Intervista a Cecilia D'Elia sul suo libro dal titolo: "L'aborto e la responsabilità. Le donne, la legge e il contrattacco maschile"

Radio Radicale un saluto da Monica Soldano oggi parleremo di un libro un libro appena uscito che dà un titolo che diciamo
Sempre e comunque attuale il titolare l'aborto e la responsabilità
Le donne la legge il contrattacco maschile editore e DS e l'autrice Cecilia D'Elia
Che si definisce una filosofa femminista attualmente in carica come Assessore alle Politiche culturali della Provincia di Roma buongiorno Assessore buongiorno volevo però fare una precisazione io dico solo di altre laureata in
Non mi definisco file otto
E questa comunque abbiamo detto per ricordare un po'alla formativi ordinario in materia quella profilo famiglia ebrea troppo in là
Bene comunque questo libro che diciamo un tascabile quindi molto dire agile portarselo
Anche dietro per una lettura è davvero comodo ma nello stesso tempo ha dei contenuti veramente
Importanti e profondi Giovanni Berlinguer l'altro giorno alla presentazione che c'è stato proprio la Provincia di Roma diceva questo è un libro importante ricordiamo che Giovanni Berlinguer è stato relatore della legge centonovantaquattro
I del settantotto quindi sicuramente
Attrezzato molte cose di questo libro di il libro articolato più o meno in quattro capitoli due più storici che
Mi ricorda no quello che fu il dibattito prima e durante la fase parlamentare sul sull'aborto e quindi successivamente sulla legge
La centonovantaquattro
Però apre anche un ponte verso una riflessione futura
Infatti c'è anche un un capitolo l'ultimo di cui parleremo poi con l'autrice che si intitola un equilibrio instabile dall'aborto alla procreazione assistita e ritorno
Ma insomma Assessore D'Elia qualche quali sono secondo lei le chiavi per poter leggere questo libro così profondo
Beh intanto io ho voluto ricostruire un po'il dibattito sia quello che ha portato all'approvazione della legge e a quello che cercato voi in questi anni in Italia da quando la legge è stata approvata ormai sono passati trent'anni
Però l'ho voluto fare con una chiave di lettura particolare che secondo me quindi sempre poco valorizzata e cioè quella della riflessione delle donne
Perché io penso che questa legge è stata posta limpide perché attorno ad essa si è costruito un grande movimento che è un grande una grande dibattito tra le donne di questo Paese e e questa legge c'è ancora perché ogni volta che hanno provato a toglierla non solo per passata attraverso
I referendum mai stata differita
Per l'ultima volta proprio all'inizio di quest'anno quando c'è stata l'istruzione delle forze della Polizia nell'ospedale di Napoli insomma il libro nasce anche da una mia insofferente lo dichiara in termini la
Per il modo in cui si discute di aborto in questo Paese come che le donne non avessero detto nulla di significativo
E quindi ricostruisce proprio anche le diverse posizioni da parte storica gli anni Settanta le mail libri l'Unione dagli italiani collettivi femministi femminismo perché impegnato per la legge quello che invece che pensava che fosse un altro lavoro da fare il femminismo
Impegnato nel per l'autogestione dell'aborto comma è un po'cioè questo tratto di anche di ricostruzione anche nel dibattito successivo
Ora lei dice nel libro che appunto la legge centonovantaquattro affido ad un soggetto debole la donna il riconoscimento di un diritto di un diritto può alla fine un diritto di salute più che di libertà
Quindi una sorta di percorso di libertà incompiuto secondo lei
Tariffa questo le donne hanno riflettuto sull'aborto perché R riflettevano sulla fisso a vita suo perno su che cosa erano note solita gettato dentro
Una una parete di coscienza femminile su che rifletteva sulla propria eliminazione
E quindi anche la la la possibilità di scegliere che quando diventare madre perché ci dobbiamo ricordare che la contraccezione fino all'inizio degli anni Settanta era proibita c'era tutto un altro scenario quello di cui stiamo parlando
E nella legge alla fine la legge poi idee perché c'è un
C'è una sentenza molto importante della Corte costituzionale dei settantacinque che dice che non si può equiparare
Il diritto alla vita di chi è già aperto ora no con quello di chi personale ancora di diventare inc
E quindi la legge
Quando muovendosi dall'impianto di questa sentenza sostanzialmente far decidere alla donna
Ecco proseguire o meno una maternità sulla base del suo diritto alla salute comma un'accezione larga di salute non salute psicofisica
Quindi diciamo
Non è dal e più una donna in stato di necessità no e anche in stato di debolezza teniamo presente che veniamo da dalla clandestinità da una condizioni
Ma cresca nelle donne vivevano prima nella centonovantaquattro perché gli aborti sono sempre stati queste l'altra cosa da ricordare
E la diciamo con la riflessione delle donne che inizia ogni battito pubblico su una realtà rimosse
Quindi che non è la legge alla fine
E avvinto diciamo sulle resistente
Perché prenderà atto di una situazione quello che la legge non riesce a riconoscere popolari contabilità femminile fino in fondo e perché proprio discorso giuridico che secondo me non ce la fa perché poi per il resto la centonovantaquattro è una buona legge l'ha dimostrato in questi
Trent'anni però a partire dalla legge che è persona riflessione delle donne sul diritto
Sull'etica c'è stato lo snodo molto importante della vicenda anche nella
Nella culturale femminista
Ora lei dice in questo libro che bisognerebbe tornare a parlare di aborto più che di legge centonovantaquattro
E forse ripartire un po'dall'esperienza più che dal conflitto che poi la traduzione giuridica che ha creato in qualche modo la contrapposizione tra concepito i madre
Età corpo della donna e e vita nascente
Quindi rispetto al all'aborto qual è la sua riflessione anche come politico ma io
L'IVA lo ripeto perché io diciamo fattaccio libero che fa parlare anche molto gli altri no quindi le posizioni delle donne anche di alcuni
Uomini giuristi ma secondo me importanti come cadrebbe Quito tutta ferraioli chi si sono interrogati su questo
Io penso
Che la legge ci sono degli ambiti in quella legge rischia di essere troppo invasiva e di non riuscire a dar conto delle relazioni tecniche talora per esempio tra la madre
E il il tetto e a che cosa fare da ed a misurare la vita c'è la vita in fondo è una relazione fidate entro una relazione non può essere un fatto meramente biologico
Invece il discorso e quel che la cosa che provo a far vedere anche attraverso
La rilettura di alcuni attenti della Chiesa cattolica delle encicliche degli spot sulla vita nascente cioè il discorso è molto spostato il discorso pubblico
Su lo sulla la la la dimensione biologica il problema dei diritti del feto
E quindi io proprio per diciamo temo che noi ebrei ragioniamo solo a partire da questo perdiamo l'intento dell'esperienza della vita e anche della maternità e della paternità
E l'ho visto all'opera nella nella discussione sulla legge quaranta
Che l'altra cosa di cui io parlo alla fine dice
è un'occasione persa di dibattito quella dei referendum con l'accetta nelle intenzioni primo ma anche che visto che preminente ormai nella discussione sulla vita e
Con ipotetico soggetto già titolari di diritti che l'embrione
E questo vale anche però nell'esperienza della vita delle donne che oggi attraverso le nuove tecniche l'ecografia fatta precocemente c'è
Rischiano di avere uno sguardo molto il perno al proprio corpo al proprio e infine c'è non perché io contesti progressi della medicina anche che ci fanno
Vivere meglio farlo voi insomma portare avanti meglio le gravidanze però che non c'è uno sguardo critico delle donne e negli anni settanta accettato anche sulla medicina ci affidiamo solo al discorso scientifico perché come per diamo
Proprio attento delle di un'esperienza non può essere
Solo questo aggiornare di maternità di aborto di fecondazione Cetrone un modo sbagliato di ragionare
Sul piano simbolico e rispetto alla procreazione assistita le fa una riflessione proprio dicendo che le tecnologie riproduttive in qualche modo hanno rappresentato una simmetria tra i due sessi che cancella la differenza rispetto poi alla maternità
Quindi
Questo sempre in una lettura
Che diceva che manca che forse ho portata persa che quella un po'della sessualità e della differenza
Dell'esperienza del corpo della donna
Io devo dire ora come poi
Purtroppo continuamente cigni Italia una leggenda epigrafe autoritaria questi temi magari capisco che può sembrare prioritario
Fare in modo che queste leggi cambi
E e quindi su questo non giustamente citiamo alleate dentro una legge che autorità neanche nei confronti dei medici non entra nello specifico di come devono
Muoversi mentre la centonovantaquattro lo era molto meno lasciamo molto spazio all'autodeterminazione che ha detto i singoli che al fatto che
Finanziate il punto si può fare l'aborto terapeutico
Io insomma la cosa che temo e che non c'è una ricognizione complessiva delle
In questo caso delle donne ma anche degli uomini su che cosa è per loro la paternità e la sessualità
E ci affidiamo solo al discorso
Scientifico all'e alle tecnologie
Noi dimentichiamo i soggetti e che come le tecnologie per detta nei vari momenti cerchiati Garimberti i vari pezzi del corpo che i vari momenti cioè fecondazione di estrazione e parto
Rischiamo di produrre appunto delle
Delle simmetrie che in realtà non esistono sia perché il corpo lì che viene
Fortemente coinvolto il quello femminile
Perché non è indifferente la relazione che esista una tra la madre detto non c'è perché non sono presenti chi non è una catena di montaggio equestre
E quindi dietro il tutto avviene dentro un soggetto cioè non è una cosa non è una così indifferente questo quindi che con nome anche della fecondazione noi avremmo dovuto parlare di più anche il quinto io sono stata una che ha raccolto le firme non
Tagliata sul primo referendum mi sono impegnata tantissimo
Però ecco far perché avessimo avuto un'elaborazione più forte anche noi tra anche far capire meglio alle persone qual era la posta in gioco perché la posta in gioco il fatto che le persone possono scegliere
Anche su questa legge la posta in gioco Querin questa possono
Il CDR quando diventare in palio madri possono no possono decidere far parte della loro vita ecco io ma un po'su questo ci sarebbe da aprire una discussione che gran parte sono dalle norme ma parte dall'esperienza
E c'è qualcosa sicuramente secondo lei chi accumula quindi la centonovantaquattro la legge quaranta c'è la centonovantaquattro bisogna superare il tabù che qualcuno in questo caso la donna potesse invitare
A una ditta potenziale di nascere la legge quaranta affidata invece questa possibilità di generare al di là della natura
Appunto a questa triade la donna l'uomo i medico
E Intini entrambe hanno trovato ostacoli sia da parte della Chiesa del Vaticano ma insomma e come se prestato dentisti e quindi azione di cui lei parlava e questa libertà fossero davvero viste come
Un atto sacrilego comunque Came qualcosa davvero di cui avere paura
Sì c'è il problema qual è che oggi la scienza è la medicina capi consentano di fare colte molto importanti alcune anche discutibili no
Dove doverlo troviamo noi il limite nella legge Terna le persone per cui significa anche che riduciamo la vita altre no tutti a solo i suoi principi biologici e non e non mettiamo in gioco i soggetti o nella responsabilità delle persone
Io penso che noi dobbiamo investire sulla responsabilità delle persone che fanno dati dei limiti cioè quando le donne decidono di abortire non lo fanno con leggerezza c'è quando ci si prende una libertà citi tre neanche una responsabilità a me mi sembra che
CTA né lei né anche nel discorso che in questo momento su questi temi farà Chiesa cattolica
Una
Carta lo scarso riconoscimento della responsabilità delle persone e anche per la loro dimensione etica per cui
Alla fine io uso un po'molti cattolici di fare un discorso materialista di materialismo biologico Roma realista su questi
Su questi temi perché io invece penso che più importante che una società Sighieri strumenti per elaborare insieme un discorso pubblico su queste grandi questioni che attraversa il nostro tempo che
Oggi non sono più sonora
La vicenda dell'aborto ma sono alcune scelte che prendiamo appunto sia sull'origine della vita che sulla fine
E bisogna che gli elaboriamo collettivamente citiamo come dire appunto ne facciamo oggetto di un discorso pubblico ma non è ideologico di contrapposizione
E e investiamo sulla responsabilità delle persone e la la la la pietà anche nell'intervento
Bene vi questo libro tra l'altro parte con una dedica particolare a Giglia Tedesco me come mai vogliamo ricordare questa
Intanto perché o io ho avuto la fortuna di conoscerle parlamentare una grande protagonista
Nella politica delle donne non solo della sinistra in questo Paese
E e poi lei farà anche relatrice della legge e tra l'altro allora contro la legge è stata possibile anche perché un c'è una certa cultura politica cioè di un cattolicesimo democratico fece una mediazione nelle
Nelle aule parlamentari Raniero la Valle insomma avuto dei protagonisti molto importanti e poi Giglia Tedesco era una donna delle istituzioni perché cara vicepresidente Senato molto attenta a quello che si muoveva fuori e lo diceva il tempo tre
Che rafforza anche che le donne avevano lì dentro
Veniva dal rapporto che sapevano avere con la dalle donne della società insomma io penso di aver imparato
Molte cose da lei non sussistono poi in grado di replicare nel mio lavoro politico però insomma è una donna che a me è andato molto
Soprattutto io trovo molto importante per me
Oggi riconoscermi in un percorso collettivo e non sinergia femminile è un po'è infatti il questo libro lo facciamo anche per riconoscere i debiti che che come generazioni no
Bene allora davvero grazie Assessore Cecilia D'Elia Lamghali guardiamo appunto il titolo del libro l'aborto e la responsabilità le donne la legge il contrattacco maschile