La rassegna della stampa estera

Quel giorno gli scrutatori di Radio Radicale mercoledì diciannove novembre questo l'appuntamento con la rassegna della stampa internazionale a curarti David Carretta anche quest'oggi ci occuperemo a lungo della crisi economica dopo quella finanziaria partiremo
Dalle mondo un editoriale dal titolo corsa contro la crisi il quotidiano
Francese saluto al fare T-shirt del G venti che c'è stato nel
Fine settimana anzi a Washington lascia intendere che
Occorrono aiuti pubblici per risollevare le sorti dell'economia c'è un settore che messo particolarmente
Male quello dell'industria dell'Authority e nero al Motor sul colosso americano è sull'orlo del fallimento e chiede
Aiuti al congresso così come
Gli altri due colossi di di Troy dà anche l'Europa sembra sul punto di
Muoversi con prestiti d'urgenza al settore dell'auto sintetizzare molto Uto con lo fidiamo un'analisi pubblicata ieri il fallimento dell'automobile sarebbe
Disastroso per
Il quotidiano conservatore francese non la pensa così invece il Times quotidiano conservatore ma britannico
In un editoriale del dal titolo problemi automobilistici la nuova amministrazione americana deve resistere alle richieste di salvataggio con soldi pubblici gli aiuti infatti
Rischiano di dirottare risorse scarse di provocare rappresaglie commerciali
Ci occuperemo point
Della nuova amministrazione di Barack Obama in della
Sua possibile politica estera in particolare rispetto
Al all'Iran nel Medioriente leggeremo un'analisi Daniel veramente alle mondo secondo cui gli europei si trovano di fronte al paradosso iraniano con la futura Amministrazione Barack Obama perché perché potrebbero
Dimostrarsi più duri sulla questione
Della scorsa verso
Verso l'nucleare da parte di Teheran per il Financial Times o meglio per di Dionne Racman columnist quotidiano della City
La questione mediorientale non sarà una priorità di Barack Obama perché ci sono
Un
Ci sono altri problemi che il futuro Presidente deve affrontare a partire dall'economia antiamericane poi l'Iraq l'Afghanistan i cambiamenti climatici l'Iran
L'economia internazionale la Russia insomma il conflitto israelo palestinese sarà l'ultima cosa di cui si occuperà
Obama ma partiamo Dallan
Crisi economiche dall'editoriale di oggi dire mondo corsa contro la crisi il titolo
Scrive il quotidiano francese il mondo appena attraversato sessanta giorni che hanno scosso il pianeta finanziario
Ora entra in un nuovo periodo di sessanta giorni ad alto rischio quelli che ci separano dall'arrivo alla Casa Bianca del nuovo Presidente americano
Perché l'onda d'urto della crisi finanziaria non aspetterà l'entrata in funzione e in azione di Barack Obama per continuare a fare
Altri disastri molto seri molto pericolosi
La corsa contro la crisi in realtà appena cominciata lunedì sono stati i padroni delle più grandi imprese industriali europee riuniti a Istanbul
Che hanno giudicato la situazione estremamente pericolose chiesto i Governi nel vecchio continente un pacchetto di stimoli d'emergenza per sostenere la domanda
L'allarme non è minore dall'altra parte dell'Atlantico dove il mercato immobiliare è sinistrato
General Motors Ford e Chrysler un tempo fiore all'occhiello di automobile americana sono sull'orlo della bancarotta Wall Street continua a sopprimere decine di migliaia di posti di lavoro
Il primo ministro Stra gli hanno che rimarrà ad ha ben riassunto durante il vertice del G venti a Washington lo scorso fine settimana ciò che ciascuno costata ogni giorno finanziaria ieri la crisi è diventata economica oggi
E potrebbe diventare sociale domani se non politica tanto la credibilità dei
Principali leader mondiali emessa a dura prova
I leader mondiali però sono riusciti a superare due ostacoli finora in settembre-ottobre hanno quantomeno contenuto l'incendio finanziario se non sono riusciti a spegnerlo
A Washington nel fine settimana hanno mostrato la loro determinazione nel lavorare insieme per restaurare la crescita mondiale hanno tracciato le grandi linee di questa cooperazione fissato un'agenda di lavoro per riformare
I sistemi finanziari mondiali tutto resta da fare spiega le Monde mare impensabile fino a tre mesi fa di associare un'impresa di questo tipo di giganti
Il potenza che sono la Cina di India o il Brasile
Resta però ma la cosa più delicata restaurare la fiducia degli investitori anche dei consumatori senza
Cui il rilancio della crescita rimarrà solo una parola Avana queste quando settori interi dell'economia sono in pericolo con i posti di lavoro del potere d'acquisto sono minaccia attimi Paesi sviluppati quando la sopravvivenza dei Paesi più poveri in gioco l'urgenza eh assoluta salvo occorre il rischio di reazioni incontrollabili questo
L'avvertimento che chiude l'editoriale di le Monde
Che lascia un po'intendere
La suo favore rispetto
Al di interventi pubblici per tentare di
Risollevare le sorti dell'economia
C'è un settore particolarmente colpito è quello dell'industria dell'auto l'apertura di ieri dell'Herald Tribune i costruttori automobilistici americani chiedono ancora
Più aiuti i leader del settore lunedì sono andati al congresso implorare un salvataggio intanto General Motors colosso americano se perfino rivolto a Berlino per
Tentare di
Salvare la sua sussidiaria tedesca Opel Governo di Berlino anche adottato o meglio a ipotizzato non ancora adottato un prestito garanzia da un miliardo
Di euro per l'appunto per salvare Opel diffidiamo ieri in apertura titolava all'Europa preti e prepara un piano per rilanciare l'automobile con l'accelerazione della degradazione delle vendite di auto la Commissione europea vuole mettere
In opera un piano di sostegno per il settore
Piano di sostegno che viene reclamato dei principali leader europei gli aiuti potrebbero ammontare a decine di miliardi di euro perché
Il perché lo leggiamo su fidiamo sempre di ieri un'analisi dissi Phil pugliese il fallimento del settore dell'automobile sarebbe disastroso
La domanda iniziale questa si può lasciar morire l'industria dell'auto e la questione su cui
Si stanno spaccando le autorità americane General Motors numero uno americano ha annunciato che senza l'aiuto dello Stato si ritroverà in cessazione di pagamenti all'inizio dell'anno prossimo
Senza liquidità sostanzi i suoi dirigenti sono mobilitati per convincere Washington ad accordare un aiuto d'emergenza dopo un prestito di venticinque miliardi di dollari al tasso preferenziale votato dal Congresso
Al ritmo attuale anche gli altri due colossi di Detroit Ford e Chrysler saranno incapace di
Continuare a produrre automobili prima della fine del due mila e nove
La posta in gioco enorme secondo le figlio un fallimento di General Motors potrebbe provocare
Negli Stati Uniti la scomparsa di più di tre milioni di posti di lavoro direttamente legati al settore sarebbe una catastrofe ha detto il Presidente eletto Barack Obama
Che ritiene che questo settore sia la colonna vertebrale dell'industria americana e dunque a favore di un aiuto pubblico
Negli Stati Uniti come nel resto del mondo le difficoltà dei costruttori hanno ripercussioni considerevoli sul tessuto sociale ed economico
Non solo i giganti dell'autoimpiego non direttamente milioni di persone ma fanno vivere una miriadi di fornitori concessionari garantisti etc solo in Europa
Due virgola tre milioni di persone lavorano direttamente nel settore dell'auto in Francia una persone su dieci
è legata all'industria automobilistica insomma
Il rischio di fallimento di un costruttore tutto tranne che una
Questione un evento anodino se General Motors dovesse essere costretta a mettersi sotto la protezione del Chapter Eleven il capitolo undici che permette
Alle imprese in difficoltà di ristrutturarsi senza dover pagare i loro creditori
Se questo dovesse accadere la rischia di soffocare migliaia di fornitori ed è del resto lo scenario
Che il gigante di Detroit brandisce per tentare di ottenere fondi pubblici malgrado questo spiega ancora le figlia con la Casa Bianca si o più si oppone un piano di salvataggio per gli avversari di questa soluzione
General Motors sa dimostrato la sua incapacità di reggere sul mercato in Europa anche se la situazione finanziaria dei colossi dell'autonomia e così drammatica
Le cose si stanno degradando molto rapidamente con un meno quindici per cento di vendite lo scorso mese
Tutti ci mostrano preoccupati e tutti temono che la stretta sul credito
Blocchi ancora di più il settore come negli Stati Uniti crea difficoltà europee hanno cominciato
A ripercuotersi a cascata le politiche prime vittime sono i fornitori che perdono ordinativi ma mano che i costruttori
Interrompono la produzione nei prossimi mesi migliaia di piccole e medie imprese potrebbero trovarsi in una situazione critica ecco perché spiega
Verifichiamo i costruttori europei reclamano un prestito da quaranta miliardi di euro nessuno dubita che contrariamente loro rivali americani ed europei saprebbero farne buon uso così
Così la pensa fidiamo ma di avviso molto diverso diametralmente opposto è il Times quotidiano conservatore di Londra in un editoriale
Pubblicato ieri problemi automobilistici la nuova amministrazione americana deve resistere alle richieste di salvataggio pubblico perché perché gli aiuti rischiano di dirottare risorse scarse di provocare
Rappresaglia commerciali scrive
Il Times l'industria dell'auto americane in gravi difficoltà le venite in ottobre sono crollate al loro livello più basso dal novantuno i tre colossi General Motors Ford
Chrysler hanno registrato perdite enormi nell'ultimo quarto dell'anno e si stanno avvicinando la bancarotta
Una recessione profonda un credito bloccato un cambiamento nei gusti dei consumatori aspetto le autoritarie sportive su cui di margini di profitto erano molto alti
Tutto questo ha inflitto seri danni al settore le imprese automobilistiche stanno chiedendo aiuti
Al Governo Americano hanno implorato i leader del Congresso di concedere venticinque miliardi di prestito per fronteggiare la recessione e altri venticinque miliardi di dollari
Per
Finanziare gli schemi di sicurezza sanitaria dei loro impiegati e stanno
Trovando un'attenzione molto ricettiva nel fine settimana ricordo al Times Nancy Pelosi lo speaker dalla Camera il Presidente ho letto Barack Obama hanno entrambi espresso sostegno per un salvataggio pubblico
Il problema e che questo sarebbe un errore un errore enorme un salvataggio dell'industria dell'auto infatti un'idea terribile è un pessimo puri o per la risposta
Che la nuova amministrazione americana dovrà dare alle difficili alla difficile situazione economica il presunto precedente per un salvataggio del settore dell'auto e quello che ha coinvolto le banche prosegue il Times a un certo
Populismo potente cerca di paragonare il distinguo dei lavoratori di questi due settori banchieri sarebbero stati protetti dei costi di un fallimento di cui erano direttamente responsabili
Mentre i lavoratori di Detroit sarebbero vittime di forze economiche impersonali cioè della depressione della domanda globale
Ma questa analogia realtà è sbagliata il fallimento di un'impresa individuale anche se si tratta di un colosso può è infatti essere
Assorbita da un'economia di mercato
Il problema del sistema bancario invece era che le diverse istituto era ed è che le diverse istituzioni sono legate l'una all'altra attraverso il mercato
Dei prestiti interbancari in altre parole il fallimento di una sola banca può avere un effetto contato sull'intero settore
Quel che è in gioco nella crisi finanziaria non è l'esistenza
Di un particolare business o di una sola banca mal funzionamento dell'intera economia
La concessione del credito non è la stessa cosa rispetto alla produzione di un bene di consumo
Anche se un bene importante come le automobili la concessione del credito essenziale tutto il sistema e se questo servizio dovesse scomparire allora l'intera economia entrerebbe in una spirale di crescita negativa perdita di posti di lavoro e investimenti zero
La crisi finanziaria sì nata da errori di management da prestiti sconsiderati nel settore privato
Ma
Quanto meno salvataggio delle banche non è un sussidio folle dal punto di vista teorico i contribuenti tra l'altro possono guadagnarci
Per contro salvare l'industria dell'auto significherebbe riprendere quelle politiche industriali che sono fallite negli anni settanta
Sussidiari gli industriali per proteggere i posti di lavoro eh sì politicamente conveniente ma non funziona
Gli effetti economici
Sono in realtà di dirottare i capitali da settori e impresa più produttivi
E di provocare rappresaglie commerciali da parte di altri Paesi il pericolo per il Times il pericolo nel rispondere positivamente alle richieste del degli industriali dell'auto e che altre industrie chiedono aiuti per fronteggiare la recessione
Mentre la verità è che le industrie americani più di successo il PIL non va attive degli ultimi anni hanno operato senza sussidi pubblici e senza protezioni commerciali per esempio i settori dell'informatica delle telecomunicazioni dell'intrattenimento
Le auto americani invece non hanno
Attratto abbastanza clienti e quindi lascia intendere il Times meritano di fallire la nuova Amministrazione Obama dovrebbe ricordarsi di quel
Che il Governo britannico ha preso dall'esperienza passata il labour negli anni Settanta sostenuto l'industria automobilistica britannica quando British l'ai Länder si trovo di fronte a una crisi di liquidità
British dai Länder non ha fatto altro che aspirare continuamente risorse pubbliche e solo molto tempo dopo lei bora compreso che investire in un'industria e inutile se non c'è domanda per ciò che produce
Accordo Brown ha giustamente avvertito Obama di non introdurre politiche protezioniste che avrebbero come unico effetto di rafforzare la crisi
Questo però non è solo l'esempio di dirigismo economico che deve essere scrupolosamente evitato così così il Times nel suo
Editoriale di ieri a proposito di Barack
Obama continua il dibattito soprattutto in Europa su quale sarà la sua
La politica
Estera le mondo oggi
Pubblica un'analisi di Daniel Vernet gli europei Barack Obama il paradosso iraniano il titolo quale questo paradosso cerchiamo di capirlo nel loro desiderio legittimo di non lasciarsi imporre nulla nei primi contatti con la nuova amministrazione americana gli europei vivono un paradosso Bernard Kouchner ministro
Degli esteri francese la scorsa settimana Washington esposto quella che ha definito la scatola degli attrezzi che ventisette propongono Obama quel che l'Unione europea può offrire quel catene dagli Stati Uniti e quello che possiamo realizzare insieme
In questa scatola degli attrezzi si trova un po'di tutto proposte e cosa più sorprendente avvertimenti in particolare a proposito dell'Iran
E in questo che si capisce che i tempi sono cambiati scrive le Monde non siamo più nelle era musica l'era dei sospetti
Dagli Stati Uniti gli europei non temono più un'attitudine troppo rigida se mai
Temono un'attitudine troppo conciliante da parte di Barack Obama idee di idee di Obama a proposito di un dialogo senza condizione con Teheran
Preoccupano l'Unione europea perché c'è un rischio per la strategia che gli stessi europea hanno applicato da cinque anni a questa parte riassumendo europei sono pronti a negoziare con i dirigenti iraniani ad aiutarli a costruire un'industria nucleare civile a condizioni che
Annullino fermino o semplicemente sospendano le attività di arricchimento dell'uranio
Che alimentano i sospetti di ambizioni militari in caso di rifiuto il Consiglio di sicurezza dell'ONU
è incaricato di imporre sanzioni al regime dei Mullah cosa che è stata fatta con l'assenso reticente
Cecina
Un doppio timore era all'origine di questo dialogo europeo e cioè che l'Iran diventasse una potenza nucleare che gli Stati Uniti rispondessero a questa minaccia comoda come avevano fatto con l'Iraq
Al fine di scongiurare questa doppia catastrofe gli europei si sono lanciati in una maratona diplomatica con gli iraniani
Di cui però oggi nessuno vede l'uscita Kushner riconosce che il doppio approccio negoziati sanzioni finora non è stato coronato da successo ma aggiunge che non è fallito
Gli europei hanno sempre pensato che una delle condizioni essenziali per il successo implicazione nel negoziato degli americani
Che però non hanno relazioni diplomatiche con l'Iran da tre decenni
E gli Stati Uniti ex responsabili politici chiedono che oscilla rinunce
All'idea di un cambio di regime con la forza in Iran e riconosca ruolo di questo Paese in Medioriente dall'Iraq e la Palestina passando per il Libano e quello che viene definito il Gran Bar game grande baratto va brucia lungo rifiutato di parlare
Con l'Iran è così gli Stati Uniti si sono interessati l'iniziativa europea troppo poco troppo tardi ma ecco che nel momento in cui Obama sembra disposto impegnarsi gli europei sono in allerta
Negoziare va bene dice Kushner ma tutto dipende da come e quando questa carta sarà giocata Washington Pupo contribuire a far uscire dall'in passato duale oppure rischia di rovinare il processo del doppio approccio
Per cucinare il dialogo deve avere un senso
E gli europei sono ben piazzati per sapere che gli iraniani sono bravissimi nell'arte di guadagnare tempo senza concedere nulla
Per Kushner niente indica che il Presidente eletto Barack Obama il suo entourage
Ne siano altrettanto coscienti così così
Le Monde per chiudere un'altra analisi sulla politica estera
Di Barack Obama quella che verrà di devono Racman sul Financial Times
Di ieri
Divideva è leader mondiale tra quelli che vogliono affrontare i problemi del Medio Oriente dall'Iraq al conflitto israelo-palestinese all'Iran da tutti insieme
Perché tutti i problemi alla fine sono legati questa è la teoria di molti
In molti europei e poi ci sono in lire perché mi ci vogliono
Affrontare una problema la volta
E secondo Racman Obama sarà costretto a questa seconda ipotesi
Lo stato dell'economia americana occuperà gran parte del suo tempo quando guarderà la politica estera il il problema del conflitto israelo-palestinese che visto da molti come l'origine in tutte le crisi mediorientali
Sarà nella parte bassa della lista delle priorità di Obama dietro in ordine di urgenza l'Iraq Afghanistan ai cambiamenti climatici all'Iran alle convinta nazionale e alla Russia Obama vedrà la questione del nucleare iraniano come troppo importante per aspettare progressi sull'altra questione israelo-palestinese
Il ritiro dall'Iraq una promessa centrale della sua amministrazione indipendentemente da quel che accadrà in Israele
Insomma probabilmente Obama metterà la questione israelo-palestinese nel congelatore perché ci sono troppe priorità che richiedono la sua attenzione un po'come fece
Bill Clinton nella
Equal durante quasi tutto il suo mandato ci fermiamo qui e David Carretta una buona giornata l'ascolto di Radio Radicale