel ricordare la modesta parte ha avuto da me
In questo
In questa libera al processo di liberalizzazione dell'anno di grazia mille novecento ottantasette
Ma io vorrei dire che esso è venuto soltanto al termine
Di altri
Decisioni ed altri provvedimenti non salite stati presi da altri ministri del Commercio con l'Estero
E certamente quell'opera che è un cominciato
E stata Daloui continuata con riferimento
Alla legislazione nuova che concede maggiore libertà ai residenti italiani
La liberalizzazione costituisce essa
Soltanto un rischio o costituisce essa soprattutto un'opportunità
Io sono fra coloro che ritengono che essa costituisca soprattutto un'opportunità
Rappresenta un'opportunità prima di tutto si dimostrare hanno gli stessi
Che dopo trent'anni dalla firma del Trattato di Roma
Siamo in grado di mantenere fede alla parola data
Costituisce un'opportunità
Sotto il profilo
Micro economico dati ciascuno di noi la possibilità di investire il proprio che Julio o il proprio patrimonio
Secondo delle preferenze multi paritarie
Che oggi fino ad oggi o fino a ieri non aveva
è un'opportunità per far sì che
Contesto italiano
Non diventi puramente e semplicemente
Un contesto
Che mentre dà spazio al liberismo
Commerciale
Tenta sostanzialmente
Di contro bilanciarlo con il protezionismo finanziario
Quindi credo che siano tutte quante sfide che noi non possiamo
Non raccoglie
Certamente la liberalizzazione
Non è un e fini a se stessa
Però a parte il fatto di essere il compimento gli atti dovuti da trent'anni
E anche la maniera
Con la quale non ci inseriamo
Mondo economico
Che negli anni ottanta ha dato soprattutto rilievo e rilevanza al mercato
Questo può piacere alcuni che può non piacere Atac
Però è un fatto che dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna al Giappone e se mi consentite anche ai Paesi dell'Est
Il concetto di mercato e la spinta che da esso proviene è stata ritenuta fondamentale
Per la rigenerazione del tessuto economico
E noi non ci si poteva sottrarre a questa sfida si precisi punti la sottrarre soprattutto a farsi Chianti segmento finanziario
Fosse esposto al lo stesso
Di
Concorrenza cui settore commerciale
E produttivo sia pure entro limiti o con qualche eccezione per essere più preciso è stato sino ad oggi esposto
Memorandum Amato è stato ricordo è stato ricordato che vi sono una serie di iniziative
C'è stato un memorandum sottoposto dal ministro pallido
In materia
Di sviluppo del sistema monetario europeo
Anche se esso è redatto in termini estremamente direi generali politici e pone più interrogativi di quanto non dia risposte
Si è aggiunto un un memorandum del ministro Amato
E in qualche modo più concreto quel che indica alcune strade anche se fondamentalmente sposa
La tesi francese che
Manca all'interno dell'Europa un motore per la crescita
Che poi la ragione che oggi adduce la signora faccia
Per evitare di far sì che la lira sterlina entri nel meccanismo di cambio europea
Ben oltre
Memorandum
Fatto circolare dal ministro chiarisce
In effetti in maniera un pochino strane perché il memorandum e fa stato fatto circolare come capo di un partito non con ministro degli Esteri anche se è stato consegnato a tutte le ambasciate
E infine c'è un memorandum del ministro sciolto inverte
Che devo dire la verità non sembra essere completamente sulle posizioni del dottor dal signor Jacques
Credo che l'Italia si inserirà in questo dibattito e a buon titolo
Però dobbiamo essere realisti
Oltre che le altre
Abbiamo essere realisti nel senso che noi non siamo
Nei Paesi dominante
Un paese che può aspirare a tale ruolo
Nell'immediato o nel prevedibile futuro
Ciò che noi al massimo possiamo aprire o possiamo mirava a cui possiamo mirare
Un meccanismo sostanzialmente più cooperativo
Nella determinazione di una politica europea
Ma questo e
Opera di lunga lena
Difficile da realizzare
Soprattutto nell'attuale
Struttura istituzionale dei nostri paesi
Il passaggio ad una banca centrale comune
Io spero che possa avvenire
Nell'arco degli anni in cui io mi occuperò di Cosa pubblica
Ma certamente
Non con quel nitore
Che il ministro Amato aveva in mente quando ha scritto il suo menu o abbiamo scritto il suo memorandum
E certamente attraverso una serie di passaggi
Intermedie
La posizione dell'Italia non è una posizione di un Paese
Poi in qualche modo determinare
Il passo o accelerare il passo della costruzione europea
E certamente un Paese che puntare grande sostegno all'idea europea ed è grande forza ad ogni sforzo comune
Per quanto riguarda
I di i volumi che sono stati al sottoposti
Alla nostra discussione
Io dirò che
I trovo tutti molto interessanti
Ma soprattutto
Trovo
Di particolare valore
Un'affermazione che credo sia
Dovuta alla penna di Pippo Ranci quando a pagina sessanta
De un'industria e un'Europa scrive
In generale
Alla radice delle frequenti brutte figure in cui incappa il Piuro Quist fra i maggiori Paesi europei
Si ritrova una diffusa sottovalutazione della questione europea
E difficile escludere del tutto la possibilità che una valutazione più realistica di ciò e il processo di integrazione significa porterebbe agli italiani ad essere meno entusiastici grandi principi
Sarebbe comunque meglio affrontare questo rischio
Quindi ha ragione
Il ministro del Tesoro il vicepresidente del Consiglio quando dice
L'Italia ha bisogno di credibilità sul piano europeo
Quindi noi dobbiamo farci portavoce
Di esigenze
Reali ma soprattutto realistiche
Il realismo deve essere determinato dalla valutazione pennelli il possibile oggettiva di quelli che sono le forze in campo
Credo che sarebbe inutile
E probabilmente destinato a deludere se ci ascolti ciascuno di voi
Chiede se ai governanti italiani di spingere in in senso del gruppo io fino in fondo
Non credo che dobbiamo renderci conto che dobbiamo mantenere Piva la discussione evviva se vogliamo la passione per l'Europa
Ma renderci conto che siamo uno di dodici Paesi e probabilmente soltanto il quarto in ordine di importanza
Un'ultima considerazione
Il ministro Ruggiero ha fatto riferimenti a ciò che fa lo Stato italiano UA ciò che dovrebbe fare lo Stato italiano
Migliorare
La struttura produttiva
Migliora lo sforzo di esportazione
Comunque per determinare una a o ad un aggiustamento
In Italia e contribuire all'aggiustamento Esterno degli altri paesi
Credo che nessuno più di me possa essere d'accordo con lui
Però anche qui io credo che ci voglia del realismo
Immaginare che noi riusciamo
Dopo circa cinquant'anni dal dopoguerra che si parla di riforma della pubblica amministrazione
E credo che se parlasse anche all'epoca di Giolitti
Pensare di poter trasformare
Questa amministrazione che ha un
Lunga tradizione di preparazione giuridica
In un'amministrazione
Chi abbia una tensione
Manageriale e dura preparazione economica
A mio avviso significa aspettare altri trenta o quarant'anni e nel frattempo completamente cambiata i sistemi di selezione
E le commissioni che esaminano queste persone
Continuano ad arrivare
Nella mia amministrazione
Persone
Che hanno
Grandi cognizioni giuridiche
Meno persone che hanno buone condizioni economici
Perciò
Bisogna in qualche modo contentarsi e fare i conti con la realtà
Dire che noi non siamo uguali ai tedeschi
Che la sa ci ci mette uno due anni in più probabilmente nella facce tedesca cioè la Ermes non c'hanno la corte dei conti italiana
E quindi
Se a le critiche debbono sempre essere fatto
Affinché ciascuno di noi possa migliorare attraverso il pungolo che dagli altri proviene
A mio sommesso avviso o vi siano un po'mal diretti o non appropriatamente dirette non producono
L'effetto che si corre
Perciò anche in questo campo
Io credo che una buona dose realismo e una buona e una buona dose il pragmatismo siano le regole d'oro
Nel leggere prima quella frase che io forse impropriamente o attribuita Pippo
A Pippo Ranci
Che lo attribuito a Pippo Ranci ebbene
Quella frase dice esattamente quello
Si vuole che ci sia in Italia realismo e fra quattro
Grazie
Credo che possiamo concludere qui
Questo
Questa serie di interventi e ringrazio gli intervenuti e ringrazio anche aveva