Diritti e castighi.Storie di umanità cancellata in carcere

Buonasera chiedo scusa del ritardo ma
No lei era impegnata in votazione di rilievo politico e quindi era preciso dovere del Presidente presiedere mi scuso comunque per in ritardo che ha reso
Impossibile iniziare puntualmente i nostri lavori
Sono particolarmente lieto di partecipare questa sera alla presentazione di questo interessante libero di Lucia Castellano e di Donatella Stasio
Che saluto ringrazio unitamente al Presidente del Gruppo per Partito Democratico al
Senato Anna Finocchiaro al capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria Franco Ionta
Cola
Al Presidente della sesta sezione penale della Corte di Cassazione Giorgio Lattanzi all'editorialista del Corriere della Sera Massimo Franco
Diritti e castighi
Racconta in modo
Ampio e documentato
Quelli che sono i tanti problemi del sistema penitenziario italiano
Il volume conferma e per certi aspetti arricchisce di dati
Quanto da tempo e posto all'attenzione dell'opinione pubblica
Da alcuni in alcuni casi numerosi fatti di cronaca ed esponenti delle istituzioni e delle
E della società civile
Si tratta dei mali di tante carceri del nostro Paese
Ma lì che sono il sovraffollamento la vetustà degli edifici le numerose situazioni di degrado
In un panorama che e certamente lei cita definire preoccupante non mancano comunque
O se preferite naturalmente
Anche esempi virtuosi ed esperienze innovative
In particolar modo penso proprio il penitenziario di Milano Bollate in funzione dal dicembre del due mila e diretto da una delle autrici
Un istituto che punta un trattamento avanzato dei detenuti offrendo Dessì reale opportunità di studio di lavoro e di reinserimento nella vita civile
Dal volume emergono molte situazioni che sono indubitabilmente al di sotto dei parametri europei
Al di là del confronto con gli altri Paesi del continente credo che il problema più rilevante su cui è importante interrogarsi e il libro certamente invita a farlo
Sia la distanza che esiste tra la realtà carceraria italiana
E il principio sancito dal nostro articolo ventisette della Costituzione
Principio certamente notato una platea come questa che prevede che le pene devono tendere alla rieducazione del condannato
Sappiamo che dobbiamo essere orgogliosi che è un principio all'avanguardia rispetto al diritto costituzionale di altri Paesi
E che va inteso in modo il più possibile laico e rispettoso del diritto di autodeterminazione del singolo oltre che di ogni altra libertà garantita dalla Costituzione
E sottende offrire al reo
La possibilità di rientrare nel consenso sociale facendosi partecipe dei suoi valori e delle sue opportunità
Non va pertanto inteso come una sorta di conversione spirituale del condannato quanto semmai come un'attenzione verso la sua piena risocializzazione
Quella carceraria è una realtà che le istituzioni
Non possono e non devono ignorare e
Il fatto che la Camera questa sera ospiti la presentazione del libro e il contributo che la Presidenza della Camera vuol dare a questa doverosa attenzione nei confronti di quanto accade all'interno delle nostre carceri
Il livello di civiltà di un Paese si misura la tanti parametri ma anche dalla sua capacità di recuperare per davvero la vita sociale chi commettendo un reato viola le regole fondamentali della convivenza civile
E credo che per affrontare in tutta la sua ampiezza il tema della istanza di educativa si debba inserire il problema della condizione carceraria nella più ampia questione del nostro sistema penale e giudiziario
In tal senso credo che sia opportuno collegare il principio della rieducazione del reo con l'altro principio altrettanto cruciale della certezza della pena
Certezza della pena
Lo dico soltanto di sfuggito è ovvio significa
In primo luogo che ogni cittadino deve sapere a cosa va incontro con la definitiva sentenza di condanna
Non è fondamentale che la pena sia grave cioè particolarmente afflittivo tendenzialmente imperitura quanto effettiva
Oltre che regola di giustizia credo che la certezza della pena sia davvero un deterrente a tutela della collettività
Dobbiamo onestamente registrare che c'è un senso di malessere di allarme nell'opinione pubblica a causa del diffondersi della percezione
Che la certezza della pena risulti affievolita nella quotidiana realtà giudiziarie
Non a caso l'applicazione della legge suscita spesso vivaci discussioni nell'opinione pubblica in ragione di diversi casi giudiziari che si rivolge che si risolvono in sconti di pena per riti alternativi o in diversi casi in cui
Si è in presenza di benefici ritenuti eccessivamente indulgenti o elastici in fase esecutiva ovviamente non è compito del Presidente della Camera entrare in tale dibattito
Tengo solo a ribadire il concetto che un moderno sistema penale e giudiziario e penitenziale
Raggiunge il suo scopo fondamentale di assicurare la giustizia e tutelare la sicurezza dei cittadini quando vengono contemporaneamente garantite l'effettività della pena e l'efficacia e rieducazione del condannato
Vorrei aggiungere su questo punto che contribuisce indubbiamente a indebolire la certezza della pena anche l'eccessiva durata del processo penale
A parte rischio della prescrizione è chiaro che la forza deterrente della pena e tanto più efficace quanto più il cittadino sa con certezza di poter subire quella pena per intero e a breve tempo dal reato commesso
Non a caso il Beccaria scrive quanto la pena sarà più pronti e più vicino al delitto commesso e il sarà tanto più giuste tanto più
A rendere ancora più difficile la garanzia dell'istanza rieducativa e poi la circostanza che spesso la pena
Viene di fatto anticipate in fase di custodia cautelare
Anche questo paradosso è collegato all'interesse dei processi
è arduo tentare di rieducare un soggetto prima ancora che la sua condotta venga giudicata e mentre si trova ancora nelle prime fasi processuali
Molto difficilmente la persona del reinserire nella società sarà disponibile a un trattamento rieducativo se non conosce nemmeno i motivi che sono poi espresso i solo nella sentenza per cui si trova in carcere
E credo che un altro problema su cui occorre soffermarsi se davvero si vuole essere coerenti con l'assunto che almeno a mio modo di vedere
Contempla necessita di un'attenzione delle istituzioni per quel che accade all'interno del nostro sistema carcerario un altro grave problema è certamente quello della sovraffollamento può apparire
Un problema di cui proprio perché se ne abusa nel parlare non vale la pena di occuparsi poi nei fatti ma chilo dovesse pensare come crede a mio modo di vedere un grave errore
La coabitazione forzata di numerose persone in ambienti degradati evidente che non può favorire un processo di recupero dei detenuti alla vita civile
In passato si è tentata come è noto la soluzione dell'indulto
Tra la motivazione del provvedimento fu infatti adottata fu infatti addotta anche quella del sovraffollamento carcerario
Rispetto a quella soluzione fu un avanzate delle legittime credo fondate perplessità e ciò per diversi ordini di motivi in primo luogo per il principio di ordine generale che l'indulto
è un provvedimento di clemenza che va adottato solo in casi eccezionali e non certo per sfoltire le carceri
In secondo luogo perché l'effetto fu quello di mettere improvvisamente in circolazione persone condannate con pene definitive e soprattutto senza misura di reinserimento nella società
Furono aperte improvvisamente le porte del carcere a soggetti che non trovando alternative
Tornarono sollecitamente a delinquere
E la ragione per la quale a fronte del tema sovraffollamento credo che la costruzione di nuovi penitenziari appaia e sia un'iniziativa non più differibile
Vorrei al riguardo ricordare che qualche anno fa la Francia
Adottato un vasto programma volto ad aumentare la capacità e migliorare l'efficienza del proprio sistema penitenziario
E la classe dirigente di quel Paese non ha avuto alcuna esitazione nell'affrontare in questi termini che possono apparire crudi ma in questi termini la questione
L'obiettivo deve essere in qualche modo chiaro e al tempo stesso duplice consentire condizioni di umanità nella detenzione e disporre della concreta possibilità di attivare i percorsi socio terapeutici necessarie per recuperare il detenuto
In tal senso appare fondamentale riattivare modalità di detenzione che consentano un'attività lavorativa
è importante migliorare le condizioni di lavoro dei detenuti in carcere e garantire la formazione degli operatori che devono assisterlo
Anche qui può essere un concetto scontato ma va ribadito soprattutto perché spesso il principio sotteso a quel concetto è disatteso il lavoro da dignità alle persone
Quale che sia il lavoro che viene svolto io comunque lo si svolga anche in carcere
In conclusione voglio notare che le leggi attualmente in vigore dall'ordinamento carcerario alla cosiddetta Gozzini
Sono almeno a mio avviso attente all'istanza di educativa e risultano ispirate moderne prendiamo Terni principi di civiltà giuridica
Vale però la pena notare che le trasformazioni avvenute in Italia negli ultimi anni soprattutto in relazione al fenomeno delle grandi migrazioni
Possono creare problemi nell'applicazione della legge
Quando la legge deve essere applicata a soggetti che appartengono alle fasce più deboli della società
Solo per inciso la legge Gozzini fu pensata dal legislatore per detenuti che prima della condanna avevano una casa una rete di relazioni sociali un'occupazione
Oggi ben diverso è il caso di tanti soprattutto immigrati che finiscono in carcere
Il problema è molto ben descritto nel libro in un passaggio che ritengo particolarmente efficace
Se mi chiamo Mario Rossi scrivono le autrici in carcere mi comporto bene fuori o una casa un lavoro allora o la speranza di andare in permesso premio
Ma se mi chiamo Mohammed Ali e mi comporto bene
Ma fuori non ho niente in permesso non ci vado
è chiaro
Che il successo del processo di rieducazione e di reinserimento e quindi legato anche alla disponibilità da parte del condannato di risorse sociali effetti e questo comporta tutta un'altra serie di questioni connesse
A quelle politiche volte ad unna moderna integrazione nella nostra società di coloro che sono
Spinti dalla molla del bisogno costretti
A venire nella nostra società
Più in generale
Il buon funzionamento del sistema penale e penitenziario dipende dall'equilibrio tra le diverse esigenze che in esso devono essere contemperate
Rieducazione sicurezza sociale devono poter marciare insieme come regola negli Stati europei e occidentali
Debiti Viviani morali devono essere sempre verificato e sul piano della classe dell'efficienza superando ogni squilibrio che possa essere dettato da Enron impostazioni ispirate dalla paura
Da un lato qualche volta accade o da visioni ideologiche dall'altro
In altre parole la qualità del nostro vivere civile dipenderà nel prossimo futuro
Anche da come sapremo garantire la sicurezza dei cittadini recuperando nello stesso tempo attraverso un valido sistema di rieducazione il contributo di uomini e donne
Che una volta scontata la pena devono essere per davvero posto nella condizione di poter ancora fornire un contributo alla nostra società e credo
Che queste valutazioni di apertura
Certamente in sintonia con il libro che oggi presentiamo possano aiutare questa è la mia il mio auspicio una maggior CONS regole essa delle istituzioni sulla necessità di affrontare la questione carceraria non soltanto nel momento dell'emergenza non soltanto partendo
Da questo da quel dato di cronaca ma in un contesto più ampio che parta appunto dai due principi che ho richiamato
Entrambi costituzionali di certezza della pena e di dovere delle istituzioni di rieducare era inserire nella società grazie
Grazie Dora
La parola a Massimo Franco che deve coordinarsi guidarci basta mi sembra che
Le parole del presidente della Camera deputati Gianfranco Fini non siano state soltanto un indirizzo di saluto mi pare siano state già un inizio di recensione di questo libro e mi pare che l'abbia letto
E queste molto no lo dico perché spero che lo legano tutti così perché effettivamente un libro che credo non debba essere soltanto letto tra gli addetti ai lavori ma un libro che secondo me andrebbe fatto leggere nelle scuole
Perché è un'inchiesta giornalistica molto rigorosa
Molto ben fatta mi dispiace dirlo davanti ad autrici ma purtroppo è così
Ed è effettivamente un libro spietato perché molto assetti con non è un libro che si abbandoni alla demagogia o si abbandoni
Ah del buonismo o a una certa ipocrisia credo sia l'approccio giusto nel senso che siamo di fronte a un mondo che va molto innanzitutto conosciuto
Capito rispettato e credo che le premesse per farlo siano quelle di parlarne con grande franchezza
Mi sembra che
Diritti e castighi che vorrei anche dire edito dal Saggiatore a duecentonovantadue pagine e costa quindici euro quindi non costa neanche molto e quindi credo che sia maggior ragione un libro da comperare
E mi sembra che abbia anche un altro grande merito che quello di non parlare delle carceri come
Detenuti o come
Sì Condini o come direttore di carcere forse questo
è un merito che si deve al fatto che una giornalista
Come Donatella Donatella Stasio e la direttrice Lucia Castellano hanno potuto mettere insieme due esperienze diverse e allargare un'ottica di soli è sempre molto parziale invece
Quindi realtà c'è un libro sull'universo carcerario sul mondo carcerario esaminato in tutti i suoi aspetti
Questo credo sia un merito io devo dire leggendo lo sono rimasto molto sorpreso
E la sorpresa mia un po'frustrato perché vuol dire che in effetti noi questo mondo non lo conosciamo almeno personalmente non lo conosco
E siccome tendiamo sempre molto ad esorcizzare euro a tenerlo a distanza in realtà questo è un libro molto utile per capire
Che invece è un mondo che ci sfiora in continuazione che attraversa la nostra vita in continuazione che riguarda la nostra vita in continuazione
E che è una specie di biografia nascosto del nostro Paese o specie di ritratti Dorian Gray che noi teniamo lì anche a realtà riflette molto quello che siamo
Anche negli aspetti meno gratificanti per noi per il nostro narcisismo
E
Io credo che
Da questo libro venga fuori un panorama
Dal quale anche esperienze qualcuno dice modello altre sperimentali come quella del carcere di Bollate diretto dalla dottoressa Castellano non vengono affatto mitizzato
Anche quell'esperienza del libro viene filtrata e analizzata con grande senso critico non c'è nessuna
Rivendicazione di un modello non ci sono risposte c'è un panorama
Che da soprattutto domande e problemi e chiede una soluzione devo dire la parte finale del libro anzi l'epilogo proprio abbastanza impressionante
Perché dopo avere fatto questa carrellata tra l'altro ben scritta ma rigorosa asciutta e dura della realtà carceraria con tutte le sue sfaccettature si conclude con
L'analisi della situazione della pace carceraria nel carcere di Poggioreale e la cosa che colpisce è che lì c'è una pace carceraria che riflette in qualche modo
L'immobilismo e
Questo senza naturalmente voler criticare
Chi
E demanda la persona le personale quale demandato il controllo di questo carcere ma c'è sempre la tentazione questa rincorsa fra soluzioni progressiste frustrate
E l'approdo molto rassicurante ma anche un pochino a volte deludente
Del Vecchio autoritarismo
Io l'unica cosa che vorrei dire prima di
Passare
La parola persone che invece non saranno state sorprese dal libro perché sono profondi conoscitori di questa realtà
E che in fondo da questo libro viene una richiesta di aiuto di questo universo
Ma vorrei che fosse chiaro
Che questa richiesta di aiuto in realtà è un'offerta di aiuto viene data al mondo di fuori
Per capire che quella che è una realtà apparentemente estranea in realtà c'è molto più vicina di quanto non pensiamo
E quindi sarà bene
Tenerne conto e guardarla in faccia come fanno le due autrici in questo libro prima di esserne travolti
Passo adesso
La parola seguiamo un ordine alfabetico al Presidente dei senatori del Partito Democratico Anna Finocchiaro
Ringrazio Donatella Stasio e Lucia Castellano per
Per l'invito che mi hanno rivolto già presentare questo libro questo libro è un buon libro davvero
è davvero un buon libro io devo dire che
Lo giudicato anche sulla scorta di una certa esperienza
E in materia di questione carceraria come la definivamo negli anni
Settanta
Lo giudicato subito dalla cifra con la quale questo libro è stato scritto è difficile trovare la cifra quando si scrivono libro sul carcere
Perché anche se si è fuori dall'ossessione securitaria che invece oggi spesso come dire avvince
Ed è mediaticamente
Propinata a fronte di un'insicurezza certamente presente nella nostra società e talvolta addirittura crescente ma chi ne voglia parlare fuori dall'ossessione securitaria laddove appunto
L'ossessione securitaria e il recinto entro il quale di promuovere già con la mente dire qualunque cosa
Chi vuole occuparsi laicamente del carcere della questione carceraria appunto alla necessità di trovare una cifra che sia fuori da quella che io potrei chiamare il suo nome conoscete quindi sapete anche
Qual è lo spirito del paradosso comunque l'adopero questo espressioni fanatismo bella legge
Lucia Castellano Cini spiega ci spiegava anche pocanzi mentre chiacchieravamo prima
Dell'apertura del Presidente Fini come
L'attuazione della legge un'approssimazione continua come la democrazia poi alla fine non fare approssimazioni continua verso la compiuta attuazione della legge dicevo si può ricadere nel fanatismo del
Richiamo ai principi continuano
Ma incapace di fare i conti con la realtà e quindi di produrre mutamento nella realtà medesima oppure con un atteggiamento che è pienamente comprensibile ovviamente che quello della dell'umano dell'umana pietà
Che rischia di non comprendere il carcere
Di vedere certo forse esistenze individui destini ma di non comprendere come l'istituzione possa essere utile ai soggetti che vi sono reclusi e al Paese
L'approccio invece scelto da Donatella Stasi De Lucia Castellano è un approccio come dicevo prima laico se mi posso consentire
è in chiave riformista
Non si dà a
Per compromesso in nessun modo il quadro di valori di principi che ispirano non soltanto e sono consacrate alla Carta costituzionale ma che hanno dato vita alla legislazione in materia di carcere più volte citata nel libro la legge Gozzini per tutti
Ma dall'altra parte fa i conti con la difficoltà di quella attuazione difficoltà che resistere ben qualunque situazione che ovviamente diventa
Talvolta difficilissima da sormontare quando le condizioni anche strutturali dell'organizzazione
E della
Qualificazione professionale impiegata non è quella
Giusto
E poi un libro che dice le cose come stanno alcune cose che sono ovvie diremmo ma che oggi è difficile da dire la prima
L'ossessione securitaria non assolve dal rischio per la sicurezza dei cittadini ENEA
Puoi applicarla nella più dura delle sue forme
Nella più sofisticata delle finzioni anche questa è una una parte molto interessante del libro delle finzioni che governo le relazioni all'interno del carcere fra carcerieri è carcerati
La finzione dell'obbedienza della finzione dell'Autorità
Ma non si sfugge al fatto che chi uscirà da quel carcere non rappresenterà un pericolo minore per la sicurezza generale anzi normalmente il libro è ricco anche molto di molti dati che riguardino per esempio la recidiva
O che riguardino le esperienze di rieducazione di approssimazione di rieducazione che si fanno in varie
Realtà quella di Bollate particolarmente realizzata ma anche lì devo dire senza indulgere senza nessuna indulgenza in maniera molto laica
Chi uscirà da un'esperienza assolutamente securitaria non è vero che non commetterà reati dati appunto dicevo che sono elencati nel libro dimostrano
Che tanto più si tenta di fare del carcere
è anche questa è un'affermazione assolutamente vera ma ovviamente molto impegnativa una fabbrica di libertà quanto più si riuscirà a tutelare meglio le esigenze di sicurezza dei cittadini ma che vuole dire una fabbrica di libertà
Siamo chiari allora al di là della competenza professionale della cura con la quale Donatella Stasio approfondito la questione al contributo di Lucia Castellano aumentare
Essenziale a definire l'equilibrio del libero fabbrica di libertà significò un luogo dove si tenta sì prova a fare l'operazione più complessa che possa farsi e non sempre accettata da tutti i detenuti
Che quella di costruire un'autonomia di determinazione che stia dentro le regole che assecondi
Le proprie come dire vocazioni anche ambizioni ma che sia dentro le regole ma che sia una
Costruzione di un'auto in Amia
Capace di stare dentro le regole in questo senso il carcere può essere una fabbrica di libertà è una fabbrica di sicurezza dunque il dunque che spesso sfugge e invece a mio avviso essenziale
Ma il carcere italiano e come si dice ancora il libro troppo spesso Narciso viene usata
La il mito di Narciso io credo molto propriamente ripiegato su se stesso
Più capace più versato
Perché è più facile
E perché dentro il carcere non ci stanno sulle carcerati ma c'è stanno anche coloro i quali sovraintendono all'esecuzione della pena che ovviamente fanno una vita che molto spesso anche questo nel libro viene
Descritto ha caratteristiche analoghe a quelle in quei termini di qualità rispetto a quella dei carcerati ma appunto dicevo il carcere troppo spesso è ripiegato su se stesso
Scivola
Inevitabilmente verso l'annientamento
Delle menti e l'annientamento dei corpi
Quando dite annientamento dei corpi mi riferisco anche alla parte che è fatta molto bene nel libro che riguarda la salute in carcere che riguarda i condizionamenti e non soltanto di salute fisica ma anche di salute psichica che dalla detenzione possono venire
Trionfa in qualche modo perché il modo per governare il carcere anche il carcere di cui si parla come notava Massimo Franco nelle ultime pagine del libro
Per governare il carcere l'omogeneizzazione dei comportamenti insomma la lezione di Foucault ricorre anche nella descrizione di alcuni detenuti di quella che è la giornata carcerarie laddove non c'è altro da fare che svegliarsi
Pranzare orale determinati uscire tutti insieme per l'ora d'aria rientrare tutti insieme a ricercare spegnere la luce o guardare le delle televisione o l'ora di partita a carte cioè
Tutto questo serve a gestire i comportamenti omogeneizzando insomma quello che conosciamo sulla
Regole che governano le istituzioni totali e sugli effetti che producono sui comportamenti ci sovviene tutto
Insieme quindi un carcere ripiegato su se stesso
Certo il Presidente Fini introduceva un elemento essenziale è una constatazione che le autrici fanno continuamente nel libro è molto difficile fare un altro carcere quello che assomiglia al carcere pensato
Da Gozzini con le strutture attuali non c'è dubbio alcuno
E quindi un'edilizia carceraria che sia all'altezza della situazione se è indispensabile
è però ovviamente non c'è solo questo mentre c'è solo il carcere e questa è l'ultima cosa che voglio dire
Ancora oggi alle soglie del terzo millennio e con la tradizione democratica legislativa che il nostro Paese conosce
Per chi sbaglia o c'è il carcere non c'è nulla cioè insomma ecco e questa la la distinzione questo ovviamente crea allarme e tensione preoccupazioni è
Spesso anche pregiudizio ma è ovvio che
Se di fronte alla rottura della regola l'unica alternativa è il carcere o niente
Noi abbiamo due fette il primo che il carcere si trova a gestire identicamente
E con le torsioni di cui abbiamo parlato situazioni assolutamente diverse tra di loro e percorsi
Non dica individuali perché saremmo già troppo avanti e percorsi riusciamo carcerari che assommano esperienze occasioni i soggetti
In fuori da ogni finalità possibile di risocializzazione
Da una parte e dall'altra parte e che il carcere uguale per tutti vuol dire che le disparità si accentua no perché poi non è vero che è uguale per tutti
Io ho trovato particolarmente interessante ma perché io un'affezione per questo tema le pagine dedicate alla condizione delle donne carcerato
Allora non sto qui a dire l'applicazione la legge sulle detenute madri va bene sappiamo ne abbiamo parlato tante volte
Ma complessivamente la privazione della libertà e la relazione e la rottura delle relazioni affettive che quando una donna viene condannata avviene molto più spesso e con molta più crudezza di quanto non avvenga qua bell'uomo della famiglia che viene condannato
In uno dei racconti
Si dice giustamente che i colloqui se c'è un uomo detenuto va alla moglie con i figli e porta il pacco con la biancheria pulita e vai colloqui se la donna che viene condannato il marito
Non c'era la rottura con la famiglia le relazioni con i figli insomma normalmente assolutamente tranciante
Allora
La riproduzione delle disparità e che appunto riguarda
Le donne riguarda poi
In maniera tragica
Gli stranieri in carcere quando dico straniero non non mi riferisco soltanto al Paese di allora diverso origine geografica al Paese di provenienza mi riferisco proprio all'assoluta estraneità
Di una persona che venga condannate transiti per un periodo breve quindi fuori dalla possibilità di entrare in qualunque percorso normalmente dentro al carcere l'ultima questione
Questo libro è un libro che parla di un tema che è sempre molto scabroso da affrontare figurarsi una discussione pubblica dominata dall'ossessione securitaria c'è l'Assessore Metello affettività
Ed è da questo punto di vista secondo me quella parte una parte molto straordinariamente interessante
E questo libro sostanzialmente una messa in mora la politica perché diciamoci la verità la politica di carcere lo dico a partire da me come si suol dire non si sta occupando più l'ultima occasione è stata l'indulto e anche le
Giocando una partita
Che per molta parte è stata giocata simbolicamente da una parte e dall'altra
Da una parte e dall'altra
E quindi appunto in qualche modo questo libro una messa in mora e in questo senso oltre ad essere un libro molto bello e anche un libro utile
Grazie
Grazie al presidente Finocchiaro molte grazie io vedevo che mentre lei parlava emette però il Presidente Fini
Il dottor Franco Ionta prendeva appunti molto febbrili quindi vuol dire che c'erano diverse sollecitazioni che gli suggerivano qualche considerazione naturalmente dispute ne sono stati dati molti sovraffollamento lunghezza dei processi la finzione dell'Autorità dell'ubbidienza dentro il carcere il carcere Narciso e adesso la messa in mora della politica
Ecco io volevo capire dal
Direttore del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che cosa coglie da questi appunti ma soprattutto che impressione ha avuto leggendo questo libro
Grazie
Credo di dover dare dire tre Grazia o meno questa sera
Il primo grazie rivolto alle persone che sono di fronte a me molte delle quali conosco che con la loro presenza testimoniano una sensibilità permettetemi di definire abbastanza sofisticata rispetto al contesto generale
Un secondo grazie lo devo
Alle due autrici riuscirà Castellano Donatella Stasio per questo libro
Che raccogliere un'analisi sufficientemente lucida del pianeta del mondo penitenziario
E che io colgo non soltanto negli aspetti di critica ma soprattutto come stimolo a un miglioramento progressivo di tutto il sistema
Come molti sanno per molto tempo
Ho fatto un altro mestiere che era quello del pubblico ministero
Stasera devo dire che poiché ho visto che il libro scritto una delle mie collaboratrici che naturalmente
Provvederò a trasferire in una colonia penale
Mi tocca fare il difensore ma credetemi il difensore di fiducia e non d'ufficio del sistema
Perché è vero che ci sono molte difficoltà in questo sistema
Ma è anche vero che non c'è solo Bollate ci sono molte iniziative che il mondo penitenziario in grado di produrre sia
Come dire per i germinazione spontanea e sia per il supporto all'apporto che la comunità esterna rispetto al carcere riesce ad ottenere e a a promuovere
Un terzo grazie lo devo al Presidente Fini perché
Apprezzo veramente tanto l'approccio laico che ha dato al problema
Quando sono arrivato al dipartimento
Io ho fatto porre nel corridoio che porta al mio ufficio due fotografie
Che simboleggiano molto icastica mente qual è il ruolo della polizia e dell'amministrazione penitenziaria
La prima fotografia è una fotografia in bianco e nero
Credo a Regina Coeli e su questa fotografia compenti campeggia la scritta vigilando redimere
La seconda fotografia invece
Per così dire il motto dell'attuale
Così dell'attuale funzione del Corpo della Polizia e dell'amministrazione penitenziaria che è quello di diffondere la speranza in un miglioramento della persona
Ecco io credo che
L'atteggiamento con cui ha proposto questo tema così difficile qua lei quello del carcere del da parte del Presidente Fini sia
Veramente l'approccio più corretto
L'amministrazione penitenziaria tutta la polizia in particolare hanno un compito molto difficile molto ingrato e anche
Come dire suscettibile di sconfitte
Che è quella di provare a migliorare le persone detenute è una sfida
Diabolica in qualche modo perché noi sappiamo che il crimine paga sappiamo che
La delinquenza e difficile da sradicare perché ci sono tutta una serie di condizionamenti sociali psicologici ambientali che portano
Al delitto
E dunque parametrare
Nuovamente la vita orientata in un certo modo da parte delle persone che poi sono finite nel circuito carcerario è veramente molto difficile
Però noi dobbiamo
A vere e la
Fiducia nella possibilità di un accompagnamento come ho detto tante volte nel percorso evolutivo
Delle persone detenute a patto che questa persona e queste persone abbiamo davvero la volontà di cambiare
Prima
Sentivo ho preso un po'di appunti e difficile organizzare diciamo un discorso che abbia un minimo di coerenza ma
Prima sentivo dell'indulto indubbiamente l'indulto è stato una misura momentanea dell'emergenza sicuramente
Non ha prodotto per la verità quegli effetti disastrosi che si potevano immaginare soltanto un terzo delle persone finite a seguito dell'indulto sono ritornate poi
Nella strutture nell'ambiente penitenziario questo significa che non c'è un automatismo così immediato tra
Provvedimento di clemenza del rientro nel carcere
La cosa però è preoccupante perché vuol dire che alle le altre due terzi dei componenti attuale della popolazione detenuta
Ha compiuto degli ulteriori delitti nonostante come dire un sistema penitenziario e legislativo sempre più in qualche modo producente il carcere
Allora
Alla
Diciamo all'approccio che mi sembra davvero molto giusto che faceva il Presidente Fini io vorrei aggiungere qualche osservazione
Intanto
Mi pare che
Il
Il carcere oggi sia vissuto sempre di più con una forma di discarica sociale
Sì ha vissuto in sostanza come un problema di altri nella responsabilità di altre strutture di altre persone
La sensazione la percezione di insicurezza sociale si trasforma in maggiore produzione di carcere e tutto questo naturalmente
Come dire diventa rende molto più difficile poi quel compito arduo quella sfida che io prima tratteggiato della tentativo
Del
Miglioramento delle persone per la restituzione dopo la detenzione all'ambiente sociale di riferimento
Anche perché i valori di questa come dire società non sono poi così
Consolidati non sono così
Facilmente trasmissibili a chi come diceva un attimo fa affatto del delitto il proprio stile di vita
E dunque
Quando
L'opinione pubblica rappresentata da da Massimo Franco si sorprende come dire dell'esistenza stessa di questo mondo io credo che questo sia un segnale molto preciso del fatto che la società affida il problema del carcere I come dire professionisti del carcere non si pone il problema più
Della esistenza delle persone dentro le strutture carcerarie e permettetemi di dire poco si interessa anche dell'aspetto trattamentale quello che noi chiamiamo l'aspetto trattamentale cioè quello del reinserimento sociale
Occorre una come dire sofisticata o una serie sofisticata di passaggi per far comprendere e non è sempre facile che la sicurezza sociale passa anche
Attraverso il contributo che la polizia e l'amministrazione penitenziaria danno restituendo alla Società delle persone migliorate ci voglia una serie di passaggi per far comprendere questo non è immediato
La percezione di sicurezza di insicurezza che oggi c'è non solo in Italia ma in tanti Paesi occidentali
Ha portato una serie di conseguenze sia sul piano normativo ma anche sul piano come dire dell'atteggiamento psicologico rispetto al problema della devianza del delitto del crimine
In sostanza al crimine si risponde in modo abbastanza automatico con l'aumento della prigione
Il problema del trattamento
Delle persone detenute è un problema che rimane sullo sfondo a chi appartiene consentitemi di dire a un'élite in qualche modo
Del della società ecco il carcere deve secondo me diventare da un non luogo quale in questo momento anche la presenza
Percentualmente preoccupantissima della presenza della degli stranieri in carcere ha modificato completamente il mondo penitenziario
Facendo diventare la Polizia penitenziaria sostanzialmente un mediatore culturale quando nonno un mediatore anche interreligioso anche
L'incarico così gravoso che anni cappellani all'interno del carcere sia profondamente
Trasformato non hanno più a che fare con delle persone che comunque hanno un riferimento religioso sia pure in embrione sia pure laterali Zanato al cristianesimo cattolicesimo hanno a che fare ormai con un terzo della popolazione detenuta
Direi che etnia religione costumi tradizioni radici lingue completamente diverso e dunque
è un mondo ancora più complicato da gestire ecco perché quella sfida e ancora più
Formidabile
Dunque dicevo la vera sfida che l'Amministrazione sicuramente accetta ma che non può vincere sicuramente da sola è quella di trasformare il carcere da un non luogo in un luogo di democrazia
E dunque un luogo
Strumentalmente di sicurezza un luogo di
Riaffermazione dei valori consolidati della società ecco questa è la vera sfida in questa sfida ovviamente no edilizia penitenziaria anche qui ringrazio molto il presidente fine del suo richiamo
Come voi sapete il Parlamento ha conferito al capo del dipartimento i poteri di commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria ma l'edilizia penitenziaria io la la vivo come uno dei tasselli
Imprescindibili ma sempre un tassello volto a stabilizzare complessivamente il sistema
Forse voi sapete che in Francia c'è una popolazione detenuta sostanzialmente corrispondente a quella italiana e che in Spagna ci sono circa ottanta mila persone detenute
Ringrazio della presenza il Ministro Alfano qua tanto sensibile al problema penitenziario tanto che tutte le settimane se non addirittura tutti i giorni come dire mi rimprovera dei in attività o comunque
Di non particolare attenzione al problema del carcere allora sicuro pubblicamente che invece è davvero nei miei pensieri espresso non ci dormo la notte quindi
Ecco stavo dicendo che il Parlamento attraverso l'iniziativa del Governo in particolare del Ministro Alfano a identificato nelle priorità di questo Paese la
Problema carcerario
I poteri conferiti di commissario straordinario dicono quanto sia importante in questo Paese il problema carcerario bisogna che ci sia uno sforzo però comune perché tutto l'ambiente istituzionale sia
Centrale che periferico lavori intorno a questo obiettivo che deve essere raggiunto
APPA diciamo allo scopo di garantire tutti la sicurezza grazie
Grazie al dottor Ionta mi pare che
Oltre agli appunti che aveva scritto ne aveva molti mentali che ci ha offerto all'analisi che mi pare siano un ottimo spaccato
Della complessità del problema nel senso che
Sempre di più emerge intanto il fatto che chi non si occupa di carceri tende
A delegarlo in modo molto sbrigativo e anche come alibi
Cosa che grazie a Dio nel libro viene invece spiegato molto bene
C'è stata la messa in mora della politica c'è stata la difesa non d'ufficio ma da avvocato di fiducia del sistema da parte il dottor Ionta adesso sentiamo un magistrato
Né la Suprema Corte di Cassazione il dottor Giorgio Lattanzio se in qualche modo vede da questo libro messa in mora anche la magistratura
Ce ne sono intervenute prima di me ringrazio veramente le autrici
Lucia Castellano terrà Stasio per avermi dato l'occasione non solo di leggere il libro cosa che verosimilmente ore comunque fatto
Ma anche di dedicare al libro
Una riflessione in più che testata
Quella necessaria
Per poi poter lo presentare
è stato ricordato prima dal Presidente Fini che il lungo dibattito sulla funzione
Della pena ha trovato nella nostra Costituzione un punto di arrivo al punto di arrivo articolo ventisette comma terzo le pene non possono consistere in trattamenti contraria senso di umanità e devono tendere rieducazione del condannato
Il libro di Lucia Castellani poteva Stasio parte da qui parte dall'articolo ventisette comma tre della Costituzione
Con un prologo che a questo titolo abbiamo fatto la rivoluzione che non ce ne siamo accorti e poi nel
Percorso
Documentato ampiamente documentato interessante casistico
Mostra il divario che separa la realtà carceraria dall'enunciazione costituzionale
E non sotto tanto dall'enunciazione costituzionale ma anche dalla
Dalla leggi di attuazione che quella dell'ordinamento penitenziario e poi la legge Gozzini
E dirò che mente ne siamo portati a riflettere sulla seconda parte del comma dell'articolo ventisette le pene devono tendere alla rieducazione del condannato
In realtà leggendo questo libro ci si chiede se
Non deve essere messa in discussione anche la prima parte le pene non possono consistere in Costa in trattamenti contrari al senso di umanità
Perché alcune descrizioni sul sovraffollamento su queste ascelle abitate da una quantità di detenuti in letti a castello
Francamente fanno pensare anche a qualche cosa che non soltanto non ha una capacità rieducativa ma addirittura in alcuni casi
Può apparire contrario
Al senso di umanità
E
Va nelle Jérôme dentro spontanea la domanda ma
Questi principi costituzionali
In che misura vivono nella nella nostra collettività
E
Quanto meno su quello relativo
Alla la funzione rieducativa io qualche dubbio
L'ho avuto ho l'impressione perlomeno leggendo i giornali
Che
L'opinione pubblica oggi tenda consigliera pene in un altro modo
Cioè non tende a considerarla secondo i principi costituzionali e come qualcosa che ha una funzione si punitiva
Ma deve anche tendere soprattutto tendere darà educazione o come si dice anche alla riso ricercati risocializzazione del condannato
Ma la considero soprattutto come una misura retributiva che desse proporzionata al fatto e
Direi che deve essere anche in qualche modo capaci di soddisfare
La vittima
Mi sembra molto significativo quello che accade di recente io vedo sempre più spesso nei giornali
O anche nelle trasmissioni televisive
Dopo la conclusione di un processo di questi
I particolari sono avanza
Una domanda che viene fatta a alle vittime e la domanda è se sono soddisfatti della pena
E la risposta in genere no volevamo di più
Ora una domanda del genere e una risposta del genere
Sono poco in sintonia con questo principio costituzionale esprimo una realtà di oggi
E che è è diversa nel modo di sentire e e probabilmente per questo che
Alcuni degli aspetti che nella lettura del libro fanno scandalo nell'opinione pubblica pur essendo presenti perché sulla follemente prese cioè tante cose
è stato detto non sono conosciute una realtà che in
Ci risulta estranea
Ma altre cose son conosciuti sovraffollamento e conosciuti sovraffollamento con tutti i suoi aspetti prima di ogni estate i giornali ci dicono e sarà un'estate tremenda calda nelle carceri c'è pericolo di rivolta
Eppure
Tutto questo
Non fa scandalo e non fa scandalo per la ragione che dicevo perché oggi la Pina probabilmente non viene vissuta dall'opinione pubblica nel senso costituzionale
Eppure
Quel principio costituzionale
Non è soltanto un principio
Umanitario
è è stato detto
L'espressione di un principio che tende a ridurre l'area del devianza
Cioè la risocializzazione direi non è nell'interesse
Del condannato e nell'interesse della Società e
Nei limiti in cui la società riesce a realizzare IVA di socializzazione fa i propri interessi
In questo libro ci sono delle pagine
Si torna spesso su questo argomento le pagine che mi sembra illuminanti sulle sospetto opposto del carceri
Molte volte il carcere e criminogeno non è di socializzare per
C'è un'osservazione che nel libro mi ha colpito e che ritorna sia pure conforme diverse più volte
Ed è quella che l'Amministrazione penitenziaria cito fra virgolette chiede suoi utenti cambiamenti esistenziali radicali se non commette più reati riga dritto per il resto in quei giorni ammetti
Ma non è capace di cambiare cultura nel modo di operare né tanto meno di riconoscere gli errori di giusta ritiro non è capaci quindi direi di applicare l'articolo ventisette comma tre della Costituzione
Forse però ed è emerso anche da quello sono state dette non è neanche giusto da tutte le colpe all'amministrazione penitenziaria forse le colpe
Sono
Fin alta quella su alcuno in chi potrebbe e dovrebbe apprestare i mezzi e a prestare i programmi e non lo fanno
E il lavoro che hanno fatto l'autrice un lavoro di una estrema complessità
E che ha documentato la realtà penitenziari in tutti i suoi aspetti negli aspetti strutturali negli aspetti che riguardano i protagonisti tutti i protagonisti dal dal dal detenuto all'agente della Polizia penitenziaria l'educatore al direttore del carcere
E e poi
Riporta ad intervalli
E in maniera significativa ma illustrativa tutta una serie
Di episodi
Qualche volta con nuove e
E a me soltanto mi sembra che
Convinca convinca tutte le volte che spiega perché una realtà carceraria degradata corrisponde a una incapacità di produrre risocializzazione e
Quindi di fare gli interessi della società
Lo sguardo nel libro re e rivolto sia al dentro che al fuori del carcere
E al fuori dal carcere sia durante l'esecuzione della pena che durante l'esecuzione di misure alternative alla pena che dopo l'esecuzione della pena
C'è
Fra le tante vicende appunto
Di cui
Si narra una che e significativa delle esigenze che il fuori sia un fuori che poi appresta al detenuto assistenza e lavoro
Ed è la vicenda di Ciccio cc aveva
Problemi di natura psichiatrica era stato compensato in carcere si dice con due iniezioni mensili
Ciccio finalmente esce
E la madre disperata dovunque tempo lo riporta in calce fece fa un viaggio di tre ore in pool Mani in treno coi ancora in pullman
E la donna arriva con Ciccio al carcere e dice la donna si si legge nel libro era disperate contino a urlare pacifici a puntura Peciccia puntura cioè noi fuori del carcere
Ciccio non aveva trovato neanche quell'assistenza sanitaria
Che invece aveva trovato in carcere
Il libro si dice delicato
Hai cosiddetti non organizzati
Non ci interessano i tutor Rina non ci interessa i terroristi sono una realtà marginale del carcere la realtà invece consistente e quest'altra
E quest'altra vive con i problemi di cui oggi abbiamo parlato
Dicono UTC in contesti degrado e totale deprivazione aggravato dalla composizione sociale
Del carcere contemporaneo discarica sociale è stato detto tossicodipendenti immigrati psichiatrici di difficilissima gestione
Discorso che non si fa mai astrattamente umanitario o
O sull'indulgente
Ma
Alle
Osservazioni critiche si accompagnano indicazioni e proposte e emerge da da questo libro che in carcere diverse possibile perlomeno io così l'ho letto
L'esperienza di Bollate macchina per alcuni aspetti quella di Eboli
Che attraversano tutto il libro mettendo a confronto quello che si fa normalmente con quello che si potrebbe fare
E quello che si potrebbe fare in carceri come Bollate che sono uguali e diversi nel senso che non è un istituto per quello che ho capito che nasce con caratteristiche diverse è un istituto che dal punto di vista
Dell'edilizia carceraria essi mirati istituti
Contemporanei e del quale però si svolge una vita carcerarie diversa ma diversa non nel senso che
Non è
Conforme alle regole penitenziarie diversa piuttosto vanno nel senso che è conforme
Alle regole penitenziarie soprattutto allo spirito di queste regole viene illustrata questa vita carceraria tutti si alzano certo Rasi si lavora quindi ci si muove per il carcere
Si dice l'ora d'aria non c'è a Bollate semplicemente perché non serve
Alice assetti finisce ragiona di lavoro e si torna in cella
Il resto il pomeriggio si passa in palestra oppure a studiare una vita carceraria diversa con risultati di socializzare anti il tasso di recidiva Bollate del sedici per cento rispetto alla media sessantotto per cento
Il discorso della di socializzazione
Per
Mi pare di aver capito comunque un discorso che avvalorato
Più in generale dall'esperienza lavorativa non soltanto a Bollate ma anche nelle altre carceri dove c'è un'esperienza lavorativa e il tasso di giudici di vita e di gran lunga minore
Perciò
Torno al discorso iniziale
In carcere diverso non soltanto è possibile a me e anche conveniente
La questione penitenziarie però ma aveva stimolato
Il nostro moderatore
è soltanto
Un aspetto della più generale questione penale dire questione penale sostanziale e forse ancor più questione penale processuale
Le carceri come si è detto aspiro attualmente sessanta anzi sessantun mila detenuti di fronte a una capienza teorica di quarantatré mila mi pare d'aver capito
E questo numero tende sempre ad aumentare
è chiaro che
Si non si vuol pensare a una serie di interventi ripetuti nel tempo di tipo indulgenziale occorre stabilizzare
E il numero dei detenuti
In corrispondenza del
Numero delle persone che possono essere ospitate
E io credo che si possa immaginare un tasso intenzione di cento detenuti per centomila abitanti che e il tasso medio per quello che ho letto
Europeo quindi tenuto conto era voce italiana circa sessanta mila posti allora
Occorrerebbe operare in due direzioni avete sessanta mila posti
E fare in modo
Che e la popolazione non superi le sessanta mila persone
Come ma innanzitutto è stato ricordato con il contenimento e la pena detentiva
Contenimento aventi a dovrebbe così un punto fermo si ricorda nel libro che tutti i progetti di riforma ivi compreso
Ivi compresi gli ultimi e
Hanno puntato su una serie di sanzioni diverse dalla pena detentiva
Che sono possibili
Fra l'altro anche
Quelle che oggi sono le misure alternative non ha senso che siano applicate soltanto
Attraverso la Magistro le sorveglianze sarebbe molto più opportuno che
In perlomeno alcune venissero già utilizzate come per i principali
Sarebbe più semplice sarebbe più veloce
Dicono le autrici
Che questo tipo di intervento
Che dovrebbe affiancare alla pena detentiva come se Marazzo tutta un'altra serie di sanzioni non contrasta fatto con il bisogno di sicurezza e la collettività
Come dimostra i dati sulla DC di ve le misure alternative ma consente di concentrare le forze dei carcerieri sugli autori dei reati gravi evitando di corre dietro affolla degli ospiti che transita dalla porta girevole del carcere
Ciò consentirebbe di dare alla certezza della pena un contenuto concreto è di non farne solo uno slogan politico elettorale smentito quotidianamente dei fatti
Ed è con questa citazione che desidero concludere perché penso che un carcere diverso sia possibile
E e penso anche che sia possibile a diverse giustizia penale sostanziale e processuale grazie
Grazie anche per la citazione del caso di questo detenuto con problemi psichiatrici
Che mi pare che faccia capire
Un po'confermi quello diceva prima anche il dottor Ionta e cioè che
In questo caso degradate la società che non fa l'iniezione e non il carcere che invece sul quale invece viene scaricata
Di nuovo la responsabilità di fare questo mi sembra un caso limite ma è molto significativo
Io avevo anche chiesto al Ministro Alfano se voleva parlare massa dica mentre il ministro preferisce che invece parliamo le autrici perché sappiamo che non vogliono parlare
Si dovranno difendere a tutte le accuse che sono piovute loro addosso almeno saluto dovete darlo via se non altro per difenderli prego
Certo gemelline se
Pertanto io ringrazio davvero tutti e sono particolarmente emozionata e felice di vedere che
Alla Camera dei deputati si parla non solo nel nostro libro non sono state
Ma della nostra fatica del carcere quindi significa che quel processo
Di approssimazione verso la
Cogliere lo spirito della legge lo stiamo già facendo perché l'istituzione di un Paese
Civile come e l'Italia si interroga sul carcere quindi questo per me personalmente è veramente un traguardo eccezionale perdonatemi la voce emozionata
E e quindi credo che questo sia già un momento da cui
Partire veramente crea mi ha colpito molto
Il discorso della Presidente Fini in particolare il riferimento alla rieducazione come riconoscimento dell'identità
E quindi riconoscere la persona è nel detenuto una persona
Questo sembra banale a chi è fuori del carcere ma realtà e più grande sforzo culturale che l'Amministrazione penitenziaria fa e sta facendo e cerca di fare un po'il cambiare il DNA
Del carceriere di di goffi mal Nanni Anna memoria cioè riconoscere che di fronte a una persona che ho commesso un reato ma una persona pensante quindi libera quanto Vito di esprimere le proprie opinioni e di a Quirra riconosce una certa capacità di autodeterminazione su questo che noi
Lavoriamo ed è per questo che poi
Abbiamo scritto questo libro quindi veramente io non non so cos'altro dire se non che sono davvero felice di
Che questo sia stato colto dalla dalle istituzioni più importanti
Del nostro Paese e in credo che tutti i relatori che mi hanno preceduto abbiano veramente posto il problema ecco come doveva essere posto e poi sono contenta veramente perché il all'elaborazione di prestato difficile perché
C'era sempre il rischio e forse qualche volta abbiamo fatto qualche scivolata questo ce lo direte voi quando lo leggerete dell'autore dell'autocelebrazione di dire ma allora
Bollate e meglio di tutti tutto il resto
Fa un po'schifo non è così nel senso che non volevamo dire questo volevamo veramente merce per c di fronte
Alla fatica di costruire un carcere diverso e mi fa piacere anche moltissimo vedere gli operatori tanti operatori penitenziari è qui che che sono con me a a condividere questo questo momento veramente non so come ringraziarvi tutto qui
Io sarò ancora più breve ovviamente vi ringrazio vi ringrazio tutti per questa presenza affettuosa spero anche
Così determinata dalla curiosità di di di sentire di ascoltare magari di leggere quello che abbiamo scritto
E per me è stata un'esperienza come giornalista straordinaria io oppure occupandomi di giustizia mi sono purtroppo
Occupata troppo poco di carcere invece penso che chiunque faccia questo lavoro dovrebbe forse partire dal carcere
E
Quindi effettivamente va messa in queste libero come dire la mia esperienza per quanto limitata però molto intensa che ho fatto in questi ultimi mesi
Sinceramente approfitto della presenza sia del Ministro Alfano e qui faccio il mio lavoro di giornalista che del Presidente Fini
Cioè della politica per rilanciare un tema che ovviamente è anche uno dei temi nel libero
La politica che la politica della sicurezza che negli ultimi anni
E come dire apportato tanti consensi sul piano elettorale è una politica che non può ignorare il carcere cioè il carcere e l'altra faccia della sicurezza
E come dire produrre come avvenuto negli ultimi negli ultimi anni una quantità di norme che producono carcere non equivale anche a produrre sicurezza
Questo umili è facile da dimostrare anche sul piano statistico e purtroppo e
Troppo spesso viene ignorato
Però ecco come dire una comunicazione leale una politica leale imporrebbe anche
Di tener presente questo aspetto perché buttare in carcere un'enorme quantità di persone come negli ultimi
Tempi sempre più è stato fatto e non
Curarsi come dire della qualità della pena e di fatto vanifica magnifica qualunque forma di politica della sicurezza e questo forse la gente la gente che
Crede a quest'altro magnifico slogan ma che è quello della certezza della pena deve saperlo la responsabilità della politica
E quella di assicurare una pena certa ma sul piano qualitativo prima ancora che quantitativo vi ringrazio ancora moltissimo
Proprio applausi e quindi non si riesce a chiudere invece cerchiamo di chiudere ringraziando intanto per l'ospitalità e per le sue parole il Presidente
Gianfranco Fini vorrei ringraziare i nostri relatori la senatrice Anna Finocchiaro e il dottor Franco Ionta il Presidente Lattanzi vorrei anche ringraziare
Il Presidente della Commissione e giustizia Giulia Bongiorno che Lenuta naturalmente il ministro Angelo Alfano che
Ci ha onorato la sua presenza e tutti voi credo che comunque ne valesse la pena perché è un bel libro grazie a tutti