Tra gli argomenti discussi: Afghanistan, Esteri, Obama, Oppio, Rassegna Stampa, Usa.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 20 minuti.
Rubrica
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corrispondente di Radio Radicale dal Parlamento Europeo
Buongiorno gli ascoltatori di Radio Radicale giovedì trenta aprile questo l'appuntamento con la rassegna stampa internazionale a cura di David Carretta l'edizione di oggi sarà ampiamente dedicata ai primi cento giorni di Barack Obama alla Casa Bianca
Riproporremo una serie di commenti a partire
Per editoriale del New York Times ripubblicato oggi dall'International Herald Tribune molto elogiativo nei confronti del
Presidente anche americano lo contrapporre ma in qualche modo al commento del Wall Street Journal che parla di ora liberale ed è critico nei confronti di Obama
E l'oggettiva invece la stampa europea per il Gargano è un buon inizio per
Le Monde Obama incarna una nuova fiducia nell'America però Le Monde avverte che i primi cento giorni sono solo le premesse se vuole lasciare
Un vero segno Obama deve incarnare una rottura all'altezza delle speranze che ha
Sollevato
Ci occuperemo anche di un altro tema l'Afghanistan l'Herald Tribune oggi pubblica un articolo sugli Stati Uniti che dichiarano guerra ai papaveri per contrastare i talebani all'oppio
I vertici militari americani hanno un piano per colpire la principale fonte di finanziamento dei talebani
Piano che prevede il raddoppio dei militari in tre Province del Sud un piano che però può essere controproducente avverte l'Herald Tribune leggeremo il perché ma cominciamo
Per i cento giorni di Obama sui giornali di ieri come su quelli di oggi potete trovare
Diversi articoli alcuni pubblicano sondaggi per esempio il Wall Street Journal Europe ieri la popolarità di Obama
Rimane
Alta al tasso di approvazione del Presidente americano è più alto dei suoi due predecessori al sessantuno per cento contro il cinquantasei per cento di Bush
Durante il primo mandato il cinquantadue per cento di Clinton ma questo sondaggio del Wall Street Journal evidenzia anche che aumentano le preoccupazione degli americani sull'agenda politica di Obama in particolare
Il l'aumento del deficit che imporrà nuove tasse in in futuro e poi
Un'altra segnalazione tra le tante
Libération ieri pubblicava una corrispondenza da New York sulla sinistra americana che soffre in silenzio i progressisti
Faticano a criticare un presidente protetto dalla sua popolarità con Bush era facile il nemico era identificato
Con Obama oggi è molto più complicato noi però vogliamo soffermarci sui sui commenta di partiamo da
Per l'editoriale di un quotidiano che ha sostenuto Obama durante tutta la sua campagna elettorale in questi primi
Cento giorni di New York Times di ieri Tito reale lo potete leggere oggi anche sull'Herald Tribune cento il titolo
E non sono i giorni ma le crisi che vengono in mente quando pensiamo al numero cento e alla presidenza di Barack Obama scrive il New York Times la lista dei fallimenti politici delle minacce urgenti ereditate dalla Presidenza Busco Trebbia Rivara quella cifra
Nelle sue prime quattordici settimane due giorni il Presidente Obama ha avuto un inizio forte affrontato lo molte delle questioni più critiche
Sta cercando di ricostruire alla reputazione americana con la sua promessa di chiudere Guantanamo con la sua offerta di dialogo Iran e Siria e con la sua stretta di mano il presidente venezuelano Hugo Chávez
Obama Terrigno al Times non ha permesso che una recessione una di quelle che si vivono solo una volta in quattro generazioni
Potesse minare le sue ambizioni politiche ha avuto ragione nel dire che non può esserci una ripresa economica duratura
Se il Paese non riformerà al suo sistema sanitario e non affronterà al pericolo del cambiamento climatico globale il Governo il suo Governo sta promuovendo i diritti riproduttivi delle donne sta restaurando la regolazione
Sull'acqua e sulla sicurezza alimentare ha promesso di affrontare la riforma dell'immigrazione quest'anno
Obama l'America hanno ancora una lunga strada davanti a loro precisarglielo Times l'avanzata dei talebani in Afghanistan e Pakistan ci ricordano del perché la Casa Bianca deve attuare una rapida uscita dall'Iraq per potersi concentrare
Sul vero fronte della guerra contro il terrorismo i recenti attacchi in Iraq ci ricordano quanto questo Paese si allontanano dalla riconciliazione politica e quanto deve ancora essere fatto per un'uscita
Ordinata dall'Iraq l'Herald Tribune evidenzia alcuni elementi di scetticismo per esempio
è scettico sul fatto che il piano di salvataggio delle banche non sia abbastanza aggressivo per allontanare dalla baratro agli istituti che sono sull'orlo dell'insolvenza o per proteggere gli investimenti dei contribuenti
Il mio al Times anche critico dell'o di Obama una Commissione di verità sui metodi utilizzati dalla CIA negli interrogatori dei sospetti terroristi questi però sono tempi difficili e Obama sembra aver risollevato lo spirito di un Paese diviso spaventato
L'ultimo sondaggio del mio al Times il settantadue per cento degli americani dice di essere ottimista sui prossimi quattro anni
E riconosce che alcuni problemi potrebbero essere troppo difficili per essere risolti durante la Presidenza Obama
Il New York Times fa poi una sintesi delle sfide che ha di fronte al Presidente americano a livello mondiale c'è la questione irachena i conflitti in Afghanistan e Pakistan la pace israelo palestinese rapporti con la Russia
Sul fronte economico finora Obama è stato troppo timido ogni ortensie mi dà un maggior ruolo del Governo nell'economia
Nonostante ci sia stata l'adozione di un enorme pacchetto di stimoli e un deficit
Che sta esplodendo
C'è poi la questione delle libertà civili a partire dalla tortura della CIA cioè io sono l'ambiente l'energia la riforma della sanità della scuola
Su cui Obama rischia di incontrare tra l'altro l'opposizione del Congresso democratico detto tutto questo durante la campagna elettorale l'allora senatore Obama aveva dichiarato che il Governo non può risolvere tutti i nostri problemi
Ma che deve risolvere i problemi che non possiamo affrontare da soli nei suoi primo cento giorni il Presidente Obama ha iniziato dimostrare agli americani esattamente ciò che voleva direi più Governo insomma più Stato
E contro il più Stato di Obama si schiera al Wall Street Journal con un editoriale dal titolo l'ora Liberal scrive questo giornale dice ENI
è spesso critico del Presidente Obama ma su una cosa l'ex vice Presidente di bus deve essere almeno invidioso il solo cento giorni
Obama ha smesso di criticare la Presidenza imperiale perché e di nuovo l'ora Liberal nella politica americana
E la classe politica e media vedono l'attivismo del l'attivismo di Obama l'attivismo al Governo come un as sette nazionale insomma anche quella di Obama per il gusto di giornale una Presidenza imperiale ma in un altro senso rispetto
A Bush
Anche se siamo in disaccordo con gran parte dell'agenda Obama questa svolta i suoi benefici i suoi vantaggi
Un elettorato preoccupato vuole sentirsi rassicurato sul Paese dopo
Le dispute degli anni in bus e la fiducia in se stesso di Obama risollevato il morale dell'opinione pubblica americana Obama piace sembra aperto gli argomenti degli altri anche se in realtà non è così
Per quanto di vantato comandante in capo il dibattito sulla guerra ha perso l'animosità partigiana e ora sarà Obama responsabile del successo del fallimento in Iraq come in Afghanistan
Rimborso di Germaine riconosce che su entrambi i fronti il Presidente ha preso decisioni responsabili abbiamo i nostri dubbi sulla fede di Obama
Nella diplomazia con i nemici media dialogo con i nemici ma anche in questo ci sono dei vantaggi quando Kim Jong il violò le sue promesse nucleari cacciò gli ispettori dell'ONU dalla Corea del Nord nel due mila e due
I democratici dietro la colpa al Presidente Bush ora che chi mi sta facendo esattamente la stessa cosa nonostante la mano tesa di Obama sappiamo che non era colpa di Bush
Teniamo scrive poi Wall Street Journal che gli amoreggia menti di Obama con l'Iran Siria e altri Stati canaglia alla fine portino alla stessa conclusione
Possiamo solo sperare che il Presidente ne tragga le conclusioni prima che
L'Iran ottenga la bomba nucleare è ancora troppo presto per sapere se Obama si
Rivelerà un internazionalista liberale un po'come Toni Blair o un globali Istana if alla come come Jimi Carter
Sul fronte interno però non ci possono essere più dubbi secondo il Wall Street Journal Obama Padova il linguaggio del pragmatismo ma il suo programma rivela un uomo della sinistra
è chiaro che Obama vede la crisi finanziaria e le maggioranze liberato dal Congresso come una rara opportunità per fare avanzare il potere dello Stato nella vita americana
I soli due momenti che si possono paragonare alla situazione politica attuale sono il mille novecentosessantacinque che ci sta ci consegnò la Great Society e il mille novecento trentatré che porto al new deal
Gli obiettivi di Obama sono quanto meno ambiziosi riprendere la marcia verso l'UE alza State europeo
Che era stata fermata da quella che i Democratici chiamano la deviazione Reagan
Il suo metodo principale di fare del Governo federale il garante della sicurezza della classe media Obama vuole rendere il diritto l'università per tutti indipendentemente dei costi vuole una sanità pubblica per tutti anche se il trilione di dollari necessario
Per questo progetto sarà approvato con un solo voto di maggioranza
E vuole tassare le emissioni di anidride carbonica punendo la prima punendo la principale fonte di energia per gli Stati Uniti tra l'altro vuole anche sistemare il sistema finanziario governare l'industria dell'auto costruire una rete ferroviaria ad alta velocità in tutto il Paese
E scrive il Wall Street Journal con un po'di Ronie al settimo giorno si riposo
Ciò che stupisce e che Obama sembra sentirsi onnipotente senza tenere conto di ciò che può essere fatto davvero e ancor meno
Dell'ipotesi che non ce lo si possa permettere Obama abbandonato qualsiasi precauzione sul deficit
Imponendo al Paese almeno il quattro per cento di disavanzo sul PIL per il prossimo decennio sempre che ci sia una rapida ripresa della crescita economica
In realtà al programma Obama mettere alla prova la fede libera alla abbandonata negli anni soltanto a quella secondo cui
Il deficit è una politica monetaria lassista sono il motore della prosperità solo che e qua sta il problema in caso di fallimento Obama si troverà a dover gestire la politica della stagflazione
Ad ogni modo secondo Wall Street Journal c'è una lezione dei primi cento giorni al Presidente non piace fare cose che sono politicamente difficili come resistere al alle pressioni del Congresso
Obama lasciato i leader del Congresso il compito di scrivere buona parte della legislazione rinunciando scelte bipartisan e questo significa che quando avrà realmente bisogno di repubblicani per esempio sul commercio sulla sicurezza nazionale
I repubblicani alla fine potrebbero non esserci Obama secondo il Wall Street Journal e più popolare delle sue politiche e presto o tardi questa contraddizione verrà alla luce
Per ora stiamo vivendo in una nuova era di governo liberale senza controlli la resa dei conti arriverà quando gli americani scopriranno quanto tutto questo ci costa così il Wall Street Journal
I giornali europea invece sono
Molto elogiativi dei primi cento giorni di Obama anche se con qualche ma per esempio al Guardian ieri in un editoriale dal titolo una buona inizio cento giorni un concetto giornalistico
Il parallelo e con Frank in Roosevelt chiuso i suoi primi giorni alla Casa Bianca per poco per bombardare il Congresso
Con misure per fronteggiare la grande depressione solo che Roosevelt sottolinea Guardian aveva dovuto affrontare solo una crisi economica in Terna
Non una crisi economica globale e due guerre e troppo presto per giudicare la presidenza Obama ma non è prematuro
Valutare le dimensioni della sua ambizione e la sua visione in generale la sua vice non politica
Prima parliamo delle ambizioni chiudere Guantanamo le prigioni segrete affrontare la CIA pubblicando i memorandum sulla tortura voltare le spalle al concetto dell'America come è stato fondato sulla sicurezza nazionale
Un pacchetto di stimoli da settecentottantanove miliardi di dollari interventi maggiori nei mercati del credito degli immobili
Offrire una nuova relazione all'Iran schiacciare il bottone del RIS sette con la Russia definire una strategia di uscita dall'Iraq
Ridefinire la guerra in Afghanistan nominare un negoziatore di prima classe su Israele Palestina cambiamento climatico Cuba un discorso maggiore sull'Islam i turchi alla lista è lunga
E soprattutto Obama cancellato due miti che l'attuale Presidente si scriva in continuità con le politiche di Bush
E che sia in grado di affrontare solo una crisi alla volta ciascuna questione sull'agenda di Obama costituisce una svolto una rottura
In alcuni casi non solo rispetto alle politiche della Bush ma anche rispetto all'era Clinton scrive il Guardian che poi ha un ma Obama è ancora nella fase delle intenzioni retoriche
Rimane da vedere cosa concederà davvero sul clima la Conferenza di Copenhagen di fine d'anno
Occorrerà valutare la sua reazione alla risposta che l'Iran darà all'offerta di dialogo bisognerà vedere come gestirà le relazioni con la Russia eccetera eccetera i dubbi sono più o meno
Gli stessi espressi dalle l'altri ieri in particolare sulla questione economica ma
Grazie a tutto questo o no e nonostante tutto
Obama è ancora gli stessi livelli di popolarità dici cento giorni fa assi oppositori ma non opposizione i Repubblicani sono senza leader
Lo rimarranno ancora a lungo Carrozzo Dick Cheney Youth di in grigio sono diventati davvero dei personaggi del passato
Il brand Obama ha fatto ciò che aveva promesso e prodotto un leader di candore e visione politica la vera sfida però e per i prossimi mesi
Per il momento Obama è solo il politico più cool del pianeta del politico più Figo del pianeta così tra l'altro il Guardian
Le monde oltre a pubblicare un dossier oggi fa firmare l'editoriale cosa rara eccezionale dal direttore ricche o foto Rino dal titolo
Fiducia si dice scriverle mondo che chi comincia bene a metà dell'opera allora in questa aritmetica del tempo bisogna riconoscere che Obama è uomo di cui c'è bisogno per l'America per il mondo intero
Nessun errore maggiore come la spedizione di Chennedy nella Baia dei porci a Cuba
Nessun incidente grave come l'attentato a Reagan del trenta marzo mille novecentottantuno una sola vera riserva per le mondo il piano di salvataggio delle banche molto pesante per il contribuente americano
Contribuente americano che deve pagare per delle perdite di cui non le responsabili
Ma sulle cose essenziali in questo inizio tanto atteso Obama ha fatto bene a cominciare dal tono che differenzia la fermezza di oggi dall'arroganza di ieri
Quella sotto la presidenza Bush con Obama l'America si è data di nuovo un volto amabile moderno una stima di sé rafforzato da quella degli altri una modestia
Provvidenze a impegni ambiziosi si è data un ritorno della fiducia la grande potenza indebolita accette ricerca al dialogo
E riconosce i suoi errori sulla guerra in Iraq sull'asse del male sulla tortura sull'economia devastata da un paradiso artificiale di soldi facili
Agli avversari di ieri il nuovo locatario della Casa Bianca tende la mano quando Obama afferma che gli Stati Uniti non solo e non saranno mai in guerra con l'Islam
Quando allenta l'embargo su Cuba quando apre una porta all'Iran quando si scusa con i latinoamericani per le azioni passate di Washington
Senza dimenticare la chiusura di Guantanamo il ritiro programmato dall'Iraq quando fa tutto questo Obama mette il suo Paese imposizione di essere di nuovo un attore degno di fiducia in un mondo che tenta cauti caramente di reinventarsi scrive le Monde
Senza dubbio la sua azione economica sociale può essere paragonata nella sua
Dinamica diametralmente opposta alla rivoluzione conservatrice di Reagan e al suo amico America is back era l'America che abbassava le tasse riduceva la sanità pubblica in una parola
Tagliava ruolo dello Stato al contrario Obama nettamente marcato il suo terreno restaurando lo Stato senza rigettare l'economia di mercato queste però per le mondi sono solo le premesse
Se vuole lasciare un segno vero se vuole incarnare una rottura all'altezza della speranza che solleva allora c'è solo una via terra il Presidente americano tocca l'UIC condurre il suo Paese poi il resto del mondo
Verso uno stato di diritto mondiale verso una regolazione suprema perché sovranazionale
Per fare questo dovrà mettere in sordina l'America Fleres
Imitare il ruolo del dollaro convincere la società americana che è urgente
Assoggettare la globalizzazione a regole universali per fare questo ci vorranno più di cento giorni così
Le mondo proietta proietta la
La la presidenza Obama in verso una regolazione suprema sovranazionale
Chiudiamo rapidamente parlando di Afghanistan Herald Tribune oggi pubblica una notizia di Stati Uniti stanno per dichiarare guerra all'oppio per contrastare i talebani e realtà continuano con la politica
Con la politica di guerra all'oppio in Afghanistan i vertici militari americani stanno definendo un piano per colpire la principale fonte di finanziamento dei talebani la produzione di oppio
Prevedendo il raddoppio dei militari in tre province venti ma mila marines in più a Helmand e Kandahar Zabul quest'estate ma è la premessa di pesanti combattimenti gli ufficiali americani si aspettano che i talebani difendano con forza il
Motore economico della loro ribellione la presenza del papavero dell'oppio crea un alto grado di incertezza in questa guerra afgana
Secondo le regole di ingaggio della NATO i soldati americani e del delle altre degli altri Paesi non possono attaccare obiettivi connessi unicamente alla produzione di droghe perché i coltivatori trafficanti non sono considerati combattenti
Ma le truppe NATO è consentito di attaccare i trafficanti o gli impianti legati i talebani
La prospettiva di pesanti combattimenti in queste aree densamente popolate potrebbe alienare ulteriormente la popolazione afgana
La coltivazione di oppio spiegare ad altri più nell'attività agricola più redditizia commercio di oppio rappresenta il sessanta per cento del PIL l'afgano
I trafficanti possono offrire incentivi che nessun funzionario del Governo afgano può permettersi garantiscono al coltivatore un prezzo minimo per la coltivazione
E sono in grado di metterla nel mercato nonostante le pessime condizioni delle strade alla gente non piace coltivare l'oppio ma la gente e disperata spiega un governatore di una di queste Province
Per offrire un'alternativa la coltivazione di oppio militari americani stanno mettendo da parte te duecentocinquanta milioni di dollari per progetti agricoli come miglioramenti all'INPS all'irrigazione o la sostituzione delle coltivazioni con
Il grano l'obiettivo è di cercare di restaurare l'economia agricola tipica dell'Afghanistan negli anni settanta
Questo più della forza militare secondo generale americano porterà la sconfitta dei talebani solo che come scrive l'Herald Tribune anche se gli americani riuscissero a tagliare la produzione
Un taglio dell'offerta potrebbe spingere verso l'alto IP i prezzi e di conseguenza non intaccare in modo significativo i profitti dei talebani insomma questa
Guerra l'oppio sia dal punto di vista del sostegno dei
Della popolazione locale in particolare degli agricoltori sia dal punto di vista poi dei profitti dei talebani rischia realtà di essere solo controproducente ci fermiamo qui da David Carretta una buona giornata l'ascolto di Radio Radicale
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