Tra gli argomenti discussi: Aiuti Umanitari, Crisi, Economia, Esteri, Finanza, Geopolitica, Rassegna Stampa, Sviluppo, Usa.
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Buongiorno buongiorno agli ascoltatori di Radio Radicale mercoledì ventinove ottobre due mila otto con la nostra Brera sinergico politica di oggi ci occupiamo dei riflessi della crisi finanziaria globale
Solo flusso di aiuti e sul situazione che si verrà a determinare nei Paesi in via di sviluppo lo fanno alcuni articoli in quotidiani
Americani lo fanno anche alcuni think thank da cui proporremo qualche spunto partiamo intanto con l'allarme lanciato dalle prime pagine dei giornali intanto
Il Los Angeles Times del ventisette ottobre scorso la crisi economica minaccia di destabilizzare i Paesi in via di sviluppo
La crisi economica globale sta stabilizzando un crescente numero di Paesi in via di sviluppo
Sollevando rischi relativi alla sicurezza in molte ragioni in un momento il quale nel quale
Gli Stati Uniti e i suoi
Alleati occidentali sono preoccupati per il loro propri problemi
Paesi in via di sviluppo vitali per un'economia degli Stati Uniti per la sicurezza gli interessi della sicurezza ed economici quale ad esempio Messico e Turchia Corea del Sud e Pakistan
Hanno di fronte a sé degli shock economici una crescente una crescente disoccupazione un rallentamento della crescita e un approfondimento delle tensioni sociali
E i loro problemi stanno costringendo gli Stati Uniti e le altre principali potenzia ripensare le priorità
In politica estera ci sono già al molti Paesi che sono però sufficientemente sviluppati da avere collegamenti con le istituzioni finanziarie globali
E hanno quindi cominciato a chiedere urgenti conversazioni con il Fondo monetario internazionale come ultima risorsa
Andare infatti alla F.M. è considerato un passo drastico causa del delle pesanti condizioni tra cui
Aumenti impopolari delle tasse limiti alla spesa pubblica
Che vengono che comportano i prestiti che il fondo concede
Un secolo otto gruppo di paesi scrive ancora Los Angeles Times i più poveri più vulnerabili come c'erano invece a sentire la crisi nei prossimi mesi molte di queste nazioni soffriranno
Con la caduta delle materie prime il prezzo la materie prime del ma soprattutto
Degli aiuti esteri e degli Investimenti dai quali sono altamente dipendenti
Questa situazione di stress comporterà probabilmente la crescita della della fame le malattie la criminalità e potrebbe mettere a rischio i Governi dei Paesi
Più poveri ancora tra i Paesi più povere il al
Problemi le gravi crisi economiche potrebbero essere
Più acute in quelli che sono appena usciti da una lunga fase di guerra civile con ne stanno uscendo come la Nigeria la Liberia e il Ruanda
Come dice Steve rate lette devo Center for Global di blocco mento contente anche di cui tra breve vedremo anche l'analisi pubblicata se le persone cominciano a perdere il loro lavoro alcuni conflitti possono Ray alimentarsi questo la preoccupazione che solleva
Il Los Angeles Times che poi conclude l'articolo con questa dichiarazione fulminante di un economista
Angherie CAF Bauer del Peter sono insito tre per l'economia internazionale di Washington
Secondo il quale il prossimo Presidente degli Stati Uniti sarà letteralmente bombardato nelle capitali mondiali con domante di questo tenore primo perché ci avete fatto questo secondo come pensate di aiutarci
Così nello sentire stanza passiamo al Washington post articolo del ventidue ottobre scorso timori di prosciugamento degli aiuti
Tutte le scuole i timori che la la la crisi finanziaria possa ulteriormente danneggiare nazione in via di sviluppo che già stanno soffrendo duramente l'aumento
Del costo del cibo e dei prezzi energetici nell'ultimo biennio
Le Nazioni Unite scrive il Washington post stimano che
Prima ancora della crisi dei mercati la omento dei prezzi del cibo aveva spinto circa settantacinque milioni di persone in più nella fame cronica portando il totale
Delle persone affamate nel mondo a novecentoventicinque milioni
Dopo anni che questo dato rende credo quest'anno ci sono stati più settantacinque milioni di persone
Di nuovi affamati nel mondo
Ancora più prima di questa ultima crisi finanziaria la come dire la disponibilità ai prestiti dell'Occidente stava comunque svanendo l'Amministrazione Bush
Che aveva fatto della propria politica di aiuti una pietra miliare della sua politica estera a tagliato solo nell'anno due mila sette
I propri programmi del tre virgola cinque per cento a scendere Aldo ad ventuno virgola sette miliardi di dollari secondo i dati dell'OCSE
Che vedremo tra breve
Ancora uno spunto dal Washington post riguarda intanto i due principali candidati alle elezioni presidenziali americana che cosa hanno detto in relazione alla questione degli aiuti ai Paesi in via di sviluppo il candidato repubblicano John McCain
Hanno suggerito due diversi modi chiaramente per uscire fuori da questa per hanno tutti e due entrambi sottolineato che la crisi finanziaria
Dovrà comportare una rilettura del degli impegni e della spesa pubblica per entrambi però Obama da una parte
Ha promesso comunque di raddoppiare l'aiuto internazionale degli Stati Uniti portandola fino a cinquanta miliardi di dollari
Mentre McCain e si è concentrato sulla riforma della burocrazia che incide in senso negativo sull'assistenza degli Stati Uniti
All'estero così scrive il Washington post tra l'altro si teme il prosciugamento degli aiuti
Allora come funzionano intanto gli aiuti internazionali secondo i dati dell'OCSE il gruppo dei donatori passiamo a una think thank nel
Franzoni Institute che ha una
Al suo interno un dipartimento il Centro per la prosperità globale
Che pubblica ogni anno l'indice della filantropia globale anche l'indice pubblicato quest'anno è disponibile su internet e ve ne proponiamo alcuni passaggi almeno per quanto riguarda gli aiuti governativi e poi totale degli aiuti
I governi del dei Paesi più sviluppati del mondo hanno dato un totale di due virgola sette tre miliardi di dollari in aiuti esteri o verso i Paesi in via di sviluppo dal mille novecentosessanta ad oggi
La figura il dato viene dall'OCSE
Con la misure dell'aiuto pubblico da parte dei Governi dei ventidue Paesi donatori all'interno del da anche che cosa il DAC development assistenza commenti cioè il Comitato per l'assistenza allo sviluppo
Il cui aiuto consisterà assistenza umanitaria aiuto in caso di catastrofe aiuti allo sviluppo
Che nonostante questo enorme massa di assistenza secondo NOx secondo il Progetto per gli obiettivi del millennio
Alcuni Paesi che si sostiene che bisognerebbe impegnare almeno lo zero virgola sette per cento del PIL per poter andare incontro alle aspettative dei Paesi non sviluppati ciascun anno
Sebbene molti donatori si sono detti d'accordo già nella conferenza delle Nazioni Trimonte Ray del Messico nel due mila due
A sostanziati sostanzialmente aumentare questa Spesal solamente una minoranza di essi dei donatori afflussi è formalmente impegnata
E vincolata allo zero sette per cento come obiettivo
Chi sono affidati subito Svezia Lussemburgo e Norvegia non sulla Olanda
E Danimarca sono andati hanno raggiunto questo targato lo hanno anche superato nel due mila sei ultimo dato Nespoli bile in media i Paesi membri del da che ventidue Paesi membri del DAC dei donatori
Hanno dato lo zero virgola trentuno per cento del loro PIL vediamo la classifica sono ventidue dicevamo prima la Svezia secondo Lussemburgo terzo la Norvegia
Quarta dall'Olanda qui stiamo parlando degli aiuti come percentuale del PIL l'Italia eh terzultima con lo zero venti per cento del PIL su una media dei donatori zero trentuno
Del PIL va detto però che l'Insiel Italia terzultima penultimi sono gli Stati Uniti con le zero diciotto per cento del proprio PIL quindi come percentuale del PIL
Gli Stati Uniti hanno dato veramente pochissimo che però quando si va a vedere qual è totale di soldi naturalmente milioni avendo prodotto
Come quello degli Stati Uniti la cifra cambia completamente e infatti se si va a guardare gli aiuti in miliardi di dollari per il due mila sei gli Stati Uniti sono ampiamente in cima alla classifica
Con ventitré virgola cinquantatré miliardi di dollari seguono il Regno Unito il Giappone Francia Germania Olanda Svezia Spagna Canada
E Italia con tre virgola sessantaquattro miliardi di dollari nel due mila sei quindi esattamente a metà classifica
Si pone l'Italia vale la pena anche di considerare questi sono solo gli aiuti pubblici quelli governativi ma la pena anche di considerare un'altra classifica che l'indice della filantropia globale
Rappresenta che è quello relativo alla agli aiuti pubblici cioè governativi più la filantropia più le rimesse degli immigrati
In questa nuova classifica sempre nel ventidue Paesi donatori del DAC
L'Italia si trova
Al uno due tre quattro cinque sei sette e ottavo posto
Prima gli Stati Uniti secondo il Regno Unito terzo Germania poi la Francia Giappone il Canada la Spagna e quindi l'Italia con un complessivo al sette virgola due miliardi di dollari in cui
Le componenti appunto sono io dico e nativi la filantropia che a ben poco spazio soprattutto le rimesse economiche
Questa era l'indice della filantropia globale del due mila otto dell'azione Institute andiamo allora un altro tinte anche che il centro per lo sviluppo globale il CGD
Come viene vista questa crisi la prima analisi vi proponiamo ce ne sono due
La prima sono il i danni del del prima cosa delle fette del rallentamento dell'economia e poi gli affetti sul flusso di aiuti dentro lentamente all'economia globale
La prima analisi è intitolata la crisi finanziaria americana significherà un rallentamento della crescita una crescente diseguaglianza nel mondo in via di sviluppo
Per molti Paesi in via di sviluppo la crisi finanziaria globale significherà un rallentamento dell'economia una crescente disuguaglianza gli effetti saranno protratti
E non sa che non si mostrano tutti allo stesso tempo e la natura il grado dell'impatto varierà ampiamente alcun tipo Paesi
Soprattutto quelli che hanno sono dotati di ampie riserve di valuta essere di una posizione fiscale forte
Saranno in posizione molto migliore per confrontarsi con la crisi rispetto ad altri ma nella prospettiva generale la crisi è una pessima notizia per i Paesi in via di sviluppo e specialmente per quelli poveri
Durante il primo passaggio l'impatto sarà sentito attraverso due canali in particolare il primo significherà bassa crescita nei Paesi industriali significherà meno domanda
Dei l'esportazione dei Paesi in via di sviluppo
Sia beni dei manufatto mani fatturati beni di di di primari sarà in diminuzione pochi paesi in via di sviluppo avranno una crescita basata sulla domanda interna ma molti avendo uno
Una crescita fondata sulle esportazioni
In mancanza di richiesta da parte del mondo occidentale avranno dei grossi problemi il secondo canale attraverso cui si era sentita questa crisi secondo l'analisi del Center for Global development
Sarà la riduzione del flusso di capitali verso i Paesi in via di sviluppo cause col fatto anche la crisi finanziaria ha creato una stretta creditizia globale
Investitori saranno ti tentando sempre più attenti guardinghi nei confronti degli investimenti a rischio
E quindi sempre meno disponibile a investire in Paesi in via di sviluppo e dunque investitori continueranno a spostare la a muovere la composizione dei loro portafogli
Allontano dagli asset rischiosi quale esempio io Securities marchette dei dei mercati emergenti verso
Portafogli più sicuri quali ad esempio i buoni del tre sono del Tesoro americano che loro questi sono
I sintomi gli effetti della crisi se Paesi in via di sviluppo a questo punto l'ultima segnalazione la penultima segnalazione
Ancora dalla Centro per il lo sviluppo globale
Che cosa ci dice la storia ci sono analisi pubblicata che dici che spiega che
Quanto in che misura le crisi finanziarie hanno influito sul comportamento dei Paesi donatori la storia ci dice che le crisi finanziarie hanno fatto sospendere di aiuti
Ci sono ci sono molte ragioni per preoccuparsi in particolare così come i governi investono triliardi di dollari e di euro per aiutare le loro banche
è senza sorpresa che
Quindi che il agli aiuti verso i Paesi poveri circa ottanta miliardi di dollari l'anno
Diminuiranno in maniera impressionante l'analisi è molto profondi e da riassunsi si assume in poche righe dopo ciascuna principale crisi finanziaria in un Paese donatore dagli anni Settanta gli aiuti da parte di quel Paese sono sempre declinati
Si riferisce a quattro casi in particolare lo scoppio della bolla immobiliare in giapponese mila centonovanta e poi le crisi
In Finlandia Norvegia e Svezia del fino a duecento novantuno correlata con ampi grafici ci dimostra che i Paesi che hanno subito una grave crisi finanziaria hanno interrotto bruscamente
Gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo infine chiudiamo con un'ultima segnalazione questa volta si tratta del organizzazione britannica Cox ferma il blog di Duncan green
Che suggerisce che cosa fare con settecento miliardi di dollari che è il piano di salvataggio per Wall Street che è stato approvato dal Congresso americano su proposta del segretario al Tesoro Paulson
Che cosa si potrebbe poteva fare qualcosa di potrebbe fare con settecento miliardi di dollari
Si potrebbe cancellare per due volte il debito di quarantanove più poveri Paesi al mondo che è totalmente trecentosettantacinque miliardi di dollari quindi due volte si potrebbe conservare
Questo debito
Settecento miliardi di dollari ancora cinque volte il totale annuale di extra aiuti necessari per raggiungere tutti gli hobby Dini ti millennio su povertà Salute e educazione che sono pari a centocinquanta miliardi di dollari all'anno
E ancora si potrebbe sostenere per sette anni l'attuale lotta alla i DS finanziaria la lotta all'AIDS che viene a costare centoquattro miliardi di dollari all'anno anno fiscale due mila sette
Settecento miliardi di dollari sono anche sufficienti a sradicare tutta la povertà mondiale per circa due anni nell'una né di Peter il Fondo per lo sviluppo delle Nazioni Unite calcola infatti che ci vogliono trecento miliardi di dollari
Per portare l'intera popolazione mondiale al di sopra della soglia di un dollaro al giorno della linea di povertà che queste sono alcune suggerimenti utili e poi ci sono suggerimenti
Così simpatici nel senso che dall'altra parte quello che si può fare con settecento miliardari tonalità è solo un quarto del costo della guerra in Iraq
Che nelle stime diritti o se Stiglitz l'economista Joseph Stiglitz è arrivata a trenta miliardi di dollari
Ma anche settecento miliardi di dollari sono solo la metà della spesa militare globale annuale pari a mille trecentotrentanove miliardi di dollari questi conti che ha fatto Duncan Gravina per la l'istituto britannico Oxfam
Con quest'ultima segnalazione ci fermiamo l'appuntamento con la nostra rassegna a venerdì prossimo le sette mila cinque
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