Le difficoltà nell'approvazione del Trattato di Lisbona e la mancanza di leadership nell'Unione Europea: intervista a Mario Mauro

Mario Mauro vicepresidente del parlamento europeo iscritto al gruppo dell'ATP e per la componente del Popolo della Libertà con lui vogliamo parlare della crisi economica ma non solo anche di questa nuova crisi europea
Il
Primo Ministro ceco mila Topolanek che è stato sfiduciato dal suo Parlamento lo il presidente di turno dell'unione
Europea che cosa significa questa
Questa caduta del Governo cerco in questo momento di crisi economica durante la Presidenza dell'Unione
Mi auguro che per le istituzioni europee diciamo l'effetto sia
Contenuto sembra che questa intenzione traspaia anche
Dai toni ed al contenuto dell'intervento Topolanek ieri al Parlamento europeo
Evidentemente Presidente Topolanek non ha nascosto la tesi portata la soluzione per il suo Paese in questo momento
A reso esplicito il fatto che nel presentare le dimissioni al Capo dello Stato
Si sarebbe comunque appellato all'opposizione perché
Senso di responsabilità
Governi quanto meno questo passaggio istituzionale così delicato per la Repubblica Ceca
Con un Presidente di Commissione in fine mandato Parlamento che sta che sto finendo la sua legislatura è questo
Diciamo un presidenza di turno dell'Unione Europea sfido sfiduciata del suo Parlamento non c'è il rischio di una mancanza di leadership di una crisi di leadership dell'Unione europea onestamente e di
Mancanza di leadership
Bisogna parlare più che di crisi di leadership perché
Vorremmo
Non ricordo
Diciamo in tempi recenti una leadership che si possa considerare entrato in crisi che oggi
La verità è che una delle difficoltà
Di questi ultimi anni
Delle istituzioni europee proprio la leadership che non è tanto o solamente una persona
In grado di evocare
Chissà quali scenari
Auspicabile quanto piuttosto l'avere consapevolezza da parte di chi è protagonista in queste istituzioni dello scopo tre queste istituzioni
Voglio essere chiaro se lo scenario europeo e gestito
Con l'intento di portare ognuno legittimamente a casa meglio per il proprio Paese
Il problema potremmo inquadrarlo in questi termini l'Europa conta
Che ognuno dei paesi si chiede quanto Lutz conta Europa
In questo modo la coperta è sempre troppo corta e non si arriva da nessuna parte
Invece forse bisognerebbe capire che
Chiedersi quanto noi contiamo in Europa vuol dire più che altro capire che visione noi abbiamo dell'Europa
E quanto quinti la visione che abbiamo di queste istituzioni possa influenzare il processo dell'integrazione
Quel che voglio dire che la leadership e quella che in anni ormai lontani è stata manifestata non tanto da singoli CDR male sente da paesi interi e per
Che
Ci si è legati negli anni
Al luogo comune ma vero per cui l'Italia era Paese forse più europeista perché etc una visione dell'Europa
Non tanto una visione degli interessi italiani in Europa
Perché in quel senso abbiamo magari peccato in un poco
Ma proprio una visione dell'Europa c'è un sapere a cosa serve l'Europa che l'Europa quell'unico patrimonio che abbiamo a disposizione per essere capaci di mettere tutto il testo di cui sono portatori di istituzioni sulla stessa mattonella l'interesse dei cittadini è questo che io chiamo in mancanza di leadership
Più ci sarà una visione europea
Reale
E più inevitabilmente potremo venir fuori dal guado avendo la forza di fare anche un'altra cosa che mi sembra molto importante
Di capire che non è da una sterile contrapposizione tra le soluzioni proposte da questa parte da quell'altra parte dell'Atlantico
Che può venire una sorta di spareggio nell'interesse dei Pop
Ma invece il problema è proprio poter leggere in una chiave di armonia quanto le due realtà che lo ricordo producono
Il settantacinque per cento degli investimenti che si fanno al mondo sono in grado di offrire per una soluzione globale dei problemi Giacco allora questo vertice del G venti e dovrebbe
Quanto meno tentare di unire la comunità internazionale per far uscire mondo dalla crisi economica e finanziaria
Vieri Topolanek che ha usato parole molto dure nei confronti della politica economica dei progetti di ripresa di Obama ha detto e la via verso
L'inferno cosa mettere so che c'è già questa mattina c'è tutto un dibattito sulla traduzione questi passaggi chiave però
Rimane il fatto e non l'ho nascosto ad esempio nel mio intervento ieri durante il dibattito
Che se a Washington la pensano in un modo Bruxelles esprime comunque
Dei pareri che non vanno considerati diametralmente opposti ma sicuramente indicano un'altra strada
Allora torno a ribadire se il problema è
Dar vita a un articolato dibattito stabilire quale sia la soluzione migliore non andremo da nessuna parte
è evidente che in questo momento
Si tratta di mettere a fuoco
In virtù di una visione europea
Che allo stato mi sembra carente
In virtù di una visione europea
Quale possa essere il creato di integrazione tra i piani offerti e pensate dagli uni e dagli altri
Ricordo a tutti che ad esempio Banca
Centrale cinese ha pubblicato in questi giorni un rapporto in cui
Vede il pericolo
Per lo sviluppo dell'economia al fatto di maniere tutti ancorati su scala mondiale
Ad una moneta e il dollaro comunque dipende da politiche unilaterali
E per l'appunto di questo
Si può parlare qual è l'adesione all'Europa su questo argomento Bretton Woods è solo un richiamo retorico dobbiamo tornare a porsi il problema di
A rinegoziare prima ancora di rinegoziare regole di dettaglio che riguardano le impalcature finanziarie uno scenario generale nel quale il tema della crescita possa essere ripreso
Penso che questo faccia parte di questa audizione visione europea che non è patrimonio esclusivo dell'un Paese o dell'altra meno ancora dell'uno leader nazionale o dell'altro
Quanto piuttosto per recuperare il senso e chiedersi quindi a cosa servono questi istituzione c'è perché c'è l'Europa questure il cuore della vicenda altrimenti ci dovremmo parlare anche in avvicinamento delle campagne elettorali
Delle istituzioni europee per quello che non fanno per quello che non hanno per quello che non sono capaci di dire e non per la possibilità che possano mettere a disposizione dei popoli europei
L'ultima domanda se permette tornando la crisi diciamo della presidenza ceca qualcuno ieri ha sottolineato i pericoli per la ratifica del Trattato di Lisbona da parte di Praga
Repubblica Ceca non è questo il solo Paese a non aver ratificato c'è anche
Chiamando veemente che deve rivotare la Polonia Presidente che ci scrivono ancora firmato e poi la Germania Trattato di Lisbona davanti alla
Corte Costituzionale diciamo fresca
C'è un rischio per il Trattato di Lisbona
Ma più criteri credo il Trattato di Lisbona
Starei quasi per dire che
Il rischio approvarlo in che senso
Nel senso che in questo momento c'è uno stallo che è configurato da decisioni in parte già assunte il referendum irlandese
In parte consolidate da ripetute dichiarazioni che comunque anche il presidente ceco
Non il Presidente del Consiglio presidente la Repubblica Ceca ha fatto anche nell'Aula
Di Strasburgo ci sono gli sforzi questo è vero
Delle istituzioni europee in questo caso
Significativi
Per arrivare a un risultato utile ma torno a ripeterlo anche nell'ottica
Degli interessi di questi Paesi che esprimono un giudizio legittime perché nasce dal consenso di tutti i popoli
Bisogna far capire a cosa serve l'euro
Perché
Quel passaggio Lisbona ci è indispensabile per passare da uno stadio di dichiarazioni al uno stadio di operatività decisionale che è esattamente quello che gli europei chiedono
Per poter risolvere dei problemi che da soli Paesi non sono più in grado di affrontare
Quale Paese europeo è in grado di affrontare il tema dell'immigrazione
Quale Paese europeo è in grado di affrontare da solo il tema della crisi economica quale Paese europeo è in grado di affrontare da solo
Il tema di una politica estera che sia non semplicemente la difesa dell'orto di casa
Ma il contributo uno scenario di pace globale se a un cittadino europeo si chiarisce questo si rende più plausibile accettare un passaggio che implica effettivamente cessione di sovranità come tratta pubblico
Grazie a Mario Mauro